“A casa tutti bene”: cast stellare per un film mucciniano

A Casa Tutti Bene MuccinoA casa tutti bene (di Gabriele Muccino, 2018)
Ci sono film non recenti il cui titolo, nei tempi in cui stiamo vivendo, salta immediatamente all’attenzione e addirittura contiene involontariamente un messaggio positivo.
Quindi rispolveriamo e riguardiamo (se lo rimbalzano Amazon Prime e Netflix) il film che segna il ritorno in Italia di Gabriele Muccino dopo la (per chi scrive) disastrosa parentesi americana, dovuta al meritato successo dei suoi primi film. E lo fa riprendendo proprio lo stile che lo ha reso famoso con L’ultimo bacio, mostrando protagonisti tra i 40 e 50 alle prese con una reunion dovuta alle nozze d’oro della coppia di genitori per alcuni, zii per altri.

I personaggi sono talmente tanti che una delle locandine rappresenta giustamente l’inevitabile albero genealogico, senza il quale ci si perde facilmente. Questa ce-lebrazione avviene su un’Isola che non c’è (titolo inizialmente pensato per il film) in quanto il regista non dà una identità e una location precisa all’isola, se non per il fatto che a causa del troppo vento i protagonisti sono costretti a restarci tre giorni più della prevista andata e ritorno giornaliera.
L’isola, che ha come location centrale del film la villa del patriarca di famiglia, è assolutamente reale, visto che l’intera pellicola è girata a Ischia, dove la mamma del regista è nata.

Il tema, abbastanza abusato nel cinema, è il classico “fratelli coltelli”, cioè una storia che inizia mostrando un apparente idillio tra tutti i parenti e che ben presto si trasforma in una serie di scontri e bufere (non solo climatiche) che vede una sorta di “tutti contro tutti”, mostrando ironicamente il ridicolo filo comune quando si formano certe “alleanze” familiari. C’è tutto il cinema corale di Muccino nel film, ci sono dialoghi, nervoso, musica e consueta demolizione della famiglia tradizionale. Il regista sa muoversi bene su questi terreni e per essere sicuro arruola un cast stellare, che se fosse qui elencato, non ci sarebbe più tempo di dire altro.

Scopriamo quindi che il titolo, rassicurante di questi tempi, è assolutamente ironico e ha un significato totalmente opposto a quanto vorremmo sentirci dire; il film procede perfettamente nelle corde mucciniane, che ormai dovremmo conoscere e capire se apprezzare o meno, fino ad arrivare a un finale ben poco consolatorio che (non) chiude la vicenda con una serie di singole chicche davvero da apprezzare. Chiusura che fa acquistare al film il suo senso e un certo moderato godimento per quanto visto sullo schermo, che rafforza lo spessore dei personaggi femminili attorno ai quali il film tacitamente misura la situazione familiare, e cioè l’intreccio della situazione.
Attenzione alle canzoni suonate al pianoforte da uno dei protagonisti: non sono messe lì per caso.

EROSANTEROS POLIS BILLBOARD 15 04 – 12 05 24
CENTRALE LATTE CESENA BILLB LATTE 25 04 – 01 05 24
NATURASI BILLB SEMI CECI FAGIOLI 19 – 28 04 24
CONAD INSTAGRAM BILLB 01 01 – 31 12 24