domenica
17 Agosto 2025

Rapina al distributore di benzina con un machete: arrestati due giovani

Per fuggire avevano utilizzato un’auto rubata poco prima a Ravenna. L’autore materiale del colpo va in carcere, ai domiciliari il complice

I carabinieri di Lugo hanno individuato e sottoposto a fermo i presunti autori di una rapina avvenuta al distributore Eni di Cotignale del 6 aprile scorso. Si tratta di  due cittadini di nazionalità marocchina di 24 e 22 anni, residenti rispettivamente a Bagnacavallo e Castel Bolognese. I due avrebbero anche rubato  un’auto a Ravenna, utilizzandola poi per la fuga dall’area di servizio.

Arrivati al distributore di Cotignola a bordo del veicolo rubato, mentre uno dei giovani si faceva consegnare l’incasso giornaliero (circa 500 euro) minacciando la titolare con un machete, il complice lo attendeva in auto pronto a dileguarsi velocemente dopo il colpo. I due sono stati arrestati qualche ora dopo a Lugo e il gip ha applicato al 24enne la misura detentiva della custodia cautelare in carcere per entrambi i reati e al complice 22enne gli arresti domiciliari presso la propria abitazione, poiché ritenuto responsabile del solo furto del mezzo.

Bunge, vincere due set ad Atene per alzare una coppa europea attesa da 21 anni

Volley / Forti del 3-1 dell’andata, nella gara di ritorno ai ravennati in programma domani (mercoledì 11 aprile, ore 19.30 italiane) basta anche un ko al tiebreak contro l’Olympiacos per aggiudicarsi la Challenge Cup. Soli: «Non bisognerà inventare nulla, ma giocare come sappiamo fare, con l’unico scopo di terminare a testa alta una stagione miracolosa»

Rosa Bunge Contro Pireo Rid
L’organico della Bunge Ravenna che domani scenderà in campo ad Atene

Come già accaduto negli anni Novanta, la storia della pallavolo ravennate passa da Atene. Nel ’92 e nel ’93, infatti, il Messaggero di Ricci si aggiudicò per due volte di fila la Coppa dei Campioni sul Pireo. Ed è proprio nell’enorme “Peace & Friendship Stadium”, in una struttura capace di ospitare fino a 17mila spettatori, che la Bunge domani 11 aprile, fischio d’inizio alle 19.30 italiane (ore 20.30 locali, arbitri Gyula Tillmann, Ungheria, e Lutz Steinmetz, Germania), sfida nel ritorno della finale di Challenge Cup i padroni di casa dell’Olympiacos, un avversario che riporta alla mente dolci ricordi in virtù del primo successo nella maggiore competizione europea.

Forti della vittoria per 3-1 nella gara di andata disputata mercoledì in un Pala De André carico di calore e di entusiasmo, con più di 3200 persone a riempire le tribune, a Orduna e compagni per sollevare la coppa basta vincere due set. Un obiettivo tutt’altro che semplice da raggiungere, in quanto sia l’ambiente sia la caratura dell’avversario rappresentano un ostacolo molto duro da superare. In caso invece di affermazione per 3-0 o 3-1 da parte dei greci, la Challenge Cup verrà assegnata al cosiddetto golden set (al meglio dei 15 punti).

A 21 anni di distanza dall’ultimo alloro continentale (nel ’97 il Porto Area batté a Ginevra il Netas Istanbul nella finale di Coppa Cev disputata a Ginevra), Ravenna ha così ancora la possibilità di scrivere il suo nome negli albi d’oro del volley internazionale. «Ad Atene mi aspetto una ‘guerra’ sportiva – inizia il tecnico Fabio Soli – dove noi dovremo mettere in campo tutte le energie che ci sono rimaste. Abbiamo l’ambizione di poter portare a casa il trofeo, ponendo il suggello a una stagione già fantastica, con il raggiungimento dei playoff scudetto, dove siamo riusciti a mettere in difficoltà una corazzata come Perugia».

A dare sostegno alla Bunge ci penseranno più di cinquanta sostenitori ravennati, con alcuni di essi che già ieri hanno raggiunto la capitale greca. In testa alla truppa di tifosi giallorossi ci saranno gli Rvs, accanto alla squadra come sempre, mentre nel palazzetto ateniese è prevista anche la presenza dell’assessore comunale allo Sport, Roberto Fagnani. «Non sarà facile – riprende Soli – conquistare un obiettivo voluto e ottenuto nel corso della stagione con tutto lo sforzo possibile. In casa nostra abbiamo fatto una grande impresa, centrando una vittoria piena, ma non bisogna pensare al risultato dell’andata e al golden set già raggiunto. Sarà necessario focalizzarsi solo sul match, punto per punto, andando oltre agli ostacoli ambientali che si presenteranno, senza sprecare energie preziose in cose che non siano il gioco. Rispetto a una settimana fa dovremo alzare in modo ulteriore il livello del nostro attacco, della fase muro-difesa e della battuta, anche perché mi aspetto un’Olympiacos ancora più forte. Non bisognerà inventare nulla, ma giocare come sappiamo fare, con l’unico scopo di terminare a testa alta una stagione miracolosa».

Gli avversari Come all’andata l’Olympiacos guidato dallo spagnolo Fernando Munoz Benitez scenderà in campo con ogni probabilità con il sestetto formato dal palleggiatore della nazionale polacca Drzyga, dall’opposto finlandese Oivanen, dagli schiacciatori Rauwerdink (olandese) e Aleksiev (bulgaro) e dai centrali Petreas e Bohme (tedesco), mentre in seconda linea si alterneranno i liberi Stefanou e Daridis. A puntellare la rosa ci penseranno le bande Roumeliotanis e Christofidelis, l’opposto Zoupani, il regista Stivachtis e il centrale Andreadis.

In video La finale tra Olympiacos e Bunge Ravenna sarà trasmessa in streaming in diretta dalle ore 19.30 italiane sul canale Laola Tv. Questo il link:http://www.laola1.tv/en-at/livestream/olympiacos-piraeus-bunge-ravenna-len

Il cammino verso la finale La Bunge è approdata in finale di Challenge Cup superando uno dopo l’altro i danesi del Gentofte (sedicesimi, 3-0 e 3-2), i cechi del Brno (ottavi, doppio 3-0), i portoghesi del Benfica Lisbona (quarti, 3-1 e 3-2) e i turchi del Maliye Piyango Ankara (semifinale, 0-3 e 3-1, con successo finale al golden set). L’Olympiacos è stato capace di arrivare a questo traguardo al termine di una strada tortuosa: sia nel turno preliminare contro i turchi del Bursa (3-0, 1-3), sia nei sedicesimi contro i francesi del Tours (3-0, 0-3), i greci sono andati avanti grazie ai successi al golden set, mentre in seguito hanno incontrato meno problemi per regolare gli azeri del Baku (ottavi, doppio 3-0), i belgi del Par-Ky Menen (quarti, 3-1 e 3-0) e i russi del Surgut (semifinali, doppio 3-0).

La faentina Chiara Laghi alla guida del settore turistico di Confcooperative

L’elezione è avvenuta a Bologna. Guiderà 169 cooperative e oltre 12mila soci, con un fatturato di 98 milioni di euro

Chiara Laghi
Chiara Laghi

La quarantenne faentina Chiara Laghi è la nuova presidente di Confcooperative-Cultura Turismo Sport Emilia Romagna, nuova denominazione della Federazione regionale di settore. Alla guida della cooperativa Cultura Popolare – specializzata in promozione e progettazione culturale, gestione di biblioteche e servizi culturali –, Chiara Laghi è anche l’ideatrice del “Cultura Impresa Festival”, manifestazione nazionale itinerante che promuove il ruolo dell’impresa nello sviluppo territoriale su base culturale.

L’elezione è avvenuta a Bologna nel corso dell’Assemblea della Federazione, che conta 169 cooperative – attive nei settori comunicazione e informazione, spettacolo, servizi culturali e turistici, scuola, sport, turismo -, oltre 12.000 soci, 1.500 occupati e sviluppa un fatturato di 98 milioni di euro. Ringraziando i delegati per l’elezione e il suo predecessore Lanfranco Massari, Chiara Laghi ha affermato che “nel prossimo mandato la Federazione sarà impegnata a rafforzare sempre di più i rapporti tra le cooperative associate ed a promuoverne i diversi progetti imprenditoriali”.

“Una scelta strategica – ha proseguito la neo presidente di Confcooperative-Cultura Turismo Sport Emilia Romagna – in quanto il lavoro comune e sinergico dei diversi settori può garantire uno sviluppo migliore del territorio e al tempo stesso un maggiore valore aggiunto nei confronti delle Istituzioni. Oggi cultura, turismo e sport – ha concluso – non possono più concepirsi separatamente, ma devono lavorare insieme in modo più integrato”.

Chiara Laghi subentra a Lanfranco Massari che, dopo 14 anni alla guida della Federazione regionale, ha scelto di non ricandidarsi affermando che “la democrazia richiede ricambio e alternanza”. Ricordando l’ampia attività svolta in questo periodo, Massari ha sottolineato come anche in questo settore le cooperative abbiano saputo rispondere meglio di altre forme imprenditoriali ai cambiamenti imposti dalla crisi economica che ha colpito il nostro Paese e l’Emilia Romagna negli ultimi dieci anni.

Falsa partenza per il Godo: all’esordio doppio ko casalingo contro il Paternò

Baseball / Nella prima giornata i ravennati si inchinano ai siciliani 5-3 in gara1 e 8-6 (al 10° inning) in gara2. Prossimo appuntamento sabato 14 aprile. sempre al “Casadio”, contro Modena

Godo Baseball Rosa
L’organico al completo del Godo Baseball

Doppia sconfitta casalinga per il Godo Baseball nella prima giornata del campionato di Serie A2 di baseball (girone C), con i ravennati che pagano a caro prezzo alcune defezioni e si devono così inchinare ai siciliani del Red Sox Paternò, che si aggiudicano gara1 con il punteggio di 5-3 e gara2 al decimo inning con il risultato di 8-6, al termine di un’autentica battaglia. Prossimo appuntamento sabato 14 aprile al diamante “A. Casadio” ore 15.30 e 20.30 per Godo contro Modena.

Gara1 Nella squadra di casa è infatti assente il lanciatore Matteo Galeotti, che proprio al momento del play-ball è diventato papà di un maschietto. La partita del pomeriggio è molto equilibrata: sul monte il giovane Jonathan Foli concede poco e nulla alla mazze avversarie e la difesa ha un buon gioco di guanto e  il Paternò non ha possibilità di segnare punti. Stessa situazione per quanto riguarda l’attacco del Godo e a cinque riprese di gioco complete il parziale è di 0-0. Al sesto, dopo una base regalata, Foli cede il posto a  Casalini che non inizia al meglio il suo turno sul monte e tra valide e un errore difensivo, il Paternò segna tre punti. Il Godo ha un ottima reazione e al suo turno d’attacco, con due valide un colpito e un errore difensivo, si porta in parità. Gli avversari contrattaccano e tra l’ottavo e nono inning segnano altri due punti, mentre il Godo non riesce a battere i lanci del nuovo lanciatore avversario Dignoti e la partita si conclude 5-3 per gli ospiti.

Gara2 Nel match serale sul monte di lancio per il Paternò c’è Perez Wilper e per il Godo si registra l’esordio dell’argentino Kevin Riello. Entrambi i lanciatori equilibrano la partita e per le prime quattro riprese sono ben poche le valide per entrambi i team, è il Paternò a portarsi in vantaggio al quinto inning con un punto segnato e ne aggiunge altri due al settimo. I padroni di casa al loro settimo turno d’attacco accorciano le distanze, con le valide di Servidei M. e Melandri, si portano sul 2 a 3. Al nono inning si presenta, per il Godo, una buona opportunità di vittoria; con un out, il punto del pareggio segnato da Galli, corridori agli angoli, si tenta il squeeze play, ma il  gioco non riesce e Meriggi D. è il secondo eliminato, la ripresa prosegue con due eliminati e basi piene, ma per il Godo nulla da fare ed è tie break. Con il tie break si parte con prima e seconda occupate e nessun out, il Paternò allunga il suo vantaggio e si porta a 8-3, per i rosso e blu nulla è ancora perso. Con due corridori in base, il triplo di Rubboli porta la casa due punti e lui stesso segna il terzo punto grazie la valida di Servidei M. Con due uomini in base e un out, non si è riusciti a portare a case altri punti e termina l’incontro con la vittoria del Paternò per 8-6 al decimo.

I tabellini
Gara1
Attacco: Bucchi 2b 1/4, Servidei L. ss 1/5, Rubboli c 1/5, Evangelista dh 0/4, Gelli 3b 1/4, Servidei M. 3b 2/3, Melandri cf 1/4, Foli Jacopo rf 0/2, Meriggi D. lf 0/4.
Lanciatori: Foli Jonathan 5 ip, 1 p, 1 pgl, 2 hit, 2 bb, 1 hp, 5 k; Casalini 2 ip, 2 p, 2 pgl, 4 hit, 1 bb, 0 hp, 2 k, 1 bk; Sabbadini A. L 2 ip, 2 p, 0 pgl, 2 hit, 2 bb, 1 hp, 0 k, 1 bk.
Doppi: Bucchi.
Errori: Bucchi, Rubboli, Foli Jacopo e Casalini.

Gara2
Attacco: Bucchi 2b 1/5, Servidei L. ss 1/4, Gelli 1b 1/4, Evangelista c 1/4, Rubboli rf 1/5, Servidei M. 3b 3/5, Melandri cf 2/5, Galli dh 0/2, Meriggi D. lf 0/4.
Lanciatori: Riello 5 ip, 1 p, 1 pgl, 4 hit, 2 bb, 8 k, 1 wp, 1 hp; Ioli 1.1 ip, 2 p, 2 pgl, 0 hit, 2 bb, 2 k, 1 wp, 1 hp; Perez L 2.2 ip, 1 p, 1 pgl, 3 hit, 2 bb, 2 k, 0 wp, 1 hp; Galli 1 ip, 4 p, 3 pgl, 4 hit, 1 bb, 0 k, 0 wp, 1 hp.
Doppi: Gelli.
Triplo: Rubboli.
Errori: Servidei M.  Meriggi D.

Risultati (prima giornata): Baseball Godo-Red Sox Paternò 3-5, 6-8 (al 10°); Redskins Imola-Fontana Ermes Sala Baganza 9-3, 2-0; Comcor Engineering Modena-Camec Collecchio 4-5, 8-7 (al 12°).

Classifica: Paternò e Imola 100% (2 vittorie – 0 sconfitte), Modena e Colecchio 50% (1 – 1), Godo e Sala Baganza 0% (0 – 2).

Tribunale fallimentare a rischio: proposto l’accorpamento con Forlì e Rimini

Tra le proposte della riforma delle procedure concorsuali anche la centralizzazione romagnola, con sede che sarebbe nella città malatestiana

Tribunale FallimentareIl tribunale fallimentare di Ravenna a rischio taglio? Per ora si tratta soltanto di una proposta derivata dalla riforma delle procedure concorsuali. La commissione “Rordorf 2” a dicembre ha istituito gli schemi attuativi della legge delega. Tra questi, anche il taglio dei tribunali che passerebbero da 140 a 62 in tutta Italia. Chi conosce la materia sa che i tempi dei fallimenti non sono esattamente rapidi e un accorpamento di questo tipo ha messo in allarme i professionisti. Nello schema, Ravenna sarebbe accorpata a Forlì e Rimini. In quest’ultima città sarebbe la sede del tribunale fallimentare romagnolo.

Durante la campagna elettorale il deputato folivese Marco Di Maio (Pd) ha precisato che l’eventualità è già stata superata. Tuttavia l’ordine provinciale degli avvocati, riunitosi il 10 aprile, non pare così tranquillo. La relazione del presidente Mauro Cellarosi scrive: «Nel caso del Tribunale di Ravenna – si legge – i criteri adottati per giustificare l’eliminazione dell’ufficio fallimentare accorpandolo a quello di Rimini non tiene conto della superiore pianta organica del tribunale ravennate rispetto a quello riminese» oltre a prescindere da alcune caratteristiche della città di Ravenna.

Tra le altre, Cellarosi ricorda la presenza del porto commerciale, sede dell’Autorità portuale di sistema e dell’Ausl Romagna. Inoltre ci sono grandi aziende «di caratura internazionale». Se si dovesse mantenere l’attuale proposta «l’inevitabile risultato sarebbe quello di un ulteriore slittamento verso una giustizia accentrata in ambito distrettuale, con gravissime ricadute sulla possibilità di accesso da parte dei cittadini e sull’attività degli avvocati (e degli altri professionisti) che tale accesso contribuiscono a garantire in modo fondamentale».

 

Si semina il labirinto di mais di Alfonsine, sarà pronto in giugno

Appuntamento domenica con il titolare dell’azienda agricola

IMG 20170402 WA0007Anche questa estate prenderà vita ad Alfonsine il “Labirinto Dimanico” all’azienda Carlo Galassi. Per tutte le persone che vogliono partecipare attivamente alla creazione di questa “opera naturale”, un unicum a livello internazionale per tipologia e dimensione, l’occasione è per domenica 15 aprile, quando verrà seminato il mais che sarà utilizzato per “disegnare” il labirinto creandone le alte pareti che delineeranno il fitto reticolato dei sentieri nei quali perdersi nel corso dell’estate.

A tutti gli intervenuti, dalle ore 10 al calar del sole, verranno consegnati dei semi di mais che verranno seminati accompagnati dallo stesso Carlo Galassi, che non mancherà di fornire qualche anticipazione su quelli che saranno i temi del 2018 cui si ispira il labirinto, arricchendoli di curiosità e di aneddoti.

Punto d’incontro per partecipare alla semina del labirinto è l’Azienda agricola Galassi Carlo (via Roma, 111) ad Alfonsine. Per informazioni tel. 335 8335233 oppure info@galassicarlo.com.

L’apertura del labirinto è prevista nel mese di giugno.

Vivere il terrore di un incidente stradale per capire l’importanza della sicurezza

Al Cinema City un simulatore per capire i pericoli che si corrono al volante. Sul posto anche il 118 per divulgare informazioni

In caso di ribaltamento, che succede al conducente e ai passeggeri se non indossano le cinture? Qualora fossero legati dalle cinture, qual è la tecnica corretta per liberarsi dalle stesse senza provocare danni alle vertebre cervicali? Se l’auto, per un attimo di distrazione, finisse in un canale laterale ribaltandosi? Tutte queste domande ricevono una risposta grazie al simulatore di crash test che fa vivere l’esperienza di un incidente stradale per capire l’importanza di guidare consapevolmente e in sicurezza. È il progetto di educazione stradale Test crash simulator, che si svolgerà venerdì 13 aprile nell’area della multisala Cinemacity, promosso dall’Ufficio scolastico regionale e dall’Osservatorio regionale per la sicurezza stradale con il coordinamento organizzativo dell’Ufficio mobilità del Comune. È previsto uno spettacolo alle 9 aperto a tutti. La manifestazione verrà arricchita dalla presenza di una unità di pronto soccorso messa a disposizione dalla Centrale operativa 118 della Romagna, una unità cinofila della guardia di finanza di Ravenna e della polizia municipale di Ravenna. I presenti potranno chiedere a questi professionisti informazioni utili sui danni da incidenti stradali e sulle negative ricadute che alcool e sostanze psicotrope hanno sulle condotte di guida.

Il progetto si svolge a bordo di un tir attrezzato con la formula del “talk show” per coinvolgere in modo diretto studenti e cittadini attraverso testimonianze, video, musica, linguaggio semplice. L’attività di progetto prevedete l’utilizzo, in massima sicurezza, di simulatori crash test e di ribaltamento per promuovere l’uso delle cinture di sicurezza. Per i neopatentati sono previste informazioni utili per avere corretti comportamenti di guida “preventiva”. Il Tir crash test è un grosso autocarro, che si trasforma in un grande palco, su cui sono installati un simulatore di ribaltamento auto, un simulatore di impatto, un maxischermo professionale, un gruppo elettrogeno da 30 Kva, regia audio/video, telecamere su tutte le attrezzature, impianto audio da 1.000 watt.

«È una occasione importante per provare, in totale sicurezza, le eventuali conseguenze di un incidente stradale che si può verificare per disattenzione e perché non si mettono in atto tutte le precauzioni – afferma l’assessore alla Mobilità, Roberto Fagnani -. Per i giovani, ma non solo per loro, sono più efficaci queste modalità di apprendimento per fissare e consolidare comportamenti virtuosi. Solo così riusciremo a diminuire sensibilmente gli incidenti stradali, il numero dei feriti e dei morti i cui numeri restano sempre drammatici».

La Pigna: «La piscina ha bisogno di lavori, serve un bando di project financing»

La proposta della lista civica in vista della scadenza del contratto di gestione che dura da 15 anni

Federici 1c0Alla fine del 2018 scade il contratto di quindici anni per la gestione della piscina comunale Gambi di Ravenna e la lista civica La Pigna propone di procedere con una gara di project financing, sulla base di un progetto di ristrutturazione e di adeguamento tecnico da realizzare entro pochi mesi. Va ricordato che circa un anno fa il Comune aveva reso nota l’intenzione di voler finanziare un intervento di riqualificazione complessiva da circa 6-7 milioni entro il primo mandato di De Pascale. «Il bando – si legge nella proposta della Pigna – dovrà prevedere il finanziamento totale, o comunque della maggior parte degli interventi e delle opere, da parte del privato che se lo aggiudicherà con una durata della gestione che gli permetta di ottenere una giusta redditività»

La Pigna esprime inoltre la contrarietà all’ipotesi di procedere con una nuova gara di gestione fotocopia di quella arrivata a scadenza: «Il bando che affidò la gestione della piscina alla cooperativa Nuova Sportiva di Ferrara in Ati con la fallita Cmr, la stessa che realizzò Marinara e Porto Reno, era del tutto inadeguato – dice la consigliera comunale Veronica Verlicchi –. Le manutenzioni straordinarie previste dal bando e affidate al vincitore sono state esclusivamente a carico del Comune di Ravenna per un importo complessivo di oltre 6 milioni. Al contrario tutti gli incassi, al netto del 3 percento, sono stati appannaggio del gestore».

Sul bisogno di intervenire sull’impianto non sembrano esserci dubbi, anche fuori dalle fila dell’opposizione: «La piscina si presenta fatiscente con notevoli carenze di struttura e di adeguamento, a cominciare dagli impianti. Carenze che rischiano di paralizzarne a breve l’attività e che, negli anni, hanno impedito lo svolgimento di eventi di respiro nazionale. In questi 15 anni l’amministrazione a guida Pd avrebbe dovuto avviare la realizzazione di una nuova e moderna piscina, dotata di impianti innovativi ed efficienti per rispondere alle mutate esigenze dei fruitori. Nulla di questo è stato fatto. Anzi, di fronte alla critica situazione della nostra piscina, l’amministrazione De Pascale preferisce convogliare 16 milioni di euro in un nuovo palazzetto dello sport».

Ora la scadenza della gestione è distante pochi mesi, «non vi è certamente il tempo di progettare e realizzare un nuovo centro natatorio comunale e nel bilancio 2018 non risulta alcun stanziamento economico per la ristrutturazione e l’adeguamento tecnico della piscina comunale»

«Cagnoni fa da calamita per la nostra aggressività latente»

Lo psicologo Enrico Ravaglia segue il processo per uxoricidio e concentra la sua attenzione non solo sull’imputato ma anche sul numeroso pubblico che riempie l’aula. Il 13 aprile in programma la 22esima udienza con l’esame dei testi della difesa

Cagnoni ZaniEnrico Ravaglia, psicologo psicoterapeuta (autore della nostra rubrica quindicinale “La posta del cuore”), è tra coloro che stanno seguendo ogni venerdì o quasi le udienze del processo.

Dottor Ravaglia, perché segue il processo?
«Per osservare e cercare di capire. Forse con l’eccezione, rispetto ad altre persone in aula, che il mio sguardo non si ferma a Cagnoni. Mi interessano anche le dinamiche del pubblico, quanto mormora a bassa voce durante le udienze e che poi esplicita dopo, nelle pause. Frasi trattenute con fatica a causa del “religioso silenzio” che giustamente il presidente Schiaretti tenta di imporre ad un pubblico poco capace di trattenere un giudizio immediato».

Secondo lei, perché suscita tanto interesse in tante persone?
«Ci sono più ragioni. Credo purtroppo che le meno abbiano a che fare con la vittima, con sentimenti di vera vicinanza nei suoi confronti. Per il pubblico il protagonista è Cagnoni, non Giulia, è brutto dirlo, ma mi pare di percepire questo. Il voyerismo è sicuramente tra le ragioni che contribuiscono a riempire l’aula. Faccio un esempio che sembra distante ma penso pertinente alla situazione: quando c’è un incidente in strada le code si formano soprattutto perché le persone rallentano a guardare, protette dall’abitacolo della propria auto integra, dettaglio non marginale. Poi il pubblico, prevalentemente femminile, ha eletto Cagnoni fin dall’inizio come “uomo del male” a sintesi e rappresentazione delle proprie esperienze negative, più o meno importanti, con il genere maschile che ogni donna ha inevitabilmente vissuto nella propria vita. Ad oggi gli elementi che indirizzano alla colpevolezza dell’imputato sono molti ma questa dinamica compariva già della prima udienza. Cagnoni ha anche un’altra funzione: fa da calamita per la nostra aggressività latente».

Si è fatto un’idea del profilo psicologico della vittima, sulle basi delle testimonianze?
«Una persona normale. Desidero esprimere tutta la solidarietà possibile per quanto è successo alla signora Ballestri, ma se vogliamo dare un giudizio obbiettivo non dobbiamo cadere in quella dinamica per cui le persone morte diventano sempre migliori rispetto a quanto erano in vita. Probabilmente era una donna che cercava di conciliare il suo ruolo di madre con le proprie esigenze affettive ed identitarie. Si ritrovava a dover mediare tra un uomo con cui non voleva più stare, il desiderio di una nuova realtà affettiva e l’affermazione di un proprio ruolo autonomo. Ma anche una donna sofferente e spaventata, perché “fabulante”, come la definisce Cagnoni in aula, o meno, inviava messaggi disperati e pieni di terrore».

Rava
Enrico Ravaglia

E dell’imputato?
«È certamente un uomo complesso e dalle molte sfaccettature. Stiamo con quanto si è visto in aula per essere i più neutrali possibile. Cagnoni è lo stesso che si è sentito dire dall’avvocato Scudellari, legale per la famiglia Ballastri “lei scrive molto bene e parla ancora meglio”, ma è anche quello che ha dato della “vacca”, in un’altra udienza, alla madre di Giulia. È quello che in un’aula strapiena di persone, tutte per ascoltarlo con attenzione estrema, a partire dai giudici e dal pm, situazione che avrebbe intimorito chiunque, chiede di togliere il microfono dall’asta e inizia a parlare con una padronanza superiore a quella di un giornalista televisivo. Ma è anche quello che fugge dalla finestra, quello che soffre di attacchi di panico, di momenti di irragionevole paura. Sicuramente il carcere non piace a nessuno, ma probabilmente Cagnoni lo sopporta peggio degli altri. Non so se le tante lettere scritte dalla cella agli amici siano state un tentativo per depistare, credo certamente servissero per mantenere un percepito legame, anche se virtuale, con il “mondo di prima”. E, seppur nella drammaticità della questione, mi sono fatto l’idea che il venerdì, il giorno dell’udienza, possa essere per lui un giorno gradito, dove può indossare i vestiti eleganti che vestiva prima, dove è indiscusso protagonista, e dove, più che parlare con un altro carcerato, si può confrontare con una serie di persone di alto livello, a partire dal pm, anche se questi argomenta per convincere la corte a dargli l’ergastolo».

I rei di femminicidio che tratti psicologici hanno in comune?
«Li accomuna il fallimento della metafora. La tensione emotiva di queste persone non può essere più padroneggiata e gestita con la metafora, cioè il simbolico. È come che venga a mancare un apparato capace di metabolizzare e mentalizzare. L’agito violento diventa quindi l’unica alternativa».

Alla Campaza tra corsa, escursioni e cicogne: una giornata di sport e benessere

Il programma della manifestazione di giovedì 12 aprile, con tante iniziative anche per i più piccoli

Lagocicogna
Il villaggio delle cicogne alla Campaza

Al via giovedì 12 aprile la “Giornata dello sport e del benessere, Corsa della Cicogna”, organizzata dal gruppo La Campaza nel villaggio dell’omonimo ristorante a Fosso Ghiaia.

La manifestazione, al quinto anno consecutivo, ha subìto modifiche rispetto alle precedenti edizioni grazie al crescente numero di partecipanti, più di mille nell’ultima, spingendo i promotori a un rinnovamento inteso a declinare sport, natura, benessere e territorio.

L’obiettivo degli organizzatori è quello di legare la località alle sue principali caratteristiche ambientali, alle potenzialità di crescita del turismo naturalistico ed enogastronomico, dell’agricoltura e di altri settori economici.

La manifestazione nella sua nuova veste coinvolge diverse realtà, circa una quarantina, tra palestre, negozi di articoli sportivi, erboristerie e società sportive che si presenteranno con esibizioni e performance in tutte le aree del parco.

Un’importante novità riguarda l’inserimento del percorso in bicicletta con partenza dal villaggio fino alle valli Ortazzo e Ortazzino in collaborazione con la Fiab (Federazione italiana amici della bicicletta onlus).

Saranno attrezzati alcuni spazi nella “Terrazza dei sogni” lungolago, sotto la tensostruttura di circa 500 mq, nell’area Parco dei fenicotteri e nel piazzale del ristorante, per la presentazione da parte delle società sportive, a partire dalla 14.30, di lezioni a porte aperte, servizi, articoli e prodotti.

Un’attenzione particolare sarà rivolta ai più piccoli: dalle 16 si terrà “Tutti in sella e animazione” by Fiabilandia e Zoo Safari; alle 16.30 Caccia al tesoro promossa dall’associazione genitori di Fosso Ghiaia; sempre dalle 16.30 merenda offerta da Natura nuova; alle 17 “Riconosci gli ingredienti”, gioco per bambini e genitori by Push the green e alle 18 partenza de “La Corsa dei Cicognini”, lungo un percorso di 600 metri.

Alle 19 il via alla vera e propria gara, dove ognuno dei partecipanti potrà scegliere quale percorso (se 2, 6, 8, 10 km) e la modalità con la quale intraprenderla, in base alle proprie capacità.

L’iscrizione alla podistica, possibile dalle 14 del giorno stesso, sarà di 2 euro a partecipante; l’importo andrà ai Podisti di Porto Fuori i quali provvederanno alla premiazione. Saranno premiate le società o gruppi sportivi con maggior numero di iscritti. La Campaza offre a tutti i partecipanti il pacco gara, composto da biscotti artigianali e miele biologico di pineta; lungo il percorso saranno allestiti punti di ristoro.

Al traguardo dei 10 km, chi vorrà potrà fermarsi a mangiare in compagnia potrà gustare un menu Run for eat ispirato alle tradizioni locali.

Per informazioni: 0544/560294 – www.lacampaza.com

La Provincia taglia le sedi: risparmi gestionali per ventimila euro all’anno

Il personale di via di Roma trasloca in piazza Caduti. Gran parte delle economie dovute alle minori spese per pulizia e riscaldamento

Palazzo Provincia RavennaLiberare, centralizzare, accorpare, vendere. Quattro verbi che possono essere riassunti in uno solo: risparmiare. Per la Provincia i tempi non sono dei migliori, l’organico è stato ridotto sia dalle riforme sia dal blocco delle assunzioni. Così l’ente accentrerà i lavoratori nella sede centrale di piazza Caduti in modo da liberare gli altri uffici periferici e, se possibile, venderli. Le misure sono previste nel nuovo piano di razionalizzazione dei servizi.

Per farlo ci sarà prima di tutto uno spostamento di personale da un piano all’altro che consentirà di svuotare completamente il piano ammezzato del palazzo. Qui è previsto il  trasloco di tutto il personale tecnico-amministrativo del settore Lavori Pubblici attualmente ubicato in via di Roma 118. Questo immobile non potrà però essere liberato completamente: dovranno continuare ad essere utilizzati i locali ad uso spogliatoio e deposito attrezzature per gli addetti della squadra tecnologica nonché i locali utilizzati come archivio ed autorimessa per le auto a guida libera.

Tra il 2019 e il 2020, dovrebbe essere completata la nuova sede di Arpae, dove si trasferirà il personale dipendente dell’Agenzia per l’Ambiente che attualmente occupa gli uffici del secondo piano. Solo in quel momento la Provincia valuterà  una migliore distribuzione degli uffici del settore Lavori Pubblici nonché la possibilità di liberare completamente l’immobile di via di Roma.

In soldoni, il risparmio per quanto riguarda le economie gestionali saranno di circa 23mila euro a cui vanno sottratti circa 12mila euro di interventi nel 2018. Per il primo anno il risparmio sarà quindi di 11mila euro che diventeranno ventimila l’anno successivo. Il risparmio è dovuto in gran parte alle pulizie e alle minori spese di riscaldamento, quantificate rispettivamente in 12mila e cinquemila euro annui.

 

Turismo, quattro province unite nella Destinazione Romagna. «Ma ora i collegamenti»

Presentata l’attività del soggetto pubblico che ha preso il posto di Province e Unioni di prodotto nel campo della promo-commercializzazione

Gnassi Corsini
Il sindaco di Rimini e presidente della Destinazione Romagna Andrea Gnassi (a sinistra) con l’assessore regionale al Turismo, il ravennate Andrea Corsini

“Romagna. Lo dici e sorridi”, è lo slogan che introduce il video sulla Destinazione Turistica Romagna proiettato in apertura dell’incontro svoltosi a Palazzo Rasponi, a Ravenna, per presentare le prime azioni poste in essere dal nuovo soggetto previsto dalla legge regionale sull’ordinamento turistico. Si tratta di un ente pubblico nato con l’obiettivo di sviluppare iniziative di promozione e valorizzazione dei territori e sostenere azioni promo-commerciali realizzate dagli operatori privati, assumendo di fatto le funzioni esercitate in passato dalle Province e dalle quattro Unioni di prodotto, ora abrogate.

Destinazione Turistica Romagna è formata dai territori di quattro province (Ferrara, Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini) che nel 2017 hanno totalizzato circa 31 milioni di presenze turistiche e 6,9 milioni di arrivi all’anno. Da questo dato è partita l’analisi del presidente della destinazione e sindaco di Rimini Andrea Gnassi.
«La nuova legge regionale – ha dichiarato Gnassi – ci consente oggi di mixare prodotti e destinazioni, turismo con territorio, immettendo, attraverso un modello nuovo di gestione turistica territoriale, nuova linfa all’innovazione del prodotto e alla promo-commercializzazione, all’integrazione tra pubblico e privato, elemento che continuerà ad essere l’asse portante della nostra programmazione. Occorre lavorare sui sistemi integrati di accoglienza, sul rinnovamento del prodotto, sul rilancio strutturale».

Alla base delle azioni della Destinazione – continua Gnassi – «c’è la volontà di passare dalla frammentazione all’integrazione di territorio e prodotto, creando una rete di servizi fra loro connessi di prodotti turistici trasversali e tematici. Obiettivi principali saranno la crescita del numero atteso di turisti e l’incremento dei flussi, il riposizionamento dei mercati, l’approccio a nuovi mercati, l’incremento del valore aggiunto delle attività economiche del territorio, l’incremento della notorietà della destinazione, la valorizzazione delle esperienze turistiche, dei prodotti turistici consolidati attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie, la creazione di maggiore notorietà e visibilità sul web della destinazione, la creazione di un sentimento positivo verso le proposte turistiche della destinazione, il consolidamento dei prodotti turistici esistenti, la creazione e lo sviluppo di nuovi prodotti turistici trasversali e tematici, l’incremento dell’immagine della destinazione turistica come accessibile adatto a tutte le domande turistiche. I prodotti della destinazione dovranno essere fruibili e comunicati a tutti, divenendo strumento di inclusione e coesione territoriale, permettendo i collegamenti tra territori».

Il sindaco di Ravenna, Michele de Pascale, ha evidenziato anche l’importanza dei trasporti. «Oggi la mobilità e il trasporto delle persone dentro la destinazione e verso la destinazione – sono state le sue dichiarazioni –, e in particolare le connessioni con Bologna e con le linee di alta velocità che portano a Milano, Firenze, Roma e Venezia, sono l’elemento centrale per il successo di questa destinazione turistica. Dunque ora l’impegno di tutti, oltre che continuare a investire in promozione, deve essere quello di migliorare le connessioni dei trasporti».

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