Si tratta del progetto di Federica Cinquepalmi, un “raccogli pensieri” in ceramica
Il progetto Nero su bianco di Federica Cinquepalmi, studentessa del Biennio di Design del Prodotto e Progettazione con Materiali Ceramici e Innovativi di Isia Faenza, è tra i sei finalisti della dodicesima edizione del Premio Rometti, selezionati tra oltre 110 progetti da una giuria di esperti presieduta dal grande designer Ugo La Pietra.
I sei giovani creativi vivranno l’esperienza dello stage alla Rometti, dal 22 al 26 luglio, dove daranno forma concreta alle loro idee, fianco a fianco con le esperte maestranze della manifattura. In ottobre si terrà poi la cerimonia di premiazione con la votazione finale e per i primi tre classificati è previsto anche un premio in denaro.
Per tutti c’è inoltre la possibilità, più volte concretizzatasi nelle scorse edizioni, che il proprio progetto venga messo in produzione dalla manifattura, diventando così un importante trampolino di lancio nel mondo del lavoro, viste le collaborazioni costanti della manifattura con designer e aziende del calibro di Ugo La Pietra, Chantal Thomass, Roberto Capucci, Cucinelli, Kenzo, Roche Bobois.
Nero su bianco è un portacandele raccogli pensieri: prima di sedersi a tavola, ognuno dei presenti riceve un foglio di carta e una penna; questo è il momento di mettere nero su bianco ciò che passa per la testa. Una volta terminata la scrittura, i fogli saranno arrotolati con cura e inseriti nei buchi del porta candela, per offrire i pensieri al fuoco che li custodirà. La ceramica diventa quindi l’accompagnartice di questo momento conviviale, spirituale e al contempo ludico in cui provare ad aprirsi e a condividere. Il progetto nasce nell’ambito del Corso di Design dei Prodotti Ceramici II della Professoressa Sabrina Sguanci seguendo il tema “Ceramica Virtuosa. Oggetti catalizzatori di comportamenti benefici per la specie umana”.
Il Premio Rometti, concorso internazionale di design ceramico voluto dalla storica manifattura umbra, e riservato a studenti di Accademie di Arte e Design di tutto il mondo, mira a promuovere l’innovazione e l’originalità nel campo dell’arte ceramica, aprendo le porte della manifattura ai giovani, un po’ come accadeva già negli anni Venti e Trenta, quando le Ceramiche Rometti ospitarono ragazzi promettenti che poi divennero artisti del calibro di Corrado Cagli e Leoncillo Leonardi.
Cisl, Cgil e Uil chiedono un aumento di 210 euro. Proclamato lo sciopero
La sede di Legacoop di Ravenna
Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil daranno vita lunedì 1 luglio, dalle 10 alle 12, a un presidio a Ravenna di fronte alla sede di Legacoop Romagna in via Villa Glori, mentre una delegazione presiederà l’ingresso su via Faentina 106.
L’iniziativa è accompagnata dalla proclamazione di uno sciopero di categoria, per l’intera giornata di lavoro, a seguito della rottura del tavolo di trattativa per il rinnovo del contratto collettivo nazionale delle cooperative e dei consorzi agricoli scaduto il 31 dicembre scorso. La vertenza riguarda in Romagna oltre 15.000 tra lavoratrici e lavoratori.
È previsto l’arrivo a Ravenna, per partecipare al presidio, anche di pullman di lavoratori dal territorio faentino; inoltre sono attese delegazioni da Parma, Reggio Emilia e Ferrara.
Le trattative si sono interrotte il 13 giugno scorso dopo cinque mesi dall’apertura del negoziato tra i tre sindacati di categoria e Agci, Agrital, Fedagripesca, Confcooperative e Legacoop-Agroalimentare.
«Lo stop – si legge in una nota dei sindacati – è stato determinato dalle risposte assolutamente insufficienti dalla parte datoriale, rappresentata da importanti aziende dell’Emilia Romagna, in particolare del territorio di Ravenna e Forlì-Cesena, come Magema, Apofruit, Orogel, Amadori, Agrintesa, Granfrutta Zani, Clai, Terremerse, Gruppo Cevico, Caviro, Cafar, Cooperativa agricola cesenate, Gruppo Martini, Copra Gruppo Eurovo».
I sindacati, «ribadendo la centralità dell’aumento economico in questo rinnovo», hanno evidenziato che la richiesta d’aumento di 210 euro, contenuta nella piattaforma sindacale, «ha l’obiettivo di salvaguardare la crescita dei salari per il prossimo quadriennio, recuperando anche la perdita del potere di acquisto delle retribuzioni fortemente eroso dall’infiammata inflattiva degli ultimi anni».
«Le lavoratrici e i lavoratori del settore agricolo cooperativo – dichiarano i segretari generali territoriali di Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil, Laura Mazzesi, Roberto Cangini e Alessandro Mazza – sono quelli che durante la pandemia venivano considerati fondamentali perché garantivano il cibo sulle tavole degli italiani. Ora hanno diritto, come successo nei rinnovi contrattuali degli altri settori agroindustriali, di vedere riconosciuta la loro dignità, l’impegno e il valore della loro professionalità, sempre più preziose per un settore che, soprattutto nell’ultimo anno, evidenzia una difficoltà nel reperire manodopera e una dispersione delle professionalità».
Il percorso attraversa sei comuni: Cervia, Ravenna, Russi, Faenza, Brisighella, Riolo Terme. Strade chiuse dalle 8 alle 15
Il percorso nel comune capoluogo, quello di Ravenna
Come ormai noto, la seconda tappa (da Cesenatico a Bologna) del Tour de France, in programma domenica 30 giugno, attraverserà anche il territorio della provincia di Ravenna. Sono previste chiusure differenziate delle strade interessate dal percorso di gara, indicativamente nell’arco di tempo compreso tra le ore 8 e le 15 circa.
Lungo l’intero percorso sarà in vigore il divieto di sosta con rimozione forzata dalle 20 di sabato 29 giugno alle 16 di domenica 30.
Il passaggio dei corridori del più importante evento ciclistico internazionale, che per la prima volta si svolgerà in parte in Italia, potrà essere ammirato da appassionati e turisti ed è previsto a Ravenna intorno alle 13/13.30, ma l’intero percorso dovrà essere chiuso al transito già dalle prime ore della mattinata, per consentire il passaggio della carovana che precede la corsa e per la collocazione della segnaletica e dei necessari presidi di protezione e sicurezza, che dovranno poi essere rimossi successivamente al passaggio della corsa, prima di poter procedere con le riaperture delle strade.
Ci potranno pertanto essere delle ricadute sull’accessibilità dei luoghi e delle attività presenti lungo il percorso e nelle aree limitrofe.
La carovana dei corridori entrerà in provincia di Ravenna, proveniente da Cesenatico (dove la tappa partirà alle 12.35), attraverserà Cervia (dove è posizionato il km 0) e Milano Marittima per poi, attraverso la Sp 80 Nullo Baldini, immettersi sulla statale Adriatica in direzione nord, entrando a Ravenna da Classe fino a Ponte Nuovo, attraversare il centro e uscire da via Faentina in direzione di Fornace Zarattini. Verrà poi percorso un tratto della San Vitale e a San Michele la via Faentina (vecchia) per attraversare Godo e rientrare nella San Vitale in corrispondenza della rotonda di Taglio di Cortina e imboccare la provinciale Brisighellese Ravennate e attraversare l’abitato di Russi. La tappa proseguirà lungo la stessa strada fino a Faenza che verrà attraversata nel centro urbano (tra le 13.52 e le 14, secondo le previsioni) fino a uscire, sempre sulla Brisighellese Ravennate, in direzione di Errano. Si arriva quindi in collina, con le salite del Monticino e della Gallisterna, prima attraverso l’abitato di Brisighella e l’imbocco della provinciale 23 Monticino Limisano che verrà percorsa tutta fino a Riolo Terme, per poi immettersi sulla Casolana Riolese che verrà percorsa, in direzione monte, fino ad imboccare la provinciale 65 Toranello (via Gallisterna) che verrà percorsa interamente fino al confine con il comune di Imola, in provincia di Bologna (dove è invece previsto l’arrivo, in via Irnerio).
La carovana dei ciclisti viene preceduta dal transito di quella pubblicitaria e delle auto di assistenza alla corsa che transiteranno in anticipo rispetto ai corridori di circa due ore.
Per garantire la sicurezza dei partecipanti alla corsa e per predisporre i necessari dispositivi di sicurezza è prevista la chiusura al traffico di tutte le strade percorse dai ciclisti con un anticipo di circa tre ore rispetto alla tabella di gara, prevedendo in alcuni tratti, in particolare dentro i centri urbani, chiusure con un anticipo maggiore (rispetto alle tre ore) per consentire gli allestimenti e le protezioni.
Tutte le info utili si possono ottenere consultando siti internet e pagine social dei propri Comuni (sei quelli in provincia che verranno attraversati: Cervia, Ravenna, Russi, Faenza, Brisighella e Riolo Terme).
Conclusa la missione istituzionale della Regione. Corsini: «Grazie agli oltre 700 milioni di investimenti, ora abbiamo le carte in regola»
Il porto di Ravenna, protagonista alla fiera “Transport Logistic China 2024”, dal 2026 amplierà il traffico merci con la Cina. Saranno intensificati i collegamenti via nave e molti operatori cinesi sceglieranno lo scalo ravennate come approdo più conveniente grazie alle connessioni via ferrovia con il nord Europa.
È questo – in un’ottimistica sintesi della Regione – il risultato della missione istituzionale della stessa Regione guidata dall’assessore regionale a Infrastrutture, Commercio e Turismo, il ravennate Andrea Corsini, che ha avuto come focus la partecipazione a una delle più importanti fiere del comparto logistico del Paese del Sol levante, che si è svolta a Shanghai dal 25 al 27 giugno.
«Grazie agli importanti investimenti della Regione sul Porto di Ravenna, oltre 700 milioni di euro tra fondi Rfi, AdSP, Cipe, Bei e Pnrr – commenta Corsini -, ora abbiamo le carte in regola per accreditare il porto dell’Emilia-Romagna come hub strategico per lo sviluppo del traffico merci internazionale. Senza contare l’imminente realizzazione del nuovo terminal container che svilupperà nuove linee per il trasporto merci in grado di rafforzare ancora di più il posizionamento del porto. E l’interesse di tanti operatori cinesi a Shanghai, l’aumento dei collegamenti dal 2026, dimostrano che siamo sulla strada giusta».
«La nostra strategia sulla logistica via mare e ferro, più sostenibile e meno impattante per i territori, può consentirci uno sviluppo equilibrato – chiude l’assessore -. Adesso bisogna che il Governo acceleri con il via libera alla costituzione della Zona logistica semplificata per permettere all’Emilia-Romagna di continuare a essere locomotiva del Paese».
Ad accompagnare Corsini a Shanghai, l’assessora del Comune di Ravenna a Sviluppo economico, commercio, industria, porto, Annagiulia Randi, rappresentanti di Fondazione Itl (Istituto trasporti logistica) che promuove il sistema delle piattaforme intermodali dell’Emilia-Romagna a livello nazionale e internazionale, e alcuni membri del Cluster intermodale regionale Eric: Autorità portuale di Ravenna, Sapir Spa (Terminal Operator del porto di Ravenna), Tcr-Terminal container Ravenna e Dp Dinazzano-Po Spa, scalo ferroviario e piattaforma logistica.
Nell’ampio stand della Regione si sono svolti incontri B2B con una quindicina di importanti imprese della logistica e dei trasporti cinesi, oltre che con i rappresentanti della GdL “Logistica” (Gruppo Distribuzione & Logistica) della Camera di Commercio Italiana in Cina.
Tra gli incontri dell’assessore Corsini, quelli con la Console generale d’Italia a Shanghai, Tiziana D’Angelo, la Console aggiunta, Alessandra Palumbo, responsabile per la parte commerciale; il direttore Ice di Shanghai, Augusto di Giacinto, la vicecommissaria per il commercio Ice, Cinzia Sarli, e con il vicedirettore Generale Shen Weihua della Commissione del Commercio di Shanghai.
A tu per tu con Andrea Bernabini, in mostra a Palazzo San Giacomo. «Sono uno degli alluvionati, ho visto la depressione. Ma con il drone, dall’alto, tutto aveva una paradossale bellezza»
Andrea Bernabini, ravennate classe ‘61, è conosciuto da queste parti soprattutto per i videomapping Visioni di Eterno, realizzati dalla Neo Visual Project, che dal 2009 all’inverno 2022 hanno animato e valorizzato gli otto siti Unesco di Ravenna.
Nato come fotografo, Bernabini, durante l’alluvione del maggio 2023, ha iniziato a scattare e a documentare il disastro che aveva davanti. Ne è uscita una mostra fotografica, “Il segno dell’acqua”, che conta più di 60 immagini (tra cui una selezionata da un contest internazionale indetto da National Geographic) e video interviste, curata da Serena Simoni e visitabile dal prossimo 28 giugno (inaugurazione alle 18) fino al 16 settembre a Palazzo San Giacomo, a Russi (qui le info utili).
Andrea Bernabini durante l’allestimento della mostra
Durante l’alluvione hai iniziato a fare foto. Perché? «Sì… Io sono uno degli alluvionati. Ho perso il mio studio, la casa l’ho salvata per miracolo. È stato un incubo. I giorni dopo sono andato in giro ad aiutare amici messi peggio di me. Stivali, badile e una camera. Ho cominciato a documentare tutto. Maggio, giugno e luglio 2023, otto o dieci ore al giorno. Poi sono entrato in una crisi tremenda. Vedere tutta quella devastazione, parlare con gli alluvionati, mi ha caricato emotivamente… Mi sono chiuso in casa».
Una specie di depressione?
«Direi più un sovraccarico di emozioni. Avevo visto il nostro territorio stravolgersi. La natura era come in metamorfosi, irriconoscibile. Dopo qualche tempo ho iniziato a uscire di nuovo. Un giorno ero sopra una casa, dall’alto, e ho visto un immenso cretto. Ho capito che avrei avuto bisogno del drone e ho cominciato a volare. È venuto fuori un mondo metafisico, tutto sembrava fermarsi in un istante senza tempo, gli spazi, le cose, dall’alto tutto aveva una paradossale bellezza. Questa ricerca mi ha aiutato a ritrovare un equilibrio…»
Hai cercato un conforto nell’estetica dell’immagine?
«Si. Ho fatto ritratti personali, ho intervistato questa gente disperata. Ho assistito alla depressione che è venuta dopo l’euforia iniziale, dopo i “Romagna mia”… È stata un’ubriacatura da eccesso di emozione, come è successo a me. Una sorta di esorcismo di questa tragedia. Solo dopo arriva la botta… In tutti questi luoghi sono tornato più e più volte. E ho visto gli alluvionati disperati, che guardavano quello che non c’era più. Alcuni non hanno davvero più nulla, sono fuori casa da più di un anno… Hanno dato solo alcune migliaia di euro di ristori. Ma cosa ci fai, quando non hai più la casa?»
La fotografia ti ha aiutato a sopportare tutto questo dolore?
«Io nasco fotografo e per me, fin dall’inizio, la fotografia è stata una forma di terapia. A 20 anni ho avuto un grosso incidente che mi ha distrutto le gambe. Sono stato 6 mesi in ospedale. Lì un mio carissimo amico, Daniele Casadio, mi portò una sportina di rullini. E così, dalla sedia a rotelle, ho cominciato a fotografare tutto quello che vedevo. Quando sono uscito ho fatto la mia prima mostra. La fotografia mi ha salvato la testa. A vent’anni, stare 6 mesi fermo in un ospedale, puoi immaginare… E anche stavolta ha avuto lo stesso effetto. Mi ha aiutato a superare il mio dolore e quello assorbito dagli altri. Questo lavoro va oltre l’aspetto documentaristico: la sua forte impronta artistica ha l’intento di porre l’attenzione sull’accaduto invitando il pubblico a porsi domande sul futuro del nostro territorio, in particolare sul rapporto con l’ecosistema da cui dipendiamo e soprattutto a non dimenticare».
Perché “Il segno dell’acqua”? «La prima intervista che ho fatto è stata a una signora. Mi diceva: “Non mi è rimasto più nulla… l’unica cosa che ho, sono questi segni. I segni dell’acqua, che non se ne vanno”. È così, l’ho visto anche io: tu li lavi, ma tornano fuori. Ancora adesso, nei giardini, sulle foglie si vede il segno marrone di dove è arrivata l’acqua. Questa cosa mi ha colpito molto. Perché sono segni interiori, metafore del trauma che hanno subìto queste persone, che forse non se ne andrà più. Perché si parla spesso dei danni materiali, ma quasi mai dei danni psicologici dell’alluvione…»
Nel frattempo stai portando avanti altri progetti di videomapping…
«Sì, ne ho uno a Imola. Sarà tosta perché, come stiamo cercando di fare ultimamente, stiamo creando un’interazione fra i video e le performance dal vivo. Stavolta useremo la danza».
Il video mapping è un’arte innovativa, che richiede molte risorse, strettamente connessa a considerazioni turistiche… «Anche.. Il video mapping è un’arte che ha molte forme di utilizzo. C’è chi fa solo effetti speciali, Io e Sara Caliumi della Neo Visual Project no. abbiamo un’impronta artistica molto forte. Ci piace raccontare storie. La tecnica del video mapping crea stupore. Il nostro cervello non è abituato a immagini così grandi, fa fatica a processarle. Pensa a un’immagine grande come San Vitale, come la Cattedrale di Ferrara, o come il Falcon Cap in Qatar… È la prima tecnologia di realtà aumentata che non ha bisogno di nessun accessorio. Sai, gli occhialini, i guanti… Il video mapping no. Non ha filtri, ti fa percepire nuove immagini senza bisogno di strumenti. Poi sì, le tecnologie costano. Un proiettore può arrivare anche a 50 mila euro, senza le ottiche».
Nel 2022, in piena crisi energetica, c’erano state polemiche politiche per i consumi della proiezione su San Francesco…
«Ti rispondo come risposi allora: un proiettore consuma come un ferro da stiro di una massaia. Neanche tre chilowatt. E una città d’arte come Ravenna non può rimanere mai al buio, deve risplendere sempre».
Hai citato il Qatar. Come ti sei trovato?
«È stato il primo mapping al mondo mai realizzato a 360 gradi così grande: l’edificio era alto 68 metri. I qatarini amano la falconeria, così hanno realizzato a Doha questo edificio che richiama il cappuccio che si mette sulla testa del falco. Il Falcon Cap, appunto, che ospita un museo multimediale. A livello culturale fanno quello che possono… Hanno tantissimi soldi che stanno spendendo molto bene. Ci sono strutture incredibili, teatri in marmo. Peccato che, anche per le condizione climatiche – la temperatura può raggiungere anche i 50 gradi – si vede poca gente in giro. Quindi qualche volta questi centri culturali sono un po’ vuoti, anche se bellissimi».
Negli ultimi anni stai collaborando molto con la giunta ferrarese leghista di Alan Fabbri. Hai notato differenze nel modo di concepire e gestire le politiche culturali, rispetto a Ravenna?
«Di Ravenna non posso assolutamente lamentarmi. Quando ho iniziato nel 2009, con Visioni di Eterno, Ravenna mi ha dato una grande possibilità credendo nel progetto di video mapping per la valorizzazione dei monumenti prima di tante altre città in Italia e in Europa. Poi le cose, naturalmente vanno avanti, siamo stati chiamati in Italia e all’estero. Ultimamente Ferrara mi ha fatto realizzare video mapping molto importanti sui suoi maggiori monumenti, come la Cattedrale e Palazzo dei Diamanti. Ci hanno accolto con entusiasmo e spirito di collaborazione, consapevoli che il video mapping non può che fare bene per il turismo».
Sarà una festa dell’intero movimento, con street food e villaggio a tema
Il Parma campione 2023 dopo la finale a Toledo
La finale del campionato italiano di football americano – il cosiddetto Italian Bowl, citando il celebre Super Bowl americano – si terrà sabato 29 giugno (dalle 21) allo stadio Benelli di Ravenna.
Per la seconda volta consecutiva, la finale di Prima Divisione dell’Italian Football League vedrà affrontarsi Parma Panthers e Guelfi Firenze, dopo la storica edizione giocata lo scorso anno a Toledo (Ohio) e vinta da Parma per 29 a 13.
Come da tradizione, l’Italian Bowl sarà anche una festa per tutto il movimento, in puro stile americano, con un villaggio installato all’interno dello stadio dove i tifosi potranno trovare i food truck del cibo di strada e gli stand dedicati al merchandising, oltre che ad una postazione per mettersi alla prova con il test del Vertical Jump, il salto verticale che rappresenta uno dei principali elementi di valutazione in tutte le Combine di selezione dei giocatori di football, professionistiche e non.
Annunciata anche la presenza allo stadio della «bandiera italiana più grande d’Italia», 1.600 metri quadrati di tessuto bianco-rosso-verde.
Biglietteria aperta direttamente al Benelli e sul portale Ticketone a questo link. La partita sarà inoltre trasmessa in Italia in diretta su Dazn e negli Stati Uniti sul canale tv via cavo Bcsn.
Il football americano sarà poi protagonista al Benelli anche il weekend successivo con le finali del campionato italiano a 9 giocatori (il 5 luglio dalle 21, in campo Catania contro Trento) e del campionato italiano Seconda Divisione, il cosiddetto Silver Bowl (il 6 luglio sempre dalle 21, in campo Ferrara contro Modena).
A completare il programma, da segnalare anche le finali del campionato italiano maschile di flag football (in estrema sintesi, la versione del football americano senza contatto fisico) in programma sabato 29 e domenica 30 giugno a Marina di Ravenna (via del Marchesato 4).
L’azienda ravennate costruisce una piattaforma da installare al largo delle coste libiche
Foto di repertorio
La ravennate Rosetti Marino si è aggiudicata una nuova commessa per un valore superiore a 400 milioni di euro. Si tratta di una piattaforma di produzione gas da circa 6mila tonnellate che verrà installata al largo delle coste libiche.
Il progetto è stato assegnato dalla società Mellitah Oil & Gas BV – Libyan Branch (National Oil Corporation of Libya ed Eni North Africa) a Rosetti Marino in consorzio con Kerry Project Logistics e Gruppo Antonini.
Lo scopo del lavoro assegnato a Rosetti Marino (equivalente al 33 percento dell’intero progetto) comprende le attività di ingegneria, l’approvvigionamento dei materiali, i lavori di costruzione e il load out per la consegna del cosiddetto topside della piattaforma.
Le attività inizieranno immediatamente e si prevede che saranno completate nel secondo trimestre del 2027.
«Siamo molto soddisfatti – commenta l’Ad di Rosetti Marino, Oscar Guerra – per l’assegnazione di un progetto che riveste grande importanza per la sicurezza e per la sostenibilità economica dell’energia in entrambe i Paesi, oltre a segnare un significativo passo avanti nelle relazioni con i nostri vicini libici. Lavoreremo con grande determinazione per soddisfare tutte le aspettative di Mellitah Oil&Gas per questa commessa, che rafforza ulteriormente il nostro portafoglio ordini di medio periodo».
Le illustrazioni di Giuditta Matteucci in via Zirardini
In attesa del Tour de France, venerdì 28 giugno alle 21.30 alla Open-air gallery di via Zirardini, inaugura la mostra “Un secolo di ciclismo a Ravenna”, un progetto ideato e realizzato dal Comitato Amici del Ciclismo Ravenna e in collaborazione con il Comune, per riscoprire e celebrare la storia del ciclismo ravennate dal 1892 ad oggi.
«Questa mostra – afferma Emiliano Galanti, presidente del Comitato – è il nostro regalo alla città in occasione dello storico passaggio della Grande Boucle il prossimo 30 giugno e dell’avvio dei lavori del Ravenna Bike Park all’ex Ippodromo Darsena. All’inaugurazione – prosegue Galanti – parteciperanno i ciclisti di ieri ma anche numerosi atleti e atlete ravennati che militano nelle categorie giovanili, per una serata che vuole essere un momento di festa e orgoglio ciclistico a cui sono invitati tutti gli appassionati».
“Un secolo di ciclismo a Ravenna” è una mostra open air, visitabile sui pannelli collocati in via Zirardini, in cui saranno esposte le riproduzioni delle maglie delle squadre che hanno fatto la storia del ciclismo a Ravenna, realizzate dalla illustratrice Giuditta Matteucci che ha ridato vita e colore a sbiadite immagini in bianco e nero.
A dare simbolicamente anima e corpo a tutti gli atleti che nell’ultimo secolo hanno fatto la storia del ciclismo in città ci sarà Guglielmo Malatesta, il primo ravennate a partecipare alle Olimpiadi. Grazie alla ricerca storica finalizzata alla realizzazione della mostra sono state riscoperte le sue gesta sportive e la sua tragica storia, che sarà raccontata in un pannello a lui dedicato.
Oltre all’esposizione in via Zirardini, grazie alla collaborazione con il Comitato Spasso in Ravenna, durante i primi giorni della mostra le riproduzioni delle maglie storiche saranno esposte anche in alcune vetrine del centro storico che aderiscono all’iniziativa e che hanno voluto anche loro celebrare il passaggio del Tour de France in città.
A Bagnacavallo nella squadra del nuovo sindaco Giacomoni rimangono due assessori uscenti della giunta Proni (Corzani vicesindaca) e tre volti nuovi. Età media 40 anni
La nuova giunta del Comune di Bagnacavallo, guidata dal sindaco Matteo Giacomoni al primo mandato, è composta da cinque assessori: tre donne e due uomini, età media 40 anni. Due di loro, Caterina Corzani e Francesco Ravagli, erano presenti nella precedente giunta Proni, mentre tre sono al primo incarico: Fabio Bassi, Lucilla Danesi e Maura Zavaglini. Corzani è la vicesindaca.
Caterina Corzani, 32 anni, è laureata in Giurisprudenza, ha superato la prova per l’iscrizione all’Ordine degli avvocati, svolto la pratica forense in uno studio legale in ambito prettamente civilistico e un tirocinio alla Corte d’Appello di Bologna. Nel precedente mandato è stata assessora all’Ambiente e al territorio, alla Protezione civile e alla Partecipazione. Ora avrà le deleghe a Bilancio, Gestione del territorio, Affari generali e Servizi alla cittadinanza, Rapporti con le partecipate, Pari opportunità e Partecipazione, Gemellaggi e Politiche europee.
Fabio Bassi, 53 anni, si è diplomato assistente di comunità infantile all’Istituto Stoppa di Lugo. È stato educatore professionale nell’ambito del recupero di persone tossicodipendenti alla comunità Sasso Montegianni poi responsabile di struttura a Villa Gamberini di Bagnacavallo. Dal 2011 è coordinatore delle coop sociali Il Mulino e La Pieve per l’inclusione socio-lavorativa di persone svantaggiate. È alla sua prima esperienza politica e si occuperà di Ambiente, Attività produttive, Scuola e formazione, Associazionismo.
Lucilla Danesi, 44 anni, è laureata in Beni culturali, ma da quasi vent’anni si occupa di vivaismo, agricoltura e internazionalizzazione. È commerciale estero di una ditta attiva nell’ambito del vivaismo, amministratrice di un centro di ricerca per la fragola e consigliera nel cda di un centro di attività vivaistiche. È stata consigliera comunale a Bagnacavallo dal 2004 al 2009, eletta nelle file dei Ds. Le sue deleghe sono Cultura, Turismo e Promozione del territorio.
Francesco Ravagli, 34 anni, laureato in Ingegneria civile, lavora come libero professionista collaborando con uno studio tecnico di Imola. Attivo nel mondo del volontariato, nello scorso mandato è stato prima consigliere comunale e capogruppo del Partito democratico e poi, dal 2022, assessore a Lavori Pubblici, Sport, Giovani, Innovazione Tecnologica e Servizi alla cittadinanza. Con Giacomoni si occuperà di Lavori Pubblici e Patrimonio, Innovazione tecnologica, Politiche giovanili e Sport, Decentramento.
Maura Zavaglini, 41 anni, originaria di Alfonsine, vive a Bagnacavallo. Laureata in Giurisprudenza si è specializzata in amministrazione del personale e ha conseguito l’abilitazione alla professione di consulente del lavoro. Dal 2013 al 2016 ha ricoperto il ruolo di funzionaria sindacale. Dopo un’esperienza nel settore paghe, dal 2020 è responsabile ufficio vertenze all’interno di una sede sindacale. È alla sua prima esperienza politica e il sindaco le ha affidato le deleghe a Politiche sociali, sanitarie e abitative, Personale, Politiche per il lavoro.
Restano in capo al sindaco Giacomoni le seguenti materie: Comunicazione, Legalità e sicurezza, Polizia Locale e Protezione Civile.
La giunta è stata presentata questa mattina in municipio: «Partecipazione, ascolto e inclusione sono le parole che ci hanno accompagnato nella costruzione del nostro progetto di mandato – ha commentato il sindaco – e che ora saranno gli strumenti privilegiati con i quali ci mettiamo al servizio della comunità bagnacavallese, una comunità aperta, democratica e solidale. Sono tante le idee che sono emerse dagli incontri che abbiamo organizzato durante la campagna elettorale e questa Giunta è fortemente motivata a mettersi subito al lavoro, affiancata dal gruppo di maggioranza in Consiglio comunale, per dare concretezza a queste idee lungo il filo conduttore della cura: delle persone, del territorio, dell’ambiente, del suo patrimonio storico-artistico».
Alle Europee in provincia il 5,87 percento per Avs: «Abbiamo dato un contributo significativo alla vittoria in diversi Comuni»
Sinistra Italiana Ravenna esprime grande soddisfazione per il risultato ottenuto sul territorio alle recenti elezioni europee e amministrative. «Nella nostra provincia, per il Parlamento europeo Alleanza Verdi Sinistra ha raggiunto un significativo 5,87 percento, con punte ancora più alte del 6,93% a Faenza, dove siamo il terzo partito, e del 6,08% a Ravenna. Questo successo rappresenta un importante riconoscimento del nostro impegno costante per la promozione di politiche ecologiste e di giustizia sociale. Ringraziamo tutte le elettrici e gli elettori che hanno riposto fiducia in noi, confermandoci la loro vicinanza e il loro sostegno».
Sinistra italiana definisce «particolarmente significativo» il contributo alla vittoria del centro-sinistra in importanti comuni della provincia come Bagnacavallo, Lugo e Cervia, oltre che a Russi e Castel Bolognese. «Questo risultato è il frutto di un’impegnativa campagna elettorale che ha visto la presenza di figure di rilievo nazionale come Nicola Fratoianni e Nichi Vendola nel nostro territorio. Un passo significativo per la sinistra ecologista in Provincia, che torna ad eleggere rappresentanti».
Questi gli eletti e gli assessori che rappresentano Sinistra italiana. A Bagnacavallo è stato eletto Massimiliano Bezzi, mentre in giunta entra Maura Zavaglini, con delega anche ai servizi sociali e al lavoro. A Russi Maria Giovanna Morelli e Gianluca Zannoni, nominato assessore. A Castel Bolognese è confermata Linda Caroli, consigliera e assessora a istruzione e pari opportunità. «La fiducia riposta in loro testimonia la competenza e la dedizione con cui hanno lavorato fino ad oggi. Siamo certi che continueranno a rappresentare i valori e le istanze del nostro partito, contribuendo in modo significativo allo sviluppo della nostra comunità».
Il 30 giugno sul lungomare Deledda di Cervia è fissato il km zero della seconda tappa del Tour de France 2024 e la coop dei bagnini ha realizzato un mega installazione visibile dall’alto
Una bicicletta gialla accompagnata alla parola Cervia in blu: è l’installazione che occupa un’area di 75×80 metri sulla spiaggia libera cervese, realizzata dalla cooperativa bagnini con 220 tavole, 100 lettini e 200 kg di vernice per celebrare il passaggio del Tour de France con il km zero della seconda tappa il 30 giugno proprio sul Lungomare cervese con il passaggio dei 176 ciclisti.
I 176 corridori, provenienti da Cesenatico, dovranno allinearsi sul water front di Cervia alle 12.35 per poi proseguire in direzione Ravenna. La festa che accompagna l’evento inizierà molto prima, verso le 10.30 con il passaggio della grade carovana pubblicitaria, composta da decine di veicoli, che transiteranno lungo le vie del percorso per distribuire gadget al pubblico.
Un omaggio dovuto quello delle spiagge di Cervia all’evento sportivo che incolla davanti a 200 televisioni in tutto il mondo circa 3 miliardi di spettatori per un evento seguito in 190 nazioni.
L’azienda lombarda Elle Emme Logistica ha rilevato l’attività di facchinaggio della Cofari di Ravenna che conta un centinaio di lavoratori. Legacoop: «Al porto ci sono aziende che operano con tariffe non sostenibili da società cooperative come Cofari, che hanno sempre lavorato nella piena legalità»
Al termine di una lunga crisi che arriva all’epilogo proprio nel 2024 in cui compie 50 anni, la Cofari, storica cooperativa di Ravenna, ha ceduto il ramo facchinaggio e cessato l’attività dei traslochi. L’azienda continua a effettuare l’attività dei depositi per terzi nella sua sede nella zona artigianale Bassette. Lo rende noto un comunicato di Legacoop Romagna inviato alle redazioni dei media locali.
«Di fronte a una crisi aziendale ormai irreversibile – si legge nella nota per conto della Cooperativa facchini riuniti – è stato raggiunto un obiettivo importante, garantendo la salvaguardia dell’occupazione e la tutela dei diritti dei lavoratori. L’operazione ha garantito la piena occupazione, a parità di condizioni sia economiche che normative, dell’intero organico del ramo facchinaggio di Cofari, composto da circa un centinaio di persone». Il ramo traslochi, che vedeva occupata una decina di addetti, è stato dismesso, «garantendo però tutte le tutele previste dalle normative ai lavoratori». Legacoop ringrazia i sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil per la preziosa e responsabile collaborazione: «Hanno da subito capito l’importanza e la delicatezza dell’operazione».
Legacoop Romagna ha accompagnato la cooperativa alla ricerca di partner che rilevassero l’attività storica di facchinaggio: «Dopo varie interlocuzioni, nell’impossibilità di reperire realtà del territorio interessate, è stata individuata un’azienda lombarda, la Elle Emme Logistica, che fornisce tutte le garanzie di solidità e legalità».
L’associazione di categoria delle cooperative invita a considerare la crisi di Cofari come un monito per tutto il sistema logistico del territorio emiliano-romagnolo e in particolare per quello portuale: «Nell’arco della sua attività, infatti, Cofari ha garantito crescita sociale e buona occupazione nel pieno rispetto delle normative, a generazioni di lavoratori, caratterizzandosi come un presidio di legalità. Come è noto, il comparto del facchinaggio negli ultimi decenni si è destrutturato, con l’ingresso nell’area portuale di aziende che operano con tariffe non sostenibili da società cooperative come Cofari, che hanno sempre lavorato nella piena legalità, investendo in sicurezza e formazione e applicando i contratti firmati dalle parti sociali più rappresentative».