Alle origini e dietro le quinte del Mic: due nuove mostre a Faenza

Nel Museo si ripercorre l’impresa che portò all’apertura dell’esposizione e presenta il nuovo progetto di Salvatore Arancio

Salvatore Arancio Mic Faenza

Un’0pera di Salvatore Arancio

Doppia novità al Mic di Faenza. Recentemente è stata inaugurata la sala “1908- 1952. A ricordo di un’impresa di sogno”, nuova esposizione permanente, a cura di Valentina Mazzotti, allestita nel soppalco della sezione delle ceramiche classiche.

La rassegna vuole ripercorrere le vicende che portarono alla fondazione del museo e al suo rapido sviluppo fino alle drammatiche distruzioni della seconda guerra mondiale e alla rapida ricostruzione postbellica con la riapertura del Mic nel 1952. Furono anni di attività febbrile, animati dalla grande figura dell’allora direttore Gaetano Ballardini che seppe concretizzare un articolato progetto di museo comprendente le collezioni, la scuola e la biblioteca.

L’inaugurazione è in collegamento con la mostra di Salvatore Arancio intitolata “We Don’t Find The Pieces They Find Themselves” che ha aperto i battenti il 12 novembre e resterà visitabile fino all’8 gennaio. La mostra, a cura di Irene Biolchini, è un progetto che si focalizza sui processi di creazione, restauro e conservazione riflettendo sulla storia della ceramica, sulla sua durabilità e sulla dignità del lavoro silenzioso che avviene nei luoghi meno noti di un’istituzione. Con questo progetto, Salvatore Arancio propone un dialogo con le parti nascoste al pubblico del museo. La mostra è composta da diversi elementi creati usando il linguaggio del video e della scultura, sviluppati durante varie fasi di ricerca e produzione.

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