Reputazione popolare dei vini romagnoli

A tu per tu, con persone comuni intervistate in giro, su valore e preferenze delle etichette territoriali

Bicchiere Vino RossoTra queste pagine mi diverte raccontarvi di vino, di profumi, di vitigni della nostra terra. Va da sé che la mia opinione delle volte è condizionata dall’esperienza e dalla visione forse più completa rispetto ad altri. Assaggio un ottimo Sangiovese romagnolo e ve lo racconto su una base di comparazioni legate a centinaia di assaggi. Chi legge assaggia e se ne fa un’idea su mio stimolo. Per questo, ad un certo punto, mi è venuta la curiosità di sapere cosa pensa davvero “l’uomo della strada”, quello che beve vino tutti i giorni e, così, ho intervistato gente non esperta, amici, bevitori, casalinghe man mano che li incontravo nella mia quotidianità, chiedendo loro cosa pensavano dei vini romagnoli e cosa bevevano o proponevano loro quando vanno al bar.

Ne è venuto fuori uno spaccato interessante sulle preferenze dei ravennati sui vini di casa propria e sul modo di proporre di alcuni bar della città anche se, visto il numero esiguo degli intervistati, non possiamo fare statistica assoluta ma solo una spassionata riflessione.
Ve ne propongo alcune tra le più interessanti e, spero, utili anche per quelli che operano dietro il bancone di un wine bar.

Incontro Luca agente di commercio nel settore abbigliamento che mi dice «Amo bere Sangiovese prima di ogni altra cosa, mi piace il Barolo, il Barbaresco e detesto le bolle in genere ma nulla è meglio di un bel calice di Sangiovese e più è invecchiato meglio è. Al bar? Se voglio Sangiovese lo devo chiedere, nessuno me lo propone».
Diversa l’opinione di Paolo, imprenditore milanese trapiantato a Ravenna: «Non credo che la Romagna sia all’altezza di altri grandi vini del Nord Italia. Troppo acidi e tannici, non ho ancora trovato un Sangiovese valido che possa darmi soddisfazione. Nei posti dove vado a bere mi conoscono e non si azzardano di certo a propormi vini di Romagna».
«Il Sangiovese di Romagna – dice Francesco titolare di una pizzeria di asporto – è un vino che non è da considerare né scarso né importante. I vini romagnoli non saranno mai nelle vette delle classifiche internazionali dei vini come lo sono i toscani, pagano lo scotto di anni di trascuratezza enologica e per riconquistare i mercati ci vuole tempo. Nei bar vedo qualche etichetta di zona ma alla fine mi chiedono se voglio bere Prosecco o qualche altro vino regionale…».

Luisa, commessa in un negozio del centro di Ravenna preferisce bere romagnolo a tutte le ore perché afferma «io sono romagnola e credo sia giusto bere vini della nostra terra. Mi piacciono le bolle come la Rambela, altro che Prosecco, che se lo bevano i veneti, io sono romagnola e non esiste bere altro. Quando vado in vacanza in altre regioni, bevo i vini del luogo per conoscerli e per rispetto del posto dove mi trovo e anche per avere la conferma che i nostri vini sono i migliori in assoluto». La pensa allo stesso modo anche Gianmarco avvocato: «mi piace bere bene e ci sono aziende che fanno grandi Sangiovese e piacevoli bianchi fermi. In Romagna sono le bolle che mancano ma aspetteremo con pazienza nel frattempo berremo Champagne anche perché dove vado io a bere la sera mi propongono vini toscani o francesi».

«Al bar è difficile che qualcuno mi proponga un vino romagnolo, fuorché non lo chieda esplicitamente – dice Letizia, casalinga e mamma a tempo pieno appassionata di vino da sempre – Manca la cultura, la voglia di fare ricerca da parte di chi propone. Trovi le solite cose, gli stessi vini eppure i grandi vini romagnoli ci sono. Sangiovese prima di tutto, e poi anche qualche Albana».
Piergiorgio, commercialista, mi rivela che «se vuoi bere romagnolo bene a Ravenna devi andare alla Cà de Vèn. Ho bevuto dei bei vini romagnoli ma deve essere esperto chi te li proporne e ti aiuta a capire. Fuori da quel posto nessuno mi ha mai proposto qualcosa di autosctono, a parte i ristoranti».
«Vini romagnoli? Lascia stare – sbotta Gianni, un amico meccanico – per trovarne uno buono diventi matto e non perché sono di bocca buona perché se vuoi bere un ottimo vino romagnolo devi spendere un sacco di soldi e a quel punto preferisco andare su un Sangiovese toscano che almeno mi diverto di più».

Bicchiere SangioveseSulle circa quaranta persone intervistate a bruciapelo, si nota uno spaccato bilanciato sulla parte delle preferenze. C’è chi ama il Sangiovese chi l’Albana ma, in generale, il ravennate, beve volentieri il vino di “casa sua” se chi propone lo fa con esperienza o se c’è una etichetta blasonata o conosciuta. Quasi tutti però, tranne per quelli che frequentano i locali di paese e non quelli di città, hanno fatto notare che al bar, eccezion fatta per posti come la Cà de Vèn dove il vino romagnolo è cultura, non è consigliato loro il “nostro” vino.
C’è chi mi ha detto che propongono spesso Prosecco, Merlot veneto, Sangiovese toscano, Cabernet, Ribolla e Nero d’Avola tanto per citare i nomi più conosciuti. Nei ristoranti pare ci sia più disponibilità a proporre vini del territorio mentre i bar sembra manchino di quest’attenzione. Anche in questo frangente ci saranno le eccezioni ma credo che una riflessione in proposito sorga spontanea. Se in altre regioni, da nord a sud, la tendenza è proporre sempre i vini del territorio prima di tutto, nei bar come nei ristoranti, mentre da noi questo non accade, forse è perché manca solo un po’ di fiducia nei vini di Romagna che, invece, si potrebbe cominciare far crescere.

Ma io dico che la Romagna dà buoni frutti di certo con Sangiovese e anche Albana
Come molti di voi sapranno io penso che, invece, ci siano grandi vini romagnoli da uve Sangiovese. Si tratta di vini costosi, di piccole aziende che spesso non appaiono sugli scaffali per via del prezzo ma all’estero passano davanti a molti blasonati toscani. Non è un caso che molti operatori internazionali abbiano cominciato a guardare la Romagna del vino con occhio lucido. Adesso anche l’Albana comincia a farsi valere e sarà solo una questione di tempo.
Per quanto riguarda gli operatori di settore non entro nel merito, ognuno a casa propria decide quello che vuole ma la curiosità rimane. Perché in città si fa fatica trovare chi ti propone vini locali? È un problema di preparazione, di crederci o meno, oppure di totale rassegnazione ad offrire quello che c’è?.

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