giovedì
21 Agosto 2025

Bagnacavallo, nuovo mercato coperto: lavori al termine entro la primavera

La struttura è stata riqualificata con 400 mila euro provenienti dal Pnrr

Sopralluogo Mercato Coperto Bagnacavallo
Gli interni del mercato coperto appena ristrutturati

Sono in procinto di concludersi i lavori del progetto di rigenerazione urbana dell’ex mercato coperto di Bagnacavallo, finanziati nell’ambito del Pnrr. La struttura di via Baracca, in pieno centro storico, è stata riqualificata negli spazi interni (illuminazione, pannelli fonoassorbenti, tinteggiatura) e nelle due torrette laterali.

L’unico passaggio che resta da completare riguarda il rifacimento della pavimentazione della piazzetta di accesso, mentre sul retro si interverrà nel collegamento con il cortile di Palazzo Vecchio. Le opere, per un importo di circa 400 mila euro, sono realizzate dalla ditta Safer di Lugo e si concluderanno questa primavera.

«Assieme al cantiere di San Francesco e a quello del complesso delle Cappuccine, quello dell’ex mercato coperto è il terzo intervento di rigenerazione urbana che vedrà la sua conclusione questa primavera», commenta l’assessore ai lavori pubblici Francesco Ravagli. «Questo spazio così suggestivo tornerà quindi a essere a disposizione del Comune e della comunità per continuare a lavorare assieme sulla valorizzazione del centro storico e dei prodotti tipici del territorio».

Per seguire passo passo l’avanzamento dei lavori dei nove cantieri Pnrr e di quello per la realizzazione del sottopasso di via Bagnoli è stata creata un’apposita sezione speciale sul sito del Comune, al link www.comune.bagnacavallo.ra.it/Argomenti/Speciali/PNRR

Gli allievi di Marescotti al Socjale con “Rachel”, testo ispirato a Baricco

Appuntamento il 26 gennaio alle 21

Compagnia Del Baccano 2

La Compagnia del Baccano, fondata da Ivano Marescotti e sua moglie Erika Prem Abhi Leonelli, si esibirà domenica 26 gennaio alle 21 al Teatro Socjale di Piangipane con Rachel. Il testo, tratto da una storia vera, è ispirato al romanzo di Alessandro Baricco Smith & Wesson, ambientato nel 1902.

La drammaturgia e la regia sono a cura degli attori allievi di Ivano Marescotti, Edoardo Liverani, Massimiliano Farina, Alice Casadio e Giorgia De Bastiani. Evento fuori abbonamento aperto a tutti; durata 80 minuti (atto unico senza intervallo).

Faenza ospiterà la Tenzone argentea, l’evento nazionale degli sbandieratori

Dal 18 al 20 luglio sono attesi nella città manfreda partecipanti da tutta Italia, che porteranno avanti l’antica tradizione

Sbandieratori

La Federazione italiana sbandieratori ha scelto Faenza come sede della Tenzone argentea 2025, la storica manifestazione nazionale degli sbandieratori. L’evento si terrà dal 18 al 20 luglio e sarà organizzato dall’associazione locale Gruppo sbandieratori e musici del Niballo.

Il presidente dell’associazione Maurizio Bertoni ha accolto con soddisfazione la notizia: «Siamo entusiasti di ospitare la Tenzone argentea a Faenza, una città con una grande tradizione nell’arte della bandiera. Questo evento rappresenta non solo un’opportunità per valorizzare il nostro patrimonio culturale, ma anche per rafforzare i legami con la Federazione e con le altre realtà sbandieratorie italiane».

Commenta il vicesindaco Andrea Fabbri: «Desidero ringraziare il presidente, i consiglieri e i cinque rioni di Faenza per l’impegno profuso nella candidatura, che porterà nella nostra città un gran numero di atleti e appassionati. Questo evento non solo valorizza Faenza, ma conferma anche il clima di collaborazione instaurato con la Federazione e i suoi vertici, quale fondamentale punto di riferimento per la crescita a livello nazionale e internazionale di questa storica disciplina».

Ci sono due Ravenna in testa alla classifica: «Tutti allo stadio (e al palazzetto»

Uno sguardo alle stagioni delle formazioni della provincia impegnate nei campionati nazionali dei principali sport di squadra

Cipriani Tifosi Ravenna
Il presidente Cipriani festeggia con i tifosi del Ravenna Fc

Con il nuovo anno entra nel vivo la seconda parte, quella decisiva, delle stagioni sportive. Vediamo come stanno andando le squadre di punta della provincia, quelle impegnate nei campionati nazionali nei tre principali sport di squadra.

Calcio maschile
Classifica Serie DAl quarto anno consecutivo di serie D, il Ravenna Fc è alla prima stagione della nuova era Cipriani, che ha già riportato entusiasmo in città e almeno duemila persone ogni domenica allo stadio (con un picco di oltre 4.200 spettatori nel derby contro il Forlì). Dopo il secondo posto di un anno fa, l’obiettivo è naturalmente quello di vincere il campionato, unico modo per tornare tra i professionisti del calcio. E proprio nell’ultima giornata dello scorso 19 gennaio i giallorossi sono riusciti a conquistare per la prima volta la vetta della classifica (in coabitazione con lo stesso Forlì e il sorprendente Tau Altopascio), con la bellezza di 45 punti in 20 partite. Cinque in più della Pistoiese, che domenica 26 gennaio (ore 14.30), arriverà al Benelli per un big match fondamentale per almeno tre motivi: una vittoria permetterebbe praticamente di estromettere gli ambiziosi toscani dalla lotta promozione e allo stesso tempo terrebbe i giallorossi almeno alla pari di Forlì e Tau, che la domenica successiva si sfideranno nello scontro diretto. E poi nell’ambiente c’è voglia di rivalsa nei confronti della Pistoiese, società che di fatto l’anno scorso ha fatto perdere il campionato al Ravenna (interrompendo l’attività prima della fine e facendo così svanire i sei punti guadagnati contro di loro dai giallorossi) e che dopo uno pseudo fallimento è ripartita come se nulla fosse sfruttando i diritti sportivi della Aglianese.
Per il prosieguo della stagione la data da appuntarsi già in agenda è poi quella del 23 marzo, quando andrà in scena a Forlì il derby con i cugini. Il 6 aprile invece lo scontro diretto, sempre in trasferta, con l’altra capolista Tau.

Calcio femminile
Classifica DonneIl Ravenna Women è in grossa difficoltà e dopo la retrocessione di pochi mesi fa dalla serie B, ora è ultimo nel girone B della serie C, a un passo da un’ulteriore retrocessione e quindi dal passaggio nel campionato regionale di Eccellenza. Domenica 26 gennaio comincia il girone di ritorno con il Ravenna che riceve a San Zaccaria la Jesina, sesta in classifica.

Volley maschile
La città che è spesso definita come la culla del volley, può tornare a sognare la Superlega. La Consar Ravenna, infatti, partita a fari spenti, è reduce dalla nona vittoria consecutiva, a Porto Viro, che l’ha proiettata in testa solitaria alla classifica del campionato di A2, con 3 punti di vantaggio sulla coppia Brescia-Prata. Come per il Ravenna del calcio, anche in questo caso c’è solo una promozione in palio e verrà decisa ai playoff: arrivare primi ha un indubbio vantaggio, in quanto permette di qualificarsi direttamente per le semifinali di aprile, aspettando le vincitrici dei quarti di finale (tre sfide tra le squadre classificate dal secondo al settimo posto).
Il calendario ora prevede – prima dello scontro diretto fondamentale con Brescia – due partite consecutive in casa al Pala De André (che si spera possa tornare a riempirsi come ai vecchi tempi), il 26 gennaio (ore 16 contro l’ultima in classifica) e il 2 febbraio (ore 18) contro la scomoda Aversa.
Intanto sono già stati piantati i paletti in vista del futuro, con il rinnovo per altri due anni del tecnico-rivelazione Valentini, promosso anche direttore sportivo.

Consar

Volley femminile
La prima squadra del movimento provinciale (che vede anche Cervia e Massa nel campionato nazionale di B2) è l’Olimpia Teodora, alla luce della fusione dell’estate scorsa tra le due anime dello storico “marchio” che ha fatto conoscere Ravenna nel mondo. Nel campionato di B1, le ravennati sono inserite nel girone C, in compagnia delle altre romagnole Cesena, Riccione e Forlì. Dopo un inizio tentennante, l’Olimpia Teodora ha conquistato sabato scorso al Pala Costa la quarta vittoria consecutiva e ora si trova nel gruppo di centro classifica, in decima posizione, ma a soli 4 punti di distanza dal terzo posto che vale i play off. Otto invece i punti di vantaggio sulla quartultima Forlì (retrocedono le ultime quattro).
Terminato il girone d’andata, il campionato riprenderà il 1° febbraio, con le ravennati al Pala Costa (ore 17) contro Jesi, che ha un solo punto di vantaggio sull’Olimpia Teodora.

Teodora

Basket maschile
Ravenna OrasiSembrano già lontani i fasti del Ravenna che sognava la A1 (era il 2019…): l’OraSì oggi lotta malinconicamente per la salvezza in serie B (terza serie nazionale). Grazie a due vittorie consecutive nel giro di pochi giorni i ravennati hanno comunque appena fatto un balzo in avanti importante e sarebbero virtualmente salvi, ma regna l’equilibro e mancano ancora 16 partite al termine della stagione regolare. Fondamentali in particolare le prossime quattro, di cui tre in casa. Al Pala Costa arriveranno in primis il 26 gennaio (ore 18) la terza in classifica Livorno e il 29 gennaio (ore 20) il fanalino di coda Latina. L’appello della società ai tifosi è di partecipare numerosi.

BlacksNell’altro girone della serie B nazionale puntano invece forte ai play-off i Blacks Faenza, al momento quarti in classifica (a pari merito), con il podio a portata (-2 dal terzo posto). Il prossimo appuntamento al Pala Cattani è per sabato 25 gennaio (ore 20.30) contro Desio, quintultima.

La formula della serie B nazionale (divisa in due girone da 20 squadre) prevede l’accesso diretto ai play-off alle prime sei in classifica, mentre retrocede direttamente l’ultima e vanno ai play-out dalla penultima alla quintultima.

Basket femminile
Qui i riflettori sono solo su Faenza, che nella storia può vantare anche finali scudetto e due coppe Italia. A distanza di 9 anni, nel 2021 l’E-Work è tornata nel massimo campionato nazionale, in A1, dove è impegnata anche quest’anno. Grazie alla fresca vittoria di Battipaglia, Faenza al momento è a metà classifica, in piena lotta per i play-off scudetto (ci entrano 8 squadre su 11, mentre le ultime 3 fanno i play-out e ne retrocede soltanto una). Appuntamento  prestigioso per sabato 25 gennaio (ore 20.30) in casa contro la capolista Schio: l’appello della società, rilanciato sui social, è quello di riempire il Pala Bubani «per quello che stanno facendo le nostre ragazze».

Ework Faenza

Pfas nell’acqua di Ravenna e Faenza, l’allarme di Greenpeace

Le due città sono tra le più contaminate dagli “inquinanti eterni”, molto pericolosi per la salute umana

Fontana Pfas

Ci sono anche Ravenna e Faenza tra le città inquinate dai Pfas, le pericolose sostanze chimiche presenti nell’acqua potabile. Noti come “inquinanti eterni”, i Pfas sono usati in numerosi processi industriali e prodotti di largo consumo, e sono da tempo associati a gravi rischi per la salute. Una recente analisi di Greenpeace ha analizzato campioni di acqua potabile nelle fontane pubbliche di 235 città italiane, evidenziando che il 79% di questi sono contaminati. Compresi alcuni capoluoghi romagnoli.

L’Emilia-Romagna è tra le regioni con la maggiore quantità di Pfas trovati nell’acqua potabile. A Ravenna Greenpeace ha assegnato il bollino fucsia, riscontrando 87 nanogrammi per litro di inquinanti; mentre a Faenza il bollino viola, con 170 nanogrammi per litro. La scaletta dell’associazione ambientalista va dal bianco (assenza di contaminanti) al viola (maggiore quantità di contaminanti), passando per i livelli intermedi di verde, giallo, arancione, rosso e fucsia.

A Faenza il campionamento dell’acqua è stato effettuato dalla fontana all’incrocio tra via Marconi e via Batticuccolo. «La situazione è agghiacciante in tutta Italia, ma non ci aspettavamo valori così alti anche a Faenza», ha commentato l’associazione Faenza Eco-logica. «La presenza dei Pfas non è regolamentata nelle acque potabili nazionali e solo tra un anno, a inizio 2026, entrerà in vigore in Italia la direttiva europea 2020/2184 che impone dei limiti normativi. I Pfas non esistono in natura, sono stati creati dall’industria chimica, sono impossibili da degradare e dannosi per la salute e dovrebbero avere come limite lo zero tecnico nelle acque potabili».

Via Maggiore, i lecci della discordia: piantumati 12 alberi contestati da 2500 firme

I residenti chiedevano il ripristino dei pini, ma il Comune ha tirato dritto

Lecci Via Maggiore
Il camion che ha portato i lecci da piantumare in via Maggiore

Nonostante le critiche dei cittadini, il Comune ha piantumato dodici lecci in via Maggiore al posto dei pini. Di questi ultimi, ritenuti pericolosi per i possibili cedimenti, erano stati abbattuti circa 60 esemplari dal 2012 a luglio scorso. L’amministrazione ha ritenuto di sostituirli con un’altra varietà arborea, mentre i residenti avevano raccolto oltre 2500 firme per chiedere che fossero ripristinati con altri pini giovani.

Il dibattito andava avanti da mesi: secondo i residenti, i lecci scelti da Azimut e dal Comune sarebbero inadatti poiché a crescita troppo lenta, oltre a non rappresentare una varietà tipica del paesaggio locale. Ma l’assessorato al verde ha tirato dritto col suo progetto.

Sulla piantumazione, avvenuta ieri, sono giunte le critiche di Rosanna Biondi (Lista per Ravenna): «Non stupisce, anzi conferma la scorrettezza e la scarsa etica istituzionale dell‘assessorato al verde pubblico, l’andare contro la volontà dei cittadini piantando lecci al posto dei pini abbattuti in via Maggiore. La volontà degli abitanti e dei commercianti di questo viale è stata chiaramente manifestata nella petizione di circa duemila firmatari, che ho avviato personalmente e intensamente sostenuto: conservare il viale pinetato, essendo il pino immortalato nel gonfalone e simbolo della città di Ravenna fin dall’antichità».

«Finché il contraddittorio si è mantenuto sul piano di un confronto civile nelle sedi istituzionali, c’è stato rispetto verso i cittadini, ma agire a loro insaputa, come fatto per abbatterli, trasportando i lecci sul posto senza nemmeno un preavviso alla popolazione, è significato calpestare i principi base della democrazia», conclude Biondi. «I lecci non c’entrano niente con la storia e l’estetica del viale, conferendo perciò al paesaggio un senso di intrusione posticcia. Hanno inoltre una crescita molto più lenta di quella dei pini, per cui, prima di ombreggiare il viale, passeranno 15/20 anni. Una simile maldestra gestione del problema è la prova dell’inadeguatezza di questa amministrazione comunale nella gestione del verde e dell’ambiente».

Lafert sospende i licenziamenti, spunta l’ipotesi del ricollocamento

L’azienda sarebbe al lavoro per convertire lo stabilimento e salvare i 60 dipendenti

Presidiolafert Bologna
Il presidio dei dipendenti Lafert a Bologna

L’azienda veneta Lafert spa ha deciso di sospendere per 15 giorni la procedura di licenziamento collettivo per i 60 dipendenti dello stabilimento di Fusignano. La notizia è emersa ieri, in seguito al tavolo tenutosi in Regione Emilia-Romagna tra istituzioni, vertici aziendali e parti sociali. La chiusura dell’attività, prevista per il prossimo 31 marzo, era stata comunicata la scorsa settimana e nei giorni seguenti i lavoratori hanno scioperato per protestare contro il licenziamento. Sulla crisi aziendale si è attivata subito la Regione.

La sospensione del licenziamento è il primo segno di apertura da parte dell’impresa, che ha ipotizzato il possibile ricollocamento del personale sul territorio, nell’ambito di un progetto di conversione dell’attività. I 15 giorni di tempo serviranno per un confronto tra impresa, sindacati e Rsu. Lafert, che ha oltre 800 dipendenti in Italia e fa parte del colosso giapponese Sumitomo Heavy Industries, è specializzata nella produzione di motori elettrici e non ha comunicato i dettagli dell’eventuale conversione dello stabilimento.

All’incontro che ha portato a raggiungere l’intesa hanno preso parte l’assessore regionale al lavoro Giovanni Paglia, il sindaco di Fusignano Nicola Pondi, l’amministratore delegato di Lafert Cesare Savini e i rappresentanti di Confindustria Veneto Est e delle organizzazioni sindacali. Al termine del tavolo è stato siglato un verbale dove si formalizza che «a partire da oggi e per la durata di 15 giorni, la procedura di licenziamento collettivo si intende sospesa, unitamente a iniziative di agitazione proclamate dalle organizzazioni sindacali. Questo per consentire alle parti di sviluppare un approfondito confronto sullo stato e le prospettive industriali e finanziarie del sito produttivo di Fusignano, nel contesto del gruppo Lafert».

Questo il commento dell’assessore Paglia: «Ora le parti hanno il tempo e la possibilità di confrontarsi sulle prospettive industriali e finanziarie del sito di Fusignano. Ci aspettiamo che da questo percorso possa venire un nuovo passo avanti». Da parte dell’azienda, «Lafert si è resa disponibile a individuare delle opportunità di reindustrializzazione dello stabilimento di Fusignano al fine di ricollocare i dipendenti». Aggiunge l’amministratore delegato Savini: «Utilizzeremo le prossime due settimane per spiegare in dettaglio la situazione di difficoltà in cui da tempo versa lo stabilimento di Fusignano, con l’obiettivo di fugare i dubbi, chiarire nuovamente i motivi della decisione presa e lavorare per il futuro dei dipendenti. Siamo disponibili a trovare insieme alle parti sociali tutte le soluzioni possibili per favorire la rioccupazione del personale sul territorio e ci impegniamo a individuare progetti di reindustrializzazione dell’area da parte di soggetti interessati a investire sul sito di Fusignano e dare vita a una nuova realtà produttiva».

La Regione conferma Carradori come direttore generale dell’Ausl Romagna

Il manager 68enne guida l’azienda dal 2020 e già in passato aveva lavorato a lungo tra Rimini, Ravenna e Cesena

Redim
Tiziano Carradori

La giunta regionale dell’Emilia-Romagna ha nominato i nuovi direttori generali delle aziende sanitarie locali e delle aziende ospedaliere. Per l’Ausl Romagna è arrivata la conferma di Tiziano Carradori, in carica dal 2020.

Nato e cresciuto a Fano, 68 anni, Carradori è stato a lungo in Romagna, tra Rimini, Cesena e Ravenna. Ha lavorato, a inizio carriera, proprio a Cesena, dove ha ricoperto per sette anni il ruolo di vice direttore sanitario per l’assistenza ospedaliera. Nel 1995, lasciata Cesena e dopo una breve parentesi a Bologna, per Carradori la prima tappa a Rimini, da direttore sanitario. Poi per lui di nuovo Bologna, dove ha lavorato all’assessorato regionale alla Sanità, fino al 1999, quando è tornato a Rimini dov’è rimasto cinque anni come direttore generale. Dal 2004 al 2012 ha ricoperto lo stesso ruolo a Ravenna ed è stato coordinatore delle Ausl romagnole. Dopo alcuni anni passati di nuovo in Regione, dal 2015 direttore generale per l’azienda sanitaria di Ferrara e poi nel 2020 il ritorno in Romagna.

Questi gli altri incarichi:

  • a Parma, Anselmo Campagna sarà il direttore dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria: ricoprirà anche l’incarico di commissario della Azienda Usl;
  • a Reggio Emilia toccherà a Davide Fornaciari (Azienda Usl-Irccs);
  • a Modena, Luca Baldino (Azienda Ospedaliero-Universitaria) e Mattia Altini (Azienda Usl);
  • a Bologna sono stati indicati Anna Maria Petrini (Azienda Usl) e Andrea Rossi (Irccs Istituto Ortopedico Rizzoli);
  • a Ferrara, Nicoletta Natalini guiderà l’Azienda Usl e, nel ruolo di commissario, l’Azienda Ospedaliero-Universitaria;
  • a Imola a dirigere l’Azienda Usl sarà Agostina Aimola.

Nel caso di Parma e Ferrara i direttori ricopriranno anche la carica di commissari, perché saranno chiamati a proseguire il percorso di unificazione delle due Aziende (Sanitaria e Ospedaliero Universitaria).

La squadra regionale si completa con Paola Bardasi alla direzione dell’Azienda Usl di Piacenza e Chiara Gibertoni a quella dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna, attualmente già in carica.

Al via i lavori per la realizzazione del centro civico: il progetto da 172 mila euro

Il nuovo polo prenderà il posto dell’ex scuola materna e integrerà i servizi della Casa di Comunità in ambito socio-sanitario

Lavori Pubblici Ex Scuola Materna

Sono iniziati in questi giorni i lavori che trasformeranno entro l’estate l’ex scuola materna di Castiglione di Cervia (utilizzata attualmente come sede del Consiglio di zona) nella sede di un centro civico e sociosanitario.

Il progetto prevede un investimento di oltre 172 mila euro, finanziati dall’Accordo territoriale tra la Provincia di Ravenna, il Comune di Ravenna e il Comune di Cervia. In programma interventi edili e impiantistici, tra cui il rifacimento dei servizi igienici, gli adeguamenti per la rimozione delle barriere architettoniche, la ridistribuzione degli spazi interni con l’obiettivo di realizzare sale polivalenti, la realizzazione di una cucina a uso dell’intera collettività e la ritinteggiatura generale dell’immobile.

Il Centro Civico andrà a integrare la Casa di Comunità, già esistente e operativa, per implementare le attività legate al tema sanitario e della salute psicofisica. Inoltre potrà ospitare iniziative di carattere sociale e culturale, che consentiranno di stimolare l’aggregazione della comunità: grazie a un accordo siglato con l’Azienda sanitaria e il comune di Ravenna, il centro sarà sede di incontri sulla promozione della salute, sui corretti stili di vita e sulla prevenzione. Saranno anche organizzati gruppi di cammino per incentivare l’attività motoria.

«La Casa della Comunità di Castiglione è stata creata per garantire alla comunità, che conta oltre 4.000 residenti, servizi prestati da professionisti sanitari e sociali – commentano il sindaco Mattia Missiroli e l’assessore ai Lavori Pubblici Mirko Boschetti – I lavori in corso nella sede del Consiglio di zona sono necessari per adeguare, anche dal punto di vista normativo, la struttura alla sua nuova destinazione. L’obiettivo è quello di potenziare una sanità di prossimità decentrata su tutto il territorio con strutture che possono rispondere in modo sempre più puntuale ai bisogni dei cittadini».

Infiltrazioni mafiose: 21 condanne per 98 anni e 750mila euro tra multe e danni

Indagine nata tra il 2018 e il 2022 sugli investimenti illeciti di note famiglie della ‘ndrangheta calabrese nell’industria turistica, alberghiera e dolciaria della Romagna. Tra le parti civili i Comuni di Cervia e Bagnacavallo e un ex calciatore di serie A

Il processo “Radici” in tribunale a Ravenna, per infiltrazioni della criminalità organizzata nel tessuto economico della Romagna in modo da controllare locali e attività per riciclare denaro, è arrivato a sentenza nel pomeriggio di oggi, 23 gennaio: tre assoluzioni e 21 condanne con pene complessive per 98 anni di carcere, 35mila euro di multe e più di 700mila euro tra risarcimenti di danni e spese legali alle parti civili. La camera di consiglio si era riunita tre giorni fa. L’accusa, rappresentata dalla Dda di Bologna, aveva chiesto pene per oltre 110 anni.

Tra le condanne più pesanti ci sono quelle a 13 anni e 3 mesi per Saverio Serra (12mila euro di multa), considerato personaggio legato al clan ‘ndranghetistico Mancuso di Limbadi e attualmente in carcere (per lui il pm aveva chiesto 15 anni e 11 mesi). A seguire Francesco Patamia, condannato a 11 anni e 2 mesi (9.200 euro di multa), e Rocco Patamia con 10 anni e 6 mesi (8.600 euro di multa). Francesco Patamia fu candidato alla Camera alle elezioni politiche con la lista Noi moderati e per lui la richiesta del pm era stata di 13 anni, mentre per il padre Rocco erano stati chiesti 11 anni e 10 mesi. I Patamia erano ritenuti dall’accusa a disposizione della cosca dei Piromalli di Gioia Tauro.

Gli altri condannati (con pene comprese tra un massimo di sei anni e otto mesi e un minimo di due anni) sono Massimo Antoniazzi, Domenico Arena, Marcello Bagalà, Claudia Bianchi, Giorgio Giuseppe Caglio, Antonino Carnovale, Gregorio Ciccarello, Alessandro Di Maina, Giovanni Forgione, Carmelo Forgione, Annunziata Amendola, Giuseppe Maiolo, Giovanni Battista Moschella, Eleonora Piperno, Pietro Piperno, Patrizia Russo, Michele Scrugli, Leoluca Serra. Assoluzioni per Renato Domenico Brambilla, Gianluca Cannatelli, Giuseppe Sarto.

Tra le parti civili risarcite figurano quattro enti pubblici: i Comuni di Bagnacavallo (provvisionale di 10mila euro), Cervia (20mila), Cesenatico (20mila) e Imola (15mila). Danni riconosciuti pure ai sindacati Cgil, Cisl e Uil regionali (5mila euro ciascuno), alla Camera del lavoro di Forlì-Cesena (5mila) e all’associazione Libera (5mila). Tra le parti civili, vittima di minacce, anche il 61enne Marco Ballotta, ex portiere di serie A: sarà risarcito di tremila euro da Moschella.

Il processo Radici è nato da una indagine di polizia e guardia di finanza che tra il 2018 e il 2022 ha scoperchiato gli investimenti illeciti nell’industria alberghiera e dolciaria di una potente organizzazione insediata in Emilia-Romagna e collegata a note famiglie della ‘ndrangheta calabrese. Nel dibattimento è emersa la carica di violenza verbale e fisica con la quale  membri dell’organizzazione imponevano alle loro vittime, in particolare lavoratori in stato di bisogno e imprenditori in difficoltà finanziaria, la forza della cosca.

Il sindacato Cgil Emilia-Romagna esprime soddisfazione per la sentenza: «Il dibattimento ha dimostrato come il grave sfruttamento lavorativo e il caporalato siano realtà presenti nel nostro territorio anche in settori come quello del turismo, della ricezione alberghiera, dell’artigianato dolciario. La Cgil già prima del processo  aveva patrocinato i lavoratori sfruttati e segnalato alle autorità la gravità dei fatti, svolgendo un ruolo attivo di sentinella del territorio».

Furto nei pressi dell’asilo, Rolando (Lega): «Inaccettabile, servono azioni rapide»

Il capogruppo del Carroccio in consiglio comunale ha depositato un question time al sindaco per l’installazione di telecamere di videosorveglianza nella zona

Rolando Gianfilippo

L’episodio risale alla giornata di ieri (mercoledì 22 gennaio, ore 16 circa) quando durante il ritiro dei bambini dall’asilo Garibaldi di Porto Corsini una donna ha trovato la propria auto con il finestrino rotto e il conseguente furto di una borsa contenente effetti personali, carte di credito e altri oggetti di valore.

In seguito all’episodio, Gianfilippo Nicola Rolando, capogruppo Lega Salvini Premier al Consiglio Comunale di Ravenna, ha depositato oggi un question time al sindaco e all’Amministrazione Comunale per richiedere l’installazione urgente di telecamere di videosorveglianza nei pressi dell’asilo Garibaldi e nelle zone adiacenti, anche alla luce della «forte preoccupazione destata tra i genitori e la cittadinanza di Porto Corsini, considerata una zona tranquilla e sicura».

«È inaccettabile che in una strada chiusa e in pieno giorno possano verificarsi episodi del genere – commenta il capogruppo -. La sicurezza dei nostri cittadini e dei nostri bambini deve essere una priorità assoluta. L’Amministrazione non può ignorare questa situazione: servono azioni rapide e concrete per prevenire ulteriori episodi di criminalità».

Gaja Cenciarelli a Lugo per la presentazione di «A scuola non si muore»

La rassegna promossa dal Caffè Letterario continua con l’appuntamento dedicato al nuovo thriller dell’autrice e insegnante romana

Gaja Cenciarelli

«A scuola non si fuma, a scuola non si beve alcol, a scuola non si alza la voce e non si alzano nemmeno le mani, a scuola si insegna prima di tutto il rispetto, a scuola non ci sono differenze, soprattutto a scuola non si muore. Ma come tutte le buone intenzioni, anche quello di tenere la morte lontana dalle aule scolastiche fallisce miseramente per Margherita Magnani, insegnante inglese in una scuola della periferia romana». Gaja Cenciarelli, scrittrice e a sua volta insegnante di lingua e letteratura inglese, racconta nel suo ultimo romanzo “A scuola non si muore” il misterioso omicidio di un professore, avvenuto proprio all’interno di un’aula scolastica al termine di un consiglio di classe.

L’autrice sarà a Lugo venerdì 24 gennaio (ore 21), per un incontro di presentazione del libro all’hotel Ala d’Oro, l’appuntamento fa parte della rassegna organizzata dal Caffè Letterario della città e sarà a ingresso libero. Introdurrà la serata Patrizia Randi e dopo la presentazione è previsto, come consuetudine, un brindisi offerto dal Gruppo Cevico.

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