Sapir celebra i 60 anni con oltre 6 milioni e mezzo di euro di utile

Si è svolta in coincidenza con l’importante anniversario l’assemblea dei soci della madre dello scalo di Ravenna

Darsena San Vitale, 1967

La Darsena San Vitale del porto di Ravenna nel 1967

Si è svolta ieri, mercoledì 28 giugno, in coincidenza col 60° anniversario della costituzione della società, l’assemblea dei soci di Sapir, la madre del porto di Ravenna, che ha approvato il bilancio dell’esercizio 2016 e la relazione sulla gestione degli amministratori.

Il bilancio al 31 dicembre 2016 chiude con un utile d’esercizio di 4.787.546  euro  rispetto ai 4.629.411 del 2015. Nell’occasione è stato anche illustrato il bilancio consolidato al 31 dicembre 2016, che presenta un valore della produzione di 62,252 milioni di euro e un utile di esercizio di 6,651 milioni di euro.

Darsena Sa Vitale 2017

La Darsena San Vitale oggi, 60 anni dopo la foto in alto

Il patrimonio netto del Gruppo passa da 117,266 a 119,445 milioni di euro.

Successivamente si è svolta una breve celebrazione della ricorrenza, con il presidente di Sapir Riccardo Sabadini che ha ripercorso le tappe essenziali della storia di Sapir. Dalla costituzione, avvenuta appunto il 28 giugno 1957, con l’obiettivo di fungere da “centro di preparazione, propulsione, realizzazione e gestione del porto di Ravenna”; il capitale azionario di un milione di lire fu sottoscritto per il 51% dall’Anic, per il 10% dalla Camera di Commercio e per il 39% da Serafino Ferruzzi. Sabadini ha ricordato le premesse di quella scelta e i suoi principali fautori, Enrico Mattei, presidente dell’Eni, che stava per mettere in produzione a Ravenna lo stabilimento Anic, e Luciano Cavalcoli, presidente dell’Ente camerale, sottolineando come, con i primi presidenti, Eugenio Cefis e lo stesso Mattei, la storia della Sapir abbia incrociato vicende di storia non solo ravennate e non solo economica.

Sabadini si è soffermato su alcuni passaggi decisivi: la legge 528/1961, che prese il nome del proponente, Benigno Zaccagnini, Ministro dei Lavori Pubblici, la quale incaricò Sapir di attrezzare l’area industriale e di provvedere, quale concessionario, all’esecuzione delle opere pubbliche nella zona portuale; l’avvio delle opere interne, nell’aprile 1963, con l’escavazione del canale e il banchinamento dell’area San Vitale; la manifestazione ufficiale d’inaugurazione del porto, il 3 luglio 1971, con la partecipazione del Presidente del Consiglio Emilio Colombo. E poi l’acquisizione della maggioranza azionaria della Società, nel 1973, da parte di Comune, Provincia, Regione e Camera di Commercio, che la conservano tuttora, e il cambio di denominazione in “Porto Intermodale Ravenna”, a esprimere la nuova mission della società in campo portuale- commerciale. Fondamentale in tal senso fu la legge regionale 57/76 voluta da Sergio Cavina, ravennate, Presidente della Regione Emilia-Romagna, che consentì di dar vita al terminal nell’area San Vitale.

Il ruolo pubblico della Sapir va a scemare con la legge di riforma portuale del 1994, che affidò alle Autorità Portuali le funzioni d’interesse pubblico in materia; da allora Sapir si è concentrata sulla gestione delle proprie aree e lo sviluppo dell’attività terminalistica.

Sapir ha dedicato al proprio sessantesimo anniversario una mostra costituita da 12 gigantografie 100 x 150, rappresentative delle tappe essenziali della storia del porto, allestita in Darsena di città, via D’Alaggio, retro Almagià.

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