giovedì
11 Settembre 2025

In fila fuori dal supermercato: fare la spesa ai tempi del coronavirus

Gli ingressi sono contingentati e anche a Ravenna i clienti sono costretti ad aspettar fuori

Fila Conad Via GalileiSta circolando sul web (postata sul gruppo Facebook “Succede a Ravenna”) una foto di ravennati in fila per entrare al Conad di via Galilei.

Una situazione che si ripete anche davanti ad altri supermercati, a causa degli ingressi contingentati, misura necessaria per poter rispettare la distanza tra le persone, così come prevedono le normative anti coronavirus.

In fila con i carrelli, i ravennati sembra però che restino compostamente a distanza, secondo quanto ci riportano anche alcuni presenti.

La raccomandazione delle istituzioni è però sempre quella di non affollarsi, perché l’approvvigionamento nei negozi di alimentari sarà sempre garantino.

Il sindaco ai giovani: «Giocate con la Playstation e leggete ma non uscite»

L’appello del primo cittadino Michele de Pascale alle nuove generazioni, tentate dal bel tempo primaverile a sfruttare la chiusura delle scuole per radunarsi: «È indispensabile che ognuno di noi faccia la sua parte»

Pexels Photo 1509337«Chattate e videochiamatevi con gli amici, sfidatevi online alla Playstation, tenetevi in forma con i video allenamenti online, leggete libri e guardate film e serie tv. Ma state a casa». È l’appello che il sindaco di Ravenna, Michele de Pascale, rivolge ai giovani perché non escano e riducano le occasioni di diffusione del contagio della Covid-19, malattia che si trasmette per via aerea attraverso le piccole goccioline di saliva contenute nel respiro, nella tosse e negli startnuti.

Il Comune ha avviato una campagna di comunicazione online su Facebook, Instagram e Youtube rivolta ai giovani, con l’obiettivo di sensibilizzarli il più possibile sul corretto comportamento da tenere in questo momento per non mettere in pericolo sé stessi e gli altri, rispettando le misure di precauzione. La campagna è focalizzata sull’importanza di rispettare l’indicazione di stare in casa e di uscire solo per motivi di comprovata necessità.

«Stiamo attraversando una situazione completamente nuova – dichiara De Pascale – che non sappiamo quanto durerà e di fronte alla quale siamo tutti comprensibilmente un po’ spaventati e confusi. Per superarla al più presto e contenerne le conseguenze negative, è indispensabile che ognuno di noi faccia la sua parte, rispetti le regole e resti in casa quanto più possibile. In particolare i nostri ragazzi e le nostre ragazze sono a casa da scuola già da tre settimane, è in arrivo la primavera e il bel tempo e questa condizione ragionevolmente potrebbe trasmettere loro l’aria di vacanza e la voglia di uscire con gli amici. Ma lo scenario è molto diverso, tutti i luoghi che sono abituati a frequentare, le biblioteche, il cinema, i locali sono chiusi; è vietato spostarsi ed uscire in gruppo, e dunque non è permesso andare a trovare gli amici o ritrovarsi nei giardini e nei parchi per una partita a pallone o per due chiacchiere».

Coronavirus, sciopero alla Marcegaglia: «Impossibile lavorare in sicurezza»

Lo proclama la Fiom che chiede all’azienda di ridurre le presenze e sanificare gli ambienti

Marcegaglia Ravenna Centro ServiziNella giornata di ieri, giovedì 12 marzo, a Ravenna la direzione aziendale di Marcegaglia ha convocato le Rsu a fronte dell’emergenza sanitaria sul Covid 19.

La Fiom Cgil ha chiesto di rallentare la produzione e mettere in sicurezza e sanificare gli ambienti. «Nel caso non fosse possibile sanificare nel breve periodo, garantendo la salute dei dipendenti, abbiamo chiesto di adottare il provvedimento della cassa integrazione guadagni ordinaria», si legge in una nota delle Rsu di Fiom Cgil.

«A fronte delle nostre richieste, fatte a tutela unica della salute dei dipendenti, l’azienda ha risposto di avere già adottato tutte le iniziative del caso e di dover garantire la produzione e il business – scrivono i sindacati –. Non riteniamo sufficiente quello che l’azienda intende attuare, nemmeno nella gestione del piano ferie che risulta inutile all’evitare il diffondersi del contagio. Per come è strutturata l’azienda, per la promiscuità con altre ditte all’interno dello stabilimento che non applicano il protocollo Marcegaglia, per gli ambienti comuni utilizzati da più persone contemporaneamente riteniamo che sia inverosimile rispettare le norme imposte dal Governo se non attuando una riduzione massiccia delle presenze in stabilimento».

A tutela della salute dei dipendenti la Fiom Cgil Ravenna proclama quindi per la giornata di sabato 14 marzo lo sciopero per l’intero turno lavorativo “da attuarsi ognuno nella propria abitazione”.

«Auspichiamo che l’azienda chiuda i reparti per sanificare tutti gli ambienti, fornisca DPI e diminuisca le lavorazioni per permettere ai lavoratori di non essere a stretto contatto».

Coronavirus Ravenna, chiusi fino al 3 aprile dighe foranee e moli guardiani

L’ordinanza dell’Autorità portuale dopo la richiesta della prefettura. Il sindaco: «Stop a comportamenti irresponsabili»

DigaIl presidente dell’Autorità di sistema portuale centro settentrionale Daniele Rossi, sentito il parere della Capitaneria di porto, ha firmato un’ordinanza che fino al 3 aprile prevede il divieto di accesso alle dighe foranee e ai moli guardiani del porto di Ravenna.

Inoltre la Capitaneria di porto ha disposto il posizionamento di transenne fisse e mobili – che in ogni caso consentano il passaggio dei mezzi di emergenza – nei punti di accesso alle dighe e ai moli, nonché quello di cartelli informativi.

«Questa esigenza – sottolinea il sindaco e presidente della Provincia Michele de Pascale – era emersa in sede di riunione del Comitato provinciale ordine e sicurezza pubblica dell’11 marzo. La richiesta di tale provvedimento era stata formalizzata dalla Prefettura, vista l’assoluta necessità di contenere gli spostamenti dei cittadini soprattutto nei fine settimana, in ottemperanza alla principale prescrizione del governo nell’ambito delle misure di contenimento e contrasto della diffusione del Coronavirus, che è quella di divieto di ogni forma di assembramento di persone in luoghi pubblici o aperti al pubblico, in considerazione del fatto che le dighe foranee nel porto di Ravenna costituiscono luoghi di aggregazione che, a causa della loro ristrette dimensioni, non consentono il rispetto delle distanze minime da mantenersi».

«L’ho già detto e lo ribadisco: domenica scorsa abbiamo visto, già in presenza di norme che lo vietavano, grandissimi assembramenti nei lidi, nei parchi, nelle piazze. Questo comportamento ora è irresponsabile e rischia di mettere a repentaglio non solo la salute di chi lo compie, ma anche quella dei propri cari e degli altri. Pertanto se nella mattina di sabato dovessimo riscontrare ulteriori abusi, disporremo altre chiusure. Solo se tutti agiremo in maniera responsabile potremo ottenere effetti positivi. Questa volta più che mai nessuno può sentirsi escluso dal fare la propria parte e la propria parte consiste essenzialmente in una cosa sola: stare in casa».

«So che stiamo rinunciando a quello che a tutti noi è più caro: la nostra libertà personale. Ma lo facciamo per un bene più prezioso: quello della salute. E dobbiamo pensare che lo stiamo facendo anche per rispetto di tutti coloro che, dai medici agli infermieri passando per qualsiasi altro stia operando in questi giorni sul campo per fronteggiare l’emergenza, sta facendo un sacrificio molto più grande di quello che per noi può essere rappresentato dal rinunciare a una giornata di sole all’aperto».

 

Sindacati: «Fornire mascherine ai farmacisti o pannelli di plexiglass ai banconi»

La proposta per proteggere il personale di attività che devono restare aperte per garantire le cure dei cittadini

Pannelli protettivi in plexiglass da installare ai banconi oppure fornire il servizio a battenti chiusi. Sono le proposte dei sindacati per garantire maggiore sicurezza al personale di farmacie e parafarmacie, tra le attività che durante l’emergenza sanitaria Covid-19 debbono mantenere l’apertura al pubblico per contribuire a garantire il fondamentale diritto alle cure di tutti i cittadini. Le due misure sarebbero da attuare se non dovesse arrivare una adeguata fornitura di presi di protezione come mascherine e guanti.

«Si pone l’esigenza e l’obbligo di garantire ai farmacisti la possibilità di esercitare la loro professione limitando al massimo i pericoli di contagio – scrivono Filcams, Fisascat e Uiltucs –. Urge pertanto un rafforzamento delle misure di protezione attiva e passiva disponibili, prevedendo l’attivazione di canali di rifornimento di mascherine adatte allo scopo in analogia a quanto praticato nei confronti del personale medico/infermieristico».

Covid-19, le Poste chiudono 34 uffici in provincia: ecco la lista

La decisione per ridurre l’esposizione dei lavoratori e garantire il minimo di servizi essenziali

Ufficio PostaleNell’ambito della riduzione delle attività per far fronte alle indicazioni del Governo nella lotta al contrasto del contagio del coronavirus, le Poste hanno deciso di chiudere al pubblico temporaneamente 34 uffici in provincia di Ravenna.

Ecco l’elenco in ordine alfabetico. Barbiano, Belricetto, Campiano, Cannuzzo, Coccolia, Conselice, Faenza 1, Faenza 4, Fognano, Godo, Granarolo, Lugo 1, Marzeno, Piangipane, Pinarella, Porto Corsini, Porto Fuori, Punta Marina, Ravenna via Carducci, Ravenna Borgo San Rocco, Ravenna via Pola, Ravenna via Fiume Montone, Reda, San Pancrazio, San Patrizio, San Pietro in Vincoli, Sant’Alberto, Santerno, Santo Stefano, San Zaccaria, Savarna Savio, Villanova di Bagnacavallo, Villa San Martino.

Al momento non sono disponibili notizie sulla riapertura, tranne per quello di Porto Corsini: come per questo era già prevista la chiusura definitiva per riorganizzazione dal 6 aprile.

Il ladro dimentica la felpa nella fuga, denunciato mesi dopo grazie al dna

Un 32enne era uno dei membri di una banda che a bordo di una Fiat Croma sfuggì ai carabinieri dopo speronamenti per strada

RAVENNA 19/06/18. SPACCTA IN VIA CIRCONVALLAZIONE MOLINETTOUna felpa dimenticata è costata la denuncia a distanza di mesi per un 32enne che era riuscito a sfuggire alla cattura dei carabinieri durante un furto andato male. È successo a Faenza. Determinante per l’epilogo sono state le tracce di dna isolate dai Ris sull’indumento rimasto nella vettura abbandonata durante la fuga rocambolesca con speronamenti. Il 32enne è stato denunciato per furto, ricettazione aggravata in concorso, possesso di chiavi alterate o grimaldelli e danneggiamento di mezzo militare.

L’episodio risale ai mesi scorsi. I carabinieri del nucleo radiomobile di Faenza erano intervenuti per un furto in corso in un esercizio commerciale. Alcuni cittadini riferivano ai militari di aver notato delle persone uscire dalla porta retrostante del negozio e riferendo, inoltre, di averle viste scappare a bordo di una Croma di colore scuro. I carabinieri avevano rintracciato l’auto e ne era nato un inseguimento con speronamenti fino a quando la banda ha mollato l’auto e si è dileguata a piedi.

La Croma è stata trasportata al comando per i rilievi tecnici e fotografici, ma non venivano ritrovate impronte papillari. All’interno dell’autovettura, però, venivano rinvenuti materiale da scasso e un pile con cerniera di colore nero sul sedile posteriore. E i Ris hanno fatto il resto.

Tragedia Mecnavi: il ricordo delle 13 vittime quest’anno è solo via streaming

Non si è tenuta la consueta cerimonia ai piedi dello scalone del municipio, ma una video-lezione dello storico Luparini, valida come attività didattica a distanza

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Il manifesto dietro cui sfilarono migliaia di ravennati dopo la tragedia della Mecnavi, nel 1987

L’annuale commemorazione della tragedia della Mecnavi, l’incidente sul lavoro al porto di Ravenna in cui morirono tredici operai in un incendio nel 1987, si è tenuta oggi in forma molto ridotta con trasmissione via streaming, in ottemperanza alle misure per la gestione dell’emergenza sanitaria legata alla diffusione del coronavirus. Non si è quindi tenuta la tradizionale cerimonia pubblica ai piedi dello scalone del Comune, in piazza del Popolo.

Dopo la deposizione di corona alla lapide in ricordo delle vittime, dalle 10 alle 11, c’è stato un momento di ricordo e riflessione, a porte chiuse, nella sala del consiglio comunale. Oltre al sindaco Michele de Pascale hanno portato i loro saluti il sindaco di Bertinoro Gabriele Antonio Fratto e Costantino Ricci, segretario generale della Cgil di Ravenna, a nome delle tre confederazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil; a seguire Alessandro Luparini, storico e direttore della Fondazione Casa di Oriani ha tenuto una video-lezione, ricostruendo la tragedia che si consumò a bordo della motonave gasiera Elisabetta Montanari il 13 marzo 1987 e che costò la vita a 13 lavoratori rimasti asfissiati. L’iniziativa rientra tra le attività didattiche digitali per gli studenti.

«In queste giornate per tutti difficili – dichiara il sindaco Michele de Pascale – ritengo che l’occasione possa rappresentare per la nostra comunità una riflessione importante sul tema della sicurezza sul lavoro, approfondendo un momento particolarmente significativo della storia di Ravenna».

https://www.facebook.com/comunediravenna/videos/135377567891717/

Volontari disponibili per consegnare farmaci e spesa a domicilio: ecco chi chiamare

Per affrontare le difficoltà delle persone costrette a rimanere in casa durante l’emergenza coronavirus, alcune associazioni di protezione civile si sono attivati per fornire un servizio utile

Alcune associazioni di volontariato e protezione civile attive nei comuni della Romagna Faentina si sono rese disponibili per fornire ai cittadini un servizio di ritiro medicinali e spesa alimentare con consegna a domicilio per aiutare le persone bisognose durante l’emergenza coronavirus riducendo gli spostamenti anche per comprovate necessità, consentiti dal decreto.

A Faenza dalle 9 alle 18 sarà possibile contattare il comitato locale della Croce rossa Italiana al numero di telefono 329-2484589.

Stesso servizio di disponibilità verrà svolto dai volontari della Protezione civile di Riolo Terme, al numero di  telefono 366-8274146.

Anche il Centro volontari Brisighella fornirà questa disponibilità al numero di telefono 334-3615636 .

A Casola Valsenio per la consegna dei soli farmaci sarà attivo un servizio in accordo con la Farmacia e con i medici di base: i numeri di riferimento da contattare sono 0546-73942 o 371-3627399, mentre per il servizio di consegna della spesa a domicilio per informazioni e prenotazioni è possibile chiamare il 339-5346719 dalle 9 alle 12 da lunedì a venerdì. Maggiori informazioni sono reperibili sul sito web del Comune di Casola.

Anche gli altri comuni dell’Unione della Romagna Faentina stanno prendendo contatti con altre associazioni locali per lo svolgimento di questi servizi, inoltre è in corso di attivazione un servizio di consegna medicinali concordato su tutto il territorio nazionale che usufruirà di un numero verde unico. Non appena disponibile verrà fornito anche questo riferimento.

Il mercato coperto sospende l’attività. Prodotti freschi donati alla mensa San Rocco

La struttura vende generi alimentari e ha un supermercato ma contiene anche bar e ristoranti che devono restare chiusi

Chiude anche il nuovo mercato coperto in centro a Ravenna. La struttura in piazza Costa si arrende al coronavirus: arrivare alle 20 di oggi, 13 marzo, e poi l’attività resterà sospesa fino a quando cambieranno le condizioni. Tutte le merci fresche e deperibili dei chioschi verranno donate alla mensa di San Rocco e ad altre strutture benefiche della città, per non sprecare il cibo e assicurare un pasto solidale alle persone in condizione di bisogno.

Lo spazio vende generi alimentari con il supermercato Coop e i banchi gestiti dal gruppo Molino Spadoni quindi potrebbe continuare l’apertura in base alle norme del decreto ma «il Mercato è un luogo di aggregazione – si legge in una nota diffusa dalla gestione – e ospita anche bar, ristoranti, spazio eventi e libreria. Cioè tutti servizi non essenziali che debbono restare chiusi». Coop ricorda che per la spesa quotidiana restano aperti tutti i supermercati e gli ipermercati: «In particolare nel centro di Ravenna il negozio di via di Roma».

Cassa integrazione in deroga per la crisi Covid-19, ecco i requisiti per averla

Un fondo di 38 milioni della Regione per aiutare le imprese private che subiscono gli effetti dell’emergenza sanitaria

La Regione Emilia-Romagna ha diffuso una nota per spiegare come funzionano e a chi sono destinati gli ammortizzatori sociali per i lavoratori e le aziende colpite dalla crisi Covid-19, secondo quanto previsto dall’accordo sottoscritto nei giorni scorsi.

Alla cassa integrazione in deroga – dotata di un fondo di 38 milioni di euro – possono accedere tutti i datori di lavoro privati, di ogni settore produttivo, che non abbiano accesso agli ammortizzatori ordinari. «L’eccezionalità dell’accordo, il primo in Italia a livello regionale – spiega l’assessore a Sviluppo economico e Lavoro, Vincenzo Colla -, punta a intervenire per la tutela di lavoratori e datori di lavoro che subiscano gli effetti negativi di questo periodo di emergenza sanitaria, non potendo usufruire di strumenti ordinari».

Possono accedere quindi alla Cig in deroga i datori di lavoro privati che:
a) occupano da 1 a 5 dipendenti compresi e che non aderiscano ai Fondi di solidarietà bilaterale attivi;
b) occupano da 6 a 15 dipendenti compresi e accedono al Fis, solo nel caso in cui non possano beneficiare dell’assegno di solidarietà;
c) occupano più di 15 dipendenti e accedono al Fis, solo se hanno già fruito dell’assegno ordinario nei limiti massimi previsti.

In attesa che vengano emanate dal Governo ulteriori disposizioni per il sostegno al reddito dei lavoratori sospesi dal lavoro, o la cui attività sia ridotta a causa dell’emergenza sanitaria, «questo accordo permetterà l’utilizzo della cassa in deroga per tutti i lavoratori con qualsiasi tipologia di contratto di lavoro subordinato, compresi gli agricoli e i soci lavoratori di società cooperative che non abbiano a disposizione alcun altro ammortizzatore sociale».

Il provvedimento decorre retroattivamente dal 23 febbraio. Tutte le informazioni utili sulle modalità e sull’invio delle domande e relativa modulistica ed evoluzione della normativa, verranno a breve pubblicate sul portale web dell’Agenzia regionale per il lavoro. Già disponibili una mail (arlinfoderoga@regione.emilia-romagna.it) e un numero di telefono (051/5273893) per avere informazioni.

La Camera di Commercio scrive al premier: «6mila lavoratori dell’Oil&Gas a rischio»

L’appello del presidente Guberti: «Insensato lo smantellamento di un comparto che finora ha portato benessere»

Il presidente della Camera di Commercio di Ravenna, Giorgio Guberti, lancia l’allarme sul settore offshore in una lettera inviata al premier Giuseppe Conte. Guberti.

In particolare Guberti si dice preoccupato per la proroga del cosiddetto “blocca-trivelle”, ossia l’ulteriore rinvio di sei mesi della stesura del Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee, inserito nel decreto “Milleproroghe”, che ha allungato fino a due anni la moratoria sulle attività di esplorazione e coltivazione dei giacimenti di idrocarburi, «incidendo in maniera pesantissima sul futuro di numerosissimi lavoratori e aziende del nostro territorio, nonché sul futuro dell’intera economia locale, ora a grave rischio anche per le ripercussioni che avrà l’emergenza sanitaria in atto».

«Il settore dell’Oil&Gas per Ravenna – scrive Guberti – ha un’importanza strategica, avvalorata da un fatturato che lentamente si stava avviando verso una ripresa, di oltre 1 miliardo e 400.000 euro, una occupazione diretta sul territorio di oltre 3.000 dipendenti ai quali se ne aggiungono altri 1.500 fra indotto e contrattisti e circa 1.500 all’estero, un know-how fatto di persone, di imprese e di esperienza capace di produrre ricchezza sia a livello locale e sia a livello nazionale e che rappresenta storicamente un’eccellenza internazionale. Ora questo patrimonio di competenze e questi posti di lavoro sono a rischio, mentre purtroppo già si registra la decisione di Eni di destinare altrove gli investimenti previsti su Ravenna».

«Pur nella consapevolezza – scrive ancora Guberti nella lettera – che il processo di transizione verso le energie rinnovabili sia un obiettivo ineludibile e anche strategico per il nostro Paese, è altrettanto necessario che possa essere attuato senza trascurare l’utilizzo delle importanti risorse energetiche che il nostro paese possiede, come il gas estratto nel nostro mare. Per il prossimo decennio, il metano sarò infatti la fonte energetica fossile disponibile più pulita. Le scelte politiche intraprese, oltre ad inficiare il benessere economico della nostra comunità, dei suoi lavoratori e delle sue imprese, non perseguono vantaggi ambientali chiaramente identificati e quindi tali da giustificare il sacrificio richiesto al territorio ravennate, lo smantellamento di un settore economico tecnologicamente avanzato e che peraltro non ha mai contrastato con la salute e la qualità della vita della comunità locale portandone altresì sviluppo e benessere sociale, garantendo standard ambientali e di sicurezza tra i più alti al mondo».

«Quello che appare necessario invece, in un quadro di incertezza economica, è la chiarezza politica delle scelte relative al nostro futuro energetico. Tali scelte, che dovranno fare i conti con la necessità di approvvigionamento energetico del nostro sistema paese che permane, per grandissima parte, dipendente dalle fonti energetiche di paesi terzi, non possono prescindere dal permanere delle attività estrattive che, anche per l’evolversi della ricerca e delle tecnologie hanno la capacità di essere, anche attraverso i necessari investimenti, compatibili con i più ambiziosi obiettivi di sostenibilità ambientale».

«Per tutte queste ragioni – conclude Guberti –, ed in linea anche con la recente nota inviata dal Presidente del Ravenna Offshore Contractors Association (ROCA) , chiedo con forza di aprire al più presto un confronto fra Governo nazionale, Amministrazioni locali e Associazioni di categoria che possa prevedere il necessario coinvolgimento del territorio ravennate, compresi gli operatori del settore, che porti a rivedere le scelte intraprese, unitamente alla richiesta, avanzata con la sottoscrizione di un documento congiunto del 27 febbraio scorso, dell’apertura urgente di un tavolo di crisi di sito. Dobbiamo avere un obiettivo strategico comune, quello di perseguire una crescita economica sostenibile, preservando anche il comparto delle estrazioni di gas naturale e il settore dell’Oil&Gas ad esse collegato, mantenendo l’occupazione e la coesione sociale del nostro territorio e dell’intero Paese».

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