Un autunnale thriller gustoso, con qualche limite di stile

L'uomo Delle CastagneL’uomo delle castagne (Serie Tv 6 episodi, 2021)

La detective Naia Thulin e l’agente Europol Mark Hess indagano su una serie di crimini efferati commessi su donne a cui vengono anche amputati gli arti; il caso viene collegato al rapimento con omicidio della figlia della ministra degli affari sociali Rosa Hartung, che non si rassegna nell’elaborare il lutto e la perdita di una parte di lei. Tutta questa storia è ambientata nella Copenaghen odierna, ma l’incipit mostra un altro efferato omicidio avvenuto nelle sue campagne nel 1987.

Cosa lega questi episodi lo suggerisce il titolo della serie, che in queste righe non verrà volutamente approfondito per non rovinarvi il gusto della scoperta, che avviene in ogni caso già nel primo episodio. Con la sua narrazione complessivamente lenta che riesce perfettamente a creare tensione e qualche spavento, L’uomo delle castagne si rivela un thriller gustoso, godibile e ben costruito in ogni sua parte.

L’ambientazione nordica, con tanto di fotografia livida, costituisce una cornice fredda, spettrale e a suo modo affascinante; le matrici degli omicidi e la misoginia che viene quasi subito a galla danno una grande impronta a un’opera che poggia, e non è una novità, anche sull’ottima prova dei suoi attori. Il duo femminile Danica Curcic (investigatrice) e Iben Dorner (ministra) si rivela di grande spessore e giganteggia sul resto del cast, in ogni caso ben assortito. Col passare degli episodi la tensione va in crescendo, riuscendo a coinvolgere pienamente lo spettatore a cui non è concesso niente in termini di rivelazioni e indizi, davvero difficili da cogliere.

Viene dato grande spessore alle storie familiari e soprattutto al ruolo delle madri sia tra le protagoniste, sia tra personaggi secondari, rivelando molti elementi legati al loro passato. Un’usanza molto comune in questo tipo di serie (si pensi alla prima stagione di True Detective), rappresenta il cambio di registro nella narrazione del finale, dopo lo svelamento di tutti gli intrecci: il thriller lascia purtroppo improvvisamente la scena all’azione pura, cozzando non poco con il ritmo e psicologia narrativa della spina dorsale del racconto. Non che la sceneggiatura cada in qualche trappola, perché la storia regge benissimo, ma il cambio di registro forse atto a compiacere il pubblico americano e sudeuropeo, mostra qualche limite.

La serie è tratta dal romanzo d’esordio dello scrittore danese Søren Sveistrup, autore dell’ottima serie The Killing, che entra di diritto nel fortunatissimo filone letterario del thriller nordeuropeo. Serie da vedere apprezzando i suoi pregi e chiudendo un occhio sui suoi difetti, e che si può gustare in una fredda domenica d’autunno, magari in compagnia di una bella padella di caldarroste! Su Netflix

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