L’assessore all’Istruzione e alla Cultura del Comune di Ravenna, Ouidad Bakkali, si trovava nel mezzo dell’inferno di Parigi, al bar Le Carillon, nel X Arrondissment, durante una delle sparatorie avvenute nella capitale francese. «Siamo scossi, ma stiamo bene», ci dice Bakkali, che si trova a Parigi con altri ravennati in occasione di due rassegne di fotografia ed editoria indipendente.
«Durante gli spari – ci racconta la giovane assessora – abbiamo cominciato a correre fino a una rientranza. C’erano rumori di spari assordanti, sono morte persone a pochi metri di distanza da noi».
Ora Bakkali è a casa di amici e sta bene. Diversi i ravennati presenti con lei a Parigi, tra cui il grafico Emilio Macchia, il consigliere comunale del Pd Fabio Sbaraglia, le fotografe Silvia Bigi e Silvia Loddo. Sono scossi, ma stanno tutti bene e sono al sicuro.
Il bilancio all’1 di notte – citiamo un’agenzia dell’Ansa – è di almeno 60 morti e decine di feriti in sette sparatorie in una Parigi assediata da terroristi e teste di cuoio, 100 ostaggi in una sala da concerti, decine di cadaveri attorno allo Stade de France, dove gli spettatori di Francia-Germania sono ancora bloccati. Il presidente Francois Hollande ha dichiarato lo stato di emergenza. Il governo ha decretato il piano Alpha Rouge (Alfa Rosso), un livello di allerta mai toccato prima e che corrisponde al livello “attentati multipli”. Poi un Hollande visibilmente scosso ha parlato in diretta tv ai francesi annunciando lo stato di emergenza, l’afflusso di militari nella capitale “per evitare nuovi attacchi” e la chiusura delle frontiere.