La musica in cassetta: se è estrema rende il doppio

Se siete stati al vostro ipermercato preferito e non avete trovato un lettore cd… Se state pensando di comprarvi un giradischi perché il vinile è tornato di moda… Se state ancora prendendo confidenza con Spotify… Beh, siete comunque indietro. La nuova tendenza è quello che non ti aspetti: la cassetta. Il mercato hipster, guidato da etichette trendy come Burger Records, ha riportato in auge questo formato obsoleto. In realtà la cassetta ha un grande fascino artigianale, lontano dall’impalpabilità del cloud e dalla bulimia del torrent. L’immaginario hip hop vuole il ghetto blaster su ogni marciapiede. Se avete visto il recente documentario sugli N.W.A. concedetevi il gusto di ascoltare Straight Outta Compton col suono giusto. Con le sue frequenze tagliatissime, la cassetta non ha alcuna pretesa di alta fedeltà, e perciò è particolarmente adatta a stili musicali molto aggressivi. La gabber o l’hardcore techno su cassetta trasformeranno la vostra cucina in un capannone occupato dei primi anni 90. La compilation Industrial Strength in questo senso è imbattibile. Personalmente i generi che più mi danno soddisfazione in questo formato sono l’harsh noise ed il crust. Il primo è una versione estrema del rumorismo di matrice elettronica, spesso “suonato” con macchinette e pedalini di qualità infima. Dal più noto Merzbow fino ai nomi più oscuri e underground come Government Alpha e Bastard Noise: mettete il nastro, schiacciate il tasto play. Seguirà una sorta di massaggio cerebrale o, se la cosa non funziona, il più insopportabile mal di testa. Per quanto mi riguarda, mi rilassa più di un trattamento shiatsu. Per crust invece si intende la versione più cruda del punk, quella nata in seguito alla diaspora che ha portato gruppi come i Crass a staccarsi dal lato più commerciale del genere, per dar vita ad un movimento genuinamente politico. Tra le cassette più truci, quelle che vi faranno sentire nella cucina di una casa occupata olandese mentre vi preparano il tofu, cito a bruciapelo World Downfall degli Extreme Noise Terror, Arise! degli Amebix, War Crimes dei Doom, Why dei Discharge. Insomma, se è estremo, se è registrato male senza la patina fighetta del lo-fi, se è marcio, in cassetta renderà il doppio. E se avete più di 40 anni e da qualche parte avete ancora le vostre C-90 di Battiato, Genesis, Alice In Chains o qualunque cosa ascoltaste prima dell’avvento degli mp3, fatevi un favore: tiratele fuori e lasciatevi andare al ricordo di quell’estate.. Sì, proprio quella. Quella in cui avreste voluto che la vostra vita rimanesse così per sempre.

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