L’ostica Ifigenia horror di Lanthimos, un classico di Hitchcock e il solito giro per arene

Il Sacrificio Del Cervo SacroIl sacrificio del cervo sacro (di Yorgos Lanthimos, 2018)
Come in 2001 Odissea nello spazio è un minuto di buio con Schubert in sottofondo a dare inizio al film, che poi zooma subito su un’operazione a cuore aperto eseguita dal protagonista del film, cardiologo stimato con una bellissima moglie (la Nicole Kidman di Eyes Wide Shut vent’anni dopo) e due altrettanto splendidi figli, il secondo dei quali non può non rimandare al bimbo Danny di Shining. Il regista greco nel raccontare in chiave moderna il mito di Ifigenia ricorre al sommo Kubrick, citandolo continuamente e cercando di realizzare il film seguendo filologicamente la sua poetica registica. Questa rilettura vede il chirurgo che stringe amicizia con un adolescente cupo e inquietante che si rivelerà presto una bomba a orologeria per la famiglia felice. Con ritmo lentissimo, dialoghi talmente scarni da risultare a volte insulsi, Il sacrificio è un film ostico come tutta la filmografia del regista, affascinante (miglior sceneggiatura a Cannes), disturbante e inquietante, anche perché parliamo di un film dell’orrore a tutti gli effetti. Travestendo il film da prodotto di 40 anni fa, Lanthimos spiazza pubblico e critica con una creatura molto diversa da ciò che guardiamo abitualmente (ma non dal suo cinema, che guarda anche e soprattutto in passato a Michael Haneke), di difficilissima fruizione ma dal fascino indiscusso. Per me è un “grandissimo sì” ma state attenti perché i confini della noia, del disgusto e del disturbo sono labilissimi. In sala.

I classici di R&D: Nodo alla gola (di Alfred Hitchcock, 1946)
Rope (Corda, titolo originale) non è uno dei film più famosi del Maestro (non solo del brivido, ma proprio di cinema) ma decisamente uno dei capolavori assoluti, soprattutto per come viene messa in scena una “normale” vicenda gialla che vede due ragazzi (gay, ma ai tempi si evitava di complicarsi la vita) nascondere un cadavere in una cassapanca durante una festa. Hitchcock decide di girare tutto come un unico piano-sequenza (girare senza nessuno stacco di macchina da presa, approfondite in rete perché il discorso merita) senza mai perdere di vista i suoi protagonisti. Poichè ogni bobina di pellicola durava dieci minuti di riprese, si vedono nel film zoomate in nero (abiti, soprattutto) per permettere il cambio senza perdere l’effetto. 80 minuti di applausi, per il più magistrale dei brividi messi in scena nella storia del cinema. Facilmente reperibile.

Arene, settimana dal 12 all’18 luglio
Ci piace segnalare la presenza di registi che accompagnano le proiezioni dei loro film, per questo innanzitutto accoglieremo volentieri Andrea Magnani venerdì 13 a presentare il suo Easy – Un viaggio facile facile alla Rocca di Ravenna. Per chi si perdesse il film, replica il 12 a Bagnacavallo e per Cinema Divino al Prato dell’Osservanza domenica 15 con la cantina Tremonti. Nell’ambito della stessa rassegna, appuntamento il 17 a Casa Spadoni nella sede di Ca’ del Pino sulla Romea per Victoria e Abdul di Stephen Frears, che accompagnerà una degustazione di cantine “miste”. La chicca di Bagnacavallo è Tito e gli alieni (il 14), film rivelazione del mese scorso e poco visto da noi. Tris d’assi per Arena Borghesi di Faenza: il 15 Chiamami col tuo nome in lingua originale con sottotitoli italiani (il 15 e il 16 in italiano a Bagnacavallo), il 16 col classico gratuito Ninotchka di Lubitsch (capolavoro oro oro) e il 17 con Ammore e malavita, film rivelazione dei Manetti Bros.

EROSANTEROS POLIS BILLBOARD 15 04 – 12 05 24
NATURASI BILLB SEMI CECI FAGIOLI 19 – 28 04 24
CENTRALE LATTE CESENA BILLB LATTE 25 04 – 01 05 24
CONAD INSTAGRAM BILLB 01 01 – 31 12 24