martedì
19 Agosto 2025

In diecimila questa estate alla nuova arena del museo Classis: «Scommessa vinta»

La fondazione Ravennantica: «Già al lavoro per l’edizione 2021, sperando che il Covid resti solo un ricordo»

Classis ArenaDal 30 giugno al 29 agosto sono stati 9.758 i partecipanti agli spettacoli realizzati nell’arena estiva (da 540 posti) allestita di fronte il Museo Classis Ravenna.

In seguito alla pandemia Covid 19, che ha di fatto azzerato completamente lo spettacolo dal vivo, la Fondazione Ravennantica ha deciso di ripensare la rassegna estiva che da 5 anni si svolgeva all’Antico Porto di Classe. Lo scopo era quello di garantire un’estate ricca di eventi culturali, sia gli abitanti del territorio che ai turisti.

«Ovviamente – scrivono in una nota gli organizzatori di RavennAntica, che parlano a più riprese di «scommessa vinta» – le scommesse non si vincono da soli: RavennAntica, in collaborazione con il Comune di Ravenna, ha ospitato tutte le realtà del territorio in modo che potessero concludere le loro programmazioni, con l’obiettivo di tutelare il lavoro di questo importante comparto culturale per realizzare un cartellone di spettacoli il più ampio e variegato possibile. Vogliamo quindi ringraziare: Ravenna Jazz, La Toscanini Next, il Festival Internazionale dei Burattini e della Figure Arrivano dal Mare!, Bronson Produzioni, Accademia Perduta/Romagna Teatri, Emilia-Romagna Concerti con la Young Musicians European Orchestra, ScrittuRa Festival, Ravenna Teatro e La Corelli».

«Tutto ciò – continua la nota della fondazione – ha permesso al Museo Classis di perseguire la sua vocazione, ossia diventare un luogo di sperimentazione e contaminazione tra le diverse arti, vivo e aperto sia ai turisti che alla cittadinanza, dove poter fruire del patrimonio culturale in tutte le sue forme, in un legame indissolubile tra cultura e spettacolo.
Forte di questo bagaglio di esperienza, RavennAntica sta già lavorando alla rassegna del 2021 in modo da renderla ancora più partecipata, sia dal punto di vista delle collaborazioni che del pubblico: con la speranza che il Covid 19 resti solo un ricordo, superato e risolto per il meglio».

Gli psicologi: «A scuola necessario un supporto contro ansia e paura di contagi»

L’ordine professionale dell’Emilia-Romagna sottolinea come sia indispensabie il ritorno in aula ma mette in fila alcuni consigli

Rientro Scuola Guido NovelloIn una nota inviata alla stampa, l’ordine degli psicologi dell’Emilia-Romagna sottolinea come sia indispensabile riprendere la frequenza della scuola.
«Coniugare il diritto allo studio con la sicurezza di tutte le componenti personali della scuola non è cosa facile – spiegano gli psicologi –. Si rende necessario, così come previsto dal Protocollo di Sicurezza e dalle ultime Linee Guida Ministeriali, un supporto psicologico mirato alla scuola di ogni ordine e grado, per fronteggiare situazioni di smarrimento, di stress, di ansia dovuta ad eccessiva responsabilità, timore di contagio e situazione di isolamento vissuta. La pandemia, ancora presente, mette a dura prova tutto il sistema scuola creando prevedibilmente un disagio psicologico diffuso nelle sue varie componenti: docenti, genitori, alunni e alunne, personale ata, ecc. È quindi fondamentale tutelare la salute psicologica di tutti con azioni di prevenzione, fornendo alla scuola interventi specifici per attivare risorse adattive e di resilienza».

«Il “digital divide”, nel periodo del lockdown – continua la lettera aperta dell’Ordine – ha accentuato purtroppo le disuguaglianze e aggravato il fenomeno delle povertà educative, con gravi ripercussioni anche psicologiche per tutti i minori che vivono in situazioni di svantaggio sociale ed economico e in particolare per chi vive una condizione di disabilità o con bisogni educativi speciali».

«La presenza della scuola in remoto ha generato, in molte situazioni, una profonda frattura negli equilibri quotidiani con possibili ripercussioni negative sullo stato di salute psicofisico: alterazione ciclo sonno-veglia, sregolatezza alimentare, apatia, demotivazione, paura, chiusura, ansia e intolleranza, ecc».

«L’insegnamento – si legge ancora – è un processo educativo e formativo complesso, la cui componente relazionale in presenza è indispensabile ed è fondamentale che sia caratterizzata da vicinanza fisica, espressioni accoglienti e rassicuranti, ascolto attivo, gesti incoraggianti. Facilitare il racconto soggettivo dell’esperienza della perdita e della ritrovata dimensione sociale scolastica, può favorire la ri-significazione tanto delle situazioni vissute nei mesi di sospensione, quanto del ritorno a una normalità, ci auguriamo duratura, che si presenta necessariamente differente da prima. La narrazione rende possibile la rielaborazione emozionale, cognitiva e affettiva. Una narrazione di sé guidata, in modo appropriato all’età e nel rispetto di tutte le diverse individualità, può responsabilizzare al mantenimento di condotte adeguate di protezione propria e altrui della salute. In particolare, in questo momento Covid, diventa fondamentale per la costruzione di proprie conoscenze utili ad orientarsi nei comportamenti e nelle relazioni interpersonali».

Scuola, il rientro in mascherina – LE FOTO

Al via l’anno Covid: tutte le info utili

Sono tornati in classe anche in provincia di Ravenna gli alunni delle scuole elementari, medie e superiori (oltre alle materne, mentre i nidi erano già aperti dal 7 settembre).

Ecco alcuni scatti (di Massimo Argnani) del primo giorno, a Ravenna, tra scuola elementare Torre, le medie Guido Novello e il liceo classico.

Un ritorno pieno di incognite, con diverse misure da seguire per il contenimento della diffusione del virus.

Tutte le info utili a questo link.

Cervia, rinascita della pineta dopo la tromba d’aria: 5mila piante dalla Regione

Su una superficie di 10 ettari. I lavori si svolgeranno questo inverno. Continua la raccolta fondi on line

Pineta LitoraneaConclusa la fase 1, con la riapertura al pubblico il 4 maggio della pineta di Cervia e Milano Marittima colpita duramente dal passaggio della tromba meteomarina il 10 luglio 2019, ci si sta avviando lentamente alla normalità con la pianificazione delle opere di riforestazione e rinaturalizzazione delle aree più colpite.

Grazie al progetto regionale “Quattro milioni di alberi in più. Piantiamo un albero per ogni abitante dell’Emilia-Romagna”, la Regione Emilia Romagna destinerà al Comune di Cervia circa 5.000 esemplari di piante forestali che contribuiranno al rimboschimento della pineta a nord di Via Jelenia Gora, compresa tra le abitazioni dalla IV e VII traversa a est e il circolo tennis a ovest.

Si tratta di una superficie di circa dieci ettari su cui, tenendo conto della rinnovazione naturale già in atto che sarà rigorosamente conservata e valorizzata, si metteranno a dimora nelle aree più scoperte piante appartenenti alla flora arborea e arbustiva autoctona, di provenienza locale, alte circa 1-1,5 metri.

Il materiale vegetale, che verrà fornito da vivai regionali e privati accreditati, dovrebbe essere costituito da una varietà di pini domestici, frassini, querce, carpini, aceri e olmi campestri, oltre ad arbusti già diffusi della nostra pineta  come phillirea, pistacia, olivello, prugnolo, alaterno, ginepro, spincervino.

Se la Regione donerà il materiale vivaistico, il Comune finanzierà i costi di preparazione, piantagione e le prime manutenzioni necessarie all’attecchimento.

I lavori di riforestazione, che saranno seguiti dai tecnici comunali, con la supervisione dei tecnici dell’Ente Parco Delta del Po, sono previsti nella variante al Piano di Gestione Naturalistica della Pineta approvata dalla Regione a gennaio scorso e si svolgeranno nel corso della prossima stagione invernale.

Nella stessa zona dovrebbero anche essere messe a dimora le piante, di dimensioni superiori rispetto alle piante fornite dalla regione, che verranno acquistate attraverso le risorse finanziarie raccolte con le campagne di crowdfounding  gestite o sponsorizzate dal Comune di Cervia, come la campagna “Non voglio cambiare pineta”, attualmente attiva sulla piattaforma Gofundme (https://www.gofundme.com/f/donaalberi).

L’Amministrazione comunale sta adoperandosi anche per reperire risorse per avviare il piano di riforestazione che dovrebbe portare ad una rinaturalizzazione  anche della pineta a sud della Via Jelenia Gora, compresa tra Via Ravenna a est e la ferrovia a ovest.

Per questo sono stati predisposti due progetti specifici che interesseranno un’area complessiva di 7 ettari oggetto di piantagioni di oltre 4.500 piante forestali, con  le stesse caratteristiche selvicolturali e vegetazionali.

I progetti, che prevedono la compartecipazione finanziaria del Comune per la quota IVA, verranno a breve candidati su un bando regionale per investimenti finalizzati al “Sostegno al ripristino delle foreste danneggiate da incendi, calamità naturali e eventi catastrofici” all’interno del Piano di Sviluppo Rurale gestito

Entro il prossimo febbraio si conosceranno le graduatorie e se i progetti dovessero essere finanziati, i lavori partiranno nell’autunno 2021 per concludersi nella primavera successiva, andando a completare il processo di rinaturalizzazione delle zone danneggiate.

Ravenna, il sindaco ha dato il via a una nuova tradizione: la lettura della Commedia

Appuntamento con un canto tutti i giorni davanti alla Tomba del Poeta

Lettura Perpetua DanteÈ stato il sindaco a dare il via a quella da lui stesso definita come «una nuova tradizione per Ravenna». La lettura, davanti alla Tomba di Dante, di un canto della Divina Commedia ogni giorno, alle 18 (in inverno alle 17), per sempre.

Ad alternarsi davanti al leggio saranno semplici cittadini e artisti professionisti, ravennati e non, per un evento che secondo le intenzioni del sindaco dovrà diventare appunto una tradizione e un appuntamento fisso anche per i turisti.

Per partecipare all’iniziativa – denominata “L’ora che volge il disìo” – Lettura perpetua della Divina Commedia – basta compilare un modulo e attendere l’assegnazione del canto. Per maggiori informazioni leggidante@ravennantica.org (infoline 328 4815973).

La lettura verrà anche trasmessa in diretta streaming su vivadante.it.

«Il Covid era l’occasione per dividere finalmente le classi numerose in doppi turni»

De Notaris insegna da oltre 40 anni: «Si sta pensando solo all’aspetto sanitario, non all’insegnamento. Così la scuola torna indietro di decenni»

Elisabetta De Notaris«Questa pandemia poteva essere un’occasione d’oro per riformare la scuola, ma gli insegnanti non sono stati interpellati e di fatto non è cambiato nulla rispetto al passato. Si è cercato solo di rispettare le regole fissate dall’Ausl, senza tenere in considerazione l’importanza dell’insegnamento e dell’apprendimento».

A parlare è una maestra di elementare con alle spalle oltre 40 anni di carriera. Elisabetta De Notaris, 63 anni, si appresta a tornare in cattedra alla Pasini di Ravenna senza paura, ma solo con un gran rammarico per quello che sarebbe potuto essere e invece non è stato. «La soluzione perfetta sarebbe stato il doppio turno, come non può che pensare chi davvero ama questo lavoro. Dividere le classi, numerose come sono, con metà bambini a scuola al mattino e metà al pomeriggio. Si sarebbe risolto il problema dei distanziamenti, così come quello del trasporto pubblico, ma soprattutto si sarebbe data occasione agli insegnanti di concentrarsi solo sul proprio lavoro, dando loro modo di attivarsi in maniera mirata per favorire un vero apprendimento. E invece tutto è rimasto come prima, con classi anche da 29 bambini, ma adeguatamente distanziati, e i soliti ritardi tra l’altro: posti per bidelle, insegnanti, professori, sostegno, ancora vacanti al 10 di settembre. Con il via libera invece a interventi di “edilizia leggera” per garantire i distanziamenti, senza nessun piano a lungo termine».

Ci sono poi da considerare le conseguenze sulle vere e proprie mansioni dell’insegnante. «Torneremo alla lezione frontale pura, tanto e giustamente criticata in ambito pedagogico in questi anni: la scuola così tornerà indietro di trent’anni. Non si potranno più fare laboratori a classi aperte, immagino, lavori a gruppi, progetti in condivisione. I bambini non potranno essere incentivati a collaborare, disegnare insieme. Per non parlare dei nostri comportamenti: io insegno nelle classi prime, per esempio, e prima di appoggiare un braccio sulle spalle di un bambino per tirarlo su di morale quando si sentirà triste, dovrò pensarci. E sappiamo bene come l’affetto, il contatto, siano aspetti fondamentali per la salute di tutti e dei più piccoli in particolare».

Nessuna paura invece del contagio, nonostante De Notaris rientri tra i cosiddetti docenti “fragili”. «Non vedo perché avrei dovuto smettere di insegnare: sto bene, non ho “patologie pregresse” e se c’è una cosa che ci ha insegnato questa pandemia è che siamo tutti “a termine”, e ciò fa parte del nostro essere umani».

Covid, altri 20 contagi a Ravenna: 14 sono contatti di casi già noti

In regione i  nuovi positivi sono 143, su 6mila tamponi

Covid Sierologico20 nuovi casi di coronavirus in provincia di Ravenna, 16 asintomatici e 4 con sintomi. È quanto emerge dal bollettino di oggi, 13 settembre. Si tratta di 19 pazienti in isolamento domiciliare e di un ricoverato. Nel dettaglio si tratta di 2 casi importati dall’estero (Romania e Ucraina);14 emersi come contatti di casi già noti, in ambito famigliare (10) e amicale (4); 1 caso emerso a seguito di screening lavorativo; 2 “sporadici” emersi a seguito di sintomi; 1 caso emerso a seguito di screening prericovero per altra patologia.

Il bollettino regionale, aggiornato alle 12 del 13 settembre. Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 33.504 casi di positività, 143 in più rispetto a ieri, di cui 71 asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali.

Prosegue l’attività di controllo e prevenzione: dei 143 nuovi casi, 54 erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone e 50 sono stati individuati nell’ambito di focolai già noti.

Sono 14 i nuovi contagi collegati a rientri dall’estero, per i quali la Regione ha previsto due tamponi naso-faringei durante l’isolamento fiduciario se in arrivo da Paesi extra Schengen e un tampone se di rientro da Grecia, Spagna, Croazia e Malta. Il numero di casi di rientro da altre regioni è 7.

L’età media dei nuovi positivi di oggi è 38 anni.

Su 71 nuovi asintomatici, 14 sono stati individuati attraverso gli screening e i test introdotti dalla Regione, 5 tramite i test pre-ricovero, 51 grazie all’attività di contact tracing mentre in 1 caso l’indagine epidemiologica è ancora in corso.

Per quanto riguarda la situazione nel territorio, il maggior numero di casi si registrano nelle province di Reggio Emilia (32), Bologna (21), Parma (21). Ravenna (20), Modena (13) e a Cesena (13).

I tamponi effettuati ieri sono 6.114, per un totale di 1.025.932. A questi si aggiungono anche 2.042 test sierologici.

I casi attivi, cioè il numero di malati effettivi, a oggi sono 3.939 (112 in più di quelli registrati ieri). Nessun decesso.

Le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 3.766 (108 in più rispetto a ieri), il 95% dei casi attivi. I pazienti in terapia intensiva sono 17 (invariati da ieri), mentre i ricoverati negli altri reparti Covid 156 (+4).

Le persone complessivamente guarite sono 25.096 (+29 rispetto a ieri): 9 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 25.087 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Questi i nuovi casi di positività sul territorio, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 4.892 a Piacenza (+8, di cui 3 sintomatici), 4.104 a Parma (+21, di cui 16 sintomatici), 5.585 a Reggio Emilia (+32, di cui 17 sintomatici), 4.654 a Modena (+13, di cui 5 sintomatici), 5.951 a Bologna (+21, di cui 14 sintomatici), 536 a Imola (+2, di cui 1 sintomatico), 1.325 a Ferrara (+6, di cui 3 sintomatici), 1.639 a Ravenna (+20, di cui 4 sintomatici), 1.260 a Forlì (+2, di cui nessun sintomatico), 1.056 a Cesena (+13, di cui 4 sintomatico) e 2.502 a Rimini (+5, tutti sintomatici).

«Al nido tra burocrazia e genitori preoccupati. Ma i bambini vogliono solo giocare»

Parla un’educatrice dopo i primi giorni di lavoro

Educatrice
La foto dell’educatrice del Milanese che ha fatto discutere sui social. A Ravenna in realtà il camice non viene utilizzato

I nidi, per bambini da 0 a 3 anni, sono stati i primi servizi ad aprire in Emilia-Romagna, già il 7 settembre.

Dopo i primi giorni di attività, abbiamo chiesto una testimonianza a un’educatrice del Ravennate, che preferisce restare anonima.

«In questi primi giorni – ci racconta – si respira l’imbarazzo delle educatrici che hanno fatto la riunione di inizio anno coni genitori senza avere né i criteri igienici sanitari da seguire, né il patto di corresponsabilità da condividere con i genitori. Quindi si sono trovate a dover dare risposte approssimative o non risposte. Bisogna comportarsi bene, altrimenti si rischia una responsabilità anche pensale, ma in realtà non si sa bene neanche come comportarsi».

«Un po’ di personale in più c’è, anche nei nidi più piccoli, ma le nuove prassi, come l’accoglienza separata per sezione e l’uscita che funziona allo stesso modo separato, ne richiederebbe ancora di più. La burocrazia si è appesantita, ci sono comunicazioni da fare per i tracciamenti Covid».

E i bambini? «Ci guardano attraverso la mascherina chirurgica e la visiera in plexiglas che portiamo ogni giorno, ma sorridono e hanno voglia di giocare».

E le famiglie? «Hanno paura di quali provvedimenti potranno essere presi in futuro. Una famiglia che gestisce un ristorante, per esempio, si chiede cosa succederebbe anche alla loro attività se ci fosse un bambino positivo in sezione con il proprio…».

In piazza, distanziati, per celebrare il 699° annuale della morte di Dante

Lettura “corale” di Martinelli, Montanari e Lagani. La giornata ripresa dal fotografo Alex Majoli

In piazza, distanziati, per rendere omaggio a Dante. Succede a Ravenna oggi, in occasione delle celebrazioni del 699° annuale della morte.

In piazza San Francesco dopo la messa si è svolta la lettura corale a cura di Marco Martinelli ed Ermanna Montanari del Teatro delle Albe, con la partecipazione anche (dal balcone del palazzo della Provincia, di Chiara Lagani dell’altra nota compagnia teatrale ravennate Fanny & Alexander.

La giornata sarà ripresa dal fotografo ravennate, di fama internazionale, Alex Majoli.

Tutto il programma a questo link.

La prof: «Meglio una DaD ben organizzata che un rientro a scuola pieno di incognite»

Livia Santini insegna inglese al Morigia-Perdisa: «Al primo positivo cosa faremo noi insegnanti che giriamo tutti i giorni più classi?»

Livia Santini
Livia Santini

Abbiamo chiesto una testimonianza a pochi giorni dall’inizio delle scuole a Livia Santini, professoressa d’inglese all’istituto Morigia-Perdisa di Ravenna, nota in città anche per essere l’organizzatrice dell’originale e molto apprezzata rassegna di incontri (e non solo) all’ospedale, “Rianimazione letteraria”.

«Vorrei distinguere due aspetti – è la nota che ci ha scritto, per rispondere alle nostre domande –: ciò che ha messo in campo il ministero e ciò che ha fatto la mia scuola. Sul primo aspetto sono molto critica. Gravito in questo ambiente da quasi 30 anni e mi sarei aspettata che si utilizzasse questa emergenza per fare veramente il bene della scuola, una riforma seria e vera: non più di 15 studenti per classe, distanza suggerita dall’Oms e ripensamento dell’edilizia scolastica in generale, almeno. In realtà ciò non è avvenuto e credo si sia sprecata un’occasione che sarebbe stata d’oro. Ciò che mi ha delusa maggiormente sono le promesse mancate e l’apparente mancanza di coordinamento perfino con il Ministero dei Trasporti per il quale, per ovviare al problema della ressa, siamo improvvisamente diventati dei congiunti con i nostri studenti. Cose che non si possono sentire. Come non si potevano sentire, durante il lockdown, frasi che andavano dal “saremo rigidi nella valutazione” a un, di fatto, “saranno tutti promossi”, svilendo così il lavoro svolto a distanza. Ho dovuto ascoltare io stessa queste affermazioni per credere che fossero vere».

Per quanto riguarda l’istituto Morigia-Perdisa, «in questo mare di incertezza e di timore –continua Santini –, la mia scuola è pronta: il nostro dirigente, come i tanti dirigenti virtuosi sui quali è stato di fatto scaricato l’onere organizzativo della ripresa, ha messo in campo tutte le procedure necessarie con tempismo e attenzione».

La prof passa poi ad analizzare i rischi di questa apertura. «Naturalmente leggere il dottor Pregliasco affermare che aprire le scuole sarà un stress test non mi fa piacere, quando un altrettanto importante virologo invece esprime preoccupazione seria per il rientro a scuola di tutti noi. Nei mesi ho seguito con attenzione e quotidianamente studiosi, virologi ed esperti del calibro trentennale della Capua, della Viola, di Bucci, Burioni, Crisanti, Silvestri e mi sono documentata come ho potuto su riviste internazionali, ascoltando le conferenze stampa dell’Oms quotidianamente, e sono giunta alla personale conclusione che avrei preferito una DaD (didattica a distanza, ndr) ben organizzata almeno fino alla fine delle influenze stagionali che inevitabilmente ci saranno, piuttosto che un rientro a scuola pieno di incognite».

«Naturalmente –continua la nota di Santini – ho fatto il test sierologico e naturalmente farò del mio meglio ma fare lezione distanti con la mascherina imponendo di non spostarsi e contingentando uscite in bagno e ogni movimento, non mi sembra affatto facile, soprattutto nei mesi invernali, quando tenere aperte le finestre sarà impegnativo. Poi al primo positivo in una classe cosa faremo noi professori che in una mattinata ne cambiamo anche 5 di classi? Perchè ormai è evidente dai dati che i droplets emessi da un numero di circa 20 persone concentrati per ore in una stanza non sono una sorta di aerosol di benessere!».

«Altra cosa che non ho apprezzato è il linciaggio mediatico che si riceve dall’opinone pubblica se si è docenti. Sembra che siamo stati a casa a girarci i pollici mentre assicuro che ci siamo attrezzati subito per fare didattica a distanza al meglio e chi non lo ha fatto è solo perchè le linee guida, non essendo state chiare e precise, han lasciato spazio alle intepretazioni personali. Io, di mio, ho iniziato subito e ho svolto anche gli Esami di Maturità in presenza, altra situazione che poteva essere pensata diversamente. Non so se si evince dalle mie parole che io amo profondamente il mio lavoro e per questo vorrei tutelare i miei studenti ed essere tutelata al massimo. Le evidenze, a oggi, sono che i numeri stanno salendo e allora io vorrei semplicemente fare un ragionamento da profana: quando tutta la popolazione scolastica sarà a scuola e cominceranno i contagi e i ricoveri in Terapia Intensiva, ci saranno i posti per tutti? Perchè oltre ad essersi abbassata l’età dei contagiati, a casa abbiamo tutti –studenti e personale scolastico –genitori e congiunti (reali) fragili, anziani o immunodepressi. A oggi, a proposito, i colleghi “fragili” non hanno ancora una normativa a cui affidarsi e siamo già al 9 settembre. Detto ciò, buon anno scolastico a tutti noi, ribadendo come in questo momento sia vitale una solida alleanza scuola-famiglia».

A Cervia un aquilone per Zaky: «Per far volare Patrick fuori dalla prigione»

Con il disegno di Gianluca Costantini. La lettera dello studente alla famiglia

Amnesty Ravenna Aquilone ZakyFar volare Patrick Zaky fuori dalla prigione. Questo il senso dell’iniziativa di Cervia a sostegno del giovane attivista per i diritti umani detenuto da sette mesi nelle carceri egiziane. Un aquilone con il disegno (realizzato dall’illustratore ravennate Gianluca Costantini) dello studente dell’Alma Mater di Bologna avvolto da un filo spinato si è librato sulla spiaggia di Tagliata.

L’evento è stato organizzato da Amnesty International Italia, Articolo 21 e Festival dei diritti umani a cui hanno aderito anche altre associazioni.

Aquilone AmnestyNel corso della conferenza stampa Giulia Groppi di Amnesty International Italia ha elencato le trattative commerciali e militari in corso tra Italia ed Egitto e ha detto: «Con che coraggio l’Italia porta avanti tranquillamente tutte queste trattative quando l’Egitto da quattro anni si rifiuta di collaborare per la ricerca della verità su Giulio Regeni e tiene in carcere Zaky? Questi i quesiti che abbiamo posto al governo. Crediamo debba esserci un cambio di rotta».

«L’appello al governo è di non trattare con i fascisti» – ha aggiunto Donato Ungaro di Articolo 21, per il quale «con chi rientra nella categoria dei dittatori non si può trattare».

L’unica colpa di Zaky, ha detto il direttore del Festival dei diritti umani, Danilo De Biasio, «è di aver scritto che in Egitto non esistono i diritti umani. E la prova è il fatto che per averlo scritto è finito in galera».

L’aquilone girerà per altre città, tra le prossime ci sono Marzabotto, Conselice e Perugia.

Nel corso della stessa giornata di ieri, 12 settembre, gli attivisti della campagna “FreePatrick” hanno informato che «Patrick ha scritto alla famiglia e ai suoi amici in Egitto per sapere come stanno e per rassicurarli sul suo stato di salute, e mandare il suo amore agli amici di Bologna e di Granada».

Nella missiva Patrick «si augura che la fortuna lo assista nella sua prossima udienza, in modo da poter riguadagnare la libertà».

Nella nuova lettera Patrick ha chiesto anche ai familiari «la data della prossima udienza». La famiglia, si legge sempre nel messaggio sul social network, «ha potuto lasciargli del cibo e dei prodotti per l’igiene nel luogo in cui è detenuto ed è stata rassicurata sul suo stato di salute attraverso una lettera ricevuta dalla prigione di Tora».

Le Sardine in piazza a Faenza «distanziate». Attesa anche la presidente dell’Arci

Il movimento anti Lega dà appuntamento «in risposta a chi ha la presunzione di venire a liberarci»

Sardine Faenza
Le sardine in piazza a Faenza lo scorso gennaio

Le Sardine, il movimento anti Lega nato nel corso della campagna elettorale delle ultime Regionali, tornano in piazza, anche in provincia di Ravenna. L’appuntamento è per domenica 13 settembre dalle 19 in piazza del Popolo, a Faenza, comune che andrà come noto al voto domenica 20 e lunedì 21 per rinnovare il consiglio comunale.

L’obiettivo degli organizzatori è quello di portare anche a Faenza «un muro di sardine, in risposta a chi ha la presunzione di venire a liberarci, a chi non è mai stato inclusivo. Sardine significa rispetto, democrazia, partecipazione, ambiente e inclusione. Faenza non si Lega!». La Lega, a Faenza, sostiene come noto il candidato “civico” Paolo Cavina, sostenuto da tutto il centrodestra.

Gli organizzatori chiedono ai partecipanti di portare cibo in scatola che verrà donato all’associazione “Comitato di Amicizia” per la distribuzione ai più bisognosi.

La manifestazione – assicurano – si svolgerà “nel più accorto rispetto delle normative anti-covid, per questo chiediamo massima attenzione: rispettiamo il distanziamento rimanendo sulle croci tracciate per terra e mettiamo la mascherina!».

Sarà in piazza Luciana Castellina, parlamentare, giornalista, scrittrice e presidente onoraria dell’Arci.

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