Ravegnana chiusa, LpRa: «Giusto pensare a risarcimenti ma vanno studiati meglio»

La lista civica: «Proposta parziale e ambigua. Si pensi ad incentivi anche per le famiglie  e la Tari non ricada sul resto della collettività»

IMG 7017Incentivi insufficienti per le aziende danneggiate dalla chiusura della Ravegnana.  Lo sostiene Alvaro Ancisi (LpRa) commentando  quanto dichiarato dalla giunta comunale: risarcire i danni prodotti dalla chiusura della statale Ravegnana alle attività d’impresa esistenti in zona, indicando segnatamente le frazioni territoriali di Roncalceci. Il risarcimento avverrebbe sotto forma di esenzione dal pagamento della Tari, dell’imposta sulla pubblicità e della tassa per l’occupazione di aree pubbliche. Risarcire chi sta subendo le conseguenze della chiusura è anche una battaglia della lista civica La Pigna che avanzò una proposta già a dicembre e presentò una mozione.

Ora la notizia della volontà della giunta di intervenire, se pure apprezzabile, è parsa a Lista per Ravenna «parziale e ambigua». Di qui un ordine del giorno presentato il 21 febbraio scorso in consiglio comunale dal proprio capogruppo Ancisi e un altro analogo inoltrato al consiglio territoriale di San Pietro in Vincoli dalla propria consigliera Barbara Sedioli, in vista della seduta di lunedì prossimo nella quale questo argomento figura già in discussione. L’ordine del giorno contiene in sintesi i seguenti richiami, rivolti alla giunta De Pascale.

Le esenzioni fiscali – dice LpRa – devono essere applicate a tutte le imprese attive nelle aree frazionali di Roncalceci, San Pietro in Vincoli e Ravenna Sud (San Marco e San Bartolo) danneggiate dalla chiusura della statale Ravegnana.
Le esenzioni dalla Tari «non devono ricadere a carico degli altri cittadini contribuenti. Per legge, i versamenti della Tari devono garantire la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio del servizio rifiuti in capo ad Hera. Sarebbe singolare che la “generosità” dell’amministrazione comunale significasse farne pagare il conto agli altri contribuenti, caricando a se stessa solo le esenzioni dai modestissimi pagamenti per la pubblicità e per l’occupazione di aree pubbliche, servizi che peraltro, in questi territori, non interessano quasi nessuno».

Infine, «qualche beneficio deve essere riconosciuto anche ai cittadini residenti o attivi nelle aree frazionali interessate che abbiano subìto danni a causa di esigenze lavorative o familiari opportunamente attestate. Essendo parimenti incolpevoli delle tragiche condizioni di viabilità e di mobilità a cui devono sottostare, si tratterebbe di un atto doveroso di giustizia sociale. Volendo agire sui carichi fiscali delle famiglie il risarcimento potrebbe essere erogato, sotto forma di contributo, a quanti ne faranno richiesta a seguito di un avviso pubblico».

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