mercoledì
20 Agosto 2025

A Mantova l’OraSì rompe il digiuno esterno: preziosa vittoria in chiave playoff

Basket A2 / Dopo più di tre mesi i ravennati conquistano un successo lontano da casa, piegando in volata i lombardi grazie alle giocate di Rice

Mantova-Ravenna 71-75
(16-17, 32-38, 52-52)
DINAMICA GENERALE MANTOVA: Legion 16, Candussi 16, Jones 14, Vencato 13, Moraschini 10, Cucci 2, Timperi, Ferrara, Mei, Costanzelli ne, Albertini ne. All Seravalli.
ORASI’ RAVENNA: Grant 27, Rice 23, Giachetti 9, Raschi 7, Montano 4, Chiumenti 3, Sgorbati 2, Masciadri, Esposito, Vitale ne. All: Martino.

Rayvonte Rice
Il giallorosso Rayvonte Rice

E’ ancora il rush finale, anzi il… Rice finale a permettere all’OraSì di conquistare nel giro di cinque giorni un’altra vittoria in volata (75-71) che la avvicina ulteriormente ai playoff. I giallorossi a Mantova spezzano una serie negativa in trasferta che durava da più di tre mesi: era dal 29 dicembre, a  Bergamo, che non vincevano lontano da casa, inanellando dei ko di fila. Una Dinamica vogliosa di riscatto dopo i provvedimenti societari ha come previsto reso dura la vita a Ravenna, ma alla fine sono stati soprattutto Grant e Rice a trascinare la squadra verso una meritata vittoria, arrivata nonostante un’altra partita di marcata inferiorità ai rimbalzi.

Il primo quarto è equilibratissimo, Ravenna sull’8-8 ha mandato a segno solo Grant mentre Mantova trae vantaggio dai 5 falli presto fischiati contro l’OraSi e resta a galla con i liberi. La tripla di Raschi impatta a 11, poi va avanti a inizio secondo periodo la Dinamica con la tripla di Legion ma un break firmato ancora da Grant dà il massimo vantaggio a Ravenna sul 19-24. Reazione virgiliana con Candussi e Jones e controsorpasso (28-26) con gioco da tre di Vencato. Ancora i liberi penalizzano Ravenna e Legion adesso è caldo ma Rice con t punti e la tripla di Giachetti danno il nuovo vantaggio sul 32-35 e la ciliegina a pochi secondi dalla sirena è la tripla di Montano per il massimo vantaggio (32-38).

L’avvio del terzo quarto però è negativo per l’OraSi, che viene poi ancora penalizzata dai fischi arbitrali. Ravenna si ritrova sotto di 4 punti ma grazie a Rice termina il quarto in perfetta parità. Ultima frazione sul filo ma sul 71-68 Dinamica a poco più di un minuto dalla fine l’OraSi è vicina alla sconfitta. Dai suoi mori, però, arrivano le zampate decisive: canestro di Grant, tripla di Rice e sull’ultimo attacco virgiliano un fallo in manda in lunetta il freddissimo Giachetti: 2 su 2 e l’OraSi ora é vicina ai playoff.

Le dichiarazioni del dopo-gara
Antimo Martino
(coach OraSì Ravenna): «Sono contento perché era da tempo che non vincevamo fuori casa  questo è un successo molto prezioso. Sapevamo che Mantova avrebbe giocato una buona gara nonostante venisse da una settimana difficile e ci eravamo preparati per questo in allenamento. Non siamo però riusciti a dare continuità al nostro rendimento sia in attacco che in difesa,su questo dovremo lavorare ancora. Il finale di partita, però, è stato gestito molto bene».

Risultati (28ª giornata): Dinamica Generale Mantova-OraSì Ravenna 71-75, Bergamo-Bondi Ferrara 85-74; domenica 8 aprile, ore 18, De’ Longhi Treviso-Andrea Costa Imola Basket, Termoforgia Jesi-Unieuro Forlì, Tezenis Verona-Agribertocchi Orzinuovi, Assigeco Piacenza-Alma Pallacanestro Trieste, XL Extralight Montegranaro-GSA Udine, Roseto Sharks-Consultinvest Bologna.

Classifica: Trieste 40 punti; Bologna 38; Treviso e Montegranaro 34; Udine e Ravenna° 32; Verona, Jesi e Ferrara° 30; Imola 28; Forlì e Mantova° 24; Piacenza 22; Bergamo° 18; Roseto 12; Orzinuovi 8 (° una gara in più).

La Bunge piega al tiebreak Padova e chiude nel modo migliore la stagione italiana

Volley Superlega / Trascinati dall’mvp Gutierrez i ravennati battono la Kioene al termine di una partita emozionante e combattuta, utile soprattutto in vista del ritorno della finale di Challenge Cup. I veneti si qualificano in semifinale dei playoff per il quinto posto in virtù del successo in quattro set dell’andata

Ravenna-Padova 3-2
(25-22, 23-25, 20-25, 25-23, 15-11)
BUNGE RAVENNA: Diamantini 7, Buchegger 9, Poglajen 5, Georgiev 8, Orduna, Marechal 7, Goi (L); Vitelli 3, Raffaelli 11, Pistolesi 1, Gutierrez 19, Marchini (L) 1, Maretti 1. All.: Soli.
KIOENE PADOVA: Volpato 5, Travica 5, Cirovic 4, Polo 10, Premovic 8, Randazzo 14, Balaso (L); Bassanello (L), Nelli 15, Peslac, Gozzo 7, Sperandio 4, Scanferla, Koprivica 4. All.: Baldovin.
ARBITRI: Luciani e Frapiccini, entrambi di Ancona.
NOTE – Ravenna: bs 17, bv 7, errori 13, muri 10; Padova: bs 21, bv 11, errori 16, muri 10. Spettatori: 505. Durata set: 30’, 29’, 29’, 30’, 16’ (tot. 134’). Mvp: Gutierrez.

VOLLEY PALLAVOLO. BUNGE RAVENNA KIOENE PADOVA.
Un muro dell’mvp Gutierrez nel corso del match vinto contro Padova

La Bunge saluta il pubblico del Pala De André con l’ennesima vittoria della sua straordinaria stagione. I ravennati piegano infatti al tiebreak la Kioene e se questa affermazione non è sufficiente per proseguire l’avventura nei playoff per il quinto posto (in semifinale ci vanno i padovani in virtù del 3-1 dell’andata), è invece l’ennesima prova di quanto sia solido e unito il gruppo a disposizione di Soli. I cosiddetti titolari giocano infatti buona parte delle prime due frazioni, mentre dalla terza in poi salgono agli onori delle cronache i vari Pistolesi, Marchini, Raffaelli, Vitelli e soprattutto Gutierrez, mvp con ben 19 punti realizzati. Adesso le attenzioni sono tutte rivolte al ritorno della finale di Challenge Cup, con Orduna e compagni che mercoledì 11 aprile affronteranno ad Atene l’Olympiacos Pireo forti del successo in quattro set dell’andata.

Sestetti iniziali La formazione iniziale schierata dal tecnico Soli è composta dal palleggiatore Orduna in diagonale con Buchegger, dalle bande Marechal e Poglajen, da Diamantini e Georgiev al centro e Goi in seconda linea. Il coach Baldovin invece disegna la sua Kioene con Travica in regia, Premovic opposto, Cirovic e Randazzo in posto 4, l’ex Polo e Volpato al centro, Balaso libero.

Primo set E’ la Kioene ad avere un approccio migliore al match, scattando prima sul 2-5 e poi sul 5-8, ma Poglajen e Diamantini al servizio raggiungono il pareggio a quota 9. Marechal firma il sorpasso (13-12) e Premovic spara lungo la schiacciata: 14-12 e time out Baldovin. Diamantini colpisce anche a muro e nel punto successivo non sbaglia la palla break: 18-14 e il tecnico ospite ferma ancora la gara. Randazzo dimezza il gap dei veneti (18-16), Diamantini dai nove metri li allontana di nuovo (20-16), però Nelli risponde con la stessa moneta realizzando due ace di fila: 20-19 e Soli chiama i suoi giocatori in panchina. Al rientro in campo Polo chiude un lungo scambio che rimette in equilibrio un punteggio (20-20) che viene rotto dal servizio vincente di Poglajen: 24-22. Al primo set point ci pensa Marechal, con un attacco che tocca il muro, a regalare il vantaggio alla Bunge: 25-22.

Secondo set Due punti di Polo, il secondo a muro, spingono 2-5 la Kioene, che porta a quattro le lunghezze di vantaggio con Randazzo: 4-8. Georgiev dimezza il distacco dei giallorossi (9-11), che vanno a -1 grazie a Buchegger: 14-15. Cirovic riporta a +3 i veneti (15-18), che si allontanano in modo ulteriore con Randazzo: 16-20. In campo entrano Pistolesi, Gutierrez e Raffaelli, con quest’ultimo che piazza il muro del 19-20, mentre l’errore di Premovic causa il pareggio: 22-22 e time out Baldovin. Randazzo tira fuori dal cilindro l’ace del 22-24 e alla seconda occasione è il neo entrato Koprivica a equilibrare il numero dei set vinti: 23-25.

Terzo set Soli rivoluziona il sestetto iniziale schierando Pistolesi in regia, il baby Maretti opposto (in alternanza con Marchini), Gutierrez e Raffaelli bande, Vitelli e Georgiev al centro. Raffaelli realizza il 4-2, Volpato ribalta il punteggio mettendo a terra il 6-7, Marchini pareggia con l’ace dell’8-8, ma Koprivica distanzia la Bunge: 9-11. Il muro di Sperandio vale il +3 della Kioene (13-16), i due ace di fila di Nelli il +6: 14-20. L’invasione di Polo riduce il gap dei ravennati (16-20), che però non riescono a raggiungere i padovani: 20-25.

Quarto set A qualificazione raggiunta anche Baldovin mischia le carte schierando le seconde linee, con Bassanello che in difesa realizza un fortunoso 1-4, mentre Nelli pesca l’ace del 5-10. L’attacco di Gutierrez e un errore di Koprivica portano a -1 la Bunge (10-11), che va in corsia di sorpasso grazie a due punti di fila del martello cubano (il secondo dalla linea dei nove metri): 13-12. Gli ospiti colpiscono al servizio prima con Travica (13-14) e poi con Nelli, che realizza due ace di fila: 16-20. Il muro di Georgiev e il pallonetto fuori misura di Nelli rimettono in partita i ravennati (19-20), che con Gutierrez ribaltano il punteggio (22-21) e impattano il numero dei set con Gutierrez in battuta: 25-23.

Tiebreak Le squadre vanno avanti a stretto contatto fino a quando Raffaelli e due errori di Nelli non scavano un primo solco: 7-5. Il muro di Georgiev vale il 9-6, gli attacchi di Gutierrez il 12-8, il primo tempo di Vitelli il 14-9. Al secondo match point Nelli sbaglia la battuta, con la Bunge che saluta così il pubblico del Pala De André con l’ennesimo successo di una stagione straordinaria: 15-11.

Le dichiarazioni del dopo-gara
Fabio Soli (allenatore Bunge Ravenna): «E’ una bella vittoria, meritata, e un piacere per noi regalare un’altra bella soddisfazione al nostro pubblico nell’ultima partita stagionale disputata al Pala De André. Abbiamo espresso un gioco migliore rispetto alla gara di Padova, iniziando con i titolari nel primo set e dando spazio a tutti gli altri a partita in corsa, risparmiando energie preziose in vista del ritorno di Challenge Cup. Chi è entrato in corsa si è comportato benissimo, dimostrando che anche in panchina la Bunge ha risorse importanti, che potranno essere utili anche ad Atene».
Luca Casadio (presidente Porto Robur Costa Ravenna): «Questa vittoria è l’ennesima prova di quanto sia bello e solido il gruppo costruito quest’anno. Anche chi di solito gioca di meno oggi ha dimostrato di essere importante per la Bunge, diventando protagonista di un successo voluto con tutte le forze, regalando l’ultima grande soddisfazione della stagione al pubblico del Pala De André».

Valanga in Val d’Aosta, tra le vittime anche un giovane faentino

La tragedia ha coinvolto i partecipanti a un corso di scialpinismo organizzato dalla scuola Cai Pietramora delle sezioni romagnole

Valanga 11Il faentino Roberto Bucci, 28 anni, è una delle due vittime rimaste travolte da una valanga in Val d’Aosta nella mattinata di oggi, sabato 7 aprile. Insieme a lui ha perso la vita anche un istruttore, l’imolese Carlo Dall’Osso. Altre due persone sono state tratte in salvo ancora vive e ricoverate ad Aosta in stato di ipotermia. La tragedia è avvenuta a Pila, Colle Chamolé. Una ventina le persone che stavano partecipando a a un corso avanzato di scialpinismo organizzato dalla Scuola Cai `Pietramora´ delle sezioni di Cesena, Faenza, Forlì, Imola, Ravenna e Rimini. Il gruppo era diretto a un vicino rifugio.

Tra i messaggi di cordoglio quello della contrada la Quercia che sul proprio profilo “esprime le più sentite condoglianze ai contradaioli del Borgo Durbecco per la prematura scomparsa del loro atleta Roberto Bucci”.

Al “Benelli” il Ravenna chiede strada alla Reggiana per inseguire il sogno playoff

Calcio C / Domani, sabato 8 aprile, i giallorossi ospitano i forti emiliani in un match che preannuncia spettacolo e tanto pubblico. Antonioli: «Restiamo concentrati sul nostro vero obiettivo stagionale rappresentato dalla salvezza»

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Il centrocampista Simone Palermo torna a disposizione dopo il forfait di mercoledì

Fosse iniziato il campionato sei giornate fa, il ritrovato derby emiliano-romagnolo tra Ravenna e Reggiana (13 i precedenti di campionato in terra ravennate, l’ultimo nella stagione 2010/11), in programma domani, sabato 8 aprile, al “Benelli” (ore 18.30, arbitro Miele di Torino), sarebbe una sfida al vertice. La classifica delle ultime sei giornate dice, infatti, che il Ravenna è in testa con 15 punti e la Reggiana è terza, insieme al Mestre, con 11. In mezzo la Sambenedettese, con 14 punti, unica ad avere fermato in questo arco di tempo i giallorossi. Un crescendo, quello di Lelj e compagni, vertiginoso e sontuoso, che li ha portati, in poco più di un mese, ad allontanarsi dalla zona playout, ipotecando in modo decisivo la salvezza, e a sognare addirittura i playoff. «I numeri dell’ultimo periodo sono belli – inizia l’allenatore del Ravenna, Mauro Antonioli – e sono la conferma di quanto i ragazzi siano riusciti a crescere, con il loro assiduo lavoro, però non c’è alcuna tabella per i playoff e nello spogliatoio non abbiamo affrontato l’argomento perché l’obiettivo della salvezza non è ancora raggiunto matematicamente. Certo, siamo molto avanti ma non ancora al sicuro quindi è giusto restare concentrati sul nostro vero obiettivo stagionale».

Sempre out Capitanio e Cenci, rientra in squadra Palermo, costretto dall’influenza a saltare il match di Salò. C’è comunque la situazione ideale per il Ravenna per giocare questa partita con la massima serenità e con grande entusiasmo, facendosi magari trasportare da un pubblico che si preannuncia da grandi occasioni. «Sarà una partita bellissima, che avrà una bella cornice di pubblico e ci aspettiamo che i nostri tifosi rispondano alla grande, come hanno fatto anche l’annata scorsa in occasione delle sfide più importanti dell’annata. Abbiamo sempre potuto contare sul nostro pubblico e so che sarà così anche contro gli emiliani».

La Reggiana, al momento terza, è l’ultimo ostacolo di alta classifica sulla strada della truppa di Antonioli, una squadra che, dall’arrivo di Eberini sulla panchina, è diventata quasi infermabile in casa, vista la serie aperta di 10 vittorie di fila, ma continua a confermarsi più malleabile in trasferta, dove ha raccolto solo due successi (come il Fano: solo il Teramo ha vinto meno). L’allenatore del Ravenna tiene alta l’attenzione e la tensione. «Affrontiamo quella che per me è la squadra più forte del girone, per organico, qualità dei giocatori, forza e capacità di giocare; non avesse avuto quella brutta partenza, la Reggiana contenderebbe adesso al Padova il primato e la promozione diretta. Sarà una partita bellissima e stimolante da giocare – termina Antonioli – e dovremo sicuramente mettere quel qualcosa in più per provare a conquistare un altro risultato positivo».

Il programma (34ª giornata): domenica 8 aprile, ore 14.30, Sudtirol-Fano, Triestina-Padova; ore 16.30, Fermana-Gubbio, Teramo-Renate, Mestre-Vicenza; ore 17, Bassano-Sambenedettese; ore 18.30, Ravenna-Reggiana; ore 20.30, Albinoleffe-FeralpiSalò. Riposano: Pordenone e Santarcangelo.

Classifica: Padova (29 gare disputate) 57 punti; Sambenedettese (29) 49; Reggiana (28) 47; Feralpisalò  (30) 45; Bassano (30) e Sudtirol (29) 43; Mestre (29) 42; Pordenone (31) 41; Renate (29) 39; Triestina (29) e Ravenna (29) 38; Albinoleffe (29) 36; Fermana (30) 34; Gubbio (30) e Teramo (30) 32; Santarcangelo* (29) 29; Vicenza° (29) e Fano (29) 28 (*un punto di penalizzazione; °4 punti di penalizzazione).

Parrucchiere e spacciatore: arrestato davanti al negozio mentre vendeva cocaina

I Carabinieri della stazione di Mezzano tenevano d’occhio il 56enne, che non chiudeva il salone nemmeno di notte

Esame Droga CapelliParrucchiere di giorno, spacciatore di notte. I Carabinieri della Compagnia di Ravenna, nella notte tra venerdì 6 e sabato 7 aprile, hanno tratto in arresto un 56enne con l’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti. L’uomo, di professione parrucchiere, è stato monitorato e tenuto d’occhio nei servizi nell’ambito della repressione dello spaccio di droga dai Carabinieri della Stazione di Mezzano perché la sua attività era inspiegabilmente aperta tutta la notte, e spesso frequentata da giovani, e non, tossico dipendenti.
Questa notte i militari dopo un prolungato servizio di osservazione hanno sorpreso l’artigiano, all’esterno dell’esercizio commerciale, cedere due dosi di cocaina a un giovane ravennate. L’uomo è stato così arrestato mentre l’assuntore segnalato alla Prefettura. Si è poi accertato che nel bagno dell’attività era stato allestito un piccolo laboratorio per tagliare e confezionare la sostanza. Tutto il materiale è stato sottoposto a sequestro. Stamani al termine del processo direttissimo, con la convalida e la richiesta di patteggiamento, il Giudice del Tribunale Ravennate ha condannato il pusher a 6 mesi di reclusione e alla multa di 1.200 euro, con pena sospesa.

Teatro Goldoni: iniziati i lavori per il recupero del Ridotto

Lo spazio, che da tempo era stato adibito a uffici pubblici, sarà restituito alla funzione originaria e ospiterà spettacoli e attività culturali

Lavori Ridotto Goldoni Aprile 2018 Ok540mila euro e lavori terminati entro la fine dell’anno per recuperare il Ridotto del Teatro Goldoni di Bagnacavallo, vero e proprio gioiello del territorio. I lavori sono iniziati con le prime demolizioni. L’intervento, eseguito dalla ditta Cgt-Costruzioni e Gestione del Territorio srl di Carinaro (Ce), prevede la rimozione di diverse tramezzature realizzate nei decenni passati, al fine di rendere fruibile il grande locale rettangolare centrale come spazio per rappresentazioni con il pubblico. In generale poi tutti i locali del terzo piano verranno sottoposti a ristrutturazione con interventi mirati, prevedendo in alcuni casi anche le opere di finitura necessarie e la ripavimentazione.
Sono inoltre in programma la realizzazione di un ascensore e il completo rifacimento degli impianti del Ridotto e del Teatro: impianto antincendio, impianti elettrici e speciali, di allarme, rete dati e migliorie dell’impianto termico esistente.
Le opere sono finanziate per la metà nell’ambito del Bando per progetti di qualificazione di beni ambientali e culturali (ex Por Fesr Regione Emilia-Romagna 2014-2020) – Asse 5 “Valorizzazione delle risorse artistiche, culturali ed ambientali”. Il finanziamento è stato ottenuto grazie al progetto Bassa Romagna Experience: Progetto integrato di riqualificazione del patrimonio culturale a fini di promozione turistica, presentato in forma associata dai Comuni di Bagnacavallo, Fusignano e Lugo. Il progetto è inoltre sostenuto attraverso lo strumento dell’Art Bonus da Romagna Acque-Società delle Fonti.
Il Ridotto è stato fin dagli inizi del ventesimo secolo sede di uffici pubblici e ora, spiegano dall’amministrazione comunale, “nell’ambito di una riorganizzazione logistica generale, si restituiranno i locali alla loro funzione originaria, inserendoli a pieno titolo fra gli spazi pubblici destinati ad attività culturali.”

Assolti i forzanovisti che contestarono la manifestazione per le coppie omosessuali

Forzanuova
Lo striscione che Forza Nuova esibì in piazza del Popolo mentre era in corso una manifestazione per i diritti delle coppie omosessuali

L’episodio risale all’ottobre 2015. La sentenza è arriva il 5 aprile scorso

Tutti assolti con formula piena i militanti di Forza Nuova che parteciparono alla “contromanifestazione” dell’11 ottobre 2015 a favore dei diritti per le coppie omosessuali. I simpatizzanti di estrema destra allora sfoderarono uno striscione che recitava “La natura ce l’ha insegnato: un bimbo da 2 gay non è mai nato”. Non ci furono scontri e soprattutto non ci furono reazioni da parte dei manifestanti “arcobaleno”.Quell’irruzione in piazza del Popolo a Ravenna fu definita “inaccettabile” dall’allora sindaco di Ravenna Fabrizio Matteucci. che disse allora: “a mio giudizio vanno attentamente valutate ed eventualmente perseguite possibili azioni illegali compiute domenica, nel cuore della nostra città, contro una libera manifestazione di cittadine e cittadini”. Giovedì 5 aprile 2018, rendono noto proprio da Forza Nuova con comprensibile soddisfazione, il tribunale di Ravenna ha emesso la sentenza di assoluzione.

La Carira cambia nome e chiude il 2017 con quasi 17 milioni di utile

La Cassa di Risparmio di Ravenna diventa La Cassa di Ravenna, l’utile sarebbe stato di oltre 20 milioni se non ci fossero stati gli oneri per salvare altre banche. In crescita anche la raccolta diretta da clientela

14 09 2017 Ravenna Dante 2021 Sala Dantesca Biblioteca Classense , Antonio Patuelli E Maurizio Molinari
Antonio Patuelli, presidente della Cassa di Risparmio di Ravenna e dell’Abi

Si è svolta al Teatro Comunale di Russi  l’Assemblea degli azionisti della Cassa di Risparmio di Ravenna Spa presieduta da Antonio Patuelli. In sede straordinaria l’Assemblea ha modificato all’unanimità alcuni articoli dello Statuto sociale innovando la ragione sociale della Banca che da ora in poi sarà “La Cassa di Ravenna Spa”, cancellando la dizione “di risparmio”. “In tal modo – spiegano dall’istituto bancario – si evidenziano maggiormente le specificità inconfondibili della Cassa di Ravenna, innovando nella continuità”.
Quindi, in sede ordinaria, l’Assemblea della Cassa di Ravenna Spa ha approvato all’unanimità il bilancio 2017 presentato dal Direttore Generale, Nicola Sbrizzi, e dal CdA che ha chiuso con un utile netto di 16 milioni e 903 mila euro (+0,16% nei confronti del 31.12.2016) che sarebbero stati 20 milioni 361 mila euro se non vi fossero stati i contributi e gli altri oneri riguardanti i salvataggi di banche concorrenti disposti dalle competenti autorità.
La Cassa evidenzia una raccolta diretta da clientela di 3.247 milioni di euro (+2,53%), una globale di 8.395 milioni di euro (+4,80%), impieghi per 3.368 milioni di euro (+ 10,48%); i mutui sono cresciuti del 7,24%; le sofferenze nette sono risultate il 3,34% del totale degli impieghi netti. Il numero dei conti correnti è aumentato del 5,51%. Il “Cet1” della Cassa al 31.12.2017 è risultato del 14,74% e il Total Capital Ratio del 19,65%.
L’Assemblea ha approvato la distribuzione di un dividendo lordo in contanti di 0,40 euro per azione, con la possibilità per ciascun azionista di optare per il pagamento del dividendo in azioni (senza tassazione, a differenza dell’incasso del dividendo tassato al 26%), in ragione di una azione ogni 43 possedute.  La distribuzione del dividendo ininterrottamente per il ventiquattresimo anno consecutivo (sempre dopo aver effettuato accantonamenti) per gli azionisti della Cassa di Ravenna è motivo di grande soddisfazione e anche di alta utilità sociale in particolare per le benemerite iniziative dell’azionista Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna. Il Presidente Antonio Patuelli, nelle “Considerazioni finali” della Relazione, ha affermato che “i dieci anni della crisi economica più grave che l’Italia abbia subito, in tempo di pace nell’ultimo secolo, sono stati superati dalla Cassa di Ravenna, privata e indipendente, senza ricorrere ad aumenti di capitale onerosi per gli azionisti, accantonando prudenzialmente anche parti cospicue dell’utile netto maturato ogni anno e distribuendo dividendi per il ventiquattresimo anno consecutivo senza mai prelevarli dalle riserve, anzi incrementandole”.
Tutti i punti all’ordine del giorno dell’Assemblea straordinaria e ordinaria della Cassa di Ravenna sono stati approvati all’unanimità.

I fedelissimi della corte d’assise: «Meglio che in tv». In aula anche un cane

Ogni udienza del dibattimento per l’omicidio di Giulia Ballestri richiama un pubblico numeroso di addetti ai lavori e tanti curiosi. L’ex giudice popolare del caso Valpiani (2008): «Forse non c’è premeditazione». La coppia di Alfonsine: «È come per le corse in auto, dal vivo è più emozionante»

Tra il pubblico in aula in corte d’assise al processo per Cagnoni

C’è anche un cane tra il pubblico del processo a Matteo Cagnoni. Accompagna la padrona e si è perso poche udienze sfidando i rigori invernali con un cappottino, non ha mai fiatato né durante le testimonianze né durante le pause. Sono invece decisamente più rumorose le suonerie dei cellulari che ogni tanto fanno da sottofondo alle deposizioni. E quando capita è spesso in fondo a una borsa. Oppure c’è il signore che risponde e poi tocca parlare a voce alta perché in aula c’è poco campo e di là c’è Katia che non sente. «Aspetti pubblico ministero, si fermi, non vorrei che disturbassimo la telefonata del signore», l’elegante sarcasmo del presidente della corte Corrado Schiaretti. Che nel tanto atteso giorno della deposizione dell’imputato, il 23 marzo, davanti a trecento persone e gente in piedi è stato costretto a chiedere «religioso silenzio».

C’è gente che non ha perso una puntata, piazzata sempre sulla stessa sedia. A volte dal pubblico si è pure levato un «voce» per esortare il teste a parlare più forte, proprio come se fosse uno spettacolo di teatro. «Io sono una dello zoccolo duro, come scrivete voi giornali», sorride la signora che coltiva un interesse per le cronache giudiziarie da quando dieci anni fa venne estratta come giudice popolare per l’Assise di Davide Valpiani. Sulla premeditazione di cui è accusato Cagnoni ha qualche dubbio – «Il bastone magari l’ha davvero portato lei…» – ma sulla figura dell’imputato nessuno: «Mi pare un presuntuoso».

Da destra l’avvocato Giovanni Scudellari che assiste Guido Ballestri, fratello della vittima

Moglie e marito di Alfonsine hanno saltato le prime udienze «ma da quando abbiamo iniziato non ne perdiamo una». La trascinatrice è lei: «Sono una fan di Quarto Grado, di Storie Maledette e di tutte le altre trasmissioni. Non eravamo mai stati in tribunale ed è emozionante». Lui si è dovuto ricredere: «All’inizio sono venuto per accompagnarla e poi mi sono fatto prendere. È inutile, è come una corsa di auto: in televisione la vedi meglio ma dal vivo è più emozionante. E poi mi sono fatto una cultura di polizia scientifica». Non erano in aula quando venne mostrato il video del sopralluogo con l’ispezione cadaverica: lui non è così dispiaciuto, lei avrebbe voluto vedere «fino a che punto si può arrivare».

Due amiche di Bagnacavallo invece sono lì da poco e si augurano che arrivi l’ergastolo per dare giustizia a Giulia, «perché c’è un femminicidio ogni giorno». Hanno casa al mare a Marina Romea e vanno allo stesso bagno dell’amante di Giulia, ma non lo conoscevano di persona: «Vedere i testimoni è stato emozionante, non come in tv». E poi ci sono altre due che mentre ti fermi a parlare con un collega ti chiedono di spostarti altrimenti non vengono nelle fotografie dei reporter. «Stavamo scherzando, eh».

«Fotografia e smartphone? L’importante è distinguere il linguaggio d’autore»

Loddo FabbriIl fotografo ravennate Cesare Fabbri dell’Osservatorio Fotografico ai Parlamenti d’aprile

Il fotografo Cesare Fabbri (ravennate classe 1971) sarà tra i protagonisti dell’incontro di sabato 7 aprile (alle 16) alla biblioteca Classense di Ravenna nell’ambito dei seminari della rassegna “Parlamenti d’aprile” organizzata dal Teatro delle Albe. Fondatore a Ravenna (con la compagna di vita e sul lavoro Silvia Loddo) dell’Osservatorio Fotografico, un laboratorio permanente di ricerca sulla fotografia, Fabbri ha ottenuto riconoscimenti anche all’estero, in particolare con il suo libro dell’anno scorso The flying carpet, e anche di questo si parlerà il 7 con la gallerista londinese Charlotte Schepke e il direttore della Fondation A Stichting di Bruxelles (che ha ospitato l’anno scorso una sua personale) Jean-Paul Deridder. «Credo possa essere l’occasione – dice Fabbri – per capire come mai c’è così tanto interesse all’estero non solo per il mio lavoro ma per la fotografia che si produce in questa parte di regione. Ci saranno anche alcuni giovani autori che stimo e con cui collaboro da tempi più o meno lunghi che dialogheranno con noi come “extraparlamentari”: Nicola Baldazzi di Ravenna, Riccardo Muzzi di Viterbo, Michele Argnani di Faenza, Nicole Marchi di Roncofreddo e Tommaso Mola Meregalli di Mendrisio».
Al Rasi dal 5 al 15 e dal 23 al 30 aprile sarà invece allestita la tua mostra “Orlando”. Di cosa si tratta?
«L’installazione del Rasi è una piccola serie di fotografie fatte vicino alla Garfagnana nel corso del 2009, ispirata al XXIII canto dell’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto, che racconta l’episodio della follia del più forte paladino dell’esercito cristiano, che perde il senno vedendo incise sulle cortecce degli alberi le lettere dei nomi dell’amata Angelica e del nemico saraceno Medoro, che in quel bosco avevano dato sfogo alla loro passione amorosa».
Nel tuo ultimo lavoro ci sono foto scattate in Romagna e Sardegna: hanno qualcosa in comune? Perché “The Flying Carpet”?
«Romagna e Sardegna hanno due paesaggi che sono quasi agli opposti, e come tutti gli estremi finiscono quasi con l’assomigliarsi. Per quanto riguarda il nome, Tappeti volanti è un bellissimo testo di Cristina Campo consigliatomi da Ermanna Montanari (anche lei presente all’incontro del 7 insieme a Marco Martinelli delle Albe, ndr), che ha suggerito il titolo del mio libro, The Flying Carpet, pubblicato dall’editore inglese Michael Mack».
Le tue foto sono ispirate quindi anche a letture?
«Anche se non sono un gran lettore, sicuramente certa letteratura mi aiuta a concludere i miei lavori o a trovargli un  significato. Anche la passione giovanile per il fumetto e la graphic novel mi hanno aiutato e mi aiutano a guardare la realtà mentre la fotografo».
Cos’è per te la fotografia, ai tempi dei social e degli smartphone?
«La fotografia per natura è un medium estremamente democratico e divertente; io uso ancora tecniche tradizionali e non possiedo una fotocamera digitale ma sono un acceso sostenitore dell’uso dello smartphone per fotografare. Con Silvia Loddo due anni fa abbiamo attivato un account Instagram come “osservatoriofotografico” che ci sta regalando molte soddisfazioni virtuali ma anche e soprattutto reali, sia in Italia che all’estero, e quindi sono certamente favorevole a un uso sociale dell’immagine. Credo sia molto positivo il fatto che sempre di più si comunichi attraverso le immagini e non solo con la parola. D’altronde tutti parliamo e scriviamo ma non per questo tutti siamo scrittori o letterati, l’importante è saper distinguere un linguaggio d’autore, che sia per parole o per immagini poco importa».
Ravenna sta per puntare sulla fotografia con la grande mostra di Alex Majoli al Mar e pure una notte d’oro dedicata, il 21 aprile. Cosa ne pensi?
«Quanto alla mostra di Alex Majoli confesso di conoscere in maniera veramente superficiale il suo lavoro, quindi mi sembra un’ottima occasione per tentare di rimediare, anche per questo abbiamo volentieri sostenuto la mostra, pur non essendo noi gli organizzatori, nella speranza che ci sia lunga vita per la programmazione del Mar sulla fotografia, già avviata comunque – mi sembra giusto ricordarlo – nel 2014 con la mostra di Guido Guidi. Grazie alla partnership di Osservatorio Fotografico con Fotografia Europea di Reggio Emilia la mostra del Mar è stata inserita anche nel programma del festival insieme alle iniziative di partner importanti come Csac Parma, Mast Bologna, Fmav Modena e Collezione Maramotti di Reggio Emilia, quindi speriamo che possa avere un’eco ancor maggiore».

Cagnoni andava a casa dei genitori a Firenze ma all’amico scriveva il contrario

Ventunesima udienza / Al processo per uxoricidio la testimonianza di un commercialista che frequenta l’imputato dai tempi delle scuole superiori. Ultimo contatto via Whatsapp il 16 settembre del 2016, giorno dell’omicidio di Giulia: «Rinviò una cena per il giorno dopo dicendo che i suoi stavano arrivando a Ravenna». In aula anche l’ex vicesindaco Mingozzi: «In politica si direbbe che voleva apparire»

Leggi la cronaca delle precedenti udienze

Mingozzi Tribunale
Giannantonio Mingozzi

Il venerdì in cui Giulia Ballestri fu uccisa, 16 settembre 2016, il marito Matteo Cagnoni lasciò Ravenna per un weekend di relax a casa dei genitori a Firenze: nella deposizione al processo in cui figura come imputato per omicidio, il 53enne dermatologo ha detto di aver deciso già a metà settimana per il viaggio ma nella ventunesima udienza, celebrata stamani 6 aprile, un amico ha raccontato di aver ricevuto un messaggio il venerdì con cui Cagnoni rinviava una cena dicendo che i genitori stavano arrivando a Ravenna. La circostanza è emersa nel corso della testimonianza del 54enne commercialista ravennate Luca Ferranti, amico dell’accusato sin dai tempi delle scuole superiori. Cagnoni arrivò in Toscana alle 16.06. Fuori dall’aula, dopo l’audizione, Ferranti ha rifiutato di rispondere alle nostre domande sull’orario in cui ricevette quel messaggio.

È stato il presidente della corte d’assise, Corrado Schiaretti, a chiedere dell’ultimo contatto avvenuto tra i due che negli anni hanno portato avanti il rapporto di amicizia con cene e viaggi, con le rispettive mogli e prima fidanzate. E Ferranti ricostruisce con sicurezza i contorni di uno scambio di messaggi: «Matteo mi scrisse giovedì 15 settembre (del 2016, ndr) per invitarmi con mia moglie a una cena per venerdì o sabato. Gli dissi che ci saremmo stati sabato e lui mi rispose che mi avrebbe fatto sapere perché forse i suoi genitori sarebbero venuti a Ravenna. Il venerdì non mi aveva ancora fatto sapere niente e gli chiesi se c’erano novità. Mi rispose che dovevamo rinviare perché stavano arrivando i suoi genitori».

L’avvocato Giovanni Trombini difende Matteo Cagnoni a processo per l’omicidio della moglie Giulia Ballestri

Quel 16 settembre di due anni fa Cagnoni partì da Ravenna in tarda mattinata, dopo aver preso i figli all’uscita da scuola. Nelle deposizioni raccolte finora in aula, rese sia dell’imputato che da altri testi tra cui anche il padre Mario, non era emersa la circostanza di una eventuale visita dei genitori a Ravenna. L’imputato sostiene di aver passato la mattinata in compagnia della consorte – nella villa disabitata di via Padre Genocchi dove poi verrà trovato il cadavere – e di averla vista viva per l’ultima volta verso le 12 sotto la casa coniugale in via Giordano Bruno. Lui le avrebbe chiesto di seguirlo con i figli a Firenze, lei avrebbe rifiutato dicendo di essere già organizzata per conto suo per il weekend. Frase che il marito interpreto come la volontà di trascorrere due giorni in compagnia dell’amante perché, a giudizio dell’imputato, i due si consideravano ormai separati e l’esistenza di una relazione extraconiugale era cosa nota.

L’audizione di Ferranti è una delle cinque raccolte oggi, nella prima udienza in cui davanti alla corte d’assise hanno sfilato i testi della difesa (80 quelli dell’accusa ascoltati in sei mesi di dibattimento). Si è trattato di amici che conoscevano il medico, alcuni sin dall’infanzia: l’avvocato Giovanni Trombini ha fatto poche domande lasciando spazio alla descrizione di come ricordano «Matteo». Sono arrivate solamente parole di stima, di affetto, di apprezzamento, di elogio per un profilo di uomo premuroso, non vendicativo. Ma tutte descrizioni con verbi declinati al tempo passato, quasi a prendere le distanze. Testimonianze fotocopia che hanno lasciato qualche perplessità anche al giudice Schiaretti. Ma non fu molto diverso con diverse testimonianze dei testi dell’accusa che invece dipinsero un Cagnoni opprimente e manipolatore.

Il primo teste della mattinata è stato l’ex vicesindaco repubblicano Giannantonio Mingozzi che oggi è presidente del Terminal container Ravenna (Trc): «Conosco Cagnoni da dodici-tredici anni, all’inizio per un’amicizia non profonda e poi durante il periodo del mio incarico pubblico ebbi occasione di partecipare alla presentazione di un suo libro». Nel 2011, in campagna elettorale per le amministrative, Cagnoni era tra i cento firmatari della società civile ravennate che sostenevano l’esponente dell’Edera. Del medico tratteggia un profilo ben chiaro: «Cercava in vari modi di rendersi pubblicamente noto, in politica si direbbe che voleva apparire». Una riflessione che forse spiega la successiva: «Al termine del mio incarico non ci siamo più sentiti molto. Forse era più interessato all’istituzione che alla persona». In compagnia della moglie, Mingozzi ebbe occasione di frequentare i coniugi Ballestri-Cagnoni in cene ed eventi mondani: «Giulia non sembrava costretta ma nemmeno entusiasta. Direi che mostrava indifferenza. A casa invece era gradevolissima con gli ospiti».

C’è poi spazio per il deposito da parte dell’accusa (pm Cristina D’Aniello) di un’indagine integrativa. La polizia giudiziaria ha fatto un sopralluogo all’aeroporto di Bologna per verificare la disposizione dei negozi accessibili anche senza avere una carta d’imbarco. Questo perché il 18 settembre del 2016 Cagnoni e il padre Mario andarono da Firenze a Bologna per incontrare l’avvocato Trombini – «Per avere un consulto ipotizzando che Giulia avesse abbandonato il tetto coniugale» – ma passarono dall’aeroporto. Per la procura stava pensando a una fuga. Per la difesa andò a cercare di comprare un orologio per un figlio dopo averne comprato uno per la figlia in un precedente viaggio. Ebbene secondo quanto rilevato dalla procura da giugno del 2016 non c’è alcun negozio che vende orologi per chi non ha il biglietto.

Il processo procederà ora con le udienze del 13 aprile per l’audizione di tutti i testi civili della difesa, il 20 aprile e il 4 maggio con i consulenti tecnici di parte. A quel punto dovrebbe concludersi l’istruttoria per lasciare spazio alla requisitoria del pubblico ministero e all’arringa difensiva in vista della sentenza che non potrà arrivare prima del 24 maggio, giorno in cui la Cassazione sarà chiamata a pronunciarsi per la domanda di trasferimento del processo in altra sede su richiesta della difesa che teme un clima di condizionamento mediatico a Ravenna.

 

Di nascosto tenta di filmare una compagna in bagno a scuola per vendere il video

In un istituto superiore faentino un 17enne è finito nei guai: per coprirsi ha inventato un giro di spaccio. Ha detto bugie alla coetanea, ai prof e ai carabinieri. Ora rischia una denuncia per procurato allarme

FilmatoSi è inventato un giro di spaccio a scuola per giustificare il fatto che stesse tentando di filmare una compagna nei bagni. Vicenda quanto meno bizzarra quella capitata ai carabinieri di Faenza. Un insegnante aveva telefonato per segnalare un presunto spaccio di droga su segnalazione di un 17enne. Il ragazzo si era intrufolato nel bagno delle ragazze, si era arrampicato su una delle pareti divisorie della toilette per filmare con il proprio smartphone una compagna di classe entrata poco prima ma la ragazza se n’era accorta.

A quel punto il 17enne ha prima mostrato alla ragazza che sul telefonino non c’erano sue foto poi le ha raccontato che era entrato nel bagno per fare un favore a un’altra studentessa che, a suo dire, gli aveva chiesto di recuperare un involucro contenente una dose di marijuana. Il 17enne ha poi raccontato la stessa versione ad un insegnante, forse per mettere le mani avanti nel caso la compagna lo accusasse di aver tentato di fotografarla di nascosto. A quel punto è partita la segnalazione ai carabinieri.

Il giovane ha ripetuto la balla anche all’Arma che, però, non ha abboccato. Ormai nel vortice delle bugie, incalzato, ha fatto il nome della studentessa che gli avrebbe chiesto il “favore”. Convocata in presidenza, i carabinieri hanno capito che qualcosa non andava: la ragazza è impallidita, giurando che nulla ne sapeva. Alla fine il ragazzo è crollato: ha raccontato che un suo amico gli aveva promesso soldi in cambio di un filmino della sua compagna girato nel bagno delle ragazze mentre aveva i pantaloni abbassati.

In caserma, i carabinieri hanno redatto un’informativa di reato alla procura, ipotizzando il reato di procurato allarme. Ci sono indagini per capire se ci sono altre persone coinvolte nella vicenda.

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