Per i ristoratori la pro loco fa troppe sagre: a settembre il punto della situazione

Gli esercenti lamentano un calo degli affari dovuto alle iniziative di strada che godono di normative meno stringenti. Si cerca una mediazione

Piatti Di PesceTroppe sagre e appuntamenti gastronomici a Marina di Ravenna. Un problema fino a pochi anni fa inedito per la località balneare, che è venuto alla luce nell’ultimo biennio. Da quando, cioè, la pro loco ha cominciato ad organizzare diversi appuntamenti nei weekend primaverili ed estivi, di solito legati ad una specialità. Gli stand, insieme al mercatino, si tengono soprattutto in zona bacino pescherecci con lo scopo di attirare persone in una zona che, seppur caratteristica, resta fuori dalla tradizionale “movida” del paese.

L’altra faccia della medaglia è rappresentata però dalle attività di ristorazione: già provate dalla concorrenza degli stabilimenti balneari, lamentano un calo dei coperti. In sintesi – dicono diversi imprenditori – chi arriva a Marina preferisce mangiare agli stand della pro loco, trovandoli più economici, che sedersi ai tavoli dei ristoranti. Tra le problematiche evidenziate dai ristoratori anche una normativa che è ben più stringente per le attività imprenditoriali rispetto a quella imposta agli stand gestiti da volontari. Nodo, quest’ultimo, già evidenziato anche dalle associazioni di categoria in diverse occasioni e che ha spinto diverse realtà comunali a stilare regolamenti ad hoc per le sagre di paese, cercando di contenerne il numero.

La situazione è stata affrontata in una riunione che si è tenuta a fine luglio a cui ha partecipato anche la stessa pro loco, con il presidente Marino Moroni. Gli imprenditori chiedono un coordinamento tra le associazioni (oltre alla pro loco da qualche anno è attiva anche Marina Flower) e un programma condiviso di eventi, rivolti anche ai bambini, che salvaguardi e coinvolga maggiormente le attività di ristorazione. Tutto insieme ad una riduzione delle attività enogastronomiche, magari con un regolamento comunale come quello a cui si accennava poche righe fa. Oltre agli stand della pro loco il dito è puntato anche sugli street food e sulle bancarelle che vendono cibarie sparse nei mercatini e negli appuntamenti ad hoc che si tengono periodicamente in piazza. La situazione inoltre si inserisce in una stagione che, nel sentire comune degli operatori, non pare delle più esaltanti.

Da parte sua la pro loco ha evidenziato più volte la piena disponibilità ad una collaborazione con gli imprenditori. Non solo: dal primo settembre le iniziative al bacino pescherecci saranno sospese e si discuterà con gli imprenditori della zona se e in che forma riprenderle il prossimo anno. Moroni ha ricordato che, considerando anche i fuochi d’artificio di Ferragosto, nel bacino pescherecci la pro loco ha investito circa 15mila euro e le manifestazioni enogastronomiche – visti i pochi contributi pubblici – sono un modo per sostenere le varie iniziative.

Di fronte alle lamentele, però, l’associazione è disponibile a rivedere l’impianto e a pensare ad altri eventi che andranno però finanziati in qualche modo. In altre parole: se gli imprenditori si vogliono mettere in gioco con idee e animazione ma senza gli stand, servirà un loro contributo anche perché gli eventi di pubblico spettacolo costano sempre di più a causa delle norme sulla sicurezza imposte dalla circolare Gabrielli. La pro loco di Marina, inoltre, per sostenere le società sportive del paese ha dato loro in gestione la Festa del Mare, l’evento principale della località che si sta tenendo in questi giorni in piazza Dora Markus.

La matassa è ingarbugliata. Le associazioni di categoria ora potrebbero chiedere al Comune una cabina di regia e un coordinamento tra i vari attori in gara, un po’ come avvenuto in centro storico. Del resto, che Marina abbia bisogno di una rivisitazione del suo sistema turistico è un fatto che mette d’accordo tutti. Si è intanto in attesa dell’esito di un bando regionale ad hoc per le pro loco che permetterebbe di avere un po’ di ossigeno.

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