giovedì
21 Agosto 2025

Emilia-Romagna ancora in zona rossa dopo Pasqua, sarà così almeno fino al 16 aprile

Il monitoraggio settimanale tiene la regione tra quelle con il rischio più elevato. Servono almeno 14 giorni con numeri sotto le soglie per venire riclassificati

Pexels Cottonbro 3952185Il weekend pasquale (3-4-5 aprile) tutta Italia sarà in zona rossa senza distinzioni regionali ma l’Emilia-Romagna resterà rossa anche dal 6 aprile per effetto dei dati odierni, 2 aprile, del monitoraggio settimanale. E per effetto delle normative si può già dire che la regione dovrà osservare le limitazioni da rischio massino almeno fino al 16 aprile.

Infatti, come riporta Il Sole 24 Ore che fa riferimento ai Dpcm in vigore, per venire riclassificati è obbligatoria la «permanenza per quattordici giorni in un livello di rischio o scenario inferiore a quello che ha determinato le misure restrittive». La discesa in zona arancione richiede Rt sotto 1 e incidenza cumulativa settimanale dei contagi inferiore a 250 casi ogni 100mila abitanti.

 

Rifiuta di indossare la mascherina alle Poste e blocca l’ufficio: 37enne denunciata

La donna è accusata di interruzione di pubblico servizio

Si è presentata allo sportello delle poste senza mascherina e ha rifiutato di mettersela senza allontanarsi bloccando la fila. Una donna di 37 anni è stata denunciata per interruzione di pubblico servizio e rifiuto di indicazioni sulla propria identità personale. Quando sono intervenute le forze dell’ordine infatti la 37enne non ha voluto fornire i propri documenti. È successo nella tarda mattinata di ieri, 1 aprile, all’ufficio postale di Ravenna in piazza Garibaldi.

In provincia scende l’incidenza dei nuovi casi ma terapia intensiva occupata al 59%

Per il tredicesimo giorno di fila si registra una variazione percentuale settimanale con segno negativo. Altri 5 morti

Pexels Cottonbro 3952185Continua la discesa della diffusione del contagio di Covid-19 in provincia di Ravenna: i 177 nuovi casi diagnosticati nelle 24 ore precedenti al mezzogiorno di oggi, 2 aprile, significano il tredicesimo giorno consecutivo con variazione percentuale negativa della media settimanale rispetto alla settimana precedente. In altre parole nei sette giorni precedenti a oggi c’è stato il 21,2 percento di casi in meno rispetto ai sette giorni antecedenti.

La riduzione dei nuovi casi, diretta conseguenza delle limitazioni da zona rossa nelle quali la nostra provincia di fatto si trova da un mese (dall’8 marzo tutte l’Emilia-Romagna è rossa ma dal 2 marzo Ravenna era già arancione scuro), fa scendere anche l’incidenza dei casi settimanali ogni cento abitanti, parametro fondamentale monitorato per la collocazione delle regioni nella fascia di rischio. A Ravenna oggi è 278 (in Emilia-Romagna è 296). La soglia di allarme è 250.

Il dato ravennate che invece non rallenta è quello dei decessi. Oggi ne sono stati comunicati 5 che fanno 23 da inizio settimana (la scorsa erano stati 29). Da inizio epidemia sono in totale 925. I totali degli infetti sono 26.589 di cui il 79 percento guariti.

Poco confortante anche l’occupazione di posti letto in terapia intensiva: sono 20 su 34 disponibili.

Importante uno sguardo complessivo anche alla regione. Dall’inizio dell’epidemia in Emilia-Romagna si sono registrati 339.440 casi di positività, 1.830 in più rispetto a ieri, su un totale di 30.248 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è del 6 percento. Sui 726 asintomatici, 457 sono stati individuati grazie all’attività di contact tracing, 102 attraverso i test per le categorie a rischio introdotti dalla Regione, 29 con gli screening sierologici, 17 tramite i test pre-ricovero. Per 121 casi è ancora in corso l’indagine epidemiologica.

La situazione dei contagi nelle province vede Modena con 343 nuovi casi e Bologna (300); poi Parma (276) e Ferrara (215); quindi Ravenna (177), Reggio Emilia (158), Forlì (102) e Rimini (101); a seguire Cesena (79), il Circondario imolese (40) e infine Piacenza (39).

Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 874 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 254.151.

I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 73.249 (+900 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 69.579 (+946), il 94,9% del totale dei casi attivi.

Si registrano 56 nuovi decessi. In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 12.040.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 371 (-10 rispetto a ieri), 3.299 quelli negli altri reparti Covid (-36).

L’estetista contro le limitazioni: riapre con pubblicità online, multa da 400 euro

Intervento della polizia locale. Si moltiplicano gli annunci di imprenditori ribelli

Un’estetista di Cotignola ha deciso di riaprire la propria attività violando le limitazioni dei decreti con un annuncio online e ha ricevuto la visita della polizia locale della Bassa Romagna. Risultato: sanzione da 400 euro e chiusura immediata. I vigili urbani fanno sapere che la stessa sanzione tocca anche ai clienti che venissero trovati a usufruire dei servizi offerti dalle attività che, per normativa anti-Covid, devono rimanere chiuse. Negli ultimi giorni si sono moltiplicati annunci, per lo più effettuati tramite canali social, di attività artigianali locali che non condividono le disposizioni di legge anti-contagio e comunicavano l’intenzione di riaprire al pubblico.

L’isola ecologica interrata si blocca e il salottino del centro diventa discarica

Non c’è pace per il sistema di raccolta dell’immondizia in piazza Costa. La testimonianza dell’edicolante: «Due o tre volte a settimana qualcosa non funziona o qualcuno infila immondizia non idonea tappando la torretta. Chi arriva dopo lascia tutto all’esterno». Anche il nuovo mercato coperto non gradisce…

F,1 18 5 2020Con la riapertura del mercato coperto a dicembre 2019, dopo un cantiere durato quattro anni, piazza Costa a Ravenna doveva diventare un nuovo salottino in centro storico e invece capita spesso di trovarla più assomigliante a una mini discarica a cielo aperto. Lo sa bene Marcello Muzi, vera e propria sentinella sul posto dal bancone della sua edicola all’angolo con via Cavour. «Due o tre volte a settimana si formano cataste di immondizia attorno alle colonnine dell’isola ecologica interrata». Dal 2009 infatti, per eliminare i cassonetti stradali dalla vista, sono stati installati dei compattatori di rifiuti sotto alla pavimentazione della piazza. In superficie spuntano solo le cosiddette bocche di conferimento: sportelli da aprire a mano per introdurre i rifiuti che cadono nelle vasche sotterranee poi prelevate dai camion della raccolta.

«Sono in edicola tutti i giorni e ho un osservatorio diretto su quello che accade ­­– dice Muzi –. Il problema si verifica quando il meccanismo si blocca per qualche motivo. A volte è perché qualcuno ha spinto rifiuti di dimensioni eccessive, oppure per qualche imperfezione del compattatore che forse è troppo delicato e sofisticato. Poi la gente che arriva dopo trova la colonnina tappata e invece di portare i rifiuti in un altro cassonetto come farebbe una persona civile, li abbandona a terra. Così si formano le cataste. Con liquidi che colano, cattivi odori e scarsa igiene. Io segnalo la cosa a Hera o ai tecnici e qualcuno interviene. A meno che non capiti di domenica…».

Dom 2 3 Ore 12L’edicolante è quello che subisce più di altri il disagio perché proprio accanto al suo chiosco è posizionata la colonnina di indifferenziata e cartone, le due tipologie più utilizzate e più spesso bloccate. Per il cartone ­– materiale che abbonda in centro per gli imballi dei negozi ­– è previsto un servizio di raccolta porta a porta nei giorni dispari: «Ma molti non aspettano e portano all’isola ecologica. Vedo gente con scatoloni enormi…».

Pandemia e limitazione alla circolazione hanno ridotto gli afflussi turistici, ma tutti si augurano che prima o poi si torni a viaggiare. E cataste di rifiuti, che restano per ore, non sono certo un gran biglietto da visita. «Qualcuno dal mercato coperto si sta muovendo per fare fronte comune tra i commercianti della piazzetta e chiedere la chiusura delle isole ecologiche. In teoria fra non molto dovrebbe arrivare il porta a porta in centro, chissà se in un modo o nell’altro si risolverà qualcosa».

Hera di fatto conferma l’analisi dell’edicolante sostenendo che «il vero problema è il non corretto comportamento da parte dei cittadini, che abbandonano i sacchi dei rifiuti. Alcuni fruitori tendono a utilizzare sacchi o scatoloni di cartone troppo grandi che, non entrando nelle bocche di carico bloccano il torrino di conferimento».

Dom2 3 Ore11La multiutility fa sapere che gli operatori ecologici adibiti allo spazzamento manuale della zona passano regolarmente a controllare il corretto funzionamento dei torrini dell’isola ecologica interrata a inizio servizio mattutino e pomeridiano per ripristinare la situazione in caso di bisogno. «Tutte le mattine verso le 6 e più volte nel corso della giornata vengono effettuati regolari sopralluoghi da parte del tecnico in servizio e il pavimento viene lavato e disinfettato tre volte la settimana nelle ore notturne».

C’è chi si chiede se l’isola interrata sia stata la soluzione giusta per quel punto della città. La risposta indiretta arriva dalle parole di Hera: «È stata scelta assieme all’amministrazione comunale in quanto soluzione originale e di minore impatto visivo rispetto ai cassonetti, ed è dotata di appositi allarmi, che vengono inviati assieme alle segnalazioni alla ditta di manutenzione in modo da consentire un intervento tempestivo in caso di malfunzionamento».

Dal 7 aprile in classe fino alla prima media. Riprendono anche pre e post scuola

Ripartono tutti i servizi educativi e quelli complementari come trasporto scolastico e mense con le modalità previste prima della sospensione

Da mercoledì 7 aprile anche in zona rossa riprende l’attività in presenza – quindi non più didattica a distanza – dei servizi educativi per l’infanzia 0-3 anni e delle scuole dalla materna alla prima media. Il Comune di Ravenna ricorda che riprendono anche le attività dei nidi e delle scuole dell’infanzia comunali con i consueti orari di funzionamento e tutti i servizi del diritto allo studio erogati dal Comune di Ravenna: trasporto scolastico, mensa, pre e post scuola con le medesime modalità organizzative previste prima della sospensione.

Traffico merci: primo bimestre in calo del 3,4 percento ma stime positive per marzo

I dati diffusi dall’Autorità portuale per lo scalo ravennate

Nave Gigante PortoDopo il dato positivo di dicembre, un più dieci percento rispetto allo stesso mese dell’anno prima ma non sufficiente a salvare il 2020  che si è chiuso con meno 14,7, il 2021 torna a registrare dati negativi per il traffico merci del porto di Ravenna. Il primo bimestre del 2021 ha registrato una movimentazione complessiva pari a 3.697.510 tonnellate, in calo del 3,4 percento rispetto lo stesso periodo del 2020; gli sbarchi e gli imbarchi sono stati, rispettivamente, pari a 3.114.431 (-4,8%) e a 583.079 (+5,3%) tonnellate. Il mese di febbraio, in particolare, ha movimentato complessivamente 1.782.241 tonnellate, in calo del 10,3% rispetto al mese di febbraio 2020.

Analizzando le differenti tipologie di merci si vede che nel periodo gennaio-febbraio 2021, rispetto ai primi due mesi dello scorso anno, le merci secche – con una movimentazione pari a 3.051.796 tonnellate – sono calate dell’1,8% e, nell’ambito delle stesse, le merci in container presentano un calo del 4,0% mentre le merci su rotabili del 5,8%.

I prodotti liquidi – con una movimentazione pari a 645.714 tonnellate – hanno registrato nel 1° bimestre del 2021 una diminuzione del 10,0% rispetto lo stesso periodo dell’anno precedente.

Le prime stime per il mese di marzo prospettano una inversione di tendenza, tale da riportare in positivo il risultato del primo  trimestre 2021 sia nella movimentazione complessiva che in molte categorie (concimi, materiali da costruzione, petroliferi e combustibili).

Per quanto riguarda le categorie merceologiche il mese di febbraio ha registrato un ottima performance sia nei  materiali da costruzione, con quasi 420mila tonnellate movimentate (+32,8%), sia nelle materie prime ceramiche, con circa 370.000 tonnellate movimentate (+ 33%).

Ottima performance nel primo bimestre del 2021 anche per i semirimorchi con 10.981 pezzi movimentati (+11,4%), di cui 5.665 nel mese di febbraio (+8,3%), e per le vetture, con 2.548 pezzi (+123,5%), di cui 1.576 nel solo mese di febbraio (+99% rispetto lo stesso mese del 2020).

Anche per i contenitori  il primo bimestre del 2021 si chiude in positivo, con 32.547 TEUS  (+1,8% sullo stesso periodo 2020), anche se il mese di febbraio (16.766 TEUs) ha registrato un calo del 7,2% rispetto lo stesso mese del 2020, ma le prime stime per il mese di marzo  prospettano per i contenitori un’ottima performance, superiore ai 20.000 TEUs, prospettando con la chiusura del primo bimestre del 2021  il ritorno – se non il superamento – ai volumi del 2019 ante pandemia.

Si segnala anche la partenza da Ravenna di un treno di coils dallo stabilimento Marcegaglia dal carico “record” in Italia (per il peso trasportato di 2500 tonn e 31 carri), destinato a divenire la modalità ordinaria per DB Cargo Italia, confermando l’importanza della modalità ferroviaria per la competitività dello scalo.

Il campione di beach tennis nel Brasile travolto dal Covid: «Qui ora c’è paura»

La testimonianza di Alessandro Calbucci, numero 1 al mondo della disciplina nata in Romagna: «Ma a Ravenna non hanno voluto investirci»

CalbucciDa anni è il giocatore numero 1 al mondo di beach tennis, lo sport che da queste parti in tanti chiamano ancora più semplicemente “racchettoni”. Ed è stato proprio il racchettone a spingere il 41enne Alessandro Calbucci sempre più lontano dalla sua Ravenna, sulle cui spiagge questa disciplina è praticamente nata. Una sorta di paradosso che lo ha portato in Brasile, a Rio De Janeiro, dove si guadagna da vivere facendo appunto il maestro di beach tennis.

«Rio è diventata la nuova capitale mondiale di questo sport, tanto che tra gli addetti ai lavori ormai è prassi dire che “è nato in italia e cresciuto in Brasile”. Purtroppo non è riuscito a svilupparsi autonomamente e il fatto di essere ricompreso all’interno della Federazione Tennis non lo fa decollare. In questo anno di pandemia non è stato possibile organizzare tornei, non abbiamo ricevuto alcun indennizzo». Impossibile campare di beach tennis giocato, «ma insegnando beach tennis qui sì, ci si può riuscire. Crescono e nascono nuove scuole e nuovi centri di beach tennis di continuo, la “febbre” per questo sport è sempre molto alta».

Il Brasile è però diventato anche la capitale mondiale del Covid, per così dire, essendo il secondo Paese al mondo (dopo gli Stati Uniti) per numero di contagi e di vittime, che sono migliaia al giorno. Tutto questo mentre la situazione è sempre più critica all’interno del governo del presidente Jair Bolsonaro, diventato noto in tutto il mondo per le sue teorie negazioniste. «Lockdown? C’è, ma “alla brasiliana, ossia con molte contraddizioni e tanta confusione. Inizialmente – continua Calbucci – il presidente aveva contaminato la mentalità della gente: i brasiliani pensavano fosse una questione solo italiana o quasi, di un popolo di vecchi come loro ci percepiscono. Loro invece, sono sopravvissuti alla dengue, dicevano all’inizio, loro non lo temevano il Covid». Oggi è cambiato tutto. «Adesso si stanno prendendo paura anche i brasiliani. La pandemia sta facendo molti morti e quasi tutti hanno avuto un parente o un amico coinvolto in maniera grave. Se non hai un’assicurazione il sistema sanitario pubblico fa fatica a reggere la pressione, in alcune aree del paese si è arrivati al 90 percento dell’occupazione delle terapie intensive».

Per tornare al lockdown, alla brasiliana? «Sì, non sarà mai una gestione europea. Qui è all’acqua di rose, si può viaggiare senza problemi ovunque. La spiaggia sarebbe chiusa, per dire, ma ci vanno tutti».

Da brasiliano acquisito (Calbucci ci si è trasferito da 2 anni ma è quasi un decennio che frequenta il Paese abitualmente), come si spiega l’arrivo al potere di Bolsonaro? «Ha vinto grazie a una coltellata (il riferimento è all’aggressione subìta durante la campagna elettorale del 2018, ndr). È un effetto collaterale degli ultimi anni di Lula degenerati nella corruzione. I brasiliani hanno votato quello che ritenevano il male minore. Ora si stanno invece rendendo conto di quello che è veramente Bolsonaro, con la sua povertà retorica, etica e morale. Quando apre la bocca, altro che Berlusconi dei tempi d’oro. I suoi discorsi sono intrisi di cultura militare, maschilista, razzista. E sulla pandemia, come sapete anche voi in Italia, ne ha fatte di tutti colori».

E l’Italia com’è, a distanza? «Sempre più bella da lontano che da vicino, devo dire. Ravenna mi manca, è una città meravigliosa, ho bellissimi ricordi. Purtroppo non si è mai voluto investire veramente sul beach tennis, forse perché Marina in quel periodo era già piena di gente e non è stato considerato utile. Ma sarebbe stato un ottimo investimento per “internazionalizzare” e rilanciare la località dopo il boom. E poi evidentemente è vero che non si è mai profeti in patria. Basta pensare che sono numero uno al mondo da ormai sette anni (quest’anno la classifica del ranking è cristallizzata a causa della pandemia, ndr) e non ho mai ricevuto neanche un minimo riconoscimento nella mia città…».

La lista degli albergatori al Comune: ecco come utilizzare la tassa di soggiorno

In una lettera inviata a sindaco e assessore anche gli interventi urgenti da realizzare nei lidi

Galla Placidia
Turisti tra San Vitale e Galla Placidia

Come rilanciare il turismo dopo un anno di pandemia? I presidenti di Federalberghi e Assohotel di Ravenna, rispettivamente Raffaele Calisesi e Filippo Donati, dopo un confronto con gli associati hanno individuato una serie di proposte su come utilizzare i proventi dell’imposta di soggiorno, formalizzate attraverso una lettera inviata a sindaco e assessore al Turismo del Comune.

Ecco di seguito tutte le proposte, sintetizzate in una nota inviata alla stampa, che qui riportiamo integralmente:

  • Supporto economico per navetta da aeroporto Forlì a Ravenna e ritorno con prenotazione obbligatoria cercando le forme di cofinanziamento con le risorse pubbliche come ad es. la LR n 41/97.
  • Valutazione nuove modalità di collegamento con aeroporto Bologna in seguito alla messa in opera del people mover e potenziamento collegamenti ferroviari con verifica e calcolo della rottura del carico.
  • Sviluppare iniziative (eductour e informazioni turistiche) in tutte le destinazioni dell’aeroporto di Forlì con operatori turistici e giornalisti anche per promuovere il brand “Ravenna e le sue spiagge”. Analoghe iniziative anche con gli aeroporti di Rimini e Bologna.
  • In funzione della data della possibile riapertura al turismo delle regioni italiane, allorquando sarà ufficializzata, si chiede una forte campagna promozionale per il nostro territorio per favorire la capacità di attrattività dei lidi e della città d’arte anche in coordinamento con Apt servizi e destinazione Romagna.
  • Completamento progetto di installazione di segnaletica di promozione turistica e della destinazione “Ravenna e le sue spiagge” sulle direttrici di accesso al territorio quali autostrade, principali vie di accesso ecc. già presentato agli assessori al turismo e viabilità per il completamento con sei cartelli mancanti.
  • Realizzazione di un sito informativo in chiave turistica visualizzabile su smartphone per coloro che soggiornano nel territorio che promozioni, oltre a quanto già presente nel sito del Comune, gli eventi più rilevanti del momento. Per questo sarebbe utile anche mettere online la pubblicazione Welcome Ravenna.  A questo proposito visto il buon lavoro presentato dall’assessorato al turismo negli ultimi incontri, sarebbe utile trasformare questo lavoro in video esperienziali o altro materiale che possano essere proposti sia dagli imprenditori turistici ai loro clienti sia come materiale istituzionale.
  • Coinvolgimento di Diocesi, Opera di Religione, Fondazione Ravenna Manifestazioni, Ravenna Antica e polo museale dell’Emilia Romagna in un apposito tavolo di confronto affinché siano coordinati gli sforzi di promozione del territorio e dei siti Unesco.
  • Dare seguito al punto precedente mediante la realizzazione di cartellonistica digitale nei punti strategici della città e dei lidi che potranno essere individuati dall’amministrazione e discussi con le associazioni del settore ricettivo.
  • Rafforzare i periodi di bassa stagione per la città d’arte (novembre–febbraio) e dei lidi maggio e settembre con idonee iniziative ed eventi in ambito culturale, sportivo e turistico nonché attuare un’idonea campagna promozionale (anche a mezzo stampa e Tv) non appena la situazione epidemiologica garantirà la mobilità tra regioni. Sarebbe utile individuare una apposita metodologia che favorisca l’apporto di iniziative in tal senso anche proposte da privati.
  • Particolare attenzione al decoro urbano sotto il profilo della gestione delle aree verdi e della raccolta rifiuti e uniformare i presidi per la raccolta rifiuti (es. unico cestino per il centro storico della città). Su questa tematica riterremmo utile un coordinamento tra assessorato al turismo con gli assessorati competenti.
  • Favorire nelle assegnazioni dei contributi dell’amministrazione comunale quelle iniziative che si prefiggono l’animazione serale della città e dei lidi, mediante il coinvolgimento dei giovani che possano esibirsi in piccoli concerti o attività d’intrattenimento. Questo potrebbe avvenire anche mediante un algoritmo che preveda numero di visitatori/ospiti ed altri dati che ne riportino il “peso” turistico. Utile anche una valutazione ex post dovrebbe dell’iniziativa.
  • Effettuare annualmente interventi di manutenzione dell’arredo pubblico, dei marciapiedi, delle piste ciclabili nella città e nei lidi con particolare attenzione alla sostituzione dei materiali deteriorati, ammalorati e obsoleti. Per i lidi occorre un piano straordinario per la messa in sicurezza delle strade rovinate e rese pericolose per il transito di mezzi e pedoni dalle radici dei pini in particolare a Marina di Ravenna, Marina Romea, Punta Marina, Lido di Classe e Lido Adriano. Su questa tematica riterremmo utile un coordinamento tra gli assessorati competenti e le associazioni trovando anche momenti di collaborazione con le delegazioni territoriali.

La lettera, di conseguenza, segnala nel dettaglio gli interventi ritenuti urgenti in vista della prossima stagione nei lidi:

  • Lido di Savio: Viale Romagna; ripristino del degrado del marciapiede, della pista ciclabile e della sede stradali;
    Radici: mettere in sicurezza le strade e marciapiedi danneggiati dai pini che provocano inciampi pericolosi lungo i marciapiedi, buche nella sede stradale e nella pista ciclabile così come su alcuni incroci stradali.
  • Marina Romea Marina Romea: problema principale degrado delle strade e dei marciapiedi, quando realizzati, dalle radici degli alberi.
    Oltre a ciò si chiede:
    – maggior presenza di bidoni nella zona della valle e conseguente controllo e smaltimento dei rifiuti. Ogni volta i pochi cestini presenti sono sempre pieni stracolmi e la gente finisce per abbandonare i rifiuti per terra.
    – manutenzione più costante della valle.
    – mettere in sicurezza il parco per bambini in viale Italia con il posizionamento dei cancelli a protezione delle uscite di questi sulla strada.
    – risolvere l’inadeguatezza dei collegamenti con Ravenna in bassa stagione e nei giorni festivi.
  • Lido Adriano: nell’ambito dell’intervento di riqualificazione di fondo del marciapiede e illuminazione di Viale Virgilio, procedere con la sistemazione (manutenzione o sostituzione) di aree raccolta rifiuti e panchine posizionate lungo il viale.
  • Lido di Classe: Problema principale degrado delle strade e dei marciapiedi, quando realizzati, dalle radici degli alberi. Sistemare e curare la pineta all’interno del centro della località, comprese le aree verdi attrezzate, soprattutto per quanto riguarda la sicurezza dei giochi installati.  A tal proposito prevedere la possibilità di inserire giochi nuovi, di curare meglio il verde circostante e gli avvallamenti e le buche del fondo delle aree.
  • Marina di Ravenna: Problema principale degrado delle strade e dei marciapiedi, quando realizzati, dalle radici degli alberi.
    Evitare che i posti auto sul viale lungomare e in adiacenza alla diga foranea diventino delle vere e proprie aree di sosta camper abusive. Per questo motivo si chiede l’installazione di appositi divieti di sosta per i camper, consentendo in piazza del Marchesato, la sosta dei camperisti che non si vogliono rivolgere ai campeggi della località
  • Punta Marina Terme: Problema principale degrado delle strade e dei marciapiedi, quando realizzati, dalle radici degli alberi. Individuare e predisporre parcheggi in previsione dell’ammanco di posti auto derivante dai lavori del Parco Marittimo.

 

Offrì aiuto alla vicina di casa in crisi con il compagno e la violentò: condannato

Sei anni e quattro mesi a un 42enne che le aveva promesso una millantata terapia di coppia a base di sottomissione e segregazione

ViolenzadonneOffrì aiuto a una giovane vicina di casa in crisi con il compagno e finì per abusare di lei per una decina di giorni trasformandola nella sua schiava con una millantata finalità terapeutica. Un uomo di 42 anni è stato condannato per violenza sessuale a sei anni e quattro mesi con rito abbreviato. In un primo momento era stata indagata anche la moglie dell’uomo, poi scagionata. I fatti si sono svolti nella Bassa Romagna nel luglio 2020, la sentenza è arrivata ieri, 1 aprile, come riportato dai quotidiani locali Corriere Romagna e Resto del Carlino.

La ragazza si rivolse ai vicini del piano superiore dopo una lite con il fidanzato. La coppia le offrì ospitalità e fu l’uomo a imporle regole severe: niente più contatti con l’altro, consegna delle chiavi di casa, obbligo di rivolgersi a lui chiamandolo “padrone”, divieto di uscire. Poi iniziarono dieci giorni di abusi sessuali in varie forme e anche lesioni personali per alcune percosse con utensili da cucina e lo spegnimento di una sigaretta sul polso. Dopo dieci giorni la giovane lasciò l’appartamento e si rivolse al pronto soccorso accompagnata dal fidanzato con cui aveva litigato.

«Ogni anno il Lamone trasporta fino a 15mila kg di rifiuti». Seads sa come pulirlo

Un ingegnere di Lugo tra i fondatori di una startup che ha inventato un sistema di barriere che intercetta i materiali galleggianti sui fiumi. Un anno fa il test sul corso d’acqua a San Romualdo: «Abbiamo contatti per installarlo a Giacarta e Montpellier»

BarriereDalla sorgente in Toscana fino alla foce a Marina Romea sono circa 90 km: è il percorso del fiume Lamone che, secondo alcune stime ottenute dall’incrocio di algoritmi e osservazioni dirette, potrebbe portare a mare ogni anno fino a 10-15 tonnellate di rifiuti, soprattutto plastiche. Il dato è segnalato da Fabio Dalmonte, ingegnere lughese che vive a Londra: insieme a un collega è la mente dietro a un’invenzione che potrebbe ridurre quel flusso di immondizia galleggiante. Si tratta di barriere di dimensioni ridotte – da installare sugli argini con sistemi poco impattanti che non danneggiano la conformazione delle rive, non ostacolano la vita dei pesci e non bloccano il decorso delle acque – in cui restano intrappolati gli scarti trasportati.

Dopo i test con la vasca di simulazione nei laboratori dell’università di Firenze, due anni fa è stata fatta una sperimentazione proprio sul Lamone all’altezza di San Romualdo in un punto dove la larghezza è 25 metri. «Ottimi risultati – dice Dalmonte –. Abbiamo messo in acqua dei campioni di rifiuti di varie forme, ovviamente tenendoli bene sotto controllo per evitare che andassero dispersi, e tutti sono stati intercettati dal nostro prototipo. Anzi, nelle 48 ore in cui è stato in funzione abbiamo raccolto anche 30-35 rifiuti trasportati dall’acqua». Se sale la piena le barriere si possono aprire e non ci sono rischi. Il costo di una installazione è di circa 150-160mila euro per un corso del fiume largo circa 50 metri: «Però a fronte di queste cifre vanno considerati i benefici ambientali da non sottovalutare».

Il Covid ha rallentato i piani della Seads – questo il nome della startup – ma non manca nulla per vedere il primo all’opera in maniera fissa. Potrebbe essere proprio il Lamone, dove già sono stati fatti i test, ma nel frattempo la startup dei due ingegneri ha preso contatti con diverse altre amministrazioni, non solo in Italia. Sono ben avviati i rapporti con Montpellier e con Giacarta. L’installazione nella capitale dell’Indonesia era prevista per lo scorso novembre poi è stata inviata. È proprio là che nata l’idea di tutto. Dalmonte si trovava là cinque anni fa per un studio nell’ambito di un master dell’università di Scozia: «Le stime dicono che circa l’80 percento delle plastiche negli oceani arriva dall’entroterra, quindi portata dai fiumi. E a Giacarta questo l’ho visto bene».

Nei rapporti con le amministrazioni pubbliche per portare avanti i progetti, Dalmonte ha avuto modo di notare i diversi approcci: «In Europa la propensione è più evidente. In Indonesia l’approccio è diverso. A Giacarta ad esempio ci è stato chiesto di fornire una soluzione per il successivo smaltimento di quello che viene tolto dai fiumi. Rientra pienamente nella nostra visione e abbiamo avviato rapporti con altre imprese. In questo modo per le comunità locali si può trarre un ritorno economico dal riciclo dei rifiuti».

Nella casa di riposo contagiati operatori sanitari non vaccinati per scelta

E anche 12 anziani che non avevano ricevuto la somministrazione per questioni burocratiche

Santa TeresaNuovo focolaio Covid a Santa Teresa, la struttura per anziani del centro di Ravenna che può contare su tre sezioni distinte: una Cra, una casa di riposo e una comunità alloggio per oltre cento posti letto complessivi.

Sono 12 i pazienti al momento positivi a cui si aggiungono 8 operatori socio sanitari che lavorano nella struttura, 6 dei quali non vaccinati per scelta.

«Mentre gli infermieri si sono tutti vaccinati – ci dice al telefono Giacomo Farneti, coordinatore della cooperativa Società Dolce che gestisce la struttura -, inizialmente solo il 20 percento degli operatori socio sanitari (che sono una sessantina circa sui 90 operatori complessivi, ndr) aveva deciso di vaccinarsi. Poi grazie soprattutto alla mia insistenza la percentuale è salita fino al 42 percento. Ora, in seguito all’introduzione dell’obbligo vaccinale del nuovo decreto, stiamo valutando con il nostro ufficio legale come comportarci».

Per quanto riguarda i 12 pazienti risultati positivi (al momento sistemati in una sezione della struttura dedicata ai malati Covid, insieme ad altri 6 positivi in dimissione dall’ospedale, ospitati in seguito a un accordo con l’Ausl), si tratta di anziani della casa di riposo che non sono riusciti a ricevere il vaccino per una questione prettamente burocratica.

«A inizio gennaio – ci spiega infatti Farneti – eravamo alle prese con un cluster alla Cra, che quindi in quel momento non è stata giustamente presa in considerazione per la vaccinazione. Ma sono stati esclusi dalla somministrazione anche gli ospiti della casa di riposo (quelli attualmente positivi, ndr) e della comunità alloggio, nonostante si tratti di strutture indipendenti e distinte rispetto alla Cra, solo per il fatto che risultano essere allo stesso numero civico».

La successiva presenza di un contagiato anche nella casa di riposo – un paziente in dimissione dall’ospedale che si è “positivizzato” solo dopo alcune settimane – ha ulteriormente allungato i tempi, con i vaccini arrivati solo a metà marzo a Santa Teresa, struttura che nel corso di questa pandemia ha visto morire con il Covid 13 ospiti sui 48 che complessivamente sono stati contagiati in questi drammatici mesi. 24, invece, i casi di positività tra gli operatori sanitari. 3 hanno riguardato anche persone vaccinate, evidentemente ricadenti in quella piccola percentuale di mancata copertura prevista dalle istituzioni sanitarie.

Riviste Reclam

Vedi tutte le riviste ->

Chiudi