venerdì
15 Agosto 2025

Virtus Bologna spietata: all’OraSì non riesce l’impresa in terra bolognese

Basket Serie A2 / Dura quasi due quarti l’equilibrio sul parquet, poi un parziale di 9-0 dei padroni di casa spacca il match e i giallorossi non riescono più ad avvicinarsi agli avversari, perdendo in modo netto. Gara2 martedì ancora al PalaDozza

Virtus Bologna-Ravenna 73-57
(17-17, 41-32, 59-44)
VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA: Spissu 9, Umeh 11, Pajola ne, Spizzichini 9, Ndoja 7, Rosselli 7, Michelori, Oxilia ne, Gentile 9, Penna ne, Lawson 17, Bruttini 4. All.: Ramagli.
ORASI’ RAVENNA: Smith 15, Scaccabarozzi ne, Sgorbati, Chiumenti 14, Marks 4, Raschi 5, Masciadri 10, Tambone 4, Crusca, Seck ne, Sabatini 5. All.: Martino.ARBITRI: Masi di Firenze, Bongiorni di Pisa e Beneduce di Caserta.
NOTE – Usciti 5 falli: Sgorbati. Bologna: T2 22/43 (51%), 4/23 (17%), TL 17/21 (81%), rimbalzi 38 (18+20), assist 12; Ravenna: T2 22/43 (51%), 2/13 (15%), TL 7/12 (58%), rimbalzi 34 (12+22), assist 8.

Virtus Orasi
Un’immagine del match tra Virtus Bologna e Orasì Ravenna

È un’OraSì combattiva, ma imprecisa al tiro e ingenua in alcuni parziali decisivi quella che cede sul parquet del PalaDozza per 73-57 alla Virtus Bologna nella prima semifinale dei playoff di Serie A2. Dopo i primi 18’ all’insegna dell’equilibrio, i giallorossi subiscono un 9-0 di parziale in chiusura di secondo quarto, non riuscendo più a rientrare in partita anche a causa delle rotazioni accorciate, opposte alla grande lunghezza del roster delle “V Nere”. I ragazzi di Martino, nonostante l’ottima prova di Taylor Smith (doppia doppia da 15 punti e 10 rimbalzi) trovano pochi punti dagli esterni e mettono a segno appena due triple su 13 tentativi, subendo la grande fisicità dei padroni di casa. La Virtus forza 15 palle perse e controlla ben 18 rimbalzi d’attacco, guidata da un ottimo Lawson (17 punti e 9 rimbalzi di cui appunto 6 nella metà campo offensiva), ma è la prestazione di tutta la squadra a essere di grande qualità. L’OraSì paga la tensione e l’inesperienza e dovrà resettare le batterie in fretta in vista di gara2, in programma martedì sera alle 20.30 sempre al PalaDozza.

La Virtus entra in campo nel primo periodo con il piglio giusto e con grande energia, mentre la tripla di Ndoja vale l’8-4. L’OraSì reagisce però presto e la tripla di Raschi vale l’8-11, prima che Chiumenti chiuda il parziale di 0-9 per il 9-13. I padroni di casa trovano l’aggancio grazie alla supremazia a rimbalzo d’attacco (6 nel primo quarto) e alla leadership di Rosselli, che firma la parità a quota 17 con cui le squadre vanno al primo riposo. Nel secondo quarto sono ancora i rimbalzi offensivi a fare male a Ravenna, con Lawson che firma il 23-19. Il contropiede di Spissu vale il +5 sul 30-25, ma la reazione giallorossa è firmata da Sabatini con un grande assist e la tripla del 30 pari. Sul 32-32 a 2’ dall’intervallo la Virtus però cambia marcia, grazie all’intensità difensiva che genera brutte palle perse ravennati e canestri facili in transizione. La tripla aperta di  Spissu apre il 9-0 di parziale che scava il primo solco nella partita e che viene chiuso dal canestro di Ndoja sulla sirena per il 41-32 con cui le squadre tornano negli spogliatoi.

Al rientro sul parquet del terzo parziale Lawson prima allunga il parziale a 11-0 (43-32), poi segna il +12 sul 47-35. Ravenna fatica a costruire buoni tiri in attacco, ma trova qualche canestro estemporaneo da Smith e Raschi per rimanere in partita, prima che la bomba di Spizzichini segni il +15 per le “V Nere” sul 57-42. L’OraSì non molla è troppo ingenua in molte situazioni e la palla persa sull’ultimo possesso del terzo quarto permette a Umeh di segnare il 59-44 in contropiede. In apertura di quarto periodo lo stesso Umeh segna al ferro il canestro del massimo vantaggio di +17 sul 63-46. L’OraSì, nonostante i due americani Smith e Marks in panchina a rifiatare, prova un’ultima reazione alzando l’intensità difensiva e tornando anche a -9 sul 65-56 (2-10 di parziale) a circa 4’ dalla sirena finale, ma sbaglia qualche tiro pesante aperto di troppo. La Virtus sfrutta così la lunghezza e l’esperienza del suo roster tenendo a distanza i giallorossi e mettendo in ghiaccio la partita negli ultimi minuti, fissando il punteggio finale sul 73-57.

Mette online una foto delle ferite al braccio: 14enne partecipava al Blue Whale

Una studentessa ravennate stava facendo le 50 prove del gioco al suicidio: fermata dall’intervento di scuola, famiglia e polizia. Indagini su eventuali responsabilità

Suicidi Blue WhaleAveva pubblicato su Facebook una foto in cui mostrava le ferite che si era procurata a un braccio, uno dei primi passi del Blue Whale, noto anche come gioco del suicidio: la scuola ha segnalato la cosa alla famiglia ed è stata interessata poi la polizia che è intervenuta evitando peggiori conseguenze per la ragazza. Protagonista di quanto verificatosi nei giorni scorsi nel Ravennate – secondo quanto si legge sul sito dell’agenzia Ansa – è una studentessa di 14 anni. La polizia postale di Bologna si sta occupando del caso per identificare eventuali responsabili. Sulla 14enne, che sta bene, la famiglia ha adottato tutte le dovute precauzioni per tutelarne l’incolumità.

Blue Whale è il nome del cosiddetto gioco del suicidio che pare stia circolando sui social partendo dalla Russia. Si presenta come un gioco di adescamento online, che prevede il passaggio attraverso 50 prove in 50 giorni (tra cui la “sveglia alle 4 della mattina”, i “tatuaggi con i temperini sul corpo”) impartite da un cosiddetto “tutor” ai suoi seguaci, tramite diversi social. Un climax di comportamenti autolesionisti che culmina dell’istigazione al suicidio. Il tutto da documentare via social.

L’ente pubblico non pagava ma lo Stato voleva l’Iva: così finì la Valerio Maioli

L’azienda ravennate era un’eccellenza internazionale dell’illuminotecnica ma le difficoltà legate all’intervento
in piazza Plebiscito a Napoli causarono il declino

Maioli
Foto di Nicola Strocchi

Nel 2008, dopo aver illuminato il circuito di Formula Uno a Singapore, Radiocor – l’agenzia di stampa del Sole 24 Ore – parlò addirittura di una possibile quotazione in borsa. Quattro anni dopo il giudice Alessandro Farolfi ne decretava il fallimento. Il caso della Valerio Maioli, eccellenza ravennate dell’illuminotecnica è forse quello più emblematico tra le storie di imprenditori che la crisi e i ritardi dei pagamenti dello Stato hanno messo in seria difficoltà.

Il patron, Valerio Maioli, è morto nel gennaio dello scorso anno. In tanti ne hanno ricordato i successi nel mondo con la crisi economica che ha messo in ginocchio l’azienda con sede in via Classicana. Partita come piccola ditta, era riuscita ad occupare un centinaio di dipendenti. In pochi sanno però che la Maioli inciampò in un mancato pagamento che provocò un effetto domino portandola poi alla chiusura, facendo finire una storia iniziata nel 1977.

È stato proprio uno dei suoi lavori più apprezzati ad aver portato al fallimento la Maioli: alla fine degli anni Novanta l’azienda ravennate si aggiudicò l’appalto per valorizzare piazza del Plebiscito a Napoli. L’appaltatore non era un ente locale ma una società satellite di un’importante azienda pubblica. L’illuminazione di quella piazza oggi è citata come uno dei lavori di pregio della Maioli ma nel 2003 un’indagine interna alla stazione appaltante portò al blocco dei pagamenti. Si parla di una cifra attorno ai 5 milioni di euro e solo dopo due anni, attraverso un accordo tra le parti, si arrivò ad una soluzione. La Maioli incassò meno del dovuto ma i problemi non erano finiti perché a quel punto fu lo Stato a presentare il conto: c’era da pagare l’Iva sulle fatture emesse, anche quelle che non erano state onorate. «Lo Stato – ricorda oggi con amarezza un ex dipendente che preferisce non comparire con nome e cognome – non fece sconti e pignorò anche i crediti dell’azienda presso terzi. Poi arrivò la crisi e la Maioli non si riprese più». Nel frattempo anche le banche strinsero i cordoni della borsa.

L’illuminazione del circuito di Singapore fu il canto del cigno di una ditta che si era già fatta conoscere nel mondo, portando la luce in alcune aree archeologiche di pregio come la Valle dei Templi ad Agrigento o Pompei. A Ravenna è stata la Maioli ad illuminare il complesso di San Vitale e la zona dantesca. «Il lavoro a Singapore non fu sufficiente a fermare la crisi economica. Mi chiedo ancora cosa abbia guadagnato lo Stato da quella vicenda: alla fine non incassò quanto doveva e cento dipendenti rimasero senza lavoro». L’azienda ravennate era un’eccellenza del settore e quasi tutti si sono ricollocati. Lo stesso fondatore, grazie all’esperienza accumulata, si era ritagliato in città un ruolo da consulente: l’illuminazione del Darsena Open Show del 2015, ad esempio, era stata curata da lui che – nel 2003 – aveva ripensato all’illuminazione nella testata del Candiano.

Oggi però il mercato non è più quello di prima: «Le commesse di oggi – dice l’ex dipendente – non sono nemmeno paragonabili a quelle antecedenti al 2008. Quelle cifre ce le sogniamo, non soltanto negli appalti pubblici ma anche tra i privati. È un altro mondo, come se ci fosse stata la guerra in mezzo». Vale la pena ricordare come l’azienda descriveva il suo lavoro nel sito aziendale: “Nell’eterna lotta tra la luce e il buio noi facciamo sì che entrambi possano esprimere al meglio le forme architettoniche affinchè i monumenti illuminati siano in grado di raccontare la loro storia di testimoni della nostra vita passata, presente e futura”.

L’Olimpia Cmc si sveglia a mezzanotte (e passa): è un tiebreak che vale la finale

Volley Serie B1 femminile / Dopo più di due ore di battaglia, con il prologo del cambiamento della sede di gioco, le ravennati espugnano in cinque set Perugia e si qualificano per l’atto conclusivo dei playoff da disputare contro l’Acca Montella

Perugia-Olimpia Cmc Ravenna 2-3
(25-19, 18-25, 14-25, 26-24, 10-15)
TUUM PERUGIA: Martinuzzo 6, Gorini 6, Catena 15, Cruciani 2, Minati 5, Porzio 17, Chiavatti (L); Puchaczewski 2, Stincone, Gaggiotti. Ne: Mearini, Tiberi, Ragnacci, Santibacci (L). All.: Bovari.
OLIMPIA CMC RAVENNA: Babbi 15, Assirelli 9, Lancellotti 3, Rossini 14, Neriotti 17, Benazzi 11, Panetoni (L); Laghi, Peretto 4, Bandini. Ne: D’Aurea, Dametto. All.: Breviglieri.
ARBITRI: Di Bella e Galia.
NOTE – Perugia: bs 11, bv 2, errori 24, muri 8; Olimpia Cmc: bs 10, bv 8, errori 30, muri 14. Durata set: 31’, 30’, 27’, 34’, 20’ (tot. 142’).

RIMINI 8/05/2017. VOLLEY PALLAVOLO FEMMINILE PLAY OFF B1. OLIMPIA CMC RAVENNA PERUGIA
Una esultanza delle giocatrici dell’Olimpia Cmc

È terminata a mezzanotte e mezza, dopo più di due ore di battaglia, la partita dell’Olimpia Cmc, che ha sconfitto al tiebreak Perugia e accede alla finalissima dei playoff contro le irpine dell’Acca Montella. La gara è iniziata con oltre un’ora e mezza di ritardo a causa del cattivo funzionamento dell’impianto di illuminazione del palazzetto Pellini, con la partita che è stata disputata nella vicina palestra Aldo Capitini. Dopo aver vinto la gara di andata disputata mercoledì al PalaCosta, le ravennati si ripetono in casa di una mai doma Tuum e lo fanno al termine di una sfida infinita e ricca di colpi di scena.

Cambi di campo a parte, la squadra di Breviglieri si trova sotto di un set, riesce a ribaltare il risultato, nella quarta frazione non sfrutta ben tre match ball, ma alla fine, nel tiebreak decisivo, chiude la sfida a suo favore, mostrando grandissimo carattere e sfruttando al massimo la belle prestazioni delle centrali Neriotti e Assirelli. La serie finale con il Montella comincerà il prossimo weekend (sabato 3 o domenica 4 giugno) in casa delle avellinesi, mentre il ritorno è in programma mercoledì 7 giugno al PalaCosta. Eventuale spareggio ancora in trasferta il 10 o l’11 giugno.

Sestetti titolari Non ci sono variazioni nelle due formazioni rispetto all’andata del PalaCosta, con il tecnico Bovari che disegna la sua Tuum con la palleggiatrice Gorini in diagonale con Minati, Catena e Porzio di banda, Cruciani e Martinuzzo al centro e Chiavatti libero. Il coach Breviglieri risponde schierando Lancellotti in regia, Benazzi opposto, Babbi e Rossini schiacciatrici, Neriotti e Assirelli centrali e Panetoni in seconda linea.

Primo set L’Olimpia Cmc conduce fino all’8-9 a firma di Assirelli, poi si blocca e viene colpita da Catena e Minati: 12-9. Babbi supera le perugine (15-16) ma è un fuoco di paglia, perché le padrone di casa rispondono con Gorini (18-16) e Minati (22-19), chiudendo senza affanni: 25-19.

Secondo set Le ravennati scattano sul 2-6 con Rossini, Perugia reagisce con Cruciani e Catena: 10-11. Assirelli e due errori di Puchaczewski provocano un altro break (11-15), mentre Catena regala il 16-22. Babbi (17-24) e l’errore al servizio di Gorini fanno il resto, con il conto dei set in parità: 18-25.

Terzo set I numerosi errori delle umbre spingono la squadra di Breviglieri sul 3-8, poi è Rossini a mettere a terra la palla del 6-13. Minati avvicina la Tuum (9-13), Benazzi però la allontana di nuovo in due occasioni: 11-16 e 12-19. Accumulato un tale vantaggio, l’Olimpia Cmc fugge con Peretto (13-24) e si aggiudica la frazione alla seconda occasione: Martinuzzo sbaglia il servizio (14-25).

Quarto set C’è equilibrio fino al 12-12, quando Martinuzzo e Porzio spingono sul 15-12 le padrone di casa, acciuffate però da Neriotti sul 18-18. La centrale realizza due ace di fila per il 21-24, ma l’Olimpia Cmc vede sfumare i tre match point a causa delle giocate di Porzio e Catena e dell’attacco sbagliato di Babbi: 24-24. Porzio piazza un ace e Gorini un muro, con le perugine che esultano per il pareggio: 26-24.

Tiebreak Neriotti e Babbi suonano la carica (0-3), Martinuzzo e Gorini rispondono: 6-4 e time out Breviglieri. Assirelli e l’errore di Martinuzzo invertono la tendenza (6-7) e Lancellotti tira fuori dal cilindro il punto del 7-10. Rossini e la battuta sbagliata di Catena mantengono il gap (9-12), poi è il muro di Peretto su Puchaczewski a spaccare in due la frazione decisiva: 9-13. Porzio è l’ultima ad arrendersi (10-13), con il servizio di Cruciani che regala il 10-14 e l’attacco finale di Assirelli che fa esplodere la gioia delle ravennati: 10-15.

Punti nascita, l’Ausl risponde ai medici: «A Faenza e Lugo la sicurezza è garantita»

L’ordine e le società di pediatri e neonatologi sono convinti che servano almeno mille parti all’anno per avere i livelli di sicurezza più elevati ma solo Ravenna ha questi numeri

1428909714409.jpg«Nei punti nascita di Lugo e Faenza, pur in un contesto di numero di parti in costante riduzione, la questione della sicurezza di quelli che attualmente vi si effettuano è tenuta sotto costante ed attento monitoraggio». L’Ausl Romagna interviene con alcune precisazioni che ritiene necessarie all’indomani delle questioni sollevate in una conferenza stampa tenuta dall’ordine dei medici e dalle società scientifiche di Pediatri e Neonatologi.

Dai medici arriva una richiesta di mantenere in funzione solo i punti nascita che raggiungono almeno mille parti all’anno, soglia ritenuta necessaria perché il personale accumuli l’esperienza necessaria per operare in sicurezza. In provincia i punti sono tre: nel 2016 Ravenna ha raggiunto 1.408 parti, 639 a Faenza e 602 a Lugo.

«Si condividono naturalmente dal punto di vista strettamente clinico e tecnico – scrive l’Ausl in una nota – i dati derivanti dalle linee guida di settore, in merito alle soglie di sostenibilità dei punti nascita e ai requisiti necessari per lo svolgersi del parto in sicurezza, tant’è vero che, come emerge anche dal Piano di Riordino Ospedaliero per la Romagna approvato dalla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria il 9 gennaio scorso, si sta realizzando un programma mirato ad ulteriormente qualificare e rendere più sicuro e razionale il quadro dell’offerta sanitaria relativa alle nascite, nel Ravennate e in tutto il territorio romagnolo».

L’Ausl sottolinea che i livelli di sicurezza sono garantiti dalla presenza in entrambi i punti, di tutti i requisiti previsti dalle normative, che prevedono fra l’altro la presenza di un pediatra nell’arco della 24 ore: «I pediatri operanti appartengono tutti alla medesima equipe che lavora a rotazione negli ospedali di Ravenna, Lugo e Faenza, assicurando in questo modo il mantenimento di adeguati standard di competenza professionale». Inoltre, per ovviare in questi mesi ad una carenza del personale pediatrico necessario dell’equipe di Ravenna, e in attesa del perfezionamento delle pratiche per ulteriori reclutamenti in corso, si è ricorsi ad una integrazione nella turnistica con pediatri provenienti dagli altri territori aziendali: «Questa azione organizzativa, ben lungi dal rappresentare un pericolo o un depotenziamento delle altre Pediatrie, dimostra invece il grado di responsabilità e di maturazione raggiunti dall’organizzazione e da tutte le Pediatrie aziendali, che agiscono, così come sta già accadendo in altre discipline, solidalmente come un “corpo unico”, intervenendo in aiuto di chi può trovarsi momentaneamente in difficoltà».

La questione ha sollevato anche reazioni politiche. Andrea Liverani, consigliere regionale della Lega Nord, non ci sta: «Da anni mi batto affinché le sedi che ora rischiano la chiusura vengano maggiormente tutelate. Da anni segnalo, con atti ufficiali, i gravi disagi riscontrati, come l’assenza del pediatra di notte e di posti letto dedicati ai bimbi, così costretti a condividere le stanze con gli adulti. La responsabilità principale è di chi  ha amministrato e amministra questi territori e della Regione: tutti insieme si sono distinti per un devastante immobilismo che ha lasciato campo libero all’Asl. Con questi risultati: il rischio che anziché fare politiche di incentivo alle nascite, si chiudano le strutture dove partorire».

Campo da gioco e maxi schermo per la Juve: tre giorni di calcio in piazza Kennedy

Torna l’iniziativa dell’associazione Ravenna Football Club dal 2 al 4 giugno: un rettangolo per partite 5 contro 5 e una gabbia 3 contro 3

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Un’immagine del campo di calcio allestito in piazza del Popolo nel 2016

Un campo da calcio a cinque, una gabbia per sfide tre contro tre e un maxi schermo per la finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid. Dal 2 al 4 giugno piazza Kennedy a Ravenna sfodera la sua anima calcistica grazie all’associazione Ravenna Football Club che ripropone l’iniziativa realizzata un anno fa in piazza del Popolo. Sarà una tre giorni dedicata alle famiglie, agli sportivi e ai semplici curiosi.

Si comincia il 2 giugno con l’inaugurazione della manifestazione alle 18.30 e a seguire le partite tra le varie categorie professionali del “Torneo dei Mestieri”. Il 3 giugno invece il campo da calcetto sarà a disposizione di chi volesse scendere in campo in una location diversa dal solito (per prenotare il campo: info@ravennafc.it oppure 345-5602246). Alle 20 l’esibizione dei giocatori del Ravenna che, dopo aver vinto il campionato e riconquistato la Lega Pro, arriveranno da Fermo dove stanno disputando la Poule Scudetto di serie D. Sarà l’occasione per salutare tutti i tifosi appena prima del fischio d’inizio sul maxi schermo del match di scena a Cardiff tra Juve e Real che assegnerà la Champions League. Infine uk 4 giugno il “Torneo della Cantera” che vedrà affrontarsi i ragazzi delle squadre giovanili ravennati in quella che sicuramente sarà una bella vetrina per eventuali campioni del futuro.

Grazie alle collaborazioni con il locale Fellini Scalino Cinque e i negozi Sporty Store e Merli Sport, il villaggio sportivo sarà completatocon un punto ristoro e uno stand dove verranno stampate in tempo reale le t-shirt personalizzate dell’evento.

Il portafoglio degli enti pubblici locali è più veloce

Migliorano i tempi di pagamento dei fornitori. E il Comune di Ravenna ha cancellato le misure che riducevano le possibilità di investimento

SoldiA Solarolo sono i pagatori più veloci, a Faenza i più lenti. Ravenna è puntuale, mentre Cervia nel 2015 era stata inserita tra i 500 comuni più virtuosi in Italia. In generale, almeno guardando gli indicatori pubblicati sui siti istituzionali, gli enti locali quanto a velocità nel saldare i debiti con i fornitori non se la cavano male e – rispetto al passato – le performance sono migliorate non poco.

I dati
Prendiamo Faenza. La città manfreda è oggi il Comune più lento tra i diciotto della provincia: la media ponderata dice che un fornitore deve aspettare fino a 18 giorni in più rispetto alla scadenza della fattura per avere il dovuto. Si partiva però da una situazione disastrosa: nel 2014 l’indicatore segnava 60 giorni, nel 2015 si era riusciti a scendere a 32. Vedendo il bicchiere mezzo pieno, insomma, a Faenza possono ben dire di aver fatto progressi. Dagli indici di tempestività dei pagamenti, emerge che gli enti più piccoli sono anche quelli più virtuosi. In generale gli appalti sono più snelli e, di conseguenza, i tempi sono più veloci. Avvertenza necessaria: quella della tabella in questa pagina è una media ponderata che rapporta l’anticipo o il ritardo dei giorni di pagamento di tutte le fatture pagate all’importo complessivo dei lavori assegnati durante l’anno. Tra i migliori  del 2016 c’è Solarolo (-23), Sant’Agata di Santerno (-14), Fusignano (-10). Per quanto relativamente piccoli, gli appalti di questi Comuni vengono pagati ai fornitori con un bell’anticipo. Oltre a Faenza, paga con leggero ritardo Russi (1,5 giorni) mentre il Comune di Ravenna nel 2016 ha pagato praticamente sempre in tempo, tanto che l’indicatore si è fermato a 0,65, in diminuzione rispetto a tre anni fa quando viaggiava attorno a quota quattro. In linea di massima oggi gli enti locali ravennati – come spiega Antonello Piazza di Confartigianato nelle pagine che seguono – possono definirsi virtuosi, a differenza di quelli statali i cui ritardi arrivano anche a superare i sei mesi.
Oltre agli enti locali, vale la pena analizzare anche i dati delle altre maggiori stazioni appaltanti del territorio. Autorità Portuale è in linea con le date delle fatture (-0,61 giorni) mentre l’Ausl ritarda di circa una settimana. Forse anche a causa delle note difficoltà di bilancio, la Provincia continua ad arrancare (11,95 giorni di ritardo). La Camera di Commercio, infine, sembra aver pochi problemi di liquidità: i pagamenti da viale Farini arrivano due settimane prima della scadenza.

Difficoltà superate
Se oggi la situazione pare positiva, va ricordato che negli anni passati i problemi non sono mancati. Per arrivare a questo risultato nel Comune di Ravenna si è passati attraverso manovre quasi emergenziali, messe in atto a partire dal 2011, quando la stretta sui conti pubblici ha avuto un effetto domino micidiale per l’economia del territorio. L’ottobre di quell’anno la giunta di Fabrizio Matteucci si riuniva per varare una serie di iniziative che dovevano garantire la tempestività dei pagamenti. Si stabiliva in sintesi un plafond annuo a disposizione dei servizi finanziari dell’amministrazione e le esigenze di pagamento che andavano a sfondare il tetto massimo potevano essere soddisfatte attraverso le cessioni di credito pro soluto. In buona sostanza, l’azienda poteva presentarsi in un istituto bancario cedendo il credito verso l’ente appaltante e ottenendo immediata liquidità. Le misure prese dal Comune servivano a non sforare le strette maglie del patto di stabilità imposto dallo Stato e davano una stretta anche agli investimenti, perché l’amministrazione avrebbe autorizzato l’inserimento di nuovi interventi nel piano annuale soltanto se davvero necessari (ad esempio lavori pubblici di somma urgenza o per la sicurezza) oppure a costo zero per le casse dell’ente (project financing, opere finanziate da terzi, permute). Che le cose siano migliorate è certificato non soltanto da questi dati ma anche da un atto ufficiale che, ad inizio anno, è stato sottoscritto dalla giunta. Nel frattempo è cambiato il sindaco ma non l’assessore al Bilancio.
Così Valentina Morigi ha avuto la soddisfazione di cancellare lei stessa quelle misure, giustificando questa scelta citando la velocità del pagamento dell’ente. Era il 2 gennaio scorso quando Morigi spiegava ai colleghi assessori che «l’ente gode tradizionalmente di un’ottima condizione di liquidità» e l’ultimo indicatore trimestrale restituiva un risultato pari a -3,21 giorni che descrive una «elevata virtuosità dell’ente». La giunta metteva così nero su bianco che il contesto è oggi «meno problematico» per cui si può tornare all’ordinario piano di investimenti, abrogando le misure prese cinque anni e mezzo fa. Dato che il Comune di Ravenna è una delle principali stazioni appaltanti (al 31 dicembre del 2016 c’erano debiti per 12 milioni di euro, con 212 aziende creditrici) questa decisione potrebbe essere una boccata d’ossigeno per l’economia locale.

I più virtuosi in Italia
Esiste anche una classifica dei 500 enti più virtuosi d’Italia. La stila il Ministero delle Finanze e, al suo interno, troviamo tre realtà territoriali ravennati. Per la sua indagine il governo ha preso in considerazione il lasso temporale dal primo luglio 2014 al 31 dicembre 2015. La migliore è il Comune di Cervia (che si posiziona tra i primi trecento), che paga mediamente a trenta giorni dall’emissione della fattura e con nove giorni d’anticipo (i dati si riferiscono al 2015 in questo caso, per questo si differenzia rispetto al dato della tabella). Bene anche l’Unione dei Comuni e la Capitaneria di Porto (due giorni in anticipo). Per essere presi in considerazione è necessario, oltre naturalmente al trasmettere i dati al Ministero, ricevere più di mille fatture per un importo complessivo superiore a un milione di euro. Fattore, questo, che permette di sfrondare la classifica dai territori più piccoli, con tempi di pagamento virtuosi ma importi poco significativi.

Pulizie multiservizi e turismo, sciopero il 30 maggio per il rinnovo contrattuale

Presidio in piazza del Popolo a Ravenna dalle 10.30 alle 12. Il 4 giugno sciopereranno gli addetti  della ristorazione veloce

Lavoro Stagionale1I lavoratori del settore delle pulizie multiservizi e del settore turismo (ristorazione collettiva, pubblici esercizi e agenzie di viaggio) in provincia di Ravenna sciopereranno il 30 maggio con un presidio in piazza del Popolo a Ravenna dalle 10.30 alle 12. Nella giornata di domenica 4 giugno, in tutta l’Emilia-Romagna, sciopereranno gli addetti  della ristorazione veloce, autostradale e urbana (Autogrill, My Chef, Chef Express, Hermes, Sarni). La motivazione è «il prosieguo della battaglia, contro le aziende e le associazioni datoriali che persistono nel non rinnovare i contratti nazionali di lavoro, proponendo soluzioni irricevibili sia sul piano economico che normativo». I sindacati che hanno indetto lo sciopero promettono che avvieranno «nuove e capillari modalità di contrasto che consisteranno nel dare vita ad una campagna straordinaria di carattere vertenziale».

L’iniziativa arriva dopo la giornata di mobilitazione plurisettoriale nazionale dello scorso 31 marzo, «che ha visto un’altissima adesione allo sciopero e partecipazione alla manifestazione svoltasi a Roma». Filcams Cgil Fisascat Cisl Uiltucs e Uiltrasporti comunicano il proseguimento delle iniziative di lotta per dare sostegno alle rivendicazioni, per il rinnovo dei contratti nazionali dei settori delle pulizie-multiservizi e del turismo, pubblici esercizi, ristorazione collettiva e agenzie viaggio, scaduti da oltre 49 mesi.

«In molte realtà dell’Emilia-Romagna e d’Italia è già in atto il blocco della flessibilità, degli straordinari e dei supplementari e sono state programmate le 8 ore di sciopero articolate a livello territoriale con l’obiettivo di avere la più alta incisività per raggiungere il rinnovo dei contratti».

 

Rissa nella movida, i carabinieri calmano gli animi con lo spray al peperoncino

Tre persone arrestate, le ultime rimaste ancora a pestarsi quando sono arrivati i militari.

(Foto di repertorio)

Anche all’arrivo dei carabinieri hanno continuato a suonarsele e solo quando i militari hanno usato lo spray al peperoncino si è messo fine al parapiglia. Tre uomini – due romeni di 36 e 31 anni e un italiano di 45 tutti residenti nel Cervese con diversi precedenti – sono stati arrestati a Milano Marittima nella notte tra giovedì e venerdì per rissa aggravata. I tre in manette sono quelli rimasti a picchiarsi di un gruppo più numeroso: verso l’1 di notte al 112 è arrivata la segnalazione di una rissa in corso in viale Milano nei pressi di uno street bar.  Uno dei due romeni è uscito illeso mentre per gli altri due partecipanti il referto del pronto soccorso parla trauma cranico, ferite multiple lacero contuse e una caviglia fratturata: prognosi di 18 e 30 giorni.

Dai primi accertamenti sembra che i romeni stessero passando per strada quando, a causa di futili motivi, iniziava una discussione con l’italiano, spalleggiato da alcuni suoi amici, degenerata poi in una rissa.  Le indagini sono in corso e, anche attraverso l’analisi dei filmati estrapolati dalle numerose telecamere presenti in quella zona, gli inquirenti stanno cercando di identificare gli altri fuggiti.

Dipinti, chine e acquarelli: la più ampia mostra di Giulio Ruffini a Palazzo Rasponi

Ruffini

È stata inaugurata a palazzo Rasponi dalle Teste, in piazza Kennedy a Ravenna, alla presenza tra gli altri del sindaco Michele de Pascale e dell’assessora alla Cultura Elsa Signorino, la mostra “Giulio Ruffini da collezione” (visitabile fino al 2 luglio).

È la prima grande esposizione dedicata da Ravenna al celebre artista a quasi sei anni dalla scomparsa; scaturita dalla volontà del collezionista Primo Zambrini e della moglie Maria di effettuare una ulteriore donazione alla città di Ravenna di opere di Ruffini e di altri autori, facenti parte della raccolta intitolata al figlio Luca, scomparso in età giovanile.

Alle collezioni comunali del Museo d’Arte della Città di Ravenna sono già pervenuti un nucleo di ben 265 acqueforti del maestro oltre a tre dipinti esposti anch’essi nella mostra che sarà inaugurata venerdì (“Triste presagio” del 1967/69 e due nature morte facenti parte del celebre ciclo sulla “Scomparsa della Romagna” degli anni ’80) unitamente ad opere di altri artisti italiani.

Nella mostra “Giulio Ruffini da collezione” figureranno 38 dipinti di Giulio Ruffini tra i quali alcune tele di grande formato ed altamente rappresentative sul piano stilistico del lungo e mutevole percorso creativo del pittore ravennate, come ad esempio “Anche i bambini”, noto anche come “La fucilazione” del 1955, “Lo spaventapasseri” e “Italia allo specchio” degli anni ‘60 e ’70. Numerose sono le opere mai prima esposte al pubblico. In esposizione anche una selezione di opere grafiche, disegni a china e ad acquarello.

«Giù le mani dai nostri figli». Genitori in corteo contro il decreto sui vaccini

A Cervia manifestazione per chiedere libertà di scelta. Decine di persone arrivate anche da città vicine

Decine di persone hanno manifestato pacificamente ieri – giovedì 25 maggio – di fronte all’ospedale di Cervia contro il decreto legge che reintroduce l’obbligatorietà delle vaccinazioni a scuola. Con striscioni, megafoni e manifesti, genitori provenienti anche da città vicine hanno in particolare puntato il dito contro una presunta incostituzionalità del decreto, all’insegna dello slogan “La scuola è aperta a tutti”.

A organizzare il corteo una mamma (che non ha naturalmente vaccinato i figli), Simona Abbondanza, insieme ai «genitori di Cervia» – ci dice – in maniera indipendente da associazioni e comitati. «Questo decreto – dichiara – va a ledere la libertà di scelta dell’individuo e del diritto all’istruzione, garantiti dalla Costituzione».

I genitori non vogliono passare per “anti vax” ma chiedono, in particolare, libertà di scelta e nessuna imposizione dall’alto.

Ex circoscrizioni, al Mare comanda la Lega, votata anche da sinistra: «Ecco perché»

La nuova presidente è Roberta Mingozzi del Carroccio grazie anche al voto della consigliera di Ravenna in Comune, che spiega: «Astenersi avrebbe significato continuare all’insegna di quello che non è stato fatto in questi anni dal Pd…»

Robertamingozzi
La nuova presidente del consiglio territoriale del Mare, Roberto Mingozzi della Lega Nord

«Talmente di sinistra da arrivare a destra». Questa la frecciata lanciata su Facebook dal segretario comunale del Pd, Alessandro Barattoni, all’indomani della discussa elezione di Roberta Mingozzi della Lega Nord a capo del consiglio territoriale del Mare. Se è vero che si tratta di un organo solamente consultivo e che il presidente non può spostare concretamente gli equilibri del parlamentino (stiamo parlando delle ex circoscrizioni del comune di Ravenna), infatti, è pur sempre vero che politicamente si tratta di una novità in ambito cittadino. A finire nel mirino della maggioranza di centrosinistra capitanata dal Pd è stata in particolare Ravenna in Comune, la lista civica che si è presentata alle elezioni amministrative dell’anno scorso “a sinistra” del Pd e che ha votato comunque – da qui lo sfogo di Barattoni – un’esponente di un partito di destra come la Lega Nord.

A difendere la scelta è stata prima di tutto nell’articolo pubblicato sul nostro settimanale prima ancora dell’assemblea Raffaella Sutter, l’ex candidata a sindaca della lista, che ha spiegato come l’orientamento sia quello di votare il candidato dell’opposizione in nome dell’alternanza, per evitare il monocolore delle presidenze nei consigli territoriali.

Il portavoce di Ravenna in Comune, Massimo Manzoli, in procinto di entrare in consiglio comunale proprio al posto della Sutter, entra nel merito. «Visto il risultato elettorale che vede metà seggi a opposizione e metà a maggioranza, è giusto che in certi consigli la presidenza vada all’opposizione. Ancora di più in un ambito, i consigli territoriali, che non hanno funzionato e non funzionano. Credo sia quindi giusto favorire l’alternanza», dice Manzoli, che poi però sottolinea: «La votazione per la presidenza è un atto istituzionale e come tale va considerato. Le politiche di Ravenna in Comune sono sempre state molto chiare fin dalla nascita del progetto e dagli atti portati avanti dalla consigliera Sutter in questi mesi. E come inizierà la vera attività politica, anche nei consigli territoriali continueremo in totale libertà, senza accordi politici, a portare avanti le nostre idee e i nostri punti fondanti. Inoltre, volutamente né Raffaella (Sutter, ndr), né Dora (Casalino, altra portavoce della lista, ndr), né io, siamo andati alle riunioni: un gesto anche per dimostrare totale fiducia ai nostri consiglieri territoriali. Credo sia pessimo vedere consiglieri comandati da capi partito presenti fisicamente o altri chiamati a raccolta per evitare strane assenze». E per questo motivo, abbiamo contattato direttamente la consigliera di Ravenna in Comune che ha votato la consigliera della Lega Nord. «I Consigli Territoriali, così come sono, non funzionano – ha poi scritto anche su Facebook Simonetta Scotti –. Alla luce delle passate legislature, in cui i consigli erano guidati dalle forze di maggioranza, si può dire che la primaria funzione di questi organismi territoriali sia stata via via svilita e caratterizzata, per lo più, da mancanza di confronto fra i consiglieri, da indifferenza nei riguardi dei bisogni della popolazione residente e delle realtà produttive e associative locali e da mancanza di vera volontà nel creare un dialogo costruttivo fra cittadini e istituzioni. Per recuperare l’originaria funzione dei Consigli Territoriali mi sembra necessario un forte gesto di discontinuità, che possa rompere schemi e assetti che il Pd continua a dare per scontati, nonostante il forte ridimensionamento elettorale che ha avuto alle Amministrative».

«Una volta conclusa la fase della costituzione degli organi dei Consigli – termina Scotti –, inizierà finalmente l’attività di queste istituzioni, e l’attività di Ravenna in Comune parlerà per noi: continueremo a perseguire gli obiettivi del nostro programma, proposti ai cittadini in occasione delle elezioni amministrative, anche a livello territoriale. Da cinque anni vivo a Lido Adriano per scelta, e da cittadina attiva mi occupo di problematiche ambientali e sociali: il nostro mare ha davvero bisogno di rilanciare il proprio patrimonio ambientale, la propria economia (tramite lo sviluppo di un turismo ecocompatibile), il benessere di chi al mare vive e lavora e di sostegno alle tante realtà associative presenti nei nostri lidi. Questo il nostro programma, fatto di obiettivi che il Pd, almeno nei lidi, non ha mai perseguito: i risultati sono la cementificazione selvaggia, il disinteresse per la ricchezza ambientale, la creazione di ghetti, il menefreghismo nei confronti delle varie forme di degrado, la messa a rischio costante della sopravvivenza delle realtà associative. Astenersi alla votazione del Presidente del Consiglio avrebbe significato continuare tutto questo».

La presidente Roberta Mingozzi è stata eletta in seconda votazione con 10 voti favorevoli (oltre a Ravenna in Comune quelli dei consiglieri di Lega Nord, Forza Italia, Lista per Ravenna e CambieRà) mentre il resto dei consiglieri si è astenuto. La vicepresidente (Silvana Piolanti del Pd) è stata eletta in prima votazione con 19 voti favorevoli (astenuta La Pigna).

La lettera di insediamento della nuova presidente del Consiglio territoriale del Mare, Roberta Mingozzi

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