Western Atlas: fumata nera al Mise A rischio i 46 posti di Ravenna

La denuncia di Cgil e Uil, l’azienda conferma la chiusura

In una nota stampa, la Filctem-Cgil e la Uiltec Uil, hanno reso noto che Ieri pomeriggio, 4 novembre, si è tenuto a Roma, al ministero dello Sviluppo economico, un nuovo incontro relativo alle vertenze Baker Hughes e Western Atlas, nota azienda del comparto offshore, alla presenza di Giampiero Castano e di Manuela Gatta (entrambi in rappresentanza del ministero), delle istituzioni locali e regionali di Abruzzo e Emilia Romagna, oltre alle parti aziendali e sindacali. “L’azienda ­ scrivono i sindacati – avrebbe dovuto dare una risposta alla proposta, fatta dalle istituzioni durante il precedente incontro al MiSE, di varare un accordo di programma per permettere la sopravvivenza e il rilancio delle realtà aziendali in oggetto nei territori di Abruzzo e Emilia Romagna. In realtà la direzione aziendale ha di fatto ignorato la proposta lasciando trascorrere inutilmente il mese, asserendo che il percorso di riorganizzazione di Pescara è ormai completato, visto che rimangono “solo” 9 posizioni da eliminare perché ridondanti, mentre per Ravenna la decisione di chiudere e licenziare tutti è già stata presa. In poche parole il gruppo Baker si è preso gioco di sindacati, ministero, istituzioni e, per finire, dei lavoratori”.

I sindacati sono tornati a ribadire, spiegano ancora “anche esibendo prove al tavolo, che Baker Hughes sta cercando di impossessarsi dei contratti attualmente detenuti da Western Atlas in modo da aggirare le normative italiane in materia di cessione di ramo d’azienda. Sono stati sottolineati i ripetuti episodi nei quali l’azienda ha agito in modo da perdere attività già acquisita o in via di acquisizione pur di poter rivendicare un basso volume di lavoro. Sono state evidenziate diverse situazioni nelle quali l’azienda ha proposto contratti individuali esteri ai lavoratori attualmente coinvolti nel percorso di mobilità, di fatto interferendo pesantemente sul percorso stesso. I sindacati hanno inoltre spiegato che la fusione, annunciata pochi giorni fa, della divisione Energia di General Electric con Baker Hughes, declassa l’attuale management, poiché le funzioni di A.D. e di presidenza del C.d.A saranno in mano G.E”.

Il Mise ha, nella persona di Castano, riferiscono i rappresentanti di Cgil e Uil, a più riprese chiesto chiarimenti alla direzione internazionale dell’azienda in merito ai comportamenti tenuti, spesso confusi e incomprensibili, suggerendo alla stessa di assorbire il personale Western Atlas in Baker Hughes, in modo da continuare le attività in corso senza futuri problemi legali. In ogni caso anche il Ministero ha indicato i lavori ancora in capo all’azienda ravennate come motivazione valida per usufruire di ammortizzatori sociali in grado di evitare il licenziamento dei lavoratori.

A nulla sono valse tutte queste considerazioni, a quanto pare per Ravenna non ci sarebbe futuro e per Pescara non bastano i 66 lavoratori che hanno già lasciato l’azienda: servirà una nuova mobilità per portare il conto dei posti di lavoro persi a 75. A Ravenna rischiano di perdere il posto di lavoro 46 persone.

L’azienda si è dimostrata irremovibile, ma organizzazioni sindacali e istituzioni non considerano chiusa la partita: la prossima settimana le parti sono convocate in Regione Emilia Romagna e poi in Provincia a Ravenna. A seguire, quindi nella giornata di venerdì, si terrà un’assemblea dei lavoratori Western Atlas per decidere quali azioni intraprendere.

 

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