L’attentatore della strage di Natale di Berlino era stato indagato a Ravenna

Al tunisino Anis Amri furono contestate violazioni al testo unico dell’immigrazione

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Anis Amri

Il tunisino Anis Amri, l’uomo ritenuto responsabile della strage di Berlino dello scorso dicembre (12 morti e 56 feriti al mercatino di Natale), e ucciso pochi giorni dopo a Sesto San Giovanni, era stato già fermato e indagato a Ravenna. Il retroscena è sui quotidiani locali in edicola oggi, domenica 13 agosto.

Amri era finito insieme ad altri quattro connazionali in un fascicolo aperto dal pm Daniele Barberini per un reato legato a violazioni del testo unico dell’immigrazione. Ossia – spiega il Carlino – l’articolo 5 comma 8 bis che sanziona la contraffazione, l’alterazione di visti, di permessi o di carte di soggiorno e l’uso di tali documenti.

Sui quotidiani è riportata la storia di Amri, sbarcato nel 2011 a Lampedusa e poi finito in carcere a causa di un’aggressione ai danni di un custode di un centro dove era ospitato.

Subito dopo l’attentato di Berlino dello scorso dicembre, la procura di Ravenna ha  segnalato ai colleghi della procura distrettuale di Bologna la puntata romagnola di Amri.

A Ravenna il tunisino non si era ancora “radicalizzato” e il suo passaggio pare spiegarsi solo con la presenza di alcuni parenti che si erano offerti di ospitarlo.

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