“Il Velo di Classe” torna esposto al museo Nazionale con un nuovo allestimento

Sarà visibile dal 18 gennaio: alle 17 verranno presentati i risultati delle indagini di restauro sul manufatto altomedievale che fu custodito per secoli dai monaci di Classe

Svelare Il VeloNuovo allestimento per il Velo di Classe, manufatto tessile altomedievale di grande importanza, che torna esposto al museo Nazionale di Ravenna. Sarà visibile da mercoledì 18 gennaio: alle 17 saranno presentati i risultati delle indagini eseguite sul manufatto e poi sarà possibile vederlo. I materiali del Velo sono stati studiati dal punto di vista chimico utilizzando sofisticati strumenti analitici, quali le tecniche di imaging iperspettrale e di microscopia infrarossa.

Il Velo di Classe è formato da tre frammenti provenienti da un tessuto liturgico con ricami che raffigurano santi e vescovi veronesi. Riutilizzato per decorare un paramento sacro, fu custodito per secoli dai monaci di Classe e arrivò poi al museo Nazionale di Ravenna.

Il precedente restauro, realizzato negli anni ’90 ha garantito un buono stato di conservazione generale. Tuttavia l’allestimento precedente aveva prodotto un forte schiacciamento dei filati metallici del ricamo, con un appiattimento della lamina d’oro sulla quasi totalità della superficie.

«Abbiamo deciso, appena le risorse economiche ce lo hanno consentito – afferma la direttrice Emanuela Fiori -, di avviare un nuovo progetto conservativo ed espositivo. Il compito di verifica e riallestimento è stato affidato alle professioniste di Rt Restauro Tessile, che hanno riproposto soluzioni tecnologiche di avanguardia, già sperimentate con successo per i tessuti provenienti dalla tomba di San Giuliano».

«Nell’occasione – prosegue il dirigente Giorgio  Cozzolino – si è deciso di eseguire approfondite indagini diagnostiche, per saperne di più sulla composizione di questo straordinario manufatto. Una domanda intrigante è senz’altro quella che riguarda i materiali che lo compongono». Si sono impegnati a rispondere al quesito il laboratorio di Scienza e Tecnologia per i Beni Culturali “Cesare Gnudi” della Direzione Regionale Musei Emilia-Romagna e il Laboratorio di Microchimica e Microscopia per i Beni Culturali dell’Università di Bologna, che da anni collaborano in ambito di ricerca sui Beni Culturali.

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