domenica
24 Agosto 2025

Riaperte in totale sicurezza le Terme di Punta Marina. Disponibili test sierologici

Cure TermaliAttivi gran parte dei poliambulatori per visite e cure, eccetto quelle inalatorie collettive e caldo-umide

Dopo i decreti ministeriali e la recente ordinanza regionale che ha fissato i protocolli per la riapertura degli impianati termali ha ripreso l’attività di cura, assistenza sanitaria e per il benessere anche le Terme di Punta Marina.

«Il 3 giugno, in ritardo di due mesi sulla data di apertura prevista abbiamo riaperto la stagione per quel che riguarda le cure termali – commenta il direttore Andrea Accardi –. La struttura in realtà non ha chiuso del tutto durante il lockdown perché abbiamo continuato ad erogare prestazioni urgenti e non differibili, soprattutto nel campo della riabilitazione neuromotoria, come da direttiva Ausl».

Per quanto riguarda le cure termali specifiche, le prestazioni offerte hanno alcune limitazioni: non verranno erogate le cure inalatorie collettive e le inalazioni caldo-umide, mentre verranno regolarmente erogate le cure inalatorie con device monouso come l’aerosol, le docce nasali e le ventilazioni polmonari. Nessuna restrizione invece è prevista per cure vascolari, dermatologiche ed idrokinesiterapia.
Inoltre, va sottolineato, è già possibile prenotare il test sierologico per il virus Sars-Cov2 per rilevare la presenza di anticorpi IgG e IgM.

Accardi
Andrea Accardi, direttore delle Terme di Punta Marina

«Per riaprire in totale sicurezza abbiamo stilato protocolli e piani di autocontrollo condivisi con tutti gli stabilimenti termali italiani grazie al lavoro di FoRST (la Fondazione per la Ricerca Scientifica Termale, ndr) – precisa Accardi –. Protocolli e procedure molto importanti e che hanno preso in considerazione tutte le procedure della struttura: dai flussi interni alle modalità di sanificazione, dal controllo della temperatura alle unità trattamento aria.
Abbiamo strutturato questo genere di procedure e protocolli per offrire i nostri servizi in sicurezza e perché crediamo fortemente che il contenimento della diffusione del virus sia responsabilità di tutti nelle nostre azioni quotidiane.
Fina da subito abbiamo notato una grande consapevolezza nelle persone e una sostanziale ampia collaborazione da parte degli utenti nell’applicazione delle norme e questo è per noi di grande supporto. Mi preme sottolineare che abbiamo notato un importante spirito di comunità in questo senso Sono stati rimodulati gli spazi di attesa e prestazioni con estensione degli orari di apertura al fine di consentire l’esecuzione di visite e trattamenti in tutta sicurezza con adeguati distanziamenti fisici grazie al notevole sviluppo volumetrico della nostra struttura.
Poniamo molta attenzione nella informazione preventiva in modo che l’utente arrivi alle terme già preparato così da rispettare le disposizioni che la nostra azienda ha messo in campo per la sicurezza di tutti: dipendenti ed utenti».

«Ci siamo preparati molto bene a questa nuova modalità di lavoro e l’accuratezza che abbiamo posto ai dettagli ci fa sentire piuttosto sereni rispetto alle modalità di erogazione del servizio – sottolinea il direttore Andrea Accardi –. Il picco di emergenza ci auguriamo tutti sia passato ma spero ci abbia lasciato la consapevolezza della necessità di investimenti importanti nella sanità di territorio e prossimità. Le epidemie potrebbero diventare una possibile costante in considerazione della interconnesione del mondo e della consegunete velocità di trasmissione. Ciò che è successo deve lasciare un insegnamento importante su come vanno impegnate le risorse e su come approntare e gestire dei piani di emergenza».

Calcio giovanile, Savarna e Sant’Alberto uniscono le forze e nasce Romagna Accademy

Dai 5 ai 16 anni. Con anche un pullmino per i più distanti

“L’importante non è vincere, è imparare!”. Con questo slogan nasce una nuova società sportiva calcistica con l’intento di creare un settore giovanile che riunisca le storiche esperienze del Savarna e del Sant’Alberto.

Si chiama Romagna Accademy e per i fondatori la prerogativa principale è dare la possibilità a bambini e bambine di crescere calcisticamente in un contesto sano, basato sul rispetto di tutti i protagonisti.

Romagna Accademy vuole “arruolare” bambine e bambini dai 5 anni fino alla categoria “allievi” (16 anni), partendo dal settore giovanile già in essere a Savarna e a Sant’Alberto. I campi di gioco saranno quelli dei rispettivi paesi e grazie alla disponibilità di un pullmino si cercherà anche di aiutare i bambini più distanti nel trasporto verso i campi.

«L’idea di creare una società nuova in questo clima, in cui non si sa bene come il calcio uscirà dal periodo pandemia, soprattutto quello giovanile, è una sfida molto ardua –  dichiara Mirko Pretolani, presidente Romagna Accademy –, ma che se dovesse risultare vincente, ci renderà estremamente orgogliosi e felici».

Info: www.romagnaaccademy.it  e pagina su Facebook romagnaaccademy.

Mascherina obbligatoria e prezzi ridotti: ecco il Ravenna Festival post pandemia

Eventi all’aperto, in caso di pioggia a Ravenna si trasloca dalla Rocca al teatro Alighieri ma solo per i primi duecento spettatori (rimborso per gli altri). A Lugo una prima assoluta con Bollani

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La conferenza di presentazione del Ravenna Festival 2020

Biglietteria solo online, prezzi da 5 a 40 euro, obbligo di mascherina per il pubblico anche negli eventi all’aperto (300 posti alla Rocca Brancaleone e allo stadio di Cervia, 500 al Pavaglione di Lugo), in caso di pioggia a Ravenna si userà il teatro Alighieri ma solo per i primi duecento spettatori che hanno comprato i ticket. Sono alcuni dettagli organizzativi e logistici della prossima edizione del Ravenna Festival, la prima post pandemia. Apertura, come già noto, il 21 giugno alla Rocca con il concerto diretto dal maestro Riccardo Muti. La presentazione del programma (chiusura il 31 luglio, qui il programma completo) si è tenuta stamattina, 5 giugno, al teatro Alighieri.

Le principali notizie riguardo il cartellone, che nonostante le difficili circostanze organizzative si presenta ampio e di notevole rilievo artistico e culturale, sono: la conferma del Concerto dell’Amicizia, dedicato alla Siria (a Ravenna e nel parco archeologico di Paestum), la programmazione di altri due concerti sinfonici, oltre ai tre diretti dal Maestro Muti, appuntamenti con solisti della classica del calibro di Beatrice Rana, Mario Brunello, Nikolay Khozyainov, Filippo Gorini. Poi la danza con etoiles soliste ma anche con passi a due (sul palco solo danzatori che fanno coppia non solo nell’arte ma anche nella vita), tre spettacoli teatrali, due proiezioni cinematografiche con musica dal vivo. E diverse presenze artistiche di spicco come Sergio Castellitto, Isabella Ferrari, Neri Marcorè, Vinicio Capossela, Giovanni Sollima, Accademia Bizantina…

L’edizione 2020 si svolgerà anche a Cervia e Lugo. Nella località costiera è confermata la rassegna di incontri a trebbo nell’arena allo stadio dei Pini (300 posti) con personaggi di varie competenze: fra tutti, visto il momento storico, non può che spiccare la virologa Ilaria Capua. Al Pavaglione lughese (500 posti) invece una prima assoluta: Stefano Bollani presenta la rivisitazione di Jesus Christ Superstar. Poi Maria Grazia Cucinotta e Brunori Sas.

Come detto, gli eventi saranno all’aperto e lo staff non può che fare gli scongiuri contro il maltempo. Il sovrintendente Antonio De Rosa ha assicurato che il Festival farà ogni sforzo possibile per garantire lo svolgimento degli appuntamenti. A Ravenna in caso di pioggia ci si sposterà al teatro Alighieri ma solo per duecento spettatori (limite imposto dalle norme del Governo per gli eventi al chiuso): troveranno posto quindi quelli che hanno comprato i primi biglietti, per gli altri il rimborso. A Lugo invece, dove i posti venduti sono di più per lo spazio offerto dal quadriportico (la legge stabilisce un massimo di mille persone), si proverà a spostare l’evento allungando il calendario.
Insomma, the show must go on, a qualunque costo…

Le prevendite per tutti gli spettacoli si aprono giovedì 11 giugno alle 10: sarà possibile acquistare i biglietti esclusivamente online sul sito ufficiale o telefonicamente contattando la Biglietteria del Teatro Alighieri (tel. 0544 249244). I posti disponibili per ogni evento sono 300 alla Rocca Brancaleone, 300 a Cervia e 500 a Lugo. È possibile acquistare un massimo di due biglietti per persona. Chi ha acquistato biglietti prima della sospensione delle vendite e dell’annuncio del nuovo programma deve rivolgersi alla biglietteria per il rimborso tramite voucher.

Riaperture: i musei Baracca di Lugo e Ducati di Borgo Panigale si incontrano online

Il 5 giugno (18.30) diretta Facebook col sindaco di Lugo Ranalli, l’assessore regionale Andrea Corsini, Livio Lodi e Giuseppe Giacobazzi

Ranalli Lodi Museo Baracca E DucatiIl museo “Francesco Baracca” di Lugo e il museo Ducati di Borgo Panigale, torneranno ad incontrarsi. in occasione  del nuovo appuntamento online che andrà in onda alle 18.30 di oggi venerdì 5 giugno sulla pagina Facebook “Davide Ranalli Sindaco”.
Durante l’incontro si parlerà delle prossime riaperture e delle novità che accompagneranno i due musei nei prossimi mesi. Interverranno il sindaco di Lugo Davide Ranalli, l’assessore regionale al Turismo, Infrastrutture e Commercio Andrea Corsini, il direttore del Museo Ducati, Livio Lodi e l’attore Giuseppe Giacobazzi.

L’appuntamento sarà anche l’occasione per presentare il nuovo allestimento della sala dello “Spad” del Museo Baracca, finanziato dal Rotary Club di Lugo, che inaugurerà il 19 giugno, giorno in cui ricorre il 102esimo anniversario della morte dell’asso degli assi dell’aviazione italiana.

Il legame tra i due musei e tra Lugo e la Ducati, è saldo da tempo. Un fortissimo rapporto originato dalla figura dell’ingegnere della Ducati Fabio Taglioni – lughese di nascita ed autore delle più importanti soluzioni tecniche delle moto bolognesi –, di cui ricorrono quest’anno i cento anni dalla nascita. Nel 2016 il museo Baracca ospitò la Ducati 250 desmo Gp, ideata dall’ingegnere lughese Fabio Taglioni, che porta l’emblema del Cavallino rampante, voluto sulla carena da Taglioni. Proprio sulla figura di Taglioni era prevista in questi giorni una mostra, rinviata a causa dell’emergenza Covid-19.

«Il legame di Lugo con la terra dei motori è molto forte, una storia che abbiamo voluto valorizzare grazie anche al Museo Baracca che tra poco riaprirà con un nuovo allestimento – dichiara il Sindaco Davide Ranalli -. C’è poi un profondo rapporto con il Museo Ducati, nato anche per ricordare un altro lughese illustre. A Lugo sono tanti gli appassionati che ricordano con affetto la figura di Fabio Taglioni, tanto che l’Amministrazione comunale decise negli scorsi anni di dedicargli una via. Il ricordo della nostra storia per noi è fondamentale e continueremo a farlo anche grazie a preziose collaborazioni come quella con il Museo Ducati».

Nuova ciclopedonale, via ai lavori: 380mila euro per 500 metri in via Ospitalacci

Il percorso collegherà la zona sud della città con le prime colline verso l’abitato di Celle. Il cantiere durerà quattro mesi

La zona sud di Faenza e le prime colline verso l’abitato di Celle saranno collegate da una pista ciclopedonale di 500 metri lungo via Ospitalacci (strada provinciale 66): i lavori cominceranno lunedì 8 giugno. Il costo complessivo è di 380mila euro, comprensivi di spese tecniche e costi per l’acquisizione delle aree. L’opera è finanziata attraverso fondi propri dell’amministrazione comunale, tramite mutuo, per un importo pari a 155mila euro, a cui si aggiungono contributi statali derivanti dal cosiddetto “collegato ambientale” per 225mila euro. I lavori sono stati aggiudicati alla ditta Magistra di Colletorto (Cb) e, salvo imprevisti, avranno una durata di circa 4 mesi.

BORGHETTO STATO MODIFICATOIl tracciato sarà collocato prevalentemente all’interno della fascia di rispetto stradale o in prossimità della scarpata della linea ferroviaria Faenza-Firenze, in terreni attualmente agricoli dove è già delineata una carraia a pendenza. Si collegherà alla pista ciclabile di via Canal Grande usufruendo del sottopasso ferroviario esistente e mediante due attraversamenti pedonali, così da conferire continuità al percorso dal centro urbano di Faenza. Nei pressi del borghetto di Via Dottora/Via San Prospero si prevede inoltre la realizzazione di un marciapiede pedonale per un tratto di circa 110 metri in adiacenza alla sede stradale.

A completamento dell’opera verranno eseguiti gli interventi di adeguamento dell’impianto esistente di pubblica illuminazione, di installazione di un nuovo sistema a led con doppia asimmetria per l’illuminazione ad alta visibilità degli attraversamenti pedonali e di montaggio di appositi rilevatori di presenza radar in prossimità del sottopasso ferroviario di Via Canal Grande, che verrà anch’esso adeguatamente illuminato.

SOTTOPASSO STATO MODIFICATO CopyIl percorso ciclopedonale protetto si collegherà alla rete ciclabile già esistente di via Canal Grande e la estenderà al borghetto di Via San Prospero/Via Dottora e all’area residenziale “San Prospero di sotto”. Consentirà di migliorare notevolmente il livello di sicurezza degli spostamenti fra questi insediamenti e il centro urbano da parte dell’utenza debole, nonché di favorire la mobilità sostenibile casa-lavoro e casa-scuola da parte dei bambini frequentanti la scuola Secondaria di primo grado, la scuola Primaria e dell’Infanzia dell’Istituto Comprensivo Europa presenti in zona. Dall’intervento trarrà beneficio anche la mobilità cicloturistica, che sarà valorizzata da una migliore connessione con le aree collinari di Castel Raniero, Pergola e Pideura.

Dante 2021, via ai lavori in piazza Caduti: tre mesi di cantiere, costo 200mila euro

Nuovi asfalti e nuovi marciapiedi, riqualificazione anche per gli accessi alla scuola media Guido Novello e biblioteca Classense. Per la durata della manutenzione via De Gasperi inverte il senso di marcia

28 35 Citta Quartieri CRIS:Layout 1In vista delle celebrazioni per il settimo centenario della morte di Dante nel 2021, sono in partenza a Ravenna i lavori di manutenzione straordinaria in piazza Caduti per la Libertà, in via Guaccimanni e per l’acceso alla scuola Guido Novello e alla biblioteca Classense per un totale di quasi duecentomila euro. I cantieri apriranno dall’8 giugno e si concluderanno per fine agosto. L’apertura delle celebrazioni per l’anniversario dantesco è in programma per il 4 settembre con un concerto diretto dal maestro Riccardo Muti.

Piazza Caduti è luogo di cerniera tra la Classense e la cosiddetta “zona del silenzio” con la Tomba di Dante e la basilica di San Francesco, il cui aspetto attuale è eredità degli interventi urbanistici realizzati nel 1921, in occasione del sesto centenario.

28 35 Citta Quartieri CRIS:Layout 1I nuovi lavori riguarderanno il rifacimento del manto stradale in conglomerato bituminoso della piazza Caduti e del tratto di via Guaccimanni compreso tra via Mazzini e l’ingresso a largo Firenze; il rifacimento della pavimentazione in conglomerato bituminoso di alcuni tratti di marciapiede sulla via Guaccimanni; la nuova realizzazione di cordonata in pietra di luserna presso il marciapiede antistante la scuola Guido Novello e la realizzazione di nuova cordonata in pietra di luserna e rifacimento della pavimentazione in conglomerato bituminoso dei marciapiedi in piazza Caduti per la Libertà antistanti i civici 30 e 34. Inoltre verrà ripristinato il tratto in pavimentazione speciale presso il passaggio pedonale all’incrocio tra la via Guaccimanni e la via Mazzini. Queste opere costeranno centomila euro a carico del Comune.

Contestualmente a tale intervento ne verrà eseguito un altro relativo alla riqualificazione del piazzale antistante la scuola media Guido Novello per un investimento di 95mila euro. Il cantiere sarà operativo dal 15 giugno. I lavori si inseriscono negli “Interventi di rifunzionalizzazione accessi alla Classense e scuola, consentendone la riqualificazione estetica/funzionale, l’eliminazione delle barriere architettoniche per l’accesso all’istituto scolastico. Gli interventi consistono prevalente nella demolizione della vetusta pavimentazione in conglomerato bituminoso, nella realizzazione della nuova pavimentazione lapidea in pietra Giallo d’Istria, nella fornitura e posa in opera di una nuova canaletta grigliata per lo scolo delle acque meteoriche e di nuovi dissuasori di parcheggio in ghisa.

Zona Guido Novello Classense
Anche una parte di piazza Caduti verrà pedonalizzata

Tutti i lavori saranno svolti mediante l’ausilio di deviazioni temporanee del transito veicolare che saranno segnale sul posto e varieranno a seconda delle diverse fasi. Durante il rifacimento della pavimentazione stradale e di alcuni tratti di marciapiede sarà necessaria la chiusura di via Guaccimanni (nel tratto compreso fra piazza Caduti e via Marco Dente) e della corsia della piazza adiacente alle vie Baccarini e Mazzini, garantendo tuttavia la possibilità di svolta da piazza Caduti in via Baccarini. I veicoli possessori di contrassegno che li autorizza al transito nel tratto di via Guaccimanni interdetto alla circolazione, per raggiungere via di Roma, via Francesco Negri e vicolo Porziolino potranno seguire il percorso alternativo costituito da via Guerrini, via Gardini, via Gordini e via Mariani. Durante il rifacimento della pavimentazione stradale in piazza Caduti, nel tratto davanti alla scuola Guido Novello e all’inizio di via Baccarini sarà interdetta la svolta in via Baccarini il cui tratto compreso fra piazza Caduti e via Rondinelli sarà a doppio senso di circolazione. I veicoli possessori di contrassegno che li autorizza al transito, per raggiungere via Baccarini potranno seguire il percorso alternativo costituito da piazza D’Annunzio e via Rondinelli. In tutta la piazza sarà istituito il divieto di sosta pertanto, al fine di evitare inutili congestionamenti, nel tratto di via De Gasperi, compreso fra via Chartres e la stessa piazza Caduti, sarà istituito il divieto di transito per tutti i veicoli, ad eccezione di quelli titolari di contrassegno che li autorizza a transitare nelle Ztl di via Guaccimanni e/o via Guerrini. Conseguentemente a ciò nel restante tratto di via De Gasperi sarà istituito il senso unico di marcia in direzione di piazza D’Annunzio, con la possibilità per bus e cicli di continuare a percorrerlo in entrambi i sensi di marcia.

Medicina, il primario guarda al futuro: «Per certe visite basterà una videochiamata»

Giorgio Ballardini è il direttore di Medicina interna a Rimini e ha trascorso 23 giorni ricoverato in ospedale a Ravenna per Covid. Il medico e ora guarda alle evoluzioni della sua professione tra tecnologie già a disposizione e nuove organizzazioni

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Giorgio Ballardini, direttore di Medicina interna all’ospedale Infermi di Rimini.

Passare da curante a paziente non è stato subito facile. Quando è stato ricoverato a Ravenna per Covid, al dottor Giorgio Ballardini è venuto spontaneo mantenere l’approccio solito, soprattutto per chi di professione dirige un reparto. Poi ha presto capito che era meglio lasciare che ci pensassero i colleghi: «Fare il medico di se stessi non è mai una buona idea».

Il 66enne di Solarolo, primario di Medicina interna all’ospedale Infermi di Rimini, è entrato al Santa Maria delle Croci il 12 marzo e ha trascorso ventitré giorni in Pneumologia per avere la meglio sul coronavirus. «Il momento più brutto è stato quando aumentava il mio bisogno di ossigeno e all’orizzonte c’era il rischio di essere intubato. L’unica alternativa era il casco ma visto che soffro di claustrofobia non era una possibilità fattibile: l’idea di risvegliarmi in Terapia intensiva con un tubo in gola non era allettante. Per fortuna non è servito».

L’11 maggio Ballardini è tornato in corsia a Rimini dopo una lunga convalescenza. «Ho perso 13 kg in ospedale. Quando sono arrivato a casa ero talmente debole che fare le scale era impossibile per l’affanno che mi prendeva. Ci è voluta della riabilitazione e un po’ alla volta mi sono ripreso». Ma se state per chiamarlo eroe, lasciate stare: «Preferirei che le persone mantenessero comportamenti corretti e seguissero le indicazioni per farci lavorare meno».

Nel reparto di Ballardini lavorano 26 medici, se ne sono ammalati 12. «All’inizio di marzo eravamo in allerta perenne cercando di capire i criteri con cui fare i test». In molti si chiedono se la diffusione del virus negli ospedali sia il segnale di qualcosa che non ha funzionato. Il primario spiega così le cose: «È successo in tutto il mondo. Col senno di poi forse si può dire che se abbiamo depositi di gas per fronteggiare le crisi energetiche, d’ora in poi bisognerà pensare a depositi di mascherine per il personale della sanità». Si poteva prevedere? Qualcuno aveva lanciato l’allarme ma non è stato ascoltato: «È girato molto un video di Obama di cinque anni fa in cui diceva che bisognerebbe attrezzarsi per una possibile pandemia di un nuovo virus. Ma in un mondo economico perennemente in crisi è difficile investire in qualcosa che non è davanti a noi in modo concreto».

Una pandemia di un virus così altamente contagioso e così pesante per la sanità metterà il sistema di fronte alla necessità di rivedere alcune organizzazioni, almeno fino a quando non ci sarà un vaccino e il Sars-Cov-2 sarà ancora in circolazione. Qualcosa già era in atto, qualcos’altro è stato aggiunto nell’emergenza, qualcos’altro ancora andrà pianificato in futuro. «Ad esempio io che faccio il pendolare è come se fossi in reparto già alle 7 quando salgo sul treno perché con il computer mi collego e ho la situazione completa sullo schermo». E le comunicazioni a distanza sono state utilizzate anche per informare i parenti dei malati. «Ad esempio da noi se ne sono occupati i medici che erano a casa perché positivi al virus ma asintomatici quindi erano al corrente dei quadri clinici e non potendo lavorare in cor- sia si sono occupati di tenere i contatti con le famiglie».

E il futuro? «Spero che si arrivi a una maggiore appropriatezza dell’uso dell’ospedale e delle visite specialistiche. Non possiamo fare a meno di notare che per due mesi non si sono fatti ricoveri oltre al Covid: c’è stata gente che aveva bisogno ma ha avuto paura ma c’è stata anche gente che semplicemente poteva fare a meno dell’ospedale. Su questo fronte dovremo tararci meglio». E poi più spazio alla telemedicina per le visite di controllo su soggetti già noti: «Se il paziente è già conosciuto dal medico, se è una visita di routine, allora siamo già tecnologicamente pronti per un incontro faccia a faccia tramite gli schermi dei computer. Sarà una nuova parte dell’attività ambulatoriale».

Altri 5 milioni dalla Regione per imprenditori under 35 che entrano in agricoltura

La soddisfazione di Coldiretti a Ravenna che ha lavorato per queste risorse nella Consulta agricola

Red Tomatoes 1367243La Regione Emilia-Romagna, con una delibera di giunta approvata pochi giorni fa, ha messo a disposizione del settore agricoltura oltre 5 milioni di euro per finanziare completamente le domande 2019 di primo insediamento presentate da giovani imprenditori e agevolare così il rinnovo generazionale delle imprese agricole regionali. Lo fa sapere Coldiretti che si dice soddisfatta per il risultato ottenuto anche grazie alla sua attività nell’ambito della Consulta agricola.

L’associazione di categoria ha sostenuto con forza la necessità di recuperare le risorse libere del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 dell’Emilia-Romagna che ora, grazie alla disponibilità della Regione, andranno a finanziare integralmente la graduatoria determinatasi a seguito della chiusura del bando 2019, accogliendo di fatto tutte le domande presentate dai giovani agricoltori. Per la precisione, le risorse aggiuntive reperite recuperando quelle libere nell’ambito del Psr, ammontano a 5,58 milioni che vanno a sommarsi ai 10,19 già previsti nella dotazione finanziaria iniziale.

«Sarà un aiuto concreto ai tanti giovani che, anche nella nostra provincia – commenta Michele Graziani, delegato di Giovani Impresa Ravenna, il movimento de​gli agricoltori under 35 dell’Organizzazione – intendono investire in agricoltura mettendoci sudore e passione al fine di costruirsi un futuro e garantire al tempo stesso un futuro al settore primario, centrale nell’economica della nostra provincia e del nostro Paese”. Da sottolineare che nel primo trimestre 2020, l’agricoltura giovanile in provincia di Ravenna, come evidenziato dai report della Camera di Commercio, continua a crescere ed è uno dei soli tre settori (insieme a quello Assicurativo-creditizio e dei Servizi alle imprese) che mostra un incremento del numero di imprese attive, pari al +3,7 percento sullo stesso periodo dell’anno precedente».

Il presidente provinciale di Coldiretti, Nicola Dalmonte, si dice grato al presidente della Regione Stefano Bonaccini e all’assessore Alessio Mammi: «Hanno recepito la necessità di portare nuova linfa al settore dimostrando quanto la Regione, agevolando concretamente l’ingresso dei giovani in agricoltura, creda, al pari di Coldiretti, nell’importanza del rinnovo generazionale delle imprese agricole».

Crisi da Covid: in provincia la cassa integrazione ha coinvolto 37mila lavoratori

I dati raccolti dalla Cgil: quasi tremila aziende hanno chiesto gli ammortizzatori, il picco a fine aprile, in diminuzione con la fase 2. Terziario e commercio i settori più colpiti

Adult Boutique Business 318236Con l’avvio della fase 2 la richiesta di cassa integrazione da parte delle aziende sul territorio ravennate è in diminuzione. Lo dicono i dati dell’Ufficio studi e ricerche della Cgil. L’analisi dei numeri mostra che dal 23 feb- braio, nel territorio provinciale, 37.244 lavoratori sono stati interessati dalla cassa integrazione: 10.083 del territorio faentino, 7.729 del Lughese e 17.832 di Ravenna-Russi-Cervia.

In attesa di verificare le ricadute sanitarie della cosiddetta fase 2, che ha ufficialmente avuto avvio tra il 4 ed il 18 maggio, il sindacato fa un bilancio su cosa abbia significato e quanto abbia pesato quantitativamente la fase 1 dal punto di vista occupazionale.

Le prime sospensioni dall’attività lavorativa si registrano già all’indomani del provvedimento firmato dal Ministro della Salute Roberto Speranza d’intesa con il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini il 23 febbraio, che prevede la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado, compresi gli asili nido, e la sospensione dell’attività didattica delle Università, delle manifestazioni e degli eventi e di ogni forma di aggregazione in luogo pubblico o privato, delle gite di istruzione e dei concorsi. Fin da subito in provincia 91 aziende sono costrette a ricorrere agli ammortizzatori sociali per i propri dipendenti, 2.024 in tutto, concentrati soprattutto nel settore dell’istruzione e dei servizi ad essa collegati (pulizie, mense, trasporti).

Dopo due settimane, il 9 marzo, in corrispondenza con l’uscita del decreto #iorestoacasa, il numero di aziende che ricorrono agli ammortizzatori schizza a novecento e i lavoratori interessati a 8.498. A questo punto si è già di fronte ad uno scenario inedito: mai in provincia di Ravenna si erano registrati tanti cassintegrati. Ma non è finita. Ancora due settimane e comincia, col Dpcm del 22 marzo, il vero e proprio lockdown di tutte le attività, sia commerciali che produttive, non essenziali: arriviamo a 24.248 lavoratori e 2.392 imprese.

Da questo momento fino alla fine di aprile è un crescendo che porta i lavoratori coinvolti dagli ammortizzatori costantemente sopra alle 30.000 unità, dai 31.165 di lunedì 6 aprile (2.884 aziende) ai 32.023 del 27 aprile, passando attraverso i 32.426 di lunedì 20 aprile (2.939 aziende).

Il 4 maggio, con le prime aperture, si registra la prima flessione: risultano coperti da ammortizzatore 29mila lavoratori e 2.615 aziende. Con l’avvio della cosiddetta fase 2, i numeri continuano lentamente a scendere: al 18 maggio risultano sottoposti ad ammortizzatore 24.816 lavoratori (2.351 aziende) e salgono a 12.580 quelli che, in precedenza coinvolti, non risultano attualmente in sospensione o riduzione di orario.

 

Dopo 76 anni riceve una cartolina spedita dal padre prigioniero in un campo nazista

Il talloncino di cartone era destinato al nonno di chi oggi ha potuto riaverlo. A consegnarlo è stata la figlia di un altro prigioniero che aveva riportato in Italia la cartolina

Immagine 4Da un campo di prigionia in Germania durante la seconda guerra mondiale spedì una cartolina al padre a San Bartolo di Ravenna e 76 anni dopo è arrivata al figlio. È la storia raccontata da Annamaria Corrado sulle pagine de Il Resto del Carlino di oggi, 4 giugno.

Quella cartolina, per ragioni ignote, finì in mano a un faentino che era detenuto nello stesso campo di lavoro coatto. L’uomo tornò a casa dopo la guerra ma quel pezzo di carta non è saltato fuori fino alla quarantena per il Covid. La figlia del faentino ha ripreso gli appunti della prigionia del padre, morto nel 2014, e ha trovato la cartolina indirizzata alla famiglia di San Bartolo.

La donna ha deciso di recapitarla agli eredi del mittente e si è affidata a Facebook. Da un post sul gruppo “Sei di Ravenna se… 2.0” è partito il passaparola fino a individuare il figlio di chi scrisse quella cartolina che ha potuto averla.

Ritrovata a Ravenna una 80enne scomparsa da Milano e segnalata a “Chi l’ha visto”

In buone condizioni di salute, la figlia è venuta a riprenderla

PolferNel bar della stazione ferroviaria di Ravenna la polizia ha ritrovato oggi, 4 giugno, una donna di circa 80 anni che si era allontanata quattro giorni fa dalla sua abitazione a Milano senza dare più sue notizie ai familiari. L’anziana, affetta da patologie della terza età, è in buone condizioni di salute e dopo un pasto caldo consumato negli uffici della polfer è stata recuperata dalla figlia che aveva interessato anche la trasmissione televisiva “Chi l’ha visto”.

Covid in provincia: quarta giornata di fila senza nuovi contagi e morti

Dall’inizio del mese di giugno non si sono ancora registrate altre positività nei 18 comuni ravennati. I totali restano fermi: 1.028 totali, 850 guarigioni complete, 85 decessi, 80 casi ancora attivi

APERTURA ATTIVITà COMMERCIALI DOPO CHIUSURA COVID RAVENNASi allunga la striscia di giornate senza nuovi contagi o ulteriori morti da Covid-19 in provincia di Ravenna. Anche oggi, 4 giugno, non ci sono variazioni e così il totale dei casi diagnosticati resta fermo ai 1.028 raggiunti il 31 maggio. Crescono le guarigioni che ora sono più di 850 e calano quindi i casi ancora attivi che sono ora circa ottanta (di cui solo una parte in ospedale). Sono, infine, circa 120 le persone in quarantena e sorveglianza attiva in quanto contatti stretti con casi positivi o rientrate in Italia dall’estero.

Altrettanto incoraggianti i dati regionali. Dall’inizio dell’epidemia da coronavirus in Emilia-Romagna si sono registrati 27.860 casi di positività: oggi rispetto a ieri sono solo 18 in più, di cui 16 relativi a persone asintomatiche, individuate attraverso l’attività di screening regionale. Le nuove guarigioni sono 162, per un totale di 21.018:  il 75,4% sul totale dei contagi dall’inizio dell’epidemia. Continuano a calare i casi attivi, e cioè il numero di malati effettivi, che a oggi sono 2.688 (-151 rispetto a ieri). A livello regionale si registrano però ancora dei decessi: sette in più oggi. In totale in regione 4.154.

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