martedì
26 Agosto 2025

Sciopero contro didattica a distanza, Sgb e Cobas chiedono investimenti e assunzioni

I sindacati scenderanno in piazza. Tra le richieste, quella di internalizzare i servizi oggi affidati a cooperative

Chairs Classroom College Desks 289740Il Sindacato Generale di Base (SGB) e Cobas Scuola sostengono le istanze del comitato “salviamo la scuola” di Ravenna, che invita i genitori, insieme agli insegnanti e agli educatori, a partecipare il 3 giugno al No-Dad-Day astenendosi, in questa giornata, dal supportare i propri figli nella didattica a distanza.

«La didattica a distanza – scrivono Sgb e Cobas in una nota inviata alla stampa – è stato lo strumento tecnologico che ha consentito ai docenti, in emergenza, di poter contenere i danni provocati dalla chiusura anticipata delle scuole garantendo, per quanto possibile, il diritto all’istruzione attraverso una riproduzione “virtuale” del tempo scuola dedicato agli alunni. Questa novità sperimentale adottata dalla gran parte del corpo docente, non ha garantito il diritto allo studio e con le stesse modalità per tutti; in particolar modo, i soggetti più deboli con disabilità o con bisogni educativi speciali, sono stati i più penalizzati».

I promotori dell’iniziativa contestano la scelta del Governo di voler adottare la didattica a distanza in parziale sostituzione del tempo scuola in presenza anche in futuro.

In particolare, il Sindacato generale di Base e Cobas Scuola rivendicano: «Maggiori investimenti strutturali per ristrutturare e mettere in sicurezza tutti gli edifici scolastici penalizzati dai tagli e dalle scellerate riforme dell’ultimo decennio; assunzioni immediate, attraverso un concorso per soli titoli e servizi, dei docenti precari della scuola che hanno maturato più di 36 mesi di servizio; assunzioni immediate per tutti i precari del personale ATA, segmento già fortemente ridotto nell’ultimo decennio; internalizzazione di tutti i servizi oggi in appalto alle cooperative o comunque ad aziende private esterne, con garanzia di assorbimento di tutto il personale già impiegato nelle scuole, a partire dal personale educativo».

«La crisi economica mondiale determinata dalla pandemia ha fatto emergere, con prepotenza, le conseguenze delle azioni politiche, dei tagli economici indiscriminati, sia alla sanità che alla scuola pubblica. Paradossalmente, a causa di questa emergenza sanitaria ed ambientale, abbiamo l’occasione per avviare un miglioramento strutturale della scuola ed una rivalutazione di tutto il personale scolastico. Ogni ipotesi di esternalizzazione dei servizi impoverisce la scuola ed i suoi dipendenti. Non è ammissibile continuare a regalare barche di miliardi di denaro pubblico alle scuole private mentre gli istituti statali non sono nelle condizioni di garantire la ripresa in sicurezza delle attività didattiche in presenza. Bisogna invertire la rotta: occorre aumentare significativamente gli investimenti governativi per il miglioramento della scuola statale di almeno 10 miliardi!».

Per queste ragioni i due sindacati manifesteranno in piazza del Popolo a Ravenna il 3 giugno dalle 15 alle a 17, «contro lo sfruttamento della didattica a distanza, per una scuola pubblica, laica e gratuita, in cui la comunità educante possa incontrarsi in sicurezza».

Le palestre riaprono in sicurezza e si “inventano” nuove pratiche e spazi all’aperto

Il Life Planet ha inaugurato il “Natural Training Park”, Fea propone corsi in terrazza. Montanari (RavennaGym): «Contenti per la ripartenza»

Parco Life Planet
Il giardino del Life Planet di Ravenna

«Naturalmente è presto per dirlo, ma siamo contenti. Molti dei nostri clienti ci hanno chiamato, si stanno informando, certo qualche preoccupazione c’è ed è legittima ma per fortuna abbiamo spazi molto grandi che ci permettono di lavorare in sicurezza». A parlare è Mattia Montanari, titolare di tre palestre di cui due, RavennaGym e AlphaGym, hanno riaperto lunedì 25 maggio, mentre PuntaGym aprirà solo il 10 giugno. Dal 27 maggio, oltre alla possibilità di accedere alla sala attrezzi, sono ripresi anche i corsi in sala. «Per questi c’è bisogno di una prenotazione tramite l’app» specifica Montanari. Tra le novità che si leggono sul sito anche la riduzione degli orari di apertura che restano comunque molto ampi, dalle 5 alle 23, 7 giorni su 7.

Spazi grandi anche in una delle palestre storiche della città, al CitySport Life Planet, dove possono allenarsi in contemporanea tra le 75 e le 85 persone nei 500 mq della sala attrezzi e dove è stato messo a disposizione anche lo spogliatoio in genere riservato ai bambini, visto che le attività per questi ultimi sono sospese fino a ottobre. Ma soprattutto, tra le novità offerte alla riapertura, 30 ore di attività all’aperto nello spazio verde della struttura dove ha inaugurato il “Natural training park”.

Fea Missiroli
Rita Missiroli nel terrazzo di Fea

Molto diversa come filosofia e impostazione da una tradizionale palestra, il 25 maggio ha riaperto Fea, Forma e Armonia, associazione sportiva che organizza corsi di varie pratiche tra cui yoga e pilates nella sede sopra il Cinemacity di Ravenna. Le lezioni sono sempre state a numero chiuso e quindi, per certi versi, per gli utenti non è cambiato molto, ma l’offerta si è ampliata. «Durante il periodo di chiusura abbiamo fatto molte lezioni on line – ci racconta Rita Missiroli – prima gratuite e da un certo punto in poi a pagamento. Ora le lezioni sono tornate in presenza, ma sono anche contemporaneamente on line per chi lo preferisce e registrate per chi non può connettersi in quel momento». Non solo, appena la temperatura lo permetterà e se sarà richiesto dagli utenti, le lezioni potranno svolgersi nella terrazza, sanificata e pronta a ospitare le lezioni, tanto da rendere inutile l’opzione del parco per i corsi FeA. «In passato ho sempre partecipato alle iniziative gratuite organizzate nei parchi, ma non credo che adesso possa essere davvero la soluzione alle difficoltà che stanno affrontando palestre e associazioni sportive».

In realtà, è opinione diffusa che cosa succederà davvero nelle strutture e nelle palestre, lo si vedrà davvero dopo l’estate, che è sempre stato un periodo in cui si lavora meno. In autunno, si capirà davvero l’effetto delle misure di distanziamento anche sul piano economico.

C’è intanto chi si è preso ancora qualche giorno per farsi trovare pronto, come la Move-It di Ravenna o Curves di Faenza che scrive: «Ultima settimana di preparativi per adeguare il club e i protocolli di sicurezza al vostro ritorno» e dà appuntamento alle proprie utenti dal 3 giugno, mentre l’omonimo centro di Lugo ancora non ha fornito la data di apertura.

E per restare nell’ambito del benessere tutto al femminile a Ravenna, Figurella ha invece già dal 25 maggio riaperto le porte per accogliere le proprie clienti «dopo due mesi di divano».

Gli abbonamenti? “Congelati” Cosa fare con gli abbonamenti non goduti? Al momento non è chiaro se gli utenti possano eventualmente chiedere il rimborso per i mesi in cui non hanno potuto goderne, visto che la chiusura non è dipesa dalla volontà delle strutture. Ciò che intanto moltissime palestre hanno fatto è stato “congelare” gli abbonamenti per il periodo di chiusura allungandone di fatto la durata ben oltre la data di scadenza.

Sei pazienti morti su 14 contagiati a Oncologia. «Carenze di direzione e vigilanza»

Ancisi (Lista per Ravenna) chiede un’indagine interna. Sette i medici e 17 gli operatori sanitari infettati nel reparto

Coronavirus OspedaleSono stati sei i pazienti del reparto di Oncologia dell’ospedale di Ravenna a essere morti con il Covid-19 su 14 (quanti i posti letto del reparto di degenza) contagiati. Lo rivela Alvaro Ancisi di Lista per Ravenna, lista dei nomi alla mano.

Ancisi nei giorni scorsi aveva già presentato un’interrogazione al sindaco chiedendo un’indagine interna per analizzare il caso di Oncologia, reparto-focolaio che nel pieno dell’emergenza è stato chiuso e che ha portato anche al contagio di 7 medici e 17 operatori sanitari.

«Lungi dalla ricerca di un untore – scrive Ancisi –, auspichiamo che, prendendosi coscienza delle carenze di direzione e di vigilanza registratesi in un settore della ospedalità ravennate tra i più delicati e importanti, se ne rimuovano le cause e se ne prevenga il ripetersi.

«Fin da marzo – continua Ancisi – il ministero della Salute e le associazioni scientifiche hanno messo in luce la fragilità del malato oncologico di fronte al contagio da Covid, raccomandando estrema cautela nella prosecuzione dei trattamenti e nella gestione dei singoli pazienti, essendo loro prima necessità la messa in sicurezza dall’infezione virale. Ci risulta invece che, nel corso della pandemia, l’Oncologia di Ravenna abbia continuato a ricevere ricoveri, selezionati ed arruolati a scopo di studi scientifici. In un caso, il paziente proveniva da un’Oncologia del centro Italia, quando ogni spostamento tra regioni avrebbe dovuto essere limitato all’urgenza e all’emergenza. Ci chiediamo se non fosse stato doveroso dare priorità alle attività di assistenza e muoversi con cautela selezionando ciò che realmente non avrebbe potuto essere procrastinato e concentrandosi sulle necessità dei pazienti del nostro territorio per le loro specifiche problematiche cliniche. Ma soprattutto dovrà essere verificato fino a che punto e per quali ragioni le “Raccomandazioni per la gestione dei pazienti oncologici e onco-ematologici in corso di emergenza da Covid-19”, trasmesse il 10 marzo 2020 dal ministero della Salute, direzione generale della programmazione sanitaria, a tutte le regioni italiane, non fossero state rispettate».

È morto don Roberto Zagnoli, storico collaboratore del cardinale Ersilio Tonini

È stato parroco a Fornace Zarattini, Sant’Alberto e al Torrione. Il cordoglio di diocesi e sindaco

Attachment (53)La curia di Ravenna piange don Roberto Zagnoli, sacerdote diocesano, morto questa mattina (30 maggio) all’età di 82 anni. In tanti – si legge in una nota inviata alla stampa dalla diocesi – «lo ricordano per la sua capacità di stare accanto alle persone, per il suo umorismo, per l’impegno pastorale in parrocchia (e per vari incarichi diocesani negli uffici pastorali) e come assistente generale dell’Azione Cattolica e direttore di Ravegnana Radio. Ma è soprattutto la sua infinita disponibilità a emergere nel ricordo di tanti amici e parrocchiani che lo hanno conosciuto».

Nato nel 1937 a Ravenna, è stato ordinato sacerdote il 24 aprile del ’65 da monsignor Salvatore Baldassarri, di cui poi nel ’67 divenne segretario fino al ‘75. È stato cappellano a Sant’Agata e al Torrione, poi parroco a Fornace Zarattini (nel ’67) e Sant’Alberto e nel ’95 a Santa Maria del Torrione. Tra l’82 e l’85 è stato anche assistente generale dell’Azione Cattolica. Storico collaboratore del Cardinal Ersilio Tonini, è stato anche cerimoniere diocesano, direttore dell’Ufficio Cultura e Comunicazioni Sociali della Diocesi e, sempre a livello diocesano, ha lavorato nell’attività liturgica e catechistica per anni. È stato anche direttore di Ravegnana Radio. Nel ’97 viene nominato direttore del Museo missionario-etnologico Vaticano e si trasferisce a Roma, pur tornando ogni fine settimana per prestare servizio nella parrocchia del Torrione. Nel 2010 torna in diocesi e diventa amministratore parrocchiale di Villanova e San Marco fino alla pensione. Era canonico della Cattedrale e per alcuni anni ne è stato anche penitenziare, e commendatore della Repubblica.

I funerali si svolgeranno lunedì primo giugno alle 16 a Santa Teresa e saranno celebrati dall’Arcivescovo di Ravenna-Cervia, monsignor Lorenzo Ghizzoni.

Anche il sindaco Michele de Pascale esprime il cordoglio, proprio e di tutta l’Amministrazione, ai famigliari e alla comunità ecclesiale: «È con grande dispiacere che apprendo della scomparsa di monsignor Roberto Zagnoli, un sacerdote che ha saputo unire la vocazione del parroco vicino alla gente agli studi legati alla comunicazione, alla liturgia cristiana e all’arte che lo hanno portato alla nomina di vice direttore dei Musei Vaticani e a direttore del Museo etnologico Vaticano. La sua figura è molto conosciuta in città anche per aver svolto il ruolo di assistente dell’Azione cattolica e per essere stato segretario dell’arcivescovo Salvatore Baldassarri e del cardinale Ersilio Tonini».

Sorpreso in auto con tre dosi di cocaina, a casa aveva 11mila euro in contanti

Arrestato per spaccio un 46enne controllato nel parcheggio del centro commerciale Teodora

SpacciatoreLa polizia lo ha notato a bordo della propria auto nel parcheggio del centro commerciale Teodora, a Ravenna. Uno degli agenti della volante, durante il controllo di rito, ha notato nascosta alla base del cambio una confezione trasparente con all’interno tre involucri contenenti complessivamente un grammo e mezzo di cocaina.

I poliziotto hanno quindi proceduto a perquisire il resto del veicolo – dove hanno trovato 440 euro in contanti, ritenuti provento dell’attività di spaccio – e anche l’abitazione. Qui gli agenti hanno sequestrato un’altra dose di cocaina e ulteriori 11mila euro in contanti di cui l’uomo non è stato in grado di giustificare il possesso.

Si tratta di un 46enne lombardo residente a Ravenna, con alcuni precedenti, finito in arresto per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

Questa mattina il giudice ne ha convalidato l’arresto. L’uomo è però tornato libero, con obbligo di dimora, in attesa del processo, rinviato per termini a difesa.

Coronavirus, il bollettino del 30 maggio: solo 20 nuovi casi in tutta la regione

 

Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 27.759 casi di positività, 20 in più rispetto a ieri: di questi nuovi casi, 10 sono asintomatici e derivano dall’attività di screening regionale.

4.464 i tamponi effettuati, che raggiungono così complessivamente quota 321.373, a cui si aggiungono, sempre da ieri, 2.820 test sierologici. Un allargamento dell’azione regionale utile a mappare l’andamento del contagio e a scopo preventivo, scovando il virus fra le persone senza sintomi.

Le nuove guarigioni sono 300, per un totale di 20.373: oltre il 73% sul totale dei contagi dall’inizio dell’epidemia. Continuano a calare i casi attivi, e cioè il numero di malati effettivi che a oggi sono scesi a 3.279 (-285 da ieri).

Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi, 30 maggio, sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Le persone in isolamento a casa, cioè quelle con sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 2.816 (circa l’86% di quelle malate), -243 rispetto a ieri. I pazienti in terapia intensiva sono 65 (-11). Diminuiscono anche quelli ricoverati negli altri reparti Covid, scesi a 398 (-31).

Le persone complessivamente guarite salgono quindi a 20.373 (+300): 952 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 19.421 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Purtroppo, si registrano 5 nuovi decessi: tutte donne. Complessivamente, in Emilia-Romagna sono arrivati a 4.107. I nuovi decessi riguardano 1 residente nella provincia di Modena, 1in provincia di Bologna (nessuno nell’imolese), 1 in quella di Forlì-Cesena (nel Forlivese) e 2 in quella di Rimini. Nessun decesso tra i residenti nelle province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Ferrara, Ravenna e da fuori regione.

Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 4.477 a Piacenza (+2), 3.514 a Parma (+1), 4.947 a Reggio Emilia (+2), 3.911 a Modena (+2), 4.622 a Bologna (+10); 394 le positività registrate a Imola (nessun caso in più), 992 a Ferrara (nessun caso in più). In Romagna i casi di positività hanno raggiunto quota 4.902 (+3), di cui 1.027 a Ravenna (+1), 943 a Forlì (nessun caso in più), 778 a Cesena (nessun caso in più), 2.154 a Rimini (+2).

In Emilia-Romagna riaprono anche centri termali e centri benessere: le regole

Necessari almeno 12 metri quadrati per ombrellone e una distanza di 1,5 metri tra i lettini

Riolo1Da domani, 31 maggio, in Emilia-Romagna potranno riaprire centri termali e centri benessere, sulla base di linee guida regionali che fissano le disposizioni da seguire per garantire la sicurezza di ospiti e operatori.

È quanto prevede la nuova ordinanza firmata oggi dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini.

Fra le principali linee guida, “il dover garantire un’adeguata informazione e sensibilizzazione degli utenti sulle misure igieniche e comportamentali utili a contenere la trasmissione del Coronavirus”. Prima dell’accesso potrà essere rilevata la temperatura corporea, impedendolo in caso di temperatura maggiore di 37,5 °C. Per i pazienti, la misurazione viene effettuata nel corso della visita medica di accettazione.

I Centri dovranno poi redigere un programma il più possibile pianificato delle attività per prevenire eventuali condizioni di aggregazioni e regolamentare i flussi negli spazi comuni, di attesa e nelle varie aree del centro per favorire il rispetto del distanziamento interpersonale di almeno 1 metro.

Dovranno essere disponibili dispenser con soluzioni idroalcoliche per l’igiene delle mani. Gli ospiti dovranno sempre indossare la mascherina nelle aree comuni, mentre il personale dipendente sarà tenuto all’utilizzo della mascherina sempre in presenza dei clienti e comunque in ogni circostanza in cui non sia possibile garantire la distanza interpersonale di almeno un metro.

Le attrezzature (sedie a sdraio, lettini) dovranno essere disposte secondo percorsi dedicati in modo da garantire la distanza di almeno 1,5 metri tra le attrezzature stesse e favorire un distanziamento interpersonale di almeno 1 metro tra persone non appartenenti allo stesso nucleo familiare o conviventi.

Inoltre, dovrà essere perseguito il maggiore distanziamento possibile tra eventuali ombrelloni previsti per il solarium e per le distese dedicate e, comunque, nel rispetto del limite di distanza tra ombrelloni della stessa fila e tra file che garantisca una superficie minima ad ombrellone di 12 metri quadrati a paletto. In caso di utilizzo di altri sistemi di ombreggio andranno comunque garantite aree di distanziamento equivalenti a quelle garantite dal posizionamento degli ombrelloni.

Calcio, i giocatori del Ravenna: «Fateci finire sul campo tutto il campionato di C»

La protesta dei giallorossi in una nota inviata all’Assocalciatori

I calciatori del Ravenna rompono il silenzio e in una nota fatta veicolare tramite l’Associazione Calciatori intervengono sul tema del momento, quello legato alla ripartenza del campionato. In serie C al momento l’ipotesi più probabile è che si debba tornare in campo per disputare playoff e playout, questi ultimi con anche il Ravenna protagonista.

Ecco la nota dei calciatori.

«I tesserati della società Ravenna F.C. esprimono il loro stupore a fronte della riferita decisione del Consiglio Direttivo di Lega Serie C secondo la quale verrà proposta la retrocessione e la disputa dei play-out di categoria sulla base delle classifiche al momento della sospensione del campionato.

È del tutto evidente come tale decisione sia contraria ad ogni principio di fair play, poiché le classifiche parziali non rispecchiano né possono rispecchiare l’effettivo valore sportivo, e questo effetto sarebbe drammaticamente evidente nei casi in cui non vi è neppure parità nelle partite giocate.

Ben sappiamo quello che l’intero Paese ha subito e sta subendo a causa della pandemia in corso, e vogliamo anche ringraziare chi nella tempesta ha combattuto per la salute e la sicurezza dei cittadini; dobbiamo però ricordare come anche noi calciatori stiamo subendo pesanti conseguenze, costretti ad allenamenti individuali spesso lontani dalle famiglie, e ancora incerti sul futuro della nostra attività e dei nostri contratti; con il rischio di perdere il lavoro a causa delle scelte molto discutibili che sta facendo la Lega Pro, adesso apprendiamo da fonti di stampa che anche la nostra fatica agonistica potrebbe esser svilita, con una decisione a tavolino su retrocessioni in serie dilettantistiche, con tutto ciò che consegue anche per la nostra attività, o su definizione del terno al lotto dei play-out, ancor più casuale in concorrenza della sospensione dell’attività ufficiale, senza che sia stato davvero il campo a determinare questo esito infausto, che coinvolge non solo noi, quanto le tifoserie e le città tutte che siamo onorati di rappresentare.

Così non va bene: per questo vogliamo chiedere pubblicamente, oggi che la situazione lo consente e sinché sia possibile, che il campionato finisca e che sia il campo, nell’assoluta parità sportiva, a definire le classifiche, affinché non veniamo privati, oltre che dei nostri diritti di lavoratori sportivi, anche del sogno di conquistare gli obiettivi della stagione combattendo per le nostre maglie sino all’ultimo minuto».

Ravenna, polemica per le telecamere sui muri millenari del battistero degli Ariani

L’associazione Italia Nostra interpella la Soprintendenza. E parte un appello per farle spostare…

Battistero Ariani
Le telecamere sul Battistero, in una foto postata su Facebook da Irene Scardavilli

Stanno facendo molto discutere le tre telecamere di sorveglianza, rivestite in plastica, installate direttamente sui muri (del V secolo) del battistero degli Ariani, tra i monumenti Unesco di Ravenna.

Si tratta di un progetto finanziato dal ministero e realizzato dalla Soprintendenza, volto a controllare il sito in particolare durante l’orario di chiusura.

Del caso si è occupato nei giorni scorsi il Corriere Romagna, dando voce alla denuncia di una giovane scenografa ravennate, Irene Scardavilli, che chiede alla Soprintendenza di spostare le telecamere.

«Attualmente – ha scritto su Facebook – è impossibile riuscire a fotografare il battistero degli ariani, voluto da Teodorico e patrimonio Unesco, senza immortalare anche quei tre orrori bianchi che coprono tutti i lati visibili del monumento».

Ad aderire all’appello di Scardavilli è ora la sezione ravennate dell’associazione Italia Nostra, che in una nota inviata alla stampa parla di «sfregio al patrimonio monumentale della nostra città conosciuto in tutto il mondo».

«Un piccolo gesto di grandissimo squallore – continua la nota di Italia Nostra – che ben esemplifica il grado di attenzione e di rispetto per i tesori più preziosi, e per la nostra città in generale».

L’associazione rivela di aver inoltrato un’istanza di accesso civico alla Soprintendenza «per cercare di capire come sia potuto accadere questo. Ovviamente, in attesa di chiarimenti, non possiamo che richiedere che le telecamere vengano ricollocate su muri che non siano quelli di un battistero del V secolo risalente all’epoca del Re Teodorico».

Ravenna, in darsena chiude il circolo Dock 61. Al suo posto un “nuovo” MacGowan Pub

Sempre in stile irlandese, “The Porters” potrebbe aprire già il 20 giugno

Dock 61 Incontro Sindaco
Un incontro al Dock 61, con il sindaco Michele de Pascale

Dopo sette anni, in darsena a Ravenna chiude il circolo Arci Dock 61, locale noto anche per le iniziative culturali e i momenti di dibattito politico. Gli ultimi mesi di “lockdown” sono stati decisivi per arrivare alla dolorosa scelta, che era già comunque nell’aria.

Ma il locale di via Magazzini Posteriori 61 (nei pressi dell’Almagià) riaprirà a breve, trasformato. Si chiamerà The Porters (“i facchini”) ed è un omaggio all’area portuale e non solo. «Discendo da una famiglia di facchini – ci racconta il nuovo titolare, Stefano Gamberini – e il nome rimanda alla mia passione per l’Irlanda». Gamberini, infatti, è il fondatore e titolare anche del MacGowan Pub, storico locale in stile irlandese del centro di Ravenna.

E il nuovo The Porters sarà proprio una sorta di gemello (a partire dagli arredi) del MacGowan, che tradizionalmente d’estate è sempre restato chiuso per la mancanza di adeguati spazi esterni (al momento comunque il locale è operativo).

La scelta di investire sull’ex Dock 61 è dovuta proprio anche alla possibilità di sfruttare i tavolini esterni nei mesi estivi, oltre che alla zona strategica della Darsena, in questi mesi sempre più viva. «Più locali ci sono e più c’è gente in giro – dice Gamberini – e l’Amministrazione sta dimostrando di puntare sulla riqualificazione della zona, che ha ancora tanta potenzialità».

I lavori per la ristrutturazione del locale saranno veloci e la speranza è di poter inaugurare già attorno al 20 di giugno.

Riunione in prefettura: ora scatteranno le multe per evitare assembramenti

Tra weekend e ponte del 2 giugno programmati controlli in parchi, pinete e spiagge. L’appello del prefetto ai giovani

Polizia Controlli Covid Spiaggia 2«Dopo una prima fase di persuasione e di richiamo sarà inevitabile adottare una linea di rigore e di fermezza, con l’applicazione delle sanzioni previste qualora si persista nella violazione delle disposizioni relative all’emergenza sanitaria». Sono le parole del prefetto, in un comunicato inviato alla stampa dopo la riunione del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica svoltosi nella matinata di ieri (29 maggio), alla presenza anche delle Amministrazioni di Cervia e Ravenna.

Sotto la lente è in particolare il weekend e il ponte del 2 giugno, per cui sarà messo in campo dalle forze dell’ordine «un articolato e più incisivo dispositivo a presidio del territorio», con controlli «delle aree pubbliche, parchi, zone pinetali, argini fluviali, spiagge, pubblici esercizi», al fine di prevenire «in primo luogo», «le forme di assembramento e di aggregazioni di persone nei luoghi di ritrovo».

Il prefetto lancia anche un appello soprattutto ai giovani, richiamandoli «a una maggiore attenzione» per sensibilizzarli «anche per quanto concerne le possibili conseguenze per i propri familiari di un comportamento incauto».

Il Museo delle Cappuccine di Bagnacavallo riparte con le opere di Renato Bruscaglia

In esposizione le acqueforti di uno dei massimi interpreti del paesaggio del secondo Novecento

Attachment (52)«Come segno di ripartenza dopo il lungo periodo di limitazioni sociali, il Museo Civico delle Cappuccine di Bagnacavallo riapre l’attività espositiva con un progetto che pone al centro uno degli elementi della nostra vita di cui più abbiamo sentito la mancanza in queste settimane: il paesaggio. E lo fa grazie alle opere di un autore di primo piano del Novecento, Renato Bruscaglia, la cui figlia Marta ringraziamo moltissimo a nome dell’intera comunità per la preziosa donazione al nostro museo».

Così l’assessore alla Cultura del Comune Monica Poletti introduce la mostra Renato Bruscaglia. Una donazione per Bagnacavallo, visitabile a partire da ieri, venerdì 29 maggio.

La mostra presenta l’importante corpus di acqueforti recentemente donate al museo di Renato Bruscaglia (Urbino 1921 – Bologna 1999), uno dei massimi interpreti del paesaggio del secondo Novecento, la cui opera è stata approfonditamente studiata dal grande storico dell’arte Andrea Emiliani.

L’allestimento della mostra è completato da un video (qui sotto) in cui il direttore del Museo Civico Diego Galizzi presenterà e racconterà il lungo percorso espressivo dell’artista marchigiano.

«I paesaggi di Bruscaglia – si legge nella cartella stampa –, benché trovino un riferimento diretto nelle campagne e nelle colline marchigiane, sono a tutti gli effetti l’archetipo del paesaggio italiano, così fortemente caratterizzato dalla stratificazione di arte e cultura. I paesaggi di Bruscaglia non sono semplici vedute, ma d’après nature mediati dall’intelletto. Osservare le sue incisioni significa così ripercorrere la vita, il pensiero, gli orizzonti etici e morali dell’artista. Le opere che da oggi arricchiscono il Gabinetto delle Stampe del Museo Civico permettono di ricostruire con efficacia l’intera parabola artistica di Bruscaglia, dal primo naturalismo degli anni Cinquanta sino alla riduzione e astrazione del segno incisorio tipico dell’attività calcografica degli ultimi anni della vita dell’artista. La mostra presenta inoltre alcuni lavori di ritrattistica realizzati nel primo periodo di attività, in cui si conferma la spiccata sensibilità dell’incisore, in grado di restituire la verità del soggetto facendone emergere le vibrazioni interiori».

L’esposizione sarà visitabile fino al 12 luglio nei tradizionali orari di apertura del Museo Civico: martedì e mercoledì: 15-18; giovedì: 10-12 e 15-18; venerdì, sabato e domenica: 10-12 e 15-19. Chiusa il lunedì e i post-festivi.

La visita alla mostra e al museo saranno possibili nel rispetto delle disposizioni di distanziamento e indossando la mascherina. I visitatori saranno invitati a seguire un apposito percorso all’interno delle sale e, se necessario, gli accessi saranno contingentati per garantire all’interno degli spazi il rispetto della distanza interpersonale.

Ingresso gratuito. Il Museo Civico delle Cappuccine è in via Vittorio Veneto 1/a.

Informazioni: tel. 0545 280911 – centroculturale@comune.bagnacavallo.ra.it

www.museocivicobagnacavallo.it

Riviste Reclam

Vedi tutte le riviste ->

Chiudi