sabato
13 Settembre 2025

Polizia, nuovo dirigente alla Digos: al posto di Grazioso arriva Verzera da Bologna

Il 39enne vicequestore aggiunto originario di Messina ha iniziato la carriera da poliziotto a Biella dirigendo l’ufficio Immigrazione

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A sinistra Alberto Aurelio Verzera, a destra il questore Eugenio Russo

Il vicequestore aggiunto Alberto Aurelio Verzera è il nuovo dirigente della Digos a Ravenna. Verzera arriva dalla sezione investigativa della Digos di Bologna e sostituisce Monica Grazioso che attualmente dirige la divisione di polizia amministrativa della questura di Udine. Originario di Messina, classe 1979, laureato in Giurisprudenza e in Scienze delle Pubbliche Amministrazioni, Verzera ha frequentato la scuola superiore di polizia dall’anno 2008 al 2009. Il primo incarico lo ha avuto a Biella, dove ha diretto l’Ufficio Immigrazione ed in seguito l’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico fino al 2011. Nel 2012 ha assunto la dirigenza dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura di Parma. Trasferito alla Questura di Bologna nell’anno 2015.

Ubriaco al volante alle 8 senza documenti: 24enne denunciato, auto sequestrata

Fermato in via Trieste domenica mattina. Il giovane ha precedenti con vari alias. Emesso un provvedimento di divieto di ritorno nel comune

Alle 8 del mattino alla guida con un tasso alcolemico triplo rispetto al limite consentito. La polizia ha denunciato un 24enne tunisino per guida in stato di ebrezza dopo un controllo su strada in via Trieste il 2 dicembre. Agli agenti della volante della questura il giovane è sembrato da subito in un evidente stato di ubriachezza. L’uomo, che non aveva al seguito alcun documento, è stato accompagnato in questura per l’identificazione e per la misurazione del tasso alcolemico. Sul 24enne pendono precedenti penali e di polizia anche sotto vari alias. L’auto sulla quale viaggiava è stata sequestrata. La divisione di polizia anticrimine ha avviato il procedimento per l’emissione del provvedimento di divieto di ritorno nel comune di Ravenna.

La Liverani Castellari è stanca dell’altalena: le biancoblù vogliono restare in B2

La squadra di Lugo è tornata nei campionati nazionali dopo la vittoria in C dove era scesa per scelta dei dirigenti. Il coach: «La rosa è consolidata e ogni partita le promesse del vivaio fanno esperienza»

Castel1È tornata in serie B2 per restarci, la Liverani Castellari. Dopo essersi aggiudicata lo scorso torneo di C, perdendo solo tre gare su 24, la squadra lughese si è rituffata con grande entusiasmo nel girone E dell’ultimo dei campionati nazionali di pallavolo, da cui è stata lontana solo una stagione. Un’assenza, questa, che tra l’altro non fu frutto del campo, sul quale le biancoblù ottennero la salvezza, ma da una scelta dei dirigenti, che decisero di ripartire dalla categoria inferiore un po’ per motivi economici, un po’ per concentrarsi sul settore giovanile.
Sarebbe però stato un peccato non dare seguito alla bella cavalcata dei mesi scorsi, come spiega lo stesso allenatore Biagio Marone, che ha vissuto in prima persona l’andamento “in altalena” degli ultimi tre anni. «È stata una grande soddisfazione vincere il campionato di C – inizia a raccontare – in quanto era un obiettivo che tutto il gruppo voleva raggiungere. Come noi abbiamo appoggiato la decisione dei dirigenti di rinunciare alla B2, loro sono stati ben contenti di rifarla, anche se sarà necessario andare incontro a qualche sacrificio».

Come il tecnico anche la maggior parte delle giocatrici fa da tempo parte del gruppo, formando una sorta di nocciolo duro che dà continuo impulso all’anima storica della Liverani Castellari. Dalla capitana Grasso all’altra centrale Rizzo, dalla palleggiatrice Capriotti all’opposto Piovaccari, passando per le schiacciatrici Corrente e Milesi e per il libero Cavalli, la formazione lughese ha cominciato l’avventura in B2 con tanta voglia di continuare a stupire. «È una rosa consolidata, nella quale sono state inserite il libero Sangiorgi e l’opposto Bina, che in passato hanno entrambe vestito la nostra maglia, e dove in più vengono promosse le giovani del nostro vivaio. La banda Lauciello, già in organico nella passata stagione, ne è un esempio lampante e in ogni partita qualcuna delle nostre baby più promettenti viene convocata per fare esperienza».

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L’allenatore Biagio Marone con Silvia Capriotti

Il salto dal torneo regionale a quello nazionale si è comunque fatto sentire, con la formazione di Marone che ha subito assaggiato il pane duro della B2. «Soprattutto in trasferta è molto complicato fare punti, ma questo vale un po’ per tutti. Nonostante questo ne abbiamo conquistato uno a Imola, contro uno dei team costruiti per puntare alle prime posizioni assieme alla Libertas Forlì, e tre a Ozzano. In casa invece stiamo andando molto bene e il successo sulla Gramsci Reggio Emilia è la dimostrazione che possiamo giocarcela a viso aperto con qualsiasi avversario. Dobbiamo però cercare di limitare il numero di errori, ancora troppo elevato, e per questo motivo ci stiamo allenando con molto impegno in palestra durante la settimana».

Per quanto riguarda gli obiettivi, il 46enne coach bolognese prosegue dicendo che «stiamo lavorando per toglierci delle soddisfazioni e per raggiungere una tranquilla salvezza. La squadra sta pagando ancora il passaggio di categoria e le nostre sconfitte sono figlie di un cambio di mentalità non ancora avvenuto del tutto. Il nostro è un girone molto equilibrato, dove è necessario essere molto attenti, perché in un attimo sali al quinto posto, ma nello stesso tempo puoi anche diventare terzultimo. Ci aspetta una stagione molto difficile, durante la quale la mia speranza più grande è quella che non ci siano infortuni».

Di professione rappresentante di materiale sportivo, Marone in passato ha anche assaggiato la grande pallavolo della Serie A1, facendo parte per due anni e mezzo dello staff tecnico del Volley 2002 Forlì, di cui è stato head coach dal settembre del 2013 al gennaio del 2015. «Io considero questo sport soprattutto un divertimento ed è stato molto bello avere l’opportunità di allenare a livelli così alti. Ho un lavoro che mi piace e per me “sdoppiarmi” nella doppia attività è stata davvero dura. La gioia più grande è stata vivere quella avventura, potermi misurare con i migliori allenatori italiani, ma non penso che questa esperienza si ripeterà».

Marone, in definitiva, ha trovato la sua dimensione proprio a Lugo. «Si tratta di una società solida, dove si lavora bene. Guido solo la prima squadra, ma comunque sono informato su tutto ciò che riguarda le giovanili. Nel nostro vivaio ci sono circa duecento ragazze del territorio e l’obiettivo principale – termina l’allenatore – è quello un giorno di avere un organico che comprenda tutte giocatrici cresciute da noi».

Addio briscola, il bar affitta ai clienti i super computer per videogiochi

Un anno fa ha inaugurato il Rune a Ravenna. Tra i clienti c’è chi vive in zone con connessioni non abbastanza veloci ma anche gruppi che si trovano per giocare in compagnia. Nel locale anche due Playstation: Fifa è quello che attira di più

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Alan Barberini e Dilan Bartolini, titolari del Rune Bar

Dimenticate le sale giochi degli anni Novanta. Roba superata per Alan Barberini e Dilan Bartolini che nel dicembre dello scorso anno hanno aperto il primo gaming bar della regione. Si chiama “Rune” e si trova nel centro commerciale San Biagio di via Faentina. «Siamo molto contenti di come sta andando – ci racconta Alan – i giocatori non mancano e molti vengono anche soltanto per bere qualcosa e fare due chiacchiere». La particolarità del gaming bar è la presenza di dodici postazioni di gioco attrezzate con potenti pc per videogiochi online.

L’ideale per gli appassionati che abitano in zone dove la linea internet non è abbastanza veloce per giocare online ma anche per chi non ha pc attrezzati in casa. «Vengono anche gruppi di amici – racconta Alan – che, pur avendo il computer e la linea idonea in casa, preferiscono giocare qui, in compagnia». Il Rune propone anche la sperimentazione di giochi con la realtà virtuale: «È stata una sorpresa che incuriosisce anche le persone meno appassionate di videogame». Sedersi in una delle postazioni costa 2,50 euro all’ora, con un pacchetto di 10 euro per cinque ore. I giochi che in questo momento vanno per la maggiore sono League Of Legends e Overwatch ma sono «molto giocati anche i card game virtuali come Hearthstone e Magic Arena». Il locale ha anche due Playstation a disposizione: in questo caso, previa consumazione, si può giocare gratuitamente e in questo caso i titoli più giocati sono quelli sportivi, a partire da Fifa 2019.

27459230 1943280525988636 538924631305754491 NL’idea del gaming bar è venuta ad Alan e Dilan una decina di anni fa: «Ci trovavamo a giocare insieme e, anche sulla base di quanto succedeva in America dove ci sono strutture da un centinaio di computer, ci chiedevamo se poteva funzionare anche qui. Poi qualche anno fa ha aperto a Torino e ci siamo detti che forse era ora di mettere in pratica questa idea». Oltre ai videogame ci sono anche molti giochi da tavolo e anche questa parte del bar ha avuto un bel successo, coinvolgendo una fascia d’età più alta rispetto a quella che viene attirata dai videogame, generalmente compresa tra i 18 e 25 anni. «Il tutto, senza tralasciare la parte cocktail». Perché in un bar, oltre a giocare, bisogna anche bere come si deve.

Allarme smog: per quattro giorni stop ai Diesel Euro 4 e riscaldamento a 19 gradi

Misure di emergenza anche in provincia di Ravenna, dove il limite di pm10 è stato superato dal primo dicembre in avanti

Smog
Tra i primi fattori dell’inquinamento dell’aria c’è il traffico veicolare

L’Emilia-Romagna stretta nella morsa dello smog: i livelli di polveri sottili pm10 sono ancora oltre i limiti di legge e le condizioni meteo stanno favorendo la concentrazione di sostanze inquinanti nell’aria. Già scattate lunedì in cinque province, le misure emergenziali anti-smog verranno ora estese dal 7 dicembre (e fino al 10) a tutto il territorio regionale, compresa la provincia di Ravenna, dove il limite di pm10 è stato superato dal primo dicembre tutti i giorni ininterrottamente.

Tra le misure previste lo stop alla circolazione anche per i veicoli Diesel Euro 4 e alle biomasse legnose per riscaldamento domestico di classe inferiore a 4 stelle, il divieto di sosta con motore acceso per tutti i veicoli e l’abbassamento delle temperature a 19 gradi in abitazioni e a 17 gradi negli spazi commerciali.

La carica dei 1500 ragazzi al Pala De André per partecipare a “Volley Insieme”

L’evento / Grande risultato di presenze per la manifestazione promossa dalla Fipav nel palazzetto di Ravenna. Le scuole e le società del territorio hanno aderito con entusiasmo all’evento che ha suggellato il connubio tra i due progetti

Panoramica Dei Campi
Una panoramica dei campi allestiti al Pala De André

Cento anni di pallavolo a Ravenna, 1500 giovanissimi sotto rete, il Volley S3 in campo con il Sitting Volley. Al Pala De Andrè di Ravenna la Fipav ha fatto festa in campo con le S di Schiacciata, Sorriso e Sitting. Giornata indimenticabile che ha suggellato il connubio tra i progetti Volley S3, percorso tecnico-didattico della Fipav sostenuto da Kinder + Sport, e Volley Insieme, progetto vincitore del bando OSO – Ogni Sport Oltre promosso dalla Fondazione Vodafone Italia. La schiacciata come vettore di valori universali per i più giovani e la promozione del sitting volley per includere abbattendo le barriere fisiche e culturali che ancora oggi allontanano i disabili dallo sport: ecco i due obiettivi pienamente centrati a Ravenna, proprio dove la pallavolo italiana ha mosso i primi importanti passi nel suo percorso di gloria.

Papi, Lucchetta E Giretto
I tre ex azzurri campioni del mondo Papi, Lucchetta e Giretto

Protagonisti in campo con i 1500 giovanissimi in rappresentanza di 43 gruppi scolastici e di 13 società pallavolistiche della provincia, sono stati i testimonial e campionissimi azzurri, Andrea “Lucky” Lucchetta, Samuele Papi e Giacomo Giretto. Tre ori mondiali sotto rete, in piedi e da seduti che, alternandosi ai CT delle nazionali azzurre di sitting, Emanuele Fracascia (maschile) e Amauri Ribeiro (femminile), e ai giocatori della Consar Porto Robur Costa e alle giocatrici della Conad Olimpia Teodora hanno reso ancor più indimenticabile la grande festa del Pala De Andrè.  «Abbiamo festeggiato i 100 anni della pallavolo italiana nata qui a Ravenna con 1.500 bambini che hanno giocato a Sitting e Volley S3 – ha dichiarato il Responsabile dell’Area Sviluppo e Formazione della Fipav, Stefano Bellotti -. Sorriso, divertimento e voglia di stare insieme hanno prevalso ancora una volta con la speranza mista a sicurezza che questi bambini conservino un ricordo speciale di questa giornata importante ma soprattutto quei valori necessari per vivere in maniera più semplice e autentica».

In Azione Con Il Sitting Volley
Un’immagine del sitting volley

Soddisfatti dalla risposta di regione e provincia anche i presidenti del C.R. della Fipav Emilia-Romagna, Silvano Brusori, e il presidente del Comitato Territoriale della Fipav Ravenna, Mauro Masotti: «Vedere il Pala De Andrè così festoso, con tanti campi e bambini, è una grande soddisfazione che coinvolge Ravenna – ha sottolineato Brusori – ma più in generale tutta l’Emilia che è da tutti riconosciuta come la grande culla della pallavolo italiana. Il progetto Volley S3 trasmette valori importanti che accompagnano la vita e la crescita dei nostri ragazzi ed ora, affiancando il Sitting Volley e il progetto Volley Insieme, è diventato ancor più speciale e di impatto per i nostri ragazzi».

«E’ stata una giornata molto coinvolgente con tantisismi ragazzi che ci hanno entusiasmato e travolti – ha ribadito Mauro Masotti, presidente del Comitato Territoriale Fipav  Ravenna -. Abbiamo ospitato per primi il villaggio ampliato della schiacciata che ha proposto sitting volley e volley S3 assieme ottenendo ottimi risultati sia in termini numerici che di impatto sociale».

Sul Tetto Della Felicità...
Un ragazzino mentre prova una schiacciata

Con la grande festa del Pala De Andrè si è ufficialmente concluso Volley Insieme, progetto vincitore del bando OSO – Ogni Sport Oltre, promosso dalla Fondazione Vodafone Italia. Napoli, Pisa, Roma, Firenze e Ravenna sono state le tappe di un percorso che ha fatto conoscere a migliaia di giovanissimi, disabili e normodotati, il concetto dell’inclusione sociale attraverso la sana e divertente pratica del sitting volley. Un primo significativo passo compiuto dalla Fipav grazie al supporto della Fondazione Vodafone nella promozione del sitting volley che si sta sempre più imponendo come grande opportunità di riscatto per milioni di disabili che la Fipav non intende mai più escludere dalla vita sportiva di tutti i giorni.

«Ho scritto un libro feroce ma sono ottimista: i razzisti di natura sono pochissimi»

Parla l’autore e attore Giulio Cavalli, ospite per una due giorni a Ravenna. «Salvini attacca sempre il più debole…». Il 6 dicembre all’Almagià, il 7 al Dock61

Cavalli
Giulio Cavalli

Carnaio di Giulio Cavalli, appena uscito per Fandango, è un libro duro, durissimo che accompagna il lettore passo dopo passo vero un inferno da cui non sembra esserci via d’uscita. Nella cittadina di DF cominciano ad arrivare cadaveri dal mare. Prima uno, poi due, poi qualche decina e infine ondate sempre più frequenti. Di questi cadaveri non sappiamo nulla, se non che sono tutti maschi, tutti molto simili. Quello che scopriamo invece è la reazione degli abitanti di DF che muta e cambia fino ad arrivare non solo ad abituarsi a quella situazione, ma a sfruttarla, in un perverso meccanismo di autodifesa. Il tutto è raccontato scegliendo i vari punti di vista di alcuni cittadini, in una serie di racconti che sembrano perfetti come monologhi con quella lingua che appare così spontanea, così vera, così orale. Del resto Cavalli è forse più noto per la sua attività di attore e autore di monologhi, uno dei quali, Mafie, maschere e cornuti, sarà in scena il 6 dicembre all’Almagià per Libera (ingresso gratuito alle 21). Ma Cavalli sarà anche a Ravenna proprio per parlare di questo romanzo, al Dock 61 in via Magazzini Posteriori, il 7 dicembre alle 20.45.

Gli spunti che offre il libro rispetto alla realtà che viviamo in questi giorni sono tantissimi, alcuni abbiamo provato ad affrontarli qui.

Innanzitutto, come dobbiamo considerare questo libro che usa la cifra del grottesco e dell’iperbole, una sorta di distopia?
«Ci siamo interrogati molto, anche con l’editore, chiedendoci se l’aggettivo distopico fosse calzante. In realtà, posso dire che quando l’ho scritto volevo soprattutto mostrare come quando si superano certi muri, certi limiti etici e sociali, il resto diventa una discesa verso l’abisso. Sono convinto che chi è pronto a superare il primo argine sarà capacissimo di spostarne altri, senza fine».

L’ha scritto sull’onda di ciò che sta accadendo di recente?
«In realtà l’ho scritto prima, prima delle elezioni e di questo governo. Il fatto che la realtà tenda ad assomigliare sempre più al libro è preoccupante».

Che posto è DF, la cittadina dove tutto accade? All’inizio siamo portati a pensare a una città del sud d’Italia, affacciata sul Mediterraneo…
«Diciamo che potrebbe collocarsi vicino a Pozzallo, ma è in realtà una citazione da Bolano che ho scelto per immaginare una città che possa essere ovunque. Del resto c’è molto anche una mentalità settentrionale degli abitanti».

Come a dire che può succedere a tutti e ovunque? C’è un personaggio in particolare, un pescatore, il primo che entra in scena, a cui è impossibile non affezionarsi, che poi però anche lui, per quieto vivere, per vedere finalmente felice la moglie accetta una situazione che fino a poco tempo prima avrebbe rifiutato. Siamo tutti a rischio?
«Ci sono anche persone che pur avendo una loro moralità, per ragioni di tranquillità o di paura, può cambiare punto di vista. Ho tante persone che conosco che oggi sento pronunciare parole indicibili, Giovanni Ventimiglia rappresenta loro. Ma va anche detto che è un diritto avere paura soprattutto per chi vive in certe zone».

In effetti, rispetto a più di un personaggio, quasi ci si trova a capirli nel loro lento sprofondare nella ferocia, che diventa abitudine. Perché DF viene lasciata effettivamente sola a gestire un’emergenza.
«È così, perché dentro tanta xenofobia c’è una paura che va non derisa ma compresa. Ma c’è un pezzo di politica che non vuole vederla e ascoltarla e non riesce a immaginare un futuro in sicurezza per tutti. DF è una città a cui è stato concesso di restare così, di cui nessuno si è occupato. La caduta verso gli inferi è una lenta erosione, non è la frase fulminante magari di un politico aggressivo che porta al burrone. È un processo molto più complesso che avviene molto lentamente».

E a che punto del piano inclinato siamo, dopo il Decreto sicurezza, in particolare? E che ruolo ha il mondo culturale?
«Ho scritto un libro feroce, ma sono ottimista. Penso che un pezzo di società civile sia come la moglie dell’ispettore (uno dei pochi personaggi che non si adegua all’orrore, ndr). Credo che proprio su questi temi si stiano compattando gruppi eterogenei che hanno rimescolato le priorità sia dal punto di vista politico che culturale».

Forse più culturale…
«Sì, forse più culturale, è vero. Chi contestava ad altri certe interpretazioni dell’essere di sinistra mi pare che ora, di fronte a questa situazione, stia reagendo in modo diverso dal passato. Vedo in particolare alcuni intellettuali di solito molto silenti dire la propria».

Eppure Salvini continua a dire che sta facendo ciò che gli chiedono gli Italiani e i sondaggi sembrano dargli ragione.
«Credo che dentro al popolo che inneggia a Salvini ci sia un folto gruppo di persone che sperano di uscire dalla disperazione facendo forza sugli ultimi. Ma è un giochetto che non può durare. Sono convinto che i razzisti di natura o i neofascisti siano una minoranza».

E però Salvini assicura sicurezza. Anche nella sinistra c’è chi parla di sicurezza, lei stesso prima diceva che la paura delle persone va capita. Ma dov’è l’equilibrio possibile tra sicurezza e libertà? L’analisi che molti fanno è che i due valori siano in qualche modo connessi e che in certi frangenti le persone possano essere più disposte a rinunciare all’uno che all’altro…
«La risposta sta nella cultura. Studiando ci si accorgerebbe che non ha mai funzionato chiedere di poter erodere i diritti di tutti in cambio di una gratificazione che non è reale e non è necessaria. Gli stessi che propongono questa situazione sono peraltro gli stessi che rifocillano un’emergenza».

Da tempo si occupa di malavita anche in teatro. Uno degli argomenti usati da Salvini per ridurre i contributi per l’accoglienza è stato anche quello di togliere linfa a chi si arricchisce con l’accoglienza.
«È un trucchetto retorico, come se dicesse che per risolvere il problema degli scippi alle vecchiette, eliminiamo le vecchiette. La verità è che la malavita e la criminalità si insinuano in qualsiasi settore dove mancano attenzioni e controlli. Suggererei piuttosto un altro passaggio: la malavita ha bisogno di entrature amministrative, politiche e dirigenziali, alle radici mi piacerebbe sapere se c’è e qual è la responsabilità delle Prefettura. Ma sappiamo bene che Salvini attacca sempre il più debole…».

Raccolti 10mila euro, la Pubblica Assistenza rimette in piedi la sede dopo i vandali

L’associazione di volontariato ringrazia cittadini e attività che hanno donato fondi. Il 21 dicembre porte aperte per il pubblico

43532520 1978323182213816 1513816375150247936 NA distanza di due mesi dal raid vandalico notturno che ha distrutto gli uffici della centrale operativa in via Meucci, la Pubblica Assistenza annuncia di aver ripristinato completamente la propria sede e lo ha fatto grazie alla solidarietà dei cittadini che hanno donato i diecimila euro necessari per l’acquisto dei nuovi strumenti e l’installazione dell’impianto di videosorveglianza. L’associazione aveva lanciato la raccolta fondi subito dopo l’accaduto.

Per venerdì 21 dicembre è in programma una giornata a porte aperte dalle 9.30 alle 18 alla quale sono invitati tutti i cittadini e le realtà locali che vogliano vedere la sede, i mezzi, i volontari e il loro modo di lavorare.

«L’attività di volontariato non si è mai fermata – spiega la Pubblica assistenza – ma ora grazie all’esito della raccolta fondi abbiamo finalmente rimesso in completo assetto la nostra centrale operativa e stiamo installando un impianto di videosorveglianza con telecamere a norma che metterà in sicurezza la nostra sede. Vogliamo esprimere con grande forza il nostro grazie a tutti i privati cittadini, alle attività e alle società che ci hanno aiutato».

I ringraziamenti della Pubblica assistenza vanno a Claudia, Enrico, Ilaria, Nazzareno, Marco, Dario, Massimo, Sabrina, Claudio, Patrizia, Silvia, Claudia, Licia, Antonella, Antonino, Zora, Lidia, Alessandro, Daniela, Elisa, Patrizia, Alessandro, Alessandra, Roberto, Angelo, Roberto, Stefano, Anna, Rita, Eugenio, Lorenzo, Maria, Ilaria, Franca, Elvezia, Patrizia, Eleonora, Andrea, Enrico, Omar, Simone, Spring Italia srl, Fochista srl, Biogelart srl, Systema srl, Emiliana Motor spa, Nuova Clar srl, Maxiwell Oil Tools srl, O.V.I. Omar Valmori Impianti, Dm Officine, ASPI Ravenna, Avis Ravenna, Cna, Secam, Pd Porto Fuori, Porto Robur Costa, Croce Verde Novafeltria, Pubblica Assistenza Faenza, Pubblica Assistenza Russi.

Convegno Asppi su proprietà immobiliare e affitti: il mattone conviene ancora?

Incontro con esperti e consulenti del settore giovedì 6 dicembre alle 20.30, all’NH Hotel in piazza Mameli a Ravenna

Mercato ImmobiliareÈ ancora conveniente investire nel mattone? Vale la pena comprare, vendere o affittare casa? Sono queste le domande chiave per chi possiede un immobile o si appresta ad acquistarlo anche come investimento , peraltro in una fase economica del Paese parecchio incerta.

A tali quesiti cercherà di dare una risposta un importante convegno promosso dall’Asppi, l’associazione dei piccoli proprietari immobiliari della provincia di Ravenna. L’incontro, che darà la parola a diversi esperti e consulenti del settore, è in calendario giovedì 6 dicembre, alle ore 20.30, nella sala dell’NH Hotel in piazza Mameli a Ravenna.

«Nell’anno del nostro 70esimo anniversario – afferma il presidente dell’Asppi provinciale, Silvio Piraccini – con questa conferenza a più voci invitiamo la cittadinanza ad un momento di formazione e confronto sul mondo della casa e il suo valore oggi». Un approfondimento a partire dall’andamento del mercato immobiliare a Ravenna e degli investimenti nel mattone oggi, fino all’evoluzione dei contratti concordati e delle novità relative al quadro fiscale.

Fra i temi che saranno messi a fuoco in occasione dell’incontro pubblico, il presidente Piraccini si sofferma sulle questioni che più interessano i piccoli proprietari di immobili partendo dal quadro legislativo generale sulla casa e sul fatto che «sarebbe utile e produttivo per lo sviluppo del mercato il superamento di tutte le normative, anche di ordine fiscale, che scoraggiano l’investimento in immobili destinati all’utilizzo diretto o all’affitto nel settore abitativo e commerciale».

Nel dettaglio della serata, oltre l’intervento d’apertura del convegno del presidente provinciale Asppi, Silvio Piraccini, e ai saluti dell’amministrazione comunale di Ravenna, da parte dell’assessora all’urbanistica, Federica Del Conte, sono in programma gli interventi di Alberto Gualdrini (presidente provinciale Anama Confesercenti) su “L’andamento del mercato Immobiliare a Ravenna”, del ragioniere Davide Canali (responsabile di Asppi Ravenna e Responsabile Caaf Fabi) riguardo al tema “Investire nel mattone conviene ancora? Cosa fare delle seconde case, vendere o affittare? Come affittare e dormire sonni tranquilli”, dell’avvocato Silvia Maroni (vicepresidente Asppi Ravenna) e del ragioniere Michele Strocchi a proposito della “Evoluzione dei contratti Concordati delle Asseverazioni e dei vantaggi fiscali, ad un anno dai nuovi accordi”, di Massimo Fesani (Banca Mediolanum) che parlerà di “Mutui per acquisto e ristrutturazione”.
Le conclusioni sono affidate all’onorevole Alfredo Zagatti (presidente Asppi nazionale) che dedicherà il suo intervento a “Legge di stabilità e al 70° anniversario di fondazione dell’Asppi”.

Insulti omofobi alla fermata dell’autobus, campagna di solidarietà di Arcigay

Il presidente del circolo ravennate: «Non state zitti, abbiamo anche uno sportello contro le discriminazioni»

ArcigayMartedì mattina è stato insultato con frasi omofobe alla fermata dell’autobus. Appresa la notizia, Ciro di Maio, presidente di Arcigay Ravenna, ha esortato i soci a dare un segnale di vicinanza a Marco, parrucchiere ravennate vittima della vicenda e attivista di Arcigay. È così nata sui social (e anche nella “vita reale” con cartelli di solidarietà come quello nella foto qui sopra) una campagna di solidarietà.

«A ridosso del 2019 c’è ancora chi è convinto che offendere una persona sulla base del suo orientamento sessuale sia normale – ha commentato Di Maio su Facebook –, a ridosso del 2019 serve ancora un lavoro culturale per sensibilizzare verso le diversità di genere e di orientamenti sessuali, a ridosso del 2019 serve ancora una nota inviata da un attivista di Arcigay a nome di una comunità per esprimere delusione e rabbia verso quello che accade, e per esprimere solidarietà e vicinanza a chi lo subisce».

Il consiglio che dà il presidente di Arcigay Ravenna a chi subisce atti omofobi è «di non tacerli e di non vivere in solitudine il problema. Come Arcigay Ravenna abbiamo uno sportello contro le discriminazioni operativo a Cittattiva, in via Carducci 14, dalle 18.30 alle 20.30 ogni martedì oltre alla possibilità di richiedere assistenza attraverso i canali social e la mail ravenna@arcigay.it. Allo sportello è possibile accedere anche per prendere informazione sull’attività che i nostri volontari e le nostre volontarie svolgono ogni giorno sul territorio, oltre ad informazioni sulle tematiche a cui l’associazione è sensibile».

C’è una festa alla sala Strocchi, esposto preventivo dei residenti contro il rumore

Dopo il caso del circolo Abajur, a Ravenna polemiche anche in via Maggiore

rock partyDomani sera (venerdì 7 dicembre) la sala Strocchi di via Maggiore, a Ravenna, si trasforma, come già capitato più volte in passato, in una sorta di discoteca con l’evento “Pop the rock”, già pubblicizzato su Facebook, con ingresso a 10 euro con drink.

Ed è bastato l’annuncio a scatenare la rabbia di alcuni residenti che hanno già firmato e presentato un esposto a Comune, Polizia municipale e prefetto per protestare contro il rumore che impedirebbe loro di dormire quando la sala – gestita come noto dal circolo D’Attorre del Partito democratico – ospita eventi simili. A rivelarlo è il Carlino Ravenna in un articolo pubblicato sul giornale in edicola oggi.

Un caso che arriva a pochi giorni dalle polemiche del tutto simili che hanno portato il circolo Abajur, nella vicina via Ghibuzza, a sospendere la propria attività.

Scende dall’auto e si spoglia poi insulta la polizia: 39enne ubriaco denunciato

L’uomo si è messo a petto nudo e ha tentato di rientrare nel ristorante da dove era stato allontanato per il disturbo

È sceso dall’auto davanti alla polizia, è rimasto a torso nudo e ha cominciato a insultare gli agenti cercando di rientrare nel ristorante da dove era appena uscito e da dove avevano chiamato il 112 per il suo disturbo. Un 39enne è stato denunciato per oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale nella notte tra l’1 e il 2 dicembre in via Trieste a Ravenna. La volante della questura è intervenuta per la segnalazione di un ubriaco molesto. Sul posto gli agenti hanno identificato un uomo all’interno di un’auto in sosta nel parcheggio antistante il locale. Secondo alcuni avventori, poco prima all’interno del ristorante il 39enne aveva spintonato una persona e inveito contro alcuni dei presenti. Davanti alle divise lo show gli è costato una denuncia.

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