giovedì
21 Agosto 2025

C’è già una giunta del Pd? Certi Bakkali e Fagnani, Cameliani alla prova del voto

Nove posti a disposizione, l’incognita è legata alle liste in appoggio

Un po’ a sorpresa tra i candidati al consiglio comunale di Ravenna per il Pd c’è anche l’assessore uscente Massimo Cameliani (vedi articoli correlati), unico della giunta a cui toccherà passare tra le forche caudine del voto e delle preferenze per vedersi riconfermato in giunta in caso di vittoria del Partito democratico. Che debba espiare qualche posizione di minoranza interna al partito nei mesi scorsi? O è solo l’uomo ideale su cui convogliare il voto fondamentale di un’area come quella del San Rocco?

Comunque sia, non altrettanto toccherà fare a Ouidad Bakkali che sta giocando un ruolo fondamentale nella campagna di Michele De Pascale e per cui sarebbe già pronto un assessorato che confermerebbe almeno la delega all’Istruzione, e per Roberto Fagnani, vice provinciale del partito, che di certo pare destinato a deleghe di particolare peso in un’eventuale giunta De Pascale (nove posti a disposizione compreso il vicesindaco).

Tra gli altri nomi che già circolano c’è quello di Giacomo Costantini, che tanti vedrebbero bene con le deleghe a Commercio e Turismo per l’esperienza maturata in questi anni anche in Confesercenti.

Per i Servizi sociali, che il candidato De Pascale intende riportare in capo direttamente al Comune superando l’Asp, si guarderà forse verso il mondo del volontariato sociale (e magari cattolico). Incerta la delega della Cultura a cui potrebbe ambire Fabio Sbaraglia, ricandidato in consiglio comunale, operatore culturale egli stesso e nell’attuale mandato presidente della commissione cultura (un cursus honorum che potrebbe essere viatico per la giunta).

Per l’Ambiente invece potrebbe essere in vista una promozione per l’assessore provinciale Mara Roncuzzi, ecodem, che non è candidata, mentre l’attuale assessore, Guido Guerrieri, entrato in giunta nel 2011 in quota Idv se la gioca nella lista in appoggio ai dem, IXC, di Giovanni Poggiali e Paolo Valenti (vedi sempre tra i correlati). E in effetti per la composizione della giunta si dovrà comunque tener conto delle alleanze: il candidato Pd De Pascale ha già promesso, nel solco della continuità, che il vicesindaco andrà al Pri nella persona di Eugenio Fusignani, segretario provinciale del partito, ex assessore in Provincia. E un posto dovrebbe trovarsi anche per Valentina Morigi qualora la sua lista, quella di sinistra in appoggio al Pd di cui ancora non si conosce il nome, dovesse riuscire a eleggere un consigliere. E in qualche modo, anche le altre liste, come quella capeggiata da Daniele Perini (storicamente uno dei consiglieri più votati) se contribuiranno alla vittoria, andranno ricompensate. Sullo sfondo, resta il tema del congresso del Pd, essendo De Pascale anche segretario. Ma su questo in via della Lirica nessuno sembra avere troppa fretta e rispetto al passato non si escludono cambiamenti di impronta “renziana” per cui un amministratore potrà eventualmente ricoprire l’incarico di segretario. E c’è chi dice che il primo a intraprendere la nuova strada potrebbe essere l’attuale vice del segretario, il renziano Roberto Fagnani.

Trivelle, Confesercenti vota sì il 17 aprile: «Il turismo è la priorità»

L’associazione di categoria si schiera sulle pagine della sua rivista.
«Non è il modo di risolvere i problemi ma ora è giusto votare»

piattaforma off shore«La Confesercenti senza guerre di religione ritiene che il petrolio principale da estrarre e valorizzare sia quello del turismo. Per questo nell’occasione e a livello nazionale la Confesercenti invita coerentemente ad andare a votare e votare sì». L’associazione di categoria, dalle pagine del suo periodico mensile “Commercio e Turismo romagnolo”, prende posizione in vista del referendum popolare del 17 aprile sulle trivelle. Il quesito, come ormai noto, chiede se si vuole abrogare la parte di una legge che permette a chi ha ottenuto concessioni per estrarre gas o petrolio da piattaforme offshore entro 12 miglia dalla costa di rinnovare la concessione fino all’esaurimento del giacimento.

Lo strumento scelto dalle Regioni che hanno promosso il referendum non trova i pieni favori di Confesercenti: «I problemi non si risolvono con il referendum men che meno su questioni così importanti, certo ancor meno con quesiti così parziali. Dal momento che c’è e si vota è giusto esprimere la propria opinione e farla sentire. Visto che lo si cita molto noi stiamo con il turismo e con l’economia turistica del territorio dell’oggi e del domani. Questo per noi è il primo patrimonio da tutelare. Forniamo così il nostro contributo in merito e a sostegno della campagna referendaria».

L’articolo affronta in breve la questione più direttamente collegata ai temi in ballo con la consultazione popolare: «L’Italia come è noto ha una posizione di leader nel settore a partire dal polo ravennate delle estrazioni ma sempre l’Italia ha come settore trainante il turismo a partire da quello della costa. Costa che è pesantemente colpita dal fenomeno dell’erosione a cui concorrono (secondo diversi studi anche della nostra regione) anche le estrazioni, come l’emungimento di acqua e il minor riporto dei fiumi insieme ai mutamenti climatici e ambientali».

Trivelle, Confesercenti vota sì il 17 aprile: «Il turismo è la priorità»

L’associazione di categoria si schiera sulle pagine della sua rivista.
«Non è il modo di risolvere i problemi ma ora è giusto votare»

piattaforma off shore«La Confesercenti senza guerre di religione ritiene che il petrolio principale da estrarre e valorizzare sia quello del turismo. Per questo nell’occasione e a livello nazionale la Confesercenti invita coerentemente ad andare a votare e votare sì». L’associazione di categoria, dalle pagine del suo periodico mensile “Commercio e Turismo romagnolo”, prende posizione in vista del referendum popolare del 17 aprile sulle trivelle. Il quesito, come ormai noto, chiede se si vuole abrogare la parte di una legge che permette a chi ha ottenuto concessioni per estrarre gas o petrolio da piattaforme offshore entro 12 miglia dalla costa di rinnovare la concessione fino all’esaurimento del giacimento.

Lo strumento scelto dalle Regioni che hanno promosso il referendum non trova i pieni favori di Confesercenti: «I problemi non si risolvono con il referendum men che meno su questioni così importanti, certo ancor meno con quesiti così parziali. Dal momento che c’è e si vota è giusto esprimere la propria opinione e farla sentire. Visto che lo si cita molto noi stiamo con il turismo e con l’economia turistica del territorio dell’oggi e del domani. Questo per noi è il primo patrimonio da tutelare. Forniamo così il nostro contributo in merito e a sostegno della campagna referendaria».

L’articolo affronta in breve la questione più direttamente collegata ai temi in ballo con la consultazione popolare: «L’Italia come è noto ha una posizione di leader nel settore a partire dal polo ravennate delle estrazioni ma sempre l’Italia ha come settore trainante il turismo a partire da quello della costa. Costa che è pesantemente colpita dal fenomeno dell’erosione a cui concorrono (secondo diversi studi anche della nostra regione) anche le estrazioni, come l’emungimento di acqua e il minor riporto dei fiumi insieme ai mutamenti climatici e ambientali».

A Cervia il Comune sfratta il gestore del porto turistico

Decreto di decadenza della concessione del 1971 per una serie di inadempienze. Il sindaco Coffari: «Se non vi saranno sentenze negativi gestiremo noi da subito in attesa di un nuovo bando»

La società Marina di Cervia srl con sede a Napoli, titolare dal 1971 della concessione demaniale per il porto turistico cervese, dovrà sgomberare la struttura fine marzo altrimenti interverrà la forza pubblica. Così stabilisce il decreto di decadenza della concessione emesso dall’unità speciale del Comune di Cervia, sotto la guida del sindaco e del segretario Comunale, il 10 marzo. Il decreto è immediatamente efficace, fatto salvo eventuale ricorso della società con pronunciamento negativo del tribunale amministrativo.

«È un fatto storico per la nostra città – dichiara il primo cittadino Luca Coffari –. Il porto ben gestito può essere una risorsa fondamentale per lo sviluppo del comparto turistico legato alla nautica, ma anche per l’intera città. Il Comune se non vi saranno ricorsi con sentenze negative, gestirà il porto già da subito in attesa di fare un nuovo bando. Verranno tutelati gli attuali proprietari di posti barca e cantieri nautici».

Le travagliate vicende del marina di Cervia sono riassunte tra gli articoli correlati. La sintesi del provvedimento di decadenza è nel pdf scariabile dal link in fondo alla pagina.

«Precari, sfruttati, impauriti» Ra in Comune racconta il lavoro oggi

Anche il giudice Riverso alla tavola rotonda promossa dalla lista
che candida Sutter a sindaco. Applausi per Di Marco (ex Ap) in platea 

«Oltre a una Ravenna in Comune, ci vorrebbe un’Italia in Comune, ovvero una forza politica che metta il lavoro al centro del proprio agire». La sintesi è quella del giudice della Corte di Cassazione, Roberto Riverso, al termine di un pomeriggio in cui si è tracciato un quadro, quanto mai a tinte fosche, del lavoro industriale nel nostro territorio, nel corso di una tavola rotonda organizzata appunto da Ravenna in Comune (Ric), lista civica che raggruppa varie anime della sinistra e che candida a sindaco Raffaella Sutter.

L’ex giudice del tribunale del Lavoro di Ravenna ha iniziato il suo intervento ricordando la tragedia della Mecnavi («Azienda in cui i padroni si vantavano del fatto che non potessero entrare i sindacati») e ha tracciato un quadro desolante dell’evulozione legislativa in materia di lavoro in un intervento dai toni fortemente critici in particolare verso l’attuale governo per una narrazione che mistifica, secondo Riverso, la realtà. Sotto accusa la compressione delle tutele, l’abolizione dell’articolo 18, il dilagare di lavoro sottotutelato. Ha parlato di vero e proprio «imbroglio» nell’uso stesso dei termini, «a cominciare dal contratto a tutele crescenti che con la liberalizzazione dei licenziamenti, il demansionamento e il controllo a distanza dei lavoratori, di tutele non ne ha proprio».

Applausi da una sala Forum di viale Berlinguer piena di gente in cui sedeva anche il «libero cittadino» Galliano di Marco, da pochi giorni ex presidente di Autorità Portuale che è stato salutato calorosamente non solo da Sutter ma anche dalla sala, con un applauso spontaneo.

Ma a parlare di porto è stato Danilo Morini, segretario provinciale del settore per la Cgil, tracciando un quadro delle dimensioni lavorative di quelle realtà, senza nascondere le difficoltà per il sindacato stesso a contattare i lavoratori delle ditte, privati, cooperative «con il padrone», cooperative borderline, a cui i terminalisti si affidano per i lavori per esempio di facchinaggio. «Poiché l’affidamento del lavoro avviene solo sulla base del denaro – spiega Morini – basta un euro in meno all’ora perché magari lo stesso lavoratore si trovi da un giorno all’altro a fare lo stesso lavoro, nello stesso posto, ma per qualcuno altro e per questo riceva un compenso più basso e goda di meno tutele». Una giungla tracciata da una riga che divide l’area portuale, la banchina vera e proprio, dall’area retroportuale, dove si svolge l’80 percento del lavoro ma dove le norme che regolamentano il lavoro e la sua sicurezza non sono più quelle stringenti e rigide della realtà portuale. Morini ha chiuso l’intervento asupicando per il porto che l’escavo dei fondali, le nuove banchine possano portare anche più operatori e superare una storica chiusura del porto verso l’ingresso di realtà esterne.

Di lavoratori difficili da intercettare, spaventati, disposti a lavorare per pochi soldi e pochi diritti ha parlato anche il segretario della Cgil Filctem Massimo Marani raccontando del sistema di subappalti a cui si affidano ormai anche grosse aziende come Hera, Enel, Eni. Aziende all’interno della quali, dice Marani, forse i lavoratori tutelati hanno tardato ad accorgersi di cosa stava accadendo fuori di lì perchè godevano effettivamente di tutele sempre più sconosciute al di fuori.

Di vendite, Newco, trasformazioni e svendite del settore chimico si è parlato a lungo per arrivare naturalmente a Versalis e a suoi 770 dipendenti solo a Ravenna sottolineando come il governo, con la sua golden share, può deciderne le sorti. E se Milco Cassani della Fiom ha fatto l’intervento più politico, l’unico a manifestare peraltro apertamente il suo personale sostegno a Sutter, il pomeriggio è rimasto incentrato su temi molto concreti rispetto ai quali, tuttavia, un’Amministrazione comunale ci si chiede cosa possa fare. «Innanzitutto – ha detto Sutter – può avere un ruolo di mediazione e di conoscenza approfondita di questi fenomeni, ed è sicuramente ciò che mi impegno a fare da sindaca. Così come a occuparmi del tema della terziarizzazione di funzione proprio del Comune stesso».

Il prossimo appunto che la lista ha dato alla cittadinanza è su un altro tema quanto mai caldo: le trivelle, il 20 marzo, tema più volte sfiorato anche nel corso del pomeriggio su cui sono emerse posizioni quanto mai contrastanti all’interno della Cgil.

«Precari, sfruttati, impauriti» Ra in Comune racconta il lavoro oggi

Anche il giudice Riverso alla tavola rotonda promossa dalla lista
che candida Sutter a sindaco. Applausi per Di Marco (ex Ap) in platea 

«Oltre a una Ravenna in Comune, ci vorrebbe un’Italia in Comune, ovvero una forza politica che metta il lavoro al centro del proprio agire». La sintesi è quella del giudice della Corte di Cassazione, Roberto Riverso, al termine di un pomeriggio in cui si è tracciato un quadro, quanto mai a tinte fosche, del lavoro industriale nel nostro territorio, nel corso di una tavola rotonda organizzata appunto da Ravenna in Comune (Ric), lista civica che raggruppa varie anime della sinistra e che candida a sindaco Raffaella Sutter.

L’ex giudice del tribunale del Lavoro di Ravenna ha iniziato il suo intervento ricordando la tragedia della Mecnavi («Azienda in cui i padroni si vantavano del fatto che non potessero entrare i sindacati») e ha tracciato un quadro desolante dell’evulozione legislativa in materia di lavoro in un intervento dai toni fortemente critici in particolare verso l’attuale governo per una narrazione che mistifica, secondo Riverso, la realtà. Sotto accusa la compressione delle tutele, l’abolizione dell’articolo 18, il dilagare di lavoro sottotutelato. Ha parlato di vero e proprio «imbroglio» nell’uso stesso dei termini, «a cominciare dal contratto a tutele crescenti che con la liberalizzazione dei licenziamenti, il demansionamento e il controllo a distanza dei lavoratori, di tutele non ne ha proprio».

Applausi da una sala Forum di viale Berlinguer piena di gente in cui sedeva anche il «libero cittadino» Galliano di Marco, da pochi giorni ex presidente di Autorità Portuale che è stato salutato calorosamente non solo da Sutter ma anche dalla sala, con un applauso spontaneo.

Ma a parlare di porto è stato Danilo Morini, segretario provinciale del settore per la Cgil, tracciando un quadro delle dimensioni lavorative di quelle realtà, senza nascondere le difficoltà per il sindacato stesso a contattare i lavoratori delle ditte, privati, cooperative «con il padrone», cooperative borderline, a cui i terminalisti si affidano per i lavori per esempio di facchinaggio. «Poiché l’affidamento del lavoro avviene solo sulla base del denaro – spiega Morini – basta un euro in meno all’ora perché magari lo stesso lavoratore si trovi da un giorno all’altro a fare lo stesso lavoro, nello stesso posto, ma per qualcuno altro e per questo riceva un compenso più basso e goda di meno tutele». Una giungla tracciata da una riga che divide l’area portuale, la banchina vera e proprio, dall’area retroportuale, dove si svolge l’80 percento del lavoro ma dove le norme che regolamentano il lavoro e la sua sicurezza non sono più quelle stringenti e rigide della realtà portuale. Morini ha chiuso l’intervento asupicando per il porto che l’escavo dei fondali, le nuove banchine possano portare anche più operatori e superare una storica chiusura del porto verso l’ingresso di realtà esterne.

Di lavoratori difficili da intercettare, spaventati, disposti a lavorare per pochi soldi e pochi diritti ha parlato anche il segretario della Cgil Filctem Massimo Marani raccontando del sistema di subappalti a cui si affidano ormai anche grosse aziende come Hera, Enel, Eni. Aziende all’interno della quali, dice Marani, forse i lavoratori tutelati hanno tardato ad accorgersi di cosa stava accadendo fuori di lì perchè godevano effettivamente di tutele sempre più sconosciute al di fuori.

Di vendite, Newco, trasformazioni e svendite del settore chimico si è parlato a lungo per arrivare naturalmente a Versalis e a suoi 770 dipendenti solo a Ravenna sottolineando come il governo, con la sua golden share, può deciderne le sorti. E se Milco Cassani della Fiom ha fatto l’intervento più politico, l’unico a manifestare peraltro apertamente il suo personale sostegno a Sutter, il pomeriggio è rimasto incentrato su temi molto concreti rispetto ai quali, tuttavia, un’Amministrazione comunale ci si chiede cosa possa fare. «Innanzitutto – ha detto Sutter – può avere un ruolo di mediazione e di conoscenza approfondita di questi fenomeni, ed è sicuramente ciò che mi impegno a fare da sindaca. Così come a occuparmi del tema della terziarizzazione di funzione proprio del Comune stesso».

Il prossimo appunto che la lista ha dato alla cittadinanza è su un altro tema quanto mai caldo: le trivelle, il 20 marzo, tema più volte sfiorato anche nel corso del pomeriggio su cui sono emerse posizioni quanto mai contrastanti all’interno della Cgil.

Il tour del settimanale Panorama in città Talk show con Signorini, direttore di Chi

La rivista diretta da Mulè alla scoperta dell’Italia dalle sue piazze
Eventi, dibattiti, ospiti per quattro giorni tra giugno e luglio

L’incontro con l’astronauta Umberto Guidoni, la visita ai monumenti della città con un Cicerone d’eccezione come Vittorio Sgarbi, un talk show condotto da Alfonso Signorini, direttore di Chi: c’è tutto questo e non solo nella quattro giorni (29 giugno-2luglio) che vedrà Ravenna come quinta tappa di Panorama d’Italia, l’iniziativa che il settimanale della Mondadori conduce anche quest’anno, per la terza edizione, in dieci città d’Italia, con l’intento di raccontare l’Italia direttamente dalle sue piazze con iniziative ed eventi aperti a tutti, celebrando i protagonisti dell’impresa, dell’economia, della cultura e dell’enogastronomia. Il programma particolareggiato dell’appuntamento ravennate sarà pubblicato sul numero (e sul sito) di Panorama in edicola dal 23 giugno.

«Ringrazio Panorama per avere inserito Ravenna nel tour che tocca diverse città italiane per raccontarne le eccellenze – ha commentato il sindaco Fabrizio Matteucci che nei giorni dell’iniziativa sarà già ex da un paio di settimane –. Ravenna è stata tre volte capitale nell’antichità. Questo passato prestigioso ci ha lasciato in eredità preziosi monumenti dichiarati patrimonio dell’umanità».

Il direttore della rivista, Giorgio Mulè, ha presentato così l’evento: «Alle spalle l’esperienza di una formula rodata, tra talk show, dibattiti con i protagonisti della politica nazionale, convegni, spettacoli: solo lo scorso anno sono state 4 milioni le persone raggiunte con ogni mezzo dal tour. Il pubblico intervenuto direttamente agli appuntamenti nelle città è stato di 110 mila persone, con 375 tra ospiti e relatori (tra cui anche 6 Ministri, 8 Presidenti di Regione e 8 Sindaci), 500 media mobilitati, 191 imprenditori nelle tavole rotonde con il coinvolgimento di 600 aziende, tra cui anche 180 start-up innovative, 15 università e 37 sponsor complessivi».

Le altre tappe del 2016 sono Genova, Macerata, Perugia, Padova, Costiera Amalfitana, Cagliari, Milano, Mantova, Trapani.

Il tour del settimanale Panorama in città Talk show con Signorini, direttore di Chi

La rivista diretta da Mulè alla scoperta dell’Italia dalle sue piazze Eventi, dibattiti, ospiti per quattro giorni tra giugno e luglio

L’incontro con l’astronauta Umberto Guidoni, la visita ai monumenti della città con un Cicerone d’eccezione come Vittorio Sgarbi, un talk show condotto da Alfonso Signorini, direttore di Chi: c’è tutto questo e non solo nella quattro giorni (29 giugno-2luglio) che vedrà Ravenna come quinta tappa di Panorama d’Italia, l’iniziativa che il settimanale della Mondadori conduce anche quest’anno, per la terza edizione, in dieci città d’Italia, con l’intento di raccontare l’Italia direttamente dalle sue piazze con iniziative ed eventi aperti a tutti, celebrando i protagonisti dell’impresa, dell’economia, della cultura e dell’enogastronomia. Il programma particolareggiato dell’appuntamento ravennate sarà pubblicato sul numero (e sul sito) di Panorama in edicola dal 23 giugno.

«Ringrazio Panorama per avere inserito Ravenna nel tour che tocca diverse città italiane per raccontarne le eccellenze – ha commentato il sindaco Fabrizio Matteucci che nei giorni dell’iniziativa sarà già ex da un paio di settimane –. Ravenna è stata tre volte capitale nell’antichità. Questo passato prestigioso ci ha lasciato in eredità preziosi monumenti dichiarati patrimonio dell’umanità».

Il direttore della rivista, Giorgio Mulè, ha presentato così l’evento: «Alle spalle l’esperienza di una formula rodata, tra talk show, dibattiti con i protagonisti della politica nazionale, convegni, spettacoli: solo lo scorso anno sono state 4 milioni le persone raggiunte con ogni mezzo dal tour. Il pubblico intervenuto direttamente agli appuntamenti nelle città è stato di 110 mila persone, con 375 tra ospiti e relatori (tra cui anche 6 Ministri, 8 Presidenti di Regione e 8 Sindaci), 500 media mobilitati, 191 imprenditori nelle tavole rotonde con il coinvolgimento di 600 aziende, tra cui anche 180 start-up innovative, 15 università e 37 sponsor complessivi».

Le altre tappe del 2016 sono Genova, Macerata, Perugia, Padova, Costiera Amalfitana, Cagliari, Milano, Mantova, Trapani.

L’ex infermiera: «Alla parola ergastolo mi si è chiuso il cervello»

Il Tg1 riporta le parole di Poggiali al suo avvocato. La sentenza stabilisce anche 370mila euro tra provvisionali e spese legali

Una notte insonne per Daniela Poggiali in carcere a Forlì dopo la sentenza di primo grado che la condanna all’ergastolo per l’omicidio di Rosa Calderoni, la sua paziente 78enne uccisa nell’ospedale di Lugo dove la 44enne lavorava come infermiera con due fiale di cloruro di potassio: «Alla parola ergastolo mi si è chiuso il cervello», avrebbe detto stamani incontrando il suo avvocato Stefano Dalla Valle, secondo quanto riporta un servizio del Tg1 nell’edizione delle 20.

La sentenza, oltre alla pena dell’ergastolo, condanna Poggiali al pagamento delle spese processuali e di quelle per il proprio mantenimento in carcere durante la custodia cautelare (circa un anno e mezzo), al risarcimento dei danni per le parti civili da liquidarsi nella competente sede civile (provvisionale da 150mila euro ciascuno per i due figli della vittima), alla rifusione delle spese processuali delle parti civili (liquidate in 20mila euro ciascuno per i due figli e 15mila euro a testa per il collegio degli infermieri e l’Ausl), interdizione perpetua dai pubblici uffici. Entro novanta giorni il deposito delle motivazioni della sentenza.

Scippa una donna in auto ma due passanti lo inseguono e chiamano il 112: 47enne arrestato

Le grida della vittima hanno attirato l’attenzione del primo uomo e un secondo si è accorto dell’inseguimento andando in aiuto. Trovato dai militari nascosto dietro una siepe

Uno è stato attirato dalle urla della donna vittima di uno scippo e si è messo a inseguire il malvivente in fuga e l’altro è intervenuto in aiuto: due faentini hanno rincorso uno scippatore comunicando al 112 i loro spostamenti per consentire alle pattuglie dei carabinieri di bloccare l’uomo. L’hanno trovato nascosto dietro una siepe: si tratta di un 47enne forlivese (B.R.) già noto alle forze dell’ordine per precedenti simili. L’episodio è avvenuto in zona stazione nella serata del 10 marzo.

La vittima, una 52enne, è stata scippata in auto: si trovava nel parcheggio della propria abitazione vicino alla stazione ferroviaria quando uno sconosciuto, approfittando della scarsa illuminazione, ha aperto lo sportello strappandole la borsa. Le grida delal donna hanno attirato l’attenzione di un 45enne di passaggio che rincorso il fuggitivo lungo via Laghi e poi via Mameli. Un 40enne che aveva appena parcheggiato la propria autovettura, ha intuito tutto e si è aggiunto nella caccia all’uomo fino a via Baccarini dove sono arrivati due equipaggi dell’Arma a setacciare l’area dei laghetti. Nel frattempo la vittima della scippo è riuscita a recuperare la borsa e il telefonino ma del portafogli nessuna traccia: con molta probabilità lo scippatore è riuscito a disfarsene durante la fuga.

Dopo una notte in cella di sicurezza, ieri mattina la convalida dell’arresto: il giudice ha rinviato il processo per richiesta dei termini a difesa e fino a quella data ha applicato all’uomo la misura degli arresti domiciliari.

Carovana di nomadi con 15 veicoli pronti per accamparsi: allontanati dai carabinieri

Tra le persone identificate alcune conoscenze delle forze dell’ordine per truffe ad anziani e la cosiddetta truffa dello specchietto

Si era fermati e pare fossero intenzionati ad allestire un campo, non si squanto provvisorio: i carabinieri della compagnia di Cervia-Milano Marittima sono intervenuti verso le 18 dell’11 marzo a Lido di Savio per impedire un accampamento di nomadi, arrivati in paese con una carovana di quindici veicoli tra camper e auto. Tra i nomadi identificati alcune conoscenze delle forze dell’ordine per truffe ad anziani e la cosiddetta truffa dello specchietto. Perquisizioni e controlli sui mezzi e sulle persone hanno fatto desistere il gruppo dall’intento riprendendo il viaggio.

«La protesta di Blu a Bologna è giusta A Ravenna lo vorrei sulle torri Hamon»

Miccoli, promotore del festival di street art, in linea con il writer
che cancella le opere contro il museo. A Cervia un suo pezzo

«La street art non è fatta per essere chiusa nei musei dove serve il biglietto di ingresso ma deve essere fruibile in modo gratuito nel contesto urbano dove è stata realizzata. La protesta di Blu a Bologna mi piace». Marco Miccoli è tra i promotori del festival Subsidenze dedicato alla street art a Ravenna, che si appresta a vivere la terza edizione, e accoglie con approvazione la mossa del celebre writer bolognese d’adozione: da ieri notte sta cancellando le sue opere nel capoluogo emiliano in aperta contestazione con l’istituzione culturale Genus Bononiae (sostenuta da fondazioni bancarie e presieduta dall’ex rettore dell’Università) che il 17 marzo aprirà una mostra dedicata ai graffiti con circa 250 opere strappate dai muri delle città, in alcuni casi senza il permesso degli autori.

«Se un artista decide di realizzare un pezzo sul muro di una città – prosegue Miccoli nel suo ragionamento – lo fa perché concepisce la sua opera come qualcosa di fruibile a tutti, in modo gratuito ma sul posto in cui si trova senza diventare qualcosa di itinerante da un museo all’altro». Ben vengano le tutele delle opere ma nelle forme giuste: «A Pisa hanno messo una parete trasparente a protezione di un muro realizzato da Keith Haring. Non può essere danneggiato ma resta a disposizione di tutti quelli che vanno a Pisa». Senza dimenticare che a volte i pezzi dei writer nascono con intenti a loro volta protettivi: «In certi sono stati fatti per salvare gli edifici che facevano da sfondo. Se vengono strappati…».

Nel Ravennate c’era la firma di Blu (va ricordato, non concede interviste ai media e la sua identità non è palese) su un pezzo realizzato al centro sociale Spartaco, cancellato tempo fa «non so se per sbaglio o per altri motivi». È firmata da Blu anche la volta interna della cupola del Woodpecker, l’ex discoteca abbandonata a ridosso di Cervia. L’opera non dovrebbe correre rischi: «C’è un collettivo che si sta occupando di ridare vita a quegli spazi con un riutilizzo delle aree. Credo non ci sia paragone con chi prende le opere dai muri e le mette al chiuso. Così facendo poi molte volte si finisce per perdere il significato: la street art va interpretata anche in base al contesto in cui viene prodotta, messa in museo viene snaturata». Per questo non andrà a Palazzo Pepoli alla mostra di Genus: «Per quello che ho saputo finora molte opere le ho viste in fotografia. Vederle dal vivo in quel contesto non mi interessa molto».

Ma se un museo è mercificazione dell’opera, un festival con il patrocinio del Comune trasforma la forza di contestazione in arte di Stato? «Credo ci sia differenza tra il privato che commissiona un’opera e il pubblico che chiama un artista con un intento di riqualificazione per un quartiere della città». Insomma l’invito per Blu alla prossima edizione di Subsidenze è già pronto: «So che tempo fa ha partecipato a festival ma non so se vada ancora. Magari venisse a Ravenna, sarebbe bellissimo. Il mio sogno è potergli dare le torri Hamon per un suo lavoro…».

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