I benefici della piantaggine

Appare come una pianta “infestante” ma vanta notevoli proprietà lenitive, antibatteriche, spettoranti, antinfiammatorie e astringenti

Piantaggine 2La piantaggine (Plantago lanceolata) è una pianta erbacea officinale spontanea molto diffusa in tutta Europa e nel Nord Africa, una di quelle “erbacce” infestanti che nel pensiero comune sono da sradicare ed estirpare quanto prima. In realtà, viste le sue tante e importanti proprietà, può essere considerata un vero dono, e meraviglioso, della natura.
Cresce praticamente ovunque tra prati, campi, colline, fossi e perfino nelle fessure in mezzo ai marciapiedi: si presenta senza fusto, con le foglie disposte a rosetta, lunghe, diritte, lanceolate e munite di un breve picciolo, che non si confondono con quelle di altre piante perché sono percorse da cinque nervature ben marcate.
Da maggio a settembre la piantaggine fiorisce, con fusti fiorali alti fino a 60 centimetri che terminano in spighe cilindriche singole di fiorellini marroncini, tutt’altro che appariscenti.

Certamente il nome deriva dal termine latino planta, o per la forma delle foglie che ricordano la pianta del piede, o anche per l’uso che ne facevano i viandanti che avevano l’abitudine infatti di applicare le foglie fresche direttamente dentro le scarpe, sulla cute lesionata dal cammino e anche come antidoto contro i morsi di serpenti e scorpioni.
I grandi benefici che possiede la piantaggine risiedono proprio nelle foglie che andrebbero raccolte prima, o comunque lontano, della fioritura. I principali composti sono: glicosidi iridoidi (aucubina, catalpolo), flavonoidi (apigenina, luteolina), acidi (oleanolico, clorogenico, citrico, silicico, succinico, benzoico, ossalico), tannini, mucillagini, pectine, vitamina A, vitamina C, vitamina K, carotene. Principi attivi hanno proprietà bechiche, espettoranti, antibatteriche, antinfiammatorie ed astringenti.

È per questo che è utilizzata efficacemente negli stati infiammatori della cute (essendo lenitiva, cicatrizzante, antipruriginosa in caso di dermatiti, acne e piccole lesioni della pelle) e dellemucose che rivestono bocca e gola. Inoltre è un vero toccasana per le vie respiratorie in genere, in caso di tosse, catarro bronchiale, bronchite cronica, allergia e sinusite. Ma cura anche le infiammazioni dell’apparato urogenitale e in presenza di reazioni allergiche e infezioni batteriche, grazie anche all’azione antisettica, esercitata dagli acidi fenolici (acido clorogenico e idrossibenzoico). Ancora è diuretica e remineralizzante per il suo contenuto di acido silicico, zinco e potassio. Le foglie infine, contengono mucillaggine, sostanza vegetale che ingerita ha funzioni emollienti per gola ed esofago mentre nello stomaco e nell’intestino ha un effetto lubrificante: facilita la digestione e allevia la costipazione.

NELLA STORIA

Piantaggine 1Nell’antichità era definita “erba magica”
La piantaggine veniva apprezzata si dai tempi antichi: Plinio Il Vecchio, che la definiva “erba magica”, narrava la sua efficacia terapeutica in caso di forte tosse o brividi e Dioscoride (I sec. d. C) la consigliava per la dissenteria. Nel Medioevo poi veniva utilizzata per curare ustioni, ulcere, infiammazioni oculari, nasali e morsi di cane e i medici della Scuola Salernitana ne sfruttavano le proprietà astringenti prescrivendola come rimedio contro le mestruazioni abbondanti e “gli spostamenti dell’utero”. Il medico e filosofo Alberto Magno (XIII sec.) la considerava un formidabile antidoto contro il veleno di scorpioni e serpenti, mentre Kneipp (abate e presbitero tedesco cui si deve la riscoperta dell’idroterapia) la impiegava per fermare le emorragie e curare le ferite.

UTILIZZI E RICETTE

Modalità d’uso
La piantaggine può essere utilizzata sotto forma di infuso o decotto, anche associata ad altre piante balsamiche ed espettoranti oppure in estratto fluido, o in sciroppo, per calmare la tosse e sciogliere il catarro.

Per fare un infuso
Ingredienti: 1 cucchiaio di foglie di piantaggine essiccate; 1 tazza d’acqua: dolcificante naturale: malto o sciroppo di agave o miele (facoltativo)
Preparazione: versare le foglie della pianta nell’acqua bollente e spegnere il fuoco. Coprire e lasciare in infusione per 10 min. Filtrare l’infuso e berne 2 tazze al giorno lontano dai pasti.

Uso in cucina
Le foglie vecchie sono coriacee mentre le giovani, quelle di color verde chiaro vicino alla rosetta, possono essere mangiate crude, in insalata, e sanno di funghi. Cotte invece sono una ottima base per zuppe e minestre o il ripieno di tortelli o torte salate.
I fiori di piantaggine sono buonissimi passati in pastella dolce o salata e fritti in padella, mentre i suoi semi sono molto apprezzati dagli uccelli.

Rimedio di emergenza contro le punture di insetti
Quando si passeggia nella natura, la piantaggine è la soluzione se si viene punti da api, vespe, zanzare o ci si imbatte in un cespuglio di ortiche: impastando le sue foglie tra le dita, si ottime un liquido spesso e appiccicoso che allevia immediatamente il dolore e il prurito.

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