venerdì
12 Settembre 2025

Esordio da ct dopo il poker da giornalista Cassani a Rio: «È tutta un’altra storia»

Il 55enne di Solarolo è il selezionatore degli azzurri nel ciclismo e non si nasconde: «Il percorso alimenta aspettative»

Un conto è andarci per raccontarla da giornalista e un conto e andarci da selezionatore della nazionale maschile di ciclismo: dopo Sydney, Atene, Pechino e Londra da inviato, il 55enne Davide Cassani di Solarolo sarà a Rio de Janeiro dall’altra parte della barricata come commissario tecnico. E le cose sono ben diverse: «Non c’è paragone, la sto vivendo in maniere del tutto diversa. Alla vigilia ho vissuto soprattutto la tensione e la difficoltà di aver dovuto scegliere solo cinque corridori e non è facile in Italia. In Brasile sento l’emozione vera e propria di essere protagonisti dell’evento più importante per lo sport nel mondo».

Per ora le uniche emozioni collegate ai Giochi sono quelle del cronista: «Mi rimane il ricordo indelebile di periodi in cui il ritmo lavoro-riposo saltava completamente per le esigenze delle dirette e dei collegamenti con i fusi orari. Ma anche il piacere di avere un pass con cui poter assistere ad ogni disciplina appena avevo mezzora di tempo. Per uno sportivo amante dello sport è qualcosa di straordinario, come un ragazzino a Disneyland». I cinque selezionati da Cassani sono Vincenzo Nibali (Astana), Fabio Aru (Astana), Diego Rosa (Astana), Damiano Caruso (Bmc) e Alessandro De Marchi (Bmc). Tra loro solo Nibali ha esperienza ai Giochi con due Olimpiadi fatte e di quel bagaglio di esperienze ci sarà bisogno: «Sa cosa vuol dire, è l’uomo più esperto e sa a cosa andiamo incontro». Il 27 luglio si sono ritrovati tutti a Fiuggi per tre giorni di ritiro e il 30 luglio il volo per Rio.

Le giornate in calendario sono il 6 agosto (prova in linea su strada) e il 10 agosto (cronometro), punto di arrivo di un percorso che parte da ben lontano: «Almeno da agosto 2015 con la preolimica, poi lo scorso inverno per capire i programmi dei corridori perché io sono un selezionatore ma loro si allenano con le rispettive squadre». Il percorso tracciato per la prova su strada alimenta aspettative: «Possiamo dire la nostra, possiamo lottare per una medaglia».

Elezioni provinciali: il centrosinistra prende undici consiglieri su dodici

In totale 212 votanti (affluenza 74 percento): De Pascale unico candidato presidente diventa successore del suocero. Incarichi non retribuiti

Era l’unico candidato e ha ottenuto il 78,8 percento dei voti espressi: il sindaco di Ravenna, Michele de Pascale, come scontato è stato eletto presidente della Provincia. Diventa quindi il successore di suo suocero Claudio Casadio anche se va precisato che dopo la riforma l’ente in via di dismissione è diventato di secondo grado quindi non più a elezione diretta: il voto spettava ai 286 consiglieri comunali dei diciotto comune ravennati, l’affluenza è stata del 74 percento.

La ripartizione dei dodici posti di consiglieri provinciali, come ampiamente prevedibile date le modalità di voto, è di undici a uno in favore della lista in appoggio a De Pascale. L’unico eletto per il centrodestra è Oriano Casadio (consigliere comunale a Casola). Questi invece gli undici di centrosinistra (ordinati in base al numero di voti ponderati): Davide Ranalli (sindaco di Lugo), Luca Coffari (sindaco di Cervia), Giannantonio Mingozzi (consigliere comunale Pri a Ravenna), Gianfranco Spadoni (consigliere provinciale Udc uscente), Fiorenza Campidelli (consigliere comunale Pd a Ravenna), Daniele Perini (consigliere comune AmaRa a Ravenna), Paola Pula (sindaco di Conselice), Giovanni Malpezzi (sindaco di Faenza), Angela Rossetti (capogruppo Pd a Bagnacavallo), Maria Luisa Martinez (consigliere comunale Pd a Faenza), Patrizia Strocchi (consigliere comunale Pd a Ravenna).

Il voto dei 286 consiglieri non aveva pari valore, bensì era parametrato rispetto al numero di abitanti del Comune rappresentato. In pratica, il voto di un consigliere di Ravenna valeva più di qualunque altro, quelli di Lugo e Faenza valevano meno di Ravenna ma più di tutti gli altri: sei le fasce in cui sono stati divisi i 18 comuni in base alla popolazione (fino a tremila, fino a 5mila, fino 10mila, fino a 30mila, fino a 100mila, fino 250mila). Il presidente resterà in carica quattro anni, il consiglio provinciale solo due. Sia il presidente che i membri del consiglio provinciale e dell’assemblea dei sindaci non percepiranno un compenso per questo incarico, e lavoreranno a titolo gratuito. Il consiglio dovrà occuparsi della “liquidazione” di fatto di un ente che faticherà a chiudere il bilancio e il cui personale è stato già in gran parte smistato a Regioni, Comuni o altri enti in base alle competenze. Alla Provincia sono rimaste sono le competenze su alcune strade e sull’edilizia scolastica. Il futuro è legato a doppio filo alla riforma costituzionale su cui i cittadini sono chiamati a pronunciarsi in autunno. Oltre infatti alla più nota riforma del Senato, la riforma Boschi prevede anche l’abolizione reale delle province (che essendo previste dalla Costituzione non possono essere abolite con una legge ordinaria).

«Un sincero ringraziamento – commenta de Pascale – ai sindaci e ai consiglieri che hanno scelto di votarmi, accordandomi un consenso che va oltre la maggioranza consiliare. Da questo momento dobbiamo lavorare all’unisono con tutti i sindaci della provincia per tenere unito e coeso il nostro territorio e vincere insieme la sfida della Romagna come area vasta. Fin da subito ci impegneremo nel tutelare i lavoratori dell’ente e nel garantire quei servizi fondamentali e strategici di competenza della Provincia che interessano direttamente i cittadini come la viabilità, la manutenzione stradale e l’edilizia scolastica».

Si comincia con le multe per chi brucia il rosso all’incrocio Romea-Canalazzo

Dalla mezzanotte dell’8 agosto il Sirio Red in funzione con modalità sanzionatoria dopo i mesi di sperimentazione

Dalla mezzanotte dell’8 agosto si comincia con le multe per chi passa col rosso al semaforo tra via Canalazzo e la statale 309 Romea Dir. Entra infatti in funzione in modalità sanzionatoria l’impianto Sirio red installato in via sperimentale non sanzionatoria dal settembre scorso.

«Il sistema, che monitora elettronicamente gli incroci regolati da semaforo attraverso documentazione fotografica dei passaggi con il rosso – spiega Eugenio Fusignani, assessore comunale con delega alla Polizia municipale – controllerà il traffico transitante sulla Romea Dir nelle direzioni Bologna e Venezia».

Per la violazione il codice della strada prevede una sanzione amministrativa pari a 163 euro, maggiorata di un terzo se commessa in orario notturno, dalle 22 alle 7. In entrambi i casi è prevista la decurtazione di 6 punti dalla patente. Chi riceve il verbale può consultare il rilevamento fotografico sul sito www.poliziamunicipale.it/ravenna selezionando “Info point informazioni rilievi fotografici pagamenti”, inserendo il codice identificativo riportato sul verbale stesso a pagina 2. Il destinatario del verbale troverà, nel plico recapitato con raccomandata, un modulo per la comunicazione dei dati del conducente. La mancata comunicazione comporta l’invio di un ulteriore verbale, a carico del proprietario del veicolo, pari a 286 euro.

«Una delle principali cause di incidente sulle strade ad alto scorrimento – commenta il vicesindaco Fusignani – è proprio l’attraversamento degli incroci con il semaforo rosso. L’attivazione di questo impianto, che sarà opportunamente segnalato da apposita cartellonistica, è quindi quella di stimolo all’adozione di comportamenti corretti alla guida, con l’obiettivo di migliorare le condizioni di sicurezza e ridurre gli incidenti. Questo Sirio red si va ad aggiungere a quello già in funzione all’incrocio tra la statale 16 e via Dismano e a quello installato all’incrocio tra la statale 16 e via Ravegnana. Quest’ultimo è stato disattivato il 4 luglio, quando sono cominciati i lavori di realizzazione della rotonda, che non ne richiederà più l’utilizzo, e quindi valuteremo in quale altro incrocio ricollocarlo affinché possa svolgere al meglio la sua funzione di potenziamento delle condizioni di sicurezza».

Il cicloturismo adesso si fa con la mappa digitale interattiva che ti guida e spiega i luoghi

Tre itinerari per scoprire con la bici Ravenna e le sue eccellenze: storiche, artistiche, culturali, naturali. L’accesso alle mappe digitali con un “pass” disponibile al pubblico negli uffici turistici

Mappe interattive su web e utilizzabili con device mobili, tre itinerari tematici digitali con tutte le informazioni utili sia sulla percorrenza (tracce per navigatore e anagrafiche percorsi) e sia sui punti di interesse che i percorsi propongono: per un nuovo modo di vivere il cicloturismo Ravenna lancia il progetto Digibike realizzato per il Comune da Maria Cristina Merloni, accompagnatore turistico e guida ciclistica.

Tre itinerari per scoprire con la bici Ravenna e le sue eccellenze: storiche, artistiche, culturali, naturali. Ravenna StoriArte: un percorso urbano alla scoperta dei tesori artistici e culturali situati nel centro storico. Ravenna Natura: itinerario attraverso gli habitat naturali delle pinete litoranee e delle piallasse a ridosso della città. Ravenna LidiSud: che conduce attraverso la Pineta di Dante e le Riserve naturali di Foce Bevano, fino a Cervia, l’antica città del sale. L’accesso alle mappe digitali avviene istantaneamente, attraverso QRcode o url breve, stampati su appositi “pass” cartacei, che saranno disponibili al pubblico negli uffici turistici di tutto il territorio comunale.

I percorsi sono di chilometraggio contenuto e alla portata di tutte le gambe; hanno lo scopo di incentivare il cicloturismo consapevole, proponendo esperienze tra le peculiarità note e meno note della città e del suo territorio. Per poter avere esperienza delle aree naturali si prediligono i percorsi sterrati ed è perciò consigliato per i due percorsi che non si svolgono in zona urbana l’uso della mountain bike o della bici ibrida.

«Il cicloturismo rappresenta per il settore una potenzialità che ha ancora margini enormi – commenta l’assessore al Turismo Giacomo Costantini – sia a livello nazionale che per quanto riguarda il nostro territorio. Questa iniziativa è solo un passo di un percorso più ampio che vogliamo portare avanti, coinvolgendo albergatori e imprenditori turistici, per rendere il nostro territorio sempre più a misura degli appassionati della bicicletta e metterlo in rete con altre realtà».

Dai Pokemon un soccorso per il turismo?

L’assessore alla Smart city: «Seguiamo l’evoluzione del gioco per capire le potenzialità». E il bar espone il cartello con il conto dei mostri catturati

Un videogioco che porta gente in giro per strada o dentro ai luoghi di interesse di una città come musei o monumenti per esigenze ludiche ha fatto addrizzare subito le antenne a chi siede nella giunta comunale di Ravenna con le deleghe Turismo e Smart city: «Voglio capire se le pubbliche amministrazioni possono avere la possibilità di interagire con chi gioca per coinvolgerli nella fruizione turistica della città», dice l’assessore Giacomo Costantini. Che di fronte al boom di download di Pokemon Go ha cominciato ad annusare l’aria con il bagaglio di nozioni a sua disposizione maturate anche nel precedente incarico con Confesercenti.

«So che è una di quelle parole che suonano un po’ da tecnici ma in gergo si parla di gamification, ed è la prassi di utilizzare le logiche del gioco in contesti inusuali per il gioco. Si fa già nel turismo e funziona bene per dare all’utente un’esperienza diversa che attrae. Un esempio può essere il percorso con pannelli informativi nei musei con uno schermo touch per un’interazione tra il visitatore e le informazioni delle opere. Bisogna capire se Pokemon Go può avere qualche sbocco di questo genere». Di sicuro coinvolge un target piuttosto ben definito che è quello dei cosiddetti millennials in cui rientra anche il 34enne Costantini. A cui non mancano idee: «Magari si può pensare a un weekend di caccia ai Pokemon in città coinvolgendo poi le persone con altre dinamiche nella rete di attrazioni cittadine. La cosa positiva è che non stiamo parlando di un’applicazione creata dal Comune che costa soldi e magari se la scaricano in quattro, ma di un’applicazione che stanno scaricando tutti e se penetra davvero nella società hai un pubblico già pronto».

Il gioco è talmente nuovo che tutto è in divenire. Non si sa ancora quale sarà il modello di business prescelto dagli sviluppatori: «Ad esempio – si chiede l’assessore – sarà data alle amministrazione la possibilità di investimenti nel gioco per partecipare creando eventi o inserire punti di interesse che attirino giocatori nelle vicinanze dei nostri luoghi da visitare?».

La domanda di fondo è sempre la stessa: incentivare il legame con i social network può essere una strategia vincente per una città turistica? «Se stimolo l’utente a essere non solo fruitore ma anche produttore di contenuti legati alle mie attrazioni poi ne ottengo un ritorno di reputazione e di visibilità, il museo esce dal museo e raggiunge nuovi pubblici. L’obiettivo di una buona strategia di marketing non è portare all’acquisto immediato compulsivo ma farsi ricordare al momento opportuno in cui qualcuno dovrà decidere che acquisto fare».

Di certo c’è qualche operatore turistico che tra lo scherzo e la trovata promozionale ha provato subito a cavalcare l’effetto Pokemon: “Qui catturati 16 Pokemon”, dice il cartello scritto a mano e appeso all’ingresso del Caffè del Ponte Marino nei giorni scorsi. È la nuova frontiera del marketing istantaneo: «L’ho scritto per divertimento una decina di giorni fa – racconta Fabiola, titolare del bar alle spalle dell’ex mercato coperto a Ravenna –, all’inizio avevo messo due, poi cinque e ora sedici ma non so mica se li abbiano catturati. Ho sentito tre ragazzini a un tavolo che dicevano di averne presi». Il locale al momento non è ancora un cosiddetto pokestop ma dalle sue sedute si può agganciare il vicino pokestop collocato alla torre civica. La barista scherza sulla mania del momento che ha contagiato i più insospettabili: «Io ci faccio la salsiccia con i Pokemon, prendiamola ridendo. Ho messo il cartello quando ho cominciato a vedere persone in giro con i telefonini, la gente si incuriosisce, i turisti lo fotografano, magari qualcuno sarà anche entrato a consumare cercando Pokemon ma ci sono anche quelli che restano fuori e controllano sullo schermo».

L’invasione dei Pokemon non ha risparmiato i luoghi di cultura di Ravenna. Il museo Tamo e la Domus dei tappeti di pietra infatti compaiono sulla mappa del gioco come pokestop, cioè punti del territorio a cui i giocatori devono avvicinarsi per fare scorta di strumenti utili al gioco. Solo avvicinandosi il telefonino riconosce tramite il Gps la posizione e consente di aggiornare le scorte. L’Antico porto di Classe invece è una palestra, luogo dove si possono allenare i mostriciattoli per potenziarli oppure dove si combattono le sfide fra allenatori di Pokemon di squadre diverse per il dominio di una palestra che una volta controllata regala punti e jolly ogni venti ore di possesso ininterrotto. Per il momento non si segnalano casi di biglietti fatti solo per giocare a Pokemon.

«Con voi scimmie non ci parlo» Cassiera querelata da due coniugi

Offese e minacce al supermercato: «Adesso ci penso io a finire il lavoro di Hitler». Interviene la polizia. L’azienda apre un’indagine interna

«Io con voi scimmie non ci parlo, tornatevene nelle giungla». E poi: «Hitler ha fatto male a non finire il lavoro con voi, ma adesso ci penso io». È quanto raccontano di essersi sentiti dire tre cittadini di origine camerunense, due dei quali, marito e moglie, sono residenti da tempo a Ravenna, dove lavorano e stanno crescendo tre figli. Patrice Fomete Kenne, 36 anni, sta completando il corso per la qualifica di Oss dopo aver lavorato come aiuto muratore, aver fatto stagioni al mare ed essere anche diventato volontario e aver frequentato il corso da “assistente civico”. Rose, sua moglie, 28 anni, già lavora invece come operatrice sanitaria.

A rivolgere loro queste ingiurie di stampo razzista sarebbe stata, il 12 luglio, una cassiera del supermercato Famila di via Faentina dove erano andati a fare la spesa insieme alla sorella di Patrice, Cyrille, in visita a Ravenna e residente a Bruxelles. «Eravamo in fila da tempo – racconta Rose – mi sono permessa di dire a quella cassiera che stavamo aspettando da venti minuti e lei mi ha offesa e minacciata». Il marito in quel momento era in auto, in attesa della moglie e della sorella, entrambe alla cassa del supermercato. «Quando sono arrivate mi hanno raccontato l’accaduto, quindi sono entrato per chiedere spiegazioni, ma la donna non mi ha lasciato il tempo di terminare la frase e anche a me ha detto che non avrebbe parlato con scimmie come noi». Qualche presente ha cercato di calmare la cassiera che intanto si era alzata dalla propria postazione con fare minaccioso, raccontano Rose e Patrice. Ma nessuno ha preso apertamente le difese delle persone offese. Almeno finché non è arrivata la polizia, chiamata da Rose. «L’ho fatto – ci racconta la giovane donna – perché mi sono sentita minacciata». Gli agenti sono intervenuti, hanno raccolto le testimonianze e consegnato un documento a Rose spiegandole che poteva fare denuncia. Cosa che i due coniugi stanno facendo, si sono infatti rivolti a un avvocato per sporgere querela contro la cassiera.

«Siamo qui da tanti anni, siamo in regola, non abbiamo mai avuto problemi di questo tipo. Sì, a volte vedi che nei negozi magari ti guardano con un po’ di diffidenza o sull’autobus evitano il posto vicino, ma non ci era mai successo nulla del genere. Siamo stati offesi e vogliamo giustizia, anche per i nostri figli», ci raccontano quando li incontriamo. In particolare li preoccupa il più grande, che ha appena terminato le medie, e che tende a rifuggire le situazioni sociali perché, dice, si “sente sempre diverso” e si è trovato in passato a dover affrontare offese razziste, ma mai in un esercizio o in un luogo pubblico. «Non ci interessano i soldi, un lavoro ce l’abbiamo», ribadiscono.

Da parte sua Arca Spa con sede a Longiano e proprietaria del supermercato in questione non smentisce nulla dell’accaduto e ci fa anzi sapere che sta svolgendo un’indagine interna. Provvedimenti in vista per la commessa? «Non so dirlo ancora – ci spiega Daniele Montalti, Responsabile Gestione Clienti – perché mai ci era accaduta una cosa simile. Ma certamente il comportamento di questa persona è andato contro ogni nostro principio e indicazione: tutti devono essere trattati allo stesso modo dentro i punti vendita Famila e non ci aspettavamo potesse accadere qualcosa del genere. Certamente se il fatto verrà accertato l’azienda prenderà i provvedimenti disciplinari del caso nei confronti della cassiera. Ci teniamo a precisare di essere molto dispiaciuti del fatto e che questo episodio possa indurre a pensare che nei nostri supermercati vengano tenuti atteggiamenti a stampo razzista, screditando tanti anni di lavoro di tutti i collaboratori dei Supermercati Famila». Ma intanto la società ha intenzione, al termine dell’indagine, di rivolgere delle scuse o di risarcire in qualche modo questi clienti, che peraltro fino a luglio avevano frequentato con assiduità il supermercato? «Certamente saremo lieti di presentare le nostre più sentite scuse alle persone offese. Ancora non siamo stati in grado di farlo solo perché sprovvisti dei rispettivi recapiti. Come ho già detto siamo stati presi in contropiede dall’episodio, in quanto precedentemente non si erano mai verificate situazioni simili». Questo sarà probabilmente possibile a breve, quando la dipendente di Famila riceverà la querela dell’avvocato Ilaria Morigi, a cui i coniugi si sono rivolti.

«Non si tratta di semplici offese e minacce – spiega Morigi – ma di veri e propri reati, aggravati dall’odio razziale. Spetterà alla procura della Repubblica individuare le varie tipologie di reato commesse dalla cassiera del Famila. A parte le indagini penali, che seguiranno il loro corso, spero vivamente che il Famila non tollererà queste condotte disgustose della lavoratrice e mi auguro che la cassiera venga sanzionata con le modalità più severe previste dai contratti collettivi e dalla Legge».

Staff ridotto e niente direttore generale Così il sindaco risparmia un milione

Completato il gabinetto di De Pascale: sei donne che costeranno 16mila euro lordi al mese. Nel team l’ex assessore provinciale Roncuzzi

Una squadra di sei donne che in totale alle casse pubbliche costeranno 16mila euro al mese: dopo le tre persone assunte a fine giugno, la giunta comunale nella riunione del 2 agosto ha deliberato altre tre assunzioni ancora a tempo determinato completando così la composizione del gabinetto del sindaco di Ravenna. Lo staff di Michele de Pascale conta due membri in meno rispetto al suo predecessore Fabrizio Matteucci: «Una mossa che, sommata all’accorpamento degli incarichi di direttore e segretario in un’unica figura, produrrà nei cinque anni un risparmio di 1,1 milioni di euro rispetto alla precedente amministrazione», commenta il primo cittadino.

Tra le tre ultime assunzioni la novità, peraltro già anticipata dalla stampa nelle scorse settimane, è Mara Roncuzzi che ha appena chiuso la sua parentesi da assessore provinciale. Percepirà una retribuzione totale lorda mensile di 3.230 euro con un incarico di supporto al sindaco nella «pianificazione strategica e strutturale, in relazione ad azioni, piani e progetti speciali di particolare rilievo anche inerenti al tessuto urbano». Le altre due sono Ornella Domenicali (2.310) e Elena Rambelli (2.310), entrambe già presenti nello staff Matteucci: la prima seguirà il rapporto con i cittadini mentre la seconda l’ambito socio-sanitario. Rispetto a quanto era stato previsto in un primo momento, in questo secondo giro di assunzioni non compare Alberto Cassani, ex coordinatore di Ravenna 2019: il suo ingresso era dato per certo ma è stato il diretto interessato a scegliere di fare un passo indietro.

Come già ricordato, un mese fa erano state già assunte altre tre persone. Stefania Mieti come capo di gabinetto con responsabilità di dirigente di tutte le funzioni di supporto al sindaco per le attività politico-istituzionali e il coordinamento delle segreterie degli assessorati (assunzione part-time per un importo retributivo lordo di 2.511 euro). In qualità di portavoce del sindaco Eleonora Polacco (3.230 euro lordi). In qualità di segretaria particolare del sindaco Maria Giovanna Facchini (2.416,98 euro lordi).

La nota diffusa dalla portavoce fa riferimento anche ad altre scelte organizzative nella pianta organica dei dirigenti: «Grazie al nuovo regolamento sull’ordinamento degli uffici e dei servizi, approvato nella giunta del 2 agosto, il Comune ha recepito la possibilità, già prevista dalla legge, di attribuire al segretario generale le funzioni di direttore generale. La scelta di unificare i due ruoli risponde a un nuovo modello organizzativo dell’ente, finalizzato all’efficienza, all’ottimizzazione e al contenimento delle risorse». Il 20 agosto andrà in pensione il direttore Carlo Boattini e il suo ruolo verrà ricoperto da Paolo Neri: entrambi nel 2014, ultimo dato disponibile, percepirono una retribuzione lorda di 123mila euro (a cui sommare i premi di produttività che furono di 19mila per Boattini e 12mila per Neri).

«La consistente riduzione dei costi – ha commentato De Pascale – sarà dunque determinata dalla diminuzione dei componenti dello staff e dall’unificazione della figura del direttore generale con quella del segretario. In un momento storico nel quale tutti noi ogni giorno dobbiamo fare i conti con la crisi economica ritengo più che normale che un’amministrazione si debba impegnare per risparmiare e ottimizzare al massimo le risorse. Questo è il principio che sarà alla base di tutte le scelte che faremo. La sfida, che vinceremo, sarà migliorare la qualità dei servizi ai cittadini razionalizzando la spesa pubblica».

«Che sogno arbitrare a Barcellona ’92»

La finale Usa-Cuba per il terzo posto del volley alle Olimpiadi spagnole diretta dal ravennate Umberto Suprani, oggi dirigente regionale Coni

C’è chi può dire di essere stato su un campo da gioco alle Olimpiadi pur non essendo un atleta. Il ravennate Umberto Suprani arbitrò la finale per il terzo posto della pallavolo maschile tra Cuba e Stati Uniti nel 1992: «Avevo raggiunto il sogno di una vita, per uno sportivo che non partecipava in prima persona è stata la maniera per arrivare alle Olimpiadi e vivere un’atmosfera incredibile». Difficile dimenticare l’avventura in Spagna: «Da appassionato di basket mi trovai a parlare con il vero Dream Team americano e a quei tempi, tanto per capirci, c’era un certo Carl Lewis», sorride Suprani che dal 1997 è stato presidente provinciale del Coni e dal 2013 regionale.

Rio la guarderà da casa: «Dal divano di casa si riesce a seguire l’evento nel modo migliore. Essere là è un’altra cosa ma è difficile spostarsi da un posto all’altro per gustarsi la prestazione sportiva a tutti gli effetti».

Da uomo di sport prova a fare le carte ai cinque ravennati che saranno in Brasile, uno alla volta. Miani? «Sarebbe già un successo entrare in finale ma tra tutti i nostri credo sia quello con più possibilità di andare in zona medaglia. A Londra l’avevano messo nel quattro senza pesi leggeri e non fu una scelta vincente ma a Pechino con Luini nel doppio era arrivato quarto». Zofkova? «Per la staffetta 4×100 mista sarebbe già tanto entrare in finale». Timoncini? «È un mastino del tappeto, imprevedibile, capace di uscire al primo turno ma anche di andare a prendersi l’oro. Otto anni fa nessuno lo conosceva e si qualificò in fretta per le Olimpiadi, quest’anno per arrivare a Rio c’è voluta l’ultima possibilità». Errani? «In singolo neanche a parlarne ma in doppio con la Vinci può pensare a una medaglia. Dipende dal sorteggio degli incroci». Ortolani? «Per il volley sarebbe un risultato già positivo arrivare ai quarti. Fa parte di una nazionale con un futuro interessante, magari nel 2020 sarà uno squadrone ma oggi non ancora».

Ci sono poi i ravennati che non gareggiano ma allenano: «I ragazzi di Damiani nella boxe qualche medaglietta la portano a casa sempre, sono convinto che possano farcela. Cassani nel ciclismo ha scelto bene la squadra e poi tutto può succedere».

«Che sogno arbitrare a Barcellona ’92»

La finale Usa-Cuba per il terzo posto del volley alle Olimpiadi spagnole diretta dal ravennate Umberto Suprani, oggi dirigente regionale Coni

C’è chi può dire di essere stato su un campo da gioco alle Olimpiadi pur non essendo un atleta. Il ravennate Umberto Suprani arbitrò la finale per il terzo posto della pallavolo maschile tra Cuba e Stati Uniti nel 1992: «Avevo raggiunto il sogno di una vita, per uno sportivo che non partecipava in prima persona è stata la maniera per arrivare alle Olimpiadi e vivere un’atmosfera incredibile». Difficile dimenticare l’avventura in Spagna: «Da appassionato di basket mi trovai a parlare con il vero Dream Team americano e a quei tempi, tanto per capirci, c’era un certo Carl Lewis», sorride Suprani che dal 1997 è stato presidente provinciale del Coni e dal 2013 regionale.

Rio la guarderà da casa: «Dal divano di casa si riesce a seguire l’evento nel modo migliore. Essere là è un’altra cosa ma è difficile spostarsi da un posto all’altro per gustarsi la prestazione sportiva a tutti gli effetti».

Da uomo di sport prova a fare le carte ai cinque ravennati che saranno in Brasile, uno alla volta. Miani? «Sarebbe già un successo entrare in finale ma tra tutti i nostri credo sia quello con più possibilità di andare in zona medaglia. A Londra l’avevano messo nel quattro senza pesi leggeri e non fu una scelta vincente ma a Pechino con Luini nel doppio era arrivato quarto». Zofkova? «Per la staffetta 4×100 mista sarebbe già tanto entrare in finale». Timoncini? «È un mastino del tappeto, imprevedibile, capace di uscire al primo turno ma anche di andare a prendersi l’oro. Otto anni fa nessuno lo conosceva e si qualificò in fretta per le Olimpiadi, quest’anno per arrivare a Rio c’è voluta l’ultima possibilità». Errani? «In singolo neanche a parlarne ma in doppio con la Vinci può pensare a una medaglia. Dipende dal sorteggio degli incroci». Ortolani? «Per il volley sarebbe un risultato già positivo arrivare ai quarti. Fa parte di una nazionale con un futuro interessante, magari nel 2020 sarà uno squadrone ma oggi non ancora».

Ci sono poi i ravennati che non gareggiano ma allenano: «I ragazzi di Damiani nella boxe qualche medaglietta la portano a casa sempre, sono convinto che possano farcela. Cassani nel ciclismo ha scelto bene la squadra e poi tutto può succedere».

Dal fumetto alla street art al pane Dante Alighieri cambia faccia

Alla biblioteca Oriani 34 artisti di fama reinterpretano il volto del poeta. Le opere in vendita.

Dalla grafica al fumetto, dal mosaico al technogel, dal pane alla tape art: tante le tecniche dei 34 artisti di fama nazionale e oltre che parteciperanno con le loro opere alla mostra “Il Volto di Dante, per una traduzione contemporanea” in programma a Ravenna nella galleria della biblioteca di storia contemporanea “Oriani” (via Ricci) e inserita nel calendario di appuntamenti del Settembre dantesco che ogni anno ricorda la figura del poeta. L’iniziativa è promossa da Bonobolabo, spazio polivalente in via Centofanti, con il sostegno del Comune e di alcuni sponsor privati. Curatrice della mostra è Maria Vittoria Baravelli.

Il luogo scelto per l’esposizione delle opere (tutte in vendita, ingresso libero) non è casuale: le sale che saranno imbiacate a spese degli organizzatori per l’occasione, e dove dal 2014 è possibile visionare l’opera fatta da No Curves durante il festival di street art Subsidenze raffigurando il volto di Dante con il nastro adesivo, sono nate proprio come un corridoio che conduce alla tomba del poeta nelle vicinanze. E non è casuale nemmeno il numero delle opere: 34, seguendo lo schema metrico 33 più 1 della Commedia. Questi alcuni dei nomi degli artisti che hanno già confermato la loro partecipazione: Ale Giorgini, Alessandro Ripane, Alex Angi-Pablo Bermudez, Basik, Camilla Falsini, Lorenzo Ceccotti Lrnz, Luca Barberini, Massimiliano Petrone, Pixel Pancho, Van Orton design (alcune delle loro opere sono nella galleria di immagini in fondo alla pagina).

Per tutta la durata della mostra, nei giardini della sede, sarà presente una installazione del gruppo di artisti Cracking Art con una raccolta fondi attraverso la vendita di gadget per la promozione delle attività culturali della Casa Oriani. In collaborazione con l’Università di Bologna sarà esposta all’interno della mostra, per la prima volta a Ravenna, la ricostruzione del volto di Dante Alighieri. Il catalogo della mostra (Longo Edizioni) verrà distribuito nelle librerie e biblioteche del circuito nazionale e internazionale che collaborano con la casa editrice.

Ubriaco sulla minicar uccide un ciclista Arrestato 42enne per omicidio stradale

Le nuove norme del codice della strada applicate per la prima volta in provincia. Incidente a Brisighella durante una manovra di sorpasso

Al volante di una minicar in una manovra di sorpasso ha travolto e ucciso un 78enne in bicicletta e le analisi del sangue hanno rilevato un tasso alcolemico quadruplo rispetto al limite consentito per la guida: un 42enne di Faenza è stato arrestato dai carabinieri di Brisighella per il reato di omicidio stradale introdotto con le nuove norme di marzo 2016. È la prima volta che vengono applicate in provincia di Ravenna le disposizioni previste dalla modifica al codice della strada.

L’incidente è avvenuto poco prima della mezzanotte tra il 2 e il 3 agosto in località Quartolo sulla provinciale 302 che collega Faenza e Brisighella. La vettura viaggiava verso la città mentre l’anziano era in bicicletta in direzione opposta. Dai primi accertamenti dei militari pare che il conducente della miniauto al momento dell’impatto con il ciclista fosse in manovra di sorpasso con linea continua: l’urto deve essere stato molto violento perché sull’asfalto i carabinieri non hanno rilevato alcun segno di frenata.

Dopo l’impatto la minicar è finita in una canale di solo delle acque e si è ribaltata lateralmente: il conducente e una passeggera sono stati portati in ospedale dove sono state diagnosticate lievi ferite. Le analisi hanno poi rilevato un tasso alcolemico pari a 1,96 grammi per litro di sangue (0,5 il limite consentito per legge).

Il pm Vincenzo Antonio Bartolozzi, titolare del fascicolo d’indagine, nelle prossime ora chiederà la convalida dell’arresto, poi, entro le successive 48 ore il gip dovrà decidere l’entità delle misure cautelari da adottare (in alternativa al carcere potrebbero anche essere disposti i domiciliari oppure altri tipi di obblighi restrittivi). Sulla richiesta del pm e sulla decisione del giudice sicuramente andrà ad incidere una precedente denuncia per abuso di alcol alla guida che era stata contestasta al 42enne nel 2012, sempre dai carabinieri di Faenza.

Da Marinara a Genova a vela senza scali per preparare la traversata atlantica

Il ravennate d’adozione Rusticali parteciperà alla Mini Transat nel 2017 Dalla Francia alle Antille in un mese senza contatti con la terra ferma

Ha mollato gli ormeggi dal porto turistico Marinara a Marina di Ravenna il 29 luglio e per il 10 agosto è previsto l’approdo a Genova: mille miglia di navigazione in solitaria senza scalo che serviranno al forlivese Matteo Rusticali, velista ravennate d’adozione, come ultima prova prima di prendere parte all’edizione 2017 della Mini Transat: la regata atlantica (4mila miglia nautiche, circa 7.500 km) in solitaria su barche da 6,5 metri.

Partenza da Douarnenez (Finistére), cittadina nel sud della Bretagna, e arrivo a Pointe-à-Pitre nelle piccole Antille Francesi dopo una trentina di giorni. Una delle regole base è che gli skipper non possono comunicare con la terra durante la regata tramite telefoni satellitari o collegamenti internet. I soli strumenti permessi, infatti, sono la radio Vhf, un Gps per conoscere la propria posizione e una radio ricevente per captare (quando c’è segnale) il meteo. Agli skipper viene quindi richiesto non solo di saper far navigare bene la barca, ma anche di decidere la rotta migliore combinando le scarse informazioni meteo, con i segnali offerti dal mare e dalle nuvole. La sicurezza è garantita da “barche appoggio” che seguono la flotta.

Rusticali come detto è partito da Marinara e ha fatto rotta per l’isola di Palagruza, all’altezza delle Tremiti ma in acque Croate: un primo waypoint di 210 miglia a cui seguiranno Santa Maria di Leuca (200 miglia), Messina (200 miglia) ed una lunga galoppata di altre 470 miglia fino a Genova, passando tra l’Elba e la Corsica. Quest’ultima prova servirà per «fare i compiti che mi ha dato la classe Mini», ovvero 8 punti nave, di cui 2 con il sestante, almeno 1 bollettino meteo al giorno e documentazione dei passaggi, con foto del luogo o del Gps. «L’alta pressione di questo periodo va bene per i turisti ma meno per noi velisti», ha detto il 34enne prima della partenza. «Farò ancora un po’ di pratica con la vita a bordo: non posso portare con me troppi liofilizzati, pratici ma costosi, così dovrò usare molto la pentola a pressione: la consiglio anche alle casalinghe, metti dentro tutto ed in pochi minuti hai un pasto nutriente».

Rusticali sta facendo tutto da solo, in economia: sin ora ha finanziato la sua campagna con il lavoro di velaio e di istruttore di vela: «Purtroppo in Italia è facile trovare chi spende milioni per un calciatore, ma pochi che siano disposti a sostenere la vela con qualche migliaio di euro». Infatti, nonostante i successi recenti, Matteo è ancora alla ricerca di sponsor: «E dire che nella vela non ci sono scommesse clandestine, la gente non si picchia ed i ragazzi che fanno vela crescono sani e determinati».

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