giovedì
14 Agosto 2025

Coop Acmar in concordato, licenziamenti dal 18 maggio: 104 esuberi su 207 occupati

Accordo mancato tra sindacati e direzione aziendale: 120 giorni di tempo per le comunicazioni ai singoli lavoratori. Il 18 maggio di un anno fa stessa sorte per Iter

Edil7L’ultimo incontro tra sindacati e direzione dell’Acmar, cooperativa edile alle prese con una procedura di concordato, andato in scena il 5 maggio si è concluso con la sottoscrizione di un verbale di mancato accordo con l’impegno della coop a procedere alle comunicazioni di licenziamento con decorrenza del preavviso non anteriore al 18 maggio. Quel giorno per molti lavoratori sarà l’ultimo di lavoro.

La procedura che la cooperativa Acmar aveva aperto all’inizio di marzo, dopo la conclusione dei quattro mesi di cassa integrazione in deroga previsti dalla normativa regionale, prevede un esubero complessivo di 104 lavoratori sui 207, tra operai e impiegati, attualmente occupati nelle sedi di Ravenna. Pertanto dalla conclusione con esito negativo della procedura prevista per i licenziamenti collettivi ora la cooperativa ha tempo 120 giorni per comunicare ai singoli lavoratori il licenziamento.

Il giorno 5 maggio si è svolto l’incontro istituzionale convocato dalla Agenzia regionale per il lavoro a Ravenna, ultima fase prevista dalla normativa dopo la conclusione con esito negativo dei 45 giorni di confronto sindacale. In questa sede le parti alla presenza di Andrea Panzavolta, dirigente dell’Agenzia regionale, hanno ribadito le proprie posizioni e si è constatata l’impossibilità di un accordo.

«C’è grande rammarico per come si chiude questa vertenza; – dichiarano i rappresentanti sindacali di Feneal, Filca e Fillea della provincia di Ravenna – gli esuberi si potevano evitare utilizzando la cassa integrazione straordinaria per crisi, ma la cooperativa si è sottratta alla verifica della fattibilità del percorso in sede ministeriale e ha rinnegato il proprio ruolo sociale di tutela dell’occupazione nel territorio. Con l’utilizzo della cassa integrazione, inoltre, diverse persone sarebbero traghettate al pensionamento in considerazione delle nuove norme previste nei decreti di prossima emanazione. Per la città di Ravenna e per la crisi che sta attraversando il settore edile questa vicenda finisce nei peggiore dei modi, in quanto il dramma sociale dei licenziamenti difficilmente troverà risposte di ricollocazione anche se come organizzazioni sindacali saremo impegnati fin da subito per dare risposte a questi lavoratori e chiaramente continueremo il confronto con la cooperativa per verificare la continuità dell’organico che rimarrà. Il 18 maggio è una data triste per il territorio ravennate e la cooperazione edile in quanto proprio nella stessa data di una anno fa ci furono i licenziamenti della cooperativa Iter di Lugo».

Torna l’enogastronomia in piazza Kennedy con il Mercatino Regionale Piemontese

Formaggi, tartufi, vini, salumi di produttori selezionati, dal 19 al 21 maggio in centro a Ravenna

MercatinoAncora un appuntamento enogastronomico in piazza Kennedy, a Ravenna, che ospiterà dal 19 al 21 maggio il Mercatino Regionale Piemontese, fiera itinerante con produttori selezionati specializzati in prodotti tipici dell’enogastronomia piemontese.

Tra gli stand sarà possibile trovare formaggi d’eccellenza, con riconoscimenti Dop quali Castelmagno, Bra, Testun; e ancora: i tartufi di Alba, vini come dolcetto, nebbiolo, moscato d’Asti e salumi delle langhe. Sarà proposto inoltre un vasto assortimento di pasta fresca, dolci tipici piemontesi, nocciole, cioccolato artigianale, miele, funghi freschi, frutta, riso, marroni di Cuneo e confetture.

Parte integrante del mercatino è il percorso de “I giochi di una volta”.

La Reale invasa dai conigli: segnalazioni dagli automobilisti, animalisti in allerta

Chi viaggia sulla strada che collega Ravenna a Camerlona li nota sul ciglio della strada, i residenti e lavoratori della zona fanno i conti con tane in giardino e piante danneggiate nei campi. Colonia cresciuta da una coppia regalata a una bambina?

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Foto repertorio

Gli automobilisti di passaggio lo chiedono spesso al benzinaio: «Vorrebbero sapere da dove vengono tutti quei conigli che vedono sul ciglio della strada, li vedo anche io ma non ne ho idea come arrivino lì». Stanno a lato di via Reale, per un tratto di qualche centinaio di metri tra Ravenna e Camerlona all’altezza dello stabilimento Italfrutta. Stanno lì tra l’erba a una spanna dall’asfalto su cui sfrecciano auto e camion: «Secondo me certe volte saranno stati anche una cinquantina tutti insieme», racconta un residente in una delle abitazioni vicine. Che si pone la stessa domanda: «Da dove vengono? Si dice che siano una colonia cresciuta spontaneamente nelle campagne attorno a un casolare abbandonato».

Qualche automobilista ha segnalato la cosa alla redazione e ha informato le autorità, alcune associazioni animaliste si stanno interessando alla vicenda: il timore è che possano diventare un potenziale rischio per la circolazione stradale ma anche una presenza dannosa per le coltivazioni nei campi circostanti, senza dimenticare la questione di igiene pubblica. Le pagine di cronaca degli ultimi anni riportano i casi di Faenza e Forlì, per citare quelli più noti nelle vicinanze, dove le colonie presenti nei parchi pubblici hanno contratto la mixomatosi rendendo necessari impegnativi interventi delle autorità, Ausl e Comuni, per la cattura e l’abbattimento o la vaccinazione. Per non dimenticare il caso dei daini a Fosso Ghiaia.

Basta posteggiare l’auto nel cortile antistante alle poche abitazioni nel tratto di via Reale e quando si scende è tutto un fuggi fuggi di conigli, di vari colori, di varie misure. Stanno sui campi, nei fossi, sui prati, nei giardini, sotto i cespugli. Tanti. E i segni si vedono: le tane scavate e le piante danneggiate. Ma da dove vengono gli animaletti della Reale? Tra i lavoratori impegnati nella campagna circola una spiegazione. Sono una colonia proliferata a dismisura nel corso di anni partendo da una coppia presa come animale da compagnia da una famiglia della zona. E in effetti una prima conferma arriva da un residente, l’87enne Paolo Passanti, già proprietario dell’Italfrutta ed ex presidente di Confindustria provinciale: «Molti anni fa regalarono una coppia a mia nipote. Li abbiamo messi in un recinto nel parco di casa e nel corso del tempo sono aumentati di numero: non li mangiamo e sono simpatici da vedere correre in giardino quando gli amici vengono a trovarci. Mangiano quello che trovano in giro e oggi saranno diventati forse una cinquantina nel nostro recinto». Potrebbe essere partita da qualcuno di loro l’espansione: «Magari qualcuno può essere scappato dal recinto e poi… c’è il detto romagnolo riprodursi come i conigli, no? Però non mi risulta abbiano dato problemi a nessuno finora». La famiglia Passanti è proprietaria di svariati ettari di terreno nei dintorni. E qualche danno alle piantagioni però pare esserci stato: «Non è nulla di grave, si può tollerare».

Il perito: «Cagnoni compatibile col carcere». Si spengono le speranze della difesa

Il medico legale ha depositato il suo parere, il giudice non ha ancora sciolto la riserva ma con ogni probabilità il dermatologo resterà in cella

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Matteo Cagnoni con Giulia Ballestri

Matteo Cagnoni può rimanere in cella. A metterlo nero su bianco, secondo quanto riportato oggi dai quotidiani locali, è la perizia disposta dal Tribunale della Libertà di Bologna. Il medico – accusato di aver ucciso la moglie Giulia Ballestri – è stato sottoposto ad una perizia medica vista l’istanza di scarcerazione della difesa.

Secono la relazione del medico legale Matteo Tudini, però, la personalità di Cagnoni è compatibile con il regime di detenzione carceraria. Il tribunale di Bologna non ha ancora sciolto la decisione ma è chiaro che questo parere azzera le speranze della difesa (avvocati Giovanni Trombini e Francesco Dalaiti).

I legali, allegando una perizia dello psicologo Stefano Ferracuti, avevano presentato Cagnoni come una persona con una personalità «fragile». Il dottor Ferracuti aveva in sintesi indicato la detenzione domiciliare come più idonea per il medico 51enne.

Dopo l’etilometro arriva il drogometro: dalla saliva scopre i guidatori sballati

Nuovo apparecchio in dotazione alla polizia stradale di Ravenna: nella prima notte di controlli saltate due patenti. Il risultato del test è immediato

Dopo l’etilometro capace di rilevare la presenza di alcol nel sangue, ora arriva il drogometro capace di individuare tracce di cinque diversi tipi di stupefacenti: si tratta del nuovo strumento in dotazione alla polizia stradale di Ravenna per migliorare i controlli agli automobilisti. E nella prima notte di servizio ha già portato a casa i primi risultati con due patenti saltate a Cervia.

Il funzionamento dell’apparecchio è semplice: attraverso un campione di saliva prelevato con un apposito stick la macchina comunica l’eventuale positività alle droghe, condizione sufficiente per far scattare i provvedimenti. La sospensione per dieci giorni della patente in attesa delle analisi più approfondite dai laboratori di Roma. La particolarità dello strumento è quella di essere in grado di accertare l’eventuale assunzione di droghe nell’arco delle ultime due-tre ore mentre con l’esame delle urine possono rimanere tracce anche a distanza di giorni.

Gli studenti della media “Guido Novello” all’Alighieri con il musical su Pinocchio

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La locandina dello spettacolo

Circa 90 bambini della scuola media Damiano Novello di Ravenna saliranno questa sera sul palco del teatro Alighieri di Ravenna per presentare il musical “Le avventure di un burattino: le promesse vanno sempre mantenute”.

Si tratta del risultato finale di una serie di laboratori tenuti dagli insegnanti della sezione musicale dell’istituto con gli alunni di prima che formano il coro, quelli di seconda che recitano e cantano come solisti e quelli di terza a formare l’orchestra.

Lo spettacolo, come si evince chiaramente dal titolo, è una rivisitazione del celebre Pinocchio e a far da colonna sonora anche il concept album di Edoardo Bennato “Burattino senza fili”, suonato e cantato naturalmente dal vivo.

La scenografia è stata realizzata degli studenti del liceo artistico, in una vera e propria sartoria messa in piedi in un’aula scolastica.

L’Olimpia Cmc nel Lazio per chiudere subito il conto e approdare in semifinale

Volley B1 femminile playoff / Dopo il successo dell’andata, le ravennati domani ad Aprilia (inizio ore 20.30) provano a concedere il bis contro la Giovolley per terminare la serie dei quarti di finale. Coach Breviglieri: «Sfruttare al massimo la nostra carica agonistica»

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Il capitano Francesca Babbi tra le migliori dell’Olimpia Cmc nel successo di domenica

Non c’è tempo per tirare il fiato per l’Olimpia Cmc, che domani sera ad Aprilia (ore 20.30, arbitri Lanza e Rossi) prova a chiudere la serie e approdare così alla semifinale dei playoff di Serie B1 femminile. Dopo aver vinto la gara di andata giocata al PalaCosta, piegando in tre set la Giovolley, nel ritorno dei quarti le ravennati affrontano le agguerrite laziali con la consapevolezza che sarà tutt’altro che una passeggiata. Come spiega il tecnico Marco Breviglieri «domenica scorsa non è stato facile battere un avversario quadrato, che ha lottato e difeso per tutto il match e contro cui non era semplice mettere la palla a terra. Noi abbiamo sbagliato molto, soprattutto all’inizio di tutte e tre le frazioni, e ci siamo spesso trovati sotto nel punteggio. L’atteggiamento delle ragazze però era quello giusto e ha fatto la differenza, così come ha inciso moltissimo il nostro gioco a muro. Mai nel corso della stagione avevamo brillato così in questo fondamentale (ben 17 muri, di cui dieci di Assirelli, ndr), ma il successo è soprattutto il frutto di una bella prova corale della squadra».

La Giovolley ha infatti dimostrato di rappresentare un rivale solido e pericoloso in particolare nella banda Liguori e nell’esperta centrale Corvese, mentre l’opposta Gioia e l’altra schiacciatrice Kranner non hanno fornito grandi percentuali in attacco (nell’ordine 23% e 24% di positività). Le poche alternative in panchina, inoltre, non hanno facilitato il compito del tecnico Federici, che in pratica si trova solo con i due cambi rappresentati dalla palleggiatrice Muzi e dalla banda Liguori, che ha fatto una fugace apparizione nella prima frazione. «Bisogna archiviare la vittoria dell’andata e concentrarsi subito sulla partita di Aprilia. Per le nostre avversarie si tratterà della loro ultima chance, per cui ci renderanno di sicuro la vita ancora più difficile. Dovremo aspettarci qualche cambiamento da parte loro e cercheremo di preparare le eventuali contromosse, sfruttando al massimo la nostra carica agonistica. Sarà necessario dare tutto e provare a chiudere subito il discorso – termina Breviglieri – in modo di avere un weekend di riposo per recuperare energie preziose».

In caso di passaggio del turno l’Olimpia Cmc in semifinale sfiderà la vincitrice della serie che vede coinvolte la Volleyro Casal de’ Pazzi e la Tuum Perugia, con le umbre che hanno vinto la prima gara disputata a Roma in quattro set e che questa sera hanno sul loro campo la possibilità di sfruttare il match point qualificazione. In finale, invece, la formazione che vince la semifinale se la vedrà con la perdente tra Conad SiComputer e l’Acca Montella, con le ‘cugine’ ravennati che si sono aggiudicate 3-1 la partita di andata del PalaCosta (ritorno domenica a Cassano Irpino).

«Cercate quella?», passante indica alla polizia mezzo kg di droga buttata dai pusher

Gettata da un’auto che aveva accostato a bordo strada 50 metri prima di un posto di blocco nel tentativo di evitare il controllo. L’eroina poteva fruttare fino a 20mila euro sul mercato al dettaglio: arrestate due persone

Squadra MobileSi sono accorti del posto di blocco che ancora mancavano una 50ina di metri e hanno accostato a bordo strada, convinti che giocandosela bene avrebbero evitato il controllo e invece gli agenti di polizia appostati, con la collaborazione di uomini in borghese, hanno intimato l’alt e raggiunto la Fiat Multipla con tre persone a bordo: è bastato un controllo e si sono accorti che a terra in strada stava un panetto da mezzo chilo di eroina, segnalato ai poliziotti anche da un automobilista di passaggio in quel momento. L’operazione andata in scena a San Pancrazio di Russi nel pomeriggio di venerdì 12 maggio ha portato all’arresto di due tunisini che vivono in zona e non hanno un lavoro. Addosso avevano anche 2.200 euro in contanti, ritenuti il provento dello spaccio. La vettura è di proprietà di un italiano, noto come assuntore, che era al volante ed è stato ritenuto estraneo alla vicenda, come lui stesso aveva affermato sin dal principio. Pare infatti che stesse dando un passaggio ai due.

Caccia al killer: ricerche estese anche in provincia di Ravenna

Controlli dei carabinieri in alcuni casolari nella zona di Ponte Bastia dopo alcune segnalazioni

Killer Ricercato: Ha 2 Identità,Igor Russo E Ezechiele Serbo
Una foto tratta dal profilo Facebook di Ezechiele Norberto Feher, una delle indentita’ di Igor Vaclavic, il killer che ha ucciso due uomini, Valerio Verri, la guardia ecologica uccisa nel Mezzano per cui indaga la procura di Ferrara (dove hanno rubricato gli atti con il nome di Igor) e quello di Davide Fabbri, il barista freddato nel suo locale a Budrio, per cui la procura di Bologna ha intestato il fascicolo a Ezechiele. L’omicida e’ in fuga nelle zone al confine della provincia di Bologna, Ferrara e Ravenna. +++ATTENZIONE LA FOTO NON PUO’ ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L’AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA+++

Si allarga il raggio delle ricerche per Norbert Feher, il serbo indagato per tre omicidi tra Bologna, Ferrara e Ravenna. La caccia si è estesa proprio a quest’ultima provincia, con controlli dei Carabinieri in alcuni casolari nella zona di Ponte Bastia, al di là del confine ferrarese. C’erano state alcune segnalazioni, che poi non hanno avuto esito, ma in ogni caso all’Arma territoriale si erano aggiunti per le verifiche anche uomini dei reparti speciali, da oltre un mese impegnati nelle operazioni.

I controlli hanno portato all’identificazione di alcuni extracomunitari e al ritrovamento di sostanze stupefacenti, mentre del killer in fuga dal primo aprile ancora non c’è traccia.

È il segno, comunque, che il raggio di azione e di verifica si sta allargando, non limitandosi più unicamente alla ‘zona rossa’ delle oasi di Marmorta e Campotto. (Ansa.it)

 

L’OraSì cerca il bis di vittorie su Verona per continuare a far sognare i tifosi

Basket Serie A2 playoff / E’ già tempo di rivincita tra i ravennati e veneti, che domani sera al PalaCattani si affrontano in Gara2 dei quarti dopo il successo di domenica dei giallorossi. Coach Martino: «Per vincere dovremo fare uno sforzo ulteriore»

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Taylor Smith saluta i tifosi giallorossi al termine del match vinto contro Verona

Si replica domani sera, martedì 16 maggio alle ore 20.30, la sfida tra OraSì e Tezenis, che al PalaCattani di Faenza incrociano i loro destini nella Gara2 dei quarti playoff di Serie A2 (arbitri Andrea Masi di Firenze, Alessandro Costa di Livorno e Alessandro Saraceni di Bologna). I ravennati cercano di bissare il bellissimo successo di domenica e portarsi in vantaggio di 2-0 in vista delle due partite in programma a Verona (19 e 21 maggio), nella lunga serie che vedrà superare il turno la formazione che si aggiudica tre match su cinque. Non sarà facile, in quanto quella gialloblù ha dimostrato più volte di essere una squadra molto pericolosa e capace di qualsiasi impresa, come ribaltare una situazione di grande difficoltà con una big come Biella, vincitrice del girone Ovest.

Questo però non spaventa i giallorossi, che scenderanno sul parquet di quello che ci si aspetta sarà un infuocato PalaCattani con l’obiettivo di continuare a far sognare i loro tifosi. «Vincere Gara1 era molto importante – inizia il coach Antimo Martino – e soprattutto indispensabile per pensare di essere competitivi in questa serie contro una squadra del valore di Verona. Allo stesso tempo però questo risultato non sposta gli equilibri e per questo tutta la nostra attenzione ora è rivolta a Gara 2. Sarà una partita che di sicuro presenterà contenuti diversi, con le due squadre che arriveranno al match con le stesse ore di recupero. Mi aspetto molta più fisicità ed energia da parte degli avversari, ma al di là di questo noi dovremo cercare di fare uno sforzo ulteriore, grazie anche al contributo del nostro pubblico, che mi auguro, come già successo in Gara 1, ci sospingerà a trovare delle importanti energie extra».

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Il tecnico dell’OraSì Antimo Martino

Anche in questo match l’OraSì dovrà con ogni probabilità fare a meno di Marks, cercando nella sua rosa quelle risorse che in questi playoff hanno consentito al team giallorosso di restare molto competitivo. «Il nostro atteggiamento in campo deve rimanere aggressivo e il nostro pensiero deve sempre essere quello di fare qualcosa in più dal punto di vista individuale, per compensare la profondità del roster di Verona. Abbiamo fatto tante cose buone in Gara 1, ma anche tanti errori sui quali dobbiamo mettere più attenzione. Dovremo essere bravi, come non siamo invece stati in occasione dei due break veronesi, a farci trovare pronti quando la fisicità e i contatti degli avversari aumenteranno, perchè sappiamo che Verona può giocare una pallacanestro più fisica – termina Martino – e non subire questa situazione trovando invece subito le giuste contromisure».

La prevendita dei biglietti si effettuerà oggi, dalle 10 alle 13, nella sede di Viale della Lirica, 21. Sarà possibile acquistare i tagliandi anche direttamente al Pala Cattani a partire dalle ore 19. Questi i costi: Intero 10 euro; Under 18 e Over 65 5 euro; Under 14 1 euro.

Farmacie: ricette in calo e politiche nazionali mettono in crisi il settore

Ma le due società pubbliche in provincia chiudono ancora con un buon utile. Intanto i bandi per le nuovi sedi vanno deserti: nell’ultimo ne sono state assegnate solo tre su undici

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Non è un momento facile per le farmacie. Sul banco degli imputati finiscono le politiche sanitarie del ministero e, di riflesso, dell’Ausl Romagna. Preoccupa la flessione dei fatturati: a livello regionale le ricette sono diminuite nell’ultimo anno del 2,34 percento, la spesa netta farmaceutica del 3,9 percento. Le farmacie romagnole hanno assistito ad un calo della spesa farmaceutica pari al 3,7 percento mentre Ravenna si assesta al 3,3 percento.

I dati sono forniti dalla Regione e destano un certo allarme nelle due società che gestiscono le farmacie comunali in provincia (Ravenna Farmacie e Sfera) e i cui bilanci sono al vaglio degli enti territoriali. Il 2016 si chiude positivamente ma se il trend dovesse continuare in questo modo far quadrare i conti nei prossimi anni sarà sempre più difficile. Durissime le parole riservate dall’azienda di Ravenna alle politiche  nazionali: l’attenzione pubblica sembra «rivolta esclusivamente alla riduzione della spesa» che non avviene tramite  un progetto di razionalizzazione ma «solo attraverso la mortificazione di un settore, quello delle farmacie territoriali, visto come vacca da mungere».

Ricette in calo   La causa delle difficoltà delle farmacie è individuata nelle politiche che da Roma sono state imposte negli ultimi anni. In primo luogo «l’aumento del controllo delle prescrizioni dei medici», culminato con il decreto sull’appropriatezza prescrittiva firmato dal ministero della Salute. Misure che Ravenna Farmacie nella sua relazione di bilancio definisce «draconiane» e che «non hanno procurato gli sperati risparmi» e sono andate incontro ad una serie di contestazioni, tanto da essere abrogate a luglio. Il danno per le farmacie è stato notevole: soprattutto perché, decreto o no, le spese sanitarie sono ritenute insostenibili dalle Regioni ed è «facile immaginare che la spesa farmaceutica sia riducibile con sforzo relativamente poco elevato». Da qui il calo del numero delle ricette, pari al 3,03 percento a Ravenna.

Le politiche dell’Ausl   Non è finita qui. A pesare sui conti delle farmacie è anche la strana politica che l’Ausl Romagna sta portando avanti sulla distribuzione dei farmaci. Infatti la nuova direzione generale dell’Ausl – si legge sempre nella relazione di Ravenna Farmacie – «sta spostendo ricette e prescrizioni verso la distribuzione diretta dei farmaci preso le farmacie ospedaliere, di fatto ponendosi in aperta concorrenza con le farmacie territoriali che invece potrebbero, senza pesare sul bilancio della sanità, fornire un servizio molto più soddisfacente e diffuso».

In altre parole, mentre nel resto d’Italia sembra prendere sempre più importanza la Distribuzione per conto (Dpc) Ravenna, dove si aveva un livello molto alto di Dpc, sembra andare nella direzione opposta. L’Ausl «non ritiene infatti questa politica adatta al controllo dei costi». Risultato? Rispetto al 2010 – anno in cui entrò in vigore la Dpc – la spesa convenzionata in provincia è calata del 40 per cento. Sul tema si è aperto un tavolo in Regione ma l’azienda sanitaria sembra non sentirci, scrive Ravenna Farmacie, e anzi «non ha rinunciato ad implementare con ogni mezzo la distribuzione diretta» nonostante «mesi e mesi di estenuante negoziazione».

La situazione a Faenza e Lugo   Gli stessi fattori di difficoltà sono individuati da Sfera, società che gestisce le farmacie pubbliche – 16 in tutto – tra Lugo, Faenza e l’Imolese «Il Servizio sanitario con le sue iniziative sta destrutturando il servizio svolto dalle farmacie sul territorio sottraendogli gran parte delle competenze professionali/farmaceutiche». Così sono «sempre più numerose le farmacie che cominciano a mostrare difficoltà economiche che in alcuni casi portano irrimediabilmente al fallimento. Situazione che, invece, fino a pochi anni fa sembrava impensabile». In regione, la spesa farmaceutica pro capite è di 98 euro contro una media nazionale di 130. Sfera chiude il bilancio con un utile di circa 826mila euro, frutto della scelta di diversificare le entrate affrancandosi dal Servizio Sanitario Nazionale e puntando su un «mix di fatturato» che tocca maggiormente la parte commerciale. I prodotti che hanno segnato la performance migliore nel 2016 sono stati quelli dietetici (+13,78 per cento).

Le nuove farmacie non aprono   Tornando a Ravenna, la prova di quanto oggi il settore sia poco appetibile sarebbe il sostanziale fallimento del decreto Monti che in teoria avrebbe dovuto, tramite una serie di azioni, liberalizzare eliminando – forse lo si ricorderà – il diritto di prelazione dei Comuni ed aumentando il numero delle farmacie. Con questi criteri uscirono i bandi nel 2015 e le prime farmacie sono state assegnate a maggio dell’anno dopo. Non è stato un successo. Su dieci, ne sono state assegnate sette. Ma di queste solo tre hanno poi aperto: a San Pietro in Vincoli, in via dei Poggi e a Lido Adriano. Gli altri hanno rinunciato.

A gennaio del 2017 nuovo concorso, con 11 sedi a bando. Tre assegnate (due a Ravenna, una a Massa Lombarda) ma a questo punto bisognerà aspettare per vedere se apriranno. Di certo, fa notare Ravenna Farmacie, le nuove sedi hanno «inciso negativamente, come previsto, sulle farmacie più vicine». Per fare un termine di paragone, per la farmacia di Santerno nel 2013 concorsero in 150.

Conti in ordine per Ravenna Farmacie   Nonostante le difficoltà, anche i conti delle farmacie comunali  di Ravenna rimangono positivi, con un elevato gradimento da parte degli utenti. Il risultato economico del 2016 «è molto positivo», con numeri «addirittura superiori al 2015». Com’è possibile? Ravenna Farmacie individua nel risultato positivo una serie di azioni: «La formula adottata negli ultimi anni per l’ottenimento di tali risultati si sintetizza nella convergenza da una parte della modernizzazione della nostra offerta commerciale, il miglioramento dei punti vendita, dei servizi, del programma di fidelizzazione, della capacità commerciale dei dipendenti dell’assortimento disponibile nelle farmecie da noi gestite; dall’altra la ricerca continua costante e quasi ossessivo di miglioramento dell’efficienza e di razionalizzazione di tutti gli investimenti». Il bilancio consuntivo dell’azienda ravennate si chiude con un risultato positivo al netto delle imposte di oltre 750mila euro.

All’età di 72 anni è morto Antonellini, amministratore delegato del Molino Boschi

Agronomo, esperto di zootecnica, viveva a San Michele: era noto per l’allevamento di mora romagnola a Zattaglia. Appassionato cultore delle tradizioni culinarie: membro della delegazione di Ravenna dell’Accademia italiana della cucina

Emilio Antonellini

All’età di 72 anni è morto Emilio Antonellini, amministratore delegato del Molino Boschi a Villanova di Ravenna e promotore dell’allevamento di Mora romagnola realizzato con Leonardo Spadoni dell’omonimo molino di Coccolia a Zattaglia di Brisighella.

Nato a Bagnacavallo, viveva a San Michele. Diploma di perito Agrario, laurea in Scienze Agrarie, diploma di Specializzazione in Fitopatologia, ricercatore del Maf, si è occupato di genetica vegetale e animale. Agronomo, dirigente ed amministratore di aziende agricole, zootecniche ed agroindustriali. Delegato onorario della delegazione di Ravenna della Accademia Italiana della Cucina (dal cui sito web provengono le informazioni di questa sintetica biografia).

Allevatore e agricoltore “custode della biodiversità” animale e vegetale di razze e varietà in via di estinzione (mora romagnola, pollo romagnolo, colombo romagnolo, antichi vitigni autoctoni romagnoli). Ultimamente si occupava della conservazione e miglioramento della razza mora romagnola della quale ha costituito a Brisighella il nucleo più importante oggi esistente.

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