Sapir pronta a trattare per acquistare Setramar: affare da 50 milioni. E polemiche

La società terminalista a maggioranza pubblica intanto ha approvato il bilancio 2017 con un utile di 5 milioni. E Ancarani (Forza Italia) ricorda la candidatura di Poggiali a sostegno dell’attuale sindaco…

Articoli 759L’assemblea dei soci di Sapir – società terminalista a maggioranza pubblica del porto di Ravenna – ha approvato il bilancio dell’esercizio 2017, chiuso con un utile di 4,455 milioni di euro. «Il bilancio consolidato al 31 dicembre 2017 – si legge in una stringata nota stampa – presenta un valore della produzione di 63,374 milioni di euro e un utile d’esercizio di 5,319 milioni. Il patrimonio netto del Gruppo passa da 119,445 a 120,206 milioni».

E nei giorni scorsi – a rivelarlo è il Carlino Ravenna in edicola oggi (giovedì 28 giugno) in un articolo di retroscena – Sapir avrebbe presentato al Gruppo Poggiali una “richiesta di disponibilità a trattare” per l’acquisto del terminal Setramar. L’offerta – sempre secondo il Carlino – si aggirerebbe tra i 45 e i 50 milioni di euro per 23 ettari di area con 2 km di banchina, confinanti con il Terminal Container Ravenna, di proprietà sempre di Sapir e Contship.

Ancarani

Alberto Ancarani, capogruppo di Forza Italia

A intervenire sul tema è il consigliere comunale di Forza Italia, Alberto Ancarani, che in una nota inviata alla stampa contesta l’operazione e ricorda la candidatura di Giovanni Poggiali di Setramar («notoriamente di centrodestra», aveva commentato, pur senza fare nomi, poco prima su Facebook) nella lista civica Ixc, a sostegno del candidato di centrosinistra Michele de Pascale, poi come noto eletto sindaco.

«La Sapir a controllo pubblico vorrebbe acquisire un suo concorrente – si legge nel testo di Ancarani –, con ciò non solo dilatando la propria influenza sul porto, ma ingigantendo di fatto il ruolo imprenditoriale di un’amministrazione comunale che attraverso Ravenna Holding anziché uscire di scena intensificherebbe ancora di più il suo ruolo di concorrente (sleale!) di altri imprenditori privati del porto. Ma purtroppo c’è di più. Non sfugge infatti che uno degli attuali proprietari della possibile acquisizione si mise alla testa di una lista civica che sosteneva proprio quell’amministrazione comunale che oggi anziché uscire da Sapir, come sarebbe giusto, ingrandendola aumenta l’influenza pubblica sul porto anziché diminuirla. È ovvio che non c’è nulla di illegale. Ma se una simile operazione l’avesse fatta un’amministrazione di centrodestra con un imprenditore che l’aveva sostenuta, siamo sicuri che il silenzio dell’opinione pubblica non sarebbe cosi assordante».

Anche Veronica Verlicchi, consigliera comunale de La Pigna, commenta la notizia con contrarietà all’ipotesi dell’accordo: «Setramar deve trovare una soluzione positiva per non disperdere il patrimonio e il know how acquisito e per mantenere i livelli occupazionali. Suggeriamo alla famiglia Poggiali di dare mandato ad un advisor che proceda all’individuazione di soggetti imprenditoriali interessati all’acquisto delle attività economiche. Se Setramar e le altre Società della famiglia sono appetibili non vi sarà difficoltà a cederle. Perché chiedere a Sapir? Forse perché è più agevole definire condizioni di vendita con Sapir, controllata dal Comune, dato che Giovanni Poggiali è nella coalizione di governo con la sua lista civetta Insieme per Cambiare? Sborsare dai 45 ai 50 milioni per il solo terminal è un insulto ai ravennati».

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