«Quello scandalo dei relitti arenati nella Piallassa Piomboni»

Una nave si è spezzata, altre tre sono in condizioni precarie. «Cosa intendono fare le autorità competenti per arrestare degrado e inquinamento?»

Navi Arenate PiomboneRiceviamo e pubblichiamo questo intervento di Giancarlo Schiano, agente marittimo, perito tecnico navale e attivista presso “Call to Action” di Ravenna.

Martedì 5 marzo la nave Berkam B., ormeggiata presso l’ex banchina Tozzi del porto di Ravenna si è spezzata in due affondando a prua, mentre la parte posteriore è ancora visibile. Lo scandalo è avvenuto nel canale Piombone ovvero all’imboccatura dell’area della Piallassa: quanti e quali danni questo collasso abbia provocato in termini ambientali sono ancora da accertare, ammesso che lo si voglia realmente fare.
Se l’affondamento della nave Berkam B. è un disastro, per completare il quadro di degrado dobbiamo ricordare che nel 2009, l’amministrazione accettava di buttare sulla sponda dell’ingresso alla Piallassa ben tre navi più grandi del Berkam B.: la Orenburggaz Prom, seguita dalla nave Vomv Gaz e poi dalla nave V. Nikolaev, tuttora arenate nella Piallassa.
Non serve essere veggenti per capire che la situazione “nel cimitero delle navi” è una bomba ad orologeria sia per l’ambiente che per la sicurezza degli specchi acquei. La zona, accessibile a piedi, fa capire immediatamente il significato della parola “degrado”, le navi arenate lungo l’argine della Piallassa in posizioni incerte e le cui condizioni fanno presupporre non solo la non galleggiabilità dei mezzi ma anche una precaria condizione strutturale degli scafi.
Una in particolare è piegata e pronta a seguire la sorte del Berkam B., ormeggi di sicurezza inesistenti abbandonati a se stessi, incuria totale della zona che si tramuta in accesso libero alle navi con atti di vandalismo e depredazione, per completare il quadro di abbandono l’ambiente è saturo di rifiuti di ogni tipo, forma e dimensione.

Oggi il problema è “tornato a galla”: dove era concentrata l’attenzione delle autorità locali e competenti in materia negli anni trascorsi sin ad oggi? Come e cosa intende fare l’autorità in una zona così delicata tenendo informata la cittadinanza?
Visto il precedente atteggiamento e la non curanza del problema, mi viene spontaneo supporre che non avremo concrete e tempestive risposte in merito.
Guardando lo scenario attuale che indica sempre maggiori problematiche mi chiedo cosa e come pensavano di risolvere tutte le insorgenze che avrebbero causato a partire dall’eventuale inquinamento, la gestione e il loro
smaltimento visto che oggi non sono facilmente raggiungibili.
Una cosa è certa più tempo passa meno tempo abbiamo per riparare o evitare altri danni.

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