sabato
13 Settembre 2025

La Pigna: «Patuelli solleciti le banche ad erogare prestiti e anticipi dei salari»

Appello del gruppo di opposizione in consiglio comunale al presidente Abi: «si passi dalle parole ai fatti»

Sportello Bancario«Rivolgiamo un appello al Presidente dell’Abi Antonio Patuelli affinché si passi subito dalle parole ai fatti – scrive Verlonica Verlicchi della lista di opposizione in consiglio comunale a Ravenna La Pigna –.
I ravennati in cassa integrazione e gli imprenditori locali in difficoltà sono stanchi di aspettare i tempi della burocrazia.  Hanno necessità di liquidità ora. Ma nessuno di loro finora ha visto un euro nonostante le rassicurazioni più volte espresse pubblicamente dal Governo centrale».

14 09 2017 Ravenna Dante 2021 Sala Dantesca Biblioteca Classense , Antonio Patuelli E Maurizio Molinari
Il presidente Abi Antonio Patuelli

«Apprendiamo, peraltro, dalla stampa nazionale che gli anticipi ai lavoratori della cassa integrazione ordinaria e in deroga non verranno erogati nel mese di maggio in quanto sono previsti tempi di massimo 30 giorni dalla ricezione della domanda – continua la nota della Pigna –, ma le tempistiche di erogazione oggi più che mai fanno la differenza e rappresentano una misura fondamentale per alleggerire le difficoltà di tantissime famiglie ravennati. Molte di questo, non percepiscono lo stipendio dal mese di febbraio e riteniamo sia vergognoso che le banche non anticipino la cassa integrazione ordinaria e in deroga. Così come i prestiti alle aziende che vanno accelerati se davvero si vuole dare loro una minima possibilità di sopravvivenza. Sia per quanto riguarda i prestiti fino a 25.000 euro sia per quelli  di impiego superiore. E vanno evitati gli stratagemmi  per far ricadere le garanzie statali concesse per l’attuale crisi sui vecchi prestiti alle aziende, assommandolo col nuovo prestito previsto dal Decreto Liquidità».

«Non c’è più tempo da perdere e non ci sono più scuse: le banche con i costi di istruttoria, gli interessi e le garanzie concesse dallo Stato, hanno entrate sicure per i prossimi 6-8 anni – conclude il comunicato stampa –. Invitiamo, allora, Antonio Patuelli a dare indicazioni alle banche associate all’Abi di per velocizzare le erogazioni. Il sistema bancario deve fare la sua parte in questo momento di gravissima crisi economica e sociale e i tempi sono fondamentali. Ogni giorno di ritardo significa mettere a rischio chiusura sempre più imprese  ravennati ed esporre sempre più lavoratori alla perdita del proprio impiego».

A Bagnara il virus non c’è. Il sindaco la vede così: «Poche persone e case sparse»

Il borgo da 2.400 abitanti è l’unico comune dei 18 ravennati senza contagi. E Imola con 350 casi è a due passi. Tra i cittadini molti ricordano che la Madonna dei Camangi conservò il paese immune dalla peste nel 1631

Unnamed
La rocca di Bagnara di Romagna

Bagnara è l’unico dei diciotto comuni in provincia di Ravenna che non ha ancora registrato casi di Covid-19. Nei municipi confinanti con il piccolo borgo di 2.400 abitanti non mancano i malati: a Lugo sono 65, a Cotignola sono 15, nel comprensorio imolese sono 354. I pochi tamponi fatti finora tra i bagnaresi hanno dato esito negativo. Il sindaco Riccardo Francone incrocia le dita e prova a ipotizzare le ragioni dei zero pazienti dopo 50 giorni di epidemia in Romagna: «L’importante sarebbe restare a zero quando potremo dire che tutto questo è alle spalle. Per il momento è presto per dare spiegazioni ragionate, forse è un insieme di cause: le piccole dimensioni della comunità, la distribuzione delle case nelle campagne che già portava il distanziamento sociale, l’attenzione messa in campo dai nostri cittadini e di certo anche un po’ di casualità. Nessuno si sente di essere il più bravo».

Qualcosa che gli altri comuni non hanno però c’è. In paese è molto radicata l’attenzione verso la Madonna dei Camangi, un’immagine in terraccotta ritrovata nel ‘400 sul greto del fiume Senio da Antonio Camangi. Si narra che ai tempi della peste del 1631 i bagnaresi invocarono il suo aiuto e il paese rimase l’unico immune, proprio come sta accadendo ora. «Il ruolo di sindaco è laico e rappresenta sia chi crede che chi non crede. Però so che tanti nati e cresciuti in paese sono profondamente legati a questa devozione. Io sono per la linea “aiutati che il ciel t’aiuta”: facciamo tutto il possibile con il supporto della medicina e poi male non farà rivolgersi intanto anche ad altro».

In totale nella provincia di Ravenna le positività sono poco più di 900 (aggiornate alle 12 del 18 aprile). Facendo la media in base alla popolazione vorrebbe dire circa due-tre casi per Bagnara e infatti Sant’Agata e Casola, gli altri comuni simili per dimensione demografica, contano rispettivamente tre e due infetti. Al confine tra le province di Bologna e Ravenna, Bagnara ha rapporti sociali e logistici in entrambe le direzioni: è inserita nell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna ma è anche raccolta molta immigrazione di imolesi che hanno preso casa in nuove urbanizzazioni bagnaresi. «Ho sentito qualcuno che ci ha accostato all’area ferrarese dove i casi sono molto contenuti – dice ancora il primo cittadino – ma credo che le differenze siano tante, dalla dimensione al contesto ambientale. Qualche riflessione seria si potrà fare a cose finite».

Riflessioni che dovranno partire da quanto è stato fatto. Ce lo dice Francone: «Beh, ad esempio, il bar del paese ha dimostrato grande sensibilità e ha chiuso prima ancora che ci fosse l’obbligo di farlo. Poi tutte le attività che potevano hanno fornito subito servizi a domicilio con uno sforzo meraviglioso. Paradossalmente ci siamo ritrovati ad avere più disponibilità di servizi in questo periodo perché eravamo coperti anche da fuori comune». Per quanto riguarda i dispositivi di protezione si è fatto come negli altri territori: una parte delle mascherine gratuite della Regione è stata recapitata porta a porta ai più bisognosi e più in difficoltà, il resto è stata distribuita dalla farmacia locale raccogliendo i nominativi delle famiglie. Altre 500, donate dall’Avis, verra distribuite nei prossimi giorni.

Per comunicare tutto questo e altro ai cittadini non c’è stata altra strada che usare i social network: «Con la gente chiusa in casa non si possono di certo fare manifesti in strada. Io stesso in prima persona ho dedicato molto più tempo e attenzione alle pagine Facebook ufficiali per rispondere più possibile alle domande, con la speranza che chi è sui social poi porti il messaggio anche in famiglia». Tra i residenti si contano 390 anziani over 70. Questi sono stati contattati uno per uno dai servizi sociali e per alcuni di loro sono stati attivati piani per la spesa a domicilio.

Educatori dei servizi in appalto rivendicano la garanzia del salario pieno

Il sindacato di base chiede un confronto con Comune e coop sociali sottolineando «Diamo il 100%, vogliamo il 100%»

Educatori Sindacato Di BaseAll’insegna del «Diamo il 100%, vogliamo il 100% di dignità, salute e salario», con una nota stampa, gli educatori e le educatrici del Sindacato Generale di Base di Ravenna chiedono un confronto con l’Amministrazione comunale e le cooperative che prestano servizi educativi e di sostegno sociale in appalto, per esporre le loro proposte in merito: al riconoscimento del monte ore assegnato ad inizio anno scolastico per tutte e tutti gli educatori; all’immediata riprogrammazione e riprogettazione dei servizi dei centri diurni; alla progettazione di servizi educativi per il periodo estivo

«Sono passate otto settimane dall’emanazione delle prime misure di gestione dell’emergenza epidemiologica. Otto settimane dalla chiusura delle scuole e dei servizi educativi – scrivono i rappresentati degli operatori sociali del Sgb di Ravenna –. Otto settimane in cui l’emergenza sanitaria ha svelato tante contraddizioni. Fra queste l’evidenza che nelle nostre scuole, nei servizi comunali i lavoratori non sono tutti uguali e fra i meno uguali ci sono le lavoratrici e i lavoratori in appalto nei servizi scolastici e nei centri educativi; lavoratori che assieme all’emergenza sanitaria hanno dovuto fare i conti con stipendi dimezzati.
Per queste lavoratrici e lavoratori fin dall’inizio dell’emergenza (era il 24 febbraio), abbiamo richiesto un confronto con il Comune di Ravenna e con le cooperative che gestiscono l’appalto, rivendicando la garanzia del salario pieno. Per Comune, cooperative e altri sindacati invece c’era un unica soluzione: l’accesso agli ammortizzatori sociali e la sola certezza del 60-65% di un salario già misero, anche quando è pieno.
Con la mobilitazione spontanea e il sostegno di Sgb, le educatrici e gli educatori hanno dimostrato che era possibile dare continuità ai servizi per i cittadini disabili, continuità alle attività educative, garantendo anche la loro retribuzione. Grazie a questa mobilitazione, nelle ultime settimane di marzo sono stati riprogettati gli interventi educativi, svolgendoli a distanza.

 

L’iniziativa sindacale però non si interrompe. In diversi casi abbiamo riscontrato inadempienze e omissioni da parte di Dirigenti Scolastici, che hanno ritardato gli interventi educativi o hanno deciso di ridurre le ore assegnate agli educatori, danneggiandoli economicamente – conclude il comunicato sindacale –. Ritarda poi la riprogrammazione e riprogettazione dei servizi dei centri diurni rivolti ai disabili, impedendo agli educatori di svolgere il proprio orario contrattuale.
Siamo stati rimproverati di avere accusato il Comune di Ravenna di approfittare di questa emergenza per risparmiare sui servizi alle persone disabili e sulla pelle di educatrici ed educatori. Bene, ora che è evidente la possibilità di riprogettare i servizi c’è la possibilità di dimostrare che le nostre accuse erano immotivate».

Nel ravennate più nuovi guariti (34) che positivi al coronavirus: appena 11

Solo un paziente è stato ricoverato, mentre cinque dei contagiati sono di una comunità alloggio di Ravenna

Coronavirus LaboratorioOggi nessun decesso, mentre sono appena 11 le positività accertate nel territorio ravennate, – qualcuna in più di ieri ma sempre contenute – che riguardano 6 donne e 5 uomini; uno dei contagiati è residente fuori provincia. Un paziente è stato ricoverato mentre tutti gli altri sono seguiti a domicilio. Sul fronte epidemiologico, si tratta di pazienti che hanno avuto contatti stretti con casi già accertati e 5 sono di una comunità alloggio di Ravenna.
Peraltroi sono verificate ulteriori 34 guarigioni cliniche e 17 guarigioni complessive.
Sono 287 le persone in quarantena e sorveglianza attiva in quanto contatti stretti con casi positivi o rientrate in Italia dall’estero.

Complessivamente i casi in provincia sono 921,  così distribuiti per Comune:
49 residenti al di fuori della provincia di Ravenna
416 Ravenna
124 Faenza
58 cervia
65 Lugo
48 Russi
28 Alfonsine
31 Bagnacavallo
21 Castelbolognese
8 Conselice
11 Massa Lombarda
3 Sant’agata Santerno
15 Cotignola
8 Riolo Terme
18 Fusignano
6 Solarolo
10 Brisighella
2 Casola Valsenio

Si allenta la stretta del Covid-19 in Emilia Romagna, calano morti e contagiati

Diminuiscono anche i ricoverati mentre crescono le guarigioni. Nel ravennate, pochi positivi e nessun decesso

Tampone Covid 19In Emilia-Romagna oggi (ore 12) sono accertati 22.184 i casi di positività al Coronavirus, 350 in più rispetto a ieri. Aumentano le guarigioni: 289 le nuove registrate oggi. I test effettuati hanno raggiunto quota 121.220, 4.394 in più rispetto a ieri.

Complessivamente, 9.166 persone sono in isolamento a casa, poiché presentano sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi (118 in più rispetto a ieri). In terapia intensiva sono ospitati 296 pazienti: 13 in meno di ieri. E diminuiscono anche quelli ricoverati negli altri reparti Covid (-96).

Le persone complessivamente guarite salgono a 5.635 (+289): 2.233 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 3.402 dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Si registrano 62 nuovi decessi: 30 uomini e 32 donne. Complessivamente in Emilia-Romagna sono arrivati a 2.965. I nuovi riguardano 9 residenti nella provincia di Piacenza, 9 in quella di Parma, 10 in quella di Reggio Emilia, 9 in quella di Modena, 14 in quella di Bologna (1 nell’imolese), 2 in quella di Ferrara, nessuno in provincia di Ravenna, 4 nella provincia di Forlì-Cesena (2 nel forlivese e 2 nel cesenate), 5 in quella di Rimini; nessun decesso di persone di fuori regione.

Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 3.299 a Piacenza (25 in più rispetto a ieri), 2.768 a Parma (43 in più), 4.217 a Reggio Emilia (127 in più), 3.340 a Modena (39 in più), 3.325 a Bologna (58 in più), 354 le positività registrate a Imola (2 in più), 759 a Ferrara (15 in più). In Romagna sono complessivamente 4.122 (41 in più), di cui 921 a Ravenna (11 in più), 796 a Forlì (16 in più), 600 a Cesena (come ieri), 1.805 a Rimini (14 in più).

All’Avis Ravenna in distribuzione migliaia di mascherine per donatori e cittadini

L’associazione continua a promuovere iniziative di solidarietà per fronteggiare l’emergenza Covid-19

Avis FurgoneContinuano le iniziative di solidarietà messe in campo dall’Avis Provinciale Ravenna, che dopo aver contribuito recentemente alla protezione degli operatori sanitari donando visiere protettive a ospedali, medici, pediatri e personale sanitario impegnato a fronteggiare l’emergenza Covid-19, oltre a contributi economici, ha voluto pensare anche alla sicurezza dei donatori e dei cittadini.
Per questo l’associazione ha acquistato 30mila mascherine chirurgiche, già disponibili negli 11 punti di raccolta presenti sul territorio provinciale, a disposizione di chi nei prossimi mesi si recherà a donare sangue e plasma.
Altre mascherine sono invece state distribuite alle varie sezioni comunali, che le stanno donando chi alla cittadinanza, chi a strutture sanitarie, chi alla Protezione civile, contribuendo così alla lotta contro la diffusione del contagio sul territorio.

«La tutela della salute delle persone – afferma afferma Marco Bellenghi, presidente dell’Avis Provinciale Ravenna – è una delle missioni fondanti della nostra Associazione: per questo vogliamo contribuire in ogni modo possibile, pensando in particolare a chi decide di donare in questo periodo, mostrando un cuore ancora più grande. Ricordiamo infatti che la raccolta non si ferma, a maggior ragione oggi che la sanità si sta riavviando alla normalità; occorre solo qualche attenzione in più, come ad esempio ricordarsi di prenotare la propria donazione di sangue e plasma, così come gli esami di controllo, prima di recarsi al punto di raccolta».

Per info su Avis Provinciale Ravenna: www.ravenna.avisemiliaromagna.it oppure tel. 0544 421180 (dal lunedì al venerdì 8-13; sabato 8-12) anche su. FB facebook.com/avisravenna.

Cercasi Kobi, cane timoroso, di grande taglia, mantello bianco e nero

Appello dell’Enpa per l’animale scomparso giovedì scorso a Ravenna in zona parco Teodorico, via Argirocastro

Cane KobiLa sezione Empa di Ravenna segnala la scomparsa del cane Kobi, avvenuta nel pomeriggio di giovedì 16 aprile. Meticcio, maschio, mantello bianco/nero, taglia grande.

È scappato dal cancello di casa che a causa di lavori di giardinaggio dei proprietari, era stato lasciato inavvertitamente aperto. La zona è quella del parco Teodorico, via Argirocastro (Famila). Dopo un primo avvistamento nella serata di giovedì in zona Bassette non ci sono state altre segnalazioni. Ieri un gruppo di volontari Enpa e i proprietari hanno battuto tutta la zona ma non hanno visto nulla. Si teme che si sia allontanato. È un cane molto timoroso, adottato dal canile di Cervia da pochi mesi.

Facciamo un appello a tutti i cittadini, se qualcuno lo vedesse può chiamare subito il proprietario, Michele (335 5309585), senza cercare di avvicinarlo.

«Più tecnologia, natura e sicurezza: nel turismo è il momento di sperimentare»

L’assessore comunale di Ravenna, Giacomo Costantini, disegna il futuro del settore dell’accoglienza: «Dobbiamo muoverci su tre fattori: imprese, persone e destinazioni. Possiamo farci trovare pronti»

Giacomo Costantini è assessore al Turismo, Coordinamento eventi, Smart city per il Comune di Ravenna e non potevamo non chiedergli la propria visione di futuro per il territorio che amministra, a cominciare naturalmente dalle azioni da intraprendere.

San Vitale Deserto
San Vitale deserta dopo la chiusura per decreto dei monumenti

Accetto volentieri il vostro invito a ragionare sul dopo virus, perché è adesso che dobbiamo farlo anche se ancora non sappiamo quando si potrà riaprire. La sicurezza sanitaria viene prima di tutto, ma dobbiamo costruire adesso ciò che serve al turismo, che è una voce fondamentale del Pil dell’economia italiana e del nostro territorio in particolare. Credo che fino a ora non ce ne si sia occupati a sufficienza: parliamo di un sistema di piccole imprese che però fa parte di una filiera che dà lavoro a centinaia di migliaia di persone. Per questo ho trascorso settimane a studiare, analizzare, confrontare. Questo è il momento di prepararsi perché su ciò che succederà dopo influiranno più aspetti.

Quelli microeconomici che riguardano fattori come il tempo che le persone avranno a disposizione, visto che molti hanno utilizzato le ferie in questo periodo, l’eventuale riorganizzazione del calendario scolastico e la capacità di spesa delle persone, che in molti casi sarà ridotta. A livello macro, dobbiamo pensare che si tratta appunto di una pandemia, che molte zone sono indietro di venti giorni o un mese rispetto a noi e che tra queste ci sono i bacini per noi più importanti come Francia, Germania, Stati Uniti, Inghilterra, Austria, Russia. Le compagnie aeree sono ferme, con i voli a terra, ripristinarli non sarà semplice.

Come si sta organizzando la politica per affrontare una crisi economica che tutti gli analisti indicano come molto più impattante di tutte quelle che abbiamo conosciuto fino a oggi? Credo innanzitutto che sia necessario un think tank che metta insieme voci diverse, penso a quella annunciata dal presidente della regione Bonaccini: ottima la presenza annunciata di Prodi e Giovannini, ma servono anche voci più giovani e servono imprenditori, coloro che vivono in prima linea il processo, servono esperti in tecnologia. Anche qui a livello territoriale stiamo incontrando digitalmente e ascoltando le voci delle diverse categorie coinvolte.

Costantini Assessore Turismo
Giacomo Costantini

Personalmente credo che sia necessario muoversi su tre assi fondamentali: impresa, persone, destinazione.
Le imprese hanno bisogno di linee guida chiare e credo che non si possa semplicemente sovrapporre nuove norme a quelle già esistenti, senza rimodularle, perché è in gioco la sostenibilità delle aziende. Credo che dopo l’ottima e importantissima mossa della cassa integrazione in deroga coperta anche dalla Bce, avranno bisogno di liquidità e bisogna pensare a un sistema misto di prestiti agevolati per ripartire ma anche di sostegni a fondo perduto per gli investimenti. Questo per non alzare troppo il tasso di indebitamento di imprese che non hanno mai goduto di facilitazioni da parte degli istituti bancari e che lavorano grazie al flusso di cassa con margini molto ridotti, ma che rappresentano il 25 percento del pil del nostro territorio. E poi bisogna agire con misure che abbiano un effetto moltiplicatore. Ecco perché è così importante il Bonus-Viaggi per poter detrarre le spese di viaggio e cultura.

Dobbiamo poi chiederci: come si muoveranno le persone? Dove vorranno andare? Cosa cercheranno? Tutto sta a dirci che almeno per il primo periodo molti preferiranno spostarsi con un mezzo proprio, che sceglieranno mete vicine e che vorranno garanzie in termini di sicurezza, vorranno essere rassicurati e saranno disposti a meno compromessi. Andrà ripensata, per esempio, l’animazione, gli imprenditori potranno giocare d’anticipo rimodulando l’offerta. Le persone non vorranno entrare in posti chiusi né affollati e avranno ancora più capito l’importanza della tecnologia. Ecco perché noi stiamo preparando la possibilità per i turisti di godere delle “Visioni di Eterno”, il progetto di videomapping già realizzato per i nostri monumenti Unesco, un modo emozionale per poter visitare la città all’esterno, e il tutto direttamente sui loro dispositivi personali. Anche perché mi chiedo, quanti per esempio vorranno ancora indossare i visori utilizzati da altri prima di loro? Ed è forse arrivato il momento di pensare per esempio a prenotazioni on line per ingressi programmati nei monumenti.

Infine, la destinazione. Alla luce di tutto questo, credo che noi possiamo farci trovare pronti per cogliere al meglio il sentiment preponderante e far diventare essenziale un aspetto su cui abbiamo lavorato molto in questi anni, ma che è sempre stato considerato un “di più” rispetto alla spiaggia e alla città d’arte. Penso alla natura, ai fenicotteri, alla pineta, a grandi spazi aperti dove sarà possibile muoversi più liberamente. Oltre naturalmente al cibo e allo sport, che sono rimasti anche tra i consumi online di questo periodo più importanti.

Ecco, in definitiva credo che si tratti di studiare e sperimentare seguendo linee guida precise che prevedano soluzioni nuove, un uso della tecnologia più diffuso e un ascolto del sentiment delle persone e dei comportamenti di acquisto attraverso strumenti di monitoraggio e analisi e collaborazioni con i principali players della vendita online del turismo come Booking, Expedia o Trivago.
Molti dei cambiamenti che vedremo nei prossimi mesi resteranno nel tempo e segneranno anche le stagioni future.

Centro Disabili: «gestione complessa ma non mancano tutele e riorganizzazione»

Disaccordo di alcune operatrici rispetto a una collega che ha denunciato una situazione “pericolosa”. «Noi teniamo botta…»

Centro DisabiliRiceviamo e pubblichiamo questo intervento firmato da un gruppo di addette del Centro Disabili di Ravenna in merito a una testimonianza che lanciava l’allarme sulle condizioni “pericolose” del servizio di assistenza.

«Siamo un gruppo di operatrici del Centro per Disabili di cui una nostra collega ha scritto il 17 aprile e vi inviamo il nostro punto di vista per esprimere il disaccordo su quanto è stato affermato.
La nostra professione, di operatori del Centro (oss, educatori, infermieri, referenti, coordinatori), è un lavoro da sempre stimolante, bello e difficile, e lo è ancora di più durante questo momento di crisi sanitaria generale di cui nessuno avrebbe previsto l’arrivo.
Insieme a supermercati ed ospedali apparteniamo a quei servizi essenziali che non hanno subìto trasformazioni in smartworking o educazione a distanza e il nostro sentire è quello di essere stati semplicemente, nel qui ed ora, responsabilmente chiamati a lavorare “in prima linea”, da subito, con un’attenzione maggiore al rischio di contagio sanitario.

La gestione degli utenti, in un periodo così, è certamente più complessa (non potendo fare le solite uscite o proseguire i progetti di partecipazione attiva con esterni, né ricevere visite o rientrare a casa come d’abitudine) ma siamo da sempre chiamati a fare il nostro lavoro adattandoci alle casistiche e ai tempi, e a dare esempio di presenza e capacità di affrontare le situazioni anche nei momenti più difficili, professionalmente è nel nostro onesto ruolo.

Attraverso il lavoro quotidiano di educatori ed oss, i disabili che risiedono da noi trascorrono giornate impegnate e di buon respiro, visto che l’equipe di lavoro ha messo come prioritario fornirgli un supporto psicologico, riorganizzato gli spazi e ripensato attività ad hoc (vengono utilizzati anche gli spazi del Diurno per evitare sovraffollamenti e in più il servizio ha aggiunto quotidianamente tre operatori, turnanti, per una copertura oraria di 10 ore, si svolgono attività come da pianificazione).

Dall’altro lato, vogliamo dirlo, gli utenti, come spesso abbiamo occasione di notare, è proprio quando respirano momenti di maggiore tensione (da parte del mondo che li gestisce) che ci mostrano la loro sensibilità e praticano atteggiamenti più “forti” (resilienti) di quanto non avremmo mai immaginato.

Ci sentiamo sereni nell’affermare che, contestualmente all’arrivo di questa emergenza sanitaria, da parte dei coordinatori e dirigenti non solo c’è stata una presenza costante e attenta alla tutela di utenti ed operatori, ma abbiamo respirato il loro invito al lavoro di squadra e al supporto reciproco affinché il gruppo, nonostante le difficoltà, si facesse “forza” e brillasse nell’impegno. Così è stato, in effetti.

A livello di tutela di tutti, molti sono stati gli accorgimenti messi in atto fin da prima che le direttive governative imponessero certe regole: l’utilizzo delle mascherine protettive son state dal 24 febbraio (le FFP2 e le monouso) rese obbligatorie all’interno del Centro e, quando tutti i fornitori le avevano esaurite, è stato chiesto ad una collega (anche sarta) di cucirne a mano un centinaio in modo che ne venissero distribuite due per ogni operatore (per lavare a fine turno e avere il cambio); con la sua disponibilità a farlo, anche, noi abbiamo potuto continuare a lavorare in sicurezza.

Oltre alle mascherine sono stati acquistati prodotti per l’igiene senza guardare al risparmio (disinfettanti per le mani, alcool, camici, guanti, traverse), è stato consegnato immediatamente agli uffici Ausl l’elenco di tutti i dati degli operatori al fine dello screening sierologico; è stato aumentata la frequenza giornaliera dei momenti di sanificazione delle superfici più soggette al contatto da parte di utenti ed operatori; infine, in accordo col MMG, si è provveduto a rinviare le visite non urgenti al fine di non esporre al rischio gli ospiti in contesti ospedalieri già compromessi.

Per quello che riguarda l’area gestionale è stata allestita già da diverse settimane una stanza d’emergenza per un eventuale caso di Covid positivo; è stato fatto un rifornimento ad hoc di dispositivi adatti ad un primo intervento di questo tipo; sono stati distribuiti a tutti gli operatori i protocolli Ausl per la gestione emergenza Covid; è stato vietato l’accesso di visite di familiari e individuato un ingresso fornitori esterno per evitare eventuali contatti.

A questo proposito, inoltre, abbiamo visto che, a parte i tre Oss entranti per sostituire gli uscenti (gli entranti già lavoravano in altri Diurni, mentre gli uscenti sono stati assunti in ospedale), sono state evitate sostituzioni esterne “di passaggio” e spesso ciò ha comportato che colleghi interni rinunciassero alle ferie e facessero turni straordinari per coprire chi ha chiesto congedo parentale e legge104 covid o era in malattia; il tutto per ridurre al minimo il rischio di introdurre persone sconosciute, a tutela dei nostri utenti.

Siamo consapevoli che lo stato di emergenza che caratterizza la geografia nazionale ed internazionale sia fonte di ansia e preoccupazione per chiunque e abbia ricadute sul quotidiano per tutti… ma questo non deve andare a colpire il buon lavoro faticosamente e costantemente svolto da chi è stato, da febbraio a questa parte, sul campo tutti i giorni.
Noi teniamo botta… per i ragazzi con disabilità,  per il Centro Residenziale,  per le famiglie e per chi ci crede.

Adriana, Antonella, Valentina, Venere

La prof contro la ministra: «Insufficienze in pagella? Io darò 9 a tutti»

Un’insegnante delle superiori a Ravenna critica Lucia Azzolina a proposito dei voti da dare anche se tutti saranno promossi: «Nel compito di realtà hanno riportato tutti il massimo»

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Ilaria Cerioli, docente di scuola superiore, scrittrice e blogger

La ministra all’Istruzione, Lucia Azzolina, avverte che anche se tutti gli alunni saranno promossi non ci sarà il 6 politico ma si potranno dare insufficienze e da Ravenna si alza la critica di una professoressa di scuola superiore: «Ma perché non sta zitta? – scrive Ilaria Cerioli in un post Facebook dal suo profilo aperto -. Come si permette di parlare di insufficienze? Sì, metterò voti! 9 a tutti!».

E poi la docente, che è anche scrittrice e blogger, entra nel merito della sua posizione contro la linea ministeriale e lo fa con un’accorata difesa dei suoi studenti di cui apprezza gli sforzi affrontati con la scuola ai tempi della pandemia che significa didattica online a distanza. Cerioli promette 9 a tutti «per il coraggio dimostrato, perché nonostante la connessione che non funziona, le famiglie disagiate con cui vivono, la paura dell’ignoto, lo stato di confusione a cui sono stati costretti da un giorno all’altro, la mancanza di spazio, di sport, di amici e la loro vita interrotta, sono tutti presenti ogni mattina. E se tardo due minuti sono loro a richiamarmi all’ordine. Non metterò neppure una insufficienza perché nel compito di realtà hanno riportato tutti il massimo».

Il post sul social si conclude rivolgendosi all’esponente dei Cinque Stelle: «Cara Azzolina, hai perso un’occasione unica: trasformare una scuola classista e coercitiva in una scuola davvero educante. Perché non si impara con lo spauracchio di un voto o di una bocciatura». E nell’ultima riga una vera e propria presa di posizione: «Per chi non l’avesse capito io sono un’insegnante contraria ai voti e alle bocciature».

Sindaco e assessore al Turismo in coro: «La spiaggia non avrà muri di plexiglass»

Gli amministratori criticano la proposta avanzata da un’azienda emiliana per dividere gli spazi tra lettini e ombrelloni. E non sono mancati meme e vignette satirici

PLEXI02 1226x768Al momento si tratta solo di un’idea progettuale ipotizzata da un’azienda emiliana, quindi senza alcun ancoraggio nei piani delle istituzioni, eppure i rendering delle spiagge con i pannelli di plexiglass a separare lettini e ombrelloni hanno spinto il sindaco e l’assessore al Turismo di Ravenna a prendere posizione per smentire che il litorale ravennate si presenterà così quando si potrà tornare sulla sabbia. Insomma i due amministratori, dopo la pubblicazione dei rendering su alcune testate nazionali, hanno voluto smentire qualcosa che non era mai stato approvato.

Quello che di sicuro ha girato meno intorno alla questione è stato Giacomo Costantini, titolare della delega al Turismo nella giunta comunale di Ravenna: «La finiamo con questa scemenza del plexiglass in spiaggia!?», ha scritto su Facebook.

Il primo cittadino invece, sempre dallo stesso social network, ha fatto ricorso a un po’ di poesia in più: «Posso dire con certezza che quando torneremo a vivere le nostre meravigliose spiagge lo faremo senza scatolette di plexiglass, ma respirando la brezza marina e con lo sguardo rivolto verso il mare e verso la nostra bellissima pineta».

Prima di loro si era sollevato il grido infastidito di Legacoop. Il responsabile delle cooperative balneari in Emilia-Romagna, Stefano Patrizi, parla di idea che nuoce all’immagine delle spiagge: «Ospedalizzare gli ombrelloni dentro box in plexiglass può suggestionare solo chi è all’oscuro delle dinamiche di propagazione del virus e del turismo di spiaggia, pensando di poter confinare immobili dentro cubi asfissianti famiglie con bambini. Un’idea che nuoce già all’immagine della nostra spiaggia, il cui successo è basato sulla promozione di un turismo sicuro, serio, dignitoso, condiviso dalla comunità. L’idea di turismo basata su accoglienza, ospitalità e benessere non puó essere messa in discussione». L’invito è ad avviare la stagione solo quando le condizioni di sicurezza saranno sufficienti da garantire la fruizione della costa senza pannelli trasparenti.

Non è così strano che l’idea lasci qualche perplessità. Lo dimostra anche come sia diventata spunto per meme e satira online. Ci hanno pensato il vignettista Makkox ma anche le pagine Facebook “Sapore di Male” e “Fotografie segnanti”. Queste ultime hanno giocato sull’accostamento con la cella di sicurezza di Hannibal Lecter…

A Lido Adriano 40 posti in un albergo per chi non può isolarsi in quarantena a casa

Le sistemazioni sulla costa ravennate rientrano tra le mille raccolte dalla Regione per affrontare i due fronti più delicati: contagi domiciliari e nelle residenze per anziani

Bedroom Door Entrance 271639(1)La Regione Emilia-Romagna si attiva per fare in modo che ci sia disponibilità di sistemazioni straordinarie dei pazienti Covid per contenere i contagi domestici e nelle residenze per anziani, i due fronti più caldi nella lotta al coronavirus. L’assessorato alle Politiche per la salute mette nero su bianco i provvedimenti da adottare per consentire l’isolamento di persone che non hanno un domicilio adeguato o che vivono in strutture dove tale isolamento non può essere garantito in totale sicurezza. Sono oltre mille i posti disponibili da Piacenza a Rimini (di cui 40 in una struttura alberghiera a Lido Adriano) per offrire a queste persone una collocazione alternativa in cui trascorrere la quarantena o il periodo necessario alla completa guarigione, con doppio tampone negativo. Si tratta soprattutto di alberghi, ma anche posti disponibili in strutture private e case protette dedicate esclusivamente a pazienti covid-positivi, ospedali di comunità.

Dall’analisi dei dati regionali da inizio epidemia è emerso che, per quanto riguarda le persone positive a Covid-19 che abitano con conviventi in quarantena a domicilio, i contagi rappresentano in media l’11,4 percento di quelli totali. Una percentuale che si alza al 18 considerando invece i dati dal primo aprile ad oggi; dato che dimostra come, nonostante una riduzione del numero dei contagi, la componente relativa a questa tipologia risulti sempre più rilevante. Nel caso delle strutture residenziali sociosanitarie, la componente di contagi rilevata rappresenta il 7 percento  di quelli avvenuti dall’inizio dell’epidemia. Anche in questo caso, nel periodo compreso fra il primo di aprile e oggi l’incidenza sul totale è aumentata, raggiungendo il 15.

Altro fronte sul quale la Regione è al lavoro da settimane è la ricerca di soluzioni al problema della carenza di personale nelle Cra: oltre ad aver sbloccato i corsi di formazione professionale per operatore sociosanitario e permesso di svolgere online l’esame finale, una circolare del 20 marzo aveva stabilito alcune specifiche disposizioni di sicurezza per i centri residenziali per anziani e disabili. Tra queste, la possibilità, per sopperire alla grave mancanza di personale, di inviare alle Aziende  Servizi alla Persona (Asp) parte delle nuove assunzioni fatte dalla Sanità regionale e alcune deroghe alle qualifiche professionali necessarie per ampliare la platea dei lavoratori all’interno delle strutture di ricovero per anziani e disabili.

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