martedì
26 Agosto 2025

Performance e mostra per ridare vita al Grande Ferro di Burri al Pala De André

L’opera d’arte diventa un palcoscenico a cielo aperto

Continuano le iniziative del Comune di Ravenna per valorizzare “Il grande ferro R” del grande artista del novecento Alberto Burri, l’importante opera contemporanea situata nell’area esterna del Pala De André che sabato prossimo (16 aprile) diventerà una sorta di palcoscenico a cielo aperto.

Il progetto è di Legambiente Salvalarte, Circolo Matelda Legambiente Ravenna e della neonata associazione RiBellArti, che ha come finalità principale la promozione dell’arte coniugata con il riuso dei materiali. «La grande scultura è un palcoscenico naturale ed è da qui che partiamo per proporre l’evento del 16 aprile – afferma la presidente di Ribellarti Rita Taroni –, inserendoci nella volontà della stessa Amministrazione di rendere fruibile e valorizzare la scultura come spazio in cui l’arte possa esprimersi nelle sue varie forme».

Sabato, dalle 18,30, sarà possibile visitare una mostra fotografica e installazioni lungo il percorso che accompagnerà il pubblico sotto il Grande ferro e, nell’area esterna del Pala De André, visionare un video di interviste ai cittadini realizzato (a cura di Al Casello Produzioni e Collettivo Antartide) allo scopo di far conoscere l’esistenza dell’opera e il suo autore (quello della gaffe dell’assessore Martina Monti, vedi articoli correlati).

Dalle 19 l’appuntamento è con la performance artistica “Sculture sonore nel teatro Grande Ferro R”. «La poetica di Burri – ricordano gli organizzatori –, ritrova nei nostri giorni una corrispondenza nella “poietica” dell’arte del riciclo, di cui ne è il precursore». E la scultrice Abra Degli Esposti, dell’Associazione RiBellArti, da tempo sperimenta nelle sue sculture d’arte informale l’utilizzo del ferro e altri metalli di riciclo, «in una ricerca di rigenerazione, dell’arte come fonte di nuova vita».

La performance di sabato prevede la realizzazione di un’opera d’arte a cura di Abra Degli Esposti con l’utilizzo di materiali “usati” già presenti nelle opere di Burri: sacchi di juta e plastica. Con la tecnica delle combustioni verrà creato un corpo plastico in movimento fino alla dimensione dello squarcio. La realizzazione dell’opera si fonderà con i suoni, provenienti dal Grande Ferro R che prenderà vita con la tromba di Simone Marzocchi e le percussioni di Jacopo Biserni. Alla voce il cantautore Gianluca Viscuso.

«Non volevo ucciderlo, mi sono difeso con la mannaia che mi puntava contro» 

La versione del 22enne presunto killer del compagno 55enne Litigio per gelosia dopo una notte trascorsa fuori dal giovane

«Non volevo ucciderlo, durante una lite siamo venuti alle mani e lui mi ha affrontato impugnando la mannaia, io l’ho disarmato e poi colpito con quella per difendermi». Così sarebbero andati i fatti, tra le 9.30 e le 10.30 del 10 aprile in una villetta a Pinarella di Cervia, secondo il racconto del 22enne Antonio Colopi di Lecce che si trova in carcere a Lanciano dove si è costituito ai carabinieri dopo un tentativo di fuga durato qualche ora. Non ci sono altre versioni perché in quell’abitazione in quel momento erano solo in due e il 55enne Ugo Tani di Ferrara, convivente del giovane, è morto colpito dall’arnese da macellaio (ritrovato dagli inquirenti con tracce organiche sulla lama, il numero dei colpi potrà essere accertato solo dall’autopsia).

Il più anziano aveva preso in affitto l’appartamento da una decina di giorni come alloggio per la stagione estiva da cuoco in un albergo di Cervia: l’uomo ospitava il giovane compagno, con cui conviveva da circa un anno nel Ferrarese, che avrebbe dovuto lavorare a sua volta nella ristorazione in riviera. All’origine della tragedia, come detto, un litigio scatenato da questioni di gelosia. Scoppiato in mattinata quando alle 9.15 Colopi è rientrato dopo aver passato fuori la notte e Tani lo ha rimproverato riprendendo la discussione avuta già la sera prima quando il ragazzo era uscito contro il parere del compagno.

«Ho coperto il corpo di Ugo con delle lenzuola – ha raccontato l’accusato, che si trova in stato di fermo per indiziato di delitto, ai magistrati abruzzesi che ieri notte l’hanno interrogato per quasi cinque ore – e ho provato a rianimarlo comprimendo il torace poi sono uscito di casa». È l’avvocato Vittorio Battistella a riportare le parole del suo assistito. Secondo la ricostruzione degli investigatori, che combacia con quella fornita del presunto assassino, la fuga si è snodata lungo l’A14 verso sud a bordo della Peugeot intestata alla vittima e alla sorella: «Nemmeno Colopi sa dire dove fosse diretto di preciso, era in grande stato confusionale». Non è da escludere che fosse diretto verso la terra d’origine anche se, a quanto si apprende, i rapporti con la famiglia erano da tempo logorati.

Durante quel tentativo di allontanamento senza meta per primo ha contattato un altro avvocato, il riminese Stefano Paolucci che lo aveva difeso un mese fa in una querela per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni (sette mesi, pena sospesa) maturata durante un movimentato controllo di polizia a Cesenatico in cui Colopi era in condizioni di ebbrezza. «Prima qualche messaggio su Whatsapp privo di senso, poi una telefonata in tarda mattinata – ricorda Paolucci –. Ma davvero non sono riuscito a capire nulla. Colopi era agitato, confuso, non rispondeva a domande e parlava a ruota libera senza un filo logico, ripeteva continuamente “Non volevo farlo”. Sostiene di aver agito per difendersi». Sulla dinamica esatta si è concentrata buona parte dell’interrogatorio.

Una situazione delicata perché Colopi manifestava l’intenzione di suicidarsi e Paoloucci si trovava a metà tra la deontologia dell’avvocato e il senso civico del cittadino che deve collaborare con le forze dell’ordine: «Formalmente non c’era un mandato di incarico quindi non ero il suo legale ma questo non cambiava le cose, la situazione era difficile. Ho cercato di convincero a costituirsi prima possibile gestendo i contatti telefonici anche con i carabinieri che stavano indagando e quando li ho contattati erano già sulle sue tracce. Costituirsi, in ogni caso, era nel suo interesse anche in vista del procedimento processuale».

La difesa ora è nelle mani di Battistella in quanto Paoloucci si trova nei panni del teste: «Domani mattina (12 aprile, ndr) tornerò in carcere a trovarlo portandogli degli abiti perché quelli che indossava erano sporchi di sangue e sono sotto sequestro. Stessa cosa succederà per la vettura che dovrà essere passata al vaglio della scientifica».

In mattinata, a 24 ore dai fatti, gli inquirenti hanno tenuto una conferenza stampa in procura per fare il punto, sostanzialmente confermato quanto già emerso a ridosso dell’omicidio. «L’ammissione fornita dal sospettato – ha spiegato il sostituto procuratore Stefano Stargiotti affiancato dal procuratore capo Alessandro Mancini – è arrivata a sostenere un quadro indiziario che avevamo già ben chiaro, aggiungendo dettagli a una ricostruzione già fatta. Continueranno le indagini per accertare meglio i contorni».

Quello del cuoco ferrarese è il primo omicidio del 2016 in provincia di Ravenna. Il 2015 si era chiuso con due delitti tuttora irrisolti: quello di Vincenzo Chianese, metronotte ucciso in una cava a Fosso Ghiaia durante un turo di perlustrazione il 30 dicembre e quello di Mor Seye, senegalese venditore ambulante abusivo ammazzato con cinque colpi di pistola alla schiena l’11 settembre a Casalborsetti mentre pranzava sulla spiaggia.

Il ravennate Ballardini torna per la seconda volta in stagione sulla panchina del Palermo

L’allenatore ravennate Davide Ballardini torna sulla panchina del Palermo, in serie A, per cercare di salvare dalla retrocessione una squadra apparsa quasi allo sbando. Per il Palermo si tratta di una sorta di record, essendo l’ottavo cambio sulla panchina di questa stagione.

A fare le spese della rabbia del presidente Maurizio Zamparini dopo la sconfitta casalinga di domenica sera contro la Lazio questa volta è stato Walter Novellino, altro allenatore molto legato a Ravenna, essendo tuttora il suo il miglior risultato della storia del Ravenna Calcio (ottavo posto in serie B nel 1996-97).

Secondo i siti sportivi nazionali, Zamparini sta tuttora trattando con Ballardini, che avrebbe chiesto un contratto biennale, ma l’accordo di massima sarebbe già stato raggiunto e nella giornata di martedì (12 aprile) il tecnico ravenate allenerà la squadra nel ritiro di Coccaglio (Brescia).

Si tratta del terzo ritorno per Ballardini sulla panchina del Palermo, il secondo in questa stagione: era infatti subentrato a Iachini alla tredicesima di campionato, per essere poi cacciato dopo sei giornate. Quando poi Iachini, tornato per tre giornate dalla 26esima alla 28esima dopo l’addio di Schelotto, si dimise, Ballardini era già stato contattato da Zamparini, ma in quell’occasione aveva rifiutato. Ora l’accordo, che – sottolinea Sport Mediaset – va oltre anche ai dissapori che erano sorti tra gran parte dello spogliatoio rosanero e Ballardini. In particolare il capitano Sorrentino si era scagliato pubblicamente contro l’allenatore.

Il Comune cerca di promuovere Burri ma l’assessore Monti non lo riconosce

In un video girato il mese scorso ignora il nome dell’autore della
scultura del Pala De André, finita al centro del dibattito in questi mesi

Nell’ambito delle iniziative messe in campo dal Comune per la valorizzazione del Grande Ferro R, la grande scultura di Alberto Burri nell’area esterna del Pala De André, sabato 16 aprile verrà anche proiettato un video realizzato poche settimane fa e che vanta già oltre mille visualizzazioni su Youtube (a questo link).

Nel video (a cura di Al Casello Produzioni e Collettivo Antartide) ci sono alcune interviste ai cittadini di Ravenna realizzate allo scopo di sensibilizzare e coinvolgere i ravennati, far conoscere l’esistenza dell’opera e il suo autore. Le domande rivolte al pubblico erano: «Quanto conta nel tuo quotidiano l’arte? Riconosci questa opera (mostrando una foto del Grande Ferro)? Sai chi è l’autore?».

Tra i vari intervistati anche l’assessore a Sicurezza e Immigrazione del Comune di Ravenna, Martina Monti, che non ricorda però il nome dell’autore. «Aspetta, ce l’ho sulla punta della lingua – dice – ma no, non ricordo il nome». Va detto che il Comune che lei stessa contribuisce ad amministrare ha focalizzato l’attenzione sulla scultura di Burri – in risposta anche ad alcune polemiche sul suo stato di conservazione – già dallo scorso dicembre, quando venne organizzato un incontro pubblico (vedi articoli correlati).

Nel 2015 è stato celebrato in tutto il mondo il centenario della nascita di quello che è considerato come uno dei grandi artisti del Novecento, la cui opera al Pala De André è però sconosciuta alla maggior parte dei ravennati. Per rimediare, il Comune ha messo in campo un calendario di iniziative.

Il Comune cerca di promuovere Burri ma l’assessore Monti non lo riconosce

In un video girato il mese scorso ignora il nome dell’autore della
scultura del Pala De André, finita al centro del dibattito in questi mesi

Nell’ambito delle iniziative messe in campo dal Comune per la valorizzazione del Grande Ferro R, la grande scultura di Alberto Burri nell’area esterna del Pala De André, sabato 16 aprile verrà anche proiettato un video realizzato poche settimane fa e che vanta già oltre mille visualizzazioni su Youtube (a questo link).

Nel video (a cura di Al Casello Produzioni e Collettivo Antartide) ci sono alcune interviste ai cittadini di Ravenna realizzate allo scopo di sensibilizzare e coinvolgere i ravennati, far conoscere l’esistenza dell’opera e il suo autore. Le domande rivolte al pubblico erano: «Quanto conta nel tuo quotidiano l’arte? Riconosci questa opera (mostrando una foto del Grande Ferro)? Sai chi è l’autore?».

Tra i vari intervistati anche l’assessore a Sicurezza e Immigrazione del Comune di Ravenna, Martina Monti, che non ricorda però il nome dell’autore. «Aspetta, ce l’ho sulla punta della lingua – dice – ma no, non ricordo il nome». Va detto che il Comune che lei stessa contribuisce ad amministrare ha focalizzato l’attenzione sulla scultura di Burri – in risposta anche ad alcune polemiche sul suo stato di conservazione – già dallo scorso dicembre, quando venne organizzato un incontro pubblico (vedi articoli correlati).

Nel 2015 è stato celebrato in tutto il mondo il centenario della nascita di quello che è considerato come uno dei grandi artisti del Novecento, la cui opera al Pala De André è però sconosciuta alla maggior parte dei ravennati. Per rimediare, il Comune ha messo in campo un calendario di iniziative.

Il Comune cerca di promuovere Burri ma l’assessore Monti non lo riconosce

In un video girato il mese scorso ignora il nome dell’autore della scultura del Pala De André, finita al centro del dibattito in questi mesi

Nell’ambito delle iniziative messe in campo dal Comune per la valorizzazione del Grande Ferro R, la grande scultura di Alberto Burri nell’area esterna del Pala De André, sabato 16 aprile verrà anche proiettato un video realizzato poche settimane fa e che vanta già oltre mille visualizzazioni su Youtube (a questo link).

Nel video (a cura di Al Casello Produzioni e Collettivo Antartide) ci sono alcune interviste ai cittadini di Ravenna realizzate allo scopo di sensibilizzare e coinvolgere i ravennati, far conoscere l’esistenza dell’opera e il suo autore. Le domande rivolte al pubblico erano: «Quanto conta nel tuo quotidiano l’arte? Riconosci questa opera (mostrando una foto del Grande Ferro)? Sai chi è l’autore?».

Tra i vari intervistati anche l’assessore a Sicurezza e Immigrazione del Comune di Ravenna, Martina Monti, che non ricorda però il nome dell’autore. «Aspetta, ce l’ho sulla punta della lingua – dice – ma no, non ricordo il nome». Va detto che il Comune che lei stessa contribuisce ad amministrare ha focalizzato l’attenzione sulla scultura di Burri – in risposta anche ad alcune polemiche sul suo stato di conservazione – già dallo scorso dicembre, quando venne organizzato un incontro pubblico (vedi articoli correlati).

Nel 2015 è stato celebrato in tutto il mondo il centenario della nascita di quello che è considerato come uno dei grandi artisti del Novecento, la cui opera al Pala De André è però sconosciuta alla maggior parte dei ravennati. Per rimediare, il Comune ha messo in campo un calendario di iniziative.

Michela Guerra pronta con la nuova lista: «Vi aspettiamo mercoledì all’Hotel Diana»

Dopo la mancata certificazione del Movimento 5 Stelle, l’ex
prescelta del meetup di Grillo si candiderà comunque a sindaco

Non lo dice esplicitamente, ma la notizia a questo punto è certa. Michela Guerra presenterà una lista civica di cui sarà la candidata sindaco e a cui parteciperanno i grillini del meetup che si erano candidati appunto per il consiglio comunale per il Movimento 5 Stelle. Dopo la doccia fredda che ha visto lo staff di Grillo negare l’uso del simbolo a Ravenna, Guerra scende nell’agone politico e dovrebbe arrivarci non solo con una lista di candidati al consiglio, ma anche con una sorta di “dream team”, nomi di una certa notorietà in città, che potrebbe coadiuvarla e appoggiarla. Tra questi non è escluso vi sia anche l’ex presidente di Autorità portuale Galliano di Marco.

Per saperne di più tuttavia bisognerà aspettare fino a mercoledì 13 aprile quando la candidata dalla sua pagina Facebook invita tutti, stampa compresa, all’hotel Diana in via Girolamo Rossi 47 per spiegare il percorso che si intende prendere. «In questi mesi in tantissimi avete mostrato enorme interesse su ciò che facevamo e su quello che avremmo voluto fare. In questi anni ho avuto la fortuna di condividere un bellissimo percorso con tante brave persone, animate dalla voglia di cambiare Ravenna attraverso un diverso modo di fare politica. Cambiare la città, cambiando le dinamiche che hanno bloccato energie, idee, proposte. Come sapete sono successe diverse cose negli ultimi mesi, sulle quali non voglio nemmeno più ritornare; voglio però dirvi che, assieme alla bellissima squadra formata in questi mesi di lavoro, abbiamo riflettuto su tutto quello che è accaduto e siamo giunti ad una conclusione».

Sarà presente anche Pietro Vandini, capogruppo in consiglio comunale del Movimento 5 Stelle, che però non sarà tra i candidati della nuova lista.

Tra formaggi, vini e croissant appena sfornati In piazza del popolo il mercatino francese

Profumi, sapori e colori d’Oltralpe in piazza del Popolo, a Ravenna, che ospita per la prima volta il mercatino regionale francese, dal 15 al 17 aprile. Tante le prelibatezze enogastronomiche presenti, tutte rigorosamente di qualità e tradizione francese.

Oltre ottanta i tipi di formaggi, i quali potranno essere abbinati ad un’ampia gamma di vini provenienti dalle più importanti regioni vinicole d’Oltralpe. Per i più golosi le “degustazioni dolci” potranno contare sui biscotti bretoni, con oltre venti varietà di ripieno, su un gran numero di cioccolatini dai gusti raffinati, fino ad arrivare ai dolci preferiti da Re ed Imperatori: i macarons. Una grande tavolozza di colori è rappresentata dallo stand delle spezie e, a completamento dell’offerta enogastronomica, non mancheranno baguettes e croissants appena sfornati nello spazio della Boulangerie.

In questo piccolo angolo di Francia anche l’artigianato, con un’ampia gamma di prodotti provenienti da diverse regioni: lavanda, saponi, profumi, le tovaglie provenzali.

Orari: venerdì dalle 12 alle 20; sabato e domenica dalle 9 alle 20.

Ucciso dal compagno con una mannaia Per il cuoco spunta la pista passionale

Il giovane avrebbe ammesso le proprie colpe. Avrebbe anche cercato
di caricare il cadavere in auto per disfarsene, ma non ha avuto tempo

Il cuoco ferrarese Ugo Tani, 56 anni, è stato ucciso da quello che sarebbe stato il suo giovane amante. Stando a quanto riportato da un’agenzia dell’Ansa e dall’edizione di oggi del Resto del Carlino, spunta la pista passionale per l’omicidio di Pinarella di domenica mattina.

Il convivente della vittima, il 26enne pugliese Antonio Colopi, è stato interrogato per circa quattro ore davanti al sostituto procuratore della Procura della Repubblica di Lanciano, dove si era volontariamente costituito nel pomeriggio dopo una fuga di qualche ora. Secondo quanto appreso – si legge in un’agenzia dell’Ansa – avrebbe ammesso le sue responsabilità.

Secondo una prima ricostruzione, il ragazzo avrebbe ucciso il compagno dopo un litigio nella prima mattinata, con una mannaia. E – come scrive il Carlino – arebbe tentato di caricarlo nel bagagliaio dell’auto, ma l’arrivo della padrona di casa lo ha costretto a desistere, lasciando Tani vicino all’ingresso, in parte avvolto da una coperta, ed evidenti segni di trascinamento. È stata la stessa padrona di casa, insieme al marito, a scoprire il cadavere poco prima delle 14, insospettita dalla strana partenza del giovane a bordo dell’auto del 56enne.

I due erano da poche settimane nell’appartamento di via Puglie, a Pinarella, in vista della stagione lavorativa al mare, come aiuto cuochi in un hotel di Cervia.

La vittima – residente a Migliaro, in provincia di Ferrara – è stata in passato anche fantino professionista, prima di tornare a svolgere la mansione per cui aveva studiato.

Non aveva mai preso la patente e guidava ubriaco, senza assicurazione: cappottato

Un 25enne finisce nei campi con la propria auto: illeso
Ferite le altre due persone coinvolte nell scontro su via Basilica

Rocambolesco incidente nella notte su via Basilica, tra Sant’Alberto e Savarna, con un’auto finita cappottata nei campi. Si tratta di una Fiat Stilo alla cui guida si trovava un giovane (25 anni) rumeno, risultato poi senza patente (mai conseguita), assicurazione e alla guida ubriaco, con un livello di alcol nel sangue pari a circa tre volte il limite consentito. Nonostante il volo fuori strada il 25enne è uscito illeso dall’auto, mentre la ragazza che si trovava nel sedile del passeggero è stata costretta alle cure dell’ospedale per lesioni definite di media gravità.

Ferite lievi, invece, per il conducente dell’altra auto coinvolta nell’incidente (la cui dinamica non è ancora chiara: i due veicoli pare stessero percorrendo via Basilica infatti nella stessa direzione). Si tratta di un trentenne residente in zona, a bordo di una Mini.

Lo scontro è avvenuto poco prima le 23 di domenica, all’altezza del civico 148, e la pattuglia della polizia municipale intervenuta per i rilievi ha regolato il traffico con senso unico alternato per oltre due ore.

Sequestro record a Faenza: 100 chili di hashish nascosti dentro un camion

Sulla piazza dello spaccio avrebbero fruttato oltre un milione di euro

Hanno nascosto dietro piante ornamentali, su un Tir, 100 chilogrammi di hashish pronti per essere ceduti all’acquirente, giunto a ritirare la merce, a bordo della sua auto, in un parcheggio della zona artigianale di Faenza. Pedinati dai carabinieri, sono finiti tutti in manette: i due corrieri – un italiano 43enne originario del Veneto, proprietario dell’autoarticolato e un 24enne originario del Marocco – e il compratore, un faentino 35enne di origini marocchine.

L’uomo, già noto ai militari, è stato seguito, venerdì sera, da alcuni agenti in borghese, insospettiti da un doppio passaggio, a bordo della sua auto, davanti ad un posto di blocco.

Sul Tir erano trasportati centinaia di panetti di hashish accuratamente confezionati: quasi 100 chilogrammi che, sulla piazza dello spaccio, avrebbero fruttato oltre un milione di euro.

I tre uomini sono stati arrestati e portati in carcere con l’accusa di spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti in concorso e resistenza a pubblico ufficiale. (Ansa.it)

Ucciso un cuoco 56enne a Pinarella: un 26enne si è consegnato a Lanciano

L’arma sarebbe un coltello da cucina. La vittima era del Ferrarese

Il cadavere di un uomo ammazzato a colpi di arma contundente è stato trovato nel primo pomeriggio all’interno di un appartamento di Pinarella di Cervia. A dare l’allarme ai Carabinieri e al 118 è stato un vicino di casa.

La vittima è un cuoco 56enne residente a Migliaro in provincia di Ferrara – Ugo Tani – ucciso nella sua casa rivierasca di via Puglie 6 dove si è recato il Pm di turno, Stefano Stargiotti.

L’arma del delitto potrebbe essere un coltello da cucina.

Si è consegnato agli inquirenti a Lanciano, in provincia di Chieti, un giovane di 26 anni, originario della provincia di Lecce, che gli dava una mano in casa e che, dopo il delitto, si è reso irreperibile.

A dare l’allarme ai Carabinieri e al 118 era stato un vicino di casa. (Ansa.it)

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