giovedì
28 Agosto 2025

Torna il bonus regionale per le auto ibride: fino a 191 euro all’anno per tre anni

L’Emilia-Romagna stanzia tre milioni per rimborsare il costo del bollo medio. Domande dal 7 aprile per tutti gli acquisti 2021

Auto Elettrica 4Torna per il triennio 2021-2023 il bonus regionale dell’Emilia-Romagna per le auto ibride che rimborsa, a chi acquista un veicolo a basso impatto ambientale, una cifra paragonabile al costo del bollo per tre anni.

Chi ha acquistato o sta acquistando un’auto ibrida, tra i modelli attualmente disponibili, di prima immatricolazione ad uso privato con alimentazione benzina-elettrico, gasolio-elettrico, gpl-elettrico, metano-elettrico o benzina-idrogeno potrà fare domanda online dal 7 aprile per ottenere il contributo, fino a un massimo di 191 euro (pari al costo del bollo medio) all’anno e per tre anni.

Il bonus, rivolto ai cittadini residenti in Emilia-Romagna, sarà accreditato direttamente sui conti correnti dei proprietari dell’auto ibrida immatricolata nel 2021 che si saranno registrati sulla piattaforma web della Regione, sarà erogato in tre tranche – dal 2021 al 2023 – e potrà arrivare fino a un massimo di 573 euro per auto.  il contributo è riservato alle persone fisiche e alle auto di nuova immatricolazione, non è valido  quindi per le auto in leasing, acquistate a km0 o auto aziendali intestate a ditte.

Il provvedimento deciso dalla giunta regionale mette a disposizione tre milioni di euro, uno per ogni anno da qui al 2023, con l’obiettivo di favorire la mobilità sostenibile anche privata. In Emilia-Romagna la diffusione dei veicoli più ecologici ha registrato un notevole successo passando dai 4.369 mezzi in circolazione nel 2016 ai 10.580 nel 2019 e ai 14.834 nel 2020. E negli ultimi due anni le domande per ottenere il bonus regionale sono più che raddoppiate passando dalle oltre 4.300 del 2019 a più di 8500 del 2020.

I cittadini proprietari di una autovettura immatricolata nel 2020 – che dovranno comunque pagare il bollo auto – per accedere al contributo regionale devono inserire esclusivamente online i dati anagrafici, quelli dell’auto e le coordinate bancarie o postali sulle quali si desidera ricevere l’importo dovuto, accreditandosi tramite FedERa – la piattaforma per i servizi online della Regione attiva fino al 30 settembre -, oppure Spid o Cie. Sarà sufficiente comunicare i dati una sola volta e, per i tre anni successivi, la Regione provvederà automaticamente all’accredito del contributo.

Sarà possibile registrarsi online a partire dalle 14 del 7 aprile fino alle 12 del 31 dicembre 2021 sulla piattaforma sul portale regionale.

Cervia vieta la plastica: dal 15 luglio solo sportine e stoviglie biodegradabili

L’ordinanza riguarderà le attività commerciali, artigianali e di somministrazione bevande e alimenti ma saranno valide anche in occasione di sagre e feste

PlasticaCervia guarda alle disposizioni europee e decide di essere tra i primi comuni balneari a mettere al bando la plastica. Entra in vigore il divieto di commercializzazione e uso di shoppers, contenitori e stoviglie monouso non biodegradabili.

Dal prossimo 15 luglio un’ordinanza chiede agli esercenti di attività commerciali, artigianali e di somministrazione alimenti e bevande, e di distributori automatici sul territorio comunale, di distribuire agli acquirenti esclusivamente posate, piatti, bicchieri, cannucce monouso, bastoncini di palloncini, palette di gelati, caffè, frullati, granite, presidi per l’igiene (cotton fioc) e sacchetti monouso (shoppers) in materiale biodegradabile e compostabile. Stesse regole saranno in vigore per commercianti, privati, associazioni e enti in occasione di eventi, feste pubbliche, manifestazioni temporanee, sagre, spettacoli.

Secondo le norme europee le pubbliche amministrazioni hanno l’obbligo generale di porre in essere ogni azione di prevenzione possibile. Per questo un’ordinanza che vieti i sacchetti di plastica utilizzati quotidianamente per la spesa non biodegradabili, che hanno gravi conseguenze di impatto ambientale, nocivo sin dalla loro produzione e che aggravano la situazione in fase di smaltimento.

«La nuova ordinanza “pastic free” – ha dichiarato il sindaco Massimo Medri – è un ulteriore sforzo del nostro territorio per la sostenibilità ambientale e il rispetto degli ecosistemi. La svolta green che da tante parti è auspicata, parte anche da piccole scelte quotidiane che rendono ogni cittadino e fruitore, responsabile di buone pratiche. Per questo come amministrazione comunale abbiamo ritenuto necessario sensibilizzare i nostri concittadini nei confronti della raccolta differenziata, della riduzione della plastica e dell’impatto ambientale. Per lasciare il tempo di smaltire le scorte del materiale già in possesso di ogni operatore, l’ordinanza entrerà in vigore il 15 luglio».

Un ritratto ravennate di Dante finisce su un francobollo in Slovenia

Si tratta del dipinto di Attilio Runcaldier, di proprietà del Comune

A. Runcaldier Ritratto Di Dante Biblioteca Classense Museo E Casa DanteUn ritratto ravennate di Dante comparirà su un francobollo emesso in Slovenia. Il dipinto, realizzato da Attilio Runcaldier (1801-1884) e di proprietà del Comune di Ravenna, è stato infatti scelto dal Comitato di Capodistria della Società Dante Alighieri per l’emissione celebrativa che uscirà in occasione del Dantedì, il 25 marzo prossimo.

L’occasione è stata data dal VII centenario dalla morte di Dante, che viene celebrato in tutto il mondo. Per partecipare a quest’importantissima ricorrenza, il Comitato di Capodistria della Società Dante Alighieri ha lavorato all’emissione di un francobollo personalizzato con l’immagine di Dante dipinta dal pittore e patriota ravennate Runcaldier intorno alla metà dell’Ottocento. Si tratta di una trasposizione pittorica del bassorilievo presente sulla tomba del poeta (opera di Pietro Lombardo, 1483), appartenente alle collezioni dell’Istituzione Biblioteca Classense – Museo e Casa Dante.

L’emissione è parte di un evento più ampio, comprendente tra l’altro la mostra itinerante La Divina Commedia attraverso la filatelia tematica, ideata dal Centro Italiano Filatelia Tematica di Roma. Dal 25 marzo al 20 aprile l’esposizione sarà ospitata presso gli spazi della Comunità degli Italiani “Santorio Santorio” di Capodistria, grazie al contributo della Comunità Autogestita della Nazionalità Italiana della città istriana e del suo presidente Fulvio Richter. Con l’interessamento del Club Filatelico di Capodistria, durante l’evento sarà possibile acquistare il francobollo con un annullo speciale e una cartolina commemorativa detta “carta maxima” (con l’immagine di Dante del Runcaldier).

L’inaugurazione della mostra sarà anche l’occasione per presentare la versione slovena della Divina Commedia, l’unica della tradizione slovena con commento, opera dello studioso e traduttore Jože Debevec (1867 – 1938), con testo curato dalla dantista Valentina Petaros Jeromela. L’importante lavoro, edito dall’Università Popolare di Trieste, si avvale tra le altre di una presentazione di Maurizio Tarantino, direttore della Classense e dirigente dell’Ufficio Politiche e Attività Culturali del Comune di Ravenna.

«È per noi motivo di soddisfazione notare come il VII Centenario della morte di Dante sia celebrato anche all’estero e come anche fuori dall’Italia sia stata scelta per l’occasione un’immagine tutta ravennate del poeta», afferma l’assessora alla cultura del Comune Elsa Signorino. «Runcaldier, artista e patriota, ha dipinto nell’Ottocento un Dante nel suo studio, al lavoro, come doveva essere mentre a Ravenna ultimava il Paradiso».

A 12 anni tiravano sassi contro le auto di passaggio: «Era un gioco»

Pietre di 3-4 cm da un parapetto sulla circonvallazione. Non sono perseguibili perché minori di 14 anni ma per le famiglie 400 euro di multa perché erano in giro senza giustificato motivo in zona rossa

FotosSassi2Due dodicenni si sono allontanati da casa insieme, violando le disposizioni della zona rossa, e sono andati a tirare sassi di 3-4 cm di diametro contro le auto in viaggio sulla circonvallazione di Faenza, all’altezza del cavalcavia di viale Marconi. Ai vigili urbani hanno detto che lo consideravano «un gioco». È successo nei giorni scorsi ma la notizia è stata resa nota oggi, 16 marzo, dalla polizia locale che li ha individuati e fermati nonostante un tentativo di fuga.

È scattata la segnalazione alla procura dei minori di Bologna ma, non avendo raggiunto i 14 anni, i due bambini non possono essere perseguiti penalmente. Mentre per le famiglie, convocate al comando di via Baliatico, è scattata la sanzione di 400 euro a testa per la violazione delle norme anti-Covid trovandosi in giro senza giustificato motivo.

Foto Sassi1L’intervento della pattuglia dei vigili urbani è scattato dopo che alcuni automobilisti avevano contattato il numero d’emergenza 112 per segnalare di essere stati colpiti da sassi mentre transitavano sulla corsia nord. I sassi provenivano dal parapetto della strada che confina con l’area verde tra via Batticuccolo e viale Marconi dove gli agenti hanno notato i due ragazzini in prossimità della ringhiera. Alla vista delle divise i bambini hanno tentato di darsi alla fuga attraverso i campi.

L’episodio è disciplinato dall’articolo 674 del Codice Penale, “Getto pericoloso di cose” e rientra in una fattispecie di reato prevista e punita anche se non si verificano danni concreti.  è stato segnalato alla Procura dei Minori di Bologna, che però non avendo raggiunto i 14 anni non possono essere perseguiti mentre per le famiglie, convocate al comando di via Baliatico, è scattata la sanzione di 400 euro a testa per non aver fatto rispettare ai ragazzini le norme anti-Covid, perché si trovavano in giro senza giustificato motivo.

 

 

Covid: 129 nuovi casi. Oltre 400 l’incidenza ogni 100mila abitanti su 7 giorni

Il dato provinciale delle diagnosi è tra i più alti in Italia. Crescono i ricoverati in terapia intensiva

DRIVE THROUGH TAMPONE COVID PARCHEGGIO PALA DE ANDR RAVENNAUna giornata con un decesso, 194 guarigioni e 129 nuovi positivi al coronavirus in provincia di Ravenna (74 asintomatici e 55 con sintomi di cui 5 ricoverati). I tamponi eseguiti sono stati 1.822. Con i numeri odierni l’incidenza provinciale di nuovi casi ogni 100mila abitanti negli ultimi sette giorni arriva a 444, un dato tra i più alti in Italia (quasi il doppio della soglia di 250 che l’ultimo Dpcm fissa tra i parametri per passare in zona rossa). I casi complessivamente diagnosticati da inizio contagio nel Ravennate sono 23.383.

In Emilia-Romagna in totale 2.184 casi in più rispetto a ieri, su un totale di 41.025 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è del 5,3 percento. Prosegue l’attività di controllo e prevenzione: dei nuovi contagiati, 903 sono asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali. Complessivamente, tra i nuovi positivi 577 erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone, 744 sono stati individuati all’interno di focolai già noti. L’età media dei nuovi positivi di oggi è 43,2 anni.

La situazione dei contagi nelle province vede Bologna con 504 nuovi casi e Modena (419); poi Parma (210), Rimini (203), Reggio Emilia e Cesena (198), Ferrara (131), Ravenna (129). Seguono le province di Piacenza (82), Forlì (75) e territorio imolese (35). Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 1.420 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 224.138.

I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 68.992 (+717 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 65.098 (+659), il 94,4% del totale dei casi attivi.

Si registrano 47 nuovi decessi. In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 11.184.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 378 (+5 rispetto a ieri), 3.516 quelli negli altri reparti Covid (+53).

Condanne per 30 anni ai 3 narcotrafficanti con 42 kg di eroina. Valevano 4 milioni

Sentenza con rito abbreviato a conclusione dell’inchiesta che nel 2018 trovò un appartamento trasformato in raffineria per la droga. In carcere due cugini, il terzo componente è ancora latitante

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Uno dei 76 panetti di eroina sequestrati in un appartamento a Ravenna a febbraio 2018. In albanese “Past” significa puro

In totale 31 anni di reclusione in carcere e 250mila euro di multa. È la sentenza arrivata il 12 marzo in tribunale a Ravenna con rito abbreviato per tre narcotrafficanti albanesi (uno è latitante). È l’epilogo dell’inchiesta esplosa nel 2018 con il sequestro di circa 42 kg di eroina trovati in un appartamento in città nelle disponibilità dei tre condannati. Le analisi di laboratorio avevano rilevato una percentuale di principio attivo superiore al 40 percento che avrebbe consentito di quadruplicare il volume della droga per un valore al dettaglio di quattro milioni di euro.

I tre avevano preso in affitto i locali e li avevano trasformati in una raffineria della droga. Oltre alla droga c’erano 80 chili di sostanza da taglio (paracetamolo e caffeina), frullatori, un’impastatrice professionale per miscelare i composti e una pressa idraulica con stampi per il confezionamento dei panetti. Due revolver e due pistole semiautomatiche, corredate dalle necessarie munizioni, erano nascoste insieme allo stupefacente.

Un componente della banda, il 33enne Armand Kapidani, come detto è ancora latitante. Di recente è stato invece estradato in Italia dall’Albania il 26enne Mateo Gjepali. Alla fine del 2019 un’ordinanza di custodia cautelare aveva già raggiunto Gazmend Gjepali di 28 anni, cugino di Mateo, che si trova in carcere per altre vicende.

Vaccini: ripartono le prenotazioni per la fascia di età 75-79 anni

L’Ausl riprogramma gli appuntamenti dal 29 marzo al 3 aprile

Access Adult Blur 261628La Regione Emilia-Romagna fa sapere che continua la prenotazione del vaccino contro il coronavirus per la fascia di età 75-79 anni che si era aperta ieri mattina, 15 marzo.

Dopo la decisione di ieri di Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, di sospendere in via precauzionale e temporanea le vaccinazioni contro il Covdi-19 con AstraZeneca, l’assessore alle Politiche per la salute dell’Emilia-Romagna Raffaele Donini interviene per chiarire che le prenotazioni per la campagna vaccinale proseguono in tutta la regione. Le modalità di prenotazione sono regolarmente disponibili attraverso i consueti canali, dalle farmacie al Cup passando per Fascicolo sanitario elettronico e call center delle aziende sanitarie.

«Tutti coloro che si erano prenotati ieri (15 marzo, ndr) ed avevano ricevuto la data di somministrazione del vaccino con Astrazenaca in questa settimana – si legge in una nota dell’Ausl Romagna – saranno ricontattati dall’Azienda attraverso un Sms che gli comunicherà il nuovo appuntamento per la settimana dal 29 marzo al 3 aprile».

Prosegue come da programma la vaccinazione agli ultra 80enni e alle persone con patologie gravi ed estremamente vulnerabili, perché la loro vaccinazione prioritaria è in programma con i prodotti forniti da Pfizer e Moderna.

«Idrossiclorochina pericolosa, i vaccini sicuri: un medico non può dire certe cose»

L’intervento di Andrea Casadio, giornalista e dottore, dopo la nostra intervista a Luca Graziani

AndreacasadioRiceviamo e pubblichiamo una replica a Luca Graziani, dottore che si è scagliato contro mascherine e vaccini anti Covid, da noi intervistato settimana scorsa, da parte di Andrea Casadio, giornalista, reporter e autore televisivo, che può vantare anche una laurea in Medicina a Bologna, con dottorato in Neuroscienze, grazie ai quali ha insegnato e fatto ricerca alla Columbia University di New York.

Quando ho letto l’intervista al dottor Luca Graziani sul Covid, sono saltato sulla sedia: quel medico ha messo in fila una sequenza di affermazioni sgangherate, approssimative e false, contrarie a quel che dice la scienza, che sarebbero ammissibili se dette da qualcuno che non sa, ma che sono inaccettabili da un uomo di scienza quale lui dovrebbe essere. Il dottor Graziani afferma che “solo gli imbecilli sono sicuri di ciò che dicono”. Allora lo confesso, sono un imbecille, perché sono certo di una cosa: mi fido di quel che dice la scienza, la quale offre una conoscenza e una verità che si costruisce passo dopo passo, esperimento dopo esperimento, e diventa sempre più piena. E qual è la verità sul Covid? Le cose sono state chiare fin dal primo momento.

Fin dal primissimo articolo scientifico sul COVID-19, dal titolo “Caratteristiche cliniche dei pazienti infettati dal nuovo coronavirus del 2019 a Wuhan, in Cina”, scritto dai medici cinesi che avevano osservato e curato i primi malati al mondo, e pubblicato a gennaio 2020 sulla prestigiosa rivista scientifica inglese Lancet, è stato ben chiaro quale sia il meccanismo d’azione del virus, come si sviluppi la malattia e come si possa curare. Difatti, i medici cinesi scrivono nero su bianco che il “nuovo coronavirus del 2019” (che poi avrebbe preso il nome di SARS-Cov-2) entra nel nostro organismo per via aerea attraverso il naso e la bocca, arriva nei polmoni e qui, ora sappiamo, attraverso la sua proteina spike (spina) si lega ai recettori ACE-2 sulla membrana delle cellule dei nostri alveoli polmonari, penetra dentro di esse, si replica generando nuove copie del virus che riempiono la cellula fino a farla scoppiare, poi i nuovi virus prodotti invadono la cellula vicina, e così via, distruggendo a poco a poco le pareti degli alveoli. Questo danno cellulare progressivo richiama nei polmoni un gran numero di cellule immunitarie, denominate macrofagi, che cominciano a secernere sostanze chiamate citochine, le quali attirano in loco altri macrofagi che fagocitano cellule morte e virus, che rilasciano altre citochine le quali richiamano altre cellule, e così via. Nei casi più gravi i macrofagi secernono una “tempesta di citochine”, che provocano una super-infiammazione polmonare – in pratica gli alveoli si riempiono di siero, quel liquido trasparente che fuoriesce anche dalle nostre ferite -, i polmoni smettono di ventilare, così il sangue nei polmoni ristagna, e se il sangue ristagna si innescano fenomeni di coagulazione, cioè si formano trombi all’interno dei vasi polmonari.

Questo dicevano i medici cinesi, e suggerivano che per curare questa nuova malattia bisognava somministrare farmaci antinfiammatori come l’ibuprofene o il cortisone nei casi più gravi, per smorzare la super infiammazione polmonare; anticoagulanti come l’eparina per prevenire la trombosi; e tanto tanto ossigeno, anche intubando i pazienti se necessario, perché questi pazienti respirano male.

Questa è la cura per il COVID-19, descritta fin dal primo articolo pubblicato al mondo. Da allora non abbiamo cambiato ma solo raffinato la terapia. Studiando le epidemie in corso, si è capito che ogni 100 infetti di CoVID-19 circa 50 restano asintomatici, ma sono portatori del virus, gli altri 50 si ammalano e di questi 15 devono andare in ospedale, 5 finiscono in terapia intensiva e 1 o 2 ogni 100 muoiono, soprattutto i vecchi. Mentre i pazienti con sintomi più lievi – una febbriciattola e poca tosse – possono essere curati con tachipirina e ibuprofene, e guariscono praticamente da soli, i casi più gravi necessitano di una terapia più massiccia con cortisone e intubazione, ma qualcuno nonostante tutto muore. Questa è la cura.

Migliaia e migliaia di scienziati e di medici di tutte le università e gli ospedali del mondo hanno pubblicato ricerche scientifiche sempre più accurate e perfezionato questa terapia. Ed ecco che arriva il dottor Luca Graziani, from Ravenna, che sostiene di aver trovato lui la vera terapia che le grandi case farmaceutiche ci nascondono, a base di idrossiclorochina, vitamine e ossigeno, e mi raccomando niente tachipirina. A parte che l’ossigeno lo si usa fin dal primo momento, che la tachipirina si usa solo nei casi più lievi per abbassare la febbre, vorrei fare notare al dottor Graziani che l’idrossiclorochina – un farmaco usato per la cura della malaria molto tossico e che possiede anche blande proprietà antinfiammatorie e per questo era stato proposto per la cura del Covid da un simpatico medico francese, Didier Raoult, poi espulso dall’ordine dei medici perché aveva barato sui dati – ormai è dimostrato che non fa nulla contro il Covid, anzi ne aumenta la mortalità. Le vitamine contro il Covid  sono solo acqua fresca. Graziani sostiene che nessuno dei pazienti da lui curati è morto, e mi viene il sospetto che lui abbia curato solo persone che sarebbero guarite da sole, che fortunatamente col Covid ci sono.

Un’altra affermazione del dottor Graziani è francamente ridicola: lui sostiene che le mascherine fanno male perché ci fanno respirare l’anidride carbonica tossica che espiriamo e ci alterano il microbiota. Se fosse vero, i nostri poveri chirurghi che indossano anche otto ore al giorno le mascherine dovrebbero operare indossando maschera e bombole ad ossigeno come un sub, perché è noto che ogni giorno decine di chirurghi muoiono asfissiati, accasciandosi sui pazienti che stanno operando. Per non parlare poi del fatto che, inalando batteri intestinali, i chirurghi convivono per tutta la loro vita con una noiosa cacarella cronica, la famosa “diarrea del chirurgo”.

Poi il dottor Graziani dice che non si fida, finché non facciamo le autopsie su pazienti non sappiamo di che cosa sono morti. Ora, dato che ogni malato grave di polmonite da Covid vomita per giorni un liquido nerastro composto di siero, muco e sangue coagulato, e poi muore, direi che non c’è troppo bisogno di fare un’autopsia per capire di che cosa è morto. Ma forse lui non ne ha mai visto uno. E poi si dà il caso che io conosca bene il medico che ha effettuato decine di autopsie sui morti da Covid di Bergamo, e anche lui non ha dubbi.

Inoltre, il dottor Graziani dice che non si vaccina e pronuncia la solita litania sui vaccini che non sono sicuri che sono stati sperimentati troppo in fretta che non sappiamo che cosa contengono. Tutte boiate. Con uno sforzo senza precedenti i nuovi vaccini contro il Covid sono stati sviluppati e sperimentati in breve tempo su decine di migliaia di persone, e gli studi scientifici pubblicati dimostrano che sono sicuri ed efficaci, il tutto rigorosamente documentato. Se volete vi posso fornire una ricchissima bibliografia scientifica.

A questo link un articolo sul caso Astrazeneca, alla vigilia della sospensione, a cura sempre di Casadio: “Quello che vi hanno detto sui problemi di Astrazeneca è falso: ecco i veri numeri sull’efficacia”

Infine, una questione di metodo. I medici come il dottor Graziani sostengono di essere delle specie di Galileo che hanno scoperto una verità contraria al dogma. Ebbene, in scienza funziona così: se hai una teoria prima devi mostrare le prove che la confermano, e poi puoi aprire bocca. Invece questi medici dicono: “le mascherine fanno male e uccidono”, oppure “i vaccini sono inutili”, ma non hanno una sola prova di quel che dicono. Galileo sosteneva che la Terra girava attorno al sole e aveva le prove, mentre la Chiesa sosteneva che era il Sole a ruotare attorno alla Terra, ma non ne aveva. In questa storia i veri Galileo sono gli scienziati che fanno ricerca e che scoprono i vaccini, invece i medici come il dottor Graziani sono come la Chiesa medievale, che si basava sulla fede cieca e non sulla verità sperimentale. E qui, mi spiace, ma faccio un appello: se è vero che la medicina è una scienza che si basa sul metodo sperimentale e non una fede, un medico non può esprimere “opinioni” senza fondamento scientifico e pericolose, non può sostenere che nessuno muore di Covid, basta saperlo curare, perché questa è una frase offensiva per tutti quelli che di Covid sono morti vomitando il loro sangue; non può invitare le persone a non indossare le mascherine perché questo mette in pericolo la vita di molti; e non può invitare a non vaccinarsi, perché questa non è libertà di scelta, ma fideismo oscurantista.

L’Ordine dei Medici deve prendere posizione e intervenire. Sennò, non si capisce bene cosa ci stia a fare.

Casse di colmata, processo sui fanghi: in appello assoluzione per tutti i 6 manager

La procura contestava la creazione di discariche abusive con la permanenza dei materiali dragati dai fondali oltre i termini autorizzati e chiedeva un anno e mezzo per dirigenti ai vertici di Ap, Sapir e Cmc. Erano già arrivate altre tre prescrizioni

Tutti assolti in appello i sei imputati del processo per i reati ambientali contestati nell’ambito della creazione di otto casse di colmata per fanghi di dragaggio del porto di Ravenna. “Il fatto non costituisce reato”, hanno affermato i giudici. Alla sbarra c’erano figure di vertice dell’Autorità portuale che ha appaltato i lavori, della Cmc che li ha eseguiti e della Sapir che ha concesso in affitto i propri terreni per le casse. L’accusa chiedeva un anno e mezzo per tutti sostenendo che la permanenza oltre i termini concessi dalle autorizzazioni avesse trasformato i sedimenti in rifiuti speciali e le casse in discariche abusive.

Il riferimento normativo complessivo è il testo unico 152/2006 che richiama sostanzialmente tutte le precedenti disposizioni. I depositi erano partiti nel 2008, le scadenze più recenti risalivano alla fine del 2012 ma altre erano precedenti. In totale circa tre milioni di metri cubi di materiale (volume equivalente circa a 30mila Tir) conferito nelle casse in momenti diversi nel corso del tempo.

Per tre degli imputati si è trattato della conferma della sentenza di primo grado del 2019, per gli altri tre invece il ribaltamento rispetto alle condanne ricevute. Le assoluzioni che hanno modificato la prima sentenza hanno riguardato l’ingegnere Galliano Di Marco (presidente di Ap dal 2012 al marzo 2016, in primo grado per lui un anno e quattro mesi), Dario Foschini (amministratore delegato della Cmc dal 2009 al marzo 2015, nove mesi al primo processo), Maurizio Fucchi (vicepresidente della Cmc dal 2011 al giugno 2014, condanna a nove mesi). Per loro era stato deciso anche l’obbligo di provvedere al recupero e smaltimento dei fanghi.

Hanno visto confermata l’assoluzione Alfredo Fioretti (vicepresidente della Cmc fino al 2017 e poi presidente), Matteo Casadio e Roberto Rubboli (presidente e amministratore delegato di Sapir dopo il 2011). Per altre tre persone era arrivato l’avviso di fine indagini ma a chiudere i loro fascicoli ci aveva pensato la prescrizione: Giuseppe Parrello (presidente Ap dal 2003 al 2012), Giordano Angelini (presidente Sapir dal 2001 al 2011) e Guido Leoni (vicepresidente Cmc fino al 2011). Il decimo e ultimo indagato era Massimo Matteucci, presidente della Cmc: la morte nel 2017 aveva concluso le sue vicende giudiziarie. Già in primo grado erano state dissequestrate le casse e restituite alla proprietà, venendo respinta la richiesta di confisca dei terreni avanzata dalla procura.

Vaccino AstraZeneca sospeso, l’Ausl annulla gli appuntamenti del 16 marzo

Per quanto riguarda over 75 e categorie professionali. L’assessore: «Si arrivi presto a una decisione definitiva»

Vaccino Astrazeneca 1«Mi auguro che il Governo e la comunità scientifica italiana e europea giungano al più presto ad una determinazione definitiva che garantisca la prosecuzione del piano vaccinale in modo efficace e nella massima sicurezza».

Lo dice l’assessore regionale alla Sanità dell’Emilia-Romagna, Raffaele Donini, commentando lo stop deciso per tutta Italia alle vaccinazioni con AstraZeneca.

Intanto a seguito della temporanea sospensione in via precauzionale e temporanea da parte dell’Agenzia Nazionale del Farmaco, Ausl Romagna invita  tutti i cittadini over 75 e quelli appartenenti alle categorie professionali, che erano prenotati per la giornata di domani (martedì 16 marzo) a non presentarsi al punto vaccinale.

«L’Azienda sta provvedendo ad informare i cittadini prenotati – si legge in una nota dell’Ausl – anche attraverso Sms e, grazie alla collaborazione con le Prefetture Locali, anche gli appartenenti alle Forze dell’Ordine. Sono stati inoltre informati tutti i medici di Medicina Generale perché provvedano a sospendere la vaccinazione del Personale Scolastico. Scusandoci per il disguido, seguiranno nei prossimi giorni ulteriori aggiornamenti».

Covid: 216 nuovi casi, l’11,2 percento dei tamponi. Un decesso

La diffusione del contagio sul territorio registra un aumento dei posti letto occupati in terapia intensiva

IMG 4656In provincia di Ravenna da oggi, 15 marzo, ci sono 216 persone in più che hanno contratto il Covid: 87 asintomatici e 129 con sintomi; 209 in isolamento domiciliare e 7 ricoverati. I dati sono degli esiti dei tamponi giunti nelle 24 ore precedenti al mezzogiorno e fanno  riferimento a 1.924 tamponi per un tasso di positività dell’11,2 percento. Il totale delle positività da inizio epidemia è 23.254. La Regione ha comunicato il decesso di una paziente di 93 anni (in totale 851) e 34 guarigioni (75 percento dei contagiati).

Nella regione Emilia-Romagna dall’inizio dell’epidemia si sono registrati 302.148 casi di positività, 2.822 in più rispetto a ieri, su un totale di 15.767 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sui tamponi fatti da ieri – del 17,9%, in linea con quella dello scorso lunedì – non è indicativa dell’andamento generale, poiché il numero di tamponi eseguiti la domenica è inferiore rispetto agli altri giorni. Inoltre, nei festivi soprattutto quelli molecolari vengono fatti soprattutto su casi per i quali spesso è atteso il risultato positivo.

La situazione dei contagi nelle province vede Bologna con 760 nuovi casi, seguita da Modena (575). Poi Rimini (338), Cesena (224), Ravenna (216); seguono Reggio Emilia (189), Ferrara (164), Forlì (125), Parma (120), Imola (73) e, infine, Piacenza (38).

Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 11.956 tamponi molecolari, per un totale di 3.699.201.A questi si aggiungono 3.811 tamponi rapidi.

Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 1.023 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 222.718.

I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 68.293 (+1.738 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 64.456 (+1.584), il 94,4% del totale dei casi attivi.

Si registrano 61 nuovi decessi. In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 11.137.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 373 (+9 rispetto a ieri), 3.464 quelli negli altri reparti Covid (+145). Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 10 a Piacenza (numero invariato rispetto a ieri), 21 a Parma (+1), 33 a Reggio Emilia (+4), 78 a Modena (-3), 115 a Bologna (+7), 31 a Imola (-2), 32 a Ferrara (-1), 18 a Ravenna (+1), 5 a Forlì (+1), 7 a Cesena (+1) e 23 a Rimini (numero invariato rispetto a ieri).

Continua intanto la campagna vaccinale che in questa fase riguarda il personale della sanità e delle Cra, compresi i degenti delle residenze per anziani, in maggioranza già immunizzati, gli ultraottantenni in assistenza domiciliare e i loro coniugi, se di 80 o più anni, e le persone dagli 85 anni in su; proseguono le prenotazioni per quelle dagli 80 agli 84 anni, iniziate l’1 marzo. Poi il personale scolastico e universitario e le forze dell’ordine. Da oggi, lunedì 15 marzo, in tutta l’Emilia-Romagna sono aperte le prenotazioni per il vaccino dei cittadini dai 75 ai 79 anni (i nati dal 1942 al 1946). In partenza anche le chiamate delle Aziende sanitarie alle persone “estremamente vulnerabili”, cioè affette da patologie critiche. Alle ore 15 sono state somministrate complessivamente 596.367 dosi; sul totale, 192.599 sono seconde dosi, e cioè le persone che hanno completato il ciclo vaccinale.

Elezioni Ravenna, in corsa anche i “no vax”. Panizza candidato del Movimento 3 V

Il consigliere uscente del Gruppo Misto si presenta alla guida del partito della “libera scelta vaccinale”

Emanuele PanizzaIl Movimento 3 V si presenterà anche alle elezioni amministrative di Ravenna. Lo annuncia lo stesso partito, rendendo noto anche il candidato sindaco.

Si tratta di Emanuele Panizza, 49enne consigliere comunale uscente del Gruppo Misto (entrato a Palazzo Merlato in quota CambieRà, la lista civica “grillina”, sostituendo la dimissionaria Michela Guerra a inizio 2018).

Il 3 V è invece il movimento politico di riferimento dei cosiddetti “no vax”, da cui cerca saltuariamente di prendere comunque le distanze dichiarandosi esclusivaemnte per la libera scelta e contro l’obbligo vaccinale. Al momento comunque sul sito del Movimento campeggia lo slogan “Io non mi vaccino perché” e le stesse 3 V stanno a rappresentare le parole “Vaccini Vogliamo Verità”.

Il Movimento si autodefinisce «il partito politico che opera con il solo intento di perseguire il bene comune, cioè il benessere di tutti i cittadini, in armonia con l’ambiente e con ogni forma di vita» ed è stato attivo anche in diverse campagne contro la tecnologia 5G, che Panizza ha portato anche nelle aule di Palazzo Merlato.

I 3 V continuano anche a manifestare nelle varie città della Romagna (Ravenna compresa) contro le misure anti Covid.

Il Movimento si è presentato alle ultime elezioni regionali, ottenendo nel febbraio del 2020 circa 11mila voti e lo 0,5 percento delle preferenze (comunque più delle tre liste di estrema sinistra che si presentarono al voto).

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