Quel “genio” di Bugo, quando era davvero in stato di grazia

 

Bugo – Dal Lo Fai Al Ci Sei (Universal, 2002)

S L1600Fine anni 90, faccio parte del collettivo di un centro sociale a Vigevano, la domenica ci si trova a fare jam session nella nostra sgangherata sala prove. Il chitarrista cantante dei Crackers, un tizio alto, secco e dinoccolato che si fa chiamare Bugo, si presenta per farsi una suonata. Ci sono anch’io, e ho appena iniziato a produrre album con una piccola casa discografica. A fine giornata gli chiedo se vuole incidere per me. Il primo comunicato stampa che scrivo per lui inizia così: “Bugo è un genio”. Non è una cosa leggera da dire per un esordiente. Ma è lampante, e se oggi passo per ”quello che ha scoperto Bugo” è stata solo fortuna, il suo talento era chiaro.

Lavoriamo insieme per due album e diversi singoli, l’inizio è difficile, il mio giro è nei centri sociali dove la sua musica sghemba ma pop, un po’ in stile Beck, suscita poco interesse. Infatti per farlo suonare lo portiamo in giro con le Allun, gruppo sperimentale di Stefania Pedretti.

Diventiamo amici, viene a vivere a casa mia a Milano, ci aiutiamo a vicenda (gli sono grato ancora oggi per essere venuto a recuperarmi in autostrada col furgone in panne). Ma gradualmente Bugo si fa largo, e con l’album Sentimento Westernato la bomba esplode. Non posso più trattenerlo nell’underground, lo vogliono ai piani alti, e naturalmente gli dico “vai, buona fortuna”.

Firma per Universal. La cosa suscita un grande dibattito negli ambienti alternativi, in quegli anni (2001 circa) c’è ancora una divisione netta tra “indipendenti” e major, e non tutti la prendono bene. La pietra dello scandalo è Dal Lo Fai Al Ci Sei, probabilmente il suo miglior disco finora: un artista in stato di grazia, ancora fresco ma pronto al salto (il titolo allude al “lo-fi” come genere musicale in “bassa fedeltà”, mentre il “ci sei” indica la sua volontà di giocare un altro campionato). Addirittura il fonico che lo registra impone di scrivergli le scuse sulle note dell’album: se avesse saputo che sarebbe uscito per Universal non lo avrebbe registrato. Altri tempi.

Qui troverete il Bugo più a fuoco di sempre: Casalingo, Pasta Al Burro, Piede Sulla Merda, Portacenere, Io Mi Rompo I Coglioni, sono brani che sintetizzano perfettamente la sua anima guascona e ruspante.

Dopo cercherà di entrare nel mondo della Canzone Italiana con alterne fortune, fino agli ultimi due Festival di Sanremo che lo hanno reso noto a tutti. Secondo me in questo campo deve ancora esprimere la sua reale potenzialità. Il talento c’è.

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