mercoledì
27 Agosto 2025

«Nel reparto di Medicina solo un medico per la guardia notturna di 120 posti letto»

Il presidente provinciale dell’ordine segnala le carenze di personale: «Il pubblico non investe. La soluzione sta nelle risorse dei privati»

«Nel reparto di Medicina dell’ospedale di Ravenna c’è un solo medico a coprire il turno di guardia notturno per 120 posti letto. È evidente che si lavora sotto organico e una situazione simile, anche se qualche assunzione è stata fatta, si vive in Chirurgia». Il presidente dell’ordine provinciale dei medici, il dottor Stefano Falcinelli, si fa portavoce della segnalazione contenuta in una lettera inviata dai reparti citati all’Ausl e alle istituzioni competenti.

Dottore, come è possibile questa situazione?
«La criticità non è dovuta solo all’Ausl. Va detto che dipende anche dagli effetti delle ultime due Leggi di Stabilità: abbiamo il blocco delle assunzioni e il turn over dei pensionamenti è consentito con una percentuale del 25 percento, per una nuova assunzione servono quattro uscite».

Il pubblico non investe…
«Abbiamo un servizio sanitario che aveva l’ambizione di garantire tutto. Forse questo andrebbe ripensato perché la percentuale di Pil messa nel servizio sanitario non basta. A mio parere l’unica possibilità è che risorse private entrino nel servizio pubblico in maniera virtuosa».

Non dovremmo invece augurarci che sia il pubblico a investire per evitare che la salute diventi una merce sul mercato?
«Se ci fossero i soldi… Credo vada fatto un ragionamento su cosa il pubblico possa garantire e magari affidare a convenzioni con il privato alcune prestazioni in modo che tra i due regimi non ci sia concorrenza».

Di recente è stata modificata la normativa sulla responsabilità professionale. La categoria attendeva da tempo qualcosa in questo senso.
«La cosa più importante è la definizione di linee guida: un riferimento ben preciso fissato da esperti che dà garanzie al medico ma anche al cittadino. Chi si attiene a quelle procedure non è perseguibile. Questo dovrebbe ridurre il contenzioso medico-paziente. Come ordine professionale abbiamo apprezzato molto anche la revisione dei livelli essenziali di assistenza (Lea). E infine è incoraggiante che il Parlamento stia affrontando un discorso sulle dichiarazioni anticipate di trattamento: non possiamo approvare nessuna forma di eutanasia o suicidio assistito ma l’articolo 32 della Costituzione ci ricorda che nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario. Credo sia una questione di civiltà che il paziente possa dire dove fermarsi: in certe situazioni non si deve sconfinare nell’accanimemtno terapeutico».

Parlando di temi che coinvolgono anche l’etica del medico, ha fatto un certo effetto la critica dell’ordine dei medici del Lazio per un ospedale che ha cercato due ginecologici non obiettori.
«Mi pare una polemica fuori luogo. C’è un’azienda pubblica che deve garantire il rispetto di una legge per garantire un diritto al cittadino e quindi ha bisogno di personale capace di farlo. È un requisito necessario. Come l’azienda sanitaria di Bolzano richiede la conoscenza del tedesco perché è necessario per curare i pazienti di quella comunità».

«Vigilanza in ospedale anche di giorno»

L’Ausl corre ai ripari dopo i recenti casi di aggressioni al personale del pronto soccorso

Il dottor Stefano Busetti è il direttore dei presidi ospedalieri di Ausl Romagna e direttore del presidio ospedaliero di Ravenna. A lui abbiamo rivolto alcune domande sulle questioni più recenti riguardanti l’azienda pubblica.

Il personale lamenta in generale carenze che portano alla difficile copertura dei turni, costringendo spesso a saltare ferie e riposi. Non è forse necessario aumentare ulteriormente la dotazione organica?
«Da un confronto tra il personale in servizio al 31 dicembre 2014 e al 31 dicembre 2016 nell’ambito di Ravenna si riscontra un incremento di 139 figure. Più precisamente si tratta di 16 medici, 8 appartenenti alla dirigenza sanitaria, 75 operatori sanitari, 48 figure tecniche tra cui Oss e autisti di ambulanza. Ulteriori 75 assunzioni, riferite particolarmente alla conclusione dei processi di copertura del turn over 2016, sono state attivate a partire dall’inizio del 2017 e sono in corso. Questi numeri dimostrano che la direzione ha aggredito il problema del potenziamento del personale da subito. Ciò non significa che non permangano ancora aree di sofferenza, sulle quali siamo impegnati a valutare ipotesi riorganizzative di respiro aziendale».

Secondo i sindacati c’è un ricorso troppo spinto al contratto a tempo determinato. Sono in programma stabilizzazioni di personale a breve? Se sì, si utilizzeranno le graduatorie in vigore o si farà un nuovo concorso?
«Il ricorso al tempo determinato è stato uno strumento utile per consentire la rapida acquisizione di risorse, nel rispetto delle necessità e delle disposizioni in materia di reclutamento. L’azienda accoglierà ogni occasione prevista a livello normativo per la stabilizzazione del personale utilizzando le vigenti graduatorie e valutando l’opportunità di attivare eventuali procedure selettive specificamente previste dalle disposizioni di legge».

Negli ultimi tempi si sono verificate alcune aggressioni ai danni del personale, specie quello nei reparti di emergenza. In che modo l’azienda può tutelare i propri dipendenti?
«L’ospedale è un luogo aperto e quindi è impensabile di presidiare tutti gli accessi che avvengono quotidianamente. È chiaro che fra le zone più sensibili vi sono i pronto soccorso che richiedono particolare attenzione anche per la tutela degli operatori. Per questo dall’1 marzo abbiamo esteso il servizio di vigilanza anche nelle ore diurne. Sono stati presi inoltre contatti con la questura per verificare le possibilità di potenziamento del posto di polizia presente all’interno all’ospedale».

C’è molta attenzione sugli ospedali di Faenza e di Lugo. C’è chi segnala carenze in particolare riguardo a pediatria, dove si teme la chiusura del reparto e ostetricia. Qual è in generale la situazione delle due strutture?
«Come avevamo annunciato, dall’1 marzo abbiamo ripristinato la presenza del pediatra nei due punti nascita di Faenza e Lugo, che adesso è presente in queste strutture nell’intero arco delle 24 ore. Mi pare che questa scelta vada in tutt’altra direzione di quanti ancora oggi ci accusano di depotenziare i due ospedali. Nulla è variato nei due reparti di Ostetricia e Ginecologia, che lavorano in stretta integrazione con quello dell’ospedale di Ravenna».

Nata con una paralisi cerebrale: la famiglia chiede 2,7 milioni di euro all’Ausl

La ragazzina ora ha 13 anni. Il parto all’ospedale di Lugo Riscontrate negligenze anche secondo il medico legale

La famiglia di una ragazzina tredicenne, affetta da paralisi cerebrale dalla nascita, ha citato in giudizio davanti al tribunale civile di Ravenna l’Ausl della Romagna, chiedendo un risarcimento danni per 2,7 milioni di euro: la causa è stata affidata al giudice Alessia Vicini.

Nell’atto di citazione presentato dagli avvocati Chiara Rinaldi e Francesca Giardini, difensori dei genitori, si fa riferimento ai “seri profili di responsabilità” e a negligenze del personale sanitario dell’ospedale di Lugo, dove la ragazzina nacque il 2 novembre 2003, evidenziati anche dal medico legale Emanuela Segreto nell’ambito di un accertamento tecnico preventivo.

Nella cartella clinica, si fa notare, diversamente da quanto annotato non risulta presente un tracciato di un’ora e mezza che avrebbe dovuto acclarare il benessere del feto e quindi determinare l’applicazione dei protocolli necessari, per evitare o contenere i danni cerebrali riportati da un neonato asfittico, come nel caso in questione. (Ansa.it)

Al centro accoglienza rifiutano di dargli 50 euro di pocket money e lui spacca tutto con una spranga

Prima ha chiesto 50 euro come “pocket money”, poi – dopo il diniego da parte del responsabile della cooperativa che gestisce i servizi di accoglienza per conto del Comune di Cervia – ha distrutto l’ufficio con una spranga e danneggiato quattro veicoli parcheggiati nel cortile esterno.

Il protagonista dell’episodio è un 29enne maliano richiedente asilo domiciliato in un centro accoglienza cervese.

I carabinieri lo hanno arrestato per i reati di danneggiamento aggravato e violenza a pubblico ufficiale, essendosi opposto inizialmente al fermo.

Dal 2014 – sottolineano i carabinieri in una nota –, da quando sono arrivati i primi richiedenti asilo a Cervia, è la prima volta che succede un fatto del genere.

Incendio al camping Classe, il titolare: «Un attacco al nudismo ma ripartiamo»

Giampreti gestisce la struttura da 180mila presenze ogni estate. Distrutto il bar-ristorante: «Danni per 300mila euro. Ho pianto molto»

«Visto che ci sono pochi dubbi sulla natura dolosa dell’incendio mi pare non sia altro che un attacco al nudismo, non vedo altra spiegazione». Roberto Giampreti è il titolare del camping Classe a Lido di Dante, la struttura nel cuore della spiaggia naturista della Bassona dove nella tarda serata del 13 marzo un incendio ha divorato il bar-ristorante. Le fiamme non hanno risparmiato nulla: «Bisogna abbattere tutto, ripulire e ricostruire. Un danno da 300mila euro». Ma l’imprenditore turistico è più agguerrito che mai: «Ci vuole ben altro per demolire me. Ho anticipato di una settimana l’arrivo del personale e da domani cominciamo i lavori. Che altro dovrei fare? Ho pianto tutta la notte ma adesso bisogna ripartire. Saremo pronti per il festival naturista in programma per la fine di maggio».

È proprio notizia di alcuni giorni fa l’approdo sulla sabbia ravennate di un festival giunto alla quarta edizione: dal 25 al 28 maggio a Lido di dante dopo Capalbio, Marina di Camerota e Orbetello (www.festivalnaturista.it). «Ho saputo che l’annuncio degli organizzatori ha scatenato molte polemiche e critiche. Purtroppo non posso fare altro che pensare che le due cose possano avere un collegamento». Anche perché Giampietri esclude altre piste: «Non ho problemi finanziari e non ho ricevuto minacce. Se volevano colpire me come singolo avrebbero attaccato le altre strutture del camping invece le fiamme hanno riguardato solo il bar e il ristorante che sono un simbolo del naturismo. Eravamo assicurati, almeno questo».

La struttura per la ristorazione era stata rinnovata proprio l’anno scorso secondo le ultime disposizioni delle autorità: «Era venuta bellissima. Proprio nei giorni scorsi ero soddisfatto che quest’anno non avremmo dovuto fare lavori di restauro. E invece…». L’impianto elettrico e quello del gas erano ancora chiusi: «Per questo penso proprio che ci siano poche possibilità oltre al dolo».

Centinaia i messaggi di solidarietà ricevuti dai clienti appena la notizia si è sparsa, ma anche le telefonate delle istituzioni rappresentate dagli assessori al Turismo Giacomo Costantini (Comune) e Andrea Corsini (Regione): «Ho ribadito a loro ancora una volta che questa deve essere l’occasione per prendere una decisione definitiva una volta per tutte. A Lido di Dante vengono dal Canada e dall’Australia per il naturismo e c’è un indotto notevole: vogliono che sia ancora così o no? Decidano e poi agiscano di conseguenza in un caso o nell’altro».

Vende i mobili del fratello per aiutare i genitori ma lui non lo sa e la denuncia

Dopo 5 anni all’estero l’uomo è tornato e ha trovato la sua stanza ripulita: tutto andato al mercatino dell’usato. Nei guai una 55enne

È tornato a casa dopo cinque anni vissuti all’estero e ha trovato la sua stanza completamente vuota: tutti i mobili erano stati venduti nel frattempo al mercatino dell’usato dalla sorella 55enne. Lei racconta che l’ha fatto per sostenere gli oneri necessari per accudire i genitori anziani ma lui l’ha denunciata per appropriazione indebita.

È accaduto a Faenza dove vive la famiglia. A fine ottobre scorso un uomo ha denunciato la sorella: ha raccontato che nel 2010 era tornato a vivere nell’abitazione dei genitori portando con sé il proprio mobilio di pregio poi nel corso del 2011 si è trasferito all’estero, rimanendovi per cinque anni, fino all’amara sorpresa.

«Agromafie in calo in provincia ma non abbassiamo la guardia»

Presentato il rapporto 2017 di Coldiretti: Ravenna esce dal podio regionale e scende dal 77esimo all’84esimo posto nazionale

Cala sul territorio provinciale di Ravenna l’intensità delle infiltrazioni mafiose nel settore agroindustriale. È quanto emerge dal quinto rapporto Agromafie 2017 – elaborato da Coldiretti, Eurispes e Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare – presentato stamani. Nel documento è stata calcolata l’intensità del fenomeno per provincia sulla base delle risultanze quantitative delle azioni di contrasto specifiche poste in essere dalle diverse forze dell’ordine per questo particolare aspetto criminale: la graduatoria vede la provincia di Ravenna scendere dal 77esimo posto del 2015 all’attuale 84esimo posto.

Nella classifica 2016 Ravenna esce dalla zona più calda caratterizzata da un livello ‘medio-basso’ di penetrazione malavitosa assestandosi ad un livello ‘basso’ e scende anche dal poco onorevole podio regionale (oggi composto da Bologna (24esima), Parma (43esima) e Ferrara (80esima). Il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno ma nella top ten compaiono anche di rilevanti realtà del Nord come Genova e Verona rispettivamente al secondo ed al terzo posto dopo Reggio Calabria per i traffici finalizzati al ricco business del falso Made in Italy.

«L’intensità del fenomeno agromafie sul nostro territorio è calata e questo è un dato alquanto positivo – commenta il presidente Coldiretti Ravenna Massimiliano Pederzoli – tuttavia guai a mollare la presa e ad abbassare la guardia. Auspichiamo, soprattutto in una realtà economica come la nostra caratterizzata da un importante scalo portuale, che i controlli sulle merci in arrivo e sui traffici proseguano con ancora più intensità perché non possiamo lasciare nessuna breccia al malaffare e ai delinquenti che vogliono lucrare sulla pelle dei nostri agricoltori e dei consumatori tutti».

Sono oltre duecentomila, a livello nazionale, i controlli effettuati dalle forze dell’ordine nel 2016 per combattere le agromafie dal campo allo scaffale e garantire all’Italia il primato nella qualità e nella sicurezza alimentare. Ma il volume d’affari complessivo annuale dell’agromafia è salito a 21,8 miliardi di euro con un balzo del 30 percento nell’ultimo anno.

Numeri che già nel maggio scorso, intervenendo al seminario “Solo con la legalità si protegge il Made in Italy da italian sounding e agromafie” promosso da Coldiretti Ravenna in collaborazione con la Camera di Commercio di Ravenna all’Osservanza di Brisighella, erano stati stigmatizzati con forza dall’ex procuratore antimafia Gian Carlo Caselli, oggi Presidente del Comitato scientifico dell’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura. La presenza di importanti città portuali nella top ten dei capoluoghi di provincia colpiti dal fenomeno delle Agromafie dimostra che tali infrastrutture costituiscono non solo un volàno per lo sviluppo economico del territorio circostante, ma anche una opportunità di crescita, approvvigionamento e distribuzione per le organizzazioni criminali. «Occorre fare tutto il possibile, dunque – conclude Pederzoli – per fermare i traffici illeciti stringendo le maglie larghe della legislazione a partire dall’obbligo generalizzato di indicare in etichetta la provenienza degli alimenti e rendendo pubblici gli elenchi delle aziende che importano da paesi extracomunitari al fine di meglio garantire l’attività di controllo e verifica».

Minacca l’ex moglie e picchia l’ex suocera sotto gli occhi dei figli: arrestato 41enne

L’uomo si è introdotto furtivamente nella casa della donna e ha tentato la fuga quando sono arrivati i militari chiamati dai vicini

Si è introdotto furtivamente in casa dell’ex moglie e ha cominciato a minacciarla poi ha colpito al volto l’ex suocera intervenuta per calmare gli animi, tutto davanti ai figli della coppia: i carabinieri della compagnia di Ravenna hanno arrestato per maltrattamenti un 41enne italiano, originario della Puglia, residente da tempo in città.

Tutto si è svolto ieri sera, 13 marzo, in un quartiere periferico dove la pattuglia del Radiomobile è intervenuta su richiesta di una vicina per una violenta lite in famiglia. La suocera, trasportata in ospedale per le cure del caso, se la caverà con qualche giorno di cure e riposo.

Alla vista dei carabinieri l’uomo ha tentato di fuggire ma i militari sono riusciti a bloccarlo e ammanettarlo. Dopo aver raccolto le dichiarazione della vittima e dei testimoni, che facevano delineare un quadro di pregresse e ripetute aggressioni, i carabinieri dichiaravano l’aggressore in stato di in arresto.

Auto fuori uso vicino a campi coltivati: sequestrata discarica abusiva di 7mila metri quadrati

E sul posto c’erano anche lavoratori in nero: in arrivo maxisanzione

Un’area di 7mila metri quadrati adibita a vera e propria discarica abusiva è stata sequestrata nei giorni scorsi nel Lughese dalla finanza. L’area era stata notata dalle fiamme gialle durante servizi di perlustrazione del territorio essendo presenti veicoli in stato di abbandono, in particolare roulotte e camper, vicino a campi coltivati. Si tratta di un’area dove opera un’attività di autoriparazioni. I finanzieri hanno rilevato la presenza di oltre 80 mezzi fuori uso in pessime condizioni e ormai non più idonei alla circolazione, il cui stato di conservazione era tale – si legge in una nota della finanza – “da poter arrecare concreti pericoli per l’ambiente”, nonché di altri rifiuti di vario genere.

La maggior parte dei veicoli presentava cristalli rotti, interni assenti o lacerati, gruppi ottici frantumati, assenza delle ruote o di parti del motore e, in buona parte di essi, è stata riscontrata la presenza nel vano motore delle batterie ormai esauste e di parti meccaniche impregnate di olio motore. In sintesi, è stata rilevata una vera e propria discarica di veicoli fuori uso in grado di determinare una situazione di concreta contaminazione e di inquinamento del terreno, «tenuto anche conto – scrive la finanza – che tutti i rottami sono risultati esposti agli agenti atmosferici e appoggiati direttamente sul suolo senza alcuna precauzione contro le infiltrazioni».

Inoltre, nella stessa area sono risultati stoccati in modo incontrollato anche accumuli di materiali plastici e ferrosi, molti pneumatici fuori uso nonché diverse parti meccaniche e di carrozzeria di auto, accatastate l’una sull’altra senza alcuna protezione.

La finanza ha quindi sequestrato l’intera area, risultata adibita a discarica di “rifiuti speciali e pericolosi in assenza di qualsiasi autorizzazione”, e denunciato alla Procura il titolare dell’attività di autoriparazioni per i reati di attività di gestione di rifiuti non autorizzata e di illecita gestione di veicoli fuori uso e di loro parti, in violazione della normativa ambientale.

Inoltre, nel corso del controllo delle Fiamme Gialle lughesi è emerso che lo stesso stava impiegando due lavoratori completamente “in nero”. Per questo motivo è in arrivo la cosiddetta “maxisanzione”, che va da un minimo di 1.500 euro ad un massimo di 9.000 euro per ogni posizione irregolare rilevata.

Spaccio nel boschetto dell’ospedale: arrestato un 51enne

Le manette al termine di un inseguimento a piedi partito quando le forze dell’ordine hanno fermato l’auto di due clienti

Il territorio dove spacciava abitualmente era tra il pronto soccorso dell’ospedale e il Sert che segue i tossicodipendenti: lì si muoveva il 51enne tunisino arrestato per spaccio ieri, 13 marzo, dalle forze dell’ordine nel corso di un’operazione antidroga. Il blitz è scattato al termine di un appostamento: l’uomo era in compagnia di un gruppetto di altre persone nelle vicinanze di una baracca di lamiera nel boschetto adiacente al pronto soccorso ed è stato visto mentre concludeva una compravendita con due giovani scesi da una vettura in sosta nel parcheggio. Quando l’auto è partita è stata fermata dalle divise in servizio e gli occupanti sono stati trovati in possesso di marijuana appena comprata. A quel punto il gruppo del pusher si è dato alla fuga: l’operazione si è conclusa solo quando il 51enne è stato arrestato. L’uomo risulta avere dei precedenti specifici e un mese fa era stato arrestato per spaccio.

E tra i container in darsena arrivano anche tre grandi chef

Show cooking il 30 marzo, il 9 e il 27 aprile alla scuola di cucina dell’area Pop Up. Per partecipare si paga fino a 125 euro

La scuola di cucina Saperi e Sapori, che ha sede in darsena Pop up, a Ravenna, si prepara a stendere il tappeto rosso in occasione dell’arrivo di tre rinomati chef che nelle prossime settimane si esibiranno in altrettanti show cooking a base di pesce.

Aprirà il ciclo il giovane Gianluca Gorini, chef del ristorante marchigiano “Le giare”, giovedì 30 marzo (dalle 19.30 alle 22.30) che si esibirà preparando lumachine di mare “in porchetta”, patate all’olio Evo di Brisighella, riso, clorofilla di prezzemolo, canocchie e limone secco, rombo cotto nel Coccio, carciofo arrosto, capperi e tè verde.

Domenica 9 aprile (dalle 9.30 alle 13) sarà la volta di Valerio De Luca, chef del ristorante “Convivio” di Forlì che proporrà nelle sue preparazioni dal vivo quella sintesi creativa acquisita in un mutuo scambio con la cucina francese e quella del paese del Sol Levante. De Luca ha infatti maturato diverse esperienze lavorative portando il profumo della sua cucina anche in Giappone. Nel 1995 ha lavorato come chef di partita presso il rinomato Ristorante Relais Le Jardin dell’Hotel Lord Bairon (1 stella Michelin). Successivamente ha proseguito il suo viaggio in Toscana, prima a Firenze poi a Siena, prestando servizio al Relais La Certosa di Maggiano (Primo relais chateaux d’Italia) in qualità di secondo chef. A questa esperienza si è unita anche quella vissuta con lo chef Marcattilii del Ristorante San Domenico di Imola (2 stelle Michelin). Dopo una breve esperienza in Francia durata circa un anno al servizio del pluri stellato Cristian Morriset, è rientrato in Italia dove con la moglie Raffaella Ravaioli (che vanta un’esperienza di 13 anni maturata presso il San Domenico di Imola come Addetta alla Sala) decidono nel 2005 di aprire un ristorante: L’Osteria dei Conti. Il Ristorante sorge a Dovadola e successivamente viene trasferito a Castrocaro Terme. Dal 2012, infine, sono approdati a Forlì, in Viale Bologna 346, sotto il nome “Ristorante Convivio”.

L’ultimo dei tre appuntamenti, giovedì 27 aprile dalle 19.30 alle 22.30, sarà riservato alle due stelle Michelin del San Domenico Massimiliano Mascia, che a soli 30 anni di età rappresenta la nuova generazione del ristorante nonché un segno di continuità nell’innovare e nel rinnovarsi, conservando allo stesso tempo solide radici nella tradizione gastronomica italiana. Dal suo curriculum vanno citate in particolare le esperienze italiane al Ristorante Vissani e al Ristorante Romano di Viareggio, quella statunitense all’Osteria Fiamma di New York e quelle francesi prima alla Bastide Saint Antoine e infine a Parigi alla corte del pluristellato Alain Ducasse al Plaza Athenée.

Il costo per la partecipazione ai primi due incontri è di 85 euro; all’ultimo è di 125 euro.
I posti sono limitati; per prenotazioni Rosella Mengozzi 348 1539975; rosella.mengozzi@hotmail.it; Licia 393 5864414; l.altilia@libero.it.

E tra i container in darsena arrivano anche tre grandi chef

Show cooking il 30 marzo, il 9 e il 27 aprile alla scuola di cucina dell’area Pop Up. Per partecipare si paga fino a 125 euro

La scuola di cucina Saperi e Sapori, che ha sede in darsena Pop up, a Ravenna, si prepara a stendere il tappeto rosso in occasione dell’arrivo di tre rinomati chef che nelle prossime settimane si esibiranno in altrettanti show cooking a base di pesce.

Aprirà il ciclo il giovane Gianluca Gorini, chef del ristorante marchigiano “Le giare”, giovedì 30 marzo (dalle 19.30 alle 22.30) che si esibirà preparando lumachine di mare “in porchetta”, patate all’olio Evo di Brisighella, riso, clorofilla di prezzemolo, canocchie e limone secco, rombo cotto nel Coccio, carciofo arrosto, capperi e tè verde.

Domenica 9 aprile (dalle 9.30 alle 13) sarà la volta di Valerio De Luca, chef del ristorante “Convivio” di Forlì che proporrà nelle sue preparazioni dal vivo quella sintesi creativa acquisita in un mutuo scambio con la cucina francese e quella del paese del Sol Levante. De Luca ha infatti maturato diverse esperienze lavorative portando il profumo della sua cucina anche in Giappone. Nel 1995 ha lavorato come chef di partita presso il rinomato Ristorante Relais Le Jardin dell’Hotel Lord Bairon (1 stella Michelin). Successivamente ha proseguito il suo viaggio in Toscana, prima a Firenze poi a Siena, prestando servizio al Relais La Certosa di Maggiano (Primo relais chateaux d’Italia) in qualità di secondo chef. A questa esperienza si è unita anche quella vissuta con lo chef Marcattilii del Ristorante San Domenico di Imola (2 stelle Michelin). Dopo una breve esperienza in Francia durata circa un anno al servizio del pluri stellato Cristian Morriset, è rientrato in Italia dove con la moglie Raffaella Ravaioli (che vanta un’esperienza di 13 anni maturata presso il San Domenico di Imola come Addetta alla Sala) decidono nel 2005 di aprire un ristorante: L’Osteria dei Conti. Il Ristorante sorge a Dovadola e successivamente viene trasferito a Castrocaro Terme. Dal 2012, infine, sono approdati a Forlì, in Viale Bologna 346, sotto il nome “Ristorante Convivio”.

L’ultimo dei tre appuntamenti, giovedì 27 aprile dalle 19.30 alle 22.30, sarà riservato alle due stelle Michelin del San Domenico Massimiliano Mascia, che a soli 30 anni di età rappresenta la nuova generazione del ristorante nonché un segno di continuità nell’innovare e nel rinnovarsi, conservando allo stesso tempo solide radici nella tradizione gastronomica italiana. Dal suo curriculum vanno citate in particolare le esperienze italiane al Ristorante Vissani e al Ristorante Romano di Viareggio, quella statunitense all’Osteria Fiamma di New York e quelle francesi prima alla Bastide Saint Antoine e infine a Parigi alla corte del pluristellato Alain Ducasse al Plaza Athenée.

Il costo per la partecipazione ai primi due incontri è di 85 euro; all’ultimo è di 125 euro.
I posti sono limitati; per prenotazioni Rosella Mengozzi 348 1539975; rosella.mengozzi@hotmail.it; Licia 393 5864414; l.altilia@libero.it.

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