Viaggiare senza biglietto. Senza aver fatto la valigia, in cui manca sempre qualcosa. Senza aerei, né treni. Senza visto, e con il passaporto scaduto. Viaggiare con un budget da 8 a 20 euro, o anche gratis se avete una biblioteca vicino a casa, è possibile. Ad accompagnarvi non saranno i noiosi compagni dei viaggi organizzati, sempre sudati e pronti a fare battute di dubbio gusto lanciate a squarciagola in mezzo al pullman con l’aria condizionata troppo alta, non saranno nemmeno le guide pedanti che alla fine del tour vogliono accompagnarvi al negozio di souvenir di loro cugino, ma con voi ci saranno solamente alcuni tra i più interessanti scrittori del mondo. Ecco alcuni consigli su viaggi very lowcost.
Messico – Per andare in Messico vi consiglio un compagno di viaggio ubriaco di absinthe e malinconico chiamato Geoffrey Firmin. Si tratta dell’alter ego del suo autore Malcom Lowry, che con il romanzo Sotto il vulcano (Feltrinelli) ci porta nella remota e selvaggia cittadina di Quauhnahuac, alle pendici della regione vulcanica dell’America Latina, in un’avventura che è stata definita una Divina Commedia ubriaca.
Myanmar-Birmania – Sul paese un tempo noto come Birmania, c’è Giorni in Birmania (Mondadori), il primo romanzo di George Orwell. Il giovane giornalista Orwell, al servizio dell’esercito di sua maestà, viene stanziato nella colonia britannica della Birmania e assegnato a un ufficio di burocrati dove assiste all’assurdità del potere dei coloni sulla popolazione. Al suo ritorno in Inghilterra scrive un romanzo su un mercante inglese che, giunto in Birmania, è affascinato dalla cultura locale e guarda con sospetto e paura alle politiche dei coloni britannici e all’insensatezza del loro potere brutale. Un mondo cinico e insensato da cui Orwell trarrà ispirazione anche per la distopia di 1984.
New York – Scegliere un libro che parli di New York non è facile visto che fin dai romanzi di Francis Scott Fitzgerald e John Dos Passos è forse la città che ha ispirato più libri della letteratura dell’ultimo secolo. Optiamo allora per un tributo a un grande della letteratura americana che ci ha recentemente lasciato: Edgar L. Doctorow scomparso il 22 luglio 2015. Del cinico autore di molti capolavori, quasi tutti ambientati nella sua New York, abbiamo scelto L’ acquedotto di New York (Mondadori). Il libro si apre in una mattina piovosa a New York, nel 1871. Il giovane Martin Pemberton riconosce tra i passeggeri di un omnibus a cavalli il proprio padre, che credeva morto da tempo. Nel tentativo di rintracciare il veicolo, Pemberton attraversa tutti gli strati di quella metropoli di fine Ottocento. Le vie più illuminate dai recentissimi lampioni a gas, il telegrafo, i giornali, tutta la luccicante vernice della modernità nasconde una cupa congiura animata dagli istinti e dalle pulsioni più primitive.
Londra – Anche su Londra la bibliografia è interminabile, ci limitiamo a suggerire due titoli degli ultimi anni che danno una lettura particolarmente suggestiva della city. Per Peter Ackroyd Londra non è un aglomerato di strade, ponti, autobus, palazzi, marciapiedi e nostalgie, ma è una donna. Per questo le dedica una vera e propria biografia che intitola semplicemente Londra, una biografia (Neri Pozza). Nelle oltre 700 pagine del libro Ackroyd narra la storia di una vita lunga centinaia di anni, dei ponti che traversano il Tamigi con le loro gambe tozze e arcuate, delle luci di Westminster e delle insegne di Trafalgar Square, una Londra in cui «nella nebbia, le strade di ciottoli brillano di sudore, mentre le bocche degli idranti gettano acqua come sangue da un’arteria». Per conoscere invece la Londra di chi la vive quotidianamente, quella dei sobborghi, lontani dal Big Ben e dal Buckingham Palace, ma nelle strade multietniche in cui si sente parlare ogni lingua del mondo come in una Babele contemporanea, consigliamo il divertente NW (Mondadori) di Zadie Smith ambientato nel Brent, quartiere Nord Ovest (NW appunto sta per North West) di Londra dove la scrittrice inglese di origini giamaicane è nata e cresciuta.
India – Dagli anni sessanta in avanti l’India è diventato un luogo esotico e mistico in cui gli occidentali vanno per “trovare se stessi” e tornano con la dissenteria. Bellissime pagine sull’India sono state scritte dal premio Nobel Vidiadhar S. Naipaul in Una civiltà ferita (Adelphi) e da Pier Paolo Pasolini in L’odore dell’India (Guanda). Il libro che vogliamo suggerirvi però è quello di un notissimo scrittore di viaggio britannico, che ha dedicato al paese in cui ha trascorso gran parte della sua vita moltissimi testi. Stiamo parlando di William Dalrymple e del suo In India (Rizzoli) suggestivo e visionario resoconto di quattro anni di pellegrinaggio dalle giungle del Tigri Tamil ai cocktail party di Bombay, al Kerala del tempio dedicato a Para Sakti «colei che siede sul trono di cinque cadaveri». Sull’India contemporanea, e sulla migrazione degli indiani verso gli Stati Uniti per studiare e lavorare, vi consigliamo di leggere una delle grandi autrici contemporanee Jhumpa Lahiri e i suoi racconti raccolti ironici e malinconici raccolti nel volume L’interprete dei malanni (Guanda).
Iran – Per sfuggire alla censura del regime di Khomeini la giovane insegnante Nafisi Azar si inventa un metodo per parlare di ciò che è vietato. Un libro intenso e intelligente per capire come nel mondo islamico vivano pensieri molto diversi tra loro e su come sia possibile resistere contro l’ortodossia e l’estremismo attraverso una delle armi più potenti che l’uomo ha a disposizione: la letteratura. Il titolo di questo libro autobiografico è Leggere Lolita a Teheran (Adelphi) di Nafisi Azar.
Africa – Se volete recarvi nell’Africa nera senza problemi di vaccinazioni o di punture di insetti di cui non sapete pronunciare il nome vi consigliamo Congo (Feltrinelli) di David Van Reybrouck. Lo studioso e scrittore belga ripercorre la strada fatta dai colonizzatori lungo l’estuario del fiume Congo e racconta uno spaccato di come è oggi quel mondo a noi lontano e sconosciuto. Lo fa nella maniera più semplice e diretta: fermandosi a parlare con le persone che incontra. Raccoglie le loro storie, i ricordi della loro giovinezza, della guerra civile e anche della colonizzazione (un’anziana sdentata sostiene di avere vissuto più di cento anni e di ricordarsi i coloni!). Reybrouck ripercorre la storia del Congo dai primi insediamenti preistorici agli orrori della dominazione belga, dall’indipendenza alle guerre civili, attraverso giungle e città, montagne di ghiacciai perenni e pianure rigogliose, miniere di ogni minerale prezioso e una natura ricchissima e incontaminata.
Luoghi estremi – Se volete esplorare i confini del mondo fa al caso vostro il racconto della conquista mancata del Polo Sud da parte di una missione di esploratori male equipaggiati che agli inizi del ‘900 partirono alla conquista dell’ultimo lembo di terra ancora inesplorato. Tra poesia e avventura ci racconta questa tragica vicenda Filippo Tuena in Ultimo Parallelo (Il Saggiatore). Se invece volete vivere isolati dal mondo “civilizzato”, vi consigliamo Henry D. Thoreau e il suo diario scritto nel 1845, quando visse nei boschi del Massachusetts per un intero anno senza contatti con la civiltà. Walden, vita nei boschi (BUR) è un classico da rileggere oggi per poter ripensare la nostra vita liberi dalla dipendenza tecnologica contemporanea. Perché, come insegna Thoureau, una vera vacanza è quella senza wi-fi, anche se lui non aveva mai sentito questa parola.