martedì
29 Luglio 2025

«Carrozze dei treni senza riscaldamento» Interrogazione M5s alla giunta regionale

Numerose segnalazioni da pendolari delle linee che collegano Ravenna e Rimini a Bologna: «Tper e Trenitalia devono rispettare i contratti» 

Dopo le segnalazioni di protesta di diversi pendolari delle linee ferroviarie che collegano Rimini e Ravenna a Bologna per carrozze senza riscaldamento, il consigliere regionale del Movimento 5 stelle Gianluca Sassi ha presentato un’interrogazione alla giunta Bonaccini: «La Regione faccia rispettare il contratto di servizio con Trenitalia e Tper e assicuri ai pendolari viaggi decenti».

È dall’inizio del mese di dicembre che si sarebbero susseguite le segnalazioni dei viaggiatori: «Dalle bocchette di areazione esce esclusivamente area fredda in qualsiasi ora della giornata, da mattina a sera. Un disservizio che si ripropone puntualmente anche nei mesi estivi, con l’unica differenza che dall’impianto di aerazione in quel caso ad uscire è solo ed esclusivamente aria calda. Il risultato di tutto questo è che i malcapitati pendolari, che si spostano per studio o per lavoro da una città all’altra e che pagano abbonamenti e biglietti, sono costretti a viaggiare in carrozze ghiacciate nei mesi invernali e bollenti in quelli estivi».

La Regione, ricorda il grillino, durante l’emergenza caldo della scorsa estate, aveva annunciato il rinnovo della flotta rotabile, inizialmente previsto per il 2018, entro il 2016 «ma al momento nessuna novità positiva per i pendolari sembra esserci all’orizzonte: vogliamo capire quando e come avverrà questo rinnovo, anche perché anche i nuovi treni che sono stati annunciati dall’assessore Donini qualche tempo fa non si capisce bene che tratte facciano visto che le lamentele dei pendolari sono sempre più frequenti e riguardino tutto il territorio regionale.

Nella sua interrogazione il consigliere regionale del M5s chiede quindi alla giunta «se intenda attivarsi presso Trenitalia per risolvere l’ennesimo disservizio relativo a comfort termico sui treni, richiedendo l’adozione di un piano di controllo e di manutenzione complessiva del materiale rotabile» e «se intenda sottoporre a verifica il rispetto del Contratto di servizio sottoscritto con il Consorzio trasporti integrati (Trenitalia e Tper) rispetto alle complessive condizioni di comfort del viaggio».

Confesercenti e lo smog: «Il blocco del traffico serve a poco per la salute»

Il presidente comunale invita a non drammatizzare: «Un palliativo privo di effetti reali. Appena pioverà tutto rientrerà nella norma»

«Il costo economico delle limitazioni del traffico deve essere tenuto in considerazione se a maggior ragione non corrisponde ad un beneficio sotto l’aspetto dell’ambiente». È l’esortazione che Gianluca Gasperoni, presidente comunale di Confesercenti a Ravenna, rivolge agli amministratori pubblici (scaricabile dal link in fondo alla pagina il testo integrale del documento) chiamati a mettere mano al problema dell’inquinamento dell’aria tornato di stringente attualità a livello nazionale visti alcuni dati delle rilevazione nelle ultime settimane. «Dovremmo chiederci se la limitazione della circolazione delle auto serve ed è utile in termini ambientali e di salute dei cittadini. Ormai da molte indagini effettuate in seguito all’introduzione di limitazione al traffico degli ultimi anni il risultato è che servono a poco se non in molti casi a niente».

«In contrasto con l’influenza scarsamente rilevante delle limitazioni del traffico sull’andamento delle emissioni di Pm10 – sostiene Gasperoni citando alcune ricerche –, emerge al contrario la notevole correlazione che intercorre tra le principali variabili meteorologiche e le concentrazioni delle polveri inquinanti. Non piove da molto tempo, non c’è vento e abbiamo una alta pressione atmosferica: tutte condizioni sfavorevoli alla dispersione degli inquinanti. Non appena le condizioni ritorneranno nella norma il dato del Pm10 rientrerà mentre il blocco del traffico come al solito si rivelerà un palliativo ed una risposta priva di effetti reali. Questa problematica così complessa deve prevedere risposte coordinate sovra provinciale e sovra regionale se come è vero le polveri sottili si disperdono nell’aria per chilometri. Ci auguriamo per questo che dall’incontro di domani (31 dicembre, ndr) al ministero esca un piano organico per tutta la pianura padana che incida sulle fonti del problema».

Il tema delle limitazioni al traffico riguarda anche Ravenna: «Se prendiamo il rapporto Arpa sulla qualità dell’aria a Ravenna del 2014 si può leggere che tutti i dati sugli inquinanti sono in diminuzione, almeno dal 2007; anche il Pm10 ha un trend calante tanto che l’anno scorso nessun sforamento oltre i limiti di legge mentre la criticità viene rilevata solo nella stazione Sapir. Ed è proprio nella zona industriale che quest’anno si sono avuti ad oggi 79 sforamenti».

L’invito di Gasperoni è a non drammatizzare: «Poco più di un mese fa è stato presentato dall’Istat il rapporto sulla qualità dell’ambiente urbano secondo cui l’aria nelle nostre città anche in riferimento alle polveri sottili è migliore rispetto agli anni passati. Se chiediamo alle persone se oggi l’aria è più inquinata e sta peggiorando la risposta invece sarebbe affermativa. Eppure la realtà di numeri e delle ricerche fatte da Arpa Lombardia, Cirillo, Accademia delle scienze Parigi ci dice proprio che praticamente tutti gli inquinanti dal biossido di azoto fino alle polveri sottili sono in diminuzione e, come anche gli studi di Legambiente confermano, non esiste correlazione tra Pm10 e aspettativa di vita».

«Abbattere il Marinabay sarebbe bello ma serve un nuovo piano dell’arenile»

Ancisi (Lpr) è d’accordo «in linea di principio» per eliminare l’erede
del primo «ecomostro del litorale». Ma ci sono le norme urbanistiche…

Abbattere lo stabilimento balneare ex Marinabay, chiuso e abbandonato da settembre 2013, per farne una spiaggia libera «è un’ipotesi suggestiva e di alto contenuto sociale» ma difficilmente praticabile in tempi ragionevoli. Dice così Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna, dopo che nei giorni scorsi è circolata l’idea di un abbattimento lanciata da Maurizio Bucci, consigliere comunale del gruppo misto e candidato sindaco della lista civica La Pigna, ora che è stata esclusa dal Comune anche la seconda società in gara per aggiudicarsi la gestione del manufatto sulla spiaggia (vedi articoli correlati).

In totale si tratta di un’area di 14mila metri quadrati. «La decisione di abbattere tutto – aggiunge Ancisi –, rinunciando al valore del costruito, non spetta al Comune di Ravenna, e nemmeno alla Regione, bensì all’Agenzia statale del Demanio, che ne è proprietaria. Si può dire che decide Renzi, anche perché la dirige validamente il più titolato renziano della primissima ora, Roberto Reggi». Ma non è tutto qui: «Per inserire questa nuova spiaggia libera sul litorale ravennate, è indispensabile una variante al Piano dell’Arenile, come dire al piano regolatore delle nostre spiagge, cancellando anche le potenzialità edificatorie assegnate a questo tratto di litorale. Il primo Piano dell’Arenile fu approvato il 22 dicembre 2009. Si cominciò ufficialmente a discutere il nuovo Piano 2015-2020 in data 14 dicembre 2014. Adottato il 18 luglio 2015, se va bene sarà approvato definitivamente nel gennaio 2016. Nulla, però, può esservi introdotto ex novo che non sia stato richiesto, con una osservazione, entro settembre scorso. Ricominciando da capo, ci vorrebbe almeno un anno perché, almeno sulla carta, al posto del Marinabay ci fosse una spiaggia libera. Poi c’è la realtà. Detto questo per opportuna consapevolezza, resto d’accordo, in via di principio, con la proposta».

Ancisi riepiloga i numeri che inquadrano l’edificio: «5.600 metri quadrati di spiaggia pavimentati, 400 di ristorante, 300 di bar, 227 di terrazza, 210 di chioschi e gazebo, 315 di portici per ombreggio. Altro che bagno! Fece da battistrada a Marinara, altro che Porto turistico. Battaglie perse entrambe, purtroppo, ma non perché il più forte avesse ragione. Molti ormai ne convengono. Marinabay occupa una superficie complessiva di 14.412 mq, di cui 11.676 scoperti, 1.626 coperti e 1.110 commerciali. Il valore del bene non mi risulta essere stato quantificato, ma nel bando con cui ne era stata messa a gara la concessione d’uso per la durata massima di 20 anni, era fatto obbligo al concessionario di stipulare un’assicurazione, a copertura di ogni eventuale danno agli immobili classificati come pertinenze, per un importo non inferiore a 1.050.000 euro».

L’abbattimento, continua il decano dell’opposizione, «si inserisce perfettamente nella battaglia che condussi abbastanza solitariamente contro il misfatto compiuto dall’amministrazione comunale quando fece costruire sulla spiaggia centrale di Marina di Ravenna quello che ho chiamato il primo “ecomostro” del nostro litorale: cioè il Nello Beach, progenitore del Marina Bay». La storia alle spalle del Marinabay parte dalla fine degli anni ‘50 quando nasce il Bagno Nello fondato da Nello Panzavolta (il fratello Urbano aprì l’omonimo Bagno Urbano). Negli anni ‘80 la compagine societaria viene rilevata da Vladimiro Trombini, nel 1997 entrano tra i soci Alessandro Papetti e Stefania Sintini attraverso la società Summer: la novità avviene in parallelo all’acquisizione dell’adiacente Bagno Lido e la fusione dei due stabilimenti, incentivata dal piano dell’arenile dell’epoca, concede una premialità in termini di metri quadri di superficie utilizzabile e nasce l’enorme struttura del Nello Beach. Tra i soci entrano Oliviero Garlini e Maura Cattaneo. Nel 2007 Trombini cede le sue quote alla Summer di Papetti-Sintini e Garlini-Cattaneo cedono le loro alla Viesse di Enrico Visconti e alla Sogno Verde di Giuliano Debbi. Che l’anno successivo acquista anche le quote della Summer facendo nascere la società Marinabay con sede a Reggio Emilia. Debbi, originario di Sassuolo, figura tra le persone indagate nell’ambito della vasta inchiesta Aemilia sulle presunte infiltrazioni ndraghetiste nella nostra regione. Le indagini hanno fatto emergere alcune ipotesi di estorsione nel nostro territorio: ci sarebbe stato il tentativo di prendere il controllo del Marinabay. Che, come detto, da oltre due anni è chiuso per un debito di concessioni demaniali non pagate che arrivava a 300mila euro.

«Abbattere il Marinabay sarebbe bello ma serve un nuovo piano dell’arenile»

Ancisi (Lpr) è d’accordo «in linea di principio» per eliminare l’erede del primo «ecomostro del litorale». Ma ci sono le norme urbanistiche…

Abbattere lo stabilimento balneare ex Marinabay, chiuso e abbandonato da settembre 2013, per farne una spiaggia libera «è un’ipotesi suggestiva e di alto contenuto sociale» ma difficilmente praticabile in tempi ragionevoli. Dice così Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna, dopo che nei giorni scorsi è circolata l’idea di un abbattimento lanciata da Maurizio Bucci, consigliere comunale del gruppo misto e candidato sindaco della lista civica La Pigna, ora che è stata esclusa dal Comune anche la seconda società in gara per aggiudicarsi la gestione del manufatto sulla spiaggia (vedi articoli correlati).

In totale si tratta di un’area di 14mila metri quadrati. «La decisione di abbattere tutto – aggiunge Ancisi –, rinunciando al valore del costruito, non spetta al Comune di Ravenna, e nemmeno alla Regione, bensì all’Agenzia statale del Demanio, che ne è proprietaria. Si può dire che decide Renzi, anche perché la dirige validamente il più titolato renziano della primissima ora, Roberto Reggi». Ma non è tutto qui: «Per inserire questa nuova spiaggia libera sul litorale ravennate, è indispensabile una variante al Piano dell’Arenile, come dire al piano regolatore delle nostre spiagge, cancellando anche le potenzialità edificatorie assegnate a questo tratto di litorale. Il primo Piano dell’Arenile fu approvato il 22 dicembre 2009. Si cominciò ufficialmente a discutere il nuovo Piano 2015-2020 in data 14 dicembre 2014. Adottato il 18 luglio 2015, se va bene sarà approvato definitivamente nel gennaio 2016. Nulla, però, può esservi introdotto ex novo che non sia stato richiesto, con una osservazione, entro settembre scorso. Ricominciando da capo, ci vorrebbe almeno un anno perché, almeno sulla carta, al posto del Marinabay ci fosse una spiaggia libera. Poi c’è la realtà. Detto questo per opportuna consapevolezza, resto d’accordo, in via di principio, con la proposta».

Ancisi riepiloga i numeri che inquadrano l’edificio: «5.600 metri quadrati di spiaggia pavimentati, 400 di ristorante, 300 di bar, 227 di terrazza, 210 di chioschi e gazebo, 315 di portici per ombreggio. Altro che bagno! Fece da battistrada a Marinara, altro che Porto turistico. Battaglie perse entrambe, purtroppo, ma non perché il più forte avesse ragione. Molti ormai ne convengono. Marinabay occupa una superficie complessiva di 14.412 mq, di cui 11.676 scoperti, 1.626 coperti e 1.110 commerciali. Il valore del bene non mi risulta essere stato quantificato, ma nel bando con cui ne era stata messa a gara la concessione d’uso per la durata massima di 20 anni, era fatto obbligo al concessionario di stipulare un’assicurazione, a copertura di ogni eventuale danno agli immobili classificati come pertinenze, per un importo non inferiore a 1.050.000 euro».

L’abbattimento, continua il decano dell’opposizione, «si inserisce perfettamente nella battaglia che condussi abbastanza solitariamente contro il misfatto compiuto dall’amministrazione comunale quando fece costruire sulla spiaggia centrale di Marina di Ravenna quello che ho chiamato il primo “ecomostro” del nostro litorale: cioè il Nello Beach, progenitore del Marina Bay». La storia alle spalle del Marinabay parte dalla fine degli anni ‘50 quando nasce il Bagno Nello fondato da Nello Panzavolta (il fratello Urbano aprì l’omonimo Bagno Urbano). Negli anni ‘80 la compagine societaria viene rilevata da Vladimiro Trombini, nel 1997 entrano tra i soci Alessandro Papetti e Stefania Sintini attraverso la società Summer: la novità avviene in parallelo all’acquisizione dell’adiacente Bagno Lido e la fusione dei due stabilimenti, incentivata dal piano dell’arenile dell’epoca, concede una premialità in termini di metri quadri di superficie utilizzabile e nasce l’enorme struttura del Nello Beach. Tra i soci entrano Oliviero Garlini e Maura Cattaneo. Nel 2007 Trombini cede le sue quote alla Summer di Papetti-Sintini e Garlini-Cattaneo cedono le loro alla Viesse di Enrico Visconti e alla Sogno Verde di Giuliano Debbi. Che l’anno successivo acquista anche le quote della Summer facendo nascere la società Marinabay con sede a Reggio Emilia. Debbi, originario di Sassuolo, figura tra le persone indagate nell’ambito della vasta inchiesta Aemilia sulle presunte infiltrazioni ndraghetiste nella nostra regione. Le indagini hanno fatto emergere alcune ipotesi di estorsione nel nostro territorio: ci sarebbe stato il tentativo di prendere il controllo del Marinabay. Che, come detto, da oltre due anni è chiuso per un debito di concessioni demaniali non pagate che arrivava a 300mila euro.

Dal Comune 550mila euro per la Romea dove un pirata uccise il piccolo Gionatan

Lavori in un tratto di due chilometri per mobilità pedonale e ciclabile A giugno 2014 il bimbo di tre anni falciato mentre attraversava

Un tratto di via Romea Sud che corre per due chilometri dentro Ponte Nuovo – quello dove a giugno 2014 perse la vita Gionatan Lasorsa, ucciso a tre anni da un pirata della strada –  sarà interessato da un progetto di 550mila euro stanziati dal Comune di Ravenna per migliorare il livello di sicurezza stradale, in particolare di pedoni e ciclisti. L’approvazione della giunta comunale è arrivata in occasione dell’ultima seduta.

Il tratto di strada sul quale si interverrà è stato suddiviso in tre tratti, a seconda della tipologia di intervento che sarà realizzata. Così si legge nel comunicato diffuso da Palazzo Merlato: «Il primo, lungo 840 metri, dalla rotatoria Myrdal Alva, quella “delle tartarughe”, fino al civico 147; il secondo, lungo 400 metri, dal civico147 al 187; l’ultimo, lungo 780 metri, dal civico 187 fino allo svincolo di Classe. Nel primo tratto saranno sistemati la sede stradale e messi in sicurezza gli attraversamenti pedonali presenti, sia con il miglioramento della segnaletica (verticale, orizzontale e anche luminosa per gli attraversamenti) e l’inserimento di punti luce ad hoc che con la creazione di golfi nei pressi degli attraversamenti e degli incroci, per impedire la sosta dei veicoli. Nel secondo tratto saranno realizzati interventi analoghi e inoltre sarà realizzato il marciapiede sul lato dove si trovano le abitazioni. Nel tratto finale, fuori dalla zona abitata e dove quindi non sono presenti attraversamenti pedonali, l’intervento riguarderà il rifacimento del manto stradale ammalorato e delle banchine laterali. Completerà i lavori la revisione della segnaletica orizzontale e verticale».

La realizzazione di questo progetto comporterà quindi tra l’altro l’adeguamento di tutti gli attraversamenti pedonali, con l’eliminazione delle barriere architettoniche presenti e il collegamento al percorso ciclabile esistente sul lato nord dell’intervento. Sempre nell’ottica di eliminare le barriere architettoniche verranno adeguate tutte le fermate del trasporto pubblico locale, dotandole di marciapiede rialzato per i mezzi dotati di pedana ribassata.

Perde borsello con 800 euro di pensione Un disoccupato lo trova e lo restituisce

Autore del nobile gesto un 46enne che ha perso il lavoro da poco Nel portafoglio il numero di telefono della figlia e l’ha chiamata

Ha trovato per terra un portafoglio con 800 euro in contanti e lo ha restituito al proprietario che l’aveva perso ed era andato già dai carabinieri per la denuncia. Il protagonista di questa vicenda accaduta a Faenza la vigilia di Natale è un 46enne disoccupato che ha ridato un sorriso a un 73enne di Lugo che aveva smarrito il borsello contenente la pensione.

Il 46enne che ha trovato il portamonete ha rovistato tra gli scompartimenti trovando su un’agendina telefonica un numero di telefono di una donna con lo stesso cognome del proprietario: ha composto il numero con il suo cellulare e gli ha risposto la figlia del proprietario del portafogli che nel frattempo, dopo essersi reso conto di non averlo più in tasca, si era rivolto alla caserma dei carabinieri, in via Giuliano da Maiano, per sporgere denuncia, nella speranza di ritrovare almeno i documenti.

In caserma, davanti al maresciallo che stava scrivendo la denuncia, l’anziano ha ricevuto la telefonata della figlia che lo informava della bella notizia: i carabinieri hanno subito ricontattato il 46enne per convocarlo in caserma dove in loro presenza è avvenuta la restituzione del portafogli al legittimo proprietario.

L’autista del bus fa pagare il biglietto e viene preso a pugni in faccia

Caccia al passeggero che pretendeva la restituzione dei soldi perché aveva dimenticato l’abbonamento. Filmato dalle telecamere di sicurezza

Quando è rimasto solo a bordo ha chiesto all’autista del bus di fermarsi e dopo aver indossato i guanti lo ha preso a pugni in faccia perché si è rifiutato di restituire i 3 euro del biglietto che riteneva di dover avere in quanto aveva solo dimenticato a casa l’abbonamento. I carabinieri sono alla ricerca dell’autore della brutale aggressione andata in scena verso le 15.30 di ieri, 28 dicembre, a Torri di Mezzano in via Zuccherificio all’altezza dello stabilimento Tozzi a bordo di un mezzo Start della linea 161 che collega Savarna ad Alfonsine. Prima di allontanarsi a piedi, l’aggressore ha cercato invano anche di manomettere le telecamere di videosorveglianza. L’autista, un 53enne con 30 anni di esperienza sui mezzi pubblici, ne avrà per alcuni giorni: non ha fratture ma solo contusioni e escoriazioni.

Secondo quanto si apprende dalle pagine dei quotidiani locali, l’autore dell’aggressione sarebbe un giovane sui 30 anni, quasi certamente italiano. È salito in piazza a Savarna e subito sono iniziati gli scontri verbali con l’autista che gli ha chiesto di esibire il tagliando di viaggio: il giovane ha sostenuto di aver dimenticato a casa l’abbonamento e così gli è stato chiesto il pagamento del biglietto maggiorato. Pagamento avvenuto non senza insulti e volgarità. Poi l’escalation a Mezzano. La richiesta di una fermata improvvisa, la pretesa di riavere il denaro, il rifiuto dell’autista, i pugni in faccia. Le telecamere di sicurezza installate sui mezzi e azionate dall’autista quando ha capito che il clima si sta scaldando, potrebbero fornire un valido supporto alle indagini.

«Ho parlato con il nostro autista aggredito oggi in modo vile da un mascalzone – ha scritto il sindaco Fabrizio Matteucci ieri sera su Facebook –. Gli ho espresso la solidarietà di tutti i ravennati. Speriamo che l’aggressore venga preso dalle forze dell’ordine».

Due accoltellati fuori da due discoteche poi si vanta in chat: «Andiamo a lamare»

Arrestato per tentato omicidio: episodi distinti ma il secondo ferito aveva cercato di fermare l’aggressore nel primo caso

In chat con un amico ignaro di tutto, la mattina di Santo Stefano, si vantava del casino fatto la notte prima scrivendo che aveva voglia del bis: «Andiamo a lamare». È un dettaglio che racconta la notte brava di Nazario Di Tullio, 25enne disoccupato pugliese residente a San Mauro Pascoli: una coltellata a un 24enne di Roncalceci (10 giorni di prognosi) a Cesena all’uscita da una discoteca e poche ore dopo tre coltellate a un 25enne di Bagnacavallo (30 giorni) a Milano Marittima all’uscita da un’altra discoteca. Di Tullio è in carcere dalla mattina del 27 dicembre, ritenuto che sussista un pericolo di fuga visti alcuni contatti con la Germania, con le accuse di lesioni personali per il primo episodio e tentato omicidio per il secondo.

Il giovane di Bagnacavallo aveva tentato di fermare l’aggressore a Cesena ma il suo ferimento non sarebbe una vendetta per quella circostanza bensì l’esito di un litigio scoppiato in discoteca per un apprezzamento rivolto a un’amica e poi sfociato in una rissa all’esterno. Nell’abitazione di Di Tullio i carabinieri hanno ritrovato un paio di coltelli e una pistola giocattolo senza tappo rosso. Ma anche una maglietta sporca di sangue indossata dall’amico coinvolto nella rissa. Per la sua individuazione ha contribuito anche la particolare capigliatura: un taglio cosiddetto alla moicana ben visibile dalle telecamere di soverglianza del Comune di Cervia in strada nei pressi del luogo dove è avvenuta la rissa.

Partiamo dalla fine. Verso le 6 del 26 dicembre i carabinieri intervengono all’incrocio tra via Gramsci e via Rismondi. I testimoni ascoltati raccontano di due gruppi che si erano fronteggiati: in due da una parte e in tre tra cui una ragazza dall’altra. Ma i protagonisti sono solamente tre. E cioè il ragazzo di Bagnacavallo e un giovane albanese: litigano perché poco prima in discoteca il primo si è rivolto all’amica del secondo con un apprezzamento non gradito. Mentre litigano Di Tullio assale alle spalle il bagnacavallese con tre fendenti che lo raggiungono al fianco e alla coscia, l’albanese poi assesta un paio di schiaffi al ferito a terra, abbandona sul posto sciarpa e giubbotto che si era tolto prima e se ne va con Di Tullio.

I militari si dirigono all’ospedale di Ravenna e lì trovano due ferti da arma bianca: quello di Milano Marittima che stanno cercando per raccogliere la testimonianza ma anche il 24enne arrivato da Cesena. E quando cominciano a fare domande si rendono conto che l’aggressore è lo stesso. Le due vittime non hanno incertezze nel descriverlo allo stesso modo, con quel dettaglio della capigliatura. Le indagini portano al nome di Di Tullio e la perquisizione domiciliare fornisce gli elementi aggiuntivi. Per tutti i tre protagonisti della vicenda cervese c’è anche la denuncia per rissa.

Rissa e lame a Santo Stefano Fermato un 25enne cesenate

Sospettato dell’accoltellamento dopo la disco. Il giovane cesenate è accusato di tentato omicidio. La vittima è stata dimessa con una prognosi di 30 giorni

Un 25enne di San Mauro Pascoli (N. D. T. le iniziali) è in stato di fermo da ieri mattina, 27 dicembre, con le accuse di tentato omicidio, rissa e porto ingiustificato di armi per l’accoltellamento avvenuto all’alba di Santo Stefano in strada in centro a Milano Marittima, vittima un 23enne di Roncalceci che è stato dimesso dall’ospedale con una prognosi di 30 giorni per la ferita superficiale rimediata alla coscia destra. La vicenda, come già emerso nelle prime battute, era cominciata come un diverbio fra due gruppi all’interno di una discoteca e all’uscita è sfociato in una rissa che avrebbe visto coinvolte quattro persone.

Legata e imbavagliata per un’ora mentre tre uomini armati rubano in casa

Notte da incubo per una 66enne assalita alle spalle. Il commando è fuggito nei campi quando l’auto del figlio è entrata nel cortile

Per quasi un’ora è rimasta legata e imbavagliata di notte nella lavanderia di casa mentre tre uomini armati e a volto coperto rovistavano per casa, arraffando qualche centinaio di euro in contanti e monili per un valore complessivo che potrebbe arrivare a qualche migliaio di euro, fino a quando l’arrivo del figlio che abita nell’appartamento accanto li ha messi in fuga. È l’incubo vissuto a cavallo della mezzanotte tra il 26 e il 27 dicembre da una donna di 66 anni in una casa colonica di via Ragazzena, nell’aperta campagna tra Castiglione e Savio. Secondo quanto si legge dal sito dell’agenzia Ansa che riporta la notizia, pare che i tre potessero essere armati di una doppietta. La donna è stata aggredita alle spalle dai tre che erano rimasti nascosti: non è chiaro se siano intervenuti mentre rincasava accompagnata da un’amica o se li abbia trovati già in casa mentre andava nel garage.

Smog, superati i limiti annuali in tutte le 4 centraline di Ravenna

Per le polveri sottili Pm10 consentiti 35 sforamenti all’anno In via Caorle sono già 41, in zona Sapir addirittura 79

Le quattro centraline per il rilevamento della qualità dell’aria nel comune di Ravenna dall’inizio del 2015 hanno registrato un numero di giorni con concentrazione media di polveri sottili (note anche come Pm10) oltre i limiti superiore al tetto consentito di 35 annui. La statistica è riportata dal sito internet dell’Arpa che raccoglie i rilevamenti di tutte le cabine collocate in punti significativi del territorio.

In città sono presenti quattro centraline. Due fanno parte della rete regionale di monitoraggio, collocate in modo tale da rappresentare l’intero territorio provinciale: in via Caorle e in via Zalamella. Fino al 23 dicembre la prima aveva registrato 41 giorni con polveri sottili oltre a 50 microgrammi per metrocubo, la seconda di è fermata a 39. Ci sono poi altre due centraline collocate sul territorio con l’obiettivo di valutare eventuali impatti sulla qualità dell’aria prodotti, nelle aree circostanti, da specifiche fonti di emissione come impianti industriali ed altre infrastrutture. I dati rilevati sono quindi indicativi della sola realtà locale monitorata. Una è alla Rocca Brancaleone e una in zona Sapir al porto: la prima ha sforato per 44 giorni nel 2015 e la seconda per 79.

Trattativa Versalis, il consiglio comunale vota per una seduta straordinaria con Eni

Unanimità su un ordine del giorno proposto da Lpr
per chiedere al Governo un piano industriale credibile

Il consiglio comunale di Ravenna vota all’unanimità perché si faccia una seduta straordinaria dedicata alla trattativa in corso per la cessione del pacchetto di maggioranza di Versalis, società del gruppo Eni attiva nel settore della chimica con uno stabilimento a Ravenna che impiega circa mille dipendenti. All’assemblea saranno invitati a partecipare i rappresentanti di Eni, a partire dalla presidente Emma Marcegaglia, e nel frattempo la giunta dovrà farsi portavoce di alcune richieste al Governo perché si arrivi a un piano industriale concreto e credibile. È l’esito di quanto definito nella riunione del consiglio del 22 dicembre partendo da un’ordine del giorno presentato da Lista per Ravenna.

«In assenza di un piano industriale credibile, approvato dalle rappresentanze sindacali dei lavoratori, sostenuto da un piano finanziario adeguato e sostenibile, utile a consolidare e a rafforzare l’assetto industriale della chimica nazionale – si legge nel testo dell’odg – la maggioranza azionaria di Versalis resti in capo ad Eni, prevedendo, al fine di consolidare la compagine azionaria, anche il ricorso al Fondo Strategico Italiano della Cassa Depositi e Prestiti e, di conseguenza, sia potenziato l’assetto della chimica nazionale e rilanciato in direzione della chimica verde». Il dispositivo dell’ordine del giorno approvato è stato il risultato della collaborazione tra Alvaro Ancisi (Lpr) e Matteo Cavicchioli del Pd, entrambi promotori di un odg sulla materia, e del contributo di Alberto Ancarani di Forza Italia; la premessa è stata mutuata dall’odg di Ancisi.

Nel dibattito in municipio è intervenuto l’assessore alle Attività produttive Massimo Cameliani, che ha annunciato l’incontro fra il Ministero dello sviluppo economico e le tre regioni che ospitano insediamenti Eni-Versalis (Emilia Romagna, Veneto e Lombardia), in agenda per il 14 di gennaio: «Le tre Regioni chiederanno unitariamente al Governo il rilancio della chimica in termini strategici. Non è sufficiente infatti trattare solamente con partner privati disposti ad investire unicamente dal punto di vista finanziario, come quello con cui si sta trattando; serve interloquire anche con soggetti industriali capaci adottare una vera strategia di rilancio del settore chimico in Italia e che il Governo si faccia garante del mantenimento degli impianti e di tutta l’occupazione coinvolta, in tutte le fasi del percorso, dell’eventuale cessione di quote di Versalis da parte di Eni spa».

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