Conad cala un poker da 40 milioni di euro per crescere di 5mila mq in due anni

San Pietro in Vincoli, Arena Borghesi a Faenza, ex acetificio a Lugo, via Antica Milizia Ravenna: la rete si amplia di una superficie pari circa alla metà di un campo di calcio. Previsti 150 posti di lavoro. Il direttore dello Sviluppo di Cia Forlì che porta avanti gli investimenti: «Puntiamo su spazi medio-grandi, il modello iper è in crisi»

Un rendering del Conad che sorgerà a Lugo nell'area dell'ex acetificio Venturi. Sarà 2.200 mq con 50-60 dipendentiIl marchio Conad fa la voce grossa in provincia di Ravenna. La catena della grande distribuzione organizzata – presente nel nostro territorio con aziende private che fanno capo alla cooperativa Cia di Forlì – nel prossimo biennio si prepara a calare un poker di novità tra ampliamenti e nuove costruzioni. Un investimento di circa 40 milioni di euro: 150 posti di lavoro e aumento complessivo della superficie di circa 5mila mq. Ne abbiamo parlato con Stefano Gavelli, direttore Sviluppo e Ufficio tecnico di Cia.

Cominciamo dalla cronaca recente: via Antica Milizia a Ravenna. Il consiglio comunale ha approvato una variante per l’intervento. Cosa manca, quando inizieranno i lavori, quali sono i tempi e i dettagli economici?
«Sarà un investimento complessivo di circa 15 milioni, venti se consideriamo anche l’acquisto dell’area che risale a molto tempo fa. Contiamo di aprire il cantiere a maggio-giugno e arrivare all’inaugurazione per Pasqua 2022. A questo punto dobbiamo chiedere il rilascio delle concessioni edilizie. La variante approvata da poco era stata presentata nel 2015 e consiste nell’ampliamento della parte alimentare che passa da 1.500 mq a 2.500 in cui realizzeremo uno dei nostri superstore in cui saranno impiegati circa 70 lavoratori. Poi ci sono altri 2.500 mq non alimentari: ad esempio abbigliamento, elettronica, beni per la casa, potrà essere un marchio solo o due. Al momento è prematuro fare ipotesi, partiremo prendendo contatti con le aziende che non sono ancora presenti a Ravenna e vedremo. Ma potrebbe anche esserci una parte orientata verso la ristorazione».

Da tempo si vocifera che molti stiano corteggiando Decathlon per portare i francesi dello sport in città. Sarà la volta buona?
«In questo momento è davvero troppo presto per parlare di qualunque marchio».

Come dobbiamo immaginare la struttura?
«Non sarà un centro commerciale nel senso classico, non ci sarà una galleria di negozi. Si tratta di due blocchi indipendenti tra loro, abbastanza bassi, con una estetica simile e con parcheggi indipendenti, in gran parte interrati per non riempire di auto un’area all’ingresso della città».

Il vostro investimento ci dice che il mercato di Ravenna non è ancora saturo per la grande distribuzione organizzata (Gdo)?
«Se parliamo di spazi per alimentari Ravenna ha ancora una potenzialità inespressa: il dato che si prende in considerazione è quello di superficie di vendita ogni mille abitanti. Poi se escludiamo l’Extracoop dell’Esp, tutto il resto dell’alimentare in provincia è rappresentato da format abbastanza obsoleti, mancano Superstore di nuova generazione in grado di offrire servizi ed assortimento all’avanguardia. Penso che con le novità in arrivo nei prossimi anni si arriverà alla saturazione del mercato».

Saranno arrivate anche a lei le critiche di eccessiva espansione della Gdo a Ravenna…
«Credo che per i supermercati a Ravenna ci sia ancora spazio per uno o due superstore che offrano una alternativa all’unico iper».

In zona Pala De Andrè il Teodora avrà una Coop e non è molto distante da via Antica Milizia…
«Speriamo di essere i primi a inaugurare».

Che futuro prevede per il Sigarone in Darsena? Doveva ospitare un supermercato Conad e altri spazi pubblici.
«Si saprà qualcosa di più fra qualche mese. Conad è socia di una società immobiliare. Il progetto iniziale è stato accantonato e si stanno facendo valutazioni sulle superfici per un recupero che sia funzionale e appetibile. Non è escluso che la parte alimentare venga tolta per dare spazio ad altre destinazioni legate a intrattenimento, servizi e ristorazione».

A San Pietro in Vincoli il ritrovamento di reperti interrati bloccherà il cantiere per il nuovo Conad?
«Aspettiamo il parere della Soprintendenza ma già ora sappiamo che la profondità dei ritrovamenti non interferisce con le quote del progetto quindi potrebbe anche essere deciso che non ci sarà bisogno di asportare i reperti. Prevediamo di inaugurare a Pasqua o al più tardi nell’estate 2020».

Costi?
«L’investimento è di circa 4,5 milioni di euro, ci saranno una trentina di dipendenti».

Quale futuro per gli attuali due supermercati?
«Sugli altri due spazi stiamo facendo valutazioni: uno dei due è di proprietà di uno dei soci di Cia mentre nell’altro siamo in affitto da un privato esterno».

Ci spostiamo a Lugo, all’ex acetificio Venturi. Partiti i lavori, qual è il punto della situazione?
«L’intervento è della società immobiliare Stuoie spa, controllata al cento percento da Cia. Sono in corso demolizioni e bonifiche. Il 31 luglio si firma l’accordo di programma, a settembre dovrebbero arrivare le concessioni, poi due anni di cantiere per un superstore da 2.200 mq con 50-60 dipendenti oltre a un bar, una farmacia, uno spazio per la cura della persona, la Casa della Salute, una parte di residenziale e uffici. Costo 15 milioni».

Come sarà l’impatto visivo?
«La progettazione è dell’architetto Bucci dello studio Cooprogetto di Faenza. Dovendo inserirsi in un contesto già urbanizzato, è stato progettato con un fronte particolarmente curato. Anche lì parcheggi interrati»

Si avvicina l’apertura del cantiere di Faenza con l’arena Borghesi.
«Si tratta di un ampliamento di 280 mq di un nostro punto vendita già esistente che diventerà di poco inferiore a 800 mq. Direi che i lavori potrebbero avere inizio, previo rilascio delle concessioni, tra fine 2019 e inizio 2020. Se così sarà potremo ridare l’arena alla disponibilità del Comune tra maggio e giugno. Successivamente procederemo con la ristrutturazione del nostro negozio con una chiusura totale ridotta a un paio di settimane. In tutto un investimento da circa 2,7-3 milioni di euro».

Sono state molte le polemiche attorno all’area e ai suoi alberi.
«Le polemiche sono state brillantemente superate dopo l’ultima presentazione del progetto che ha dato enfasi, finalmente, ai pregi del progetto come gli oltre 700mila euro di opere pubbliche che faremo o il fatto che gli alberi rimossi saranno ripiantanti e tutti con altri alberi già grandi ad alto fusto»

In tutti gli interventi Conad non c’è nessun iper. È un modello in crisi?
«Quello degli iper è un modello superato e alla loro crisi ha contribuito anche la situazione economica generale del Paese che ha portato molti individui a rivedere le proprie abitudini di consumo acquistando solo il necessario e quando necessario e ciò ha contribuito ad un rilancio delle strutture di prossimità, più comode e veloci per la spesa quotidiana».

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