I fedelissimi della corte d’assise: «Meglio che in tv». In aula anche un cane

Ogni udienza del dibattimento per l’omicidio di Giulia Ballestri richiama un pubblico numeroso di addetti ai lavori e tanti curiosi. L’ex giudice popolare del caso Valpiani (2008): «Forse non c’è premeditazione». La coppia di Alfonsine: «È come per le corse in auto, dal vivo è più emozionante»

Tra il pubblico in aula in corte d’assise al processo per Cagnoni

C’è anche un cane tra il pubblico del processo a Matteo Cagnoni. Accompagna la padrona e si è perso poche udienze sfidando i rigori invernali con un cappottino, non ha mai fiatato né durante le testimonianze né durante le pause. Sono invece decisamente più rumorose le suonerie dei cellulari che ogni tanto fanno da sottofondo alle deposizioni. E quando capita è spesso in fondo a una borsa. Oppure c’è il signore che risponde e poi tocca parlare a voce alta perché in aula c’è poco campo e di là c’è Katia che non sente. «Aspetti pubblico ministero, si fermi, non vorrei che disturbassimo la telefonata del signore», l’elegante sarcasmo del presidente della corte Corrado Schiaretti. Che nel tanto atteso giorno della deposizione dell’imputato, il 23 marzo, davanti a trecento persone e gente in piedi è stato costretto a chiedere «religioso silenzio».

C’è gente che non ha perso una puntata, piazzata sempre sulla stessa sedia. A volte dal pubblico si è pure levato un «voce» per esortare il teste a parlare più forte, proprio come se fosse uno spettacolo di teatro. «Io sono una dello zoccolo duro, come scrivete voi giornali», sorride la signora che coltiva un interesse per le cronache giudiziarie da quando dieci anni fa venne estratta come giudice popolare per l’Assise di Davide Valpiani. Sulla premeditazione di cui è accusato Cagnoni ha qualche dubbio – «Il bastone magari l’ha davvero portato lei…» – ma sulla figura dell’imputato nessuno: «Mi pare un presuntuoso».

Da destra l’avvocato Giovanni Scudellari che assiste Guido Ballestri, fratello della vittima

Moglie e marito di Alfonsine hanno saltato le prime udienze «ma da quando abbiamo iniziato non ne perdiamo una». La trascinatrice è lei: «Sono una fan di Quarto Grado, di Storie Maledette e di tutte le altre trasmissioni. Non eravamo mai stati in tribunale ed è emozionante». Lui si è dovuto ricredere: «All’inizio sono venuto per accompagnarla e poi mi sono fatto prendere. È inutile, è come una corsa di auto: in televisione la vedi meglio ma dal vivo è più emozionante. E poi mi sono fatto una cultura di polizia scientifica». Non erano in aula quando venne mostrato il video del sopralluogo con l’ispezione cadaverica: lui non è così dispiaciuto, lei avrebbe voluto vedere «fino a che punto si può arrivare».

Due amiche di Bagnacavallo invece sono lì da poco e si augurano che arrivi l’ergastolo per dare giustizia a Giulia, «perché c’è un femminicidio ogni giorno». Hanno casa al mare a Marina Romea e vanno allo stesso bagno dell’amante di Giulia, ma non lo conoscevano di persona: «Vedere i testimoni è stato emozionante, non come in tv». E poi ci sono altre due che mentre ti fermi a parlare con un collega ti chiedono di spostarti altrimenti non vengono nelle fotografie dei reporter. «Stavamo scherzando, eh».

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