Tra vite di plastica e “viaggi” nella provincia: i Doormen parlano del nuovo album

La rock band ravennate presenta “Plastic Breakfast” in concerto il 12 aprile al circolo Abajur

The Doormen

The Doormen, foto Marco Parollo

La rock band ravennate The Doormen ha pubblicato nei giorni scorsi per MiaCameretta Records il nuovo album, il quarto di inediti, a quattro anni di distanza dall’ultimo, Abstract (Ra). Si chiama Plastic Breakfast (qui la nostra recensione) ed è disponibile solamente in vinile, distribuito da Goodfellas in tutti i negozi di dischi, ai concerti e negli store e sulle piattaforme streaming digitali.

ThedoormenLi abbiamo intervistati alla vigilia del concerto di presentazione di venerdì 12 aprile (dalle 21.30) al circolo Abajur, l’unica data a Ravenna di questa prima parte di tour che poi farà tappa anche all’estero.

Il vostro è un disco di canzoni dirette e senza troppi fronzoli, con un suono da “presa diretta”. Come è nato, come è stato registrato e quali erano i vostri obiettivi dal punto di vista musicale?
«Plastic Breakfast è nato da una serie di idee scaturite durante il tour di Abstract (Ra), una volta tornati in sala prove, senza nessuna fretta, le abbiamo approfondite e sviscerate tutte, mettendo ognuno di noi un suo “pezzo”. La gestazione dell’album è stata molto lunga, quasi due anni, e tutti i pezzi, nessuno escluso, hanno avuto infinite versioni su tutti i reparti, fino ad arrivare in molte occasioni anche allo scontro tra di noi, ma la pazienza e l’accettazione delle critiche ci ha portato a un risultato che ci ha soddisfatto tutti completamente. Il disco è stato registrato lontani da casa, in uno studio di registrazione sperduto nel verde delle campagne laziali (VDSS Recording Studio, ndr) dove abbiamo trovato l’ambiente giusto e la massima concentrazione suonando in maniera molto sciolta e precisa. E soprattutto ci siamo divertiti molto nel realizzarlo. Il disco è stato registrato in soli tre giorni utilizzando per la maggior parte apparecchiature analogiche perché appunto volevamo un disco che ci rappresentasse appieno, come nei nostri live dove il suono viene dalle nostre mani senza nessuna sofisticazione elettronica, molto presente nella maggior parte delle band di quest’ultimo periodo. Quindi no sampler, no synth, ma solamente i vecchi strumenti: chitarra, basso e batteria.
Da dove viene il titolo dell’album?
«Riprende un passaggio della seconda traccia “The Real Process” e racconta di come la nostra vita viene globalizzata con la conseguenza di risultare finta, come la plastica, senza che noi ce ne accorgiamo. Fin dall’inizio della giornata, partendo dal pasto più importante: la colazione».
Continuate a cantare in inglese e a fare grossomodo lo stesso tipo di musica, avete mai avuto la tentazione di cambiare, per seguire determinate “mode” che stanno avendo molto successo?
«No , non abbiamo mai avuto voglia di cambiare, siamo delle persone che hanno una certa onesta intellettuale e poi  non siamo mai stati in Serie A (ridono, ndr)…».
Cosa avete ascoltato nel periodo in cui avete composto il disco?
«Durante il periodo della registrazione abbiamo ascoltato in loop Young Signorino, Mmh ha ha ha…».
Cosa vi aspettate dal tour?
«Sarà l’occasione di creare scambi e contatti con nuove realtà, di fare ascoltare e crescere la nostra musica».
Avete dedicato il disco di quattro anni fa alla vostra città, il primo video del nuovo album è fortemente legato a Ravenna, la copertina del disco è nata da alcuni scatti fotografici (di Alessandro Garavini) all’interno di una nave abbandonata nella Piallassa Piomboni: come vi influenza la vostra città?
«Il clip realizzato da Matteo Pozzi (di actionmen e Cacao, ndr)  racconta di una Ravenna, oppure di una qualsiasi altra città di provincia, che esiste ma che non è accessibile a tutti. Per vederla devi fare un “viaggio” e solamente allora ti renderai conto che è la visione rabbiosa e distorta delle cose che ci circondano, a farle apparire ogni giorno diverse, nella loro essenza, geometria o banalità, in base allo stato d’animo schizofrenico di chi le osserva. Fino a trasformarsi in altro pur rimanendo se stesse…».

E cosa ne pensate della scena musicale locale?
A Ravenna ci sono tante band interessanti, alcuni fra l’altro sono anche dei cari amici: Cacao e Actionmen, Sunday Morning (in realtà cesenati, ma pubblicati dell’etichetta del Bronson di Madonna dell’Albero, ndr), Giacomo Scudellari, Void of Sleep, Sunset Radio…».

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