Da Scott a Malick, da Kusturica ad Amelio: una guida pre-estiva e pregiudiziale

Con l’estate alle porte, che ha saltato a piè pari la primavera, è giusto dare uno sguardo nerd e antisociale alle offerte cinematografiche del periodo, pieno di uscite di autori storici, forse un po’ arruginiti, ma che comunque hanno dato un’impronta non da poco all’educazione cinematografica di molti di noi. Il tutto rigorosamente pregiudiziale, in quanto trattasi di film non visti o perché non sono ancora usciti, o perché faccio finta che non lo siano.

AliencovenantneoxenoIniziamo con la saga Alien perché solo un matematico può sbrogliarvi dal capire a che punto siamo con la storia. In principio (1979) fu Alien, mostruoso capolavoro dell’allora giovane e talentuoso Ridley Scott (chi non ha mai visto il suo debutto, I duellanti del 1977, rimedi immediatamente!), seguito negli anni da tre interessanti capitoli, tutti d’autore (James Cameron, David Fincher e Jean Pierre Jeunet). Poi quattro anni fa lo stesso Scott torna sulla sua creatura (in tutti i sensi) preferita confezionando un primo prequel, Prometheus, discreto film di fantascienza non solo per fan. Ora è uscito nelle sale Alien: Covenant, seguito di Prometheus ma precedente ai primi quattro (ci siete ancora? Lo so che vi ricorda un’altra saga, e ci mancherebbe) a cui dovrebbero seguire altri due prequel, prima di agganciarsi al mitico Alien delle origini, facendo così 4+4 che è meglio del 3+3 di Skywalker & friends. Il film non dovrebbe discostarsi di molto dalla qualità del suo predecessore, mentre non si avvicinerà mai neanche a quella del peggiore dei primi episodi, tenendo soprattutto conto che il buon Ridley ha 80 anni.

A proposito di registi anziani e mitici, il mitologico settantaquattrenne Terrence Malick purtroppo continua a fare film: osannato giustamente negli anni settanta grazie a meraviglie come La rabbia giovane e I giorni del cielo (recuperate, miei giovani lettori), si è riposato ben vent’anni per tornare con La sottile linea rossa, un buon film di guerra ma ampiamente sopravvalutato e datato per poi realizzare una serie di opere sperimentali di cui ho avuto la sfortuna di vederne una (To The Wonder) che mi ha fatto promettere di non mettere più piede in un suo film. L’ultima fatica, in sala, è Song To Song e parla di storie di amore e musica ad Austin (Texas), da sempre una delle capitali del rock mondiale. Io non vado e non ho letto nulla che mi incoraggiasse a farlo.

Più giovane dei precedenti, torna in sala anche il grande Emir Kusturica, icona del cinema anni 80 e 90 con capolavori su capolavori (Underground su tutti, ma quante risate con Gatto nero gatto bianco), ma che nel nuovo millennio non ha mai trovato l’ispirazione giusta, realizzando film ripetitivi nello stile e poco ispirati nella scrittura, producendo in gran parte tanta noia. L’ultimo film è in sala, si intitola Sulla via Lattea, ha sempre lo stesso soggetto dei precedenti ma ha qualche elemento di curiosità, come l’interpretazione di Monica Bellucci a detta degli addetti ai lavori notevole (l’interpretazione, appunto), e soprattutto la nostalgia di un bel film “alla Kusturica” che tanto ha caratterizzato i gusti di molti di noi qualche annetto fa.

Per concludere, il quarto mostro sacro è nostrano, si chiama Gianni Amelio e ha sempre realizzato film piuttosto belli. La tenerezza è un film intimista e mette in campo il solito bravissimo Elio Germano e una Giovanna Mezzogiorno che non si vedeva da tempo. E se il jolly pre-estivo fosse proprio italiano? Buona visione!

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