martedì
26 Agosto 2025

Walter Veltroni a Ravenna per l’80esimo anniversario della Liberazione

Il politico è atteso al Teatro Socjale di Piangipane per una riflessione sulla resistenza e i valori democratici

Walter Veltroni

Walter Veltroni, ex Vicepresidente del Consiglio dei ministri della Repubblica, sarà ospite del Teatro Socjale di Piangipane (via Piangipane 153, Ravenna) in occasione di un evento speciale dedicato alle celebrazioni dell’80esimo anniversario della liberazione della città, giovedì 5 dicembre alle 20.

Durante la serata, il politico offrirà una riflessione sull’importanza della Resistenza e dei valori democratici di oggi. Il programma prevede un momento iniziale di convivialità con l’assaggio di cappelletti e vino, seguito da un omaggio musicale alle canzoni dei partigiani a cura di Luca Rambelli. Saranno inoltre presenti Eleonora Proni e Alessandro Barattoni per i saluti. A chiudere l’evento (promosso dal Partito Democratico di Ravenna e della Fondazione Bella Ciao, dopo l’intervento di Veltroni, la musica dal vivo di Vittorio Bonetti. La serata è a cura del Partito Democratico di Ravenna e della Fondazione Bella Ciao.

Presentato ufficialmente Viae Sancti Romualdi, il cammino da Ravenna a Fabriano

Il percorso, dedicato al santo Ravennate, prevede 30 tappe lungo un itinerario di 500 chilometri

Thumbnail In Cammino

Presentato ufficialmente Viæ Sancti Romualdi (VSR), il cammino dedicato a San Romualdo muove “i primi passi” verso il millenario del santo ravennate nel 2027.

Il percorso, nato nel 2012 dalla collaborazione tra Trail Romagna e la sezione Cai di Ravenna era inizialmente limitato alla tratta Ravenna-Camaldoli, per crescere poi con il supporto dell’Associazione Romagna-Camaldoli e, in seguito, grazie alla collaborazione dell’associazione umbra Eticamente. Il sentiero ha quindi ha raggiunto la dimensione finale che da Ravenna, città che vide i natali di Romualdo intorno al 951, raggiunge Fabriano, dove il santo morì nel giugno del 1027 e dove si conservano ancora oggi le sue spoglie.

Riconosciuto dal Ministero del Turismo tra i settantadue cammini spirituali d’Italia, VSR diventa ora camaldolese. A sugellare il passaggio, la firma del protocollo d’intesa tra il rappresentante della Congregazione Camaldolese, Don Cesare Bovinelli, monaco di Fonte Avellana e i presidenti delle associazioni che da dodici anni promuovono e seguono il cammino che rimarranno comunque nella governace.

«Oggi, afferma Don Cesare, si compie un passo in avanti, verso il millenario e verso il futuro, con un impegno che responsabilizza la Congregazione dei Monaci Camaldolesi in un cammino che deve trarre ispirazione da tre grandi monaci, ‘maestri’ da prendere come modello: Romualdo, Pier Damiani e Paolo Giustiniani. Ma il cammino – sottolinea il monaco – non va inteso come proposta di turismo religioso, ma come percorso di incontro, aperto a tutti coloro che amano l’ambiente, la spiritualità e la cultura. Sarà proprio la cultura il pilastro fondante e il mezzo principale per veicolare contenuti e idee».

Il cammino si articola in 30 tappe, attraversando con i suoi 500 chilometri quattro regioni: Emilia-Romagna, Toscana, Umbria e Marche. Un percorso che segue rotte non lineari zigzagando, come amava fare il santo ravennate, tra luoghi romualdini e benedettini con frequenti immersioni in grandi aree verdi, ora protette, come l’antica Pineta di Classe, le Foreste Casentinesi, i parchi di Monte Cucco e la Gola della Rossa, a testimonianza di quanto il rapporto uomo-natura sia simbiotico sin dalle origini della congregazione. Il progetto si immagina anche come incentivo all’economia dei piccoli borghi attraversati, opportunità che non si limita all’accoglienza ma che può interessare filiere dimenticate come i prodotti del legno e tutto il mondo fitosanitario, esperienze storicamente camaldolesi.

Approvato il progetto di fattibilità per l’ampliamento del Tecnopolo

Un investimento da oltre 1,34 milioni di euro sostenuto da Regione e Comune. Si punta all’avvio del cantiere nell’estate 2025

LAB FAENZA 5

L’Amministrazione comunale di Faenza ha approvato il progetto di fattibilità tecnico-economica per l’ampliamento della sede cittadina del Tecnopolo di Ravenna, segnando un significativo passo in avanti nell’iter progettuale. L’obiettivo ora è quello di vedere partire il cantiere entro l’estate 2025.

L’intervento complessivo, dal valore di oltre 1,34 milioni di euro, beneficia di un contributo regionale di 1.078.571 euro, co-finanziato dal Comune di Faenza con 269.642 euro, oltre a risorse aggiuntive di 250.000 euro stanziate per lavori essenziali per il complessivo miglioramento di quei luoghi di lavoro. L’obiettivo è quello di aumentare la possibilità di crescita in ambito della ricerca e della formazione di chi usufruisce di questi luoghi, Romagna Tech, Università di Chimica dei materiali, il Master Macof e il Corso Ifts, per ampliare le loro attività.

Il progetto, che verrà realizzato presso l’immobile di via Granarolo 62, prevede la riqualificazione strutturale ed energetica della sede per potenziare le attività di ricerca e in generale la funzionalità di tutto il Polo. Tra le novità, la creazione di laboratori dedicati, come 2 laboratori Ciri Mam, 2 laboratori Cad/Cam e altri spazi misti e la realizzazione di un’area gestionale per il soggetto operatore Cifla – Fondazione Flaminia e l’adozione di soluzioni avanzate per l’efficientamento energetico, tra cui un nuovo impianto fotovoltaico e interventi sull’impianto di climatizzazione.

«Questo progetto -spiega il vicesindaco di Faenza Andrea Fabbri – rappresenta un investimento strategico per il nostro territorio, volto a migliorare la capacità operativa del Tecnopolo e a sostenere le imprese e i ricercatori che vi operano. Il potenziamento delle infrastrutture e l’efficientamento energetico sono azioni cruciali per consolidare la competitività e l’attrattività di Faenza come centro di eccellenza scientifica e tecnologica. I nuovi locali saranno il primo embrione del laboratorio congiunto nel quale troverà spazio anche il C-Hub, il primo Hub interamente dedicato alla progettazione e realizzazione dei materiali ceramici, compositi e del manufacturing avanzato».

L’intervento si inserisce nel Programma Triennale dei Lavori Pubblici 2024-2026 del Comune di Faenza e si avvale di una convenzione con la Regione Emilia-Romagna, che disciplina gli impegni delle parti e le modalità di erogazione dei contributi.

«Telefonini e schermi distraggono, ma è difficile accertare le violazioni su strada»

Il comandante della polizia locale ritiene che le novità delle sospensioni brevi delle patenti e il blocco del motore se l’automobilista ha bevuto potranno avere un effetto deterrente sugli automobilisti

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«Aumentare le cifre delle sanzioni per le infrazioni al Codice della strada non credo farà aumentare l’effetto deterrente sugli automobilisti, invece credo che daranno più risultati le sospensioni brevi delle patenti o gli strumenti che impediscono l’accensione del motore se non si ha un tasso alcolemico a zero».

È l’opinione del comandante della polizia locale del Comune di Ravenna, Andrea Giacomini, a proposito delle ultime modifiche alla legge che regola la circolazione dei veicoli.

Comandante, punizioni più severe per chi sgarra, ma le autorità hanno le forze per eseguire concretamente i controlli e far rispettare le regole?

«È un tema concreto da sempre. Maggiori livelli di sicurezza stradale si ottengono anche con maggiori controlli, a regole invariate. Per quanto riguarda Ravenna abbiamo un organico quasi al completo e cerchiamo di fare il massimo per il presidio. Però c’è anche un tema che riguarda la difficoltà di strumenti per accertare alcune infrazioni».

Un esempio?

«L’uso del telefonino. Con le nuove disposizioni aumenta la gravità delle sanzioni e la logica è giusta perché è una distrazione molto pericolosa. Al tempo stesso, però, è difficile accertare chi infrange le regole: l’agente in servizio deve vedere l’automobilista nell’atto di usare il cellulare, deve fermarlo e deve contestare la violazione. L’automobilista è bravissimo a sbarazzarsi dell’apparecchio o a trovare scuse fantasiose per spiegare che lo stava solo spostando e non utilizzando».

Come si potrebbe avere un accertamento indiscutibile?

«L’agente può chiedere di esaminare l’apparecchio, ma il cittadino può rifiutarsi. Si può procedere con un sequestro nel caso la condotta rientri in un caso che configura un’ipotesi di reato, ma anche questo è un percorso difficile. Sarebbe più facile utilizzare videocamere ad alta definizione per riprendere il comportamento di chi guida, ma mi rendo conto che prevale la tutela della privacy e non si possa trasformare il controllo delle strade in un’attività oppressiva».

Il telefonino è la distrazione più grande per chi guida?

«Non solo. Le auto moderne hanno monitor sempre più grandi e la dimensione e l’attrazione dei monitor sui cruscotti diventano fattori con cui le case produttrici si contendono il mercato. Più funzioni si hanno a disposizione con il touch screen e maggiori sono le possibilità che qualcuno si distragga. E la scomparsa dei tasti fisici, sostituiti dagli schermi tattili fa sì che sempre più funzioni richiedano di distogliere lo sguardo dalla strada. Purtroppo è una questione culturale di approccio: siamo convinti che la guida sia un’attività che si può fare facendo tanto altro».

Il rinnovo della patente richiede una visita medica ma non ci sono corsi di aggiornamento richiesti. Sarebbero una misura utile?

«Le regole circolatorie non hanno subito particolari novità nel tempo e il potere legislativo non prevede un aggiornamento del cittadino al cambio di leggi. Però è vero che la guida è consentita con il possesso di una licenza e forse un accertamento periodico del mantenimento dei requisiti avrebbe un’utilità».

Tra le novità più significative dell’ultima riforma al codice della strada c’è un cambiamento nei controlli sulla guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti.

«Su strada si fa un accertamento che può essere positivo o negativo, cioè mostra o meno la presenza di droghe nel sangue. Finora serviva il parere di un medico che visita e parla con l’automobilista e deve esprimere una valutazione sulla stato di alterazione. Questo faceva sì che spesso i medici si trovassero nella posizione di essere quelli che decidevano per le sorti dell’automobilista ed era una posizione da qualcuno considerata scomoda, visto che i controlli sono eseguiti da polizie e carabinieri. La nuova norma dice che non serve più il parere medico ma basta il test in strada».

Per i monopattini da ora ci vorranno targa, assicurazione e casco. Servirà a ridurre i pericoli di questi mezzi?

«Sicuramente aumenteranno le segnalazioni di infrazioni dai cittadini, che già ora sono tante. Dovremo attrezzarci perché prevedo un’ulteriore impennata. Al tempo stesso dovrebbero esserci più tutele per gli utilizzatori e i pedoni che erano la categoria più in pericolo da un uso sconsiderato».

Andrà a finire che il monopattino sarà meno attrattivo?

«Sì. Erano un’opportunità nuova per un tipo di mobilità efficace, ma come collettività non è stata usata bene. Rispettare le regole che già c’erano sarebbe bastato per renderli un mezzo funzionale. Non è andata così e ora interviene la legge».

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Sporcizia nel parcheggio, sequestrato il camper a una famiglia di nomadi

Succede a Ravenna, in via Travaglini. Impartito anche un ordine di allontanamento

nomadi camper

Dopo l’ennesimo episodio di insudiciamento dell’area parcheggio del centro commerciale di via Travaglini, a Ravenna, la polizia locale ha deciso di procedere con il sequestro di un camper in uso a una famiglia di origini bosniache.

Le numerose sanzioni applicate in passato non sono bastate a scoraggiarli. Sebbene vietato dal Regolamento di Polizia Urbana, il gruppo di nomadi ha infatti continuato per mesi a usare l’area come luogo di soggiorno, con tanto di continuo abbandono di rifiuti e – segnalano dalla polizia locale – evacuazioni dei propri bisogni corporali.

Oltre al sequestro, sono state anche applicate sanzioni per 342 euro e impartito l’ordine di allontanamento.

«L’intervento corrisponde all’istanza di decoro e vivibilità degli spazi – si legge in una nota della polizia locale – avanzata dagli esasperati operatori economici della zona, oltre che naturalmente dei tanti clienti, costretti ad assistere a scene indecenti e a evitare di calpestare lordure e rifiuti».

Cipriani con la maglia del Ravenna gioca a padel con Djokovic e il patron del Psg

Il presidente dei giallorossi al match d’esibizione in Qatar, in vista della Formula 1

Cipriani Djokovic

Il Ravenna Fc ancora virale sui social, con il presidente Ignazio Cipriani che è stato protagonista di un match di esibizione di padel a Doha, sui campi della Qatar Airways, in vista del Gran Premio di Formula 1 di domenica 1° dicembre, contro uno dei più grandi tennisti della storia, Novak Djokovic.

A completare il quartetto sul campo da padel di Doha c’erano Badr Mohammed Al-Meer, Group Chief Executive Officer di Qatar Airways, e Nasser Al-Khelaïfi, presidente del Psg e del CdA del Premier Padel.

Cipriani, naturalmente, con la maglia Nike d’ordinanza “targata” Ravenna…

In calo le compravendite immobiliari in provincia. Operatori ottimisti per il 2025

Fimaa Confcommercia presenta il Rapporto 2024. Ecco le tabelle con tutti i numeri

Tavolo

Dopo due anni di crescita, il 2023 in provincia di Ravenna si è chiuso con 5.850 compravendite immobiliari, 988 in meno rispetto al 2022, pari a un calo del 14,4 percento. Una percentuale che scende al -16,1 percento se si tiene conto del solo comune capoluogo. Nel primo semestre 2024 prosegue il trend negativo per Ravenna città, con 141 scambi di abitazioni in meno rispetto al 2023 (-9,9 percento) ma con una tenuta registrata nei comuni minori della provincia (-1,4; 21 scambi in meno rispetto allo scorso anno).

Sono i principali dati di sintesi del “Rapporto 2024 del mercato immobiliare a Ravenna e provincia” presentato a Palazzo Rasponi dal sindacato provinciale Fimaa Ravenna-Confcommercio.

Dati Compravendite

Gli agenti immobiliari Fimaa, interpellati alla fine dello scorso mese di settembre sostengono che il rallentamento nel numero di scambi evidenziato dalle statistiche ufficiali sia imputabile ai costi di ristrutturazione elevati (38,9 percento), ai bassi livelli degli stipendi e, in generale, a difficoltà legate all’economia (27,8 percento). A preoccupare i potenziali acquirenti sono anche gli aspetti regolamentativi e normativi, in particolare legati all’efficientamento energetico (22,2 percento di risposte) e la situazione geo-politica internazionale (11,1 percento).

Oltre alla diminuzione del numero di compravendite l’indagine ha potuto evidenziare come nel secondo quadrimestre 2024 la domanda per acquisto sia improntata sui livelli del quadrimestre precedente, con livelli di offerta in vendita percepiti in riduzione dal 55,6 percento degli operatori accreditati Fimaa che hanno risposto al sondaggio, con scambi, di conseguenza, che non possano essere aumentati come nel 2021.

Nel 2023 i prezzi medi di vendita sono stati registrati in aumento del 2 percento nel comune capoluogo e del 1,8 percento nei comuni minori della Provincia.

Per la fine anno, il livello delle compravendite abitative potrebbe diminuire rispetto al 2023 dello 0,7 percento nei comuni minori e del 5 percento nel comune capoluogo (rispettivamente con -22 e -141 scambi in meno di quelli fatti registrare nel 2023).

Per i prezzi di vendita, in base ai giudizi espressi, si dovrebbe invece verificare un aumento nominale del 2,8 percento nel comune capoluogo, con cali invece nelle macroaree provinciali: -0,2 percento nell’Alta pianura del Lamone e nella Bassa Romagna;
-2,6 percento nella Collina del Senio e del Lamone. I prezzi di compravendita a preconsuntivo del 2024 risulterebbero così superiori ai dati registrati nel 2004 del 17 percento in città e di quasi il 6 nei comuni minori della provincia (rispetto al 2011, anno del picco massimo rilevato, l’indice 2024 tuttavia risulta rispettivamente -1,5 percento e -8,3).

Prezzi 2024 Ravenna

Prezzi 2024 Provincia

Il mercato della locazione. La maggioranza del campione di operatori Fimaa intervistati, per il secondo quadrimestre 2024 ha individuato un mercato delle locazioni abitative rispetto ai primi 4 mesi dell’anno caratterizzato da una domanda in locazione in ulteriore rafforzamento; da una riduzione dell’offerta in locazione; da variazioni del numero di contratti di locazione in aumento; da variazioni dei canoni di locazione in aumento.

«Il mercato immobiliare è da sempre un indicatore chiave dello stato di salute dell’economia – ha detto Ivano Venturini, presidente Fimaa Confcommercio provincia di Ravenna ed Emilia-Romagna -. Come sarà l’andamento del mercato immobiliare nei prossimi anni? Domanda difficile, per la quale non c’è una risposta certa, ma cerchiamo di capire, con tutta la prudenza del caso, i principali fattori che lo influenzeranno, analizzando l’andamento dei prezzi, le preferenze della domanda, i nuovi requisiti legati alla sostenibilità ambientale e le innovazioni tecnologiche che promettono di cambiare il volto del settore. Per prima cosa, un segnale positivo: l’indice del clima di fiducia verso l’immobiliare è in costante aumento rispetto agli anni passati. Per quanto riguarda le tendenze dei prezzi, le previsioni sono per un aumento su base nazionale del 3 per cento, con un maggiore incremento nelle principali città che si attesterà tre il 5 e il 6 percento. Nelle città di provincia e soprattutto nelle aree rurali, i prezzi avranno incrementi molto ridotti. I giovani rappresentano una quota significativa del mercato immobiliare, in molti casi per l’acquisto della prima casa. Tuttavia, l’aumento dei prezzi delle abitazioni e l’incremento dei tassi di interesse sui mutui hanno reso più difficile l’accesso alla proprietà per questa fascia demografica, con conseguente ricerca di soluzioni in affitto, andando ad incrementare questo settore già in forte aumento. Le famiglie continuano a costituire una parte rilevante degli acquirenti immobiliari, con ricerca di abitazioni più spaziose e vicino ai servizi. L’interesse per immobili di qualità superiore e in aree ben servite rimane elevato. C’è anche la tendenza all’utilizzo delle seconde case, originariamente destinate ad uso turistico, come residenze principali. Fenomeno legato ai cambiamenti nelle modalità di lavoro e nello stile di vita. Il mercato immobiliare nei prossimi anni avrà ancora un trend positivo con una sensibile crescita dei prezzi e dei volumi di vendita. Sarà, però, un mercato con un utente più informato e attento, più selettivo nella scelta dell’immobile, che richiederà giustamente una professionalità a tutto tondo di noi agenti immobiliari».

Guardando al prossimo anno, gli addetti ai lavori vedono «chiari motivi di ottimismo per i tassi d’interesse in diminuzione e per gli investimenti immobiliari in crescita: la solidità del mattone resta un pilastro, mentre i canoni di affitto continuano a garantire una buona redditività, particolarmente nel medio termine. Tuttavia – spiega Pierluigi Fabbri, presidente Fimaa Ravenna -, permangono alcune sfide in questo periodo di transizione: la scarsa offerta di qualità, soprattutto per immobili usati ma recenti, rappresenta uno dei principali ostacoli per soddisfare la domanda. Le normative europee, come la direttiva “case green”, fatto salvo modifiche legislative, richiederanno interventi di efficientamento energetico su larga scala entro il 2030, probabilmente ci sarà un impatto sul mercato e sui prezzi delle compravendite, tutto da vedere. In ogni caso, il 2025 si preannuncia come un anno positivo e promettente, grazie alla combinazione di trend favorevoli e adattamenti nelle famiglie per affrontare i cambiamenti».

Storico taglio del nastro a Palazzo Guiccioli: apre il Museo Byron – FOTO

Investimento da 30 milioni di euro della fondazione della Cassa di Risparmio di Ravenna

È una foto in qualche modo storica quella di oggi, 29 novembre 2024, con il taglio del nastro del nuovo Museo Byron e del Risorgimento, aperto in pieno centro a Ravenna, in via Cavour, nel restaurato Palazzo Guiccioli.

Si tratta di una dimora nobiliare eretta a fine Seicento in cui soggiornò (fra il 1819 e il 1821) Lord Byron, poeta-simbolo del Romanticismo. Ereditato dal Comune di Ravenna, il palazzo era rimasto per anni in stato di abbandono. Nel 2012 la svolta con l’acquisto da parte della fondazione della Cassa di Risparmio di Ravenna, con l’obiettivo di realizzarvi il complesso museale che avrebbe dovuto inaugurare nel 2019. Un restauro (causa anche pandemia) che si è rivelato invece molto più lungo e complesso.

Citando testualmente il bilancio 2023 della fondazione, allo scorso 31 dicembre risultava una capitalizzazione di lavori in corso di 24,155 milioni di euro «per l’impegnativo intervento di riqualificazione e musealizzazione», a cui si devono aggiungere i 5,6 milioni di euro versati al Comune per l’acquisto del palazzo, per un investimento complessivo quindi da 30 milioni di euro.

A questo link la descrizione del complesso museale presentato nei giorni scorsi e che ora resterà aperto nel weekend con le visite guidate gratuite (era necessario prenotarsi in anticipo) per aprire poi definitivamente e regolarmente da martedì 3 dicembre (il lunedì è giorno di chiusura).

Info utili su https://www.palazzoguiccioli.it/museobyron/

Manifestanti nella sede Eni prendono in ostaggio i dipendenti: ma è un’esercitazione

Grande dispiegamento di forze dell’ordine a Marina di Ravenna per testare l’efficacia delle procedure di emergenza

Una frangia di infiltrati ostili, durante una manifestazione ritenuta inizialmente pacifica, è riuscita a eludere il presidio della vigilanza privata posta all’ingresso della sede Eni di Marina di Ravenna, facendo irruzione nel centro direzionale, dove alcuni si sono arrampicati su un traliccio, affiggendo degli striscioni e rifiutandosi di scendere; altri, invece, si sono barricati all’interno di una palazzina, dove hanno preso in ostaggio alcuni dipendenti.

Uno scenario critico, ma è solo una messa in scena. È successo a Marina di Ravenna – nella sede del distretto centro-settentrionale Eni – nell’ambito di un’importante esercitazione di security coordinata dalla prefettura di Ravenna che ha visto coinvolti numerosi enti e istituzioni, a partire dalle forze di polizia a competenza generale.

Oltre agli operatori della polizia di Stato e ai militari dell’arma dei carabinieri, impegnati a contenere i manifestanti all’ingresso, la gestione dell’emergenza all’interno dello stabilimento, in coordinamento con tutti gli attori presenti, ha visto l’impiego di un team di negoziatori, di Aliquote di Primo Intervento e Squadre Operative di Supporto che costituiscono le organizzazioni ad alta affidabilità dell’arma dei carabinieri (High Reliability Organizations), le quali hanno operato sotto la supervisione degli operatori del G.I.S. (Gruppo Intervento Speciale dei Carabinieri) per le delicate fasi di negoziazione, liberazione degli ostaggi e bonifica del sito.

Durante le fasi più concitate, è stata attuata l’evacuazione di tutto il personale Eni presente nello stabilimento, concentrato in un punto di raccolta prestabilito, monitorato da personale delle forze di polizia. L’intera area, grazie al supporto della polizia locale, è stata interdetta al pubblico per consentire il corretto e sicuro svolgimento dell’attività.

Simultaneamente, è scattato anche il piano per la gestione delle emergenze in porto, con l’innalzamento delle misure di sicurezza degli impianti presenti e con l’impiego di mezzi nautici della Capitaneria di Porto e del Roan della Guardia di Finanza, utilizzati per la chiusura dello specchio acqueo prospicente la banchina dello stabilimento.

L’intera attività è stata coordinata dal prefetto di Ravenna Castrese De Rosa nell’ambito del Comitato Provinciale per l’Ordine e Sicurezza Pubblica, appositamente convocato in prefettura, da dove sono state seguite le varie fasi dell’attività (grazie alle immagini girate anche con l’elicottero e il drone dei carabinieri), condividendo le disposizioni e le decisioni sulla gestione della crisi con il posto di comando avanzato istituito in loco.

Fondamentale per il successo dell’esercitazione è stato il contributo di Eni e della sua struttura di Security, che hanno collaborato fattivamente con le forze dell’ordine.

Obiettivi dell’esercitazione preparata nei minimi dettagli nelle scorse settimane secondo una pianificazione condivisa tra tutti i partecipanti sono stati – si legge in una nota inviata dalla prefettura -: «Testare l’efficacia e rapidità di attivazione delle procedure per la gestione delle emergenze, mantenere alti i livelli di preparazione del personale e garantire il necessario coordinamento tra forze di polizia, gli enti istituzionali, i soggetti pubblici e privati coinvolti».

Alluvione di settembre, donazioni per oltre 226mila euro al Comune di Bagnacavallo

Da utilizzare per l’ambulatorio medico, sono servite anche per il supporto nella pulizia e per agevolare il rientro dei cittadini

Mezzi al lavoro a Traversara per riparare la rottura dell'argine del Lamone

Ammontano a oltre 226mila euro le donazioni finora raccolte dal Comune di Bagnacavallo a seguito degli eventi alluvionali del settembre scorso, che hanno colpito in particolare le popolazioni delle frazioni di Boncellino, Traversara e Villanova. La raccolta fondi, avviata in occasione della Festa di San Michele, è tuttora in corso e vedrà tante iniziative dedicate anche nel periodo natalizio.

Proprio da “San Michele per l’alluvione” è arrivata la prima importante tranche di donazioni, con oltre 70mila euro raccolti grazie al ricavato destinato dalle associazioni e dalle imprese che hanno operato durante la festa, assieme alle donazioni singole dei visitatori nei vari punti aderenti al progetto. Tra gli oltre duecento donatori, assieme a decine di cittadine e cittadini vi sono associazioni del territorio e non solo, gruppi di alpini da tutta Italia e tante realtà che hanno voluto dimostrare solidarietà al nostro territorio, a partire dai paesi amici e gemelli come Neresheim, i Pays d’Othe e Pollutri e da enti locali come il Comune di Comacchio.

Alcune delle donazioni ricevute, in accordo con i donatori, sono state finalizzate a un progetto fondamentale per la frazione di Traversara, la realizzazione dell’ambulatorio medico: un servizio necessario ai residenti e fortemente condiviso con loro che senza l’intervento del Comune e le donazioni non sarebbe stato possibile garantire.

Oltre a questo intervento, circa 50.000 euro di donazioni sono stati destinati alla popolazione – si legge in una nota del Comune – per il supporto nella pulizia e nella sistemazione delle vie di accesso alle case e per le opere necessarie ad agevolare il rientro dei cittadini nelle abitazioni.

Accanto alle donazioni in denaro, sono numerosissimi anche i beni ricevuti da associazioni, imprese e singoli cittadini. In questo caso, le assegnazioni ai nuclei colpiti dai danni causati dall’alluvione vengono fatte di concerto con i Servizi Sociali dell’Unione e con i referenti delle frazioni, in particolare a Traversara con un comitato operativo individuato fin dai primi giorni assieme ai cittadini e composto dalla presidente del Consiglio di Zona Maria Grazia Morelli, da Angelo Ravagli in rappresentanza dell’associazione Traversara in Fiore e da Luisa Babini.

«Siamo felici – commenta il sindaco Matteo Giacomoni – che le attività economiche commerciali abbiano scelto di restare e ripartire, con fatica e l’aiuto di tanti. Il loro esempio e la loro tenacia sono uno stimolo per continuare a ricostruire il tessuto sociale oltre che ripristinare i danni. Per questo stiamo lavorando per acquistare un piccolo immobile sulla piazza del paese da destinare ad ambulatorio per garantire il presidio medico nella frazione. Il medico di base, come la farmacia, l’alimentari, il bar, i parrucchieri e i luoghi di aggregazione sono servizi indispensabili per far sì che una comunità non muoia. Questa scelta, voluta dall’amministrazione, è stata condivisa con alcuni donatori che si sono fatti carico dell’intervento. A chi chiede perché non vengano distribuiti tutti i contributi direttamente alle famiglie colpite – chiarisce il sindaco – rispondo che il medico di base è un servizio essenziale per tutti. Rispondo che un paese è fatto di case ma soprattutto di persone e di relazioni tra le persone. Confido che venga presto nominato un commissario alla ricostruzione che si occuperà della gestione dei rimborsi alle singole famiglie e aziende. Come amministrazione stiamo aiutando le persone in difficoltà tramite i servizi sociali con l’obiettivo di non lasciare indietro nessuno, ma dobbiamo farci carico anche della ricostruzione del tessuto sociale di tutte le zone colpite dall’alluvione».

È ancora possibile donare alla raccolta fondi avviata dal Comune nelle seguenti modalità: Satispay, PagoPa, bonifico bancario all’Iban IT 80Z0627013199T20990000280 – causale “Raccolta fondi emergenza alluvioni Bagnacavallo”.
È inoltre in fase di allestimento sul sito del Comune un’apposita sezione dedicata alla rendicontazione delle somme ricevute attraverso la raccolta fondi.

 

Ostriche e vermi di mare per salvare la spiaggia dall’erosione

Al largo della foce del Bevano un progetto innovativo di difesa naturale della costa. Nel solco di una lunga storia…

ostriche

Oltre a essere una prelibatezza gastronomica, le ostriche possono difendere la spiaggia dall’erosione costiera. Lo potrà dimostrare un innovativo progetto attuato al largo di Ravenna, in prossimità della foce del Bevano, a circa 150 metri dalla battigia. Si chiama NatuReef, è finanziato dalla Commissione europea ed è coordinato dall’Università di Bologna, col coinvolgimento di vari altri enti.

Insieme alle ostriche, NatuReef consentirà l’incubazione delle sabellarie, delle specie di vermi marini che cementano la sabbia con il loro muco per costruire delle strutture simili agli alveari, dentro cui si rifugiano. Le due creature acquatiche erigeranno delle barriere che potrebbero attenuare l’azione delle onde e quindi l’accorciamento della spiaggia, piuttosto accentuato in questa zona. Il condizionale è d’obbligo, vista la natura sperimentale del progetto, ma le premesse sono fiduciose.

NatuReef avrà un costo di circa un milione di euro, di cui 650 mila finanziati dalla Commissione Ue e il resto dal Comune di Ravenna. I lavori per l’installazione della struttura, che sarà posta in senso nord-sud per una lunghezza di 200 metri e una larghezza di 50, inizieranno il prossimo autunno. Ci vorrà ovviamente qualche anno affinché i gusci delle ostriche e le tane delle sabellarie inizino a cementificarsi e innalzarsi a sufficienza.

Visita Monitoraggio LIFE NatuReef Foce Torrente Bevano 2
Il sopralluogo della Commissione europea alla foce del Bevano per il progetto NatuReef

Il progetto di questa barriera è un raro esempio di ingegneria naturale per la difesa della costa. Sul litorale ravennate – e in generale lungo tutto l’Adriatico – siamo abituati alla presenza delle scogliere frangiflutti, che nel giro di pochi decenni sono diventate l’opera artificiale dominante per contrastare l’erosione costiera, pur essendo molto impattanti e costose. Al contrario, le opere di ingegneria naturale non hanno effetti collaterali, anzi rappresentano un beneficio per l’ambiente. Nel caso del progetto NatuReef la struttura, oltre a difendere la spiaggia, nel tempo potrà diventare un habitat per altre specie marine come tartarughe, cavallucci marini, spugne e ricci di mare, contribuendo così al ripristino della biodiversità.

Oggi questo genere di tecnica è definito “green engineering”, ma ha una lunga storia alle spalle. Quando gli esseri umani non disponevano di mezzi e tecnologie per costruire le scogliere frangiflutti (e quando la spiaggia non aveva nessun valore economico né turistico), per difendersi dalle mareggiate piantavano delle file di pali di legno lungo la spiaggia. Si trattava di strutture rudimentali ma efficaci, fabbricate dagli agricoltori per difendere i loro campi dalle ingressioni marine.

Essendo composte da materiali organici, queste barriere non hanno lasciato reperti, ma le prime testimonianze della loro esistenza risalgono al sesto secolo a Venezia. Sulla costa tedesca si preferivano invece i muri di argilla, di cui si ha prova a partire dall’undicesimo secolo; mentre in Cina esistono memorie di dighe realizzate con terra, pietre e canne di bambù a partire dall’anno 713.

A Venezia le strutture di difesa dalle mareggiate erano molto diffuse, e non c’è da stupirsi, vista la conformazione della città lagunare e il suo rapporto con l’acqua. È proprio qui che le barriere hanno iniziato a evolversi: nelle carte del 1500 sono ritratte molte file parallele di pali riempite di sassi, che rappresentano le prime forme dei moderni pennelli anti-erosione. Alcuni documenti storici ritraggono l’esistenza di strutture simili in Belgio e in Perù già nel periodo rinascimentale, ma non esistono certezze su chi abbia inventato e diffuso tali tecniche nel pianeta.

Pali Milano Marittima
I pali in legno sulla spiaggia di Milano Marittima

Ancora oggi i pali in legno vengono utilizzati in alcune spiagge italiane, sia per difenderle dall’erosione, sia per favorire il ripristino delle dune naturali. Un esempio si trova anche nel litorale ravennate, sulla spiaggia di Milano Marittima nord, vicino all’ex colonia Varese. Si tratta di una tecnica efficace ed economica, il cui principale effetto collaterale è la deperibilità del materiale: il legno a contatto con l’acqua marcisce e deve essere periodicamente sostituito. È anche per questo che, nella modernità, abbiamo iniziato a preferire le scogliere. Tuttavia, come abbiamo spiegato in un precedente articolo di questa rubrica, negli anni queste file di massi al largo hanno dimostrato la loro inadeguatezza. Infatti le scogliere risolvono l’erosione nel tratto di spiaggia davanti a cui sono collocate, ma spesso lo innescano nella spiaggia adiacente, alla quale rubano la sabbia portata dalle correnti. Inoltre le barriere frangiflutti hanno un pesante impatto visivo e impediscono il ricircolo dell’acqua, trasformando lo specchio di mare in una laguna stagnante e fangosa. Non da ultimo, le scogliere possono provocare le “rip current”, le pericolose correnti che trascinano al largo i nuotatori meno esperti.

Grazie alla comprensione degli effetti negativi delle scogliere, negli ultimi anni sono aumentati i progetti e i fondi per incentivare la difesa naturale delle spiagge, come nel caso del NatuReef. Non si tratta più delle rudimentali barriere costruite dai nostri avi, bensì di strutture più resistenti, che si avvalgono delle moderne tecniche e tecnologie, ma che comunque hanno come principio di base il rispetto degli equilibri naturali. Che è qualcosa che nell’ultimo mezzo secolo ci siamo dimenticati, soprattutto sulla spiaggia.

I dipendenti dei Comuni di Cervia e Cesena si sfidano a calcio per beneficienza

Il 5 dicembre “La partita della solidarietà” allo stadio Todoli di Milano Marittima, per raccogliere fondi per lo Ior

Stadio Dei Pini Milano Marittima

Giovedì 5 dicembre allo Stadio dei pini “G. Todoli” di Milano Marittima, alle ore 20 si svolgerà “La partita della solidarietà“. L’iniziativa è organizzata dal Cervia United in collaborazione con le amministrazioni comunali di Cervia e di Cesena, a sostegno della raccolta fondi per l’Istituto oncologico romagnolo. A sfidarsi a scopo benefico saranno i dipendenti dei Comuni di Cervia e Cesena, capitanati dal rispettivi sindaci Mattia Missiroli e Enzo Lattuca, contro i campioni del mondo calcistico del Cesena di ieri e oggi, riuniti sotto il simbolo di Cesena FC Legends4Charity, sotto la guida del mister Agatino Cuttone.

Si tratta del primo appuntamento sul campo del Cesena FC Legends4Charity, progetto voluto dal Cesena Calcio per offrire un sostegno concreto allo sviluppo di progetti sociali e solidali, portati avanti da realtà e associazioni del territorio.

Tra i giocatori dei Comuni di Cervia e Cesena, oltre ai due primi cittadini, ci saranno anche i vicesindaci e assessori allo sport Gianni Grandu e Christian Castorri. La Cesena FC Legends4Charity schiererà invece, tra gli altri, il celebre attaccante Massimo Agostini. Cresciuto calcisticamente in Romagna, Agostini ha giocato nella Roma e nel Milan, con cui ha conquistato la Coppa intercontinentale e la Supercoppa europea, e nel Parma, con cui ha vinto la Coppa Italia. In squadra con lui ci saranno il cervese Alessandro Bianchi, maturato calcisticamente nel Cesena per poi approdare all’Inter di Trapattoni ed esordire in nazionale nel 1992 con l’allora neo CT Arrigo Sacchi, il portiere cervese Alberto Fontana e il difensore Luca Ceccarelli.

Per seguire l’evento è richiesta una donazione minima di 10 euro. L’intero ricavato sarà devoluto all’Istituto oncologico romagnolo per sostenere la ricerca nella lotta contro il cancro.

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