Il quinto processo mette la parola fine sulla vicenda della 23enne Yanexy Gonzalez Guevara: fu uccisa dal marito Marco Cantini
Ci sono voluti cinque processi in poco più di nove anni per arrivare a mettere un punto fermo all’omicidio di Passogatto: l’assassino della 23enne cubana Yanexy Gonzalez Guevara ha un nome ed è quello del 46enne imprenditore Marco Cantini, il marito da cui la ragazza si stava separando. La Cassazione ha confermato la sentenza di condanna a ventitrè anni per omicidio volontario arrivata nell’appello bis.
Il cadavere della 23enne venne trovato il 2 settembre del 2008 in un pozzo nelle campagne di Passogatto poco distante dall’abitazione dei coniugi. La ragazza mancava da casa da una decina di giorni. A marzo del 2011 arrivò la svolta improvvisa nelle indagini con l’arresto di Cantini e il via di un iter giudiziario lungo e pieno di colpi di scena: il 46enne è stato assolto in primo grado, poi condannato in appello nel 2014 a ventitrè anni. La Cassazione nel 2015 annullò la condanna disponendo un appello bis in cui arrivò una nuova condanna nel 2016 ancora a ventitrè anni.
Inaugura domani, venerdì 19 gennaio, il Bronson Café, il bar adiacente il Bronson di Madonna dell’Albero rilevato appunto dallo staff dell’ormai celebre – anche al di fuori dai confini provinciali e regionali – rock club ravennate. Si tratta del quarto locale che fa parte del gruppo, oltre allo stesso club, il bagno Hana-Bi di Marina di Ravenna e, in centro, il Fargo Cafè.
Sarà un locale aperto dalla colazione fino a mezzanotte – passando per il brunch e l’aperitivo – ogni giorno dell’anno, all’insegna delle atmosfere e degli ascolti cari al Bronson e ai suoi frequentatori.
L’inaugurazione è in programma alle 18 con playlist musicali d’autore e la mostra “Beaches Brew 2017 – Ritratti” curata da Andrea Fiumana e Cristina Bagnara, con foto dall’ultima edizione dell’omonimo festival rock sulla spiaggia di Marina di Ravenna, organizzato dallo stesso Bronson.
Danni causati dal maltempo di giugno. Il proprietario Acmar in concordato e la liquidatrice non forniscono informazioni. E il gestore Cinemacity vorrebbe ricominciare con le proiezioni
Il cinema Astoria di Ravenna lo scorso autunno non ha ripreso le proiezioni come al solito e a metà gennaio del 2018 è ancora chiuso: sono necessari dei lavori di manutenzione per riparare i danni causati dal violento nubifragio di giugno ma dai diretti interessati nell’attività della multisala non c’è modo di conoscere se e quando verranno fatti.
La gestione della struttura è del gruppo Cinemacity che gestisce anche l’altra multisala della città e ritiene che, per il tipo di intervento, la riparazione non spetti al gestore ma al proprietario dell’immobile e cioè la cooperativa Acmar. Una convinzione già espressa alla fine di ottobre quando Cinemacity ci parlò di ritardi tecnici e burocratici, forse da considerare quasi inevitabili se si pensa che la coop edile è alle prese con un concordato in continuità per tentare di superare una pesante crisi. Il gestore si augurava di riavere la struttura pronta per riaprire in novembre o almeno entro Natale, avendo già previsto in calendario una rassegna e non potendo contare sulla normale attività delle sale. È passata anche l’Epifania e il cinema di via Trieste resta ancora chiuso. La gestione conferma quanto detto nei mesi scorsi sulla sua convinzione per quanto riguarda la responsabilità dei lavori e quindi ci rimanda alla cooperativa per avere una spiegazione ufficiale.
Abbiamo contattato la sede di Acmar chiedendo di parlare con qualcuno al corrente della situazione Astoria: ci fanno capire che al momento l’azienda sta portando avanti con maggiore attenzione l’attività edilizia nell’ambito del concordato mentre il ramo immobiliare come altri non legati al core business sono di diretta competenza della liquidatrice nominata dal tribunale, la commercialista Paola Ranieri. E così i dirigenti di Acmar ci dicono di fare riferimento alla liquidatrice per avere una dichiarazione ufficiale sulla tempistica dei lavori.
Abbiamo chiamato lo studio Ranieri diverse volte nel corso degli ultimi dieci giorni chiedendo di poter avere informazioni sul futuro dell’Astoria ma non abbiamo mai trovato la professionista in ufficio. Abbiamo lasciato i nostri recapiti ogni volta alla segretaria dall’altra parte della cornetta ma nessuno ha mai richiamato. L’ultima telefonata oggi pomeriggio: «La dottoressa Ranieri è fuori, purtroppo è molto impegnata».
I dati della diocesi, che risponde alla campagna degli atei per l’ora di alternativa. «Non è catechismo, ma cultura religiosa»
Fino al 6 febbraio i genitori dovranno scegliere se avvalersi per i propri figli dell’insegnamento della religione cattolica (Irc) nella scuola pubblica. Un argomento molto dibattuto e sul quale il circolo ravennate degli atei e degli agnostici ha fatto partire proprio in questi giorni una massiccia campagna informativa per sensibilizzare le famiglie sull’alternativa, all’ora di religione. A promuovere l’Irc è invece ora naturalmente la diocesi, fornendo anche gli ultimi dati disponibili, quelli del 2016: in provincia di Ravenna frequentano religione il 79,30 percento dei bambini della scuola dell’infanza, l’85,97 percento nella scuola elementare, il 79,55 percento nella scuola media e il 62,8 percento nelle superiori.
La diocesi di Ravenna-Cervia in una nota sottolinea come non si tratterebbe di un’ora di catechismo, «ma di cultura religiosa svolta secondo i programmi del Ministero. Per come è fatta oggi – continua la nota della diocesi –, l’ora di religione è diventata così un’opportunità non solo culturale ma anche esperienziale adatta a tutti. Anzi molti studenti, anche stranieri, di religione diversa, la apprezzano perché è l’ora del dialogo e del confronto dei ragazzi tra loro e con un insegnante laico (ma “approvati” dal vescovo, ndr) competente su argomenti religiosi e vitali, non solo una esposizione corretta delle caratteristiche della religione cristiana, che comunque interessano molti».
Piuttosto forte, poi, la posizione del del settimanale diocesano Risveglio Duemila che nell’editoriale di questa settimana scrive che non far fare religione ai propri figli «significa prendere una decisione impegnativa: privare i propri figli di chiavi importanti di lettura della nostra cultura contemporanea, e di quel laboratorio di umanità che quasi sempre rappresenta quest’ora all’interno del contesto scolastico». Perché, «contrariamente a quel che alcuni vogliono farci credere, l’Irc è un’opportunità per tutti», «un’ora per scrivere la propria vita», indipendentemente «da ciò che si farà da grandi», termina il comunicato, replicando chiaramente alla campagna della Uaar.
Incassati oltre 400mila euro a Sant’Apollinare in Classe, mai così tanti ingressi al Battistero degli Ariani. In crescita del 4 percento anche i siti della Curia
San Vitale
La Basilica di Sant’Apollinare in Classe continua a recuperare visitatori e resta di gran lunga il monumento statale più visitato della regione. Nel 2017 sono stati oltre 177mila gli ingressi registrati alla basilica, circa 8mila in più dell’anno precedente, miglior risultato dopo il 2011 (anche se ancora lontano dai 300mila visitatori degli anni Novanta, quando la basilica non era ancora a pagamento). Ma a spiccare è anche la crescita di circa il 10 percento degli incassi: per la prima volta nella storia sono stati superati i 400mila euro di introiti lordi. Un dato che fornisce anche una sorta di piccolo identikit dei visitatori, visto che dal 2014 con la riforma Franceschini non è più gratuito l’ingresso per gli over 65: tra i motivi (oltre naturalmente all’aumento del biglietto da 3 a 5 euro di qualche anno fa) per cui gli introiti oggi sono circa il doppio di quelli del 2010 e del 2011, nonostante un calo dei visitatori.
Tornando alla speciale graduatoria relativa ai siti statali, sono ravennati anche altri due monumenti tra i primi quattro più visitati in regione. Al terzo posto (dietro la Pilotta di Parma) da registrare il record assoluto fatto registrare dal Battistero degli Ariani, curiosamente proprio nel primo anno, il 2017, di ingresso a pagamento (al costo simbolico di 1 euro a persona). Sono stati oltre 106mila i visitatori, quasi 30mila in più rispetto al già ottimo 2016. Al quarto posto della classifica regionale stilata dal Ministero dei Beni Culturali, infine, il Mausoleo di Teodorico con oltre 90mila ingressi, circa 20mila in più rispetto all’anno precedente.
Risultati che sono in linea con il nuovo record fatto registrare nel 2017 dai musei e monumenti statali in Italia (superata la soglia dei 50 milioni di visitatori) e il 3 percento di crescita in Emilia-Romagna (passata in un anno da 1.028.124 a 1.057.368 visitatori), con Ravenna che resta saldamente la prima provincia (davanti a Parma), nel 2017 con quasi 400mila visitatori complessivi, circa 50mila in più rispetto al 2016.
Completando la panoramica dei principali monumenti statali, circa 6mila in più (da 21 a 27mila) i visitatori registrati al Museo Nazionale con incassi in crescita addirittura del 130 percento (passati da 20 a quasi 50mila euro) mentre l’unico sito del polo museale del ministero in provincia a perdere (restando comunque praticamente stabile) è palazzo Milzetti, a Faenza.
Il maggior numero di visitatori, però, a Ravenna è naturalmente registrato dalla Curia, potendo contare su un biglietto unico che comprende ben cinque degli otto monumenti Unesco della città, tra cui la più nota Basilica di San Vitale. Senza riuscire a fornirci ulteriori dettagli, la direzione dell’Opera di Religione ci comunica che nel 2017 il totale dei visitatori è stato di 456.890 (sia paganti che gratuiti, esclusi quelli dei residenti nel comune di Ravenna), in crescita di circa il 4 percento rispetto al 2016 e, probabilmente (in assenza di un archivio storico completo e consultabile), anche in questo caso il risultato migliore di sempre.
Considerando che il Comune di Ravenna ancora non è in grado di fornirci i dati del Museo d’arte della città e che quelli della Tomba di Dante non sono disponibili (lo saranno in futuro grazie alle nuove telecamere), per completare il panorama dei monumenti ravennati restano quelli gestiti dalla fondazione Ravennantica, al momento al lavoro per l’inaugurazione del nuovo museo di Classe, annunciata ufficialmente proprio in questi giorni per l’autunno. Il 2017 si chiude con un segno negativo per l’altro nuovo sito da poco aperto al pubblico, l’antico porto di Classe che registra 2mila visitatori in meno rispetto al 2016 (19mila contro 21mila), ma ne perde tremila solo nel mese di marzo, pagando così l’effetto Pasqua che nel 2016 cadde in marzo. Complessivamente invece sono circa 163mila gli ingressi registrati dalla fondazione nei siti ravennati, quasi 20mila in più rispetto al 2016. A farla da padrone la Domus dei Tappeti di Pietra (che ha appena vinto, grazie agli utenti del web, il premio Francovich per la migliore valorizzazione di un sito di interesse medievale d’Italia) con circa 72mila ingressi, davanti ai 42mila di San Nicolò (Museo Tamo) e ai 29mila della Cripta Rasponi, all’interno del Palazzo della Provincia.
Lo spazio recuperato del Palazzo del Mutilato aprirà in febbraio: studenti racconteranno la storia delle opere d’arte esposte agli ospiti
Gli studenti, Maurizio Bucci e i promotori nel progetto posano nel Salone dei Mosaici
Inaugurerà in febbraio il rinnovato Salone dei Mosaici, un pezzo di storia del centro di Ravenna abbandonato da anni (nel Palazzo del Mutilato di piazza Kennedy, con i mosaici parietali del Novecento) che riaprirà al pubblico grazie all’iniziativa imprenditoriale di Maurizio Bucci del Mariani Lifestyle, in collaborazione con l’associazione culturale Tessere del ‘900.
Il Salone sarà adibito a diversi usi: dalla possibilità di gustare un pranzo o un tè accompagnato da pasticceria fino alla musica live e alla consultazione di alcuni testi storici. Potranno anche essere organizzate visite guidate e convegni.
L’associazione Tessere del ‘900 nasce a Ravenna all’interno del progetto di restituzione alla cittadinanza del ciclo dei mosaici, visibili all’interno del Salone, realizzati dagli artisti ravennati Ines Morigi, Claudio Rocchi e Giovanni Majoli e dall’artista genovese Giovanni Santagata.
La novità annunciata in queste ore è quella di inserire alcuni giovani dai diversi corsi di studi della facoltà di Lettere e Beni Culturali del Campus di Ravenna che racconteranno la storia e l’importanza dei mosaici esposti, interagendo direttamente con gli ospiti. «Un modo nuovo e innovativo – scrivono i promotori in una nota – per il rilancio di siti di importanza internazionale della nostra città affinché sempre di più cultura e turismo possano essere il volano e il rilancio per l’economia cittadina».
Forza Nuova sotto casa del comico faentino nella bufera per una battuta a Dimartedì. Ecco la sua difesa
Uno striscione con la scritta “Vigliacco” è stato affisso questa notte da Forza Nuova di fronte all’abitazione faentina di Gene Gnocchi. Il celebre comico è finito nella bufera dopo una sua battuta sull’ormai noto maiale fotografato tra i rifiuti di Roma durante la copertina che cura ogni settimana sul talk show politico di La7 “Dimartedì”. Il comico faentino (d’adozione) lo ha ribattezzato Claretta Petacci (l’amante di Mussolini uccisa dai partigiani), sottolineando così come si trattasse in realtà – secondo la sua gag surreale – dell’animale da compagnia di Giorgia Meloni (ironizzando quindi sui continui post scandalizzati della stessa Meloni sui rifiuti romani).
«La satira era su Giorgia Meloni e non su Claretta Petacci – ha replicato infatti Gene Gnocchi intervistato da Radio Capital –, mi dispiace se qualcuno si è sentito toccato da questa battuta ma è tutto frutto di un malinteso pazzesco. Non mi sento in colpa perché non volevo dileggiare Claretta ma il suo è stato il primo nome che mi è venuto in mente da dare a un animale da compagnia di Giorgia Meloni, immaginandomi che l’avesse perso e per questo continuasse a postare in questi giorni la sua foto sui social. Rivendico in ogni caso il diritto di fare satira e mi ripresenterò con il sorriso alla prossima puntata. Rivendico anche la mia assoluta indipendenza da qualsiasi schieramento politico, da sempre, e sottolineo come a Dimartedì abbia preso in giro tutte le aree politiche senza sconti».
Gnocchi poi cerca di minimizzare le proteste di Forza Nuova che, oltre ad avere affisso il manifesto, ha invitato i propri militanti – tramite il proprio sito internet – a picchiare Gene Gnocchi se lo si dovesse incontrare per strada, «non girando con la scorta».
«Un omuncolo patetico – lo definisce in una nota la responsabile provinciale di Forza Nuova, Desideria Raggi – un insipido comico che, per rimanere aggrappato all’onda dello spettacolo, si ritrova ad offendere anche i morti. Un vigliacco che dimostra tutta la sua viltà e pochezza paragonando la scrofa di Roma a Claretta Petacci».
Sabato, 20 gennaio, gli uffici di anagrafe presso lo Sportello polifunzionale in via Berlinguer 68 e l’ufficio elettorale in via Berlinguer 54 saranno chiusi al pubblico in quanto al fine di consentire il subentro dell’anagrafe del Comune di Ravenna nell’Anagrafe nazionale della popolazione residente per motivi tecnici non sarà possibile accedere al software gestionale. Rimarrà aperto solamente, dalle 8.30 alle 12.30, l’ufficio di stato civile.
Per gli stessi motivi tecnici non potranno essere svolti i servizi di anagrafe e di elettorale (es. certificazione, cambi di indirizzo, carte d’identità e duplicati tessere elettorali) presso le sedi degli uffici decentrati di Sant’Alberto, S.Pietro in Vincoli, Roncalceci, Castiglione, Mezzano, Piangipane, Marina di Ravenna. Questi uffici resteranno comunque aperti per tutti i servizi non anagrafici (es. Cup).
Domenica 21 gennaio davanti San Giovanni Evangelista, a Ravenna, il parroco don Giorgio Fornasari benedirà qualsiasi tipo di animale. L’appuntamento è alle 12. Gli organizzatori raccomandano in un volantino «agli umani accompagnatori la massima attenzione e responsabilità».
Non è l’unica benedizione in programma come da tradizione in questo periodo, in occasione di Sant’Antonio Abate, patrono dei macellai e salumai, dei contadini e degli allevatori e protettore degli animali domestici.
Dopo Londra e Parigi, quest’anno l’appuntamento con stampa e pubblico stranieri è nella “Venezia del Nord”
Venerdì 19 gennaio Ravenna Festival incontra stampa e pubblico nella “Venezia del Nord”: è infatti Stoccolma la meta del viaggio che segna il lancio internazionale della XXIX edizione. Dalla capitale svedese – punto di riferimento culturale per tutto il mondo scandinavo – partirà l’invito a scoprire la città di Ravenna e il suo Festival. L’evento è in programma presso l’Istituto Italiano di Cultura di Stoccolma, dove l’Ambasciatore d’Italia Mario Cospito accoglierà il sovrintendente Antonio De Rosa e il co-direttore artistico della rassegna Franco Masotti.
L’Istituto Italiano di Cultura “Carlo Maurilio Lerici”, che accoglierà l’evento di presentazione, porta la celebre firma di Gio Ponti, che in collaborazione con Pier Luigi Nervi ha creato il progetto della nuova sede dell’Istituto negli anni Cinquanta. L’estro e la creatività di Ponti si sono estesi a ogni dettaglio architettonico e ogni elemento d’arredo, facendo di questo edificio dalle forme eleganti, leggere e asimmetriche un gioiello di design e un simbolo concreto della cultura e del talento italiani nel mondo. Una sede, in breve, che parla al cuore e al gusto di tutti gli svedesi innamorati dell’Italia. Proprio a loro sarà rivolto l’invito di Ravenna Festival a visitare la città nel 2018, scoprendone quella “lunga stagione di musica” che parte dal programma estivo e arriva fino ai mesi autunnali con la Trilogia, abbracciando anche l’opportunità di scoprire l’opera italiana offerta dalla Riccardo Muti Italian Opera Academy.
Dopo Londra e Parigi, che hanno accolto rispettivamente le presentazioni delle edizioni 2016 e 2017, ma anche in seguito all’anteprima del programma offerta a stampa e TO cinesi a Shanghai e Pechino lo scorso novembre, il Festival guarda ai Paesi del Nord. Una scelta alla luce di quell’incremento nel numero di visitatori dalla Scandinavia che si è registrato negli ultimi anni e si è manifestato in particolare in occasione delle ultime Trilogie d’Autunno, che hanno accolto gruppi dalla stessa Svezia e dalla Finlandia.
Ad esaurire i posti disponibili per l’evento sarà un pubblico di giornalisti di testate nazionali e di settore, studenti e insegnanti delle scuole di musica della città, operatori del turismo culturale coinvolti in collaborazione con l’ufficio Enit di Stoccolma, ma anche semplici appassionati di cultura italiana e musicofili. La loro partecipazione e il loro interesse rappresenteranno il miglior auspicio per la circolazione internazionale del programma, in questa nuova tappa sul percorso che sta portando il Festival – e la città che tanto profondamente contribuisce alla sua identità – in tutto il mondo.
A Stoccolma i passi del Festival incroceranno anche la presenza del gruppo Cmc, storico partner della manifestazione, che nella capitale svedese è impegnato in un’importante commessa per la realizzazione di un’opera della viabilità cittadina: 20 km di galleria che costituiranno la nuova – e interamente sotterranea – circonvallazione autostradale.
La presentazione è stata organizzata in collaborazione con il Comune di Ravenna, la Regione Emilia-Romagna, Apt servizi, Enit.
30 punti contro il Collegno per capitan Lucia Bacchi
Importante vittoria della Conad, che in terra piemontese piega al tiebreak la rivale diretta Collegno e rilancia le sue quotazioni nella lotta per un posto nei playoff. Le ravennati rompono così un digiuno di successi esterni che durava da tre giornate, con l’ultima affermazione in trasferta datata 3 dicembre (3-2 a Soverato). La squadra di Angelini rosicchia un punto al Barricalla, sempre in ottava posizione con quattro lunghezze di vantaggio, al termine di un match molto combattuto, con le biancorosse che riescono a recuperare due volte una situazione di svantaggio nel risultato (1-0 e 2-1).
Sestetti titolari Al fischio d’inizio Angelini propone il classico sestetto con Bacchi, D’Odorico, Scacchetti, Torcolacci, Menghi, Kajalina e il libero Paris. Per la Barricalla Marchiaro schiera Morolli al palleggio, Poser e Schlegel in attacco, Agostinetto opposto, capitan Gobbo e Pastorello centrali, Lanzini in seconda linea.
Primo set Partenza shock per le ragazze ravennati che in pochi minuti si ritrovano sotto 8-0. Kajalina suona la carica per Ravenna e con due ace, intervallati dal muro della neo entrata Aluigi, firma l’11-8. Le padrone di casa provano ad allungare nuovamente, ma un altro gran parziale di 0-5 guidato da Bacchi riporta la Conad addirittura a un solo punto di svantaggio (16-15). Le ragazze di Angelini non riescono a trovare il pareggio e perdono ancora il controllo della partita. Collegno allunga sul 20-15 e stavolta non concede repliche, chiudendo il parziale al terzo set point per 25-19.
Secondo set Le padrone di casa replicano l’ottimo avvio anche nel secondo set, portandosi prima sul 3-0 poi sul 5-1, ma questa volta le ravennati riescono subito a reggere il colpo rimanendo a contatto (5-4). Collegno evita l’aggancio al termine di uno dei tanti scambi infiniti della partita, caratterizzata anche dai molti errori commessi da parte di entrambe le squadre. Le piemontesi si portano così 6-4 e mantengono due punti di margine fino al 12-10, quando arriva il parziale decisivo per le ospiti. La firma è quella della giovane Ceroni che guida con il servizio lo 0-6 con cui l’Olimpia Teodora si porta in vantaggio sul 12-16. Collegno prova a tornare sotto sul 15-16 e sul 19–20, ma prima Bacchi, poi un’altra giovane, stavolta Panetoni, con l’ace del 19-22, mantengono le distanze. Kajalina regala quattro set point alle ospiti che chiudono al secondo per 21-25, pareggiando la partita.
Terzo set Anche il terzo set vede le ragazze dell’Olimpia Teodora partire sotto (7-2) come nelle precedenti due frazioni di gioco. Angelini chiama la sospensione del gioco per cercare di dare vigore ed efficacia alle sue. Tuttavia alla ripresa delle ostilità Ravenna prende altri ulteriori tre punti di svantaggio (10-3). Capitan Bacchi non ci sta e suona la carica (12-7). Pronta la reazione di Collegno (14-7) e nuovo time out per Ravenna. La parte centrale del set vede l’Olimpia Teodora andare alla ricerca degli schemi consueti per provare a recuperare terreno sulle padrone di casa (15-11). Le piemontesi però riescono a mantenere e ad allungare il vantaggio (21-15) e a presentarsi al finale di set in tutta tranquillità (24-17). Non bastano i prodigiosi recuperi di Paris e una tardiva riscossa di Ravenna a fermare Collegno che, al quinto set ball, chiude 25-21.
Quarto set Molto migliore rispetto ai precedenti è l’avvio del quarto set per Ravenna (6-6). Con Scacchetti al servizio l’Olimpia Teodora infilano un break da tre punti e Collegno chiede la sospensione (6-9). Alla ripresa del gioco Ravenna con Aluigi sulla banda implementa il vantaggio (8-12). Un ace di Kajalina e il distacco dalle padrone di casa sale a cinque lunghezze. Ravenna sente che può farcela e si distende, ritrova il suo gioco e con Bacchi al servizio si porta sul 13-21. Le padrone di casa appaiono stanche e deconcentrate. Kajalina mette a terra il punto del 13 a 23. Ora si tratta solo di gestire l’ampio vantaggio e andare al tiebreak, cosa che avviene con l’Olimpia Teodora che chiude il quarto set col netto punteggio di 14-25.
Tiebreak Il tiebreak si apre con Collegno che infila un ace sul primo servizio e Ravenna che pareggia i conti. Si procede punto a punto. La tensione in campo è palpabile (4-4). Capitan Bacchi mette a terra la palla del vantaggio (4-5) e Ceroni va al servizio. Errore in attacco di Collegno e il coach delle piemontesi ferma il gioco. Ancora Bacchi a raffica porta il quinto set sul 4-8 e al cambio campo. A questo punto è la migliore forma atletica e la maggiore concentrazione delle ravennati a fare la differenza (5-10). Scacchetti al servizio infila un ace (5-11) e con un break da sette punti per le romagnole si chiude il tie break e l’incontro: 5-15.
Le dichiarazioni del dopo-gara Simone Angelini (tecnico Conad Ravenna): «Siamo molto contenti di avere vinto ad Alpignano contro Collegno perché ultimamente non è un’impresa che è riuscita a tanti. Non era facile perché le nostre avversarie venivano da sei punti fatti nelle prime due partite del girone di ritorno. Inoltre da metà girone d’andata stavano tenendo un ruolino di marcia da prime in classifica o giù di lì. Stasera abbiamo buttato via due frazioni partendo malissimo, ma negli altri set, quando siamo partiti normalmente, abbiamo fatto come si deve e siamo stati molto bravi a portare a casa il risultato».
Risultati (20ª giornata): Sigel Marsala-Club Italia Crai 2-3, Golden Tulip Volalto Caserta-Zambelli Orvieto 0-3, LPM Bam Mondovì-Volley Soverato 0-3, Fenera Chieri-Delta Informatica Trentino 3-0, Golem Olbia-Sorelle Ramonda Ipa Montecchio 2-3, Barricalla Collegno-Conad Olimpia Teodora Ravenna 2-3, Savallese Millenium Brescia-Ubi Banca San Bernardo Cuneo 3-1, Battistelli San Giovanni in Marignano-P2P Givova Baronissi 3-0. Riposo: Bartoccini Gioiellerie Perugia.
Classifica: Chieri 45; San Giovanni Marignano 44; Mondovì 43 punti; Brescia 42; Cuneo 40; Soverato e Trento 35; Collegno 33; Ravenna 29; Orvieto e Club Italia 27; Baronissi 20; Montecchio* 19; Perugia* 14; Olbia 13; Marsala 8; Caserta* 6 (*una gara in meno).
Volley Superlega / Al Pala De André i ravennati battono in tre set i cechi nella gara di andata degli ottavi di Challenge Cup. Non c’è storia in nessuna frazione, con la squadra di Soli che brilla al centro e con Buchegger, top scorer con 16 punti
L’opposto Paul Buchegger top scorer del match con 16 punti
La Bunge al Pala De André supera in tre set in poco più di un’ora il Volejbal Brno nella gara di andata degli ottavi di Challenge Cup. Passa dal centro, ben dieci i muri totali (quattro a testa per Vitelli e Diamantini), e da Buchegger, top scorer con 16 punti, il successo dei ravennati, che se la vedranno ancora con i cechi nella gara di ritorno in programma martedì 30 gennaio. Non c’è storia in nessuna delle tre frazioni disputate, con una fase di iniziale equilibrio nei primi due periodi, poi spezzata da Orduna e compagni, e un terzo parziale dominato dall’inizio alla fine. Prossimo appuntamento domenica in Superlega, con la formazione di Soli che affronterà a Padova la Kioene.
Sestetti iniziali Il coach Fabio Soli schiera Orduna al palleggio, Buchegger opposto, Marechal e Poglajen schiacciatori, Vitelli e Diamantini centrali e Goi in seconda linea. Dall’altra parte del campo il tecnico Ondrej Marek disegna il suo Brno con la diagonale formata dal regista Boula e il bombardiere serbo Okosanovic, le bande Hrazdira e Handlir e al centro il colombiano Mendoza e Prazak (libero Weber).
Primo set Sono gli ospiti cechi i primi a tentare un strappo (7-9), ma la Bunge risponde con break di 8-0 propiziato dal turno al servizio di Orduna, da alcuni errori avversari (Okosanovic viene sostituito da Rimal) e dai muri di Diamantini e Marechal: 15-9. Un altro muro, questa volta di Vitelli, porta a sette le lunghezze di vantaggio (19-12), poi l’ace di Buchegger spiana la strada ai ravennati (22-13), che si aggiudicano la frazione al primo set ball grazie a una conclusione in rete di Rimal: 25-15.
Secondo set Si viaggia di pari passo fino a quando un’alzata sbagliata di Boula non regala il 13-11 ai padroni di casa, che accelerano con un muro di Vitelli e un diagonale fuori misura di Hrazdira: 17-13. Prazak dimezza il gap (17-15), Vitelli si ripete per il +4 (19-15), ma il centrale ceco firma un’altra palla break: 20-18. Okosanovic sparacchia lungo e Buchegger mette a terra la palla del 23-18, infine lo stesso austriaco chiude alla prima occasione il set: 25-19.
Terzo set I muri di Diamantini (due) e l’ace di Vitelli spingono la Bunge prima sul 3-0 e poi sul 6-1, con i centrali che continuano la loro serie: il 9-3, infatti, arriva grazie a un servizio vincente di Diamantini. La schiacciata in rete di Prazak scava un solco ancora maggiore a favore dei ravennati (13-5), che vengono lanciati in fuga in modo definitivo dal diagonale out di Mendoza: 18-9. Entra Marchini per Goi in seconda linea, Orduna realizza l’ace del 23-14, Diamantini non sbaglia il primo tempo del 24-14 e Buchegger al primo match point mette la parola fine alla partita: 25-14.
Dichiarazioni del dopo-gara Fabio Soli (allenatore Bunge Ravenna): «Questa partita era l’occasione innanzitutto per lavorare su due-tre aspetti del nostro gioco che negli ultimi tempi non vanno benissimo, come la battuta e la continuità in difesa, e oggi ho visto un piccolo passo in avanti. Non giocavamo contro una big della Superlega, ma contro una squadra abbordabile, che per quello che avevo visto ci poteva dare maggiore fastidio, ma siamo stati bravi noi a non concedere quasi nulla. Siamo partiti un po’ tesi, poi nel corso del match abbiamo acquisito più sicurezza. Oggi, oltre al risultato, siamo cresciuti un po’ anche dal punto di vista tecnico, ma questo 3-0 è solo il primo passo, in quanto ci dobbiamo attendere una gara di ritorno più complicata. In Repubblica Ceca dovremo stare attenti, perché troveremo un ambiente caldo e carico, con tantissimi spettatori nel palazzetto, e di sicuro Brno sarà un’altra formazione rispetto a quella di oggi».