mercoledì
27 Agosto 2025

Volley, c’è anche una 18enne ravennate nell’Italia Under 20 campione del mondo

Si tratta della schiacciatrice Beatrice Gardini. I complimenti del sindaco

Volley Beatrice Gardini Mondiali
Beatrice Gardini (con il numero 13) esulta con le compagne

C’è anche una giovane ravennate, la schiacciatrice Beatrice Gardini, nell’Italia Under 20 che ieri (domenica 18 luglio) ha vinto il mondiale di categoria di volley femminile.

Gardini, 18 anni compiuti lo scorso aprile, milita in A2 nel Club Italia, a Roma.

«Una vittoria che ci rende orgogliosi – commenta il sindaco Michele de Pascale su Facebook -. Il nostro volley cresce campioni e campionesse! Bravissima Beatrice, Ravenna è fiera di te!».

“Openings-sguardi oltre il limite” in visione a Lugo dedicato a Emergency

Il 19 luglio al Pavaglione incontro e docufilm sul tema della “soglia”. L’incasso devoluto alla onlus

OPENINGS
Un frame del docufilm “Openings” di Francesca Molteni

Sarà il concetto di soglia, sia in termini architettonici che simbolici, ma anche nella pratica sanitaria quotidiana, il protagonista dell’ultima tappa lughese del Ravenna Festival, con la proiezione del film documentario Openings – Sguardi oltre il limite e il dibattito con registi, artisti e sportivi, a cui prenderà parte anche la presidente di Emergency Rossella Miccio.

All’evento, in programma il 19 luglio, alle 21.30, nella cornice del Pavaglione – oltre alla Miccio, alla regista Francesca Molteni, all’artista Federico Banina, all’architetto Simone Sfriso, al velista Andrea Stella e a Marcello Bacchini dell’azienda Edilpiù che ha promosso l’evento – sarà presente anche il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini.

OPENINGS 1Il film, diretto da Francesca Molteni e Mattia Colombo e prodotto da Edilpiù in occasione dei suoi 40 anni di storia, racconta un viaggio lungo la Via Emilia, vera e propria soglia tra due sponde della stessa Regione, proponendo diverse testimonianze e riflessioni di tanti personaggi di spicco locali, come il musicista Raoul Casadei, gli architetti Alvaro Siza, Cino Zucchi e Alfonso Femia, il fotografo Guido Guidi e gli sportivi Andrea Stella e Davide Cassani, oltre che una intervista alla presidente di Emergency.

I biglietti per accedere allo spettacolo sono disponibili su www.ravennafestival.org a un costo di 5,50 euro. L’intero ricavato della serata verrà devoluto al lavoro internazionale di Emergency a favore delle vittime della guerra e della povertà.

Openings si aggiunge ad altri eventi già in corso, sempre a Lugo, per i 40 anni di Edilpiù.

Un altro colpo alle Poste: rapinatore solitario scappa con 3mila euro in contanti

Alla filiale di viale Tritone. Indagano i carabinieri

A pochi giorni di distanza da quella alla filiale di via Fiume Abbandonato a Ravenna, un’altra rapina alle Poste, questa volta a Pinarella, in via Tritone.

Il colpo è stato messo a segno attorno alle 9.30 della mattina di oggi, 19 luglio, a opera di un rapinatore in solitaria.

Entrato con il volto coperto (anche) dalla mascherina, l’uomo ha scavalcato il bancone delle casse e ha arraffato quanti più contanti gli è stato possibile, scappando con un bottino stimato di circa 3mila euro.

Sul posto i carabinieri, che hanno avviato un’indagine.

Bonaccini: «Sono per l’obbligo vaccinale anche per il personale scolastico»

Il Presidente della Regione a Radio24: «Green pass per i ristoranti: serve prudenza»

Bonaccini Vaccino«Io non so se si riesce ad estendere l’obbligo vaccinale, di certo credo che serva per il personale sanitario e scolastico: perché un medico o un infermiere che non si vaccina dovrebbe cambiare mestiere».

Lo ha detto il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini parlando di obbligo vaccinale a Radio24.

Secondo Bonaccini su questo, come su altri temi, è necessario il confronto fra i vari livelli di responsabilità. Come sul green pass: «Alcuni settori – dice – oggi potrebbero riaprire. Come le discoteche, che sono uno dei luoghi più complicati da gestire, ma che rischiano di non aprire più. Sui ristoranti, credo si debba valutare l’aumento dei contagi. Serve prudenza, ma serve anche cambiare i parametri, mettendo al centro le ospedalizzazioni, rispetto a come si prendevano le decisioni sulla colorazione delle regioni, perché i vaccini ancora non c’erano e ora lo scenario è cambiato. Quello che è certo è che bisogna vaccinare più persone possibili». (ANSA.it)

Balli vietati e dipendenti senza mascherina: chiusi due noti locali di Marina

Sanzioni di polizia locale e carabinieri al Localito Clandestino e alla Taverna Bukowski

Localito Clandestino
Una foto d’archivio del Localito Clandestino di Marina di Ravenna

Due noti locali di Marina di Ravenna, il Localito Clandestino e la Taverna Bukowski, sono stati chiusi per cinque giorni per violazioni (anche) alle normative anti Covid.

I provvedimenti sono stati presi in seguito a una serata di controlli, quelli di sabato, a opera di polizia locale e carabinieri di Marina di Ravenna.

Il Localito, nella pineta alle porte della località, è stato chiuso (e multato per 400 euro) perché parte della clientela è stata sorpresa a ballare, in un periodo in cui come noto le discoteche sono ancora chiuse per decreto.

Nei confronti del Bukowski sono state elevate due sanzioni, una per violazione del Regolamento di Igiene, l’altra perché due dipendenti sono stati sorpresi senza mascherina.

Covid, 11 nuovi casi a Ravenna. In regione continuano a calare i ricoverati

 

Sono 11 i nuovi casi di positività al coronavirus registrati in 24 ore in provincia di Ravenna su 766 tamponi effettuati (dati aggiornati alle 12 di oggi, sabato 18 luglio). Nessuno dei nuovi contagiati è stato ricoverato. Nessun nuovo morto in provincia e 5 nuove guarigioni registrate.

IL BOLLETTINO REGIONALE DEL 18 LUGLIO

Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 388.745 casi di positività, 266 in più rispetto a ieri, su un totale di 13.203 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è dell’2%.

Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 48 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 372.771.

I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 2.706 (+218 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 2.552 (+223), il 94,3% del totale dei casi attivi.

Non si registrano nuovi decessi. In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione restano quindi 13.268.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 13 (-1 rispetto a ieri, nessuno in provincia di Ravenna), 141 quelli negli altri reparti Covid (-4).

Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 23.864 a Piacenza (+28 rispetto a ieri, di cui 15 sintomatici), 28.861 a Parma (+20, di cui 13 sintomatici), 47.223 a Reggio Emilia (+49, di cui 45 sintomatici), 66.002 a Modena (+31, di cui 21 sintomatici), 82.683  a Bologna (+39, di cui 29 sintomatici), 12.701 casi a Imola (+4, tutti sintomatici), 23.253 a Ferrara (+5, di cui 3 sintomatici), 30.654  a Ravenna (+11, di cui 10 sintomatici), 17.150 a Forlì (+5, tutti sintomatici), 19.799 a Cesena (+11, di cui 8 sintomatici) e 36.555 a Rimini (+63, di cui 44 sintomatici).

«I videogiochi non sono pericolosi per gli adolescenti, se non diventano una fissa»

La psicologa Pracucci: «Attenzione agli acquisti on line e anche a Youtube. Ma anche quelle virtuali possono essere esperienze utili»

Chiara Pracucci
Chiara Pracucci

«I videogiochi non sono pericolosi in quanto tali, anzi, spesso sono utili come simulazione di esperienze. Il rischio arriva se diventano una attrazione esclusiva che cancella ogni altro interesse».

Chiara Pracucci è una psicologa che si occupa da tempo di ludopatie e della vicinanza fra il gioco d’azzardo e videogame apparentemente distanti dal mondo delle slot machine. La professionista fa parte dei collaboratori di Esc, lo sportello del Comune di Ravenna che segue le dipendenze da gioco.

Durante il lockdown è stata tra i relatori di un ciclo di incontri online dedicati proprio al rapporto tra adolescenti e videogame.

Adolescenti VideogiochiDottoressa Pracucci, cosa vede la psicologa quando guarda a un videogioco?
«Vedo una possibilità per fare un’esperienza virtuale da aggiungere a quelle che facciamo nella vita reale. Entriamo in uno scenario che ci porta altrove e ci mettiamo un costume per essere qualcun altro. È una simulazione, è un “come se” in un contesto con regole sue dove posso scoprire se sono bravo o meno in qualcosa. Dal mio punto di vista può essere positivo perché si può sperimentare e scoprire qualcosa di se stessi, soprattutto se pensiamo a un adolescente che scopre cosa vuole essere andando anche per tentativi ed errori».

Le ambientazioni possono essere anche molto violente. Sperimentare un’esperienza di guerra non è pericoloso?
«Se ci pensiamo nella vita reale sono molte le esperienze pericolose che una persona può provare, senza che queste siano la guerra. E potrebbero piacere a chi le prova al punto da attrarlo. Chi gioca deve capire che quelle esperienze devono restare confinate nell’ambiente del gioco».

Allora quando i videogiochi possono essere pericolosi per i giovani?
«Quando un adolescente si concentra su quello e non su una gamma di esperienze. Ma è un principio valido in generale: l’attrazione esclusiva verso qualcosa fa iniziare una relazione potente e pericolosa. Se i videogiochi sono una delle passioni fra tante si può stare tranquilli».

Quali sono i segnali a cui prestare attenzione per leggere in anticipo un possibile rapporto malsano con i giochi?
«Come già detto, il primo segnale preoccupante è se il ragazzo abbandona altri interessi che aveva e non ne cerca di nuovi per concentrarsi solo sui giochi. Cambiare gusti e passioni, anche in fretta è normale in giovane età, il problema è fissarsi su una cosa sola. Poi bisogna stare attenti a quanto rispettano le regole sui tempi di gioco dettate dai genitori. E poi attenti all’umore che hanno quando smettono di giocare, sia se sono nervosi e sia sono estremamente euforici. Il consiglio che do più spesso ai genitori è quello di farsi raccontare dai figli le loro esperienze di gioco, parlarne con loro come parlerebbero di qualunque altra esperienza che fanno nella vita reale. Si facciano raccontare cosa fanno nel gioco».

I genitori degli adolescente del 2021 possono essere stati videogiocatori a loro volta. È un bene o un male?
«Se due generazioni hanno un linguaggio in comune credo sia sempre un bene. Diventa più facile capirsi e parlarne. Sarebbe molto bello e utile se i genitori giocassero con i figli».

Esiste un rapporto tra videogiochi e giochi d’azzardo?
«C’è una vicinanza molto stretta. In Italia il gioco d’azzardo è legale solo per i maggiorenni e così il mercato strizza l’occhio ai più giovani entrando nei videogiochi ammessi per loro con dinamiche molto simili. Ad esempio c’è il meccanismo del “pay per win”: il risultato non si ottiene grazie alle proprie abilità ma bisogna acquistare migliorie facendo pagamenti veri tramite il gioco. Oltre all’aspetto economico c’è anche un valore fortemente diseducativo con il messaggio di poter comprare un risultato senza bisogno di impegnarsi. E poi c’è il fenomeno delle loot box: sono scatole virtuali che si comprano nell’ambiente del gioco che possono contenere oggetti o personaggi nuovi ma non sai cosa troverai. Non è difficile notare che ci sia poca differenza da un gratta e vinci».

Come si spiega l’attrazione esercitata dai gamer che trasmettono in streaming le loro partite?
«Per i ragazzi è un modo per stare vicini a una cosa che amano. In un certo senso mi ricordano quello che sentiamo dire da molti giocatori compulsivi: quando avevano finito i soldi restavano accanto alle slot a guardare gli altri giocare per l’adrenalina e la fantasia. Molti genitori ci chiedono se le ore davanti a Youtube vanno conteggiate come ore di videogioco e io penso di sì».

Anche in età adulta si può sviluppare una dipendenza da videogiochi?
«I videogiochi sono un modo per allontanarsi dalla realtà, un diversivo, un’esperienza piacevole. L’adulto dovrebbe avere un bagaglio di conoscenze per tutelarsi ma abbiamo visto che altre dipendenze nascono anche in età adulta. Il pericolo è quando si comincia a non uscire più, quando si preferisce il virtuale al reale».

In conclusione, cosa c’è di buono nei videogiochi?
«La cosa principale è la possibilità di sperimentare se stessi in una realtà sollevata e distaccata. Se tutto resta circoscritto è un’altra possibilità di divertimento, per staccare la spina. E per i giovani sono stati anche un modo per tenere rapporti con amici e coetanei in questi ultimi due anni di pandemia e isolamento».

Sette indagati per l’infortunio mortale alla Marcegaglia

Atto dovuto per tre rappresentanti della Cofari e quattro dell’azienda del porto di Ravenna

Ambulanze Marcegaglia Ravenna Infortunio MortaleSette persone sono state iscritte nel registro degli indagati della Procura di Ravenna con l’accusa di omicidio colposo per la morte di Bujar Hysa.

Si tratta del 63enne operaio di origine albanese deceduto giovedì alla Marcegaglia, schiacciato da un coil.

Lo riferisce TeleRomagna.

Tre degli indagati sono della Cofari, la cooperativa di facchinaggio per cui Hysa lavorava in qualità di socio, mentre gli altri quattro fanno parte a diverso titolo della Marcegaglia.

Un atto dovuto, quello deciso dal pm Silvia Ziniti, che ha anche disposto l’accertamento tecnico dell’autopsia.

In mostra a Cervia gli artisti di quattro gallerie “per un secolo d’arte”

Inaugurata l’esposizione della Cna curata da Claudio Spadoni. Tutte le sere fino al 22 agosto

Mostra Cervia Cna Quattro GallerieHa inaugurato venerdì 16 luglio la nuova esposizione (dopo lo stop della stagione 2020) promossa dalla Cna di Ravenna ai Magazzini del Sale di Cervia.

Si tratta della mostra “Quattro Gallerie per un secolo d’arte”, curata da Claudio Spadoni, con oltre 60 opere provenienti da quattro gallerie d’arte: le storiche Cinquantasei e De Foscherari di Bologna, la Claudio Poleschi di San Marino e la Magazzeno Art Gallery di Ravenna.

«Ogni galleria – spiega lo stesso Spadoni – presenta una selezione degli artisti di cui si occupa. Gallerie scelte per coprire un arco cronologico che va dai primi decenni del secolo scorso fino ai giorni nostri. In questo particolare genere di rassegna sono le gallerie, appunto, a proporre i propri artisti. La parola, in questo caso, si potrebbe dire che passa alle scelte del mercato, ormai da tempo non più demonizzato e anzi assurto ad un riconosciuto ruolo di riferimento imprescindibile».

La mostra sarà accompagnata da un catalogo con un testo introduttivo del curatore, la documentazione dei lavori esposti e testi critici dedicati agli artisti.

L’esposizione sarà aperta fino al 22 agosto, tutti i giorni dalle 20 alle 24.

Alle Olimpiadi la baby poliziotta con la carabina: «Bello rappresentare il Paese»

La 18enne ravennate Sofia Ceccarello è nel gruppo sportivo Fiamme Oro, iniziò nel 2014 quando stava provando un po’ tutti gli sport: «In questo sei in sfida contro te stesso»

CECCARELCon i suoi diciotto anni e mezzo Sofia Ceccarello è tra gli atleti azzurri più giovani alle Olimpiadi in Giappone.
Nata a Lugo ma sempre vissuta a Ravenna, la neodiplomata all’Itis “Baldini” è una dei sette italiani nel tiro a segno (carabina).

Come sarà organizzata la vita di voi sportivi per il periodo dei Giochi?
«Sarò a Tokyo fino al 2 agosto. Le mie gare sono in programma il 24, 27 e 31 luglio. Io sono già vaccinata con due dosi per scelta mia, ma ogni giorno dovremo comunque fare un tampone. Potremo stare solo dentro al villaggio olimpico o nel poligono dove si fanno le gare e gli allenamenti e gli spostamenti fra i due luoghi sono organizzati dalla federazione con mezzi nostri».

Non ci sarà pubblico alle gare. Per il tiro a segno incide? E personalmente?
«Il tifo non è una componente molto influente nel nostro sport. Certo che la presenza di amici o parenti fa sempre piacere per scambiare due battute e rilassarsi un po’».

Come sono stati i giorni prima della partenza?
«Gli ultimi 4-5 giorni prima del volo ho deciso di staccare completamente per rilassarmi un po’ perché ho fatto una settimana di allenamenti quotidiani nel raduno di Lucca».

Nel resto dell’anno com’è la giornata tipo?
«Al mattino vado a scuola e il pomeriggio vado ad allenarmi 5 o 6 volte a settimana al poligono di Ravenna. Di solito faccio 2-3 ore ogni volta».

Com’è cominciata la passione per il tiro a segno?
«Da bambina ho provato praticamente tutti gli sport: nuoto, scherma, calcio, basket. Ma nessuno mi aveva mai coinvolto completamente. Poi un giorno nel 2014 al poligono di Ravenna c’era un open day per far conoscere l’attività ai bambini e mia mamma conosceva uno degli allenatori perché ha fatto tiro a segno ai tempi in cui aveva la mia età. Mi portò a provare e da lì non ho più smesso».

Sofia Ceccarello
Sofia Ceccarello

Che cosa ha fatto scattare la scintilla che non era scattata con gli altri sport?
«Per me questo è lo sport individuale per definizione: è vero che sfidi gli avversari nella classifica ma prima di tutto sfidi te stesso, giochi contro la tua mente. E questo mi piace perché ti misuri continuamente per migliorarti».

È solo questione mentale o c’è anche una parte fisica?
«Di fisico c’è poco. Alle gare ci sono persone di tutte le corporature, altezze e pesi. La differenza la fa la concentrazione. Nell’ultimo anno mi sto accorgendo di essere migliorata molto, soprattutto nel saper capire quando è il momento per accontentarsi di qualche risultato. Perché va bene essere esigenti ma bisogna anche capire che non è sempre tutto negativo, invece avevo questa tendenza».

Com’è stato l’ingresso nelle Fiamme Oro della polizia?
«Quando cominci a essere stabilmente nel giro delle nazionali con risultati validi possono arrivare proposte. Io sono a tutti gli effetti un’agente di polizia: ho dovuto superare dei test di ammissione e ho uno stipendio».

Qual è la sede di allenamento?
«Dipende. Spesso a Ravenna, ma anche a Roma o in altre parti d’Italia quando capitano i raduni. E praticamente in ogni sede ho un allenatore: per me questo funziona bene perché è come avere tanti punti di vista di esperti che possono vedere meglio cosa migliorare e cosa correggere, si confrontano fra di loro e ogni cambiamento viene comunicato a tutti».

La qualificazione alle Olimpiadi è arrivata a maggio con il risultato degli Europei in Croazia. Partecipare alle Olimpiadi era l’obiettivo fissato?
«In realtà di solito alle Olimpiadi vengono convocati i tiratori senior che sono quelli over 21. Quindi io non è che pensassi di poter puntare alle Olimpiadi. Poi ho cominciato a fare ottimi risultati e mi hanno spostato ad allenarmi con i più grandi e continuavo a fare bene. Gli Europei in Croazia sono stati la mia seconda gara di categoria senior ed era l’ultima per avere i pass per Tokyo. Essere inserita nella squadra Italiana per gli Europei mi ha incoraggiato molto perché di solito alle ultime gare che danno posti per i Giochi si porta chi è ritenuto possa andare. E così è stato».

La qualificazione è arrivata proprio all’ultima chance…
«Sono arrivata alla finale della specialità dove mi trovo meglio e non ce l’ho fatta. Mi era caduto un po’ il mondo addosso perché pensavo di aver sprecato l’occasione. A quel punto ho liberato la testa e sono andata a giocarmi l’altra finale senza pensieri e ha funzionato».

In Nazionale da fine 2017, come fu la prima convocazione?
«Il mio allenatore mi disse di guardare la mail a casa e mi era sembrato un discorso strano. Sapeva che via mail mi sarebbe arrivata la chiamata. È stato bellissimo».

Orgoglio? Senso di responsabilità? Si sentono queste cose?
«Sai che rappresenti un Paese e sai che porti avanti la bandiera. L’abbiamo visto con la nazionale di calcio agli Europei quanto entusiasmo ha creato».

Ha festeggiato in strada?
«L’ho seguita durante il raduno di Lucca con qualche amico, restando distanziati e poi abbiamo fatto un giro in macchina senza scendere tra la folla».

Nessuna medaglia d’oro porterà gente in piazza come accade con il calcio. È difficile da accettare?
«La cosa si nota un pochetto per chi fa sport minori, però c’è anche che il calcio ha una rilevanza che ormai va oltre l’aspetto sportivo. E poi siamo onesti e lo riconosciamo: guardare per un’ora uno che punta un bersaglio non è divertente come una partita di calcio…».

Un giardino al posto del parcheggio: ecco la nuova piazza di Lugo, con nebulizzatori

Alla Collegiata l’inaugurazione con il presidente Bonaccini dopo i lavori da 700mila euro

Piazza Savonarola Erba
Uno scatto di piazza Savonarola alcuni giorni prima dell’inaugurazione

Con un ritardo di oltre due anni rispetto alle previsioni iniziali – dopo un progetto di riqualificazione che ha visto il Comune investire circa 700mila euro – lunedì 19 luglio sarà inaugurata la rinnovata piazza Savonarola di Lugo.

In occasione del taglio del nastro, l’Amministrazione comunale ha organizzato, a partire dalle 19.30, un momento dedicato alla presentazione della piazza insieme al presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, al vescovo della Diocesi di Imola Giovanni Mosciatti e ai rappresentanti delle autorità civili e militari. Nel corso dell’inaugurazione ci sarà anche un momento musicale, a cura della Scuola di Musica Malerbi di Lugo.

Per consentire lo svolgimento dell’evento saranno in vigore alcune modifiche alla viabilità.

Il progetto di riqualificazione di piazza Savonarola ha previsto al posto del parcheggio la realizzazione «di un sagrato dal forte valore urbano – si legge in una nota del Comune – con lo scopo di valorizzare il luogo e restituirlo alla comunità come parte integrante del centro storico, grazie anche al nuovo spazio verde centrale (nella foto, ndr)».

Gli alberi già presenti nella piazza (che secondo il progetto originario avrebbero dovuto essere eliminati e che sono invece stati “salvati” grazie anche alla battaglia dei Verdi)  sono stati valorizzati e attorno a ogni pianta è stata inserita un’area di protezione, composta da ciottoli recuperati dal ciottolato già esistente, per garantire e salvaguardare la parte limitrofa al tronco dell’albero.

Inoltre, nella nuova piazza Savonarola sono state sistemate delle sedute monolitiche in pietra naturale posizionate in modo da ottenere scenari e viste diversificate.

«Per garantire comfort e accoglienza ai cittadini», si legge ancora nella nota comunale, è stato realizzato anche un sistema di irrigazione del prato centrale e di nebulizzatori.

La pavimentazione, oltre al ciottolato, è composta da pietra naturale di Luserna, utilizzata in formati e tagli diversi.

Monumento in mosaico a Russi per Linea Rosa. Un appello ai cittadini per contribuire

La lettera congiunta di sindaca, presidente dell’associazione e Cna

Primo Sopralluogo Per Installazione Monumento
Primo sopralluogo per l’installazione del monumento

Riceviamo e pubblichiamo una lettera congiunta a firma della sindaca di Russi Valentina Palli, la presidente di Linea Rosa Alessandra Bagnara e il rappresentante di Cna Ravenna Andrea Alessi.

Si tratta di una chiamata pubblica alla cittadinanza per l’adozione di parte del Monumento musivo dedicato alle Donne che verrà installato nei prossimi mesi in piazza Farini a Russi, realizzato dal Collettivo di mosaiciste Racconti Ravennati.

«Carissime e Carissimi, siamo orgogliose e orgogliosi di annunciare la realizzazione di un Monumento per celebrare i 20 anni di attività del Centro Antiviolenza di Russi, frutto della collaborazione tra Linea Rosa, l’Amministrazione locale e CNA, nonché del contributo artistico del gruppo di mosaiciste del Collettivo Racconti Ravennati.
Un’opera musiva dedicata alle Donne, portavoce di un messaggio di inclusione e libertà, che nascerà sul solco del Monumento di Ravenna pensato in occasione del trentennale del Centro Antiviolenza nel capoluogo di Provincia.
Una serie di 20 moduli in mosaico, dalla forma ispirata ai festoni delle arcate del Mausoleo di Galla Placidia a Ravenna simili a piccole corone – da cui il nome ‘Coroncine’ -, orneranno la parete dell’Edificio del Centro Stampa di piazza Farini a Russi. Il luogo non è stato scelto a caso ma, poiché gestito dalla Cooperativa San Vitale insieme a ragazze e ragazzi fragili della comunità russiana, diventa esso stesso parte dell’opera e filo conduttore di riscatto, speranza e fiducia.
L’idea è di un progetto dinamico e in continua evoluzione, che dovrà crescere e svilupparsi grazie alla collaborazione di tutta la cittadinanza.
La nostra è una chiamata pubblica alla realizzazione di un’opera unica.
Con un contributo di 80 euro sarà possibile “Adottare una Coroncina”, che andrà ad ampliare l’installazione di mosaici. Un modo semplice e concreto per contribuire a diffondere quei valori che la città di Russi vuole sostenere e promulgare.
Il tema della solidarietà alle Donne vittime di violenza è una questione che tocca tutti e, proprio per questo, c’è bisogno di tutti!».

Per chi fosse interessato all’adozione, si prega di contattare la mosaicista Barbara Liverani al numero: 328 3310801 o all’indirizzo e-mail: info@barbaraliveranistudio.com

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