sabato
13 Settembre 2025

Il Pd festeggia la vittoria di Bonaccini anche a Ravenna, in piazza Unità d’Italia

Appuntamento il 28 gennaio dalle 20.30

Bonaccini VittoriaIl Partito Democratico festeggia la vittoria di Bonaccini elle elezioni regionali anche a Ravenna.

L’appuntamento è per domani, martedì 28 gennaio, dalle 20.30 in piazza dell’Unità d’Italia.

Lo annuncia sui social lo stesso Pd, che in provincia ha ottenuto quasi il 38 percento delle preferenze, quasi 7 punti in più della Lega, contribuendo alla vittoria del Presidente uscente.

Tre eletti in Regione dalla provincia di Ravenna. Fuori la segretaria della Lega

Tornano a Bologna i faentini Rontini e Liverani, la new entry è l’assessore uscente Corsini. Ma Bessi spera ancora…

Corsini Bonaccini
Corsini con Bonaccini: il ravennate potrebbe essere confermato nella giunta della Regione

A poche ore dalla chiusura delle urne è già possibile individuare gli eletti all’assemblea regionale della provincia di Ravenna. Che sono tre, rispetto ai quattro uscenti, in quanto non scatterà in provincia quello che era una sorta di “premio di maggioranza”, per questioni prettamente demografiche.

A essere sicuri del posto sono i due candidati più votati del Pd e il più votato della Lega, i due partiti che hanno ottenuto più voti a questa tornata elettorale in provincia di Ravenna, rispettivamente quasi al 38 e oltre il 31 percento.

E in particolare si tratta di Manuela Rontini del Pd, consigliera uscente e recordman di voti, con oltre 7mila preferenze. Tornerà in consiglio anche Andrea Liverani della Lega, anche lui faentino, che con oltre 3mila preferenze ha fatto meglio della segretaria provinciale, Samantha Gardin, in seconda posizione a quota 2mila (e nel comune di Ravenna superata anche dal collega consigliere Gianfilippo Nicola Rolando).

L’unica new entry in arrivo in Assemblea regionale dalla provincia di Ravenna è quindi l’assessore uscente Andrea Corsini (cervese ma ormai ravennate d’adozione), risultato il secondo più votato nel Pd, con oltre 6.200 preferenze.

Salvo sorprese, però, Corsini dovrebbe entrare nuovamente nella giunta di Bonaccini (possibile assessore alle Infrastrutture, secondo quello che si vociferava essere una sorta di accordo pre-elettorale). In quel caso tornerebbe in Regione, andando a occupare la poltrona lasciata a quel punto vuota da Corsini, un altro consigliere uscente, il concittadino Gianni Bessi, terzo nella speciale classifica dei più votati nel Pd, con oltre 4mila preferenze.

Meteo, allerta gialla per il vento (anche) in provincia di Ravenna

Per 24 ore, a partire dalla mezzanotte

Ombrello Al Vento
Ombrello al vento

Allerta meteo gialla per il vento in provincia di Ravenna.

L’allarme scatta dalla mezzanotte di oggi, 27 gennaio e avrà una durata di 24 ore.

Nella giornata di martedì 28 gennaio è infatti previsto – citiamo l’allerta – “il rapido transito di un minimo depressionario” che determinerà “un deciso aumento della ventilazione”.

Sono previsti venti occidentali o sud-occidentali con intensità fino a Beaufort 8 ( 62-74 Km/h ) e con raffiche anche superiori ( valori stimati attorno a 80-90 Km/h ), che interesseranno tutto il settore appenninico. “Intensa ventilazione di caduta da sud-ovest anche sulla pianura romagnola”.

I più votati: Rontini (Pd) regina con 7mila preferenze, Liverani primo della Lega

Il podio provinciale è tutto dei democratici, nella top ten compaiono quattro liste. Ancarani ha la percentuale più alta per lista: il 13 percento degli elettori di Forza Italia ha scritto il suo nome. Per la Lega nel capoluogo Rolando batte la segretaria Gardin

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Manuela Rontini

È Manuela Rontini del Pd la candidata più votata alle Regionali nella circoscrizione della provincia di Ravenna. La faentina consigliera dem uscente ha incassato 7.198 preferenze: un elettore su dieci dei democratici ha scritto il suo nome sulla scheda. Rontini ha staccato Andrea Corsini, compagno di partito e assessore uscente, di un migliaio di voti: il cervese si è fermato a 6.271. A completare il podio un altro piddino: Gianni Bessi, anch’egli consigliere nella passata legislatura, ha raccolto 4.119 preferenze. Un dato significativo: nel 2014, alle precedenti Regionali, il più votato fu Mirco Bagnari (5.753 che anche allora corrispondevano a un decimo dei voti Pd) e Rontini arrivò a 5.639.

Continuando a scorrere la graduatoria arriva il nome di Andrea Liverani. Il leghista sedeva nell’assemblea di Bologna negli ultimi cinque anni ed è stato il primo del centrodestra a muoversi per la campagna elettorale: in totale 3.045 preferenze. Il faentino ha superato la segretaria provinciale Samantha Gardin che siede nel consiglio comunale di Ravenna e ha messo in tasca 2.018 voti. Appena una manciata in più della quarta candidata Pd: 1.993 per Mirella Dalfiume.

Al settimo posto delle preferenze provinciali un altro esponente del Carroccio: Gianfilippo Rolando fa cifra tonda (1.500). Il compagno di banco di Gardin anticipa di un solo voto Luca Ortolani (1.499) della lista Coraggiosa, il primo in graduatoria non del Pd e non della Lega.

Al nono posto il capolista di Fratelli d’Italia: Alberto Ferrero incassa 1.162 preferenze. Chiude la top ten un’altra rappresentante di Coraggiosa: Federica Francesca Vicari che sfiora la quarta cifra e si ferma a 994.

Fuori dai primi dieci ci sono alcune prestazioni da registrare. Ad esempio quella di Domizio Piroddi: l’ex assessore di Faenza, uscito dalla giunta in contrasto con Malpezzi, ha conquistato 750 preferenze (di cui 574 nel suo territorio) con la lista Bonaccini Presidente. Nella stessa lista compariva Pietro Vandini, ex grillino ora con Italia in Comune: 186 voti. La performance del forzista Alberto Ancarani mostra il suo peso nel partito: se Forza Italia incassa 4.780 che valgono il 2.47 percento, il capolista e consigliere comunale porta 630 preferenze. Numeri che gli valgono il miglior risultato per lista: il 13 percento dei forzisti ha scritto il suo nome. Nella debacle dei Cinque Stelle la più votata è stata Cinzia Pasi con appena 276. Un’occhiata tra le foglie dell’Edera (il simbolo compariva in quello di Più Europa della Bonino): il segretario comunale del Pri Stefano Ravaglia è il più gradito (441) mentre Gabriele Armuzzi, vicesindaco di Cervia, fa 311.

Vale la pena dare un’occhiata ai dettagli nei due comuni più popolosi della provincia, Ravenna e Faenza (in quest’ultima si voterà per le amministrative fra pochi mesi al termine di due mandati con Giovanni Malpezzi del Pd). Nel capoluogo il re delle preferenze è Bessi che con 2.751 supera Corsini (2.413). Significativo anche il dato leghista: Rolando batte Gardin 1.065 a 754. Se ci spostiamo nel comune manfredo le cifre targate Pd fotografano il dominio rontiniano: 3.275 preferenze, dieci volte quelle degli altri due sfidanti interni. Sempre a Faenza come previsto Liverani fa il pieno con 1.414 (per Gardin 114).

Ecco la top ten delle preferenze:

Rontini (Pd) 7.198
Corsini (Pd) 6.271
Bessi (Pd) 4.119
Liverani (Lega) 3.045
Gardin (Lega) 2.018
Dalfiume (Pd) 1.993
Rolando (Lega) 1.500
Ortolani (Coraggiosa) 1.499
Ferrero (Fdi) 1.162
Vicari (Coraggiosa) 994

Lucia Borgonzoni lascia il Senato? La candidata non risponde e rimanda a venerdì

Il segretario della Lega Matteo Salvini, vicino a lei, precisa: «Lei vorrebbe restare in Emilia-Romagna ma faremo le valutazioni e decideremo»

IMG 4748Lucia Borgonzoni si dimetterà dal Senato per andare a sedersi in Consiglio regionale come chiesto diverse volte durante la campagna elettorale dagli avversari? Le due cariche sono incompatibili e la candidata del centrodestra è chiamata ad una scelta. Sollecitata due volte in conferenza stampa, Lucia Borgonzoni ha girato  attorno alla risposta: «Da domani mattina incontrerò gli eletti – ha detto in sintesi – per concordare le linee da portare avanti e per controllare che le tante promesse fatte dai nostri avversari siano mantenute, visto che negli ultimi giorni ne hanno tirato fuori di ogni tipo». Questa la prima risposta a chi le chiedeva delle dimissioni, ripetuta sostanzialmente quando un secondo giornalista ha ripetuto la domanda.

È così intervenuto Salvini, accanto a lei in conferenza stampa: «La sua decisione ve la comunicherà venerdì», quando la Lega vuole organizzare una festa con gli eletti e gli elettori per festeggiare quello che viene comunque considerato un buon risultato. L’ex ministro ha poi precisato che la decisione, in sintesi, la prenderà lui: «Io so che lei vorrebbe rimanere qua in Emilia-Romagna, ma poi faremo le valutazioni, c’è per la prima volta una squadra di 13-14 consiglieri con rappresentanti da tutto il territorio, vediamo se dove ci sarà bisogno di lei. Apprezzo il fatto che abbia fatto il percorso contrario, di solito si usano i consigli come trampolini per andare in Senato. Ha espresso il desiderio di rimanere qua, vediamo se ci saranno le condizioni per accontentarla».

I dati del comune di Ravenna: Bonaccini al 52,4. Borgonzoni vince solo al Mare

Il presidente riconfermato fa il pieno a Mezzano, con il 56 percento

BonacciniSono definitivi i risultati anche nel comune capoluogo della provincia, Ravenna, dove Stefano Bonaccini ha ottenuto il 52,4 percento delle preferenze, un punto in più rispetto alla media regionale ma leggermente sotto a quella provinciale. In valore assoluto sono stati 43.912 a esprimere la propria preferenza per il Presidente uscente.

Oltre dieci punti (e 8mila voti) in meno per Lucia Borgonzoni, al 42,1 percento, in linea con il dato provinciale e sotto a quello regionale.

In  linea con quanto accaduto nel resto della regione, la differenza si assottiglia se si prendono in considerazione solo le coalizioni: il centrosinistra è al 49 percento, il centrodestra al 43,6 (con il meccanismo del voto disgiunto che ha premiato Bonaccini e punito Borgonzoni).

Staccatissimo, anche a Ravenna, il candidato del Movimento 5 Stelle, che come lista arriva però qui vicino al 6 percento (5,8), Simone Benini, fermo al 4,2.

Sotto l’1 percento anche qui gli altri quattro candidati a presidente, con Battaglia del Movimento 3 V che batte quelli della sinistra estrema (0,5 percento contro 0,4 di Collot, 0,3 di Luglio e 0,1 di Bergamini).

Guardando le varie liste, il Pd nel comune è il primo partito con il 37 percento davanti alla Lega (29,9 percento) e, al terzo posto, Fratelli d’Italia, che a Ravenna supera addirittura il 9 percento.

Dando un’occhiata alle varie circoscrizioni di Ravenna, l’unica in cui vince la candidata del centrodestra è, come ormai tradizione, quella del Mare, con la Borgonzoni al 49 percento contro il 44 di Bonaccini, che vince invece in tutte le altre, restando sotto il 50 percento solo a Castiglione, Roncalceci e Sant’Alberto. Il risultato migliore, Bonaccini, lo ottiene invece nella “roccaforte” di Mezzano, dove supera il 56 percento.

Stefano Bonaccini (centrosinistra) confermato alla presidenza dell’Emilia-Romagna

Dati definitivi in regione: il presidente uscente al 51,4 percento, Borgonzoni al 43,7. I 5 Stelle sotto il 5

Stefano BonacciniIl presidente uscente Stefano Bonaccini è stato confermato dagli emiliano-romagnoli alla guida della Regione.

Bonaccini (dati regionali) è stato scelto dal 51,4 percento dei votanti (a fronte di un 48,1 percento per la sua coalizione), contro il 43,6 della sfidante Lucia Borgonzoni, del centrodestra (con la coalizione che ha conquistato più voti, al 45,4).

Staccatissimo Simone Benini del Movimento 5 Stelle con il 3,5 percento dei voti (la lista è invece al 4,7).

Sotto l’1 percento gli altri quattro candidati.

Alta l’affluenza, al 67,7 percento.

I DATI DELLA PROVINCIA DI RAVENNA

Dati definitivi: in provincia Bonaccini stravince con oltre dieci punti di scarto

Borgonzoni in vantaggio solo a Brisighella e Sant’Agata. A Russi e Cervia la coalizione di centrodestra supera il centrosinistra

SEGGI ELEZIONI REGIONALI EMILIA ROMAGNA 2020 RAVENNA

In una tornata elettorale dove l’Emilia-Romagna si conferma roccaforte “rossa” d’Italia, Ravenna ancora una volta conferma di essere tra le zone in regione dove il rosso è più vivido. Qui infatti (considerando il dato provinciale) lo scarto tra il governatore uscente e la contendente della Lega arriva quasi a undici punti: 52,7 Bonaccini a 42,1 percento Borgonzoni (contro rispettivamente 51,4 e 43,6 della media regionale).

Una forbice che anche in provincia si riduce se si prendono in considerazione le lista a sostegno dei due: la somma dei partiti di centrosinistra è infatti pari a 49,6 e quella dei partiti di centrodestra a 43,6. Segno che il voto disgiunto, pur non essendo determinante, c’è stato anche tra gli elettori di centrodestra oltre che, come previsto, tra alcuni grillini i quali hanno però nel frattempo subito un tracollo. Il Movimento 5 Stelle si ferma a un 5,1 percento e sotto al 4 percento (3,8) per il candidato in virtù del voto disgiunto.

Gli altri quattro candidati presidenti si fermano anche qui a percentuali sotto l’1 percento, quando lo sbarramento per entrare in Assemblea regionale è pari al 3 percento.

Il Pd si conferma primo partito a livello provinciale con 37,6 percento seguito dalla Lega al 31,1 percento. Segue Fratelli d’Italia con l’8,1, la lista a sostegno di Bonaccini (4 percento), Coraggiosa (3,2 percento) e Forza Italia che si ferma a un 2,5 percento.

Dunque nessuna rivoluzione c’è stata nelle urne e molte conferme. Alfonsine per esempio tra i comuni più a sinistra con Bonaccini addirittura al 58,3 percento e Borgonzoni al 36,1. Non molto distante dal risultato di Massa Lombarda che si attesta su un 57,9-36,2 e da quello di Fusignano che segna il 57,4 percento per il candidato Pd e il 38,3 per la sfidante. A Bagnacavallo, il presidente uscente è al 55,4 (Pd al 41,4) e Borgonzoni al 39,2. Sempre nella Bassa, a Conselice Bonaccini è al 54,9 contro il 39,3 della candidata leghista. Anche a Casola Bonaccini supera la metà dei voti con il 53 percento contro il 43,6 dell’avversaria e Cotignola siamo a 54,4 a 41,1. A Solarolo, 4 seggi, vittoria per Bonaccini con il 51,1 e quasi sette punti di vantaggio sulla seconda. Supera di poco la metà dei voti a Castel Bolognese (50,1 contro il 45 percento) e a Riolo Terme dove Bonaccini ottiene un 50,1 e poco meno di sei punti di vantaggio dalla candidata di Salvini. Scarto più contenuto nei due seggi di Bagnara con il candidato del centrosinistra al 49,2 e quella del centrodestra al 44,7.

A Lugo Bonaccini è stato votato dal 51,6 percento di chi si è recato alle urne, contro il 44,2 di Borgonzoni.

A Russi si verifica invece ciò che era stato pronosticato più volte dai sondaggi e poi smentito in gran parte della regione: Bonaccini conquista il 48,7 ma la coalizione delle sue liste si ferma al 45,9 mentre l’insieme delle liste del centrodestra arriva al 47,2 percento, ma la candidata Borgonzoni è sotto questa percentuale, con appena il 45,4. Qui il voto disgiunto è stato determinante (a questo proposito il candidato grillino qui ha preso il 3,9 contro il 4,7 della sua lista). E lo stesso accade a Cervia: Bonaccini arriva primo con il 48,8, oltre tre punti in più della sua coalizione ferma al 45,5. Borgonzoni è al 46, 1 contro un 47,8 della sua coalizione. Sono risultati che non sorprendono alla luce delle politiche e delle ultime europee, ma in entrambi i comuni si è votato a maggio scorso e in entrambi i comuni si è affermato il centrosinistra.

Tra i pochi comuni dove il risultato è stato ribaltato c’è Sant’Agata sul Santerno, che si conferma una mosca bianca della Bassa lughese. Qui Borgonzoni vince con il 48,8 percento con il totale delle liste di centrodestra che supera la metà dei voti arrivando a 50,1 mentre Bonaccini si ferma al 46,35 con le liste ferme al 43,6. Qui la Lega è al primo partito con oltre il 37 percento dei voti, il Pd si ferma a poco più del 31. Ancora più favorevole al centrodestra il risultato è a Brisighella, unico comune perso dal centrosinistra durante la tornata di amministrative del 2019. Qui Borgonzoni è al 49,8 (con la coalizione addirittura al 51,4) e Bonaccini al 46,1 con la coalizione al 43,2.

Sorvegliata speciale è naturalmente Faenza che va al voto nella prossima primavera e qui il centrosinistra ha una netta affermazione mentre la Lega è sicuramente al di sotto delle aspettative. Bonaccini infatti conquista addirittura il 55,6 percento dei voti contro l’appena 39,5 percento di Borgonzoni. Pd al 36,5 e Lega al 29,6.

Più ridotto ma comunque amplissimo lo scarto anche nel comune che conta 165 seggi sui 399 totali, ossia Ravenna. Qui il candidato del centrosinistra è al 52,4 e Borgonzoni al 42,1. Pd primo partito al 37 seguito dalla Lega al 29,9 percento.

Come erano andate le ultime elezioni regionali (novembre 2014)

Dato regionale

  • Voto  ai presidenti

Alle ultime elezioni Stefano Bonaccini era stato eletto con il 49,05% dei consensi. Alan Fabbri, che era candidato con Lega e Forza Italia, era stato votato dal 29,85% degli elettori. Giulia Gibertoni del Movimento Cinque Stelle aveva raccolto il 13,27% dei voti. Maria Cristina Quintavalla (Altra Emilia-Romagna) si era fermata al 4%, Alessandro Rondoni (NCD-UDC) al 2,66 e Maurizio Mazzanti (Liberi Cittadini) allo 1,13 %.

  • Voto ai partiti

Per quanto riguarda i partiti, la coalizione di centrosinistra aveva ottenuto un totale di 49,69%  (597.185 voti). Il Pd era il primo partito della regione, con il 44,53%. Questi i voti degli alleati: Sel 3,23%; Emilia-Romagna Civica 1,5%; Centro Democratico-Democrazia Solidale 0,44%. 

Stessi partiti di oggi, a sostegno di Fabbri, nella coalizione di centrodestra che aveva ottenuto il 29,7%: Lega Nord (19,42%); FI (8,36%); FdI (1,92%),

Il Movimento 5 Stelle ha ottenuto il 13,27% dei voti.

Gli altri partiti:

Altra Emilia-Romagna: 3,72%

NCd-Udc-Emilia Romagna Popolare: 2,63%

Liberi Cittadini: 0,99%

Dato provinciale

In provincia di Ravenna, le ultime elezioni regionali sono andate così:

  • Voto  ai presidenti

In provincia di Ravenna Stefano Bonaccini era stato eletto con il 52.64% dei consensi. Alan Fabbri, era stato votato dal 26,97% degli elettori. Giulia Gibertoni del Movimento Cinque Stelle aveva raccolto il 12,76% dei voti. Maria Cristina Quintavalla (Altra Emilia-Romagna) si era fermata al 3,99%, Alessandro Rondoni (NCD-UDC) al 2,57 e Maurizio Mazzanti (Liberi Cittadini) allo 1,06 %.

  • Voto ai partiti

La coalizione di centrosinistra aveva ottenuto un totale di 53,99% . Il Pd al 48,66%. Questi i voti degli alleati: Sel 3,12%; Emilia-Romagna Civica 1,18%; Centro Democratico-Democrazia Solidale 0,42%. 

Lla coalizione di centrodestra che aveva ottenuto il 26,74%: Lega Nord (20,14%); FI (6,59%). Fdi non aveva presentato candidati in provincia.

Il Movimento 5 Stelle ha ottenuto il 12,74% dei voti.

Gli altri partiti:

Altra Emilia-Romagna: 3,79%

NCd-Udc-Emilia Romagna Popolare: 2,48%

Liberi Cittadini: 0,96%

Festa a Modena con i 300 candidati delle sei liste che appoggiavano Bonaccini

Appuntamento in piazza e poi il Presidente dice che partirà «immediatamente con una squadra di governo»

Bonaccini VittoriaStefano Bonaccini dopo la vittoria dà appuntamento a tutti alle 20.30 di oggi, 27 gennaio, in piazza Grande a Modena, «casa mia» per festeggiare «insieme ai 300 candidati delle sei liste» che lo appoggiavano.

Poi – ha detto – «partirò immediatamente con una squadra di governo e una prospettiva per i prossimi cinque anni, perché ogni promessa é debito».

Elezioni regionali: come sta andando lo spoglio in provincia di Ravenna

A metà scrutinio il distacco nel territorio tra Lucia Borgonzoni e Stefano Bonaccini è superiore a dieci punti percentuali. Movimento 5 Stelle al cinque per cento

SEGGI ELEZIONI REGIONALI EMILIA ROMAGNA 2020 RAVENNA
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Ormai data per certa la vittoria di Stefano Bonaccini diamo una prima occhiata allo spoglio in provincia di Ravenna. Alle 2.49 sono state scrutinate 165 sezioni su 399, si è quindi a metà dello spoglio. A Ravenna il distacco tra Stefano Bonaccini e Lucia Borgonzoni è di quasi dieci punti percentuali: il governatore è al 52,6 per cento mentre la sua principale avversaria è al 42,41 per cento. Simone Benini (M5S) è fermo al 3,65. Trascurabili le percentuali degli altri candidati presidenti: 0,63% Stefano Battaglia (3V), 0,35% Marta Collot (Potere al Popolo), 0,25 Stefano Lugli (L’Altra Emilia-Romagna), 0,11% Laura Bergamini.

Per quanto riguarda i partiti, il Pd è il primo partito in provincia (37,37 per cento) e guida una coalizione di centrosinistra al 49,49 per cento. La coalizione di centrodestra è al momento al 43,86%, con la Lega al 31,46 per cento  e Fratelli d’Italia ormai stabilmente secondo partito (8,03 per cento) della coalizione. FI ottiene solo il 2,45 per cento.  Il Movimento 5 Stelle è al 5,06 per cento, un punto e mezzo sopra il proprio candidato. Questi voti sono finiti con ogni probabilità a Bonaccini, che invece ha ottenuto più voti rispetto alla coalizione (a differenza di Borgonzoni che ne ha invece persi).

Molto interessante il dato di Faenza, dove si vota in primavera e dove sono state scrutinate 45 sezioni su 57: il centrosinistra è stabilmente in testa con il 55,72 per cento contro il 39,29 per cento del centrodestra e il 3,43 per cento del Movimento 5 Stelle.

Stefano Bonaccini parla da vincitore: «Fondamentale ritrovare le piazze»

Il confermato presidente della Regione sottolinea il dato della partecipazione alle urne. «Ora festa a Modena, poi giunta e si riparte»

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All’1.45 le proiezioni sono abbastanza solide affinché Stefano Bonaccini possa parlare da vincitore. Il presidente della Regione sottolinea il dato della partecipazione, ricordando le «condizioni surreali» con le quali si andò a votare nel 2014. Il governatore parla di un «risultato molto rilevante, visto che ci sono metri di interviste di esponenti della Lega che mi consigliavano di fare le valigie. Io ho sempre consigliato di essere prudenti perché l’arroganza non paga mai». Il Carroccio, dice Bonaccini, ha voluto «giocare anche su un altro terreno e noi abbiamo vinto anche su quello. Noi abbiamo continuato ostinatamente a parlare di sanità, lavoro, ambiente, scuole. Gli altri hanno scelto un campo completamente diverso,  addirittura organizzando show».

Bonaccini rivendica «un’idea alta della politica. Abbiamo vinto e lo abbiamo fatto su un terreno che ci è congeniale». Ora «dobbiamo migliorarci per competere con i territori più avanzati del mondo. Il risultato era e vuole essere rivolto a chi ha trovato entusiasmo ed è tornato in piazza. Diciamoci la verità e sia un monito per il futuro: ce n’eravamo dimenticati». E allora si festeggerà in piazza Grande a Modena, annuncia Bonaccini, nella sera del 27 gennaio. «Abbiamo girato in lungo e in largo tutta l’Emilia-Romagna, a differenza di altri non soltanto per le elezioni. Chi mi conosce sa che vorrò ripartire nel più breve tempo possibile per mantenere le promesse. Speriamo che l’Italia assomigli in futuro un po’ di più all’Emilia-Romagna».

Poco dopo, intervistato da La7 ha aggiunto che «Salvini ha voluto spettacolarizzare troppo la campagna elettorale. Non gli ha portato molto bene. Hanno usato toni non consoni a questa terra». Sulle Sardine: «Non le volevo strumentalizzare, per questo non mi sono mai sentito nemmeno al telefono con nessuno di loro. Non è vero che erano piazze contro, erano persone che cercavano un’alternativa a questa destra. Ci hanno dimostrato che c’è tanta più gente di quanto pensiamo che ha voglia di una politica pulita, civile e che non sia urlata con nemici e non avversari. A questo proposito voglio dire grazie a Lucia Borgonzoni per l’impegno che ci ha messo, anche se l’hanno un po’ oscurata. Spero che in consiglio regionale ci possa essere un confronto sano e una collaborazione». Sul governo: «Non ho salvato nessuno, ho cercato di dare una prospettiva a questa regione. Se posso fare un appello al governo faccio questo: ridurre il tasso di differenziazione e litigiosità, inutile per il Paese, ricordando le cose buone fatte. Mi auguro che si trovi un po’ più di serenità perché l’Italia ha bisogno di tornare a correre. Spero che ci sia la volontà di lavorare bene». Per quanto riguarda Salvini: «Io credo che sia sfidabile anche a livello nazionale ma sinistra e centrosinistra devono recuperare tanto terreno sul fronte dei social media».

Schermata 2020 01 27 Alle 01.57.08Poco dopo ha parlato anche Lucia Borgonzoni. «Continueremo a rispondere a tutte le esigenze delle migliaia di persone incontrate che si aspettano risposte dalla Lega. Si è trattato comunque di un grande risultato, per la prima volta nella storia dopo cinquant’anni questa Regione era contendibile». Una dichiarazione molto più concisa con la promessa di rispondere alle domande in mattinata.

Elezioni regionali: exit poll e proiezioni. Bonaccini stimato al 51,3 per cento

Secondo l’istituto Swg, Borgonzoni si è fermata al 43%. Flop Cinque Stelle: Benini al 3,8%

 

Bonaccini
Stefano Bonaccini al voto (foto da Facebook)

Ore 2.25 Quarta proiezione Swg La7, considerata definitiva dall’istituto: Stefano Bonaccini al 51,3, Lucia Borgonzoni al 43. Simone Benini del Movimento 5 Stelle è al 3,8%.

Ore 1.42 Il dato Swg è ormai definitivo: Bonaccini sarebbe riconfermato con il 50,8 per cento mentre Lucia Borgonnzoni è al 43%.

Ore 00.49 Parla Nicola Zingaretti, segretario nazionale del Pd: «Voglio dire un immenso grazie al movimento delle Sardine, l’aumento dei votanti è figlia di questo movimento democratico positivo». Il numero uno dei Democratici ha ringraziato anche Stefano Bonaccini: «Vediamo se i dati saranno confermati, mi sembra di poter dire che il dato del 4 marzo 2018 sia alla nostre spalle. Oggi Matteo Salvini ha perso le elezioni. Il Pd è il pilastro fondamentale di un campo di forze attorno al quale costruire un’alternativa al campo delle destre. Vogliamo costruire un campo di forza politiche, economiche e culturali».

Ore 00.42 Alla terza proiezione, con il 18 per cento della copertura, Bonaccini è ancora avanti di otto punti percentuali (51% contro il 43% di Borgonzoni). La coalizione di centrosinistra è al 47,2%, con il Pd al 31,7%. Il centrodestra è al 45,3%, con la Lega al 31,5%. Movimento 5 Stelle al 5,8%. Il margine di errore stimato di Swg è inferiore all’1 per cento. «Il dato ormai si è consolidato», dice l’istituto a La 7.

Più ridotta la forbice diffusa da Opinio Italia per la Rai: in questo caso il distacco tra i due candidati sarebbe del 5%, con Bonaccini al 49,7%.

Ore 00.12. Parla Matteo Salvini. «Non commento exit poll e proiezioni. Da segretario della Lega dico grazie a chi ha votato e chi ha partecipato si è fatto carico di un pezzettino del futuro del nostro Paese». In Emilia-Romagna «è stata una cavalcata eccezionale, sono orgoglioso di aver incontrato migliaia e migliaia di persone». Salvini ricorda che la Rai ha dato un distacco nettamente inferiore (2,3%) e aggiunge: «Emozionante il fatto che in Emilia-Romagna ci sia stata una partita, chiunque vincerà vorrà dire che ha meritato. Quando il popolo vota ha sempre ragione, che sia Borgonzoni o Bonaccini».

Ore 23.52 Seconda proiezione in Emilia-Romagna con una copertura dell’8 per cento. Bonaccini sarebbe al 51,8 e Lucia Borgonzoni al 41,5. Simone Benini del M5S è al 4,4.

Il Pd ha ottenuto il 31,2%, la lista bonaccini al 7,4,Coraggiosa al 4,4, Europa Verde al 2,8, Più Europa all’1.3 e Volt allo 0,5.

La Lega è al 31%, Borgonzoni Presidente al 2,1, FdI all’8,3, FI al 2,7, Giovani Ambiente allo 0,6 e Pdf allo 0,2. Il Movimento 5 Stelle  al 5,8.

Ore 23.35 Secondo la prima proiezione flash di SWG, dato più affidabile rispetto agli exit poll (perché arriva da seggi campione sulle schede scrutinate e non su quanto dichiarato dagli elettori), con una copertura del 3% Stefano Bonaccini sarebbe in testa tra il 48.6 e il 52.6 mentre Lucia Borgonzoni è stimata con una forbice tra il 40 e il 44 per cento. L’errore statistico è stimato al 2,32%. I dati sono stati diffusi da La 7.

 

Lucia BorgonzoniOre 23. Questi  i primi dati diffusi dalla Rai e La 7: Stefano Bonaccini sarebbe in testa con una forbice tra il 47 e il 51 per cento. Lucia Borgonzoni stimata tra il 44 e il 48 per cento. Si tratta di exit poll che vanno presi con le molle, come si vede non esiste un vero distacco tra i due. Secondo quanto affermato da Franco Bechis, direttore de Il Tempo, a La 7 sabato i sondaggi (che potevano essere fatti ma non diffusi) davano Borgonzoni in vantaggio. Nella giornata di oggi sarebbe emersa una tendenza diversa.

Chiuse le urne in Emilia-Romagna arrivano le prime stime: il voto regionale è seguito da tutti i principali istituti e dalle tv nazionali per la grande rilevanza che ha per il governo. Da Bruno Vespa ad Enrico Mentana, i giornalisti e le tv hanno le telecamere puntate sul voto. Attenzione però, perché gli exit poll rischiano in questo caso di essere meno affidabili del solito. Lo spiega lo stesso Enrico Mentana: « L’affluenza è molto alta. Questo rende più difficile la calibratura degli exit poll (perché ovviamente né i consensi né l’affluenza sono omogenei sul territorio) e all’inizio anche delle proiezioni».

 

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