Incontro tra giganti nella serie di Annaud tratta da Dicker

La Verità Sul Caso Harry QuebertLa verità sul caso Harry Quebert (Miniserie di Jean-Jacques Annaud, 2018)
Incontro tra giganti: il regista Annaud è colui che 33 anni fa ha portato sullo schermo Il nome della rosa, e non solo, mentre il protagonista Patrick Dempsey è l’arcinoto dottor Sheperd di Grey’s Anatomy.
La miniserie composta da 10 episodi della durata di una quarantina di minuti cadauno e trasmessa in Italia da Sky, è la trasposizione di La verità sul caso Harry Quebert, romanzo di grande successo scritto da Joel Dicker; notizia utile esclusivamente nel darci la buona notizia che la serie non dovrebbe avere ulteriori stagioni.

Quebert è uno scrittore di successo che nel 1975, da semi sconosciuto, si trasferì da New York a Sommerdale, una cittadina del Maine sull’oceano, e dove incontrò la quindicenne Nola con la quale instaurò una strana e morbosa relazione. Nola pochi mesi dopo sparì nel nulla e nel 2008 (anno di ambientazione presente) vengono ritrovati i resti del suo cadavere proprio vicino alla casa dell’ormai famoso scrittore che viene di conseguenza accusato e arrestato.
Marcus Goldman, un giovane scrittore di successo nonché allievo di Quebert, si reca sul posto per indagare sulla vicenda. Costruita con una narrazione che procede parallela tra presente e passato (ben ricostruiti nell’atmosfera e nel trucco dei protagonisti), la storia non fa altro che portarci dentro Sommerdale, vista come una Twin Peaks atlantica, svelando con abilità narrativa ma con ritmo a volte eccessivamente compassato tutti i misteri che avvolgono i suoi abitanti.
La recitazione regge nei suoi protagonisti con un convincente Dempsey impegnato a scrollarsi di dosso il suo personaggio più famoso, con una lolita di fascino acerbo e magnetico (l’ex modella Kristine Froseth) e alcuni personaggi di contorno gustosi e interpretati da mostri sacri quali la tarantiniana Virginia Madsen e il camaleontico Ron Perlman.

Come dicevamo, il ritmo è il principale problema di una serie comunque bella e avvincente nel mistero che pone al centro della narrazione: si potevano ridurre il numero degli episodi e introdurre qualche personaggio in meno per non rischiare caratterizzazioni banali. Va detto che alla fine tutto torna, e a coloro che troveranno prevedibile la soluzione finale, volevo solo comunicare che ci avete preso per caso, perché è chiaro che qualcuno dei personaggi a uccidere la vittima lo è stato per forza. Però alla fine non resta nulla in sospeso e la vicenda si compie, caratteristica preziosa per le fin troppo commerciali serie di oggi.

Capitolo Arene: aprono anche la storica Arena del Sole di Lido di Classe e Arena Borghesi, vero e proprio cinema d’essai all’aperto nei cieli faentini.

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