Spritz, o dei cocktail a base di vino

Orange Drink In Wineglass.

Ci sono varie pretese sulla sua paternità, ma questo drink nasce a Venezia…

C’è una domanda che ricorre tra molti appassionati di vino, soprattutto giovani e appassionati di bere miscelato. Il vino si può usare anche per creare drink?
Il vino si può e, a mio avviso, si deve usare anche per il bere miscelato. Capisco, per molti è una bestemmia ma le vere imprecazioni dovrebbero piuttosto arrivare quando si vede qualcuno atteggiarsi da assaggiatore con vini da un euro in un bel calice di cristallo.
I cocktail a base vino ci sono sempre stati ma erano composti di una delicatezza propria. Si affacciavano timidamente sul bancone di un American bar e altrettanto timidamente erano richiesti dalla clientela. All’epoca nascevano proprio per invitare la clientela a un calice di vino altrimenti ruvido e acido, difficile da bere. Pensate a un “Bellini” a base pesca bianca frullata o al “Rossini” con la fragola, alcuni dei più richiesti. Una volta che il grande pubblico prese dimestichezza con questo genere di soft drink o, se vogliamo, di bere vino si arrivò anche alla preparazione casalinga, a volte anche solo per recuperare il vino aperto del giorno prima.
Intuito l’affare ci furono alcune “industrie” che cominciarono a produrlo in serie con l’uso inevitabile di aromi e di chimica per rendere stabile il prodotto ed ecco che sugli scaffali dei supermercati appare il “Bellini” preconfezionato e pronto all’uso. In pratica una “forzatura” che vi sconsiglio.
Torniamo, però, ai giorni nostri. Se c’è un drink, a base vino, che sta spopolando negli ultimi anni, invece, è lo spritz. Questa estate si è venduto più spritz che vino, o meglio, si è venduto più vino grazie allo spritz. Avrete comunque capito che il vino è l’ingrediente fondamentale di questo strafamoso long drink che si può chiedere in qualsiasi bar della nostra penisola.
Dal Piemonte alla Sardegna se chiedete uno spritz vi daranno il vostro bicchiere colorato e ben guarnito. Su questo drink ci sono diverse pubblicazioni con le variazioni delle ricette e indicazioni della storia. Le pretese sulla paternità sono reclamati da più parti ma lo spritz, checché se ne dica, nasce a Venezia. Ci sono alcune fonti affidabili che indicano che molto probabilmente lo spritz nasceva nel corso delle torride e umide estati veneziane del secolo scorso, per mitigare la sete senza rinunciare a un “cicchetto” alcolico.
All’epoca si trattava di un tozzo bicchiere di vino cui era aggiunta acqua ghiacciata. La ricetta originale dello spritz era questa: vino, spesso frizzante, e acqua gelata. Semplice vero? Perché oggi, invece, quando ordiniamo uno spritz al bar ci danno un calice colorato? Lo spritz come tutte le bevande gradite al grande pubblico, sono soggette alla fantasia di chi le prepara e, di conseguenza, delle mode.
Uno spritz a Milano sarà simile a quello preparato in un piccolo paesino del sud dell’Italia ma in una grande città, proprio perché tale, potremmo trovare l’evoluzione dello spritz stesso. Tanto è vero che di questo drink esistono decine di versioni nate dalla fantasia di barman, professionisti nell’arte della miscelazione, e dai desideri, spesso eccentrici della clientela.
Un connubio di creatività e professionalità che ha fatto sì che oggi lo spritz spopoli nei banconi dei bar di tutta Italia come un cocktail multiforme e colorato che nasce da ingredienti diversi e originali. C’è di più. Lo spritz ha raggiunto livelli di notorietà tali che hanno superato i confini del nostro paese per conquistare altri Paesi. America in primis. E l’America si sa, è intrisa di spirito competitivo e creatività al punto tale che in pochi anni si è scatenata la passione per “Italian drink”, e un’altra moda è nata con l’introduzione di nuove ricette in stile americano.
Nel box vi suggeriamo alcune ricette e variazioni. Ve le indico in modo che possiate sbizzarrirvi a vostro piacimento tra le mura di casa, così potete trovare quello più vicino al vostro gusto ed evitare gli spritz preconfezionati, magari comodi da utilizzare, ma che non hanno nulla a che fare con l’autenticità di questa bevanda.

Ricette e Dosi

Variazioni tra Venezia e New York

Ricetta antica veneziana: vino bianco fermo, acqua gelata. Chi poteva permetterselo aggiungeva una scorza di limone e variava la qualità del vino.
Ricetta classica che trovate in tutti i bar: ghiaccio, vino spumante, di solito si usa prosecco, Aperol e una bella fetta d’arancia. Si aggiunge acqua gassata o soda. Le varianti su questa ricetta sono l’aggiunta di Campari e della soda, un’acqua gassata all’ennesima potenza.
Se lo preferite alla francese, usate del vino rosato, pochi grammi di crema di ribes e colmate con acqua gassata. Guarnire con fragole. Se vi piace il vino rosato vi suggerisco di mettere in un bicchiere ampio ghiaccio, vino rosato e acqua gasata. Immergete un ramoscello di menta e bevete dopo qualche minuto. Il tempo che la menta rilasci un po’ delle sue fragranze balsamiche. Una variazione più femminile dello spritz originale.
Spritz Romagnolo: Pagadebit, 10 grammi di Sangiovese annata – non usate una riserva ma sempre un Sangiovese che esalti il frutto, acqua gassata e sempre ghiaccio.
Tarocco Spritz: ricetta di una brava bartender newyorkese, forse tra i più macchinosi. Usate gin, succo di limone, arancio, liquore Cappelletti – che ricorda il Vermouth – sciroppo di vaniglia e prosecco. Anche negli spritz di “casa nostra”, troviamo elaborazioni inconsuete. C’è chi alla ricetta classica di vino e acqua aggiunge un distillato e chi preferisce solo vino e Campari e lo ricolma di acqua gassata.
Le dosi sono importanti e raccomando, soprattutto se lo preparate a casa, di rispettare la tradizione, anche per non trovarvi un drink che vi stordisca.
L’idea delle dosi, che potete variare in base al vostro gusto, sono le seguenti. In un calice da vino, di solito è così che è servito lo spritz, se prendiamo un esempio di cento grammi. Versate il 60 % di vino, 10 % di Aperol, 5% di Campari – se amate le versioni appena più amare e corpose –, completate con acqua gassata e guarnite con una fetta di arancia. Se non amate il Campari sostituite con una dose maggiore di vino..

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IL CONSIGLIO

Quali vini usare? Dipende dai gusti di chi beve

Perché nessuno parla mai del vino visto che questo è parte fondamentale e principale dello spritz? Di fatto molti non si rendono conto che il vino fa la differenza. In molti bar sfruttano questo drink per riciclare il vino rimasto, c’è chi usa il vino che sa di tappo che regolarmente si sente, anche se mettete un litro di Campari.
Ecco qualche suggerimento sul vino legate alla ricetta classica quella che vede l’aggiunta di soda e ghiaccio.
Usate un buon Moscato d’Asti, meglio frizzante che spumante, se volete uno spritz morbido e profumato. Preferite Prosecco Brut se volete un drink lievemente aromatico e che viri sul secco, mentre, lo stesso Prosecco in versione dry sarà più morbido ma sempre tendenzialmente secco. Se volete uno spritz dal gusto mascolino usate vini come Pagadebit o Albana e per chi lo preferisce morbido e poco aromatico usate vini come Garganega o Inzolia. Un’alternativa per chi ama complessità e morbidezza è usare dei vini passiti o le vendemmie tardive. In questo caso aggiungete una lunga scorza di limone o cedro e assaporerete uno spritz di delicata dolcezza. Uno spritz costoso, visto l’uso del passito, ma di sicuro carisma per i vostri amici dalla “bocca dolce”.
Ricordate sempre: più vino e meno il resto. Se volete aggiungere Aperol o Campari non esagerate con le dosi. Del primo ne bastano 10 grammi su una dose di 100, mentre, del secondo 5 grammi vi cambieranno oltre misura il gusto del drink. Ma sconsiglio di usare il Campari. Ci sono drink molto più interessanti, dove questo prodotto fa davvero la differenza e si può usare con maggiore soddisfazione.

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