Nelle memorie dantesche in bacheca c’è lo zampino di Nino (Carnoli)

Continua nella teca di via Corrado Ricci l’alternarsi di Dantephemera proposti dai collezionisti ravennati

Dantephemera BachecaNino (Carnoli) non si vede ma c’è.  Il senso civico di ravennati che espongono a turno le loro collezioni di “reperti danteschi“ nella teca di via Corrado Ricci hanno causalmente (!?) impattato nel ricordo di Saturno Carnoli che aleggia nelle loro opere.

È successo che amici comuni (anche fra di loro) hanno esposto – nella vetrinetta fra il Caffé Teodora e la Libreria Modernissima – opere ad iniziare dalla pregevoli bottiglie che Giancarlo Gramantieri, collega designer di Nino, che insieme avrebbero dovuto essere commercializzate con liquori ravennati… ma la pandemia tutto si è portata via.
E così Cesare Albertano ha firmato un prezioso libello commissionato da Maurizio Bucci come strumento di divulgazione della poetica e della storia di Dante scritto in gran parte da Nino e da Franco Gabici, quel Gabici presidente ravennate della Società Dante Alighieri che ha promosso l’iniziativa “Dantephemera” mettendo a disposizione la piccola ma significativa cornice espositiva di via Ricci, appunto nei pressi della Zona del Silenzio. Una narrazione di Dante ravennate che propone anche una possibile iniziativa permanente sui grandi poeti.
E così due artisti come Sabina Morgagni e Franco Franchini si inseriscono con loro opere in questo filone culturale ravennate alimentato da chi, per il mosaico e per Dante, hanno da decenni promosso idee, provocazioni, progetti.
Non poteva mancare l’amico Andrea Panzavolta che, insieme ad Andrea Bassi, hanno scritto un libro sulla Ravenna “sportiva e dantesca”, laddove in una pagina memorabile indicano con chiarezza, ma senza nominarlo, Saturno Carnoli come intellettuale componente ravennate della banda che tenterà il colpo del furto delle ossa del divino poeta…

Ecco che prosegue così il tournover mensile della bacheca custodita da Matteo Bergamaschi del Caffè Teodora e alimentata dalla progettualità di Padre Ivo del Centro Dantesco come esempio di incroci più o meno casuali fra ravennati piccoli ma affezionati custodi e attori di memorie dantesche.

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