L’argentina “Nada” a gennaio è già la serie dell’anno

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NadaNothing (Miniserie Tv, 5 episodi)

Quando un caro amico catalano ti consiglia una serie argentina, disponibile su Disney+ solamente in lingua originale con sottotitoli, cerchi una via d’uscita. Ma sono 5 episodi di mezz’ora l’uno, si guarda il primo poi… poi si esclama “ma cosa ci fa Robert De Niro in una serie argentina?!?!”, e si va avanti spediti. Nada, ambientata nella cornice materna della metropoli Buenos Aires, narra, proprio attraverso il personaggio di De Niro, di un episodio della senilità del dandy Manuel Tamayo Prats, che di professione fa il critico gastronomico e che, visto che sono vent’anni che non scrive un libro, vive di espedienti e di… cibo.

La morte improvvisa della domestica e l’arrivo di una giovanissima ragazza paraguayana in cerca di lavoro, provocherà un repentino cambio di abitudini del vecchio, burbero e testardo Manuel. Avviso: non inganni la presenza della star, perchè il mattatore unico, assoluto e gigantesco è il protagonista Luis Brandoni, attore e politico da noi sconosciuto, ma molto noto in patria per entrambe le attività, con piglio probabilmente migliore dei vari Reagan e Barbareschi. Manuel è un personaggio malinconico, pignolo e divertente e non ha alcuna traccia di peli sulla lingua, e Nada è un piccolo racconto di formazione privo di banalità e ricco di spunti narrativi e tematici compressi magistralmente in (soltanto, sigh) due ore e mezza di visione.

Oltre ad Antonia, la ragazza paraguayana interpretata dalla sconosciuta e deliziosa Maya Cabrera, indiscusso co-protagonista della serie è il cibo, mostrato e raccontato da Manuel con taglio talmente affascinante e didattico, da voler riguardare gli episodi con un bel blocchetto in mano e i fornelli in riscaldamento. Tante, tantissime le citazioni memorabili che possono essere prese dalle parole del protagonista che lasciamo allo spettatore la goduria di ascoltarle direttamente dalla serie, rigorosamente e giustamente in lingua originale perchè il protagonista parla spagnolo, il narratore inglese, e parte dell’ultimo episodio è dialogata in italiano.

Inoltre ogni episodio è introdotto da un modo di dire in voga a Buenos Aires impossibile da rendere in italiano. Lasciando perdere pretesti e divertenti paragoni, fidatevi e guardatelo, perchè poi finisce talmente in fretta tra risate e qualche malinconica lacrima, che non si sente minimamente l’odore della noia o della difficoltà nel seguire. Ciò che resta è il desiderio di guardare l’intera filmografia di Brandoni (smisurata e inedita), forse anche di volare in Argentina, incontrarlo e magari votarlo; resta il senso di aver assistito a una piccola e grande opera, che rimarrà nella mente, nel cuore, nel palato e nello stomaco di tutti gli spettatori, anche se la statistica insegna che esisterà qualche essere umano a cui non piacerà.

Una chicca, miglior serie del 2024. A gennaio. Buon anno!

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