lunedì
18 Agosto 2025

Morì colpita da un sasso alla testa in una gita in montagna, 5 persone a processo

Nel 2019 l’incidente in Abruzzo che coinvolse una 56enne ravennate durante un’escursione guidata nel parco della Majella. Secondo l’accusa ci furono omissioni nell’adozione delle cautele necessarie

Sandra Zanchini

Per la morte di una 56enne ravennate, colpita da un masso alla testa durante un’escursione lungo il sentiero per le Gole di Fara San Martino in Abruzzo nel 2019, andranno a processo cinque persone con l’accusa di omicidio colposo. Il 22 giugno di quell’anno Sandra Zanchini con il marito faceva parte di un gruppo in una escursione guidata: percorrendo il sentiero senza indossare alcun particolare dispositivo di protezione individuale venne colpita alla testa da un frammento di roccia staccatosi dalla parete soprastante. La donna morì il 2 luglio.

Secondo l’accusa vi fu omissione nell’adozione di opportune cautele e, in particolare, all’ingresso e lungo il tragitto del sentiero di pertinenza del Comune, e cogestito con l’ente parco, di cartelli indicatori del pericolo di caduta massi e delle precauzioni da adottare, e ciò nonostante il fatto che l’area e le stesse pareti sovrastanti il sentiero fossero state interessate anche in tempi recenti da smottamenti. L’accusa sottolinea anche la mancanza di caschetti protettivi.

Sotto processo il sindaco di Fara San Martino, il responsabile dell’Ufficio tecnico del Comune, il legale rappresentante dell’ente Parco nazionale della Majella, il direttore facente funzione all’epoca dell’Ente parco e l’accompagnatore dell’escursione guidata: prima udienza del processo il 27 settembre. Si sono costituti parte civile il marito, le figlie, i genitori e la sorella della vittima.

 

 

Gelate primaverili, segnalazioni danni online. Coldiretti: «Perso il 60 percento»

Una sezione apposita del sito della Regione per avere il quadro

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Foto di repertorio

Sul sito internet della Regione Emilia-Romagna è stata attivata una sezione per raccogliere le segnalazioni dei potenziali danni alle imprese agricole dalle gelate notturne di fine marzo e inizio aprile (questo il link). Sono stati colpiti in modo pesante frutteti e coltivazioni, rischiando di compromettere le raccolte estive. Coldiretti ha fatto il quadro della situazione rilevando come in tutta l’area della provincia si denotino evidenti danni alle fioriture e ai frutticini delle colture frutticole (albicocco, kiwi, vigneti in particolare), ma anche orticole e mais, con danni rilevati che superano il 60 percento della produzione. «Mai come quest’anno, probabilmente, la frutta romagnola sparirà dai banchi del mercato», sottolinea Confagricoltura.

Intanto la Regione fa sapere che si è appena concluso il bando regionale che ha messo a disposizione 4,2 milioni di euro di contributi alle imprese fino a un massimo di copertura dei costi del 70 percento per l’acquisto di materiali dedicati alla prevenzione dei danni causati dalle gelate primaverili. Le domande sono state 62, suddivise in tutto il territorio regionale, con una prevalenza di imprese colpite nella provincia di Ravenna. I fondi residui saranno destinati ad altri interventi per la prevenzione dei danni da brina: verranno anche garantiti dalla Regione altri 4 milioni di euro di risorse per i sistemi antibrina col Programma di sviluppo rurale 2021-2022, per nuovi bandi.

«Siamo molto preoccupati per i danni delle gelate dovute al cambiamento climatico, che genera fenomeni meteo devastanti sempre più frequenti – afferma l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi –. Tre anni consecutivi di gelate colpiscono duramente la frutticoltura, in difficoltà già da tempo. Dobbiamo aiutare il sistema ortofrutticolo a resistere attraverso investimenti, ricerca e sostegno promozionale. Chiederemo ancora al Governo la deroga al decreto legislativo 102 e ci stiamo confrontando sulla proposta di riparto fatta dal ministero Politiche agricole per rendere subito disponibili i 20 milioni di euro ottenuti nel corso del 2020 sempre sul decreto 102 (sostegni alle imprese nelle emergenze e nei rischi) e metterli a disposizione delle imprese agricole, tenendo conto di chi ha avuto effettivamente i danni, con la stessa procedura che è stata applicata per i danni da cimice asiatica».

Hera, piano industriale al 2024: 166 milioni di euro tra rifiuti, energia e fogne

Gli investimenti della multiutility per il Ravennate comprendono diversi interventi

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Il forno F3 di Herambiente in via Baiona a Ravenna

È stato presentato il piano industriale al 2024 del Gruppo Hera, con oltre 166 milioni di investimenti previsti nel Ravennate.

Nel settore ambiente è prevista la riqualificazione dell’impianto di termovalorizzazione per rifiuti industriali pericolosi, situato nel Centro Ecologico Baiona di Ravenna, per un investimento di 32,8 milioni: l’intervento è finalizzato all’aumento della capacità di smaltimento dell’impianto da 40.000 a 50.000 tonnellate/anno di rifiuti e prevede una serie di innovazioni, tra cui l’installazione di un sistema di monitoraggio emissioni al camino, con anche l’ampliamento e adeguamento del sistema di controllo per la gestione integrata di tutta la struttura.

Entro aprile, inoltre, sarà ultimata la stazione ecologica a San Pietro in Vincoli, la ventinovesima sul territorio della provincia, per un investimento complessivo di circa 1 milione di euro che interesserà un’area di oltre 6.800 metri quadrati nella zona artigianale.

Reti idriche e gli impianti fognari e depurativi: tra gli interventi prioritari, sostenuti da significativi investimenti, l’ammodernamento tecnologico del depuratore di Lavezzola, che entrerà a breve in esercizio, di Lugo, con il cantiere in partenza entro la fine dell’anno, oltre che di Lido di Classe e di Cervia. Inoltre è previsto il completamento dell’intervento di efficientamento del sistema acquedottistico di Castel Bolognese.

Hanno preso il via, inoltre, i lavori per il potenziamento delle reti idriche della zona Darsena nel comune di Ravenna, per il miglioramento delle acque scaricate e l’incremento della sicurezza idraulica in caso di eventi meteorici intensi.

Nel settore energia, si segnala l’intervento di sostituzione del turboespansore presso l’impianto Bassette di Ravenna, con un investimento di 2,3 milioni. L’obiettivo è accrescere le ore di funzionamento dell’impianto, con conseguente incremento dell’efficienza energetica: è prevista una produzione di energia elettrica annua di circa 3.600 MWh, che alimenterà il vicino depuratore di Ravenna tramite una connessione dedicata.

Per quanto riguarda la riqualificazione energetica nella pubblica illuminazione, particolarmente importanti i lavori che, entro il 2021, Hera Luce effettuerà a Lugo e Cervia: saranno sostituiti 20.000 punti luce con quelli a Led di ultima generazione, con un risparmio energetico del 70%. Inoltre, entro l’anno verrà completata l’installazione di 30 nuove colonnine elettriche, per promuovere la mobilità sostenibile.

No Vax, centinaia in piazza. Il sindaco: «Vergogna, diversi partecipanti sanzionati»

Iniziativa promossa dal Movimento 3V. De Pascale parla di «totale spregio delle normative anti-contagio» e intende scrivere al ministero degli Interni: «Non è accettabile lo spostamento fra province»

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Una foto della piazza No Vax pubblicata sul profilo Fb del sindaco di Ravenna

Una manifestazione no vax, organizzata dal Movimento 3V (Vaccini vogliamo verità), si è svolta in piazza del Popolo a Ravenna nel pomeriggio di oggi, 10 aprile, radunando qualche centinaio di partecipanti. Secondo quanto reso noto dal sindaco Michele de Pascale, diversi manifestanti sono stati sanzionati dalle forze dell’ordine presenti sul posto perché «assembrati senza mascherine, nel totale spregio delle normative anticontagio, generando anche diversi problemi di ordine pubblico». Si tratterebbe di persone residenti fuori provincia.

Il primo cittadino, in un comunicato stampa, ha annunciato che scriverà alla ministra degli Interni, Luciana Lamorgese: «Il diritto a manifestare va tutelato e garantito, ma non è accettabile la mancanza di rispetto delle normative e lo spostamento programmato di persone da provincia a provincia per gonfiare i numeri dei partecipanti. L’eventuale divieto a una manifestazione per motivi di ordine pubblico non spetta al Comune ma alla questura, che temo non potesse fare nulla di diverso, viste norme e circolari attuali».

De Pascale ha parlato di «vergognosa manifestazione no vax», ha definito l’evento odierno «inaccettabile e vergognoso» e afferma di ritenerlo  «un insulto ai tanti imprenditori, studenti, lavoratori, famiglie che da ormai mesi patiscono una situazione gravosa di disagi e privazioni che ha portato ad una crisi economica e sociale senza precedenti».

Il sindaco ci tiene a ribadire che non contesta il diritto di manifestazione e ricorda gli eventi di questo tipo andati in scena nelle scorse settimane per la tutela del diritto allo studio e in difesa della scuola «nel totale rispetto delle normative anticovid, con attenzione al distanziamento e all’uso di mascherine».

Nelle scorse settimane M3v aveva annunciato la partecipazione alle prossime elezioni amministrative di Ravenna in programma a ottobre con Emanuele Panizza come candidato sindaco. Come si legge sulla pagina Facebook dedicata all’evento di oggi – intitolato “Riprendiamoci la vita” per esprimere disaccordo con le politiche del Governo – i promotori sono “No Paura Day Cesena” e le associazioni Libera scelta Emilia Romagna, Romagna per la scuola, R2020 fuoco di Ravenna è stata organizzata per esprimere il totale disaccordo con le politiche restrittive del Governo.

Studenti in classe alle superiori, un profilo Instagram per segnalare assembramenti

Dal 12 aprile lezioni in presenza dal 50 al 75 percento nei licei, istituti tecnici e professionali. Alle medie alunni in aula al cento percento

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Ressa sugli autobus a Ravenna in una foto postata sui social

Con il ritorno dell’Emilia-Romagna in zona arancione da lunedì 12 aprile, riprendono le lezioni aula al cento percento anche per gli alunni di seconda e terza media e dal 50 al 75 percento per quelli delle superiori. L’Unione istituti Ravenna (Uir), gruppo formato da rappresentati di istituto delle scuole superiori della città, riattiva il servizio di segnalazione di criticità e problematiche nelle scuole e sui mezzi pubblici: l’invito è di segnalare casi di sovraffollamento o situazioni in cui la distanza minima di sicurezza non è rispettata inviando fotografie e descrizione al profilo Instagram @unione.istituti.ravenna.

«Il sistema di segnalazione che hanno ideato gli studenti e che da subito abbiamo condiviso – afferma il sindaco Michele de Pascale –, è uno strumento efficace in termini di cittadinanza attiva e di consapevolezza che agire è il primo passo per essere utili alla società. Occorre prestare ancora la massima attenzione ai comportamenti, a seguire le misure anti Covid che ogni istituto ha predisposto e a fare ognuno la propria parte perché la scuola rimanga un luogo sicuro. Invito ad usufruire della possibilità, offerta da tempo dalla Regione Emilia-Romagna, di fare i tamponi rapidi e gratuiti in farmacia per studenti e propri familiari, compresi i nonni».

Nuovi casi Covid: la media quotidiana della settimana scende a 100 come due mesi fa

Dal 21 marzo la curva della diffusione del contagio in provincia piega verso il basso. Continuano i decessi: altri tre

Coronavirus LaboratorioCon i 102 nuovi casi di coronavirus diagnosticati oggi, 10 aprile, in provincia di Ravenna scende a cento la media giornaliera di nuovi contagi negli ultimi sette giorni, un dato che non si registrava dal 18 febbraio. È dal 21 marzo che la curva dei contagi piega verso il basso. I nuovi casi riscontrati oggi, il 5 percento dei tamponi eseguiti, hanno richiesto quattro ricoveri mentre gli altri sono in isolamento domiciliare.

Oggi la Regione ha comunicato tre decessi: due uomini di 77 e 79 anni e una donna di 94 anni. Sono state comunicate 185 guarigioni. I casi complessivamente diagnosticati da inizio contagio nel ravennate sono 27447.

Dall’inizio dell’epidemia in Emilia-Romagna si sono registrati 349.822 casi di positività, 1.525 in più rispetto a ieri, su un totale di 28.829 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è del 5,3%. L’età media dei nuovi positivi di oggi è 43,7 anni.

La situazione dei contagi nelle province vede in testa Bologna con 346 casi seguita da Modena con 279 nuovi casi, poi Parma (193), Reggio Emilia (162), Ferrara (133) e Ravenna (102). Seguono Rimini (96), Cesena (81), Forlì (72), e infine, Piacenza (35) e il Circondario imolese (26).

Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 2.270 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 270.050.

I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 67.432 (-778 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 64.293, il 95,3% del totale dei casi attivi.

Si registrano 33 nuovi decessi: 1 a Piacenza (un uomo di 81 anni); 3 in provincia di Parma (una donna di 80 anni e  2 uomini di 89 e 91 anni); 4  in provincia di Reggio Emilia (una donna di 84 anni e 3 uomini, rispettivamente di 53, 72 e 76 anni); 4 nel modenese (2 donne di 76 e 81 anni e 2 uomini di 77 e 82 anni); 8 nella provincia di Bologna (5 donne di 67, 73, 78, 84, 86 e    3 uomini di 74, 90 e 94 anni, quest’ultimo residente a Imola); 1 nel ferrarese (un uomo di 64 anni); 3 nella provincia di Ravenna (una donna di 94 anni e 2 uomini di 77 e 79 anni), 4 in quella di Forlì-Cesena (una donna di 74 anni e 3 uomini, rispettivamente di 59, 81 e 85 anni) e 5 in quella di Rimini (4 donne rispettivamente di 81,84, 92 e 93 anni e un uomo di 77 anni).
In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 12.340.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 334 (-9 rispetto a ieri), 2.805 quelli negli altri reparti Covid (-111).
Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 10 a Piacenza (numero invariato rispetto a ieri), 31 a Parma (- 2), 33 a Reggio Emilia (-1), 63 a Modena (+1), 85 a Bologna (-2), 15 a Imola (-1), 40 a Ferrara (invariato), 18 a Ravenna (invariato), 8 a Forlì (-2), 4 a Cesena (- 1) e 27 a Rimini (-1).

Decreto Sostegni: in provincia in arrivo tremila bonifici per 9,8 milioni di euro

Fanno parte delle 600mila istanze presentate in tutta Italia entro il 5 aprile e ora in pagamento per una somma complessiva di 1,9 miliardi

APERTURA ATTIVITà COMMERCIALI DOPO CHIUSURA COVID RAVENNASono partite le disposizioni di pagamento delle prime 600mila domande presentate entro il 5 aprile, tra cui tremila dalla provincia di Ravenna, inviate all’Agenzia delle Entrate dalle imprese che possono beneficiare del Decreto Sostegni. In totale l’importo dei contributi sarà di 1,9 miliardi di euro: 126 milioni andranno arriveranno in Emilia-Romagna (9,8 a Ravenna). I contribuenti coinvolti vedranno accreditarsi le somme direttamente sul conto corrente indicato nella domanda oppure potranno usare l’importo riconosciuto in compensazione.

Dal 30 marzo, giorno dell’apertura del canale telematico dell’Agenzia delle Entrate, ad oggi sono circa un milione le domande del contributo a fondo perduto inviate con l’apposita piattaforma informatica delle Entrate gestita con il partner tecnologico Sogei. Sono precisamente 604.534 le istanze dei contributi a fondo perduto lavorate, per le quali è stato già predisposto il mandato di pagamento oppure riconosciuto il credito d’imposta. Quest’ultimo caso riguarda 10 mila domande, nelle quali i contribuenti avevano manifestato la scelta della compensazione in alternativa all’accredito su conto corrente.

Donati e la candidatura a sindaco: «Sono un uomo del turismo, non della politica»

L’albergatore presidente nazionale di Assohotel conferma la vicinanza con Lega e Fratelli d’Italia: «Ravenna non volerà mai se a comandare saranno sempre le stesse logiche. C’è bisogno di cambiamento»

Filippo Donati«Io sono e resto un uomo del turismo, non della politica. Quello che posso fare è lanciare un sasso nello stagno per vedere se davvero questa città ha voglia di cambiare rotta». Il 60enne Filippo Donati, albergatore da 40 anni e titolare dell’albergo Diana a Ravenna, decide di usare Facebook per dire la sua nel dibattito politico che da qualche giorno prospera in città sulla possibilità che sia lui il candidato sindaco del centrodestra per sfidare Michele de Pascale alle elezioni di ottobre. Lega, Fratelli d’Italia e lista Alberghini hanno espresso il loro favore, Forza Italia si è detta contraria, Lpr non si è esposta.

«La politica non è il mio mondo, mi sono sempre occupato di turismo – scrive Donati oggi, 10 aprile –. Come rappresentante di categoria ho avuto rapporti con tutti ma non sono un uomo di partito». Il riferimento è all’incarico di presidente nazionale di Assohotel Confesercenti. Nel 2016 Donati fu anche uno dei tecnici nella squadra che elaborò il programma elettorale della lista civica Cambierà per la candidatura a sindaca di Michela Guerra.

«Amo la mia città e credo che abbia bisogno di imparare a sognare. Ravenna ha potenzialità infinite ma questa città non volerà mai se a comandare saranno sempre le stesse logiche. C’è bisogno di cambiamento. È sotto gli occhi di tutti. Sì, mi piacerebbe fare qualcosa di concreto per la mia città.
Sì, mi piacerebbe dare il mio contributo. Ci può essere lo spazio? La Lega, Fratelli d’Italia e Alberghini si sono dimostrati interessati».

Il post di Donati non sembra sgombrare il campo dai dubbi in maniera definitiva. È palese l’interesse ma manca una presa di posizione esplicita: «I partiti faranno i loro percorsi e i loro ragionamenti. Io intanto faccio il mio. Qualcuno ha voglia di camminare con me? Scrivetemi se avete voglia di pensare per la nostra città». Insomma sembra un invito a cercare il più ampio sostegno e magari, a quel punto, annunciare una candidatura.

Torna la zona arancione, si torna in classe, tornano i bus extra per gli studenti

Le corse aggiuntive erano state sospese l’11 marzo dopo più di una settimana in cui i mezzi aveva circolato vuoti perché la regione era già in zona rossa

Bus Stazione RavennaCon il ritorno dell’Emilia-Romagna in zona arancione, come previsto dall’ordinanza del ministero della Salute del 9 aprile, e la ripresa della didattica in presenza al 50 per cento anche per le scuole superiori, ripartirà anche il servizio potenziato del trasporto pubblico locale, approntato da Start Romagna e grazie al ricorso a mezzi integrativi messi a disposizione da vettori privati.

Da lunedì 12 aprile, pertanto, verranno reinserite le cosiddette “corse bis Covid” che erano state provvisoriamente sospese lo scorso 11 marzo, dopo più di una settimana di zona rossa in cui i bus avevano girato vuoti. Tutte le corse operative dal 12 aprile sono consultabili a questo link.

Il piano del trasporto scolastico potenziato era entrato in vigore lo scorso gennaio ed era stato organizzato tendendo conto della ridotta capacità di carico consentita a bordo dei mezzi (50% della capienza) e recependo quanto emerso dal sistematico confronto con AMR e gli istituti scolastici sui tavoli di lavoro coordinati dai Prefetti.

Contestualmente Start Romagna porterà avanti il monitoraggio continuo dei carichi, coordinato dalle proprie centrali operative.

Si ricorda che sulla pagina del sito web di Start Romagna l’azienda riporta una serie di consigli per gli studenti che utilizzano i bus per recarsi a scuola. Vengono segnalate, in particolare, le linee che risultano più frequentate, evidenziando i relativi potenziamenti con autobus extra. In questo modo i passeggeri possono prediligere le corse che, nella stessa fascia oraria, risultano meno affollate, consentendo una migliore distribuzione dei passeggeri.

Si oppone a un controllo mentre i clienti bevevano nel locale: barista arrestato

Condanna di 4 mesi e 20 giorni per un 48enne accusato di resistenza a pubblico ufficiale: invece di fare solo asporto serviva bevande in contenitori di vetro

Alcohol Alcoholic Bar Beverage 545058Serviva bevande in contenitori di vetro che i clienti consumavano sul posto invece di fare asporto e all’arrivo della polizia locale si è opposto al controllo nel locale. Un barista di 48 anni di un locale di Ravenna è stato  arrestato ieri, 9 aprile, per resistenza a pubblico ufficiale. Questa mattina, con rito direttissimo, il giudice ha convalidato l’arresto e lo ha condannato a 4 mesi e 20 giorni, concedendo la sospensione della pena.

Gli agenti erano intervenuti su segnalazione per un assembramento in un esercizio pubblico in via Panfilia. L’uomo, nonostante l’evidenza della situazione, si è opposto con forza, bloccando la porta di ingresso del bar fino ad arrivare a condotte ritenute minacciose e violente.

Donazione organi: nel 2020 eseguiti 6 espianti in provincia, nel 2019 erano stati 13

I dati forniti dalla Regione in occasione della giornata nazionale dei trapianti

Foto DonazioneI potenziali donatori di organi e tessuti segnalati nel 2020 dalle tre sedi donative in provincia di Ravenna sono stati 14 di cui 6 poi utilizzati. Nel 2019 erano stati invece 24 segnalati e 13 utilizzati. Sono dati divulgati dalla Regione Emilia-Romagna – che conta in totale 21 ospedali deputati alla segnalazione di donatori perchè sedi di rianimazione e terapia intensiva e tre centri per le attività di trapianto – alla vigilia della giornata nazionale della donazione e del trapianto di organi e tessuti, istituita dal ministero della Salute, in programma domenica 11 aprile.

Nel 2020 in Emilia-Romagna i potenziali donatori segnalati dalle sedi donative sono stati 221, di cui 143 quelli poi utilizzati; nel 2019 erano state 270 le segnalazioni e 165 i donatori utilizzati. I trapianti sono stati 389, mentre erano 438 nel 2019, e ad oggi sono in lista di attesa per trapianto 1.114 pazienti, di cui 71 in attesa di un trapianto di cuore, 820 per un rene, 187 per il fegato, 28 per un polmone, 6 per il pancreas e 2 per l’intestino.

La campagna di sensibilizzazione promossa dalla Regione, con il centro riferimento trapianti, si chiama “La vita dentro la vita”. L’attenzione del Centro Riferimento Trapianti regionale in questa giornata è in particolare focalizzata sulla informazione e sensibilizzazione dei cittadini relativamente all’importanza del rilascio in vita della dichiarazione di volontà per la donazione di organi e tessuti: sul totale delle registrazioni di volontà effettuate nelle anagrafi comunali da Piacenza a Rimini al momento del rinnovo o del rilascio della carta d’identità, il dato è già positivo, il 74,5 percento è stato infatti di consenso alla donazione, ma può essere ulteriormente migliorato.

Redditi dipendenti, Cisl: la media provinciale è l’8% in meno di quella regionale

Indagine del sindacato tra le dichiarazioni 2019 presentate ai propri Caf: con 21.353 euro i lavoratori ravennati sono i più ricchi della Romagna ma perdono 230 euro rispetto a due anni fa

I lavoratori dipendenti della provincia di Ravenna nel 2019 hanno avuto un reddito medio di 21.353 euro, il più alto tra le province romagnole ma inferiore dell’8 percento rispetto alla media regionale e più basso di 230 euro rispetto a due anni prima. È il quadro che emerge dallo studio svolto dalla Cisl che esamina un campione di dichiarazioni dei redditi 2019 presentate da lavoratori dipendenti ai suoi Caf, circa il 10 percento dei dipendenti presenti in provincia. Per i redditi del 2020 è atteso un peggioramento.

Le province romagnole si classificano agli ultimi posti in Regione, davanti solo alla provincia di Ferrara (Ravenna al sesto posto; Forlì-Cesena al settimo; Rimini all’ottavo). «Le motivazioni – dice Francesco Marinelli, segretario generale della Cisl Romagna – sono da riscontrarsi principalmente nella presenza nei territori emiliani di settori merceologici a più alto valore aggiunto. Anche la qualità del lavoro incide sui bassi redditi e questo vale purtroppo soprattutto per le donne ed i giovani. Sono loro infatti ad avere il maggior numero di contratti a tempo determinato e stagionale, che determinano stipendi più bassi ed un minor numero di giornate lavorate».

Il reddito medio delle donne nella provincia di Ravenna è più basso del 21 percento rispetto alla media delle retribuzioni totali, dato in linea con quello regionale. «Purtroppo ci aspettiamo un peggioramento, visto che i dati sull’occupazione femminile in Emilia-Romagna evidenziano un calo a settembre 2020 del 3%, che equivale a circa 13mila posti di lavoro in meno tra le lavoratrici dipendenti. La pandemia infatti ha determinato la perdita di numerosi contratti di lavoro a tempo determinato e stagionali, dove in maggioranza sono impiegate le donne».

Esaminando le denunce dei redditi dei lavoratori under 35 si riscontrano posizioni reddituali più basse del 45 percento rispetto alla media di tutti gli altri lavoratori.  «Questo dato è principalmente dovuto a tipologie di lavoro precarie, ma soprattutto di una cultura dell’organizzazione del lavoro che vede i giovani penalizzati per molto tempo, anche oltre i 30 anni di età, senza possibilità di accedere a posizioni lavorative più gratificanti».

Secondo Marinelli tanto è possibile fare per invertire la tendenza negativa. Cisl propone tre azioni: «Un piano di investimenti in Romagna, adeguato ad una robusta politica industriale, che possa creare un maggiore valore aggiunto dalle specifiche vocazioni industriali di ogni territorio. Un forte rilancio della formazione professionale e ad una formazione continua per i lavoratori. La pandemia ha infatti velocizzato un processo di digitalizzazione che non possiamo abbandonare e che coinvolgerà sempre più le nostre realtà lavorative. Infine una riforma fiscale, in particolare per i dipendenti e pensionati, che contribuiscono al 95 percento del totale del gettito Irpef».

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